sei donne per l'assassino regia di Mario Bava Italia, Francia 1964
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sei donne per l'assassino (1964)

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locandina del film SEI DONNE PER L'ASSASSINO

Titolo Originale: SEI DONNE PER L'ASSASSINO

RegiaMario Bava

InterpretiCameron Mitchell, Eva Bartok, Thomas Reiner, Ariana Gorini, Dante DiPaolo, Mary Arden

Durata: h 1.28
NazionalitàItalia, Francia 1964
Generethriller
Al cinema nel Settembre 1964

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Trama del film Sei donne per l'assassino

In un atelier di moda, la giovane modella Isabella viene trovata brutalmente uccisa. I sospetti ricadono subito sul fidanzato della ragazza, mentre il diario di quest'ultima, che forse conteneva indizi sul killer, viene rubato. Nell'atelier ha inizio così una catena di omicidi, tutti riconducibili allo stesso assassino.

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Voto Visitatori:   7,45 / 10 (63 voti)7,45Grafico
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Voti e commenti su Sei donne per l'assassino, 63 opinioni inserite

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VincVega  @  11/07/2024 16:57:02
   7½ / 10
Thriller di Bava del 1964, molto avanti per l'epoca e che ha influenzato il genere. Ottima la regia del maestro e vicenda interessante. Personalmente però l'ho trovato poco appassionante, soprattutto nella prima parte, con troppi personaggi da gestire e non riuscendo a caratterizzarli adeguatamente. Comunque nella seconda ingrana e ci sono scene che mettono una discreta tensione, all'epoca difficilmente c'era qualcosa di meglio in giro in tal senso. Anche le sequenze degli omicidi erano piuttosto avanti per il periodo. Da vedere.

stratoZ  @  20/12/2023 14:20:30
   7 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Bava alle prese col giallo regala soddisfazioni come con l'horror, "Sei donne per l'assassino" è un film che definirei di passaggio tra la vecchia concezione di thriller di stampo classico, elegante, delicato e basato sul non troppo visto e la nuova concezione di thriller a sfondo slasher con la sua dose di gore incorporata che fiorirà nel resto del decennio dei 60's ma arriva ancora ad oggi.

Il film sebbene non presenti una struttura narrativa eccezionale è una discreta critica al mondo della moda basato su apparenze, rapporti superficiali, egoismo, egocentrismo, poca empatia, arrivismo, snobismo, ma soprattutto la perdita della capacità di pensare indipendentemente, qui rappresentata molto bene con le metafore dei manichini.
Il movente stesso dell'assassino è meschino e legato all'avidità e all'arrivismo, in questo film non esistono più bene e male, fondamentalmente è tutto dalla parte del male, facciamo che si salvano quelli che non uccidono la gente.

Bava si diverte, e parecchio ad inscenare omicidi dal taglio macabro, con l'assassino mascherato e col cappotto nero - che diventerà discretamente iconico - che picchia, accoltella, ustiona pesantemente, arriva addirittura a conficcare una sorta di oggetto a tre punte in faccia alla vittima, ricordando La maschera del demonio nella sua prima sequenza, insomma, regala omicidi da puro horror. L'altro aspetto che valorizza il film è la splendida fotografia, che come negli altri film di Bava regala goduria visiva, qui il contesto è perfetto per sperimentare con quei colori pop che al maestro piacciono tanto, e si vede, dal rosso porpora dei tendoni - chissà se Lynch ha preso spunto anche da qui - al rosa fenicottero degli abiti della nuova collezione, arrivando agli ormai classici contrasti cromatici delle luci tra verde, violaceo, blu notte, un bel mischione psichedelico che dona un'estetica elegante al film, in perfetto contrasto con la brutalità mostrata dagli omicidi, riassumendosi in una metafora di un mondo bello da vedere esternamente quanto meschino al suo interno.

Il film nonostante qualche acciacco narrativo ha il merito di essere stato di grande influenza, personalmente non è tra i miei preferiti di Bava, ma bisogna riconoscere l'importanza dell'opera, validissimo.

Boromir  @  25/11/2023 13:25:39
   8½ / 10
Uno degli acuti assoluti di Mario Bava e un thriller caratterizzato da un'eleganza formale pari solo alla sua glaciale crudeltà, capace di dettare le regole per tutto il giallo all'italiana successivo e di gettare i semi di ciò che sarà lo slasher (il look del killer servirà da palese modello per Wes Craven e Nightmare). Il canovaccio, adagiato sugli schemi classici della giallistica à la Agatha Christie, si arricchisce di allora inedite e spiazzanti rappresentazioni dell'efferato; più importante è la messiscena, a metà tra il pop, décor lussuoso (impressionanti gli arredi dei set) ed estetizzazione sanguinaria: non a caso i colori principali dell'opera sono declinazioni saturissime dei rossi e neri profondi, a cui Bava assegna il compito di trasmettere atmosfere dense di morte e perversione. Con netto anticipo su Brian De Palma, Mika Ninagawa e Nicolas Winding Refn, Bava racconta il mondo della moda come ventre di tradimenti e cieco individualismo che esplodono in un tripudio di plot-twist e immagini simboliche (i manichini scheletrici), conducendo all'inevitabile e nerissimo finale.

Kit Carson  @  04/04/2023 00:16:01
   8 / 10
Film seminale, a cui molti successivi registi sono debitori. Scenografie e fotografia di gran livello, come la regia di Bava, che diciamolo: era un genio

topsecret  @  12/01/2023 21:40:04
   6½ / 10
Nonostante alcuni dettagli poco chiari e un finale un po' debole, SEI DONNE PER L'ASSASSINO rimane un discreto giallo-thriller all'italiana, forse uno dei lavori più convincenti di Mario Bava.
Cast e regia apprezzabili, ritmo narrativo fluido e storia che si fa apprezzare fin da subito, mostrando un intreccio di trama ben orchestrato.

The BluBus  @  01/04/2021 23:34:34
   7½ / 10
La sceneggiatura è la recitazione lasciano a desiderare, ma la fotografia é arte pura. Bava era un vero genio, l uso delle luci e soprattutto dei colori é da manuale del cinema.

Alpagueur  @  26/11/2020 12:13:54
   6½ / 10
Roma. Quando Isabella (Francesca Ungaro), una modella, viene brutalmente uccisa in una casa di moda da un killer mascherato, viene chiamato l'investigatore Silvestri (Thomas Reiner). Scopre così un nervoso gruppetto disadattato di dipendenti e modelle, tutti apparentemente nervosi per l'indagine in corso. Quando Nicole trova il diario di Isabella tra le sue cose, la tensione aumenta e un'ondata di corruzione, abuso di droghe e ricatti viene lentamente scoperta mentre il conteggio dei morti si accumula e l'assassino cerca il diario che potrebbe incriminarlo. Generalmente considerato come uno dei gialli più influenti mai realizzati, "6 donne per l'assassino" (alias "Blood and black lace") di Mario Bava trasuda stile e sangue. Iniziando con una sequenza di titoli di apertura davvero sbalorditiva, il cast è incorniciato in scatti splendidamente illuminati accanto ai manichini della casa di moda. È un'ottima introduzione a uno degli horror più belli che abbia mai visto. Ammiro da tempo lo stile di Dario Argento (i suoi "Inferno" e "Suspiria" sono i migliori in tal senso) ma questo film lo fa impazzire in termini di pura bellezza. Il primo set che vede l'assassino inseguire una modella attraverso il cuore della casa di moda impiega rossi e blu brillanti, ed è un modo estremamente efficace per giustapporre il bello con il brutto (l'inevitabile omicidio). Eppure "6 donne" sembra essere più un lavoro di stilizzazione sulla sostanza, e mentre c'è un sacco di stile, c'è una piccola sostanza preziosa. L'indagine di Silvestri è al centro dell'attenzione all'inizio, ma sembra scomparire quando arriva la rivelazione. La rivelazione stessa è facilmente intuibile, poiché le molte false piste sono fin troppo ovvie e le ragioni dietro gli omicidi sono una storia scritta semplicemente sul ricatto. Fu un flop alla sua uscita dopo i due film di successo commerciale di Bava, "La maschera del demonio" (1960) e "I tre volti della paura" (1963), e non è troppo difficile capire perché. Come dicevo in questo film a colori di tendenza lo stile è chiaramente sopra le righe: l'illuminazione irrazionale, i colori vividi e il ritmo lento degli scatti, creano un'atmosfera tutta sua. Eppure non c'è assolutamente nessuna sostanza per sostenere questa ambientazione surreale. Gli attori sono pupazzi zoppi riuniti o messi da parte in una trama piatta. L'inquadratura degli scatti è pesante e monotona. Le inquadrature degli interni sembrano tutte uguali, il che indurrebbe una sensazione di claustrofobia se ci fosse una vera suspense a tenerci con i piedi per terra, ma si aggiunge solo all'economicità della produzione cinematografica globale. A destarci un po' dal torpore narrativo arriva l'omicidio di Peggy, abbastanza cruento, ma già dopo i due terzi di film non c'è più nessun mistero e si va verso un epilogo scontato e quel punto quasi inutile. L'assassino viene inquadrato troppo spesso, allo spettatore così viene da chiedersi come faccia a respirare sotto quella calza aderente senza nemmeno un buco, e la sua fisionomia (altezza, robustezza, numero di scarpa etc.) è abbastanza delineata. Se questo film fosse un libro di fotografie sarebbe un vero capolavoro. Lo ritengo un pochino sopravvalutato. È tipico di molti film degli anni '60. È molto instabile. Ci sono alcuni omicidi sanguinosi, bellissimi interni colorati (telefoni e tendaggi rossi, manichini viola...) ma non c'è sostanza nel dialogo, i ritmi sono lenti, non ci sono traumi scatenanti e (la cosa peggiore per me) mancano le musiche. Il sax di Carlo Rustichelli, che apre e conclude l'opera, è poco adatto ad un thriller con assassino, troppo soft,poco distintivo, gli stessi delitti non sono accompagnati adeguatamente. Si ci sono due scene che ispireranno Dario Argento 11 anni dopo in "Profondo rosso" (l'annegamento nella vasca di Tao-Li e l'ustione facciale di Peggy), però ecco già confrontando le relative sequenze c'è davvero un bel po' di mare in mezzo, la morte della scrittrice Amanda Righetti mi aveva davvero scosso (e mi scuote ancora a distanza di 45 anni), anche per via della premessa, queste due no. Ciononostante mi è piaciuta la sequenza del titolo con gli attori che mi guardavano con aria pesante, mi è piaciuto guardare il film ogni fotogramma come un dipinto sgargiante. Mi è piaciuta la cinematografia con gli zoom rapidi. Mi è piaciuto guardare le belle donne, specialmente Eva Bartok (mi è piaciuta un po' meno la colonna sonora di sottofondo che suonava simile a quella usata ne "L'infernale Quinlan" di Orson Welles). La coreografia d'azione (se così si può chiamare) è scarsa, ha una tipica recitazione da vecchio film. Indubbiamente un bellissimo stile, ma zero sostanza (sotto questo punto di vista di Mario Bava ho preferito decisamente "Shock" e "Operazione Paura"). Questo è uno di quei film stupendi dal punto di vista estetico ma che non sono adeguatamente supportati da una sceneggiatura importante e da una colonna sonora d'impatto, viva, emozionante. Ho dato uno sguardo veloce alle opere di questo Rustichelli e devo dire che, almeno per quanto riguarda il genere thriller/horror, non ha mai prodotto niente di eccezionale. Consiglio comunque questo film per farsi una cultura su Mario Bava, che è stato pur sempre un precursore del genere horror e a cui si sono ispirati vari registi negli anni a venire (Argento, Crispino, Bido, Tarantino, lo stesso figlio Lamberto etc.).

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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  23/11/2020 12:37:18
   9 / 10
Capolavoro con cui Bava ha praticamente inventato un nuovo modo di intendere il poliziesco, con le vittime brutalmente uccise in sequenza. Meravigliose le scenografie, fotografate peraltro in modo magistrale. Peccato per gli attori non sempre all'altezza della magnificenza del film.

Italo Disco  @  28/10/2020 16:15:42
   9 / 10
Bava di solito non spicca per velocità, ma qua riesce a legare bene le atmosfere funeree e la fotografia con scintillio di colori (se si guarda una copia decente ovviamente e non quella quasi in bianco e nero che passava Retequattro alla fine degli anni 90) con una sequela spedita di omicidi sadici. La trama ha qualche falla e la recitazione non è il massimo (dal ridere lo schizzato che rantola epilettico) ma lo stile del regista unito con lo charme very sixsties che avvolge la pellicola è esemplare. Buone anche le annotazioni che girano sul mondo della moda: cocainomani, sesso libero, invidie, tradimenti e meschinità assortite, non a caso i personaggi vengono presentati nei titoli di testa affiancati a dei manichini, a dimostrare che sono solo pupazzi di carne. Belle musiche lounge di Carlo Rustichelli.

Oskarsson88  @  24/04/2020 00:35:33
   7 / 10
Buon giallo di Bava in cui i personaggi si confondono molto facilmente, sia quelli maschili (soprattutto) che vestono tutti uguale e si assomigliano, che anche quelli femminili, con il vantaggio che via via muoiono. Capostipite di un genere, va lodato in particolar modo per questo, per il resto non mi ha entusiasmato più di altri, anche se le ambientazioni cupe e gotiche hanno stile, ed il finale non è affatto male. Gli attori non erano però sempre sul pezzo, alcune scene potevano essere girate meglio.

alex94  @  22/04/2020 01:23:36
   7 / 10
Un tassello fondamentale per il giallo italiano, ad oggi certamente potrebbe apparire una pellicola un po invecchiata però è innegabile il talento registico di Bava che possiamo apprezzare nei movimenti della telecamera, nella costruzione della tensione e nell'attenzione quasi maniacale per le scenografie.
La storia in sé stessa non fa urlare al miracolo ma presenta un paio di convincenti svolte narrative.
Non mi sono piaciute molto le musiche,mentre è azzeccata la fotografia.
Una pellicola di una certa importanza, ispiratrice di una miriade di pellicole uscite negli anni successivi, meritevole di una visione.

Plinius  @  22/08/2018 10:53:37
   7½ / 10
Opera di fondamentale importanza che battezza la nascita del giallo all'italiana, con numerosi elementi (scenografici e di sceneggiatura) che verranno ripresi da vari registi del thriller, su tutti Argento.

antoeboli  @  20/05/2017 15:59:34
   6½ / 10
Un film con un buon ritmo registico e di quel giallo all italiana che nasce proprio con sei donne per un assassino .
Buona recitazione e buon uso delle luci negli interni , che hanno quel non so che di barocco nell allestimento .
Belle le locatione in generale la recitazione , affidata ad attori stranieri.
L unico vero difetto che coincide col voto , è che oggigiorno sa di gia visto perchè ha fatto da apripista ad altri film , e riconoscere l assassino dopo un pò diventa semplice.

marcogiannelli  @  06/05/2017 20:03:08
   8½ / 10
Se "La ragazza che sapeva troppo" dello stesso regista aveva segnato l'inizio del giallo all'italiana, questo film setta però gli standard di quel genere che ci ha resi famosi anche oltreoceano, che nel film precedente erano solo abbozzati. Oggi potrebbe sembrare simile a tanti altri film più noti, ma pensate che Bava arrivò prima di tutti su ogni aspetto e particolare.
Primo caposaldo: l'assassino con l'impermeabile, i guanti, il cappello e una maschera (alla Slander Man), figura poi ripresa da Dario Argento in primis ma anche per esempio da Craven per il suo Nightmare (l'omicidio con il guanto artigliato vi ricorda nulla?).
Secondo caposaldo: gli omicidi in serie, che poi ebbero una degenerazione nel filone slasher che prese vita grazie a "Reazione a catena" (regia di…sì, ancora Bava).
Terzo caposaldo: l'estetizzazione del delitto, cosa su cui Argento ha campato per 20 anni e che anche Fulci amava mettere in scena. Quattro anni prima Psycho aveva scioccato il mondo, e sostanzialmente era un film in cui la violenza esplicita era annullata dalle scelte preventive di Hitchcock nel cautelarsi in caso di un blocco della distribuzione. Qui gli omicidi sono espliciti e di vario genere, che esso sia accoltellamento, ustione, annegamento o strangolamento. Parliamo di un film del 1964, se oggi determinate scene possono essere affrontate diversamente dagli spettatori, allora sicuramente scioccarono la maggior parte della platea. A maggior ragione se pensiamo che a questo si unisce una manifestazione di sessualità spinta per i tempi (donne in sottana eh, ma comunque qualcosa che solo Marylin Monroe aveva portato sugli schermi).
Uno degli aspetti che poi Argento riprenderà tanto per la Trilogia delle Tre Madri sarà l'uso dei colori e della fotografia. I rossi forti sono il simbolo di tutto ciò, ma anche le luci a neon usate per i secondo omicidio sono stupende. Bava era uno specialista della fotografia, tanto da aver lavorato con i maggiori registi italiani (tra cui Fellini) come direttore della fotografia nella sua carriera pre "La maschera del demonio".
Il film ha 53 anni, e pur essendo fuori tempo per determinate caratteristiche (gli atelier, le acconciature, alcuni aspetti della quotidianità variati fisiologicamente), il film non risulta vecchio nella messa in scena. In sostanza è un film di oggi ambientato negli anni '60.
Avvertiamo una buona tensione per tutta la durata del film grazie al ritmo, scandito da un montaggio eccezionale (magnifico lo stacco dialogo-annegamento). Anche il comparto sonoro contribuisce in maniera sostanziosa alla causa, certo non sarà comparabile a quella de "La cosa" o "Halloween" o "Profondo Rosso", ma fa il suo.
Non esaltanti le prove attoriali, probabilmente a causa di una certa spersonalizzazione dei personaggi: sono tutti ricchi, arrivisti, egoisti, egocentrici e nascondono qualcosa. Infatti è bravissimo Bava nell'usare dialoghi fuori campo e concentrarsi sui volti e sulle reazioni di ogni personaggio con rapide zoomate proprio per sottolineare la disonestà dei soggetti (esemplare la scena della scoperta del diario).
Parlando sempre di regia, sono stupendi i movimenti di macchina calibrati e mai esasperati, basati sul concetto della collocazione della cinepresa tale che venga esaltato lo spazio scenico (esempio: la soggettiva della proprietaria dell'atelier nel finale).
La scenografia è molto particolare quando si sviluppano gli omicidi, sospesa a metà tra surreale e gotico, figlia della filmografia antecedente del maestro e che sarà d'aiuto anche successivamente per generazioni e generazioni di registi.
Bisogna dire anche che la sceneggiatura non è perfetta e a livello strettamente poliziesco potrebbe suscitare più di un dubbio, ma la messa in scena cancella ogni principio di dubitazione.
Insomma un capostipite e un simbolo per il cinema italiano…ma non solo.

DitaAppiccicose  @  05/06/2016 11:29:58
   8 / 10
Questo film, il mio primo di Bava, mi ha sorpreso non poco: non mi aspettavo, cioè, di trovare dei colori così forti, delle scene così crude, un prodotto in generale così moderno, per l'epoca. Oggi tutto di questo film risulta datato, dalle acconciature ai vestiti, dalla regia ai dialoghi e pure il soggetto ( gli atelier di quel tipo, credo, non esistono nemmeno più... ). Per l'epoca però era enormemente avanti. Ci sono infatti diversi elementi che si troveranno dieci anni dopo circa nel cinema di Dario Argento e per me che conoscevo già Argento è stato una sorpresa scoprire da chi si era ispirato: i colori forti, accesi ma oscuri dei vestiti ( la prima vittima ), dei manichini, delle labbra, delle luci, pure dei telefoni ( tutti rossi ! ). Certo, Argento è andato oltre, ma nel 1964 un film così doveva apparire shockante. Non solo per la regia e la fotografia, poi: anche il modo di presentare l'assassino era innovativo, così come il mostrare le vittime seminude e soprattutto per la violenza ed il sadismo

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Un giallo-thriller non privo di elementi horror ( per quanto soft ); un capolavoro per il suo tempo ed ancora un gran film oggi.

ferzbox  @  31/12/2015 15:54:38
   8 / 10
Certo che se si guardano gli ultimi lavori di Mario Bava viene da pensare......film come "Reazione a catena" o "Shock" non sono minimamente paragonabili a piccoli gioiellini come "Operazione paura" o questo "Sei donne per l'assassino".....qui si parla di cinema totalmente privo di sbavature di montaggio, recitative o quant'altro.....guardare la fotografia di questo film già basterebbe per percepirne la differenza; i dialoghi sono studiati benissimo, gli attori non erano mediocri quanto una successiva Daria Nicolodi......Mario Bava veniva dal cinema "vecchia scuola"...e si vedeva....non so cosa gli sia successo nel tempo ma successivamente subì un calo quasi inspiegabile.....
Comunque "Sei donne per l'assassino" è un thriller che mi ha colpito moltissimo, girato splendidamente e dall'ottimo script; il finale poi è la classica ciliegina sulla torta, dato che non si limita soltanto a rivelare l'identità dell'assassino, ma anche a costruire intorno a questo colpo di scena un ulteriore elemento narrativo capace di donare quello che secondo me è stato un colpo di classe non indifferente.....
Tra i lavori più significativi di Bava.....il suo modo di fare cinema è stato un esempio per tanti....Argento compreso durante il suo periodo d'oro(sopratutto per alcune inquadrature e la fotografia).....
Da vedere....

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Ultima risposta 01/01/2016 11.18.41
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  19/11/2015 18:35:24
   8 / 10
Film di importanza capitale, non solo per la filmografia di Bava ma anche e soprattutto per il cinema mondiale e italiano: è uno dei primissimi slasher della storia e lo stesso Bava estremizzerà questo aspetto nel successivo "Reazione a Catena", i due film daranno il via a quei slasher americani famosi in tutto il mondo come le serie "Halloween" e "Venerdì 13"; allo stesso tempo è uno di quei film (assieme anche a "La Ragazza che Sapeva Troppo" del medesimo Mario nostro) che hanno lanciato il genere del giallo all'italiana (molti elementi come l'assassino senza volto e con l'impermiabile sono stati palesemente ripresi da Dario Argento, a volte con risultati anche superiori).

Regia e montaggio sono di livello semplicemente sublime con alcune sequenze davvero straordinarie come quell'incredibile stacco dopo il quale si vede



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Della bellezza della fotografia ormai non ne parlo più visto che è il vero marchio di fabbrica di Bava e gli attori, tra cui spicca una bellissima Eva Bartok, se la cavano bene. La sceneggiatura (e questo è un aspetto abbastanza costante nelle pellicole del regista) presenta vari difetti ma, come detto più volte, quando c'è la tensione e la raffinatezza si ha la tendenza a chiudere un occhio su qualche elemento meno riuscito.

Un film importante oltre che bello, uno dei migliori di Bava. Lo so, sono banale, ma per gli amanti dei gialli italiani è da recuperare assolutamente.

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Ultima risposta 19/11/2015 18.57.31
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Neurotico  @  23/03/2015 18:43:18
   9 / 10
E' uno dei capolavori di Bava, sia per quanto riguarda l'estetica (pittorica, immaginifica, barocca), che per quanto riguarda l'importanza storica. Il maestro sanremese perfeziona l'hitchcockiano "La ragazza che sapeva troppo", infondendo luci e colori con grande estro creativo, e aumentando il tasso di violenza. Questo film pone definitivamente le basi per il giallo all'italiana influenzando soprattutto Argento (nel look dell'assassino e nel finale).

La tecnica registica è meravigliosa, e alcune sequenze memorabili: il primo delitto, l'assassinio nel negozio d'antiquariato con la sagoma che scompare nel gioco di luci ed ombre, la ragazza ustionata sulla stufa, la scena della vasca da bagno e, ovviamente, tutto il finale in cui un'anticipata rivelazione dell'autore dei crimini non sgonfia la suspense creata fino allora.
"Sei donne per l'assassino" è sadico, cinico, e con una colonna sonora, ad opera di Rustichelli, che conferisce un fascino morbosamente perverso agli omicidi. Psichedelico.

BlueBlaster  @  10/12/2014 01:10:18
   6 / 10
Assolutamente nulla di trascendentale a dispetto di tanto entusiasmo.
Lodevole la pregiata fattura in pieno stile Bava senior ma la sceneggiatura è proprio un thriller di stampo classico che non regala sorprese ma che anzi annoia in certi punti per via di dialoghi e dinamiche scontate.
Ci sono personaggi abbozzati ed intrighi che si sormontano creando un pò di caos.
Comunque a vedersi è una delizia con atmosfere riuscite, location inquietanti, scenografie curate e fotografia da leccarsi i baffi e tipicamente "baviana" con una certa saturazione ed una predominanza di rosso acceso.
A mio avviso moltissimi registi avranno preso spunto da questo film per le loro pellicole ed in specie Dario Argento visto che la scena iniziale mi portava alla mente un certo "Suspiria"...ma poi per tutto il discorso location, fotografia, impostazione recitativa, sonoro/colonna sonora etc...
Insomma un "sasso miliare" nella filmografia di genere ma che io non reputo meriti più della sufficienza oggettivamente.

Lemmy  @  08/12/2014 01:33:14
   8 / 10
Bellissimo film del maestro Mario Bava che codificò quello che sarebbe stato il cinema thriller/giallo all'italiana e non solo. Precursore di tutti gli "slasher". Una serie di omicidi tutti diversi l'uno dall'altro, con una componente sadica che all'epoca era ancora sconosciuta. Il classico assassino con l'impermeabile, guanti e copricapo scuro è nato qui. Non è il film di Bava che preferisco ma davanti a quest'opera si rimane affascinati soprattutto dai bellissimi piani sequenza che sapeva girare. Ottimo il cast. Da segnalare la presenza di Luciano Pigozzi, grande caratterista ed interprete.

GianniArshavin  @  04/10/2014 18:35:47
   7 / 10
Con "Sei donne per l'assassino" Mario Bava delineò le regole del giallo all'italiana perfezionando anche la base che lui stesso aveva gettato qualche anno prima con "La ragazza che sapeva troppo", apripista assoluto del genere.
La storia di questo ennesimo ottimo lavoro del regista sanremese non è propriamente geniale (innovativa sicuramente per l'epoca) ma è supportata da un comparto tecnico di prim'ordine fra cui spicca una fotografia immensa che esalta gli accostamenti cromatici utili a creare l'atmosfera adatta alla vicenda.
Se , come detto , la trama non è il massimo della vita è giusto rimarcare come molteplici elementi di questo film siano stati ripresi da altri (come Argento ecc) per alcuni loro lavori più conosciuti che dunque devono molto alla pellicola baviana.
Le scene di tensione sono discrete anche se si poteva fare meglio mentre il finale convince a metà visto che forse ci viene rivelato troppo presto.
Insomma , un giallo fondamentale per importanza storica e ancora tutt'oggi godibile nonostante i difetti.

dagon  @  22/03/2014 22:39:41
   7 / 10
Non è tanto la storia ad essere il motivo di interesse di questo film quanto lo stile di Bava. Un caso esemplare di forma elevata a sostanza: ogni inquadratura è studiata nei dettagli e gli accostamenti cromatici sono delle vere composizioni che creano un'atmosfera unica. Questo film è, come molti altri del regista, seminale e getta le basi di un genere definendone la cifra stilistica. Dire che Dario Argento si è "ispirato" a questo film è un eufemismo, tra "L'uccello dalle piume di cristallo" e "profondo rosso" le scene che riecheggiano questa pellicola sono innumerevoli

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Jack_Burton  @  25/09/2013 17:00:49
   10 / 10
Questo film ha classe..non c'è che dire.
Fin dall'inizio ho capito che mi sarebbe piaciuto...quel modo di presentare i personaggi nell'atelier insieme alla musica e alla fotografia...WAW.
La trama poi mi ha tenuto incollato fino alla fine...zoommata su quel telefono rosso che oscilla...FAVOLOSO.
Arte, poesia, classe..perfino le uccisioni sono uniche.
Media irrispettosa..

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  29/03/2013 19:25:39
   7½ / 10
Indicato come il primo slasher della storia, senz'altro uno tra i whodunit più citati, è un incubo tinto di Argento prima di Dario. Se La Ragazza che Sapeva Troppo era ancora forte la matrice hitchcockiana qui si nota un linguaggio più emancipato e autentico, ancora fedele ai tratti e alle tematiche del suo esordio, puntuale è il sadismo che tante beghe gli diede con la censura, anche qui la sceneggiatura è deboluccia e Bava ne massimizza con suo corollario tecnico.
Tremenda la sequenza del volto di Mary Arden bruciato su una piastra rovente, Bava ha un po questa fissa crudele della "carne bruciata" su Ercole al centro della Terra di altrettanto impatto fu la bollitura di Teseo.
Magistrale la chiusura con l'inquadratura che si sofferma sul telefono rosso penzolante.

Butterfly Knive  @  16/08/2012 14:20:28
   7½ / 10
Uno dei primissimi esempi di giallo all' italiana, un film fondamentale che influenzerà un'intero filone di lì a poco negli anni 70, dall' assassino con l'impermeabile, agli intrighi, alla soluzione finale (Argento in primis)..Colpisce all'occhio lo stupendo uso dei colori e delle luci, che danno alla pellicola un' atmosfera quasi fiabesca; la regia perfetta, elegantissima senza sbavature, con inquadrature ottime, così come i piccoli movimenti della cinepresa. Gli omicidi sono sufficientemente originali anche se la violenza viene spesso fatta intuire più che mostrata..Giallo di buonissima fattura diretto da quel grande Mario Bava , da recuperare.

CyberDave  @  12/05/2012 12:06:27
   6½ / 10
Un giallo all'italiana molto classico, si vede proprio che Bava è stato l'ispiratore per i grandi film del genere negli anni a venire.
Trama abbastanza semplice, senza colpi di scena o cose particolari, molto solido e sicuramente d'impatto per l'epoca.
Ne ho visti di migliori ma rimane un buon film per gli amanti del genere che vogliono capirne le origini.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  25/12/2011 18:27:36
   7 / 10
Mario Bava era proprio un maestro a girare film come questo. Un buon giallo di grande influenza sui registi successivi.

Leonardo76  @  06/12/2011 21:47:52
   8 / 10
Merita un buon voto anche solo per la maschera dell'assassino, molta violenza ma (in parte) fuori campo, scene di nudo assenti (manca ancora qualche anno per il mitici '70). Da cineteca la scena dall'antiquario.

Goldust  @  10/11/2011 11:43:56
   7 / 10
La cura maniacale del particolare e delle inquadrature, insieme alla fotografia dai toni caldi sono gli elementi che più mi hanno impressionato di questo thriller/horror di Mario Bava, ormai datato ma ancora ricco di fascino e di mistero. Imprescindibile per i futuri cineasti del genere (e non ) vanta dei buoni colpi di scena, una colonna sonora pertinente, delle smaccate inverosimiglianze nella trama ed una recitazione obiettivamente dozzinale.
Giustamente ritenuto un cult.

DarkRareMirko  @  02/11/2010 00:26:01
   8½ / 10
Cult di Mario Bava che sarà spesso anche di ispirazione per altri registi.

A livello di sceneggiatura è un pò troppo arzigogolato, soprattutto via via che si dipana, ma tecnicamente è sublime, soprattutto nella fotografia caratterizzata da colori accesissimi, psichedelici (bellissimi i manichini rossi per esempio).

Anche inquietante a tratti, è uno dei film più riusciti del maestro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  09/09/2010 17:22:44
   7 / 10
Se non fosse per la bravura di Bava dietro la macchina da presa questo film finirebbe nel dimenticatoio del cinema italiano...
Si perche la storia è davvero di basso profilo e il finale fa storpiare il naso a chi cercava di trovare una soluzione durante la visione.
Ma rimane un cult per alcune sequenze...su tutte,ovviamente,quelle relative agli omicidi da cui lo stesso Argento prendera' spunto a piene mani!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  14/07/2010 15:14:07
   7 / 10
Guardandolo mi sono spesso annoiato perché film di questo genere ne avrò visti a bizzeffe: l'assassino senza volto con l'impermeabile,la violenza sadica degli omicidi, ognuno dei personaggi che può essere colpevole.
Il fatto fondamentale è che Bava ci è arrivato per primo ancora una volta,questo suo lavoro che può sembrare copiato dai gialli di Argento e di tanti altri registi del giallo all'italiana in realtà è l'apripista del genere e quindi è di un'importanza fondamentale che gli deve essere riconosciuta.
Argento successivamente ha fatto di meglio (e anche altri perché Bava ha insegnato ad una generazione) ma senza Sei donne per l'assassino, Profondo rosso e affini ce li sognavamo.
Dal lato della sceneggiatura è innovativo,quindi,e dal lato tecnico e registico (come sempre con Bava) inattaccabile e raffinato,pur con una violenza crudele e cattiva mai mostrata prima dal famoso regista. E i fantastici giochi di luce sono sempre una garanzia.
Non sono completamente soddisfatto dal punto di vista soggettivo,mi sono interessato a sprazzi e annoiato spesso, ma se una cosa è importante bisogna rendergli merito comunque.

76eric  @  24/05/2010 22:56:12
   8 / 10
E il film precursore dei canoni del thriller italiano ( se si eccetua La ragazza che sapeva troppo), con la polizia che brancola nel buio, con l' uso della soggettiva (non comunque molto presente) e soprattutto con la "spettacolarizzazione" degli omicidi, cosa questa che sarà ripresa definitivamente e amplificata nell' altrettanto bellissimo ( e migliore in senso orrorifico) "L' uccello dalle piume di cristallo" di Argento del '69.
Inoltre Bava è avanti pure per ciò che riguarda la figura dell' assassino mascherato, cosa che in America verrà plagiata allo sfinimento.
Bellissimo in una scena clou del film l' uso delle luci, di tonalità rosso verdi e blu, che molto ricordano quelle di Suspiria ed Inferno.
L' unico punto debole a mio avviso sta nella colonna sonora, qui molto romantica e raffinata, e che poco si addice a ciò che viene raccontato.
Comunque parliamo sempre di un' opera di valore eh......

4 risposte al commento
Ultima risposta 25/05/2010 00.48.31
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pinhead88  @  20/05/2010 13:38:09
   8 / 10
Fantastico thriller targato Bava,elegante e grand-guignolesco con una splendida fotografia.inutile dire che fu fonte di ispirazione per Argento e moltissimi altri registi internazionali.

Invia una mail all'autore del commento baskettaro00  @  26/04/2010 09:33:32
   7½ / 10
Giallo anni '60 diretto dal maestro del genere Mario Bava.
Ottima come sempre la fotografia,buona la recitazione e la trama prende molto.
Il regista sceglie in quale momento far capire chi è l'assassino,e tutto nel film è molto curato.
Mi sento di consigliarlo,per chi ama i classici gialli che andavano una volta questo film è l'ideale.

edmond90  @  17/04/2010 15:51:53
   8 / 10
Ottimo thriller all'italiana di Bava,e senza dubbio uno dei capostipiti del genere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  24/09/2009 23:13:51
   8 / 10
E' un film che non è esente da difetti a cominciare dalla trama che presenta delle forzature da rasentare persino l'illocigità, personaggi caratterizzati in maniera molto sobria, però è altrettanto innegabile che è girato in maniera divina. Bava con questo film, volutamente o meno, codifica un genere come il giallo all'italiana su cui hanno usufruito sia i registi nostrani che quelli stranieri. La particolare efferatezza degli omicidi, l'assassino mascherato, la composizione delle scene dalla fotografia straordinaria con forti cromatismi monocolore, fanno di questa pellicola un classico del genere.

vodici  @  17/09/2009 17:38:59
   9 / 10
Uno dei migliori film di Bava. Anche se al giorno d'oggi può apparire lento, nn si può nn rimanere affascinati dalle inquadrature e soprattutto dalla stupenda fotografia, che risalta i colori più accesi. La sceneggiatura è molto buona, così come la interpretazione degli attori. E poi, quell'assassino, completamente vestito di nero (ti dice qualcosa, caro Argento?) mette i brividi! Imperdibile!

ninodettoerpais  @  31/08/2009 13:48:29
   8 / 10
Ottimo questo giallo di Mario Bava, la cura della fotografia e' a livelli assoluti, il rosso e' la tinta dominante, il rosso che tinge le vicende di un gruppo di modelle alle prese con un assassino sfuggente, alla cui identita' si arriva solo quando il regista lo vuole. Quasi assente la suspance, ma e' un elemento di cui non si sente una gran mancanza anche perche' e' parzialmente compensata dalla curiosita' dello spettatore ,che rimane viva per tutta la durata della pellicola, e per le mai abbastanza citate ambientazioni che, come ci ha abituato il maestro Bava, sono superlative. Ovviamente azzeccato l'accostamento a Dario Argento che ,sempre a mio parere, prende il meglio da Bava e lo supera nei primi tre capitoli della sua carriera.

paride_86  @  08/08/2009 04:34:45
   8 / 10
Uno dei film più riusciti di Mario Bava.
Non è esente da difetti nella sceneggiatura e nella mancanza di suspense, ma il tutto è compensato dalla strepitosa cura per le musiche e soprattutto per le immagini: le scenografie sono bellissime e particolari, il colore la fa da padrone in ogni inquadratura.
La regia è perfetta e ben calibrata e il film non annoia mai.
Insomma, un thriller all'italiana perfettamente riuscito e ampiamente scopiazzato nel corso degli anni.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  05/08/2009 20:05:15
   9 / 10
"Senti ma, hai visto quel "L' uccello..", come si chiama..che disci, ii facciamo causa?" -"Mah, non mi pare che sia proprio uguale, e poi è sicuramente fatto meglio".
Grandissimo Mario Bava, che non si è mai reso conto della propria calibratura. "Sei Donne per l' Assassino" avrà anche tutti i difetti alla sceneggiatura che si ritrovano in Argento, ma qui con lo stile siamo su un altro pianeta. Fotografia, movimenti di macchina, senso della suspense, aspetto dell' assassino che è un omaggio tra l' archetipo siodmak..ia..ese e l' uomo invisibile. Ripreso e citato a iosa, Almodovar compreso.

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Ultima risposta 25/09/2009 12.42.37
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  24/07/2009 21:47:27
   7 / 10
Buonissimo thriller firmato Bava, ne sono rimasto molto sorpreso, anche perchè del regista e quello che mi interessava di meno sono sincero.
Insomma il film inizia subito in grande stile: Bava regala ancora una volta all'aspettatore atmosfere semplicemente fantastiche, cosa che il regista sa fare alla grande, poi buonissimi anche gli effetti splatter. L'unica cosa forse che stona un pò e che il film risulta essere un po troppo scontato, però si può guardare lo stesso.

Ennesima prova di Bava che promuovo, il primo thriller all'italiana che sicuramente e un cult del genere.

bulldog  @  16/07/2009 15:30:01
   7 / 10
Un thriller/giallo ben riuscito.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  11/07/2009 17:26:36
   7 / 10
Beh, questo è fra i primi gialli all’italiana, se non proprio il primo, e con gialli all’italiana intendo quelli con

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. Insomma, un film che Argento deve aver sicuramente visto prima di girare il suo “L’uccello dalle piume di cristallo”.
Niente male alcune scene e così così la tensione, regia di Bava sempre accurata.
Il finale è senza dubbio la parte migliore.

Mastermovies  @  22/06/2009 20:31:50
   10 / 10
Una delle vette più alte del cinema di Mario Bava, dove, le sei donne del titolo danno origine ad altrettanti tour de force visivi, copiati da Argento in Suspiria con risultati altrettanto ottimi. I colori accesi e deliranti sono stupendi e le inquadrature sono studiate alla perfezione per creare una tensione ininterrotta.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

GodzillaZ  @  25/02/2009 13:24:29
   7½ / 10
Bel thriller.
La cosa che più mi è piaciuta è la fotografia.
Le immagini, i colori, le luci... Questo film è "visivamente" fantastico(ma tutti i film di M.Bava sono fantastici su questo aspetto)!
L' assassino ha il suo fascino.
Gli attori sono buoni.
Trama "da giallo"...
Mi è piaciuto

JOKER1926  @  25/04/2008 19:18:34
   6½ / 10
"Sei donne per l'assassino" e' in linea di massima un discreto film di Lamberto Bava che presenta innumerevoli pregi e, purtroppo, inevitabili pecche...
Film orfano di una grande colonna sonora, ma comunque non manca la tensione, quindi film ben fatto...
Buona l'icona del killer, discreta e, inedita la trovata del regista di non dare un faccia (nel vero senso della parola) all'assassino...
Film di vecchia data (siamo nel lontano 1964!) ma che comunque, a mio parere, "Sei donne per l'assassino" presenta bene o male tutti gli ingredienti del trhiller: tensione, mistero, violenza e crudezza...
Film con passaggi chiari, buona la sua dinamica, la parte finale delude, ma forse era difficile fare diversamente...
Infatti, lo spettatore, sara' un po' perplesso quando scoprira' l'identita' dell'assassino, il famoso "colpo" a sorpresa in parte ci sara!
Ovviamente non ci sara' un finale alla Dario Argento, ma comunque lo spettatore puo' ritenersi soddisfatto...
Argento, alcuni anni dopo prendera' diversi spunti da questo film; Bava confeziona un trhiller discreto, ripeto, trhiller inedito, film molto movimentato con buoni attori e una fotografia accettabile...
Se vogliamo trovare (per forza) dei difetti possiamo criticare (pacatamente) la scelta (forse, arrivati a quel punto era difficile fare altro) di svelarci l'assassino prima del finale; film senza una colonna sonora adatta, e, alcune parti sono un po' forzate...
Ma ripeto, film in linea di massima discreto con buoni omicidi e con l'assassino che uccide per un "buon" motivo... Buon film...

Sestri Potente  @  31/03/2008 13:23:10
   5 / 10
Davvero nulla di speciale: Mario Bava ha fatto di meglio, e devo ammettere che gli preferisco di gran lunga "La ragazza che sapeva troppo".
Questo è un thrillerino dal movente troppo classico che non ha nulla a che vedere con i capolavori di genere anni '70. Certo questo è uno dei primi, ma mi aspettavo qualcosina in più, anche se non è totalmente da buttare.

AKIRA KUROSAWA  @  16/12/2007 14:58:02
   9 / 10
uno dei primi gialli all italiana, un capolavoro indiscusso, uno dei migliori film del grande mario che fa sembrare davvero bambinanti in confronto i film di dario argento.. bellissimo giallo thriller, fra i migliori in assoluto...grande bava

private_joker  @  25/09/2007 16:25:21
   7½ / 10
Ho trovato questo "precursore" dei gialli all'italiana molto gradevole, anche se non ai massimi livelli, tuttavia penso che più di 40 anni fa possa aver spaventato parecchia gente...

Invia una mail all'autore del commento angel__  @  17/01/2007 20:11:43
   5½ / 10
nonostante una regia eccellente,la storia scricchiola e la tensione non si avverte mai.

Gruppo COLLABORATORI L.P.  @  11/09/2006 10:01:58
   9½ / 10
Con buona pace dei suoi adepti, Dario Argento non ha inventato proprio niente. Basta dare un' occhiata a questo splendido giallo di Mario Bava per accorgersene.
E' vero che la storia a volte appare sconclusionata, ma questo non ha importanza e non compromette la godibilità del film.

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Ultima risposta 17/01/2007 20.29.59
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Diames  @  18/08/2006 01:41:37
   8½ / 10
A mio parere uno dei migliori di Bava, che forse, ma ripeto "forse", si perde solo un pochino nel finale. Nel suo genere un capolavoro. Inoltre la regia è ottima, soprattutto nelle scene con l'omicida. Stupenda, come sempre, la fotografia. La sceneggiatura non è il massimo, ma se teniamo conto dell'epoca e della media dei gialli in circolazione, ci si accontenta. Davvero non capisco le perplessità degli altri utenti; mi sembra evidente il valore, se non altro estetico (e si parla di cinema, principalmente suoni ed immagini, non di un romanzo) di questa pellicola che, ricordiamolo, è datata 1964. Certo, il film intrattiene, ma non va visto nell'ottica del puro intrattenimento: chi voglia solo divertirsi ad indovinare chi è l'assassino cerchi altrove. Chi invece avesse voglia di vedere un film fondamentale e tecnicamente ottimo ha trovato ciò che cercava. Inoltre riesce, ancora oggi, in alcuni punti, a suscitare autentico spavento. Da riscoprire.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  20/07/2006 12:05:15
   5 / 10
E' il primo film di Mario Bava che vedo e la delusione è molta. A parte che l'assassino l'ho intuito faclimente a metà film, poi il finale è sconclusionato e confuso (i perchè restano molti). Oltretutto è una pellicola in alcuni tratti eccessivamente lenta che non ha attratto più di tanto la mia attenzione. Un'ultima cosa non inerente col film: tolgo il diritto di usare la voce "rispondi" a Requiem! Prevedo già un suo "simpaticissimo" "Ahahahah!"

2 risposte al commento
Ultima risposta 20/07/2006 16.51.23
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  04/07/2006 19:54:07
   8 / 10
Fantastico giallo di Mario Bava che anticipa di tanti anni l'horror italiano e anche quello internazionale dei + famosi registi americani. Geniale l'uso delle musiche, bellissimi alcuni piani sequenza, e ottimo quello humor macabro Grottesco che Bava utilizzava. Non è all'all'altezza di alcune pellicole successive del regista (su tutte "Reazione a catena"), ma vale tanto la visione.
Argento un po' di anni dopo aveva esordito con "L'uccello dalle piume di cristallo", film molto simile nella storia e nella soluzione. Rimase tutto sommato uno dei film migliori di Argento.
Riguardando però molti dei film di Bava (come "La maschera del demonio" , "La frusta e il corpo" o "reazione a catena") il paragone con Argento mi fa un po' ridere.

Bellissima la sequenza dello strangolamento nella vasca da bagno, giudicato ai tempi molto macabro.

clone 1975  @  14/05/2006 17:11:00
   6 / 10
vabbè considerando che è del 64 gli do la sufficienza,ma il film nn vale quasi niente,privo d movente si salvano solo 3 scene di omicidio,bava ha saputo fare di meglio

phemt  @  13/03/2006 17:30:29
   8 / 10
Sei donne per l’assassino è probabilmente il film che per primo codifica il genere del thriller all’italiana (genere che lo stesso Bava aveva inaugurato un paio di anni prima con “La ragazza che sapeva troppo”; successivamente Bava si perfezionerà e con Reazione a Catena darà vita a uno dei miglior film del genere) e che sarà punto di riferimento per tutti quei registi che negli anni settanta daranno vita alla stagione del giallo all’italiana (Argento incluso, vedi spoiler)… Registicamente ottimo (eccezionale la scena della borsetta durante la sfilata), fotografia eccellente, con Bava che illumina sapientemente le già di per se valide scenografie, e con la solita sfilza di intuizioni e trovate geniali (il fiotto di sangue che colora l’acqua nella vasca su tutte)… Omicidi ben coreografati (e tutti diversi tra loro), tra cui uno (quello della faccia bruciata sulla stufa) anche molto forte per il tempo… La sceneggiatura magari non è il massimo e il cast è autore di una prova poco convincente ma le immense qualità di Bava fanno comunque di questo film un cult… Non il migliore di Bava ma probabilmente quello più influente (insieme al già citato Reazione a Catena)…

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Piergio  @  08/01/2006 02:37:19
   7 / 10
effettivamente è vero che mario bava ha dato qualche spunto al maestro argento,io fatico un pò a capire se questo film mi sia piaciuto o no,intanto la sufficienza gliela do in quanto gli omicidi tuttoggi risultano spettacolari,sinceramente il movente o l'ho capito male io o faceva schifo,per il resto considerando che è del 64 un 7 pieno lo merita

alesfaer  @  21/07/2005 12:26:22
   3 / 10
nn ha piu nulla da dire ormai

desi  @  25/05/2005 14:45:52
   5 / 10
Ho capito chi fosse l'assassino a metà film. E non sono un genio.
Più un giallo classico che un thriller (horror?????)
Svogliato

Xmediax  @  18/03/2005 22:14:00
   7 / 10
dovrebbe essere 6,5.....però per arrotondare do 7

Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento paul  @  15/12/2004 02:19:39
   7 / 10
Bel giallo, che come ha scritto Marco86, insieme ai film di Freda ha non poco influenzato le pellicole di Dario Argento.

marco86  @  06/11/2004 21:03:42
   7 / 10
Mario Bava è davvero un grande regista!
Poco importa che la spiegazione del tutto appaia improbabile,perchè ciò che davvero conta in questo film sono gli omicidi coreografati,la figura dell 'assassino con l'impermeabile,l'uso delle musiche...insomma,tutti elementi che hanno influenzato non poco Dario Argento,che possiamo considerare come l'erede migliore del grande Mario Bava.

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