Non è stato facile per Kate Winslet svestire i panni di Rose 'TITANIC', abiti talmente stretti che, per un certo periodo di tempo, si è vista affibbiare il soprannome di 'English Rose'; eppure la forte determinazione, e la forza di volontà, hanno fatto il miracolo.
Oggi Kate Winslet, è Kate Winslet e basta, definitivamente sbarcata dalla nave più sfortunata di tutti i tempi.
Nata a Reading, in Inghilterra, nel 1975, da una famiglia di attori, dove dal padre Roger, alla madre Sally, alle sorelle Anna e Beth, al fratello Joss, recitano tutti.
La piccola Kate Elizabeth ha respirato la polvere del palcoscenico fin dalla più tenera età, e a undici anni, ancora adolescente goffa, e un po' soprappeso, inizia a studiare recitazione.
Dopo alcuni telefilm e serial TV, nel 1994, la risoluta Kate fa il suo esordio nel cinema, con la pellicola cult del neozelandese Peter Jackson, "CREATURE DEL CIELO", dove interpreta il ruolo di una boriosa ragazzina inglese, tendenzialmente lesbica, che insieme alla sua amica del cuore, costruiscono un mondo fantastico, da cui escludono il resto dell'umanità, e uccidono la madre di quest'ultima perchè non vedeva di buon occhio la loro morbosa amicizia.
Subito adocchiata dagli americani, dopo essere apparsa in "UN RAGAZZO ALLA CORTE DI RE ARTU'", l'anno successivo è già diva con il film in costume di Ang Lee "RAGIONE E SENTIMENTO", tratto da Jane Austin, in cui, a fianco di HUGH GRANT, è la romantica Marianne, la più impetuosa e istintiva delle due sorelle Dashwood, che lottano per l'amore nell' Inghilterra dell'800, puritana e classista.
L'eccezionale performance, perfetta per coinvolgimento e per le sottili sfumature della sua recitazione che esalta i toni introspettivi del suo personaggio, le procura la prima nomination agli Oscar, come miglior attrice non protagonista.
E' la volta, poi, di Michael Winterbottom a dirigerla nel drammatico "JUDE", tratto dal romanzo omonimo di Thomas Hardy, il film è il racconto dell' amore tragico, profondo, contro tutte le convenzioni, di Sue Brindehead per il cugino, lo scalpellino JUDE, nel Wessex di fine 800.
Ancora un film in costume, quelli ottocenteschi; ancora un' eroina romantica, Ophelia; ancora un amore infelice, quello per Amleto, nel film fiume di Kenneth Branagh, "HAMLET (1996)", dalla tragedia di Shakespeare, sull'infelice Principe di Danimarca, dilaniato dal complesso di Edipo, ma desideroso di far luce sull'assassinio del padre.
Ma è nel 1998, con Cameron Crowe, che Kate diventa veramente 'Diva', quando gira il kolossal "TITANIC", e indossa i panni di Rose DeWitt Bukater, la sopravvissuta alla tragedia dello sfortunato transatlantico, a bordo del quale, nei cinque giorni di viaggio ha modo di accorgersi che il ricco fidanzato non fa per lei, e che il suo grande amore sarebbe stato il bel Di Caprio, passeggero di terza classe, morto per salvarle la vita. Il film vince 11 premi Oscar, ma per Kate è solo la seconda nomination, la prima come attrice protagonista.
Il successo planetario del film, e suo in particolare, viene però offuscato da una tragedia personale: lo stesso anno in cui esce il film, muore di una malattia incurabile, il suo fidanzato, Stephen Tredre, e Kate in lutto diserta la prima losangelina, per gustarsi poi il trionfo, assistendo alla proiezione del suo film, seduta nelle ultime file di un anonimo cinema di New York, confondendosi con il pubblico.
Il dopo TITANIC, per Kate, ha un nome esotico, Marrakesh: il luogo dove si dirige dopo la fine del suo matrimonio, reagendo alla prospettiva di una grigia esistenza londinese, Julia, la protagonista di "IDEUS KINKY", un piccolo film diretto da regista Gillies MacKinnon, e tratto dal libro autobiografico di Esther Freud, nipote di Sigmund, padre della psicanalisi moderna.
La scelta di apparire in film di nicchia, anche ostici, se possibile, prosegue prima con "HOLLY SMOKE - FUOCO SACRO", di Jane Campion, il fuoco che arde, in un misto di erotismo e misticismo, tra la focosa Ruth, una ragazza stregata da un guru indiano, e l'attempato deprogrammatore, l'esperto che dovrebbe guarirla; poi con "QUILLS - LA PENNA DELLO SCANDALO", di Philip Kaufman, in cui è la servetta che aiuta il Marchese De Sade, rinchiuso nel manicomio di Charenton, a far pervenire agli editori i suoi scandalosi manoscritti.
E' la volta poi di "ENIGMA", il thriller militarista di Michael Apted, e poi il ruolo della disinibita scrittrice irlandese I. Murdoch, nel biografico "IRIS", di Richard Eyre, che racconta, in un alternarsi di flashback, la fine e l'inizio della sua difficile storia d'amore con il critico letterario John Bayley, che le procura la terza nomination agli Oscar.
Diventa poi la giornalista Bitsey Bloom, che raccoglie in carcere il racconto della sua vita, da David Gale, professore universitario e attivista contro la pena capitale, ora accusato dello stupro e assassinio di una sua collega, nel thriller di Alan Parker "THE LIFE OF DAVID GALE".
Più recentemente si è fatta elogiare per la perfetta interpretazione di Clementine, la ragazza che si fa cancellare dalla memoria il ricordo del suo finito amore, in "SE MI LASCI TI CANCELLO", Michel Gondry; mentre è atteso sugli schermi il suo ultimo impegno, "NEVERLAND - UN SOGNO PER LA VITA", film ispirato alla vita dello scrittore James M. Barrie, autore di Peter Pan, con cui, a fianco di JOHNNY DEPP e DUSTIN HOFFMAN, ha commosso il pubblico del Festival di Venezia 2004.
L'attrice, dopo la morte del suo primo fidanzato, ha sposato nel 1998, l'aiuto regista James Threatleton, da cui ha divorziato nel 2001, subito dopo la nascita della sua bambina.
Nel 1996, il magazine 'People', l'ha inserita nella lista delle 50 dive più belle del pianeta.
Buongustaia dichiarata, ex bulimica, fiera delle proprie curve, fumatrice accanita, non si separa mai dal suo coniglietto di peluche, neanche per mandarlo in tintoria.
Vive a Londra, e non ha alcuna intenzione di lasciare l'Inghilterra.
Oltre alle tre nomination agli Oscar, ha ottenuto una nomination ai Golden Globe, ancora per 'TITANIC', e ha vinto, nel 96, un premio della critica londinese, per il difficile ruolo di Juliet Hulme in 'CREATURE DEL CIELO'.
Nella sua carriera ha rifiutato due ruoli molto importanti: quello dell'istitutrice Anna Leonowens in 'Anna and the King', andato poi a JODIE FOSTER, e quello di Viola De Lesseps, in 'Shakespeare in love', che ha consentito a GWYNETH PALTROW di conquistare il premio Oscar, premio che a lei ancora manca.
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Biografia a cura di Mimmot - ultimo aggiornamento 17/02/2005
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