the hateful eight regia di Quentin Tarantino Usa 2015
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the hateful eight (2015)

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locandina del film THE HATEFUL EIGHT

Titolo Originale: THE HATEFUL EIGHT

RegiaQuentin Tarantino

InterpretiSamuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demiàn Bichir, Tim Roth, Michael Madsen, Bruce Dern, Channing Tatum, James Parks, Dana Gourrier, Zoe Bell, Gene Jones, Keith Jefferson, Lee Horsley, Craig Stark, Belinda Owino

Durata: h 3.02
NazionalitàUsa 2015
Generewestern
Al cinema nel Febbraio 2016

•  Altri film di Quentin Tarantino

Trama del film The hateful eight

La guerra di secessione è finita da qualche anno. Una diligenza viaggia nell’innevato inverno del Wyoming. A bordo c'è il cacciatore di taglie John “The Hangman” Ruth (Kurt Russell) e la sua prigioniera Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh), diretti verso la città di Red Rock dove la donna verrà consegnata alla giustizia. Lungo la strada, si aggiungono il Maggiore Marquis Warren (Samuel L. Jackson), un ex soldato diventato anche lui un famoso cacciatore di taglie, e Chris Mannix (Walton Goggins) , che si presenta come nuovo sceriffo di Red Rock. Infuria la tempesta e la compagnia trova rifugio presso la stazione della diligenza di Minnie Haberdashery, dove vengono accolti non dalla proprietaria, ma da quattro sconosciuti: Bob (Demian Bichir), che è accompagnato dal boia di Red Rock Oswaldo Mobray (Tim Roth), il mandriano Joe Gage (Michael Madsen) e il generale della Confederazione Sanford Smithers (Bruce Dern). La bufera blocca gli gli otto personaggi che ben presto capiscono che raggiungere la loro destinazione non sarà affatto semplice. Per molte ragioni.

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Voto Visitatori:   7,50 / 10 (217 voti)7,50Grafico
Miglior colonna sonora (Ennio Morricone)
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior colonna sonora (Ennio Morricone)
Miglior colonna sonora (Ennio Morricone)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior colonna sonora (Ennio Morricone)
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Voti e commenti su The hateful eight, 217 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR alexava  @  04/03/2016 15:08:13
   7 / 10
Inutile nascondersi dietro un dito: Tarantino ha cominciato a voler rassomigliare sempre più a sé stesso e alla fine è arrivato a perdere qualcosa.
Dove vediamo il pieno raggiungimento della sua cifra stilistica in quella perla che è Bastardi Senza Gloria, da Django Unchained in poi, notiamo un leggero impoverimento della sua poetica e della suo più straordinario superpotere: ovvero quella capacità di andare incredibilmente a fondo dei personaggi, senza mai cedere al dialogo come mezzo per passari informazioni su di loro. Il dialogo nei film di Tarantino serve la tensione, il pathos e il climax ascendente.
Detto questo, visivamente e tecnicamente, l'ottavo film del mascelluto regista è un gioiello.

3 risposte al commento
Ultima risposta 19/04/2016 01.10.56
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crimal9436  @  03/03/2016 17:36:05
   7½ / 10
Non il miglior Tarantino ma cmq buon film. Gli aspetti positivi sono tutti per la sceneggiatura più thriller degli altri suoi lavori. Manca ormai la sorpresa per lo stile narrativo che ormai tutti conoscono, come l'attenzione ai particolari, i dialoghi ricercati.
Grandi interpretazioni, e infine...sublime colonna sonora!!!

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/03/2016 02.17.37
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Aztek  @  03/03/2016 17:10:12
   7 / 10
Adoro Tarantino, ma questo suo ultimo lavoro l'ho trovato un po' sottotono rispetto agli altri. Sarà che sono uscito dal cinema all'1.15, ma non nascondo che in alcuni momenti il film mi è pesato. Nonostante questo, parliamo di una pellicola più che sufficiente, con interpretazioni impeccabili, location e costumi molto curati e con la tipica atmosfera tarantiniana che si percepisce per quasi tutta la durata.
Speravo che fosse un film da 9, ma ovviamente merita ugualmente una visione.

venetoplus  @  29/02/2016 13:06:05
   6½ / 10
Sinceramente mi aspettavo di meglio.. A partire da un motivetto della colonna sonora che fan sentir nei trailer e che non e' presente nel film (o nella versione italiana..). Trama molto ma molto ma molto leggera.. Personaggi alcuni ben caratterizzati altri mere comparse in onor del titolo. Dialoghi meno avvincenti del solito, finale un po' troppo sopra le righe

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Sepuldeath  @  29/02/2016 12:59:05
   10 / 10
Quentin Tarantino, nient'altro da aggiungere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  28/02/2016 16:31:17
   8 / 10
Un netto miglioramento rispetto al deludente Django. Forse la sceneggiatura non è paragonabile ai migliori del regista, tuttavia il coinvolgimento è garantito. I botti arrivano solo nel finale, ben congegnato.

-Uskebasi-  @  28/02/2016 03:33:53
   8 / 10
L'odioso Quentin continua a trascinarsi dietro i suoi pregi e i suoi difetti. Tra questi inizio a metterci la quasi assoluta assenza di diversificazione dei suoi personaggi, sono tutti tremendamente simili, anche se indossano costumi differenti o caratteri opposti, sembrano tutti legati da un invisibile filo conduttore. E questo filo è la personalità del regista.
A volte i personaggi saltano da sceneggiatura in sceneggiatura, ad esempio è impossibile guardare e ascoltare l'Oswaldo Mobray di Roth senza pensare al grandissimo Dr. Schultz di Waltz; a proposito, che peccato che non ci sia quel mostro di Christoph in questo film...
Vediamo quindi i personaggi che sapevamo già di vedere, però devo essere onesto, questo fa parte anche dei pregi di Tarantino, perché in realtà Vogliamo vederli, dato che solo lui puoi crearli così: intelligenti, cazzuti, sempre con la battuta pronta e la dialettica brillante.
Quello che invece rientra solo nei difetti è più personale ed è riscontrabile soprattutto negli ultimi lavori; a me sembra che ci sia sempre una parte nettamente più debole rispetto alle altre, un capitolo dove esagera con la staticità o la verbosità, qua identificabile con la seconda metà del viaggio in diligenza. Io ho faticato come se ci stessi andando a piedi, nell'altissima neve, all'emporio di Minnie.
Lentamente... pesantemente... ringraziando il cielo, il carro arriva a destinazione. Scendiamo, entriamo e iniziamo a sfregarci le mani, consci del fatto che la musica cambierà. E cambia, non proprio subito, ma cambia eccome.
"The Hateful Eight" diventa tutto quello per il quale abbiamo trascinato il nostro povero cùlo dalla poltrona di casa a quella del cinema. Il lucido delirio tra sguardi, sangue e sorrisi.
Non occorre spiegare. L'odioso Quentin fa il fuoriclasse e noi dobbiamo solo ammirare.
Per finire, tra i nomi altisonanti del cast, metto nel gradino più alto del podio Jennifer Jason Leigh. Non l'avrei mai detto.

Sedizione  @  27/02/2016 18:47:54
   5 / 10
Purtroppo sotto le aspettative, storiella che non appassiona, come altri han fatto notare, qui i dialoghi sono quasi sempre fini a se stessi. Una cosa scenografica, ho fatto caso che in molte situazioni, tipo sui tavoli, arriva una luce diretta dall'alto tipo faretto, cosa un po' strana per i tempi.
Film che probabilmente verrà ricordato come uno degli insuccessi di Tarantino assieme a Dead Proof.

StefanoG  @  26/02/2016 02:07:31
   8½ / 10
dalle recensioni lette mi aspettavo molto più lenta la prima parte e molto più violenta la seconda. da fan di quentin mi sono divertito un casino.

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TheLory  @  23/02/2016 19:23:57
   7 / 10
A un film di 3 ore in genere io rispondo col due di picche, ma essendo di Tarantino ho voluto dargli una possibilità e ci sono uscita assieme.
Non c'è del genio nei dialoghi, ma i personaggi sono abbastanza simpatici (anche se un po' stereotipati, ad es il vecchio generale scorbutico, che pare uscito dai vecchi film western), quindi un punto in più.
Un punto in meno per la durata, è davvero una fiumana, non ce la si fa.
Un punto e mezzo in più per Samuel Jackson, sempre in forma.
Mezzo punto in meno per la mono ambientazione.
Ops, ho perso il conto... va be', mettiamo un voto credibile: 7!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  22/02/2016 21:57:53
   7½ / 10
PRESENTI SPOILER

La merceria di Minnie è un piccolo avamposto umano circondato dal bianco della Natura con le sue leggi immutabili. All'interno di questo avamposto le leggi degli uomini mostrano tutta la sua mutevolezza e flessibilità a seconda delle circostanze e del proprio tornaconto personale. Un'impostazione teatrale dove i personaggi recitano un copione scarno e definito dalle informazioni essenziali di pezzi di carta. Lettere di incarico, mandati e lettere del Presidente Lincoln ne definiscono i ruoli. Dove non ci sono pezzi di carta è la credibilità di un ruolo, vero o falso che sia, a definire il personaggio. Nell'universo cosmopolita della merceria si consuma il massacro verbale e fisico di una nazione piena di diffidenze, rancori e razzsmo, che ricorre alla menzogna e alla violenza per poter primeggiare. La precedente convivenza di razze ed etnie diverse pur non perfetta (i messicani erano comunque off-limits) è spazzata via in pochi secondi. Tarantino allarga ulteriormente il discorso di Django unchained in maniera più articolata su una nazione in cui la violenza è il suo tratto peculiare, in cui solo il personaggio di Kurt Russell e della Jason Leigh mostrano in fondo ciò che sono e rappresentano, senza filtri. Bastardi senza gloria fino al midollo in un continuo gioco di mimetismo per non svelare la vera essenza di loro stessi. Un Tarantino meno citazionista del solito, aldilà dell'unico modello palese di riferimento, La Cosa di John Carpenter. Ma nella merceria di Minnie non c'è nessun alieno ostile. L'ostilità reciproca è umana al cento per cento.

Edredone  @  22/02/2016 09:25:52
   7½ / 10
Consigliatissimo per tutti i fan di Tarantino, consigliato per gli altri.

Gruppo COLLABORATORI Mr Black  @  22/02/2016 00:05:04
   7½ / 10
Buono davvero! Un film che vola nonostante la lunghezza. Nonostante non sia certo la sua opera migliore, si fa apprezzare abbastanza. Bravissimo l'intero cast. Cosa si può ancora dire che non sia stato già detto?

1 risposta al commento
Ultima risposta 19/04/2016 01.14.47
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR carsit  @  21/02/2016 16:34:16
   7½ / 10
Tarantino -oramai lo sanno anche i sassi- non ha assolutamente le capacità di reinventarsi, finendo perciò con il proporre l'ennesimo film pulp, questa volta in un contesto western abbastanza differente da quello già visto in "django unchained".
La prima parte, assolutamente scarica e verbosa, non rende giustizia ai personaggi introdotti in scena, restituendo allo spettatore una fastidiosa sensazione di inconcludenza e mancanza di idee.
Discorso assolutamente differente per gli ultimi 90 minuti, ove i dialoghi e la regia assurgono a protagonisti assoluti, permettendo così al film di fregiarsi del merito di apporre la firma "Tarantino" nei titoli di coda.
Il cast -grandioso Samuel Jackson, brava JJL- non disattende le aspettative, confermando la felice tradizione del regista nel rendere straripanti gli attori coinvolti nel progetto.
Ho invece trovato un pò sprecato Morricone, il quale riesce comunque a fare bella figura rispetto al ridotto minutaggio nella quale è chiamato in causa.
L'opera di Tarantino non la ritengo un capolavoro assoluto del cinema, ma nemmeno un disastro come ho sentito dire da altri utenti; "the hateful eight" è un film in linea con la produzione del regista, con tutte le sue peculiarità che lo hanno reso famoso in tutto il mondo.

Due giorni fa mi sono regalato la visione de "le iene", il suo film d'esordio: siamo proprio su tutt'altro pianeta.
Dialoghi più feroci e incisivi, personaggi maggiormente iconici, ritmo narrativo gestito alla perfezione (aiuta anche la durata minore) e nel complesso idee più chiare sullo svolgimento narrativo.
Ecco, il Tarantino dell'ottavo film non ha più (forse) la sua brillantezza d'esordio.

guidox  @  21/02/2016 14:33:22
   8 / 10
Tarantino non delude neanche questa volta e ripaga l'attesa febbrile che chi lo apprezza prova tra l'uscita di un suo film e l'altro.
non siamo nell'Olimpo della sua produzione, ma non è da tutti sfornare un film di tre ore con una trama non irresistibile, che ti prende dal primo all'ultimo secondo.
cast eccellente come sempre, con mensione d'onore per la splendida Jennifer Jason Leigh, che dà vita ad uno dei personaggi più riusciti di tutta la cinematografia tarantiniana.
colonna sonora al top, regia super.

Burdie  @  21/02/2016 09:16:05
   7 / 10
...un Tarantino D.O.P.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  20/02/2016 20:42:58
   9 / 10
Visto la prima volta in italiano, e direi che la morte del doppiaggio è decretata. Mi ha rovinato un bellissimo film. Poi visto in grazia del Signore alla Cineteca di Bologna, con tutti i crismi, con un sonoro che non sentivo da quando ero nella pancia della mamma, con un'ambizione di visuale sui corpi martoriati di questi cacciatori di taglie che rende comunque Tarantino il miglior regista della sua generazione di debosciati colleghi.
E ora veniamo al film. Che non è un trailer della durata di tre ore, ma una profonda e accurata composizione postmoderna che aggiunge tasselli a un'ossessione semplice: la vendetta. Vendicarsi è giusto? E' una domanda che rimarrà insoluta per sempre. Eppure ci si possono ricamare sopra storie molteplici e infinite. Andando sempre più di fino: da Jules Winfeld a Shoshanna, arriviamo alla rappresentazione teatrale all'interno di uno scenario più horror che western, ma comunque "di frontiera". E lì comincia la danza della sfumatura: perché agiscono questi quattro crudeli assassini? Quando la vita non rappresenta più nulla, che cosa resta? Innanzitutto delle gran balle. La menzogna. Ma di due tipi: la prima è una maschera, è un vestito (tutti e otto ne hanno uno, diversissimo da ogni altro), è ciò che ci cuciamo o ammanettiamo addosso per evitare rogne di ogni genere. Usiamo la menzogna, dunque, come un'abile astuzia, che al massimo massimo può ferire i sentimenti di un comune senso collettivo che chiamiamo: razza. E poi c'è la menzogna fraudolenta, quella che copriamo goffamente, quel teatrino che insceniamo cercando di renderlo troppo credibile per non essere smascherato con implacabile sicurezza da chi la verità la conosce bene, e conosce bene anche e soprattutto l'arte di mentire: "allora è vero quello che si dice su di voi", dice John Ruth a Warren. "Non un negro qualunque". Ognuno si porta dietro ogni tipo di fama e di storia e di leggenda, ma guai a mentire per ottenere qualcosa di più che salire su una diligenza quando si sta morendo, perché lì interviene un'entità che sembra non esserci mai in questi mondi lontani della finzione, ma c'è, ed è forse più implacabile e rigida che altrove: la Giustizia. E per essere giusti fino in fondo, a seconda di quanto lo richiedano le circostanze, bisogna essere distaccati: e finalmente il Jules di Pulp Fiction può essere davvero un vendicatore solitario che non ha bisogno di papponi e valigette da recuperare. Jules sta facendo il peregrinatore solitario, come "Carradine in Kung Fu" e finalmente può mettere in pratica ciò che gli piace più fare: insegnare la parola di Di0 ai *****ni come Tim Roth. "Ah, adesso ci credi in Gesù Cristo eh?!", in una battuta già memorabile. E le motivazioni? Semplici, banali, eppure condivise. Minnie e Sweet Dave, due brave persone. Una nera. E uno, come John Ruth, che ti salva la vita quando sei in procinto di fare la sua stessa fine. Ognuno di questi uomini, spietati e sanguinari, ha un suo codice, comprensibile agli altri, e questo perché rispetta l'unica condizione per la sua applicazione, per l'applicazione di una giustizia possibile: il distacco. Non è un film sanguinario, dunque, il sangue serve, perché è l'unica cosa che è dentro il nostro corpo, quando è sparito tutto il resto. Ciò che serve è capire che Tarantino crea un film sfaccettato e pieno di un'amara ironia. E lo realizza magistralmente.

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Ultima risposta 09/03/2016 20.35.53
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Invia una mail all'autore del commento bart1982  @  20/02/2016 19:16:51
   7½ / 10
Dialoghi insistiti, splatterismo e cura dei dettagli e personaggi maniacale, ecco l'ultima opera di Tarantino.
Musiche azzeccatissime, è già un cult lo vorrei rivedere per dare un giudizio migliore.
Finale un pelo banale...mi aspettavo qualcosa di più geniale.

Strix  @  20/02/2016 19:05:56
   7½ / 10
E' Tarantino allo stato puro, con tutte le caratteristiche che lo contraddistinguono; all'altezza delle aspettative, ma non al di sopra.

- Ottima sceneggiatura;
- un po' troppi dialoghi, la prima parte è bella lenta;
- ottimo splatter (finalmente del sangue credibile, niente più citazioni dei frullati di pomodoro dei film anni '70)
- e l'immancabile Samuel L Jackson (mastodontico, troneggia su un cast corale di alto livello).

Un po' Django per le ambientazioni, un po' le Iene per l'impostazione, manca forse quel qualcosa che farebbe spiccare il film tra le altre opere del regista, elevandolo a capolavoro, invece resta un ottimo prodotto, ma questa per Tarantino è ordinaria amministrazione.

camifilm  @  20/02/2016 15:44:21
   7 / 10
Appassionante, piacevole. Pulp, Splatter, Dialoghi, un inizio delicato e tipicamente genere western in cui stare bene attenti ai dialoghi che aiuteranno poi nel crescendo delle emozioni a risolvere gli enigmi lasciati dalla trama iniziale.

Non credo che Tarantino arriverà mai a fare un'altra genialata come "pulp fiction" o "le iene", ma questo "the hateful eight" merita molto la visione.

Credo sia principalmente adatto ai fans (anche minori) di Tarantino, perchè qui c'è tutto il godimento del regista nel girare un film con le sue note caratteristiche, sin dai caratteri usati per il titolo del film.

Benissimo Samuel Lee Jackson

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Alex Vale  @  20/02/2016 14:56:25
   9 / 10
Ottavo film di quel grande genio che è Quentin Tarantino, che purtroppo non ha capito nessuno, e che è stato invaso da critiche negative, di gente che magari si va a vedere Cinquanta Sbavature di Nero e dice che è bello!Questa pellicola è PURO CINEMA, confezionata come una grandissima messa in scena, molto teatrale e sofisticata, che conferma la grande maestria e bravura di Quentin nello scrivere sceneggiature, in maniera molto emozionante e cinematografica.Filmone!

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Ultima risposta 26/02/2016 16.13.57
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ValeGo  @  20/02/2016 09:41:19
   7½ / 10
Un Tarantino filosofico che non rinuncia allo splatter. Cast insuperabile.

peppe87  @  19/02/2016 17:43:37
   8 / 10
un 8 ci sta tutto

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Ultima risposta 23/02/2016 11.38.42
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pinos  @  19/02/2016 14:23:23
   8½ / 10
Le quasi 3 ore del film sono volate. io da fan di Tarantino devo dire che mi è piaciuto, anche nei dialoghi nella prima parte del film.
Nel film si scorgono le citazioni e gli omaggi ai film di John Carpenter, come l'appellativo "iena" a Kurt Russell datogli dal generale (chiaro riferimento al personaggio interpretato in "1997 fuga da New York").
Ben fatto anche il colpo di scena finale...
Belle le musiche di Ennio Morricone che merita di sicuro l'oscar, ma ne avrebbe meritati altri 10, se si pensa alle musiche di film come C'era una volta in America e Nuovo cinema Paradiso, in cui non ha avuto neanche la nomination...pazzesco!
Dico di più riguardo alle scelte per gli oscar di quest'anno: è davvero incredibile che non abbia avuto nomination come miglior film (ce l'ha avuta "la grande scommessa"!!!!!); Samuel Jackson meritava almeno la nomination; a Tarantino per la miglior regia o per la sceneggiatura.

romrom  @  19/02/2016 09:49:49
   7½ / 10
Buono, non a livello di KILL BILL o PULP FICTION , ma sempre ad alto livello. Mi è piaciuta soprattutto la coppia Jackson - Russell, in tonoun po' minore gli altri , soprattutto lo sceriffo non mi ha entusiasmato.

Buba Smith  @  19/02/2016 01:02:47
   5½ / 10

Decisamente mi aspettavo qualcosa di più.

Dialoghi piuttosto banali, e una prima parte un po' tanto pesante. Poi il ritmo cambia totalmente nella seconda parte, ma non riesce comunque a convincere del tutto.

Va bene che lo stile è quello, però mi aspettavo almeno di vedere qualche rinnovamento. Cosa di cui alla fine non si è vista.

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Ultima risposta 10/01/2022 00.08.22
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piripippi  @  19/02/2016 00:07:02
   7 / 10
solito film di quel geniaccio di tarantino, tanti dialoghi, poca trama e tanto sangue. bisogna amare il suo genere per essere positivi nella valutazione del suo film. cast ottimo e musiche mozzafiato. unico rischio è che il suo genere diventi monotono. mi è piaciuto ma non entusiasmato

hghgg  @  18/02/2016 22:22:01
   8 / 10
Ok, esco allo scoperto. Un film di Tarabello non mi piaceva così tanto da "Le Iene" e "Pulp Fiction" che per carità restano irraggiungibili però "The Hateful Eight" si impone su di un mio ipotetico podio della filmografia tarantiniana.

Oh che è totalmente autoreferenziale si vede, che Tarantino abbia ormai cominciato a fare il citazionista con se stesso pare davvero evidente, eppure funziona più o meno tutto, anche la miriade di dialoghi nel ritmo certamente meno secchi e brillanti che nei due capolavori sopracitati certo, ma proprio per questo funzionali alla "maturità" di questo film, alla sua lentezza, alla sua cupezza, cose nuove per quel càzzone di Tarantollo che per carità fa il càzzone anche qui (e un par di minchiate poteva risparmiarsele vedi personaggi che ogni tanto si muovono, sparano e parlano al ralenty) ma solo a volte, soprattutto nella prima parte del film prima che il delirio sanguinolento abbia definitivamente inizio.

"The Hateful Eight" è strano perché è un Tarantino allo stesso tempo classico, autoreferenziale e nuovo. Mai visto un Tarantino così crudo, e cupo. Lo spietato finale nella sequenza splendida

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER la dice lunga ma non c'è solo quello, molta di questa "oscurità" era già uscita nella prima parte. In breve questo film è diventato il mio terzo Taranbrutto preferito ma è anche il Tarantazzo che mi ha divertito meno. Si le scene eccessive e divertenti ci sono anche qui ma l'atmosfera di ansia e tensione costruita nella parte centrale è forte e annulla qualsiasi divertimento càzzone. Non ci ho trovato nulla da ridere insomma, o quasi.

Bravissimo Quentozzolo, ma qui non avevo dubbi, nell'uso dell'ambiente, della scenografia, per contribuire alla costruzione di quella sensazione di claustrofobica tensione e di totale sfiducia in cui nessuno si fida di nessuno. Tensione dichiaratamente debitrice de "La Cosa", meraviglioso capolavoro di Carpenter e molto ben "omaggiato".
Capolavoro dal quale viene ripescato lo stesso Kurt Russell, autore anche qui di una prova memorabile, come ulteriore aggancio al film "padre". C'è la tensione carpenteriana, c'è il western, per l'ambientazione, c'è perfino una parte Gialla "Agathachristiana" con Samuel L. Jackson/Maggiore Warren in versione detective dall'ehm grilletto facile.

Ed è tutto reso e diretto benissimo, il primo Tarantino mortalmente lento e prolisso che si sia mai visto eppure è riuscito a coinvolgermi totalmente e bravo lui.

Samuel L. Jackson che torna grande protagonista in un film di Tarallo dopo i fasti di "Pulp Fiction" e le belle prove di "Jackie Brown" e "Django". Il Maggiore Warren, grazie allo sfrenato carisma di Jackson diventa un altro personaggio classico della galleria tarantiniana, tra dialoghi deliranti e momenti di càzzutagine assoluta. La sintonia tra Jackson e Quentotto è ai massimi storici ormai.

Poi tutti a dire quanto è stata brava Jennifer Jason Leigh e brava di qui brava di lì e capirai io non lo scopro certo adesso anzi ha pure fatto di meglio. La Leigh è una bravissima attrice, preparata, versatile e molto sottovalutata. Qui rozza, folle e grondante sangue (alla fine quasi per nulla suo) infila una interpretazione memorabile, non è la prima e mi auguro non sia l'ultima ovviamente. Bellissima la scena in cui improvvisa un blues con la chitarra, sgraziata e stonata.

La sorpresa è l'ottimo Walton Goggins davvero in parte, bravissimo e calato nella mentalità tarantiniana con grande naturalezza. Uno dei migliori. Gli appassionati di serie tv lo ricorderanno già bravissimo in "The Shields" una delle migliori serie tv di sempre. Adesso però è salito in serie A e si è confermato talentuoso. Bravissimo, gran resa del personaggio, grande intesa con Samuel Jackson.

E sempre impeccabile un eccellente caratterista come il vecchio Bruce Dern, attore capacissimo. Tutta la lunga scena del dialogone di Jackson sul figlio di Dern risalta anche per l'espressività del vecchio leone oltre che per la parlantina carismatica dell'ex Jules.

E poi a Samuel Jackson ha detto cùlo stavolta, il precedente incontro con la prole di Bruce Dern l'aveva avuto in "Jurassic Park" e non è che fosse finito proprio bene...

Scherzi a parte "The Hateful Eight" è bellissimo per me ma non è un capolavoro perché ? Perché alla fin fine ci sono delle cose che non vanno.

Oltre alla poca scorrevolezza oggettiva di alcuni dialoghi almeno e una deriva splatterosa grottesca nella parte finale che spezza quella serietà cupa e tesa che tanto mi stava piacendo c'è anche la direzione bruttina dell'altra metà del cast da parte di Tarantino e questa è proprio una novità: due fedelissimi come Michael Madsen e Tim Roth per un motivo o per l'altro sfruttati peggio che male...

Il primo ormai trasformato in macchietta, un duro bolso e con la tinta, un personaggio privo di spessore e di interesse, la sua presenza è quasi fuori posto e visto il grande auto-debito che "The Hateful Eight" paga con "Le Iene" tal cosa è alquanto triste; il secondo, attore bravissimo, è invece intrappolato in un'assurda e incomprensibile imitazione di Christoph Waltz che va avanti per tutto il film dando vita ad un personaggio irritante, destinato a rimanere sullo sfondo... Come diavolo si fa a buttar via Tim Roth così ? Dategli un qualsiasi personaggio e te lo trasformerà in oro, è un attore della màdonna, e gli fai fare l'imitazione di un altro attore in altri tuoi film ? A Tarantì...

E tutte le figure secondarie funzionano poco, personaggi che non riescono ad imprimersi nella memoria cosa che a Tarantino riusciva bene invece con i personaggi minori, quelli sullo sfondo...

Resta comunque un grande film. Meschinità, crudeltà, voltafaccia continui, solo un destino segnato creerà l'unico sodalizio leale e inatteso dell'intero film. Un Tarantino più nero e spietato del solito a mio avviso, di sicuro infinitamente di più rispetto a quella càzzatona cosmica di "Django".

Eccellente la colonna sonora di Morricone, sotto le righe, segue sinuosa l'atmosfera tesa del film.

Ad esaltare la maturità "artistica" del film c'è l'occhio di Tarantino che regala visioni innevate straordinarie, esaltate da una fotografia eccellente come poteva aspettarcisi, immagini superbe per l'occhio e questa è una cosa che con me funziona sempre.

Questo Tarantino autoreferenziale insomma mi ha stupito e "The Hateful Eight" è diventato uno dei suoi film che preferisco. Visto una seconda volta a casa, in lingua originale, cambia poco e ti fa notare come i suoi film siano sempre molto ben doppiati tra l'altro.

Ottimo.

7 risposte al commento
Ultima risposta 19/02/2016 19.31.11
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BrundleFly  @  18/02/2016 21:15:25
   7 / 10
Non entrerà nella mia personale Top 5 dei film di Tarantino, ma si tratta comunque di un ottimo prodotto.
Prima metà che scorre lenta - forse fin troppo - e un secondo tempo senza un attimo di tregua, fino al delirante finale.
Tarantino si conferma un grandissimo direttore di attori, tanto che riesce pure a far Recitare Channing Tatum.
Un Morricone un po' poco presente, mi aspettavo di più.

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Ultima risposta 19/04/2016 01.23.58
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Jack_Burton  @  18/02/2016 19:31:16
   8½ / 10
Western un pò "ienesco" e un pò "Carpenter-LaCosiano" l'ottavo film del maestro Quentin; con The Hateful Eight (geniale la scelta del titolo) Tarantino scrive e dirige un western atipico che fa del mistero e del sospetto il suo punto di forza, attorno al quale gira tutto l'intero film, e gira per parecchio...dato che il film dura più di 3 ore (la versione in pellicola).
La durata del film è l'elemento che molte delle persone con le quali ho parlato hanno valutato negativamente giudicandola eccessiva; oltre alla durata, anche la staticità della storia e la prolissità dei discorsi, sono i bersagli preferiti dei "boia" del film.
Ma io dico...sono proprio questi gli elementi essenziali alla riuscita del film, senza i quali non sarebbe possibile calarsi all'interno della storia, dei singoli personaggi così da apprezzare appieno il film...
Cmq, ritornando al mio parere, devo dire che sono rimasto molto soddisfatto della visione; tutto mi è sembrato funzionare bene (storia, personaggi, musiche, scenografia, fotografia, REGIA) e di conseguenza non posso che consigliarne la visione a tutti...magari i bambini piccoli è meglio non portarli, visto l'asso tasso di violenza fisica e verbale che si registra durante tutto il film.
Quentin Tarantino rules !!!

eruyomè  @  18/02/2016 02:19:39
   8½ / 10
Io non sono fan di Tarantino, ma il mio ragazzo si e, contagiata dall'entusiasmo per questa sua nuova uscita, si finisce col passare un San Valentino tarantiniano addirittura all'Arcadia di Melzo, 30 metri di schermo e sala fantastica per la versione originale in 70 mm.
Che dire? Spettacolo maestoso, fin dai primi minuti dell'overture di Morricone (purtroppo lo si sente fin troppo poco durante il film!), che dallo schermo rosso sangue ti introduce e accompagna solennemente dentro la storia.
Le tre ore francamente mi sono passate in un attimo, non ho mai avvertito noia né momenti di stanca o disinteresse. I dialoghi sono sì tanti lunghi e continui e...allora? Io me li son goduti tutti. Divertenti e intelligenti. E senza mai solo un piano di lettura.

Tutta la prima parte della diligenza l'ho trovata stupenda, ma anche dopo, nella locanda, il film aveva preso una piega in un certo senso più seria, che forse ho preferito rispetto alla seconda parte, soprattutto dall'esplosione delirante e splatter in poi. Ma va bene anche così, Tarantino è Tarantino e non gli posso rimproverare di essere sè stesso.
Scena finale da brividi ad ogni modo, che fa riflettere e fa commuovere, se letta nel modo giusto, e alla luce di quanto visto fino a lì.

Tanto di cappello a un regista coraggioso dunque, uno dei pochi che fa politica coi suoi film. E non nel senso becero o propagandistico del termine, ma in quello alto, vero. Racconta, nel suo piccolo, la sua visione del mondo, di attualità, dei problemi della società, delle sue contraddizioni, e cercando di analizzare le radici storiche di quei problemi; e lo fa attraverso storie di intrattenimento, popolari, con personaggi divertenti e surreali, un modo di raccontare sopra le righe e che mescola diecimila influssi e generi cinematografici diversi.
Insomma, uno stile unico, nel bene e nel male.

La storia è corale, e tutto il cast è fenomenale, nessun personaggio spicca davvero del tutto.
Anche se Samuel Jackson qui è veramente un grande, Kurt Russell lo si adora perchè si, la Leigh meriterebbe davvero l'oscar (fossero una cosa seria, cosa che non sono, quindi non lo avrà), e Goggins è sorprendente, dà vita a un bellissimo personaggio.

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Ultima risposta 19/04/2016 01.27.00
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  17/02/2016 21:21:30
   8 / 10
Un western Shakespeariano? Un film di genere, molto lirico si, ma anche fortemente spiazzante, in grado di conciliare Agata Christie a Sam Peckinpah? Tarantino di diverte a scambiare le carte, e tutta la prima parte e' in assoluto una delle vette insuperabili della sua carriera (10). Ma resta un film profondamente Suo, e si vede...lunghi dialoghi (formidabili, come quello su come e' morto "il figlio" di Bruce Dern), il tema del razzismo Costituzionale che fa molto Django - parte II, e Dulcis in fondo il citazionista che omaggia film e sottogeneri in una Strage sanguinaria iconoclasta e narrativamente un poco risaputa. Diciamo 6.5. "THE HATEFUL 8" resta un superbo western - dai tratti crepuscolari - che purtroppo trancima in una direzione horror francamente enfatizzata.
Se solo Tarantino facesse dimenticare se stesso e il suo amore per Duccio Tessari come per Mario Bava, avremmo avuto il suo Capolavoro della maturita'. Tutto il resto comunque e' una Danza Macabra di rara bellezza tecnica, con attori incredibili - su tutti, ne segnalo almeno tre il sorprendente ghigno alcolico di Walton Goggins, la laida volgarita' sgualdrinesca di Jennifer Jason Leigh e l'enorme carisma carognesco del sempre grande Bruce Dern. Film di notevole tensione emotiva, ingabbato in una Quarantena di feroci individui pronti a evocare il Fantasma di una Giustizia ordinaria e per questo recidiva e ideologicamente regressiva, "THE HATEFUL 8" e' un'innegabile campionario di deformazioni, doppie identita', segreti celati, che si calano un po' troppo forse nella Fossa Comune dell'odio umano, lasciando filtrare come unico spazio Vitale una lettera di Lincoln e il suo romanticismo coniugale cfr. Feticcio che fa il paio con l'orologio di Bruce Willis ai tempi di "Pulp Fiction". Una specie di Parabola Moderna sul senso della Finzione. Non un Capolavoro, ma un Giro di Vite che lascia il segno, come le tracce di sangue nella neve

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  17/02/2016 20:12:06
   8 / 10
Prima di tutto, quel che non mi ha convinto: lo spreco. Morricone praticamente irrilevante, il 70mm per riprendere quasi solo un interno, 3 ore di tempo e fior di attori (Madsen e Roth) che si perdono nel mare di dialoghi. E un sacco di gigioneria da parte di quasi tutti (l'unico perfetto secondo me è Dern). Detto questo, rimane un Tarantino doc, con tutti i suoi marchi di fabbrica, le sue (auto)citazioni e l'immancabile massacro. La lunghezza non mi ha stancato ed alla fine posso dirmi soddisfatto. Non è Pulp Fiction ma è da vedere.

Trixter  @  17/02/2016 08:50:49
   8 / 10
Mettetevi la sciarpa, signori, perchè sin dall'inizio, nelle lande bianche e desolate dell'innevato Wyoming, farà freddo, molto freddo.
Eppure, l'atmosfera del film di Tarantino si riscalderà molto velocemente, grazie ad una trama semplice ma molto intrigante e ad un contesto in cui ogni granello è al posto giusto.
La pellicola è di ampio respiro, i dialoghi sono come sempre curatissimi e gustosamente articolati, gli interpreti sfoderano prove eccellenti (concordo su un Roth un pò macchiettistico, per un ruolo forse pensato per Waltz in cui, però, avrei ben visto anche il bravo Steve Buscemi).
La lunghezza del film potrebbe spaventare, eppure il racconto è un incedere maestoso verso un epilogo che non t'aspetti e per questo di noia e sbadigli neanche l'ombra.
Una piccola delusione, per me, è stata la colonna sonora: Morricone ha fatto un bel lavoro, davvero. Ma rispetto ai grandi film di Sergio Leone, dove la colonna sonora è una vera co-protagonista, qui si fa sentire solo come raffinato ma sbiadito intermezzo tra i continui e serrati dialoghi tarantiniani. Forse l'ingombrante autoreferenzialità del regista ha impedito che altri (Morricone, appunto) potesse assurgere ad un ruolo paritario rispetto al suo. Anche perchè di autoreferenzialità, in T.E.E., ce n'è anche troppa.
Tarantino sembra voler citare se stesso, omaggiarsi continuamente in un ridondante autocompiacimento, da Le Iene a Bastardi. Ad ogni modo, al grande cineasta tutto è concesso, tutto è perdonato. E dopo il passo falso di Django (almeno per i miei gusti), Quintino torna a farci sognare e divertire.

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FABRIT  @  16/02/2016 15:00:12
   8 / 10
Avvolgente come la neve! 3 ore che volano via e una seconda parte pazzesca.

Rollo Tommasi  @  16/02/2016 12:21:42
   8½ / 10
Un pò Sergio Leone, un pò Agatha Christie nella piece teatrale Trappola per Topi, un pò autocitazionismo narcisistico tarantiniano (ma si sa che Tarantino, nel copiarsi, si rinnova), il western atipico logorroico "The Hateful Eight" ha più di un buon motivo per essere goduto possibilmente nelle sale cinematografiche.
Un ritmo che si intensifica dalla parte centrale fino alle sequenze finali, come un rullo di tamburi prima dell'esecuzione di un condannato a morte.
Intensa prova di Samuel L. Jackson e della spettacolare caratterista Jennifer Jason Leigh, alias Daisy Domergue, il cui talento è stato finalmente riconosciuto anche dalla Giuria dell'Academy, che l'ha voluta candidare nella cinquina delle migliori attrici non protagoniste del 2016.
La colonna sonora di Ennio Morricone è uno spartito infestato da presenze spettrali, che ti affonda il cuore pulsante nelle nevi del Wyoming; il vecchio, portentoso Maestro non sbaglia proprio un colpo, ed è il favorito alla corsa agli Oscar per la migliore Ost, dove il più temuto avversario dovrebbe essere il delicatissimo e vintage Carter Burwell (che ha musicato il film "Carol").
Tarantino si concede anche qualche MacGuffin per confondere le idee allo spettatore, per indurre un clima di tensione a pallettoni (di neve e di piombo).
Lo spettatore è avvisato dagli stessi personaggi del film: lo spettatore deve avere la pazienza di un assassino.

CyberDave  @  16/02/2016 11:33:01
   8 / 10
Ottavo film del regista, accolto da qualche critica e qualche malumore.
Io l'ho trovato assolutamente superbo, è riuscito perfettamente nel suo intento, voleva un film cinico, spietato, che ricalcasse le orme dei grandi western del passato.
La prima parte è fatta di dialoghi lunghi che preparano lo spettatore a ciò che vedrà nel secondo tempo, ovvero azione, humor, sangue, violenza ma sempre rimanendo se stesso.
Il film dura molto, ma non annoia mai, il personaggio di Samuel L Jackson come al solito vince su tutti, discorsi bellissime, battute fantastiche e lo sguardo sempre perfetto per ogni scena.
Un peccato aver sfruttato poco Tim Roth, che si limita al compitino, per il resto devo dire che mi è piaciuto davvero molto.
Una cosa che colpisce e che fa innalzare ancora di più il livello del film è che non è mai banale. Quando ti aspetti qualcosa di scontato ecco che ti stupisce sempre, in positivo.
Si arriva ad un finale da brividi che tiene lo spettatore col fiato sospeso e che no n lascia mai intuire cosa succederà.

Tarantino anche questa volta ha colpito il bersaglio, sicuramente un gran film.

julius422  @  16/02/2016 03:31:16
   8 / 10
Anch'io come alcuni leggendo le recensioni negative avevo un po paura che deludesse.

Però poi pensando che tarantino con mi ha mai deluso sono andato a vederlo in 70 mm.

Bellissimo...tarantiniano al 100%, le 3 ore mi sono volate, cinico e spietato più che mai..vero la prima parte è un po più lenta, ma non fa che preparare lo spettatore al flagello della seconda!!!

Per chi come me ha sempre adorato il regista in questione...apprezzerà anche questo suo ottavo film

donzauken  @  16/02/2016 00:28:14
   3 / 10
Tarantino al suo minimo storico, realizza un film girato malissimo, che gira a vuoto dall'inizio alla fine. Pessimi e scadenti i dialoghi, che a un certo punto non rispondono nemmeno più a una logica narrativa ma solo al gusto della citazione e della sorpresa ad ogni costo. Per me siamo davanti a un regista in crisi di ispirazione, mi viene il dubbio che non sia nemmeno un suo film. Per tutti quelli che gridano al miracolo perchè "un film quasi tutto girato nella stessa stanza, geniale", mai visto un film di Roman Polanski? Non credo. Trama innovativa e rivoluzionaria? Mai sentito parlare di "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie? Di solito si legge alle scuole medie. Attori al minimo sindacale, si guadagnano la pagnotta col minimo impegno e scarsa presenza scenica, si salva solo Samuel L. Jackson. Come detto da qualcuno, uno dei pochi film di Tarantino che tra qualche anno non avrete il piacere di rivedere. Peccato davvero, un'occasione mancata.

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sixx79  @  15/02/2016 22:11:02
   7½ / 10
Non definirei questo film brutto, e nemmeno un "non" film di Tarantino, per come lo conosco io (non sono un appassionata), questo film lo è eccome, a partire dai dialoghi per finire con le scene più strane al limite dell'immaginazione.
Non nascondo che la prima parte sia un pò soporifera, al cinema mi è calata la palpebra, la seconda, invece, è tutto un crescendo e ravviva il tutto con scene troppo surreali e dove si vede i Tarantino classico.
Poteva essere migliore, si....ma poteva essere anche peggiore...

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Ultima risposta 19/04/2016 01.33.06
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Wilding  @  15/02/2016 22:04:02
   8 / 10
Di nuovo un gran bel film del buon Tarantino.
Meglio il precedente western d'accordo, ma anche qui non manca nulla, e gli interpreti sono tutti superbi.

Max_74  @  15/02/2016 20:58:11
   8½ / 10
Nono lungometraggio di Tarantino e un po' la summa della sua filmografia. 'Otto personaggi in cerca di autore' (che poi in realtà sono di più) verrebbe quasi voglia di dire. La cifra stilistica raggiunta dal regista è decisamente sempre più matura e complessa. Si punta, forse per la prima volta e quindi scelta inusuale di Quentin, molto sull'atmosfera e sui dialoghi ricalcando quella tensione narrativa già affrontata nel precedente 'Django Unchained'. Incredibilmente, però, ma difatto prevedibile, il regista vuole ricordarci che è sempre lui e nella seconda parte spinge l'acceleratore sullo splatter alla Sam Raimi. Se però nei precedenti film questo aveva una sua funzionalità, qui sembra un po' stridere con l'impianto narrativo messo in scena per almeno due ore. Difatto possono considerarsi quasi due film a sé del quale questa volta preferisco più il primo, data la nuova via che Quentin sembrava averci indicato. Dal punto di vista della sceneggiatura, si può considerare quasi come un remake del 'Le iene' in chiave western con innesti di 'Django'. Ovviamente, come da copione, anche stavolta non mancano le citazioni: il bellissimo 'Il grande silenzio' di Corbucci, totalmente ambientato nella neve, del quale vengono riprese le tematiche sui cacciatori di taglie, Kurt Russel che viene chiamato "iena'" ('1997 fuga da New York' di Carpenter) e 'Il buono, il brutto e il cattivo' (SPOILER 1).
Bella e suggestiva la fotografia ma una nota negativa sulla colonna sonora di Morricone (nella quale troviamo anche un brano del 'La cosa' di Carpenter) poco sfruttata, ridotta all'osso e non memorabile. Decisamente un'occasione mancata per esprimere il potenziale che il grande compositore ha sempre dato in altri film.
Siamo di fronte ad una grande opera emozionante, ma cominciano a vedersi un po' segni di autocompiacimento che spero non portino Tarantino sulla strada della ripetitività.

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pernice89  @  15/02/2016 20:14:27
   9 / 10
Mi piace Tarantino e questo "The Hateful Eight" mi è piaciuto veramente un sacco. La durata di 3 ore non si sente per niente, neanche ti accorgi del tempo che passa perché non c'è un momento di noia, di lungaggine. Tutto è perfettamente correlato. Davvero ben caratterizzati i personaggi, nessuno è stato messo lì per caso. Ed è anche difficile dire chi sia stato il/la migliore del cast, tra Samuel L. Jackson, Jennifer Jason Leigh, Tim Roth, Walton Goggins e Kurt Russell. Tutti davvero sopra le righe. E la colonna sonora del grande Morricone è ottima e perfettamente a suo agio.
Insomma, gli amanti di Tarantino non rimarranno per niente delusi.
Consigliatissimo.

markos  @  15/02/2016 17:35:02
   9 / 10
Lo stavo aspettando. Amo questo regista. Ho apprezzato tutti i suoi film. Anche questo. Bellissimo. MI ha incollato allo schermo fin dalla prima immagine, fotografia pazzesca, musiche magstrali e sequenza di dialoghi da goderteli tutti.
Più che al cinema sembra di essere a teatro. Brutti sporchi e cattivi, attori bravissimi, peccato solo ci sia stato posco spazio a Madsen.
La prima parte ci fà capire con che personaggi abbiamo a che fare, con tanti dialoghi che a me personalmente non sono risulatati noiosi, anzi il contrario.
Seconda parte più attiva con sangue a fiumi, splatter e mistero.
Che vi devo dire, a me è piaciuto, e lo rivedrò.
Spettacolo.

InvictuSteele  @  15/02/2016 15:28:00
   7 / 10
Un Tarantino decisamente sotto tono ma un calo era anche prevedibile dopo due capolavori come Bastardi senza gloria e Django. Un film molto verboso, a tratti lento e costruito su una trama davvero scarna, dove i tempi sono allungati a dismisura fino al raggiungimento di tre ore piene dove accade poco e si dialoga tanto. Certo è che i dialoghi folli tipici di Tarantino sono pur sempre geniali, la tecnica registica è formidabile e il regista di divincola per tre ore dirigendo alla grande i suoi attori. Otto personaggi che non si conoscono all'interno di una scena, la locanda, nella quale ognuno di essi rispolvera il suo passato e si fa conoscere agli altri e al pubblico, una roba difficilissima da girare partendo da un'idea semplice e poco abbozzata, ma Tarantino è Tarantino e riesce a fare bene il suo dovere, aiutato sicuramente dalla grandezza degli attori e da una fotografia eccellente. Non ho gradito molto il finale ma va bene così, è un film godibile che si assesta sul buono, senza eguagliare i capolavori del regista ma senza fare un buco nell'acqua.

Elmatty  @  15/02/2016 08:53:52
   9 / 10
Devo ammettere che devo ancora apprendere bene quello che ho visto però sicuramente ho visionato una pellicola di quelle che raramente si avventurano al cinema.
Ho sempre amato Quentin Tarantino in tutti i suoi film e questo The Hateful Eigth è un'opera ibrida per il regista.
Da un lato Quentin si ispira alle sue prime due opere (Le iene e Pulp Fiction) per strutturare questo suo western, con punte alla Jackie Brown sparse qua è la, dall'altro è un film nuovo, più maturo e più politico.
Tarantino sta crescendo e lo si nota, mancano dei picchi umoristici che erano presenti in altre pellicole, affronta argomenti più seri.
L'età si fa sentire anche per lui...
Diciamo subito che le tre ore di film non si sentono affatto, il tutto scorre come un treno ad alta velocità, talmente perfetto che ci si dimentica che si sta affrontando una pellicola di questa durata.
La sceneggiatura è la classica Tarantino fatta di lunghi dialoghi che apparentemente non c'entrano nulla ma che alla fine in qualche maniera c'entrano, i personaggi sono tutti quanti ben caratterizzati e vivono di luce propria.
Solamente la prima parte è un po' lenta ma dall'arrivo nella locanda in poi il ritmo inizia a decollare fino alla parte finale in pieno stile Tarantino.
Qui gli attori sono semplicemente fantastici, non c'è nessuno che prevale sull'altro e non c'è nessuno che rimane soppiantato da un altro, un delicato equilibrio che tiene per tutto il film.
L'ambientazione è superlativa, dai colori freddi degli esterni a quelli caldi degli interni, dove il sangue è in contrasto con il bianco della neve.
L'unico appunto che devo fare è proprio sulla colonna sonora: qui Tarantino aveva tra le mani il suo sogno, un mostro sacro come Morricone ma non è riuscito a sfruttarlo a dovere. Le sue musiche sono ottime e molto evocative ma sono poco presenti a causa della natura della pellicola e della sua struttura narrativa, forse non era il film adatto per Morricone, lo avrei visto meglio per Bastardi senza gloria.
Ci troviamo di fronte ad un Tarantino ben lontano dal suo viale del tramonto, ancora in perfetta forma che riesce a rinnovarsi riportando un po' del suo passato. Dialoghi ottimi e ben congegnati, storia semplice ma che cattura fin dall'ultimo secondo, personaggi incredibilmente iconici.
Insomma, un film di Quentin Tarantino, basta solo questo.
Molto consigliato.

junior86  @  15/02/2016 08:45:58
   7½ / 10
Commento a freddo la mattina dopo la visione del film: secondo me è un po sottotono rispetto ai precedenti lavori di Quentin.
In un film dove i dialoghi fanno da padroni, questi ultimi devono essere per forza di cose brillanti altrimenti tutto il film non regge.
Nelle Iene i dialoghi ti trasportavano dall'inizio alla fine in un susseguirsi di deduzioni logiche per trovare la spia, in Pulp Fiction ti facevano scompisciare dalle risate, in Kill Bill essi erano uniti ad un'azione magistrale anche se esagerata, nei Bastardi bastavano i soli monologhi di Hans Landa a far andare avanti il film, in Django bastava Di Caprio. Qui i dialoghi sono più o meno tutto sullo stesso livello, e cioè un po' sopra la sufficienza e basta.
In ogni caso, è il solito stile del regista, niente più niente meno, ma non mi ha entusiasmato moltissimo e non lo rivedrei una seconda volta al cinema.
Colonna sonora di Ennio Morricone che sin dai titoli di testa mi sembrava di aver già sentito da sempre (per far capire quanto è orecchiabile e adatta) ma che è presente un po' poco.
Il cast è ottimo, si trascina dietro quasi sempre gli stessi attori, ma già che c'era poteva usare la Thurman al posto della Leigh (comunque bravissima) oppure Zoe Bell a cui fa fare invece una comparsa poco carina, e dato che è una stuntwoman poteva benissimo sfruttarla per scene molto più crude di quelle che toccano alla Leigh ... Tim Roth poteva impegnarsi un po' di più e atteggiarsi in maniera meno ridicola, e Micheal Madsen rimane nascosto per quasi tutto il film. Vabè.
Doppiaggio italiano pessimo soprattutto di Kurt Russel (il solito Pannofino, non la sopporto la sua voce, sta bene solo nella figura di un mostro cattivo in un cartone o in un film fantasy), Tim Roth e anche della Leigh. Voci quasi fastidiose.
Ho notato un po' di citazioni sia di Quentin

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Che di Sergio Leone

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E sicuramente ce ne saranno tante altre.
A pare ciò, inutile dire che le 3 ore non mi sono per niente pesate, anzi mi è pesato più l'intervallo di 10 minuti di cui avrei fatto volentieri a meno. Quentin ti rapisce e ti trascina all'interno della pellicola come sempre. Il suo stile mi piace ancora e spero non lo abbandoni mai.
Insomma... ora basta coi western eh, si sarà cavato la voglia!. Spero che d'ora in poi si concentri su sto benedetto Kill Beatrix o su un altro film di gangsters come di due dell'esordio.
7 e mezzo per la mia simpatia verso Quentin anche se darei 7. Magari con una seconda visione mi ricrederò!

davmus  @  15/02/2016 08:25:11
   7 / 10
Buon film, ma non certo un "capolavoro"

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Ultima risposta 19/02/2016 09.27.30
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billieray  @  15/02/2016 01:24:01
   6 / 10
opera onanistica di un grande regista ........... purtroppo annoia e sono sicuro che non lo rivedro'.

laky  @  14/02/2016 21:30:11
   10 / 10
Non capisco ancora se ho visto un film oppure ho assistito a un'opera teatrale magicamente diretta e interpretata.
Tarantino può essere amato od odiato, ma se si sceglie la prima strada non si può che rimanere piacevolmente coinvolti e storditi al tempo stesso dal flusso incessante di parole, situazioni, flashback, crescendo di tensioni e incredibili momenti di impasse. Non serve ribadire che le riprese e le inquadrature siano uniche, preferisco piuttosto rimarcare la scelta perfetta della colonna sonora.
Finisco con un dubbio: Tarantino gioca al gioco di carte "Bang!"? Me lo sono chiesto per tutto il film :)

jiko  @  14/02/2016 21:06:27
   6 / 10
Per la prima volta mi sono annoiato guardando un film di Tarantino, non vedevo l'ora che finisse. Tre ore infinite, una lunghezza estenuante, e non ero l'unico in sala a cui calava la palpebra. Mi chiedo che senso ha tirarla così tanto per le lunghe, soprattutto nella prima parte, i dialoghi sono inutilmente lunghi e mettono a dura prova anche lo spettatore più paziente. Gli attori, ineccepibili, ma possibile che non si possa rinnovare il cast ogni tanto? Samuel L. Jackson presenza fissa, e vabè, ma Michael Madsen, non ci potevo credere, ancora una volta, davvero poco credibile ormai. Mah, aspettative parzialmente deluse. Western alla Tarantino, ok, però dopo due film abbastanza simili direi che è arrivato il momento della svolta, voglio sperare. 6 di stima e nulla di più.

antoeboli  @  14/02/2016 18:52:04
   10 / 10
Ero un pò scettico nel guardarlo , nonostante numerose critiche ricevute in maniera negativa .
Ci sta chi lo ha bollato dicendo è il film che si discosta dal genere Tarantiniano , che i dialoghi non fossero nel suo stile , come se la sceneggiatura non possa essere scritta da lui , o che fosse noioso perchè si , diciamocelo è il film più lungo di Quentin .
Ma sono anche tre ore che volano via come il pane fresco del buon mattino , quando si ha sulla 'tavola' un prodotto maestoso come questo .
Partiamo col dire che Tarantino prende ciò che ha appreso in Django , ovvero il poter fare nel 2016 un film western ,e lo fonde con quello era il suo film da cui è partito tutto ''le iene '', prendendo spunti anche in fatto di regia da Carpenter e da ''la cosa',trasportandoli su schermo come solo lui può fare secondo me .
In più si può dire che lui è come se reinventasse il modo di far film coi cow boys e diligenze , perchè qui siamo di fronte a un thriller /giallo alla Agata Christie , dove per buona parte regna un mistero su cosa possa accadere.
Nonostante a parer mio la prima ora e mezza è un quasi insieme di dialoghi in cui cerciamo di capire verso cosa tende questo film , e dove vuole arrivare tutto ciò che stiamo guardando , forse per alcuni potrebbe essere noioso , perchè si certi dialoghi non sono secondo me ai livelli del suo glorioso passato , pur avendo nel cast gente del calibro di S.Jackson e K.Russell (che tra l altro era il protagonista nel 1982 proprio della cosa) , e su cui viene fatta una citazione di un personaggio che lui ha reso celebre negli anni 80' .
Nel secondo atto invece viene tirato fuori tutto ciò che lo spettatore spera di guardare , e si lascia trasportare da emozioni a non finire .
Tecnicamente parlando il film è da top dei top , la fotografia è stupenda , ma difficilmente vincerà contro il film Revenant , ma quello che è bellissimo è la sensazione che riesce a far il regista nel riprendere un situazione di difficoltà dovuta au na bufera in mezzo a 4 mura , quasi da claustrofobia .Ma allo stesso tempo trasmetterlo allo spettatore , o comunque a uno studente di cinema e regia , che può imparare come girare un lungometraggio usando praticamente una location per quasi l'intera pellicola(metodo di cui era molto bravo hitchcook all'epoca , con ''il delitto perfetto'' ndr).
Le musiche invece devo dire che Morricone poteva fare qualcosa di più , e comunque come detto per buona parte non si sente quasi nulla se non sulle parti iniziali e sul finale , ma risultano quantomeno orecchiabili.

horror83  @  14/02/2016 14:00:01
   8 / 10
Allora, di Tarantino non ho visto tutti i film ma qualcuno mi è piaciuto e qualcuno no. Per questo suo ottavo film, già dal trailer, mi aspettavo un bel film e così è stato! Ultimamente mi sto guardando qualche western e questo film è caduto proprio a fagiolo. E' un western per l'ambientazione, i costumi, ecc. però è anche un thriller. A me è piaciuto molto, mi sono piaciuti i personaggi, la storia l'ho trovata interessante, i dialoghi buoni, bello il finale, e poi il fatto che il film dura 3 ore e non mi sono annoiata neppure 1 secondo vuol dire che Tarantino ha fatto uno dei suoi migliori film!!!!! Quindi per me è promosso!!!

pak7  @  14/02/2016 13:20:41
   7 / 10
Eviterò di fare paragoni o parallelismi con altre pellicole di Quentin, anche se nel discorso generale rientreranno.
Non riesco a criticare troppo quest'ultima fatica di Tarantino, perchè sono convinto che lui sia uno dei rappresentanti del Cinema quello vero, quello con la "C " maiuscola, quello più puro, quello per cui vale veramente spendere 3 euro in più per dei popcorn, che per quanto inutili ti fanno godere maggiormente lo spettacolo. LO SPETTACOLO. Anche se, come si era intuito dal mio preambolo, l'opera in generale non mi ha convinto particolarmente, anzi è quasi sembrata un esercizio di stile. Prima parte, quella in carrozza, troppo prolissa e seconda che si svolge in maniera quasi ordinariamente tarantiniana con richiami evidenti ai suoi primi anni 90, e forse anche un pò a Polanski, passando da dialoghi a tratti interminabili a scene di assoluta violenza nel giro di pochi secondi. Ma questo è Tarantino, lo sappiamo tutti, lo conosciamo. Si esce dalla sala soddisfatti di aver visto del Cinema, ma consapevoli che questo suo ultimo lavoro possa essere una pezzo (fondalmentale?) del suo percorso, ma non una pietra miliare del cinema, e nemmeno un capolavoro.

Norgoth  @  13/02/2016 19:36:53
   9½ / 10
The Hateful Eight è un film che va assaporato dall'inizio alla fine.
The Hateful Eight non vi darà tempo di annoiarvi di certo, nonostante le tre ore di durata.
The Hateful Eight ha una regia pazzesca e una fotografia curata in ogni dettaglio (e ai dettagli bisogna prestarci particolare attenzione, anche ai fini della storia -comunque tutto viene spiegato, a tempo debito-)
The Hateful Eight ha un'ottima colonna sonora, perfettamente calzante (e no, non era detto che lo fosse solo perché "l'ha composta Morricone").
The Hateful Eight ha dialoghi a fiumi, praticamente si parla e basta, ma sono così efficaci che mantengono costantemente alta l'attenzione.
The Hateful Eight ha una contenuta dose di violenza, ma una massiccia dose di sangue (soprattutto nella seconda parte).
The Hateful Eight, pur essendo un film serio, fa davvero ridere. Ha un livello di sarcasmo e dei personaggi così forti nel loro cinismo che non si può non sorridere dei coloriti scambi di battute e delle situazioni che si vengono a creare.
The Hateful Eight è ai limiti del grottesco, in certe situazioni, e questo mi è piaciuto da morire.
The Hateful Eight è il risultato che otterreste se metteste in uno shaker Le Iene, Pulp Fiction, Kill Bill Vol.2, Grindhouse Death Proof e Django Unchained.
The Hateful Eight è un film di un Quentin Tarantino in splendida forma.
E tanto mi basta.

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saraba  @  13/02/2016 18:11:52
   5 / 10
Vado subito al sodo: a me non è piaciuto,
molto lento, troppo verboso, con scene di violenza rivoltanti.
Quentin rimane un grande ma stavolta, diciamolo senza vergogna,
un tantino al Tarantino la frizione gli è slittata, eh...

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Dexter88  @  13/02/2016 11:22:04
   8½ / 10
Davvero bello. Il film inizia con una sequenza stupenda in cui le musiche di Morricone accompagnano la traversata di Kurt Russel e compagni nelle campagne innevate, e già qui si nota l'ammirazione che ha Tarantino per Sergio Leone. Prima parte molto lenta, gli spettatori in sala, comprensibilmente, si assopiscono, poi la svolta; la trama all'interno della locanda prende una piega a mio avviso insapettata (un giallo nel western, fantastico!) e gli spettatori si rinvigoriscono. Paradossalmente avrei preferito che il film si svolgesse per più tempo nella locanda, accorciando magari i dialoghi iniziali. Da un certo punto in poi si ha la sensazione che possa succedere di tutto.
Ottimo il cast, Walton Goggins straordinario, così come Samuel lee Jackson e Kurt Russel che spiccano su tutti, in generale i personaggi compongono un gruppo davvero interessante per la trama, anche se non vengono descritti profondamente dallo sceneggiatore.
A me è piaciuto molto più de Le Iene e l'ho preferito anche a Django e Bastardi senza gloria
Qualche difetto c'è, avrei per esempio evitato la voce fuori campo e la tinta dei capelli di Michael Madsen è grottesca per il contesto del film.
Nel complesso comunque un film che merita tanto

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  13/02/2016 10:52:26
   7½ / 10
Il piu' grande merito del film di Tarantino è quello di tenerci dentro ad'una locanda per quasi tre ore senza far calare mai il ritmo. I dialoghi non sono superbi come per alcuni lavori precedenti ma è il lavoro del cast a nobilitare il tutto.
I personaggi creati da Tarantino sono spesso rimasti nella storia e anche in questa pellicola non mancano alcune chicche. Il solito Samuel Jackson sembra vivere in letargo tra un film e un altro di Quentin, sparisce dalle scene quasi a volersi preparare al meglio per il prossimo film del sua amato regista.
Ma (a parte Tim Roth che gigioneggia troppo imitando Waltz) tutto il cast è memorabile.
Il tutto accompagnato dalla musica di Morricone...insomma cosa vogliamo di piu'?
Non so per quanto tempo Tarantino riuscira' a fare cosi bene piu' o meno lo stesso film, ma fino a quando ci riesce perche criticare la "mancanza di idee"?

Clint Eastwood  @  13/02/2016 01:19:45
   6 / 10
Cosa spinge un povero illuso ad andare al cinema e ritrovare il Tarantino di un tempo? A dire il vero non lo so.
The Hateful Eight è un buon film che tuttavia non mi ha appassionato. Vuoi per i dialoghi, alcuni anche carini, vuoi per la storia o per gli stessi attori (vedi Madsen che non cambia mai, o Roth che per Tarantino è sempre Mr. Orange). Il tutto mi è sembrato un rifacimento di Le Iene che a sua volta fu un rifacimento di La Cosa di Carpenter (lo ha detto il regista stesso a Roma tempo fa).
Dunque nulla nuovo ma qua e là qualcosa di piacevole s'intravede, di sufficiente intrattenimento.

marco63  @  12/02/2016 14:33:04
   7 / 10
Le iene in salsa western. Grandi Walton Goggins e Morricone.

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Larry Filmaiolo  @  12/02/2016 10:08:22
   8 / 10
allora raga, il film è bello. quello che non capisco (e se voi l'avete capito, per favore spiegatemelo) è il discorso reiterato su questo hateful8 come punto di rottura /spartiacque nel cinema tarantiniano. per me, questo ibridato iene-western con i più volte ribaditi risvolti di critica sociopolitica non è altro che la naturale prosecuzione del percorso artistico del Quentin, con la consueta prima parte di sceneggiatura macchinosa nei dialoghi e nello sviluppo, e una conseguente esplosione di tensione (e azione) che raggiunge livelli ragguardevoli. ma sarebbe comunque riduttivo limitarsi a definire hateful eight così. perchè in realtà è uno dei film d'intrattenimento puro più divertenti ed incalzanti degli ultimi dieci-quindici anni, ed è capace di mettere in scena un divertimento sboccato, spregiudicato, che raggiunge vette di catarsi liberatoria e sostanzialmente immune a qualsiasi etica o morale che non sia quella votata allo Spettacolo (con la ESSSE maiusccccla). è un tarantino diverso dal solito? boh, palle, per me. ci vuole pazienza e cervello (???) per accostarvicisisis? PALLE. è un film a cui perdoniamo una prima parte non esattamente spedita in nome di una seconda parte decisamente goduriosa. se non altro per un cast che ce la mette tutta (ogni singolo attore è grandioso) in un'opera che è forse l'unica a (ATTENZIONE, LA SPARO GROSSA) saper traghettare a oggi LO SPIRITO DEL WESTERN LEONIANO: i bad guys senza arte nè parte, la brutalità senza sconti nelle vicende umane, amicizie di comodo rette da patti momentanei, sangue spensierato, quel filino di nichilismo gioioso e compiaciuto..e fonde il tutto ai già abusati (nelle citazioni) meccanismi al giallo hitchcockiano ecc. risultato? figo, molto figo. e lo dice uno che guarda sempre storto tarantino e su questo film aveva aspettative molto basse prima che scoppiasse tutto sto hype.
persino le musiche di un morricone che si pensava svogliatissimo , alla fine funzionano.

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Lore.84  @  11/02/2016 21:11:45
   7½ / 10
Quasi 3 ore di soli dialoghi e non sentirle, già questo potrebbe bastare. Otto personaggi, una stanza, un atmosfera tesissima come se in qualsiasi momento dovesse scatenarsi un bagno di sangue.
In alcuni punti i dialoghi si prolungano molto ma non annoiano mai anzi, sono sempre cinici, taglienti e a tratti diabolici. Ci sono alcune scene veramente pazzesche e delle trovate geniali. Certo non siamo sui livelli di Django o Bastardi senza gloria, i quali io non scomoderei neanche, dove abbiamo potuto assistere al Tarantino più sublime, alla pari con Kill Bill e inferiore solo a Pulp Fiction. Ma The Hateful Eight è un altra storia, un altro tipo di intrattenimento, dove sembra quasi di essere seduti a teatro: otto personaggi fermi in una stanza che recitano di fronte al pubblico la loro parte, con giochi di parole e sguardi ingannevoli.
La regia di Tarantino, il quale non è un semplice regista ma un vero cinefilo, è di alta qualità come sempre, cosi come è notevole la fotografia che esalta le desolate distese innevate, facendo percepire allo spettatore il clima gelido. Incalzante anche la colonna sonora di Morricone che accompagna fin da subito i titoli di testa. Ma il punto di forza di tutto il film, visto anche una sceneggiatura non proprio ai massimi livelli, sono le interpretazioni strepitose di mostri sacri quali: Samuel Jackson (in stato di grazia), Kurt Russell (in stato di grazia), Tim Roth (avrei preferito Christoph Waltz al suo posto), Michael Madsen (sottotono) e la candidata all'oscar come miglior attrice non protagonista Jennifer Jason Leigh (sopra le righe spero vinca l'oscar).
Alla fine, forse, resterà deluso lo spettatore che vive il cinema solo ed esclusivamente come forma di passatempo e personalmente chissà… forse se il film fosse stato girato da un qualsiasi altro regista il mio giudizio sarebbe stato più critico ma a volte l'amore gioca brutti scherzi, ecco anche perché avrei voluto che il film durasse un altra ora!

SaimonGira  @  11/02/2016 19:41:35
   8 / 10
Come qualcuno ha precedentemente scritto, Tarantino o piace o non piace. Personalmente sono rimasto incollato allo schermo fino alla fine per capire come andava a risolversi questo intrigho western impostato come uno spettacolo teatrale. Fantastiche le interpretazioni dei fedelissimi Kurt Russel e Samuel L. Jackson, leggermente storpiata quella di Tim Roth a cui tocca il ruolo "simil-Wallz". Come sempre il buon Quentin appassiona semplicemente con i suoi dialoghi intriganti e misteriosi ma volgari e rudi al contempo. Non ho gradito moltissimo la comparsa dell'ultimo brigante da sotto il pavimento, l'ho trovato personalmente scorretto nei confronti dello spettatore dato che non v'era stata alcuna traccia di lui fino a quel momento. Si riprende tutto con la storiella del caffè, che secondo me costituisce un tocco di classe in quanto ti pone nelle condizioni di fantasticare su chi abbia fatto cosa. (Mi esprimo con vaghezza per evitare spoiler) Pensavo che la colonna sonora di Morricone avesse un ruolo maggiore nella pellicola, ma comunque quando deve fare il suo lo fà alla grande. Il finale poi sà un pò di vecchio secondo me, ma cosa possiamo farci.. Questo è Tarantino, o lo si ama o lo si odia.

Lucignolo90  @  11/02/2016 14:00:35
   8 / 10
Trust no one, "Non fidarti di nessuno", questo monito era il pensiero ricorrente che aleggiava tra gli sventurati personaggi rifugiatisi dalla bufera nella base in Antartide in uno dei migliori film sci-fi horror di sempre: "La Cosa", del grandissimo John Carpenter.
A distanza di 30 e passa anni questo avvertimento, che trae le sue radici dai gialli di Agata Christie vecchio stampo, sembra ancora essere valido e cinematograficamente stimolante da mettere in scena, stavolta è il turno di Tarantino.
Inutile scendere nei dettagli se non posso fare spoiler: in pratica nelle lande glaciali del Wyoming, 9 uomini (gli 8 del titolo più un cocchiere) trovano riparo dal freddo estremo in una taverna, ognuno ha un preciso motivo per il quale sta passando da quelle parti e gli interessi di molte persone la dentro potrebbero collidere, soprattutto perchè il protagonista della vicenda (uno splendido Kurt Russell oggi come nel 1982 in quella maledetta base antartica) sta accompagnando alla forca una donna la cui taglia è di ben 10mila dollari.
Da quel momento in poi comincia il vero film, un'opera dall'impianto rigidamente teatrale con la presentazione dei personaggi impostata su una tensione dialogica e una decostruzione dei tempi drammatici che sono il pezzo forte delle produzioni di Tarantino, e qui di momenti per sfoggiarla ce ne sono a iosa, ben presto realizziamo che di western in questo caso vi è solo l'ambientazione che fa da cornice: scordatevi scorrerie a cavallo, stalli alla messicana e cappelli fatti volare da colpi di pistola. Non vi è nulla di tutto questo, è un Le Iene svuotato anche dal pulp caro al regista, ma oramai troppo stantio per essere riproposto. Ci accorgiamo di stare assistendo a un thriller classico che vede un'inquietudine strisciante presente da subito sfociare nella seconda parte in una piega molto peggiore negli esiti.
Non vi è nemmeno il citazionismo che avevamo visto in Django, che, pur ritenendo un buon film, considero personalmente il meno riuscito del regista. I rimandi qui ci sono (parlavamo de Le Iene e La Cosa no?), ma sono allusivi e non sfacciati.
Anche la colonna sonora in questo caso ricopre una componente molto importante del film, più per quello che non fa sentire; difatti anche da questo è facile capire che c'è un uso più sobrio e ragionato della stessa, abbandonata l'invadenza dell'OST di Django, un "pastiche" che andava da Wagner, a Tupac a Elisa, viene sostituita da una score di Morricone che spinge a sapienti intervalli e accresce il senso di malessere e di pericolo incombente.
Qualche "Tarantinata" c'è comunque (soprattutto nella seconda parte) ma è una tassa accettabile e stavolta usata con parsimonia in alcune scene particolarmente cruente.
Se pensate di ritrovare il Tarantino di Django, state pensando a un altro tipo di film, non sò come ragioni il regista, in che modo programma i film, se vuole dare un colpo al cerchio e uno alla botte, accontentando di volta i fan e poi la critica, o forse solo per il proprio piacere personale di abbandonarsi a progetti più spensierati una volta e più concentrati la volta dopo. Fatto stà che in questo film Tarantino mi è sembrato voler tornare a far sul serio, è il Quentin nichilista e cinico dei primi film, non ci sono eroi o eroine, donzelle da salvare, ma da impiccare semmai, e come ci ricorderà il personaggio di Marquis Warren, interpretato da un sempre più bravo Samuel L. Jackson "Tutti i bastardi meritano di essere impiccati, ma i grandi bastardi sono quelli che impiccano".

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ben4  @  11/02/2016 13:39:29
   10 / 10
film PAZZESCO...
come tutti i film non è esente da difetti ma rimane a mio parere un capolavoro.
personalmente ho trovato solo due piccoli difetti...
primo difetto, è troppo corto, o meglio avrei preferito una seconda parte con un evolversi delle vicende meno precipitoso...
per il secondo piccolo difetto faccio una premessa... durante la visione del film sono stato letteralmente rapito e sicuramente ci sono cose alle quali magari non ho fatto troppo caso... una di queste cose sono state le musiche di morricone che, vista la bellezza, avrei preferito essere più presenti...
altri difetti faccio fatica a trovarli... sicuramente al contrario di quanto ho letto non l'ho trovato per nulla film autoreferenziale... o di certo questo difetto era più presente in altre pellicole di tarantino...

scusate se faccio un paragone ma un paio di settimane fa ho visto revenant e mi è piaciuto davvero molto ma non ho fatto che chiedermi come mai revenant non lo potessi considerare un capolavoro e come mai non mi fossi innamorato di quel film... ora che ho visto the hateful eight posso dire di aver capito il perchè e nel giro di due settimane aver visto la differenza tra un ottimo film ed un vero capolavoro...

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Silvia888  @  11/02/2016 11:27:31
   9 / 10
Niente da dire, un film che ti tiene per 3 ore abbondanti incollato alla sedia, con un ritmo incredibile, una regia strepitosa e uno stile unico.
I personaggi sono ben caratterizzati e recitano alla perfezione.
Nel film viene presentata una giustizia primordiale, embrionale, che a mio parere bisogna contestualizzare nell'epoca storica di riferimento e non in quella attuale per capire appieno lo spirito del film e non farsi sconvolgere dalle molte scene forti.
Imperdibile davvero, è uno di quei film che non ci si pente di aver visto perché portano spunti di riflessione anche nei giorni successivi.
Un viaggio.

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Matteoxr6  @  11/02/2016 02:17:37
   6½ / 10
Mi pareva di aver letto da qualche parte che dopo Django Tarantino avrebbe completato il filone con altri due film. Speriamo che cambi idea e che il terzo non esca mai. Per fortuna questa pellicola si discosta da quella climax grottesca precedentemente girata. In questo caso si parte da presupposti più semplici, meno dispersivi e ben perimetrati e ciò, nonostante le tre ore, lo rende più sensato e godibile. Gli attori fanno quello che devono, ma niente di più, tranne Roth (e qui sottoscrivo le impressioni di altri recensori) a cui, nolente o volente, tocca scimmiottare vagamente Waltz nello scorso film. Come al solito Quentin è un mago dei dialoghi sul niente: è incredibile come riesca a farti tenere alta l'attenzione per ben tre ore su una trama da quindici minuti. Bisogna dargliene gran merito perché frutto di una regia veramente sapiente. Alla fin fine "The hateful eight" si è lasciato guardare e non mi ha annoiato mai, nonostante sia un genere completamente agli antipodi rispetto alle mie inclinazioni cinematografiche. Però basta. Tarantino sta ripetendo da anni, ben vent'anni, "Le iene" e "Pulp fiction"; ciò che si limita a fare con grande maestria è tagliare, incollare e fondere questi due capolavori all'infinito, buttandoci sopra sempre più sangue e demenzialità. Ho dei forti dubbi al riguardo, ma spero con tutto il cuore che un cineasta del suo calibro, uno dei registi più capaci di sempre, possa vedere la luce in fondo al tunnel che lui stesso si è edificato, compiaciuto, intorno. Se così non dovesse essere, mi dispiace dirlo, ma allora è finito. O meglio, come cineasta sicuramente, mentre come dispensatore di copie di copie di copie ai ferventi seguaci coi paraocchi potrà campare ancora per altri trent'anni. Che peccato sarebbe.

BlueBlaster  @  11/02/2016 02:16:05
   8½ / 10
Personalmente ho trovato quest' ultima opera di Tarantino davvero piacevole ed appassionante. Un ibrido tra western e giallo che fa il verso a "Dieci piccoli indiani" con non celati richiami ad uno dei cult del maestro Carpenter ossia "La Cosa"....un manipolo di uomini rinchiusi in una abitazione mentre all'esterno sferza una bufera di neve, oltre a questo c'è Kurt Russel e come non mancasse la colonna sonora di Morricone (ho letto pure che uno dei brani è preso direttamente dalla colonna sonora de "La Cosa", un pezzo scartato da Carpenter).
A sto punto parlo subito della fantastica colonna sonora che ho trovato sublime sin dall'inizio ("L'Ultima Diligenza di Red Rock" e "Neve"), davvero un qualcosa di particolare che da un tocco ancor più sinistro ad un contesto già mistery. Spero proprio che Morricone si aggiudichi l'Oscar questa volta!

Sono rimasto incantato sin da subito nella cura maniacale di ogni fotogramma e dalla maestosa fotografia di Richardson, alcuni paesaggi sono davvero immensi e si fatica con lo sguardo riuscire a "inquadrarli" completamente nello schermo.
Paesaggi di frontiera innevati fantastici, la location dell'emporio è accattivante in bilico tra il caloroso e l'angusto (dettagliatissima la scenografia), montaggio ineccepibile, sonoro ottimo come sempre, così come costumi e sopratutto trucco...da ricordarsi che sono ad opera ad opera di Nicotero e Berger!!!
Ogni istante si denota lo stile del regista anche se il film è diverso dalle sue ultime opere, si trova però un insieme di marchi di fabbrica e la sceneggiatura pare un collage della sua filmografia. Tarantino si auto-compiace con la consapevolezza che dietro di se ha orde di "tarantiniani" bramosi di ritrovare omaggi (tipo il tabacco Red Apple per dirne una) e schemi tipici del director di Knoxville.
Da una parte questo è un bene mentre per certi versi è pur vero che ci sono delle dinamiche e dei personaggi praticamente plagiati dalle sue altre pellicole...il personaggio di Tim Roth / Oswaldo Mobray è un clone di Christoph Waltz / Dott. King Schultz in "Django Unchained", poi molta della trama richiama alla mente "Le Iene".

Buon cast (metà sono fedelissimi del regista) ed interpretazioni quasi tutte ottime...
PROMOSSI:
Samuel L.Jackson (il migliore) che in Django avevo odiato e che qui ho trovato perfetto nel suo cinismo e nella sua perspicacia (il racconto sulla tortura al figlio di.....lascia di stucco), il sempre mitico Kurt Russel munito di baffoni e pellicciotto che gigioneggia quasi per quasi metà film tra bontà d'animo e scatti animaleschi, la rivelazione Walton Goggins una vera faccia da western in bilico tra la comicità e l'integrità morale,James Parks come cocchiere ganzo, Bruce Dern perfetto per il ruolo e Channing Tatum che nel suo piccolo ci mette lo zampino.
RIMANDATI:
Jennifer Jason Leigh irritante e tumefatta quanto basta ma che a me non ha convinto completamente nemmeno dopo che gli hanno fatto saltare i denti (sarà forse colpa del doppiaggio), un Tim Roth sempre bravissimo ma che paga lo scotto di essere un personaggio"riciclato", Demián Bichir / Bob / Messicano un pò troppo anonimo ed impostato.
BOCCIATI:
Michael Madsen perché ormai ridicolo con quella tinta, quel lifting e quella panza oltre al fatto che è uno stereotipo vivente...Zoe Bell nella sua inutile comparsata da bambina psicotica...e tutta l'allegra combriccola proprietaria dell'emporio.

Una buona sceneggiatura, non eccelsa, che nelle mani sapienti di questo regista prende una forma intrigante. Mi è piaciuto il solito racconto a capitoli (fossi stato lui ne avrei messi 8 invece che sei per stare in tema), mi è piaciuta la voce narrante usata l'essenziale, mi son piaciuti i flashback delucidativi e mi è piaciuto il finale.
Parte finale oltremodo sanguinolenta, praticamente splatter, al limite dell'ostentato e forse in parte evitabile (ma io trovo gustose certe cose). Omicidi a raffica che spiazzano lo spettatore che si era assopito al calore del fuoco scoppiettante...una carneficina attesa ma oltremodo pragmatica.
Sarà pur vero che alcune parti sono eccessivamente verbose (tipo il secondo capitolo nella carrozza) ed a tratti la storia è un pò ripetitiva ma io non mi sono mai annoiato nonostante la durata e rivedrei il film già adesso (l'unica cosa è che mi facevano male le chiappe a stare seduto al cinema dopo due ore)...con Revenant a metà film mi stavo addormentando e avrei voluto uscire dalla sala mentre al termine di THE HATEFUL EIGHT avrei potuto vederne un'altra mezzora (sarebbe stata perfetta la versione 70mm).
I lunghi dialoghi a me non pesano quando sono scritti bene...qui hanno un senso ai fini degli incastri della storia ed oltretutto sono interessanti visto che argomentano di storia americana (il tema portante si fonda sulla Guerra di Secessione ed il rancore che gli uomini portano con se). E' un film di vendetta, giustizia, contro il razzismo, abbastanza maschilista (mai visto una donna subire così tanti oltraggi fisici e verbali....meritati!) e sopratutto menzognèro.
E' chiaro agli occhi di tutti che ogni personaggio nasconde segreti e che la storia evolverà a suon di colpi di scena...la cosa bella è cercare di intuire questi colpi di scena e godersi il teatrino che Tarantino ha imbastito.

Non sono un fan del regista ma fino ad oggi mi son piaciuti moltissimo tutti i suoi film...Non voglio osannarlo ma per me è una sicurezza, poi ognuno di voi è libero di pensarla come vuole e buttare mèrda su tale egocentrico individuo del Kentucky.
Per me a livello dei suoi ultimi film...mi pento di aver regalato un 9 e mezzo a Django perché con il senno di poi lo avrei messo più o meno alla pari di questa pellicola.
A me è piaciuto molto ma sarà che ho un debole per la location innevata e per lo schema da "giallo"....se poi mi aggiungi una regia di qualità (pianosequenza ben dosati e zoomate/messe a fuoco magistrali), scene pulp (con la classica verve comica del regista), pathos ed atmosfera, ottimo cast e dialoghi studiati, colonna sonora epica (un testamento per "l'indeciso" Ennio), fotografia a regola d'arte (da Oscar pure questa), splatter (teste e testicoli esplosi con vomitate e cervella sparse) ecc ecc...
Insomma a mio gusto un gran bel film che consiglio!

Zio_iori  @  10/02/2016 23:19:13
   7½ / 10
Molto è stato detto e molto altro ci sarà da dire, ma io sarò breve. A me è piaciuto.

Grazie ancora Quentin.

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Ultima risposta 11/02/2016 09.00.10
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dagon  @  10/02/2016 22:09:03
   5 / 10
Tarantino lascia a briglia sciolta il suo ego smisurato e si spara un pìppone a 2 mani, realizzando un onanistico monumento al suo genio. Un film che dura 3 ore ma che ne sarebbe potute durare anche 4 o 5 o 6, visto che la maggior parte dei dialoghi/monologhi sono assolutamente inutili rispetto alla storia e quindi se ne sarebbero potuti aggiungere ancora a iosa. Per lo stesso motivo se ne sarebbe potuta togliere la maggior parte con ugual risultato. In ogni momento ti immagini Quentin compiaciuto che ammicca agli astanti "avete visto come scrivo bene? avete visto che geniaccio che sono? avete visto quanto sono esageratamente bravo a far parlare uno per un quarto d'ora del nulla"? Che Tarantino sia un maestro in questo non c'è dubbio, il problema (per me) è che ha stufato, siamo ormai alla ripetizione manieristica delle stesse cose. In altre occasioni, la stessa tipologia aveva una sua funzionalità nella storia, qui siamo esclusivamente o quasi alla forma e all'esercizio fine a sé stesso. Ancora dopo 20 anni si pensa che lo splatter a dosi massicce (che ormai ci sorbiamo ovunque pure in certe serie tv) abbia l'effetto che poteva avere ai tempi di Pulp Fiction?
Se Bastardi senza gloria è stato uno dei miei film preferiti del regista, sembra incredibile che dopo soli 2 titoli mi abbia portato a questa sensazione di noia profonda, di vacuità ed autoreferenzialismo totali. Insopportabile Roth che gigioneggia imitando Waltz. Mi rattrista che Morricone, dopo decenni costellati di capolavori, finirà con il vincere l'Oscar per un'opera di cui non credo rimarranno tracce imperiture.
Ottavo film e settimo nella mia personale classifica Tarantiniana, migliore solo dell'osceno "A prova di morte".

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Ultima risposta 20/03/2016 10.50.24
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Spera  @  10/02/2016 17:21:49
   6½ / 10
Che dire...molto meglio dell'inutile e ridicolo Django a cui avevo dato un voto esageratamente alto, ancora accecato dall'amore per un regista che mi ha fatto sognare in passato.
Tanto di cappello, strutturare 3 ore di film su dialoghi, sia pur forzati ed fin troppo annacquati, e farlo con questa maestria non è da tutti, anzi direi che è prerogativa di questo regista oramai conosciuto a tutti.
Le ottime prove di Russel, Jackson ed in primis della JJL alzano il livello ed il film ruota intorno a loro; gli altri personaggi li ho trovati meno nella parte e hanno regalato prove meno esaltanti.
Musiche ok, ridotte all'osso ma sempre meglio del calderone orripilante visto su Django. Chiariamoci, le musiche di Django sono di un certo livello ma ascoltate a casa o in macchina per essere canticchiate e non per essere "copiaeincollate" in un film pseudo western.
Ambientazione bellissima, anche se non nuova per un western, al momento mi viene in mente "il Grande silenzio" se non ricordo male.
La scelta di ambientarlo nell'innevato inverno del Wyoming è azzeccata e *****...fa davvero venire freddo a tratti quella porta che continua ad aprirsi.
Un punto in meno per la durata, 40 minuti in meno sarebbe stata una scelta più funzionale, ci sono delle parti morte e troppo diluite in dialoghi senza peso.
Ok per lo splatter che da un pò di brio ed esalta la potenza "pulp" del cinema tarantiniano.
Per quanto mi riguarda Tarantino ha sparato le sue cartucce e si è evoluto in un modo che non mi coinvolge più ma non gliene faccio una colpa, come potrei dopo che ci ha regalato capolavori del calibro di Pulp Fiction e le iene?
La sua evoluzione ancora non è terminata, di certo non posso dire che il suo non sia cinema, oramai è solo una questione di gusti.
Ultima cosa...basta con le battute sui negri...è da Pulp Fiction che Samuel esclama negro in modo sprezzante rivolgendosi a un nero.
Oramai questa cosa non fa più ridere e la trovo di cattivo gusto messa giù in questo modo così insistente.

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Ultima risposta 11/02/2016 19.47.18
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rox special  @  10/02/2016 14:06:17
   9 / 10
Non mi stancherò mai di ripeterlo: Tarantino non è per tutti. O piace o non piace. Rispetto tutte le opinioni ma trovo assurdo che, al suo ottavo film, ci sia ancora qualcuno che si lamenta per i suoi dialoghi eccessivamente prolissi e verbosi e il gusto dell'eccesso. Tarantino è questo, con tutti i pregi e difetti che comporta la visione di un suo film. Non è un film Disney, ci sono dialoghi cinici, personaggi brutti e cattivi e sangue a livello quasi ridicolo, mettetevelo in testa.

Detto questo vado controcorrente dicendo che personalmente l'ho trovato uno dei Tarantino migliori, in barba al flop in america e a chi sostiene che sia il suo film peggiore. Mi ha divertito più dell'ultimo Django e questo già mi basta. Non mi ha annoiato nonostante la sua lunga durata (a tal punto che l'ho visto al cinema già due volte) e questo mi impone di alzare l'asticella del voto quasi alle soglie del capolavoro.

Certo i difetti non mancano, tipo un Tatum che non ci azzecca nulla, una voce fuori campo che personalmente avrei evitato e un Tim Roth che palesemente tenta di scimmiottare un purtroppo assente Christoph Waltz. Di merito sono però presenti Jackson e Russell in perfetto stato di grazia, accompagnati dall'immancabile Madsen e una Leigh che quasi sicuramente vincerà l'oscar.

Ma i difetti per quanto mi riguarda si fermano qui, perché tutto il resto funziona perfettamente, così come funzionò per il primissimo Le iene. I dialoghi paiono eccessivamente lunghi sono nell'ottica in cui si decida di non farsi coinvolgere dal gioco che Tarantino mette in scena, ovvero di caricarti a molla facendo crescere lentamente la tensione, parola dopo parola, fino alla resa dei conti finale (che, come sempre nei suoi film, è incredibilmente appagante).

A livello di inquadrature e musiche, con dietro un inedito di Morricone, nemmeno perdo tempo. Si sapeva già prima che da questo punto di vista sarebbe stato tutto perfetto.

Che dire quindi? Applausi. Per me solo applausi. Se questo film dovrebbe essere quello di un regista "finito" o che scarseggia di idee... bhe ben venga. E ora inizia l'attesa fino al prossimo film.

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Ultima risposta 12/02/2016 14.04.10
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fragolo1980  @  10/02/2016 13:53:42
   7 / 10
Come sempre il nome di Tarantino è sinonimo di qualità e su questo non ci piove,detto questo il film è veramente godibile (come d'altronde tutti i suoi film)però forse i piccoli difetti di questa pellicola sono,
una durata eccessiva,e un non so che di già visto (vedi le iene e tutti i monologhi presenti nei suoi film).
Comunque vale veramente la pena vederlo,specialmente la fine come di consueto non annoia(chi conosce Tarantino sa a cosa mi riferisco).
Il cast è ottimo,mi sono piaciuti molto Samuel L. Jackson e Kurt Russell ma complimenti all'interpretazione di Jennifer Jason Leigh veramente sopra le righe.anche le musiche di Morricone molto belle.
Concludendo assolutamente da vedere anche se l'ho trovato inferiore alle sue ultime due pellicole.

demarch  @  10/02/2016 13:37:12
   7 / 10
Tarantino per me e'un grande. Sicuramente lo stimo per i suoi primi lavori che amo, e per altre vicende extra cinema.
Però ormai Quentin e'una brutta copia di quello che fu.
Questo film e'sicuramente valido per quanto riguarda le prove di alcuni attori, alcune riprese di altissima qualità e di straordinario impatto e per la colonna sonora.
i difetti sono però quelli già riscontrati in django e cioe'una durata eccessiva per la storia che si racconta, la sceneggiatura ben lontana da quello che tarantino fece agli inizi e una smania di tarantino di strafare e superare il limite, sempre spacciando queste scelte per genialità.
Insomma un buon film, ma come per django andateci piano coi 10. Il miglior tarantino ha già dato

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  10/02/2016 12:04:55
   9 / 10
L'ottavo film di Tarantino riconferma il fatto che vedere i film di questo regista e' sempre un'esperienza che merita di essere vissuta in una sala cinematografica. Otto personaggi in un western teatrale, dove oltre che recitare per il pubblico recitano fra di loro. Tarantino gioca con i suoi personaggi e cita in vari punti i suoi precedenti lavori. Dialoghi curatissimi, attori fantastici, l'unico sottotono e' Roth, fotografia incredibile e la colonna sonora incornicia tutto alla perfezione.

favam  @  09/02/2016 23:29:46
   5 / 10
Verboso, troppo, inutile, tanto. Stavolta mi ha deluso e proprio dove meno me lo aspettavo. Speriamo in un solo passo falso perchè gli ultimi due lavori erano davver di ben altro spessore.

Manticora  @  09/02/2016 22:40:49
   4½ / 10
I miei amici continuano a non capire e ad accettare,a me Tarantino ha STUFATO,ma loro continuano,e con la storiella che questa volta sarà meglio mi comprano il biglietto,ma almeno questa volta a 4 euro,e per non sentirli l'ho comprato io...
Un film inutile,ma perchè?Perchè ogni tanto questo copione di professione non decide di smetterla di masturbarsi davanti a tutti?La masturbazione soprattutto mentale è qualcosa di PRIVATO,sono tollerante,i fan e gli avvocati difensori possono anche sciropparsi tutto il cinema di tarato,andare in estasi per le seghe mentali dei dialoghi,le citazioni,la musica e tutto,ma io no,il cinema DEVE raccontare storie,e se la storia annoia allora vuol dire che c'è qualcosa di sbagliato.Ormai è dai tempi di Pulp Fiction che Taranta ha sminuito la sua già scarsa capacità di scrivere sceneggiature,questo non è un film è un opera teatrale che TEMPOREGGIA,per annegare il tutto nella caciara e nello splatter.MA NON FUNZIONA,il pubblico infatti negli usa è rimasto freddo,facendolo finire presto nel dimenticatoio.Le uniche cose positive a parte il reparto tecnico,luci,effetti speciali,costumi,scenografie sono la colonna sonora,che riprende addirittura un pezzo non usato da Morricone per la Cosa,buone musiche,ma una delle poche cose che sà scegliere e la musica.Il secondo elemento è l'unica attrice femminile,Jennifer Jason Leigh,che in minoranza tra i maschi recita anche con il corpo,che subisce violenze,insulti anche se poi il pompino,sinceramente gratuito e diciamo inutile,tipico del cinema del taranto...
Per il resto tutti si parlano addosso,aneddoti,storielle,prese di posizione,tutto molto teatrale,ma questo DOVREBBE ESSERE CINEMA,per questo risulta noioso,perchè alla fine i dialoghi NON SIGNIFICANO UN BEL NIENTE,giusto qualche allusione qua e là,forse il regista dovrebbe pensare di delegare il ruolo di sceneggiatore a qualche professionista,ci sono apposta,ma non lo ammetterà mai.Alla fine cosa resta degli otto?Niente,come tutto l'arzigogolato cinema di tarato,mediocre e sopravvalutato,ma tutto questo è accademia...i maestri sono altri.

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Ultima risposta 12/02/2016 10.39.56
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mainoz  @  09/02/2016 22:33:16
   7 / 10
Continuo ad essere sorpreso da cio' che partorisce la mente di questo folle e bizzarro regista. Purtroppo non e' uno dei migliori Tarantino, per me siamo lontani dagli ottimi "Bastardi senza Gloria" e "Django". Troppe forzature nella trama, tutti conoscono tutti, intrecci improbabili. Eccessiva poi la somiglianza con "Le Iene", anche se il cast e' comunque in entrambi di ottimo livello. Violenza eccessiva e gratuita, elogio alla violenza che sfocia nel grottesco. Ho inoltre trovato attori poco sfruttati, uno spreco concedere cosi'poco spazio per i fedelissimi Madsen e Tim Roth. Promuovo invece Goggins come piacevole sorpresa e l inossidabile Samuel L.Jackson. Non sono riuscito a immedesimarmi in nessun personaggio e soprattutto perche' non esiste il "buono" di turno, tutti sono in parte malvagi. Resta un film comunque da vedere per la discreta tensione che riesce a creare in alcuni momenti e la bravura del cast.

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Ultima risposta 10/02/2016 17.09.40
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Scuderia2  @  09/02/2016 20:40:46
   5 / 10
Ottava fermata per il macchinista di Knoxville.
Sembra già quasi un capolinea.
Avanti con l'Ultra Panavision 70 mm che,a dire il vero, regala una profondità di immagini che sembra proprio di essere all'interno dell'emporio:bello davvero,quasi tridimensionale.
Peccato non si possa parlare della stessa profondità per quanto riguarda i dialoghi che di profondo hanno solo il puntare all'infinito dell'ampollosità e della stucchevolezza.
Guardando con occhio attento si potranno cogliere le manie artistiche del regista con la lettera di Lincoln che,estratta sulla diligenza,emana luce come la valigetta di Vincent e Jules;o il colpo di teatro dei ratti o chi per loro nascosti sotto i pavimenti di legno.
Son soddisfazioni,ma ancor di più quando Tarantino si mette a girare con giudizio e tira fuori scene girate da Dio come quella dall'interno della stalla che riprende l'esterno innevato e i personaggi che avanzano.
Ma stavolta quello che non gira è la storia.



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Come da copione,comunque,scatta la classica ignoranza splatter,con teste esplose,braccia mozzate e vite strappate.
A proposito,i gatti hanno sette vite,non nove.
Fustigati,Quentin.

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Ultima risposta 09/02/2017 20.33.06
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Frogger  @  09/02/2016 20:35:36
   8½ / 10
Tarantino è una garanzia, dialoghi fantastici, scenografia, caratterizzazione dei personaggi, tutto sublime. Le 3 ore volano. L'unica cosa su cui posso disquisire rimane la storia in se, ma è un opinione personale, ed a me è piaciuta un po meno rispetto django o bastardi, giusto per citarne qualcuno degli ultimi. Ma siamo veramente parlando di sensazioni, ripeto, il film rimane una bomba.

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