uccellacci e uccellini regia di Pier Paolo Pasolini Italia 1966
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uccellacci e uccellini (1966)

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locandina del film UCCELLACCI E UCCELLINI

Titolo Originale: UCCELLACCI E UCCELLINI

RegiaPier Paolo Pasolini

InterpretiTotò, Ninetto Davoli, Femi Benussi, Rossana Di Rocco, Renato Capogna, Rosina Moroni, Lena Lin Solaro, Gabriele Baldini, Francesco Leonetti

Durata: h 1.28
NazionalitàItalia 1966
Generecommedia
Al cinema nel Settembre 1966

•  Altri film di Pier Paolo Pasolini

Trama del film Uccellacci e uccellini

Totò e il figlio Ninetto si stanno recando presso un cascinale nei dintorni di Roma, con l'intenzione di sfrattare dei poveracci che non pagano l'affitto da mesi e si cibano solo di nidi di rondine. Durante il percorso incontrano un corvo parlante che si rivela un saccente intellettuale marxista di vecchio stampo. L'uccello convince Totò e il figlio a vestirsi da frati ed a ripetere a tutti gli uccelli la predica di San Francesco. Totò, nei panni di Frà Ciccillo riesce a farsi capire dai falchi e dai passerotti...

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Voto Visitatori:   7,57 / 10 (58 voti)7,57Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su Uccellacci e uccellini, 58 opinioni inserite

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alex94  @  12/05/2020 20:00:54
   7 / 10
A mio avviso non il miglior Pasolini ma comunque una pellicola suggestiva ed interessante nonostante le imperfezioni.
Atmosfera rarefatta, ambientazioni perifiche ben sfruttate e fotografate in uno splendido bianco e nero e sopratutto una grande prova del cast nel quale spicca ovviamente un grande Totò in una delle sue ultime grandi interpretazioni.
A volte il sovraccarico di simbolismi e metafore potrebbe far perdere il filo del discorso ma il clima particolarissimo che si va acreare è unico.
Da vedere almeno una volta

Goldust  @  24/11/2017 15:11:46
   5 / 10
Toto' si cala a suo modo magistralmente nel registro drammatico e con un giovane e ruspante Ninetto Davoli forma una coppia padre-figlio davvero affiatata. Sono loro il plusvalore che riporta sulla terra una commedia politica troppo intellettuale e spesso slegata negli episodi, che alterna momenti di grande emozione ( pochi ) ad altri di scarso livello ( dovuti principalmente alla scelta non sempre felice di utilizzare attori non professionisti presi dalla strada). Per "digerirlo" appieno andrebbe forse visto più di una volta: in futuro lo farò sicuramente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  25/12/2016 23:22:42
   8 / 10
Una favola surreale che nel suo girovagare senza meta mostra le contraddizioni di un paese e nell'incapacità dei due personaggi di avere un propria coscienza di classe al quale corvo, sorta di grillo parlante collodiano, cerca in tutti i modi di instillare. Come in Accattone il contesto è fatto soprusi dove il pesce piccolo viene sempre mangiato dal pesce grosso e dove l'istinto di sopravvivenza, quella fame che viene dallo stomaco vuoto primeggia su tutto e su tutti. Magnifica l'interpretazione di Totò spogliato dalla sua maschera irriverente e clownesca per assumere toni comici e tragici pià sottili e misurati, accompagnato dall'esordiente Davoli, perfettamente a suo agio nel ruolo.

Colibry88  @  28/10/2016 00:38:11
   7½ / 10
Su suggerimento di Marco986 mi sono messo alla ricerca di questo "Uccellacci e uccellini" di Pasolini. Ebbene, seppur inizialmente un po' perplesso, ho deciso di seguirlo con attenzione. Va immediatamente chiarito che non è un film per tutti, nel senso che il suo profondo significato potrebbe sfuggire facilmente, e molto probabilmente è sfuggito anche al sottoscritto, ma non importa. La visione necessita attenzione e "desiderio". Alla fine devo ammettere che mi è piaciuto, inoltre, pur non condividendo molte delle idee espresse nella pellicola, devo ammettere che Pasolini è riuscito, con rara maestria, a lanciare il messaggio desiderato in maniera asciutta e onesta. I vari episodi raccontati dal corvo marxista sono sufficientemente accattivanti e gli incontri surreali fatti dai due protagonisti sono illuminanti ed efficaci. Per quanto mi riguarda, la morale del film (nel caso ve ne fosse una) è che, nel gioco della vita, tutti "dobbiamo" qualcosa a qualcuno, e nessuno può dirsi risolto in assoluto.
Per concludere va doverosamente segnalata la sorprendente performance del grande Totò. Pasolini mischia in modo sottile commedia, dramma e surreale con molta semplicità. Vale la pena di vederlo ma ricordo che non è un film qualunque.

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Ultima risposta 28/10/2016 20.27.24
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GianniArshavin  @  22/10/2016 12:43:39
   7 / 10
Due geni come Pasolini e Totò uniscono le forza per dare vita ad un prodotto particolare, grottesco, che fu un fiasco al botteghino ma che l'intellettuale friulano considerava il preferito fra i suoi film.
è difficile parlare di un'opera cosi complessa e concettuale, stracolma di metafore e significati politici e sociali.
La trama è una sorte di viaggio on the road sui generis, catartico e a tratti onirico. Pasolini sfrutta la recitazione genuina di Davoli e l'espressività straordinaria de Il Principe per parlare di comunismo, religione, economia e società utilizzando allegorie non fruibili completamente alla prima visione.
Indubbiamente questo mix cosi complesso di generi e temi rende Uccellacci e uccellini sia affascinante quanto ostico, ed infatti non sono riuscito ad apprezzarlo e capirlo come altri film del Poeta.
La prova dei due attori principali è sicuramente di valore, ed è interessante notare il parallelo fra il debuttante assoluto e il mostro sacro che deve, per la prima volta in carriera, sottostare ai dettami del copione. Il risultato è di grande valore, e Totò riesce a sfornare una prestazione sentita e intensa.
Da sottolineare anche i bellissimi titoli di testa, accompagnati da una canzone divertentissima.

In sintesi Uccellacci e uccellini merita più di una visione per essere compreso al meglio. Resta un titolo di qualità che vede insieme due grandi protagonisti della cultura italiana.

fabio57  @  26/09/2016 15:52:07
   7 / 10
Pier Paolo Pasolini era regista nonché scrittore contradditorio e controverso, ha generato critiche ed encomi, ha avuto estimatori e detrattori. Tracciare un ragionevole giudizio su quest'opera è impresa difficile. Innanzitutto non appartiene a nessun genere .Totò è qui in una veste del tutto insolita e francamente non del tutto appropriata. La storia surreale,in bilico tra dramma e commedia vorrebbe avere diverse chiavi di lettura, tuttavia personalmente, mi sembra un lavoro ambizioso, molto pretenzioso, a tratti cerebrale e forse anche sopravvalutato. La grandezza del regista è più facile rintracciarla nei suoi scritti anziché nei suoi film, ma attenzione questo è solo il mio modestissimo parere, che lascia il tempo che trova. Numerosi cinefili inorridiranno leggendo queste righe, tuttavia il bello di questo forum è che tutti possono esprimere opinioni, anche senza essere Morando Morandini o Gian Luigi Rondi.

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Ultima risposta 26/09/2016 18.50.59
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Matteoxr6  @  09/06/2016 18:21:24
   5½ / 10
Ottimo idea e modo di delineare marcroscopicamente la società e l'apocatastasi ineluttabile risultante, ma avrei preferito un cortometraggio; l'episodio francescano andava diretto meglio. Nota a parte: la gente presa dalla strada non è capace di incidere nella mente di chi guarda l'emozione giusta, punto. Bisogna essere dei grandi attori dotati di altrettanta sensibilità e talento per riuscirvi, ci sarà un motivo, no? Autenticità non è sinonimo di realtà; forse a qualcuno sfugge.

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Ultima risposta 08/10/2016 02.03.43
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Filman  @  07/05/2016 14:07:13
   7½ / 10
L'anima favolistica di UCCELLACCI E UCCELLINI nasce con una componente post-moderna dettata da contesti e rappresentazioni razionali, che alimentano, con una visione per l'appunto nuova, l'ambito surrealista, rimanendo però un insieme di concetti determinanti che non rispecchiano al meglio il senso del racconto, frammentato e dalle idee rustiche o vaghe che costruiscono una serie di micro-vicende a volte dimenticabili all'interno di una macro-vicenda senza conclusione. L'inizio di un buon rapporto tecnico tra la macchina da presa e Pier Paolo Pasolini inizia con quest'opera, pregna di immagini che nella loro staticità regalano delle dovute espressioni e linguaggi, la cui sceneggiatura regge sulla convinzione del voler ampliare il concetto di favola, applicandovi anche e soprattutto una morale sociale, senza tuttavia degne metafore a rapporto.

JOKER1926  @  02/04/2014 20:18:05
   7 / 10
Pensatore del novecento, Pier Paolo Pasolini, ha avuto sempre una visione estrema delle cose, alle volte persino contradditoria. Acclamato per la sua demagogia fondava e fonda il suo successo di pensiero grazie alla sua trasversalità di concetto, nel bene e nel male. "Uccellacci e uccellini" è un film che lo rappresenta fortemente.

Nel cast di questa produzione degli anni caldi, quelli che precedono le sanguinose rivolte di fine anni sessanta, compare il nome di Antonio de Curtis.

"Uccellacci e uccellini" vive quindi in due grandi firme, artisti lontani (Pasolini e de Curtis) ma legati ad un film che ancora oggi fa parlare di se. Gran parte, o forse la totalità, del progetto del 1966 poggia su un disegno ideologico, in ballo i concetti del comunismo con tutti i suoi interpreti, nel film il riferimento a Togliatti diventa ben presto chiaro e forte.
Nel contesto scenico adoperato da Pasolini un ritratto di un'Italia di altri tempi; le vicende sono incentrate intorno a due personaggi, padre e figlio, accompagnati da uno stravagante corvo parlante; il percorso intrapreso dalla combriccola è vago e assai incerto; la strada appare infinita, essa forse si poneva e voleva immolarsi come rappresentazione di una ascesa spirituale che si consuma ahimè fra tentazioni e rese (di idee).

"Uccellacci e uccellini" è il preferito di Pasolini esso è un film che si avvale più di una comicità spensierata che di una rovente drammaticità, a ritmo alternato pennella le vie della discussione, con Pier Paolo Pasolini, ossia con chi adopera la camera secondo concezione personale, è facile imbattersi con significanti che a livello numerico abbattono pure i significati e la proiettività degli stessi. Ovvero Pasolini non sempre con "Uccellacci e uccellini" vuole catechizzare fino alla fine, alle volte si ferma alla simbologia, lo spettatore dovrebbe poi, in un secondo momento, far sua la cosa.

Il corvo e la prostituta le bandiere della debolezza (più desolante che drammatica) di un popolo; gli uccelli, quelli piccoli e quelli grandi (gli uccellacci) membri di una società che partendo dagli stessi concetti religiosi tende a distaccarsi e ad andare avanti con l'uso della prepotenza. Il film ha una portata politica e sociale. Difficile apprezzarla in toto (il riferimento è generico non al film) per via dell'aggressività dell'autore, una sorta di dittatore contro la dittatura; i passaggi del pensiero di Pasolini sono spesso aggressivi e fuori logica ma in "Uccellacci e uccellini" la critica personale è in effetti più pacata e silenziosa. Parola alle scritte, agli animali e all'immagine, tutto senza clamorosi eccessi.

Project Pat  @  24/02/2014 16:10:11
   5 / 10
Sembrerebbe un prodotto esoterico a più non posso (trovo sia questo il termine giusto), che Pasolini abbia voluto realizzare per una decina di persone al massimo, capaci anch'esse e solo loro come lui di comprenderne il significato, di quelle che si guardano a vicenda e basta loro uno sguardo per intendersi, tanto per capirci; ma se è vero che esiste una forma d'arte chiamata cinema, essa dovrebbe essere come tale accessibile a tutti, altrimenti non potrebbe meritare il nome che porta (questo è un sacro presupposto che ho sempre pensato e penserò sempre). Orbene, un film che vuol dire tutto e niente o meglio, che vuol dire innegabilmente qualcosa, peccato che non si capisca minimamente cosa. Da gran fruitore di Pasolini quale sono non sono riuscito successivamente a farne un'analisi completamente adeguata (e penso che questo sia tutto dire), ma anche leggendone altre possibilmente coglienti in toto, è troppo facile allora e solo allora capire e fare del film un capolavoro, quando per un'ora e venti non si ha avuto la più pallida idea di ciò che si è visto. Volendo tuttavia passar sopra alla scatenata libertà di regia dell'opera, ho trovato questa carente anche dal punto di vista della recitazione, in particolare quella del protagonista affiancante Totò (quest'ultimo il quale è invece un fenomeno ma si sa, d'altra parte), cosa non certo da poco.
In sintesi, Un film che andava spiegato molto, ma molto di più, anzi spiegato proprio. Tra l'altro, se è vero che il troppo storpia, non vedo perché ciò non dovrebbe valere anche per un'eccessiva contestualizzazione da parte dello spettatore.

Paolo70  @  01/02/2014 21:23:25
   5 / 10
Questo film avrà dei significati particolari ma personalmente non mi è piaciuto. Preferisco il classico Totò che interpret dei film più divertenti. Le interpretazioni di questo film, ad eccezione del grande Totò, non le giudico sufficienti. Il film inoltre risulta per grandi tratti lento e noioso.

pak7  @  05/01/2014 03:23:57
   7 / 10
Mi spiace perché avrei voluto gridare anche io al capolavoro: Pasolini geniale lo è senz'altro, e avrò occasione di apprezzarne le doti in altre pellicole, così come ho fatto nello splendido episodio " che cosa sono le nuvole? " in capriccio all'italiana, ma in questo, seppur con le splendide interpretazioni di Totò e Davoli, non mi ha fatto impazzire: avrei lasciato maggiormente spazio al viaggio di padre e figlio, piuttosto che avventurarmi nello storia dei frati medievali. Pellicola che, come molte altre, ha bisogno di essere, almeno nel mio caso, rivista e rivisitata in una prossima seconda visione.

Oskarsson88  @  23/03/2013 03:36:42
   7½ / 10
molto particolare, questa commedia grottesca non per tutti. L'ho apprezzata abbastanza, magici i titoli iniziali. E fortissimo il giovane Ninetto Davoli.

baskettaro00  @  07/04/2012 22:42:36
   7 / 10
insolito film,in bilico tra la commedia e il grottesco,forse la storia poteva esser meglio sfruttata,magari evitando in primis la storiella dei frati medievali,troppo lunga..titoli di testa che probabilmente rimarranno tra i migliori mai realizzati.
un pasolini non eccellente.

gemellino86  @  20/02/2012 13:27:56
   7½ / 10
Buon film di Pasolini un po' particolare per le tematiche. Bravo Totò insieme ad altri attori semisconosciuti. Da vedere ma non per tutti.

M0rg4n  @  05/02/2012 10:57:58
   7 / 10
Stupendi i titoli di testa e la tutta la prima parte del film, purtroppo nella seconda parte scade nella solita ideologia da intellettuale di sinistra (sicuramente da contestualizzare, però...).

1 risposta al commento
Ultima risposta 27/05/2012 16.13.21
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  01/12/2011 22:38:25
   7½ / 10
"Uccellacci e uccellini" si svolge su due piani paralleli: quello dell'ideologia e quello dell'arte.
Dal punto di vista ideologico Pasolini vuole dimostrare che le principali correnti di pensiero dominanti allora in Italia (la cattolica e la marxista) sono in sé imperfette e impossibili da realizzare. C'è da dire che Pasolini ha un atteggiamento complesso verso le due ideologie, le accoglie e le critica allo stesso tempo, non ha pregiudizi o preclusioni, ne sente e ne condivide lo spirito fondante, ma non può fare a meno di rappresentarne anche il fallimento pratico.
Nonostante l'adesione al comunismo, Pasolini non è mai stato un anti-religioso, anzi ha sempre mostrato di sentire il fascino della spiritualità (anzi delle persone spirituali) e "Il Vangelo secondo Matteo" ne è stata la conferma. "Uccellacci e uccellini" stesso adotta un metodo di esposizione a situazioni esemplari (quasi delle parabole), tipico dei testi religiosi. Nello specifico il ruolo ideologico della religione viene affrontato nell'episodio di Frate Ciccillo (una vera e propria parabola). I personaggi (San Francesco, Ciccillo, Ninetto) vengono trattati con simpatia e adesione, sono sinceri, convinti di quello che devono fare. E' il mondo che sta intorno a loro che non li segue, che non li può seguire. Le persone comuni scambiano la spiritualità per materialità (tutto il mercatino della santità), mentre la natura fondante degli esseri viventi (competizione, distruzione reciproca, egoismo, edonismo) non si riesce proprio a cambiare.
Il compito della spiritualità religiosa è quello di tentare incessantemente una missione impossibile in un mondo che la strumentalizza.
L'ideologia marxista è invece impersonata da un corvo petulante e chiaccherone. Ed è proprio la dimensione parlata quella che viene messa in edivenza. Il marxismo si nutre di tantissimi discorsi e di iconografie (marce, canzoni, il culto della personalità) mentre è palese la scarsa incisività e la scarsa adesione che ha nel pratico sociale. Il reale è solo un gran mercimonio dove ognuno (pure il piccolo) cerca di schiacciare quello che sta sotto di lui, senza pietà, senza solidarietà.
Gli intellettuali si tramandano un compito impossibile in un mondo dove resteranno sempre una minoranza inefficace, accolta con fastidio, usata e gettata.
Questa è la parte più "difficile" e pesante del film, non di facile accesso e comprensibile a tutti. Questa parte stride in qualche maniera con la parte più riuscita e più bella del film, quella artistica.
"Uccellacci e uccellini" infatti ha una fotografia veramente bella che riesce a essere esemplare, a rimanere impressa. Le immagini nitide di periferie, discariche, pezzi di campagna, insomma ogni inquadratura parla, esprime, rappresenta, viene percepita come qualcosa di unico e di particolare, nonostante sia completamente normale e quotidiana. La grande arte di Dreyer prosegue nell'opera di Pasolini.
Ci sono poi le scene medievali ambientate in luoghi poco noti ma bellissimi (ho riconosciuto Tuscania quando non era ancora turistica).
C'è poi il sarcasmo e le scenette in stile slapstick che danno un tocco leggero e scanzonato all'opera (per smorzare l'eccessiva serietà degli argomenti).
Infine c'è tanta poesia, soprattutto nella recitazione di Totò e di Ninetto Davoli. Tante espressioni, tante piccole scene toccano il cuore da quanto sentimento naturale e sincero riescono ad esprimere.
Peccato appunto che le due parti (l'artistica e l'ideologica) non riescano a fondersi a dovere e che il film a volte non proceda spedito e coinvolgente. "Uccellacci e uccellini" rimane comunque un grande film.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  18/04/2011 10:56:17
   6½ / 10
Non il miglior Pasolini. Devo dire che ultimamente questo autore mi colpisce sul serio, mi piace per il suo intellettualismo, però non ho ancora visto il suo capolavoro. “Uccellacci e Uccellini” è sicuramente carino per le tematiche grottesche e il surrealismo della trama, però non si può dire che sia scorrevole. Neanche le interpretazioni mi hanno colpito molto a parte quella di Totò, che è la prima volta che vedo in un lungometraggio. Regia non matura. Da ricordare invece i titoli di testa… non ne ho mai visti di simili! Ebbravo Ennio.

Invia una mail all'autore del commento Don Callisto  @  08/02/2011 17:48:10
   9 / 10
un capolavoro...vedere Toto e ninetto assieme!
pasolini mette filosofia,propaganda declinante verso la fine del partito comunista,fantasia e tanto amore, per un umile ma grande film dell epoca.
la musichetta di morricone è sensazionale!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  07/12/2010 22:47:58
   7½ / 10
Quando è finito ho provato, anche se in maniera ridotta, la stessa sensazione che ho provato trovandomi davanti i titoli di coda del mio ultimo Fantozzi. E mi chiedevo: "Già finito?" La magia (se così vogliamo chiamarla) che regala questo film è davvero piacevole. Non sta tanto nella trama, quanto nella maniera in cui è trattata. Un film di Pasolini, con Totò e Ninetto Davoli, questo dice già abbastanza. La serietà e poeticità di PPP, unita all'allegria e alla spensieratezza dei due comici. Questi sono seguiti da un corvo intellettuale-marxista davvero insopportabile, per due come Totò e Ninetto. E così il film si sviluppa, va avanti fluido e leggero. Parla di argomenti come gli antifecondativi con una leggerezza e una spensieratezza unica. Diciamo che fa "riflettere allegramente". Basti pensare ai titoli di testa e coda, con la voce che canta i nomi di autori e interpreti ("Diresse rischiando la reputazione Pier Paolo Pasolini"). Senza dubbio, ripeto, mette di buon umore, almeno rispetto ad "Edipo re", che è invece una tragedia per eccellenza. L'unica cosa negativa è forse il fatto che l'apologo è un po' troppo lungo, si poteva lasciare (secondo me) più spazio al racconto del viaggio dei due protagonisti. Poi io non sono nessuno per criticare uno come Pasolini.
Pasolini che comunque, dopo "Edipo re" e "Che cosa sono le nuvole", continua a piacermi.

ps mi spiace che molti, qui, commentando, non abbiano nemmeno citato l'interpretazione di Totò.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  29/11/2010 13:50:12
   8½ / 10
Sull'interpretazione di Totò
grande interpretazione meritata la palma d'oro e il nastro d'argento

1 risposta al commento
Ultima risposta 07/05/2016 17.25.42
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  12/08/2010 11:23:39
   7½ / 10
Indubbiamente un esperimento originale e riuscito,con un grande Totò che all'epoca finalmente riuscì a convincere per la prima volta i critici che lo snobbavano grazie alla sua prova.
Come disse lo stesso Pasolini,Uccellacci e uccellini ha lo spirito surreale di una favola e come una favola và avanti senza una vera e propria storia,ma dietro la favola ci sono i rimandi del regista alla crisi del comunismo,c'è una critica esplicita alla sinistra,ci sono i sottoproletari...
Probabilmente oggi è un Pasolini poco fruibile senza informarsi di cosa parli esattamente questo suo lavoro,però all'epoca fu il primo successo di critica di PPP,seppur controbilanciato da un fiasco ai botteghini nonostante la presenza di Totò.
Le figure disincantate di padre e figlio,eppure così umane,sempre in viaggio al centro della strada,sono indimenticabili. Bravo anche Davoli,ma è Totò che dimostra la sua forza di maschera ora comica,ora drammatica,ora clownesca... L'umanità nella sua essenza,insomma.
Eppure qualcosa mi rende Uccellacci e uccellini inferiore ai precedenti lungometraggi di Pasolini,forse sarà proprio la sua particolarità. Comunque merita almeno una visione.

pinhead88  @  04/06/2010 13:27:58
   6 / 10
Particolare e originale fin dai primi minuti con i titoli di testa,tuttavia non è il Pasolini che prediligo.

CAMORRISTA  @  04/05/2010 16:17:28
   7½ / 10
è un gioiellino di totò...genere della mandragola!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  11/02/2010 19:24:37
   8 / 10
E’ sempre difficile commentare in poche righe un film di Pasolini - egli che è l’intellettuale (o anti-intellettuale?) che si mischia col volgo.
La filosofia diviene irrisoria. Si veda, per esempio, come il corvo narri ai protagonisti, in un linguaggio arcaico e forbito, vecchi aneddoti e massime che i fatti puntualmente contraddicono.
E’ la sua una grande allegoria “uccellesca” - non più poesia - sulle sperequazioni sociali e il fallimento dei valori cristiani (ci torna in mente Bunuel), dall’ampio respiro grottesco e surreale, polemicamente immersa nella situazione politica del paese.
Si può dire, addirittura, che sia l’invenzione comica di un nuovo genere di racconto.
Totò sa essere docile, è bravissimo e riesce bene ad adeguarsi, una “ricca maschera di cera” facile a plasmarsi: forma con Ninetto Davoli una coppia straordinaria.
Ma è innanzitutto un film di Pasolini; e come per “La ricotta”, l’epilogo riconduce alla sua poetica della fame: non dunque quella metafisica, ma quella propria dello stomaco vuoto.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  17/12/2009 10:26:27
   7 / 10
Non il mio Pasolini preferito, decisamente. Rimangono potenti l'impianto visivo e la grande originalità dell'intuizione, come strepitosa è l'interpretazione di Totò; le eccessive lungaggini, però non permettono a questo film di volare oltre.

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Ultima risposta 19/12/2009 14.51.54
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topsecret  @  11/11/2009 10:53:54
   6 / 10
Certamente è un film particolare (uno dei pochi interpretati da un Totò meno leggero del solito), originale già a partire dai titoli di testa cantati.
Pasolini alla regia, Totò interprete e Morricone alle musiche, grandi nomi che però, personalmente, non mi hanno trasmesso grandi emozioni durante questa visione.
Simpatico Davoli nel dare vita al suo personaggio così ingenuo e scanzonato.
Forse sarò superficiale e poco propenso ad un certo tipo di cinema, però Totò lo preferisco in altri film.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  10/07/2009 13:08:56
   7 / 10
Okkèi basta con 'sto film oramai. Mi rendo conto di non conoscere affatto P.P.P. l' autore, e mi rendo altrettanto conto di non riuscire a comprendere un intellettuale e pensatore della sua portata. Senza leggere i commenti che mi precedono non avrei colto i reali intenti di Pasolini, scriverne qualcosa ora sarebbe ridicolo quindi andatevi a leggere chi mi precede. Cinematograficamente invece ricordo di un film interessantissimo, in bilico tra surrealismo e grottesco, piacevole e leggero come una commedia.

Jh0n_Fr0m_Br0nx  @  16/05/2009 00:05:51
   8½ / 10
Film geniale sotto molti aspetti...l'impressione complessiva del film dopo un'attenta visione è quella di aver assistito alla normale vita di 2 persone,padre e figlio (rispettivamente Totò e Davoli Ninetto) che viandando per le strade di Roma e dintorni svolgono il loro lavoro e i loro doveri, anche se non sempre chiaramente esplicitati. La chiave del film sta invece nel commento critico e politico del corvo(doppiato dal maestro Pasolini)che accompagna i 2 protagonisti per tutta la durata del film,commentando con sagge frasi tutte le azioni e i comporatamenti dei 2 protagonisti.
Interesante la visione del funerale di Palmiro Togliatti come simbolo della morte del Comunismo,dell'ideologia comunista.La stessa fine del film ne è un'altra dimostrazione.
Colonna sonora realizzata da Ennio Morricone a dir poco fantastica e molto avanguardistica per l'epoca.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  18/03/2009 19:22:38
   8½ / 10
Grande film dell'immenso Pasolini.
Già dai titoli di testa cantati si intuisce di essere dinnanzi ad un opera unica.
Il film non è altro che una metaforica visione del mondo e una profezia sulla fine dell'ideologia.
Il film non si può discutere sotto il profilo tecnico, è tutto ottimo.
Film non adatto a tutti ma una vera perla purtroppo apprezzabile da pochi.

Neu!  @  16/03/2009 19:48:17
   8 / 10
mettiamo subito in cgiaro una cosa. l'attore che recita su questa pellicola non è Totò, ma Antonio De Curtis. Totò era quell'attore geniale che riusciva a spiccare anche in film mediocri e con tremila carenze tecniche. non importa chi c'era alla regia, il regista veniva seppellito dalla figura di Totò. non importava la trama, anch'essa veniva seppellita da Totò. per non parlare degli altri personaggi. quando Totò recitava importava solo una cosa: Totò e le sue battute; tutto il resto era superfluo: non importava in che razza di film stesse recitando. non so se commenterò mai i film di Totò su questo sito perchè sarei indeciso con quasi tutti se dare un 10 (per Totò) o un 3 (per tutto il testo). fa eccezione qualche film (Guardie e Ladri, che è una miscela esplosiva), ma questo discorso vale per il 90% della filmografia di Totò. detto questo, questo non è un film di Totò. è il film di un uomo che è stato una vecchia maschera e che qui dimostra di essere un buon attore, con qualche spunto geniale (l'episodio dei frati), e con qualche riferimento sporadico a il suo vecchio modo di recitare; ma nel complesso ci ragala una recitazione abbastanza normale. Antonio De Curtis quindi, non Totò.
dopo questa (inevitabile) premessa posso parlare del film. bello, soprattutto l'episodio dei frati (che poi è l'immagine che è rimasta del film) ma a mio parere non è il migliore di Pasolini: troppo legato alle ideologie. è inevitabile che visto con gli occhi di un uomo del 2009 il film risulti invecchiato tantissimo per questo motivo (mentre altri suoi film hanno superato meglio la prova del tempo, su tutti il sottovalutatissimo "Salò o le 120 Giornate di Sodoma"). comunque ci sono dei momenti altissimi di satira efficacissima, alcuni più sottili e impercettibili, altri più chiari, altri addirittura dichiarati ("Per chi avesse dei dubbi o si fosse distratto, ricordiamo che il Corvo è un intellettuale di sinistra -diciamo così- di prima della morte di Palmiro Togliatti"). meritano una particolare attenzione i titoli iniziali; penso sia l'unico caso della nella storia del cinema dove siano cantati. la musica, trall'altro, è di Morricone.

Invia una mail all'autore del commento domeXna79  @  01/02/2009 20:46:55
   8 / 10
Particolarissimo film diretto da Pier Paolo Pasolini.
Uno sguardo sulle problematiche che si avvertivano nei tormentati anni ’60, ricchi di contraddizioni e turbamenti politico-ideologici ..la messa in discussione degli ideali marxisti, la lotta del proletariato, il ruolo dell’intellettuale (rappresentato dal corvo parlante) ed il viaggio verso un futuro incerto (i due protagonisti che camino nell’assolata periferia romana) ..l’uomo allo stesso tempo può assurgere al ruolo di carnefice (uccellacci) o di vittima (uccellini) a seconda della situazione (o anche status sociale) in cui si trova ..la rappresentazione scenica ne da una visione quasi surreale, a tratti farsesca, ricca di significati allegorici e con un taglio da “commediola” che nasconde in se solidi e precisi atti di accusa ..Pasolini da sfogo alle sue idee dandogli una forma vicina, popolare, leggera, pur trattando da intellettuale (figlio del “Dubbio” e della “Coscienza”) argomenti tanto seri e complessi.
Le maschere che sceglie sono assolutamente azzeccate, un inesperto e ingenuo Ninetto Davoli ed un grande come Totò, capace come pochi di dare al proprio ruolo delle sfaccettature uniche ..resta un film sicuramente non facile, particolare nella scelta rappresentativa ma di indubbio valore ..da vedere!

paride_86  @  16/10/2008 23:55:29
   8 / 10
Le masse ipocrite (Totò) e stupide (Ninetto) distruggeranno l'ideologia: è questo il presagio che Pasolini denuncia con l'amarezza e il rimpianto di chi non sa dove andrà a finire il cammino della società. Un film intelligente nei contenuti e geniale nella forma, concepito da un intellettuale di sinistra e indirizzato a politici e intellettuali della stessa parte a mo' di scintilla per un'accurata ed autocritica riflessione.

Sciamenna  @  15/09/2008 13:05:14
   8 / 10
Andare avanti, dimenticare un passato recente di stenti, guerre, miseria e privazioni.. ma come si fa, se restano ancora in giro uccellacci pedanti?

Perfetta rappresentazione dell'intellettuale di sinistra, il corvo, che farà una brutta fine, è veramente un rompiballe, è veramente anacronistico..

Dipinto allegro di un miracolo economico in arrivo, dipinto amaro di una affamata e finta spensieratezza : Mio caro esattore, lei è la figura più triste di un ordine gerarchico economico..

Erano poi così lontani i tempi del ventennio?

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  12/08/2008 14:23:53
   7½ / 10
Una particolarissima, a mio parere, introduzione di concetto a Salò.
Film ostico e non troppo riuscito, ma importantissimo che riflette sul reale problema della cultura italiana di fine anni '60 (ma che è attualissimo anche ora): la morte dell'ideologia.
La forma didascalica e la scelta di Totò come protagonista sono relativamente punti di forza del film. La prima pare quasi una provocazione per il panorama intellettuale allora contro Pasolini, la seconda è fortemente teorica..Totò l'attore che rappresentava l'"italianità" più gretta (insieme a Sordi, ma con un tocco intellettuale in più che Alberto acquisterà solo dopo "Un Borghese Piccolo Piccolo") diventa egli analisi diretta di quello che si analizzava tramite lui con i film che faceva. Da vedere, molto importante per comprendere i passi successivi della filmografia pasoliniana.

Vegetable man  @  26/05/2008 10:15:42
   6 / 10
Mah...certo, Pasolini in questo film non esprime nulla che non sia già nel suo pensiero: la sacralità dei semplici e della civiltà contadina che va scomparendo, le considerazioni sull'ideologia ed il suo ruolo nella vita sociale. Tuttavia, l'apparato teorico è imbastito in modo molto 'brutale', con metafore per nulla velate (io vengo dal paese dell'Ideologia, io sono figlio di innocenza) e per il resto solo uno spoglio fondale sul quale muoversi.
Salvo la sequenza di San Francesco: almeno è divertente e un po' mossa. Terribilmente statuaria la second parte.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  21/04/2008 21:34:54
   7½ / 10
Certamente non è il mio preferito di Pasolini, troppo didascalico per i miei gusti, ma è indubbio che questo sia un film originale, affascinante e, perchè no, anche divertente!

THE_FEX84  @  19/02/2008 18:37:05
   8½ / 10
Pasolini ha il coraggio di proporre Totò in una versione non farsesca,e lo immerge in un'atmosfera rarefatta ancorata all'attualità politica ricorrente dell'epoca.E se è vero che il suo apologo di estrema sinistra a tratti risulta un pò didascalico,è anche vero che il regista ha modo di battere strade diverse e che il suo film è ancora ammirevole a distanza di anni per come riesce a rappresentare il nostro Paese con un inusitato coraggio,senza fronzoli,e con una libertà di pensiero che fece intervenire all'istante la censura dell'epoca mettendo a repentaglio la già traballante carriera di Pasolini.Il percorso di Totò e Ninetto per le periferie degradate di una Roma lontana dall'avvento del boom economico,ci porta ad attraversare i momenti fondamentali del movimento politico del periodo,con un episodio iniziale(la morte di Togliatti)che induce al pensiero e al senso finale del film(che si chiude con la morte del saccente corvo-guida marxista,cucinato dai non alienati protagonisti),ma per tutto il loro cammino,i due avranno modo di incappare in qualche riferimento storico,celato sotto delle pungenti simbologie.Il film di Pasolini rimane unico nel suo genere,ed è un esempio ineguagliato di cinema-verità e surrealismo graffiante dagli effetti lirici,assolutamente inimitabile.Memorabile la canzone dei titoli di testa(pare interpretata da Domenico Modugno),che associa i nomi del cast a delle strofe poetiche,con il risultato di creare una poesia cantata piuttosto straniante.Totò rimase soddisfatto del suo rapporto con Pasolini,e continuò a collaborare con il regista in altri due episodi:"La terra vista dalla Luna"(tratto dal film"Le streghe")e"Che cosa sono le nuvole"(tratto del film"Capriccio all'italiana").

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  13/02/2008 19:52:39
   8 / 10
A metà strada tra un apologo e una parabola, Pasolini mette in scena una originalissima storia con la quale analizza, con toni tragicomici e surreali, i fondamenti sui quali poggia la comunità degli uomini e i principi che la governano. Ne viene fuori un'immagine desolante che ci mostra come i rapporti tra i soggetti siano drammaticamente e ineludibilmente segnati dalle prevaricazioni e dai soprusi, il cui riflesso è la stessa suddivisiosione in classi su cui si fonda la società. Questa condizione del genere umano è inveterata e immodificabile, perchè ontologicamente connaturata nella stessa specie dell'uomo, nonchè in tutte le specie animali, come dimostra la vicenda paradigmatica dei falchi e dei passerotti. Ogni tentativo atto a sovvertire questo stato delle cose è destinato miseramente a fallire, così come è accaduto per l'ideologia comunista e per quella cristiana (intesa secondo i canoni francescani). Il percorso di Totò e Ninetto (che accoppiata straordinaria), contrassegnato da svariati incontri e traversie, è la dimostrazione provata del pensiero disilluso di Pasolini, di cui il finale di questo eccelso lungometraggio costituisce un'emblematica rappresentazione.

2 risposte al commento
Ultima risposta 15/02/2008 15.32.09
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   8 / 10
Totò mi fa impazzire in questo film, perchè la sua ironia non è fine a se stessa; dovrebbe indurre credenti e non alla riflessione, c'è molta filosofia.
"la fede ci vuole con voi, altro che scienza...Signore mio non ho avuto fede abbastanza".
Bellissimo

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  08/08/2007 11:44:15
   9 / 10
Un Totò superlativo e inedito, recita una parte drammmatica poetica di grande valore professionale.

Un film indimenticabile che fa pensare su un'epoca di grandi fermenti ideologici e politici. Pasolini sottolinea la grandezza delle ideologie e delle contraddizioni umane, queste ultime le ritiene responsabili del loro fallimento.

Film di speranze e delusioni lungo un incessante vortice di paradossi che si susseguono colmi di irrazionalità storica.

Le grandi idee della storia cadono banalmente sotto i colpi oscuri di un nuovo che avanza cinico e silenzioso, indifferente a tutto ciò che già esiste.

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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  11/07/2007 16:11:10
   7½ / 10
Quando vedo questo film mi tornano alla mente le parole di Fabrizio De Andrè che più o meno esprimevano il seguente elementare concetto: se l’uomo non avesse un’ideologia, un sogno in cui credere, per cui vivere, sarebbe un mostruoso oggetto, non di certo un uomo.
Mi tornano in mente poiché mi paiano in contrasto, solo apparente, con il messaggio pasoliniano, che preannuncia ironicamente la sconfitta dell’ideologia. Ma lo fa con una favola surreale e poetica, dove le metafore sono tante e non tutte comprensibili ai più; Pasolini fa satira su se stesso, intellettuale di sinistra socialmente e politicamente disorientato, ha detto:” Non ho mai messo al mondo un film così disarmato, fragile e delicato come Uccellacci e uccellini.” Ma “ L'atroce amarezza dell'ideologia sottostante al film ha finito forse col prevalere”. E’ qui il punto debole del film, ampiamente colmato dalla fantastica originalità delle soluzioni cinematografiche, della magia del racconto favolistico che cozza brutalmente con la triste realtà.

7 risposte al commento
Ultima risposta 13/07/2007 19.42.02
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eizenstein  @  08/07/2007 12:07:30
   9 / 10
Questo film non ha eguali nella produzione cinematografica mondiale, e non può averne in quanto Pasolini era unico: eccellente regista e formidabile scrittore, in quest'opera comunica il suo maturo pensiero politico-filosofico per mezzo del grande Totò e delle surrealistiche immagini della periferia romana.
La ragione di quest'opera sta nel fatto che Pasolini era un intellettuale di sinistra che dopo molti studi, lotte e osservazioni della società era arrivato all'amara conclusione che le ideologie volgono al tramonto, il capitalismo sta distogliendo dalla fratellanza, dall'amicizia, dai valori più profondi. L'uccello più grosso mangia quello più piccolo, così come gli uomini mettono i più deboli con le spalle al muro i diseredati, per venire poi schiacciati dai più potenti. Forse si può dedurre che sia questa la legge della natura.

Passando al punto di vista cinematografico la degradata periferia romana è perfetta per descrivere il degrado umano e la miseria. Le infinite stradine polverose che non portano da nessuna parte, e che non si sa perchè sono seguite dai protagonisti, sono una metafora per descrivere la nostra società che cammina continuamente ma senza una meta.
Totò fornisce una prova eccellente e impersona il piccolo semplice borghese in modo convincente: lotta per la sopravvivenza senza ideali ma solo curandosi della giornata. Altrettanto bravo è Davoli, ragazzotto di borgata semplice e naturale.

Sfido a trovare un simile compromesso tra arte cinematografica e narrazione sociale e il finale ci procura molte riflessioni, come i film d'autore sanno fare.

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Ultima risposta 02/07/2017 00.33.09
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phemt  @  02/07/2007 16:44:05
   8 / 10
Uccellacci e Uccellini è un film al limite del weird, curioso e coraggioso, fatto di metafore e di spunti… Fin dai geniali titoli d’inizio (cantati da Domenico Modugno) capiamo che non abbiamo a che fare con un film qualunque… Pasolini dipinge un affresco dell’Italia anni 60 (filtrato attraverso la borgata romana) dove il pesce più grande mangia il pesce più piccolo… Surreale ma anche poetico, profondo ma anche divertente… Straordinario Totò, unico il “gioco di sguardi” finale tra Totò e Davoli…

PetaloScarlatto  @  15/06/2007 02:16:02
   6½ / 10
pasolini mi piace molto, ma questo film non mi ha mai colpito granché...


Noioso e ripetitivo, anche la sua poesia di strada si annacuqa un pò...

Grande Totò, finalmente in un ruolo che non sia la ripetizione di mille altri film...


Geniale il finale col corvo che...

iosper  @  19/04/2007 17:40:19
   7 / 10
Buona l'intenzione di Pasolini; bravo Totò non nella sua interpretazione migliore; Davoli buona spalla. Ma il film risulta a tratti noioso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  14/11/2006 19:03:13
   5½ / 10
mi spiace non essere daccordo con la media anche perche forse dimostra che non ho capito il film...ma che ci posso fare?non mi ha suscitato nessuna emozione ne mi ha posto delle domande sul senso della vita...
mi sono un attimo ripreso sul finale che cita "tempi moderni" anche se in realta è lo stesso toto che impersona chaplin camminando anche allo stesso modo...
poi si è parlato del co-protagonista come un buon attore...non a mio avviso.
scusate

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/11/2006 18.39.09
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR frine  @  11/11/2006 00:38:41
   9 / 10
Un film scomodo, ironico e provocatorio, da parte di una grande intellettuale che già allora aveva intuito le ragioni dell'imminente fallimento del comunismo.
Non a caso, lo stesso Pasolini dà la sua voce al Corvo, petulante e fastidioso inteprete di una coscienza marxista, che accompagna saltellando i due protagonisti. Totò e Ninetto Davoli (il figlio) intepretano con incredibile bravura due poveri cristi del dopoguerra, impegnati a vessare gli infelici sottoproletari più poveri di loro (indimenticabile la scena dei nidi di rondine) e, contemporaneamente, a difendersi dalle vessazioni dei più ricchi.
Ma l'immaginario sognante e poetico di Pasolini distoglie, almeno per qualche istante, i due protagonisti da questa cruda e spietata realtà, trasferendoli in un medioevo surreale e trasformandoli in due fraticelli francescani, intenti a convertire falchi e passerotti all'amore e alla fretellanza. Il messaggio funziona -grazie anche agli incantevoli espedienti comunicativi dei due personaggi-, ma, ahimé, funziona solo unilateralmente. perché falchi e passeri NON usano lo stesso linguaggio.
Ritornati sulla strada per Roma, i due vengono affiancati, casualmente, da gruppi sempre più folti di persone dirette al funerale di Togliatti. Ma l'intensa, corale commozione legata a tale evento non li sfiorerà neppure.
Volgari, qualunquisti, interessati solo a bisogni primari come il cibo e il sesso, Totò e Ninetto decideranno infine di eliminare la propria coscienza, così come Pinocchio si era sbarazzato del grillo parlante.
Su uno sfondo suburbano surreale e alienante (significativa la presenza di Dante Ferretti come collaboratore alla scenografia), Totò interpreta con straordinaria intelligenza e sensibilità il pensiero di Pasolini: lo affianca con bravura Davoli, solo apparentemente svagato e naif. Il risultato è di intensa poeticità, anche se in questo caso lo scrittore/regista non raggiunge i vertici del "Vangelo secondo Matteo".

doppiak  @  18/10/2006 10:19:30
   7½ / 10
ottime le prove di totò e di ninetto... un buon film, ma non vi aspettate la solita comicità di totò,anzi... film per pochi,quei pochi che vogliono riflettere e non ridere

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  01/10/2006 20:44:10
   7½ / 10
Tentativo alienante per non dire classista di distruggere il personaggio (non ancora Mito) di Toto' attraverso un'ottica di rivalutazione critica marxista.
Se volessimo guardare tra le sfumature, è indecoroso riconoscere nell'uomo che "inviava lettere piene di soldi ai concittadini che ne avevano bisogno" , pur nobile, questo padrone che sfratta le famiglie senza provarne un minimo di pietà.

Dovessimo giudicarlo come opera cinematografica, "uccellacci e uccellini" è un film curioso, interessante, a tratti poetico, dove le tematiche di Pasolini si fondono con l'ideologia comunista e la valutazione tardiva e dissacrante del marxismo (v. il corvo parlante).
Per quanto io trovi i dialoghi di Toto' francescano con gli uccelli alquanto irritanti, il tempo gli ha dato ragione: come nei volatili, l'uomo è preda e predatore a seconda del ruolo che investe nella società
Non è il capolavoro di Pasolini non è "accattone", "il vangelo secondo Matteo", "Teorema" o "Decameron" , e - ripeto - questa sorta di antipatica e snobista critica verso un sistema che - vivaddio - ha avuto anche i Principi De Curtis non me lo fanno amare incondizionatamente, tuttavia si rivede volentieri e rivela tracce di inconsueta abilità teologica (le manifestazioni di piazza, per es.)

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Ultima risposta 10/04/2007 00.58.13
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  31/08/2006 12:11:30
   9 / 10
Capolavoro di Pasolini. Con un Totò che mostra tutto il suo genio, oltre la pura comicità per la quale è noto. Un'opera, come quasi tutte quelle di Pasolini, inserita nel contesto socio-politico italiano del suo tempo; la fine di un periodo della nostra storia, la fine di un mandato e la sottile amarezza che avvolge tutto ciò è ideologia integrante del film. Il corvo è una firma autoriale.
Guardate il film!

chiara_80  @  06/03/2006 14:47:29
   9 / 10
che bellissimo film, non credo il migliore di Pasolini perche non mi ha tresmesso le stesse emozioni di Teorema e la distruzione del mio piccolo cervello come Salo, ma ripeto è un film bellissimo.

Anders Friden  @  21/02/2006 21:01:34
   9½ / 10
Il capolavoro assoluto di Pasolini.

polbot  @  11/02/2006 09:12:33
   7 / 10
Ammirevole x il coraggio nel provare un nuovo cinema, fatto di metafore. Alcuni spunti geniali. Totò eccezionale. Non x tutti. Averne di riferimenti come pasolini adesso........... invece ce tocca vedè roba da porta a Porta...........

ds1hm  @  03/02/2006 14:17:31
   10 / 10
Uccellacci e uccellini è un film che amo profondamente, nonostante si possa dire che si tratta di un film incompleto, fragile, di un non-film. C'è la mano sapiente di Pasolini a reggere una sceneggiatura sospesa tra realtà e irrealtà, c'è la sua mente, lucida e possente, a trasmetterci i dilemmi dell'Italia anni 60, e c'è Toto, anziano e stupendo, maschera e volto del regista. La presenza del corvo è la voce di una coscienza intellettuale storico-politica di rara profondità.
E' la voce di una fine, di un'autocritica bellissima, di una consapevolezza estrema dell'impossibilità di un'ideologia. Ricorderò per sempre le parole del corvo che dice di non piangere per la fine delle sue idee ma per la fine di se stesso, perchè per le idee ci saranno altri uomini a portarle avanti. Poi però nel film irrompe il funerale di Togliatti: il film si ferma, la mente si spalanca in una profondità storica immensa. Poesia.

1 risposta al commento
Ultima risposta 11/11/2006 00.48.57
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bodego  @  05/11/2005 21:16:25
   9 / 10
Il film può essere visto sotto vari punti di vista: già da quando inizia si capisce che la pellicola che a breve si visionerà sarà molto particolare visto il musicare dei nomi degli attori, fotografi ecc..
Risate a nastro lungo tutta la durata del film , ma non solo...
Se si vuole si può analizzare il film sotto un punto di vista più profondo , ovviamente l' interpretazione che do io non neccessariamente deve essere uguale per tutti comunque proverò a spiegarvela.
A parer mio la parte del film più importante è la storia raccontata dal corvo dalla quale in seguito scatturiranno altre sequenze anch' esse di valore.
La storia del corvo (che altri non è che la coscienza di Totò e di Ninetto) parla dei due frati che si ammazzano di fatica per convertire gli uccelli (il tutto è trattato con alcune genialate comiche) e poi dopo due anni di duro lavoro , camminando tutti contenti, vedono un falco che si mangia un passerotto.; ciò fa scoppiare in lacrime Totò e la scena vuole dimostarare di come le cose restino sempre uguali e di come sopratutto il più forte si aproffita sempre del più debole.
La morale della storia del corvo si nota anche un po' più avanti nella pellicola dove si vede Totò che si aproffita immediatamente dei poveri inquilini che non gli vogliono pagare l' affitto per la mancanza di soldi a tal punto di mangiarsi i nidi di rondine.
Anche quando Totò da una mano d' aiuto a dei passanti per spingere un automobile che non vuol partire si vede come le cose restino invariate anche se una persona si impegnasse molto per cambiarle non riuscirebbe a molto.

Anche il finale vorrebbe esprimere sempre gli stessi concetti ma non dico niente per non rovinare il gusto di vedere il film.
Infine trovo che quest' opera del grande Pasolini si meriti un brllissimo nove.

tom sawyer  @  07/08/2005 03:38:53
   10 / 10
forse il più grande capolavoro di pasolini.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  12/12/2004 23:57:41
   9 / 10
Un film delicato e toccante.
Da vedere non fosse altro per ammirare la recitazione di Totò, oramai quasi cieco, diretto da un grande regista.

3 risposte al commento
Ultima risposta 12/08/2008 14.25.43
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