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Kubrick confeziona uno dei suoi primi film ma sembra già aver vissuto decenni di carriera registica. Un intreccio mozzafiato si unisce ad una storia cruda e sull'impossibilità del successo umano, contornata da una regia da manuale e attori proprio niente male. Non è un capolavoto ma un ottimo poliziesco, che, considerata l'età, rimane ancora incredibilmente fresco.
Questo film se lo date a un vostro amico che si aspetta di vedere un film che può tenerlo attaccato alla sedia magari resterà deluso..ma rapina se collocato nel periodo di uscita..il 56..è un film veramente di non poco conto.costato 75000 dollari e venduto x 100 kubrick..dio..ha cominciato a farsi sentire..e cominciava a farsi sentire l'aurea di un nuovo welles..i film vanno sempre collocati nel periodo in cui sono stati girati e rapina era un'innovazione per la struttura narrativa..di flashback etc..buon cast..buona fotografia un 'altro buon noir
Splendido gangster movie del giovine kubrick, il quale già alla seconda (terza?) pellicola mostra una maturità ed una tecnica registica incredibili. Anche lo stile narrativo si evolve in maniera significativa rispetto al bacio dell'assassino: una sorta di struttura 'ad incastro', che mostra la preparazione del colpo dal punto di vista di ognuno dei protagonisti, in modo da approfondirne le rispettive caratterizzazioni psicologiche. Beffardo oltre ogni limite il finale.
Bellissimo film di Kubrick, primo di tanti capolavori che da li a venire sarebbero giunti, e ne è già un massimo esempio del suo grande talento , in cui sono già ben riscontrabili alcuni segni distintivi del suo cinema come la padronanza tecnica del mezzo epressivo e in parte quella poetica (qui in formazione) tipicamente Kubrickiana che ha reso indimenticabili i suoi lavori. Rapina a mano armata è un film di grande fascino e coinvolgimento in cui la suspance la fa da padrone fino alla fine, in cui c'è anche tempo per riflettere su come il caso sia purtroppo più influente e determinante degli sforzi e ambizioni degli uomini. Degna di menzione l' atipica per il periodo strurrura narrativa, funzionale per il film ma anche di una certa importanza innovatrice(.... e Tarantino prenderà nota). Memorabili le interpretazioni e il finale inaspettato.
Primo film veramente di spessore per Kubrick che, se non erro, aveva solo 27 anni! L' estro artistico e innovativo del grande regista si nota subito con la geniale idea di raccontare la vicenda non secondo una disposizione cronologica ma secondo un proprio intreccio che si risolve un finale travolgente e una battuta indimenticabile. Bravissimo anche a capire il pubblico del tempo avrebbe avuto difficoltà a seguire la storia ed ad inserire la voce di un narratore esterno. Buona anche la fotografia e la sceneggiatura, firmata (non a caso!) Stanley Kubrick.
bel film di kubrick tuttavia preferisco altro ottima la fotografia color metallo, bellissimi i colpi di scena come la mega lotta del russo contro i poliziotti. bel film ma preferisco altro del maestro
Bellisimo poliziesco di Kubrik, incalzante, innovativo e mai noioso. Rapina a Mano Armata, come già detto da tutti, è fonte di ispirazione per Tarantino, infatti nella prima pagina della sceneggiatura originale delle Iene tra i ringraziamenti compare anche il nome dell'autore del romanzo da cui è tratto Rapina a Mano Armata. La sequenza finale delle Iene infatti è quasi un plagio, sequenza che poi è la stessa (con le dovute differenze) che c'è in True Romance..
L'ho trovato talmente moderno che trovo incredibile che sia stato girato nel '55, la scelta di narrare la storia attraverso il cronista fuori campo, l'uso di continui flash back per accentuare il susseguirsi o la contemporaneità degli eventi, danno un ritmo ed un crescendo di tensione sublimi ;)
a me è piaciuto tantissimo. adoro questo genere, ma Rapina a mano Armata è il Capolavoro. Marlon si stupì di questo film al punto da voler assolutamente lavorare con Kubrick (poi tutti sappiamo come è andata a finire) e lo capisco: l'abilità con cui viene pianificata la rapina è sorprendente, il linguaggio visivo è a livelli altissimi per un quasi esordiente alla regia, non ci sono soluzioni narrative troppo discontinuo e che appesantiscono il ritmo, tutto è perfettamente e armoniosamente incastrato e incuneato nella speciale e magnifica divisione temporale della fabula originalissima per l'epoca e poi ripresa sempre fino all'odierno Tarantino in Jackie Brown e Pulp Fiction (ma non sono qui per sminuire la perfetta opera di Quentin per dare ipoteticamente prestigio a Kubrick che non ne ha bisogno, come molti hanno scritto nei commenti); nel dare 10 vedo scritto nei suggerimenti dello staff "Un Capolavoro..." ebbene lo è al duecento per cento, infatti l'apparente flemma e pacatezza con cui si sviluppa la prima parte del film è tesa solamente a ingigantire la tensione che è presente alla fine, poi la regia è straordinariamente brillante, sobria, ma eccedente nell'uso delle pianosequenze che unite alla voce fuori-campo rendono una visione distaccata quasi documentaristica dell'evento quasi a predire il fallimento della rapina (o la sua riuscita?). ho detto che lo stile è semplice ed essenziale, tuttavia Kubrick non tralascia di far emergere la sua vera natura registica, ovvero comunicare con le immagini: l'esempio lampante è quel ferro di cavallo piegato dalla macchina vicino al corpo morto di Andy, è questo che contraddistingue Stanley dagli altri e che porta a far pensare durante la visione "è perfetto, questa è l'immagine che ci voleva qui, questa sola immagine ha la capacità di dire ciò che mille parole non riuscirebbero a dire", è il Cinema che diventa Arte, che diventa Concetto. ciò che caratterizza in minor misura questa pellicola (e in maggiore ne "Il Bacio dell'Assassino") è il cinismo dilagante, la misantropia di Kubrick, il pessimismo atroce di un mondo sporco da entrambe le parti, criminale e legale, in cui quindi non si può più posizionare la vera Giustizia con assoluta certezza e quasi Kubrick con il finale si sbilancia verso il personaggio di Sterling Hayden per ripugnanza di una società dove il modello di vita è la persona ricca e contano solo i soldi e anche la logica apparentemente giusta del ragazzo di colore che uccide Andy alle corse ("L'importante è come si è trattati") tradisce una visione distorta ed egoista del mondo e della realtà riconducibile ai soldi come strumento univoco di essere significativi per gli altri che ci stanno attorno. un mondo che vede un miliardario come modello, ma Wilde insegna che nella società esistono molti modelli di miliardari, ma pochi miliardari modello.
Atmosfere noir intense per una pellicola carica di fascino, narrata "alla Tarantino" 40 anni prima di "Pulp fiction". I personaggi, squallidi perdenti, sono tratteggiati magistralmente con poche battute e lievi colpi di pennello; per tutti loro, quella che sembrava essere l'unica occasione di riscatto dalla mediocrità diventa un'amara beffa in linea con le loro esistenze. Da antologia la scena finale del barboncino.
Questo piccolo gioiello dai tratti hardboiled ci propone, in modo quanto mai secco, le vicende di un piccolo drappello di perdenti, disperati e sperduti. Un gruppo di infelici che vedono nella rapina una possibilità di riscatto dalla vita avara di gioie fino ad allora condotta. Ogni personaggio è descritto con tratti asciutti e definiti, ogni aspettativa è dipinta per poterne afferrare la frustrazione. Splendidi rimandi metaforici punteggiano la narrazione. Uno straordinario fatalismo ad incastro che si risolve in un incidente ricidolo e inverosimile, proprio a sottolineare la sorte beffarda.
Già un Kubrik all'ennesima potenza. Forse il miglior noir di tutti i tempi. C'è la banda, c'è la rapina, c'è la dark lady, c'è il tradimento, c'è che qualcosa va storto, c'è la resa dei conti, c'è il finale ineluttabile e inevitabile. Grande, grande, grande.
Il film che sbalordì non uno qualunque ma Orson Welles in persona e che presentò al cinema uno dei più grandi geni che il genere umano abbia mai sfornato.
Ritmo incalzante, suspence infallibile, oltre a una narrazione splendida e ben diretta, in questo film c'è tutto: la costruzione del colpo, l'esecuzione, i tradimenti, le sfaccettature dei personaggi (avidi e feroci) e un finale magnifico.
Ennesimo capolvaoro di Kubrick, considerando anche l'anno in cui è stato realizzato (1955). Una maestria tecnica, un'abilità narrativa, un innato talento nella direzione degli autori... IL + GRANDE!!!! Quando lo vide, stupì persino Orson Welles, non il primo capitato....
Questo primo film di Kubrick dalla media stratosferica mi ha profondamente deluso. Molto bella la presentazione dei personaggi, i flashback da incastro, però il finale è decisamente troppo rapido e deludente...non mi aspettavo assolutamente quella fine! Per il periodo in cui è stato realizzato è stato certamente piuttosto innovativo ("Le iene" di Tarantino si è molto ispirato come trama a questo, e devo dire che non lo sapevo), ma sempre prendendo come riferimento il film di Tarantino, a cui ho dato 7, lo ho preferito a questo di Kubrick...da lì il 6,5. Con un finale più curato e diverso avrei potuto mettere qualcosa in più. Ultima considerazione: è naturale che chi lo ha visto ai tempi è più legato ad esso e tende a sopravvalutarlo, o comunque a valutarlo in base all'anno di uscita.
bellissimo... a me ha divertito molto. kubrick usa la tenica usata da tarantino ne 'LE IENE'.. ovvero mostra con dei flash back i destini dei personaggi della vicenda... il film è sconvolgente... il film fila liscio,tranquillo... godibile. da vedere
La prima parte, quella relativa ai preparativi della rapina è sicuramete quella che preferisco, il noir si respira a pieni polmoni; la seconda, anch'essa coinvolgente, è caratterizzata dal particolare tecnico della ricostruzione temporale delle vicende dei singoli personaggi..personaggi fra loro estremamente diversi e tutti interessanti, dai partecipanti alla rapina, alla moglie di uno degli stessi fino all'amante di quest'ultima. Finale intenso e in parte irriverente..
film inevitabilmente legato ai suoi periodi: legato al 1955, quando un film del genere poteva sembrare realmente indice di innovazione, sia in chiave di sceneggiatura che di montaggio; legato al primissimo periodo di Kubrick, con la rappresentazione in maniera perfetta della sua volontà di stupire senza però identificarsi in niente. il film è gradevole, trovo sconveniente il paragono con i suoi successivi film.
non lo voglio considerare un capolavoro solo per il nome del regista...a me sembra semplicemente un bel film a tratti travolgente... il finale ad esempio mi ha un po deluso(forse troppo veloce)... la rapina ma soprattutto la preparazione della rapina fa scuola ad altri film del genere...da vedere
'Rapina a mano armata' è un noir strepitoso, assai originale e da vedere assolutamente. La vicenda a incastro è perfetta e sono evidentissimi i debiti che molti film successivi hanno nei confronti della struttura cronologica e perfino di alcuni aspetti della sceneggiatura. Epilogo eccezionale, anche se le mie scene preferite sono tutte quelle relative alla preparazione del colpo, e tra i personaggi la più interessante è la donna manipolatrice che sottomette il marito che non ama.
grande film.alla faccia di tarantino e di "le iene".è un film divertente alla maniera dei film di tarantino solo che ha 40 anni in più!grandioso kubrick
Il primo vero film di Kubrick è un classico, non per essere soltanto la prima opera di uno dei più grandi maestri cinematografici della storia, ma perchè è davvero grande di suo!
"Perchè tutto quello che facciamo, obbligatoriamente, fallisce?" Domanda da 1 milione di dollari a cui il protagonista del fim, Johnny Clay (interpretato da Sterling Hayden), non sembra in grado di dare una risposta (nella sequenza conclusiva lo sentiamo pronunciare la frase: "A che giova ormai?" quasi a rendere ancora più aspro il già tragico epilogo). Una rapina finita male; la continua ricerca della felicità impossibile; la voglia di ricominciare; e l'inevitabile punto a capo....Tutti gli elementi dei più classici film noir da cui Kubrick attinge a piene mani. In questo suo terzo capolavoro, il grande Stanley, dipinge la vita dei suoi personaggi come una continua scommessa che essi sono inevitabilmente destinati a perdere... Il tema principale del film è infatti proprio il gioco d'azzardo, che ricorre in vari momenti dlla proiezione. Inoltre una serie di coincidenze beffarde accompagna la morte di alcuni dei protagonisti: -Nikki cade a terra nelle vicinanze del ferro di cavallo che gli era stato offerto dal parcheggiatore, e che gli ha impedito la fuga (se lo avesse accettato non avrebbe fatto in tempo a compiere la sua missione e non sarebbe deceduto). -Il volto tumefatto di George viene accostato a un uccello in gabbia, sottolineando così il modo in cui quest'uomo ha trascorso la sua vita. -I corpi degli altri membri della banda giacciono a terra esattamente come quei biglietti perdenti inquadrati all'inizio del film. La morale è forse la più drammatica mai espressa in una pellicola di Kubrick (eccezion fatta per il "DOTTOR STRANAMORE"): "Il destino dell'uomo non può essere cambiato in quanto esso è obbligato a essere perdente..."
L'ho rivisto ieri dopo tanto tempo, sempre uno spettacolo. Stupisce per la struttura narrativa complessa (Tarantino deve solo ringraziare) e per il racconto asettico, al limite del documentario nero. Da antologia gli ultimi venti minuti e le scene finali (faccio bene a odiare i cani... ;-)
Capolavoro; una delle allegorie più amare del cinema kubrickiano, il tutto puntellato dai suoi personalismi (tipo il numero 7), e da scene che verranno riproposte in altri film nella storia che ne seguirà.
Rapina a mano armata è un Film appartenente a un genere, il poliziesco americano anni 50, che si caratterizza per l'estremo realismo, quasi documentaristico, con cui vengono narrati i fatti. Il progatonista del film, il grande Starling Haiden è la citazione vivente dell'altro grande film dello stesso genere, "Giungla d'asfalto" di John Huston. I due (Insieme a "un bacio e una pistola" di Aldrich) sono forse i veri capostipiti.
"Rapina a mano armata" è davvero stupendo, e del tutto innovativo. Da notare sopratutto la scomposizione temporale attuata da Kubrick, che sarà d'esempio per numerosi registi. Primo fra tutti ovviamente Quentin Tarantino, che inserisce il film di Kubrick tra i suoi preferiti, e al quale si è ispirato sopratutto per le iene, la cui storia è anche simile, e anche in Pulp Fiction.
Certo, forse, "Giungla d'asfalto" gli è un gradino al di sopra, anche perchè in ordine cronologico lo precede di 5 anni, ma comunque "Rapina a mano armata" rimane un grandissimo film.