aguirre furore di dio regia di Werner Herzog Germania 1972
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aguirre furore di dio (1972)

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locandina del film AGUIRRE FURORE DI DIO

Titolo Originale: AGUIRRE DER ZORN GOTTES

RegiaWerner Herzog

InterpretiHelena Rojo, Klaus Kinski, Cecilia Rivera, Ruy Guerra

Durata: h 1.34
NazionalitàGermania 1972
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1972

•  Altri film di Werner Herzog

Trama del film Aguirre furore di dio

Nel 1560 una spedizione spagnola, guidata da Gonzalo Pizarro, fratello di Francisco, discende la Cordigliera delle Ande alla ricerca del mitico El Dorado. La giungla inestricabile la blocca. Si invia allora un pattuglione esplorativo, munito di zattere, sul fiume Urubamba al comando di Pedro de Urrua al cui fianco è l'ambizioso e spietato Lope de Aguirre. Finirà vittima della sua folle megalomania.

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Voto Visitatori:   8,38 / 10 (72 voti)8,38Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
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Voti e commenti su Aguirre furore di dio, 72 opinioni inserite

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Scuderia2  @  12/10/2024 17:47:21
   2 / 10
Qualche amico del regista vomitò sui fogli della sceneggiatura.
Non è dato sapere se prima o dopo averla letta.
Fatto sta che qualche pagina andò buttata e Herzog non fu in grado di ricordare ciò che aveva scritto.
Chissà quali meraviglie ci sono state negate per la negligenza di alcuni avvinazzati.

Kinski doveva soffrire di scoliosi altrimenti non si spiega come faccia a essere perennemente fuori simmetria con l'inquadratura.
******* se ciondola 'sto scemo!

Montaggio vergognoso, dialoghi inesistenti, colonna sonora coi flauti peruviani.

Aguirre: "…chi tenta la fuga verrà smembrato in 198 pezzi; chi ruba mais e acqua farà 155 anni di carcere.."
Apprezziamo precisione e personalità.

Drammatico.

Goldust  @  09/09/2022 16:26:13
   6 / 10
L'uomo e la sua testardaggine contro l'imperiosità della Natura nel ( si dice, perchè non lo conosco così a fondo ) capolavoro di Werner Herzog. Alcuni elementi sono di indubbia presa sul pubblico, come la follia dell'impresa e il fare da esaltato di un Kinski assolutamente padrone di un personaggio in completa balia del proprio ego, tuttavia tutto il resto mi sembra abbastanza sopravvalutato, a partire da un racconto che ha bisogno di una voce narrante per tenere insieme i propri pezzi. Lontano dal capolavoro che è considerato, merita comunque una visione per la sua particolarità ( ma niente paragoni con "Apocalipse now" please ).

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  02/02/2022 17:32:53
   8½ / 10
Uno fra i migliori film di Herzog con un monumentale (fra gli altri) Klaus Kinski. Ottimo anche se si pensa alle condizioni avverse in cui è stato girato. Per il resto poco altro da aggiungere, si tratta di un classico decisamente da vedere se si ama il cinema.

sciroppo  @  19/08/2020 00:05:56
   7½ / 10
A caldo per me è stato un bel film, ma assolutamente non da 10 e nemmeno 9 e manco 8...a caldo. Purtroppo non riesco a scorgervi il capolavoro...e i punteggi da capogiro che ha preso qua. Anche leggendo le motivazioni.
E pensare che sta al secondo posto dei film migliori di sempre, secondo Roger Ebert.
L'ho guardato con fiducia ed aspettativa, ma mi ha deluso. Si intuisce che c'è qualcosa di scritto in modo sottile, intessuto con immagini di natura, con il destino dell'uomo, con lo scorrere del fiume, la crudeltà dell'esistenza, la faccia scarnificata di Kinsky, però a me il messaggio è arrivato troppo debole. Devo studiare e leggere qualche bugiardino in più, allora forse mi ricrederò.
Mi è parso un film del secondo Malick (c'è pure la voce fuori campo) ma con meno lirismo, più asciutto (nonostante l'acqua che abbonda e il cavallo che esce dall'acqua e scompare, con gran mistero).
Non ho da ridire che zero su la recitazione dei comprimari e del sangue, che effettivamente era sugo di pomodoro, un difetto quasi irrilevante in un capolavoro.

Oskarsson88  @  05/05/2020 15:40:13
   8 / 10
Aguirre rappresenta la folle brama dell'uomo di dominare gli altri, la natura, le risorse per avere ricchezza e fama, questo ad ogni costo, al di là di ogni razionalità. In parte l'ho trovato vagamente amatoriale (colore del sangue, alcuni dialoghi recitati senza troppa enfasi) ma ha indubbiamente un fascino tutto suo, tra le location tra giungla e fiumi, un formato quadrato o quasi della pellicola e un messaggio intrinseco piuttosto interessante. Kinski da sicuramente un valore in più al tutto, soprattutto nella seconda parte. Piacevole scoperta che ha ispirato altri film più rinomati...

VincVega  @  20/04/2019 15:01:40
   8½ / 10
Pellicola d'altri tempi, girato con pochi mezzi ed in difficili condizioni , "Aguirre" è un grande film che ha fatto la storia ed ha avuto diversi proseliti che hanno tentato di seguirne le orme (alcuni riuscendo, altri meno) sia sul piano tecnico, che narrativo. Un monito alla bramosità di potere e denaro, ma anche al pericolo della natura intesa come ribellione di essa verso l'uomo, quest'ultimo palesemente destinato a soccombere davanti alla potenza dirompente di qualcosa più grande di lui. Un Kinski strepitoso nel ruolo di Aguirre, impossibile dimenticarlo nella sua andatura ciondolante e nella sua follia.

DogDayAfternoon  @  28/09/2017 13:48:39
   6 / 10
Un altro degli innumerevoli casi in cui (purtroppo) non capisco da dove arrivi la fama che il film si porta con sé. Fotografia abbastanza buona, ma assolutamente nulla di eccezionale, una storia che fatica a prendere a tratti anche un po' confusionaria, dove dei vari protagonisti si sa poco o nulla e con i quali si fatica ad entrare in empatia. Pessime le scene di lotta, dove il sangue sembra fatto con i colori a tempera che si usano all'asilo.

L'unico aspetto che ho trovato degno di nota è l'eccellente performance di Klaus Kinski, da aggiungere ad una colonna sonora anch'essa tutt'altro che memorabile ma che comunque sposa molto bene le immagini a cui è associata.

Molto evidente l'ispirazione data a Coppola per "Apocalypse now" che però è di tutto un altro spessore e livello.

Mattia100690  @  28/08/2017 13:51:00
   7½ / 10
Herzog torna sulla tematica "uomo-natura" con un film dal taglio documentaristico. Kinski come al solito immenso. Pochissimi dialoghi, scene e riprese magistrali.

Thorondir  @  26/05/2016 14:47:52
   9 / 10
E' un film che rifiuta lo spettatore, i tempi reali, e i lunghi piani sequenza (come quello iniziale) non facilitano la visione. Quello che va apprezzato, oltre alla monumentale prova di Kinski, è l'idea che Herzog tira fuori della religione e della natura umana: ingannatrice e prevaricatrice la prima, con i suoi riflessi che finiscono per dominare anche l'uomo, creatura che egoisticamente ha come fine ultimo e supremo il potere. Una pellicola abrasiva, criptica, che nell'assoluta pochezza dei mezzi con la quale è stata girata, riflette uno sguardo epico che manca ai registi di oggi. Una natura che uccide e opprime e sembra uscire fuori dallo schermo, in un'opera che riflette con grevità e sguardo personalissimo e autoriale, sulla meschinità umana che ha plasmato la storia.

Mr.Bowie  @  02/02/2015 11:14:15
   9 / 10
"Sono il furore di Dio, la terra che io calpesto mi vede e trema"

Siamo in Perù località mistica, enigmatica e soprattutto pericolosa dove la maestosità della natura fa paura a se stessa. E' qui che Aguirre ( Klaus Kinski ) tenta un improbabile viaggio fuori e dentro di lui alla ricerca della città d'oro, assieme un manipolo di pseudo/guerrieri terrorizzati e con solo zattere come garanzia. Un uomo che per saziare la sua sete di potere dichiara guerra al Rio delle Amazzoni convinto che si arrenderà soltanto quando la vita lo abbandonerà. E' un vero leader, un capitano pazzo e visionario, uno che seguiresti anche in capo al mondo per il suo charme agghiacciante che ti imprigiona senza possibilità di scampo. Epilogo amaro e prevedibile. Pare che "Apocalypse Now" di Coppola sia stato ispirato da questo film che racconta una storia realmente accaduta ma interpretata diversamente da Herzog che con il suo "capolavoro" sancisce la travagliata relazione con l'attore Klaus Kinski la quale darà meravigliosi frutti. Assolutamente da vedere.

4 risposte al commento
Ultima risposta 02/02/2015 13.41.45
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BlueBlaster  @  19/01/2015 01:56:24
   7 / 10
Un gran film biografico e avventuroso permeato di drammaticità e pessimismo.
Klaus Kinski come sempre perfetto per questi personaggi estremi e sopra le righe, la sua recitazione è teatrale e molto espressiva al limite del nevrotico (ma basta leggersi il dietro le quinte delle riprese per capire perché il suo personaggio sia così realisticamente esasperato).
Pensare che queste spedizioni kamikaze siano realmente avvenute affascina ancor di più e non lascia indifferenti...quegli avventurieri avevano davvero coraggio da vendere!
La regia è quella classica di Werner Herzog con uno stile di ripresa quasi documentaristico e con la camera spesso traballante, grande cura dei dettagli ma sopratutto amore/odio per la natura selvaggia che è fotografata in modo ineccepibile.
Tanto di cappello alla crew che dovette immergersi nella foresta per girare un film in ambientazioni ostili...buona parte del film è ambientato su di una zattera.
Se è chiaro che Coppola trasse ispirazione per "Apocalipse Now" io credo che pure Friedkin per il suo bellissimo "Il salario della paura" possa aver preso in prestito qualcosa da "Aguirre".
Tra i difetti sicuramente un pessimo montaggio ed alcuni punti un poco lenti e con pochi dialoghi.
Il finale comunque ipnotizza e lascia un senso di disagio disarmante...spettacolare la cinepresa che ruota attorno alla zattera in cui il Furore di Dio ancora avanza a testa alta verso l'inevitabile destino.
Un fil su l'uomo contro la natura e contro i propri limiti...quasi mitologico in stile Odissea.

_Hollow_  @  18/10/2014 19:03:39
   8 / 10
Oggettivamente ottimo film, ma personalmente non m'ha preso più di tanto. Tranne gli ultimi 15 minuti, stupendi. Ma tutto quello che viene prima è stato abbastanza pesante da seguire. Sempre buona la solita coppia Herzog - Kinski.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  25/06/2014 21:37:15
   9½ / 10
Prima di Apocalypse Now, il film di Herzog con il suo incedere conradiano mostrano il dissolvimento dell'uomo nei confronti di una natura che ne nasconde le ambizioni di conquista e ricchezza e fa emergere la follia autodistruttiva, i deliri di onnipotenza che trovano nell'Aguirre di Kinski la sintesi perfetta, tra sete di potere ed il folle viaggio verso il Nulla. Con Aguirre Werne Herzog firma un capolavoro senza tempo, sancisce l'inizio della collaborazione tormentata con Kinski e svela al mondo un talento visionario fuori dal comune.

Kit Carson  @  08/01/2014 17:58:19
   9 / 10
Capolavoro di Herzog con un Kinski sublime. Un viaggio nella natura selvaggia ed inestricabile ma anche nella follia umana. Un film mistico, dove l'uomo si compenetra nella natura fino ad esserne totalmente inghiottito. Semplicemente affascinante e grandioso. La prova registica di Herzog è fantastica ma Kinski fornisce una prestazione di attore incredibile. Eccellente.

Badu D. Lynch  @  12/09/2013 22:53:50
   9½ / 10
Raggiungere l'inservibile.
L'immensità degli alberi, delle montagne, della natura, del nulla afferrabile. Perdere per trasformarsi in fantasmi vincenti. Conquistare il vuoto, l'invisibile che luccica - l'Inutile. Passioni traslucide che catapultano verso l'abisso. L'oro della morte, la Morte. Fino a che punto può spingersi l'ambizione umana, del guerriero? Probabilmente fino ad una luminosa e inconsapevole autodistruzione. Inconsapevoli : accecati dalla trasparenza e sincerità dell'Indomabile - Earth, Sky. Aguirre non è un essere superficiale, eppure tendenzialmente rappresenta una sorta di superficialità filosofica : quella del conquistatore che trasuda - fisicamente e mentalmente - velleità conturbanti, illusioni pulsanti ; elargisce paradisi palpabili, come fosse un Dio atemporale, un profeta atipico, dall'istinto primitivo. Oscurato da se stesso, dal possedere senza prima riuscire a possedersi, spinto verso acque sconosciute dal suo paradossale profetizzare, dal suo furore, il furore del suo (D)Io. Credere e crepare. Un viaggio verso una terra inesplorata (natura), all'interno di una mente inesplorata (follia) : il delirio dell'ineluttabilità terrestre, presso terreni che sprofondano dentro Aguirre - la fame non è un problema, a saziarla ci pensa la pazzia. Un'affascinante discesa all'inferno, attraverso un fiume torbido, pieno di pericoli, che scorre nelle vene del mondo, nelle arterie del protagonista - un conquistadores vorace, inarrestabile, promotore della Fine. Eppure le voci non cessano, si odono dappertutto, più si avanza e più sono chiare. Voci di demoni interiori, un flusso di lamenti incomprensibili. Tutto si assottiglia, ogni cosa si pietrifica - la mostruosità diventa normalità, che sarebbe la consapevolezza dell'oblio. Aguirre si identifica di fronte alla propria solitudine. Tutto si ferma. Si muore in piedi, circondati e avvolti da ciò che si brama e si desidera - l'Inconquistabile. Ecco il fallimento - il racconto di una grandiosa sconfitta. L'eroe ributtante ha perso. Werner Herzog, poeta dell'eterno sfiorarsi tra vita e morte, cantore dell'estenuante ed eterno sopravvivere all'inafferrabilità dell'Inutile, realizza un'opera inclassificabile e inarrivabile che comunica in maniera viscerale con lo spettatore attraverso sfumature, simboli e silenzi archetipali.
Capolavoro perforante.

headLag  @  01/07/2013 23:52:30
   9½ / 10
Herzog scruta la natura con occhi sognanti, inneggiandone la maestosità e la potenza, e dipinge al contempo un perfetto, pessimistico ritratto della mentalità umana. Monumentale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  03/04/2013 11:39:11
   8½ / 10
La magnifica sequenza posta in apertura vede una nutrita colonna di uomini affrontare con fatica un impervio sentiero montano, la discesa verso valle equivale ad una condanna senza appello decretata da fattori naturali inerenti una jungla zeppa di pericoli, e nel tilt mentale in cui incorre Lope de Aguirre, feroce soldato al servizio del Regno di Spagna accecato da una brama di potere che lo induce ad inseguire i fantasmi dell' imperitura fama. Essere ricordato come conquistador di terre da sogno o come più grande traditore della storia iberica non ha importanza, l'importante è restare radicati, anche dopo morti, nell'immaginario collettivo.
Mosso da lucida follia si erge a leader della spedizione fluviale voluta da Gonzalo Pizarro, col passare dei giorni guadagna sempre più credito nei confronti dei compagni di (s)ventura fino a trascinare i malcapitati verso un abisso spacciato per il fantomatico El Dorado. Non contento si autoproclamerà dio di quelle terre sconfinate, in un delirio di onnipotenza che ben inquadra la megalomania del personaggio e dell'ingordigia moderna.
Il film vive attraverso una realtà selvaggia e atavica, strepitosa nella combinazione con l'agire del protagonista, un mondo surreale, quasi onirico all'interno del quale spadroneggia Klaus Kinki al solito viscerale nel coprire il ruolo. Con occhi spiritati e andatura ciondolante fa fronte alle tribolazioni sopportate insieme alla troupe durante le riprese, entrando più volte in violento conflitto con il regista annunciando quel rapporto che indurrà Werner Herzog a definirlo "il mio nemico più caro".
Aguirre è condottiero insensibile a malattie e fame, reso inviolabile dall'ambizione, dimenticato dalle frecce avvelenate scagliate dagli indios che per tutto il tempo seguono la spedizione decimandone i componenti, senza mezzi termini catalizza l'attenzione sia nel silenzio che nello sproloquio.
Il lavoro di Herzog si chiude come si era aperto, ovvero con un'altra sequenza da manuale in cui l'utopia di Aguirre ha ormai raggiunto contorni drammatici, eppure l'uomo, fermo sulle sue convinzioni, persiste in discorsi vanagloriosi questa volta rivolti a dei compagni di viaggio decisamente particolari.
Film straordinario, sofferto e soggetto a molteplici letture tra cui la più drammatica (ed attuale) vede la massa trascinata verso un oblio descritto ingannevolmente come panacea di ogni male.

Zanibo  @  01/04/2013 23:33:42
   9 / 10
Un 90% dei film hollywoodiani si basa sul concetto di "volere e` potere".

Questo e` un film malato, a tratti grezzo, in cui volere non e` decisamente potere, ma l'anticamera verso l'autodistruzione.

Sinceramente a tratti sembra un brutto film, tirato via, aprossimativo, ma alcune scene sono bellissime, e nel complesso trasmette una forza e ha un fascino che lo fanno assomigliare tantissimo ad Apocalysse Now.

Alla fine si percepisce chiaramante che il regista voleva fare questo film... :-)

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Jack_Burton  @  05/03/2013 22:32:28
   4 / 10
Sarà, ma a me l'unica emozione che mi ha suscitato questo film è la noia, al punto tale da non essere riuscito a portarlo a termine...
L'unico merito che ha, dal mio punto di vista è quello di aver ispirato coppola per il suo apocalypse now (quello si che è un capolavoro).
Non è la prima volta che dando retta alla media voti qui su filmscoop mi ritrovo delle brutte sorprese...
Comunque, ritornando al film, penso che sia piuttosto sopravvalutato e risente non poco del peso degli anni.
Si c'è kinski che fa una bella interpretazione, ma poi per il resto...il nulla; il resto degli attori, allucinante, la regia, documentaristica, la musica,inpalpabile...mah, il mondo è bello perchè è vario...
Se questo è IL film di herzog posso anche fermarmi a questa prima (non) visione...basta e avanza.

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Ultima risposta 05/03/2013 23.35.59
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Lucignolo90  @  26/01/2013 16:28:43
   10 / 10
Può sembrare esagerata l'affermazione di Werner Herzog che in un documentario del 99 dedicato a Klaus Kinski riferì:"Durante il periodo di riprese di Aguirre furore di Dio, Kinski palesò più e più volte l'idea di abbandonare il set, una volta per non farlo andar via fui costretto a minacciarlo di morte".
Eppure nell'esasperazione del regista, vittima dei continui sbalzi d'umore e attacchi d'ira del folle genio tedesco, non si può non provare una certa empatia. Nei panni del regista non avrei preso con leggerezza l'abbandono di Kinski da quel progetto. E non perchè si trattasse del protagonista del film e avrebbe comportato inevitabili rialzi del budget o perdita di tempo.

No, perchè la verità è che NESSUN attore al mondo avrebbe potuto interpretare il ruolo di Aguirre come ha fatto Klaus Kinski se non Herzog stesso, ma con risvolti inevitabilmente meno talentuosi e d'impatto. Ed è questo il motivo per il quale il sodalizio tra questi 2 folli amanti del cinema è durato anni: si assomigliavano pur svolgendo ruoli diversi, e forse anche per questo, compatibili fra loro. Kinski per Herzog era la "materia" da plasmare a seconda delle situazioni e dei compiti che il film richiedeva, il tramite che trasformava i suoi pensieri sul film in gesti e parole sul set. Viceversa, Herzog per Kinski era il maestro di vita prima ancora che di lavoro, l'unico uomo nella sua vita che sapeva gestirlo, che sapeva veicolare positivamente i suoi tremendi sfoghi rabbiosi, li provocava lo stesso regista volutamente a volte, perchè la rabbia di Kinski risvegliava l'intero set, spaventava le comparse indios, gente abituata a comunicare a gesti e bassa voce, ma svegliava gli altri attori principali, e dava una marcia in più a livello di patos.

La genialità dell'attore non si fermava di certo alla recitazione; più e più volte è stato riferito che non ci pensava due volte ad interrompere le riprese magari anche solo per un bisbiglio che avvertiva fra 2 membri della troupe, oppure perchè non si sentiva illuminato nel modo giusto. E puntualmente aveva sempre ragione. Come aveva ragione nel sostenere che se un attore entra nell'inquadratura spalle alla cinepresa e poi si gira, il momento perde l'effetto voluto; per questo inventò un personalissimo passo ("Spirale-Kinski") per entrare in scena di profilo da un lato dell'inquadratura e volgersi verso la camera senza però guardarla.

Passando più specificamente al film: più di una volta guardandolo ho avuto un deja-vu con "Apocalypse Now": il fiume e un viaggio dalle mille insidie verso qualcosa di fantomatico e comunque di incerta esistenza (sia Eldorado o Walter Kurtz), i vari membri dell'equipaggio che vengono meno a a mano a mano del protrarsi del film, alcune scene in particolare (quella della gabbia in legno in cui viene rinchiuso Ursuà è praticamente la stessa scena rivisitata 7 anni dopo che vede il dialogo tra Martin Sheen e Dennis Hopper). Sicuramente Coppola deve molto a questo film (e infatti dopo su wikipedia ho letto, con poca sorpresa, che questo film è stata sua fonte diretta d'ispirazione). Certamente il capolavoro di Werner Herzog, scritto in 2 giorni, girato in 5 settimane, destinato a lasciare un segno indelebile per sempre.

Sir_Montero  @  25/01/2013 23:31:49
   10 / 10
Quanto vale la parola umana all'ombra di una maestosa montagna?
Quanto un pensiero risucchiato nel dirompente flusso di una cascata?
Quanto può un uomo, schiavo della sua finitudine, condannato tuttavia ad aspirare all'infinito?

Niente.
Questa è la risposta che ci coglie, tremanti e scossi, dopo la visione di quest'opera strabordante, visionaria, titanica e tremendamente umana, troppo umana.
Aguirre è l'uomo tragico, demoniaco nella sua più profonda essenza, destinato alla ricerca dell'inattingibile, schiavo di una sete inestinguibile, la tentazione ontologica dei grandi, dei solitari, degli sconfitti: la volontà perenne e assoluta di auto-superamento, il tremendo e febbrile conato di strabordare al di là di se stessi desiderando il desiderare stesso, disgustati dalla meschinità del mero esistere.
Io vedo Ulisse, condannato all'inferno.
Vedo Edipo, condannato a vagabondare solo, accecato e maledetto dagli dei.
Vedo Sisifo, destinato per l'eternità a lottare contro una fatica immane e senza fine.
Vedo Icaro, precipitato al suolo per aver tentato il volo.

Condanna e fallimento come unico epilogo per uomini che hanno osato andare al di là dei limiti della Natura, per uomini che, precipitando nella morte o nella follia, hanno lasciato una traccia indelebile, un segno immemore del loro incerto cammino, tragico e doloroso, insensato e solitario, ma potentemente pulsante, violento, voluto, incarnando quel singolarissimo modo d'essere che Nietzsche chiamò Amor Fati.

Ma questo ridondante fiume di parole voleva essere un omaggio, per quanto modico esso sia, un riconoscimento alla forza e allo sgomento suscitati in me da questa pellicola che è assoluta e tremenda nella sua forma estetica come la storia che essa racconta. La messa in atto tecnica del film è stata a sua volta un'impresa, un'affermazione titanica dell'uomo sulla Natura silente e matrigna.
Alla fine di tutto, l'umanità soccombe dinanzi all'immensità vacua del suo stesso volere, e nonostante la caducità e il triste fallimento, è in questa sconfitta sovrumana che risiede la dignità Aguirre.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Pastakira  @  23/01/2013 03:31:12
   10 / 10
Il miglior film di Herzog e tra i più importanti della storia del cinema. Prima scena e finale sono da paura , interpretazione di Kiski è mostruosa per naturalezza e introspezione nel personaggio Aguirre , regia sublime, colonna sonora inquietante come poche, che descrive perfettamente l'atmosfera del film che terminerà con il delirio di onnipotenza del protagonista. In una parola straordinario .

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  22/01/2013 15:12:18
   9 / 10
Film maledetto ed estremo per le condizioni in cui fu girato. Un vero atto d'amore e di sfida di Herzog - in parallelo con il suo protagonista - alle avversità del tempo e della natura.

Tra documentario e fiction Aguirre può sconcertare, ma lascia la sensazione (davvero rara) di essere davanti ad un film epocale. Sospeso tra titanica sfida agli eventi, tragedia dell'umano ardire e sarcasmo nei confronti delle istituzioni secolari (monarchia e chiesa). Opera d'arte difficile, ma che sazia appieno.

Cianopanza  @  07/01/2013 15:12:36
   10 / 10
Capolavoro fatto di montagne, nebbie, foreste e acqua. Una spedizione di conquistadores si ammutina al proprio comandante e segue Aguirre alla ricerca dell'Eldorado. In un crescendo di follia megalomane verranno inghiottiti ad uno ad uno dalla forza selvaggia della natura. Il monologo di Kinski alla deriva sulla zattera è Cinema. Ritmi lenti e silenzi... Non per tutti, ma sublime. Splendide le musiche, al solito evocative, dei Popol Vuh.

vieste84  @  30/12/2012 17:31:46
   8 / 10
Una volta letto l'introduzione del film, anche se per curiosità, non ti ci stacchi più. Trama esile, si basa tutto sulla potenza delle immagini e delle emozioni, la principale attrattiva del film è come al solito klaus Kinski e le bellissime zone amazzoniche dove è girato. Più che un film sembra quasi un documentario, però è indubbiamente un ottimo lavoro cui mostra come l'ambizione e la sete di potere possa offuscare la mente e la capacità di autocritica e di tornare sui propri passi.

manuakacoach  @  07/12/2012 17:09:45
   9 / 10
Straordinarie le ambientazioni...peccato solo che la versione che ho trovato io era di qualità video mediocre. Kinski grande interprete di un uomo che nella sua enorme ambizione sembra quasi ridicolo. Stupenda la scena finale con la carrellata della cinepresa.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  30/11/2012 11:26:31
   8½ / 10
In casi come questo è davvero importante conoscere l' evoluzione di un film e il rapporto tra i i suoi interpreti principali, e consiglio , per chi non l'avesse fatto, di documentarsi sulla realizzazione di questo film acnhe vedendo il documentario dello stesso Herzog "Kinski: il mio nemico piu' caro".
Nel 1972 era davvero complicato girare un film in quella parte del Mondo cosi poco conosciuta e il regista, in davvero poco tempo, riesce a raccogliere immagini naturali sorprendenti e ce le porta a noi che siamo comodamente seduti sul divano...
Le prime immagini del film bastano a filtrare il messaggio dell'intera pellicola...la piccolezza dell'uomo che come formiche scendono la montagna sfiorati dalle nuvole (elemento casuale ma perfettamente adagiato sulla scena).
L'inevitabile corrente del fiume e la sua alta-marea (che davvero porto' via delle zattere dal set) e poi lui...Aguirre, il folle che volle sfidare la Natura alla ricerca di una citta' d'oro...
Il finale di questa storia è facilmente leggibile dopo le prime scene ma non è tanto questo quanto il "come" si arriva alla fine.
La spregiudicata inferiorita' dell'uomo e il suo innato desiderio di onnipotenza...

gianni1969  @  25/11/2012 00:46:41
   8½ / 10
grande film di herzog,visionario,con scenari mervigliosi e un kinskl ancora piu' pazzo

jannakis  @  21/11/2012 16:27:28
   10 / 10
assolutamente perfetto. un grande kinski.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  08/11/2012 22:39:29
   8½ / 10
Grandissimo film. Ottima la regia. Molto suggestivo il finale. Su Klaus è stato già detto tutto...

lukef  @  05/03/2012 23:14:34
   7 / 10
Riconosco quanto ho letto nei commenti precedenti: possiamo qui trovare l'ambizione e la scelleratezza dell'uomo, la megalomania e la strada verso la pazzia, il rapporto con la natura matrigna ecc ecc... ma sinceramente questi contenuti, durante la visione del film, non mi sono arrivanti con tutta questa intensità.
Anzi complessivamente mi sono un pochino annoiato e non è che durasse così tanto. Personalmente poi ho trovato questa regia semi-amatoriale alquanto scarna dal punto di vista artistico e, fatta eccezione per alcuni sprazzi di genialità, anche un po' banale. Insomma lodevole lo sforzo anche in relazione ai mezzi a disposizione ma alla fine risulta essere troppo un documentario per i miei gusti. A parte Kinski poi, per quanto riguarda gli altri personaggi, sia per come caratterizzati sia per come interpretati, li ritengo in gran parte mediocri.

Inequivocabile il collegamento con apocalypse now, nel quale vengono ripresi, oltre che le ambientazioni, molti dei qui presenti contenuti filosofici. Eccezionali alcune scene, come quella sorta di scambio di sguardi tra Aguirre ed il cavallo fuggito, preludio dell'avvicinarsi della fine.

Il mio voto è comunque buono per i contenuti trattati, per lo sforzo ed in relazione al periodo storico; tuttavia, se qualcuno mi chiedesse un'opinione, non sono sicuro gliene consiglierei la visione.

The BluBus  @  13/09/2011 00:04:12
   8½ / 10
Herzog + Kinski = 8,5

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  30/07/2011 13:25:07
   9 / 10
Nel Rio delle Amazzoni Aguirre si è riconosciuto una docile fibra dell'universo.

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guidox  @  10/07/2011 13:02:18
   8½ / 10
eccezionale a livello visivo, con la Natura che sembra quasi dotata di parole da quanto riescono ad essere emotive le immagini; inoltre sembra veramente di essere circondati da ciò che si vede, se ne viene risucchiati.
perfetto Kinski nel suo ruolo, tanto da dar vita ad una vera e propria fusione col personaggio di Aguirre.
finale meraviglioso.
lo consiglio vivamente, perchè non è il genere di film che prediligo, ma questo mi ha sorpreso.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  18/01/2011 16:27:29
   9 / 10
Enorme opera firmata dal folle duo Kinski-Herzog.
L'uomo, la natura, il potere... diverse chiavi di lettura per un unico film, un film unico.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  12/10/2010 10:08:18
   9 / 10
Veramente un film epico (come spesso accade per i film di Herzog, la lavorazione merita un film a parte!) in cui l'uomo, preda della sua follia, perde tutto nel suo scontro con la natura (che rivedremo in Fitzcarraldo, con esiti apparentemente diversi). Kinski dà il meglio di sè e ci regala un personaggio indimenticabile, come lo sono varie sequenze di questo film. Il fiume è ancora una volta una metafora che domina il film (in questo, per come il film inghiotta gli uomini con la sua immensità, mi ricorda Apocalypse Now!)

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Ultima risposta 12/10/2010 23.07.09
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pinhead88  @  28/04/2010 22:34:15
   7 / 10
Terzo film di Herzog che vedo e francamente non mi ha colpito più di tanto,anche se non annoia e si lascia seguire tranquillamente.mi è parso un film come un altro sinceramente,tutto questo entusiasmo proprio non lo capisco.Kinski,pur essendo il protagonista non è assolutamente paragonabile ad altre sue interpretazioni,le uniche caratteristiche che posso elogiare sono le atmosfere oniriche che ricordano molto lo Stalker Tarkovskiano di circa un decennio dopo,il resto non mi ha detto granchè.comunque sia un buon film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  09/04/2010 18:15:35
   8½ / 10
La follia del Potere in uno splendido film di Herzog e chi meglio dell'attore più "pazzo" di sempre poteva interpretare il protagonista se non Kinski?
Aguirre ha veramente scene che lasciano senza fiato per la loro bellezza ed autenticità.
La forza lirica del film sta non solo in una gran bella storia che racconta in maniera poetica e apocalittica il Potere e la conseguente follia (o magari sono la stessa cosa travestita l'una nell'altra),ma anche nella scelta di girare in modo tanto spontaneo e naturale,tra film e documentario.
Kinski incommentabile,è perfetto e strabordante,reso completamente pazzo e allo stesso tempo incredibilmente lucido dal Potere,la conquista,la megalomania...
Herzog dirige in una giungla vertiginosa (fantastica la prima scena) e splendida che lentamente si trasforma in un limbo in cui la Natura diventa predominante e vince su tutto.
Interessante è anche tutto quello che è accaduto prima,durante e dopo la lavorazione di Aguirre,avvenimenti tanto "avventurosi" che si potrebbe fare un film anche su quelli.

Finale meraviglioso,lirico,potente e anche pauroso. Kinski e Herzog sono paurosi.

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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  16/03/2010 14:05:51
   10 / 10
Werner Herzog è un uomo di 68 anni che ha dedicato la sua vita al cinema, in tutti i sensi. Tante sono le volte in cui si è messo in gioco per progettare e realizzare i suoi film, veri e propri diari di un'esistenza.

Per loro ha calpestato il suolo di un vulcano prossimo all'eruzione.
Ha attraversato fiumi in piena e deserti aridi.
E' letteralmente finito in mezzo a dei cactus.
Ha spento un nano infuocato solo con il suo corpo.
E' stato punto da tarantole velenose.
Ha mangiato le sue scarpe per scommessa ed ha attraversato a piedi mezza Europa per una promessa.

Ma c'è un episodio in cui ha rischiato più di tutti gli altri la sua vita ed è stato con un uomo di origina polacca, un certo Klaus Kinski, nonché il suo nemico più caro e persona da un caratterino tutt'altro che facile.
Sul set di “Aguirre”, il suo film più personale, nella giungla sudamericana, Kinski minacciò di andarsene, non riusciva a sostenere i ritmi di una foresta vergine così piena di insidie, a pochi passi dallo spaventoso Rio delle Amazzoni. Herzog lo guardò negli occhi e gli disse: “Se tu ora te ne vai io prendo il mio fucile e ti ammazzo, poi mi ammazzo, e finisce tutto qui”.
Non scherzava, per l'unica volta nella sua esistenza aveva messo in mano ad un'altra persona quella stessa vita che poi ci consegnerà tantissimi altri capolavori.

“Aguirre furore di Dio” non è dunque soltanto un film, è il punto di svolta che ogni uomo dovrebbe conseguire, quel punto di svolta che non ti fa più tornare indietro, che ti permette di trovare l'Eldorado, quello stesso Eldorado che Lope De Aguirre non ha mai smesso di cercare, nemmeno da solo, su una zattera in mezzo ad un fiume, circondato da cadaveri e scimmie urlatrici. L'uomo deve essere pazzo, deve avere manie di grandezza, deve confrontarsi con la sua stessa ferocia e con la ferocia della natura, cattiva e senza pietà. Nelle mani forse ci rimarrà solo un pugno di mosche e saremo circondati dalla morte, ma il vero scopo di tutto è provarci, anche quando il nemico è invincibile.

L'interpretazione è mia e personale, nessuno potrà mai stravolgermela e nessun altro film come questo potrà essermi vicino nei momenti più difficili. D'altronde Werner Herzog la natura la odia e la sfida, sarebbe in contraddizione se esprimesse il contrario: “Ognuno ha i propri segreti, io non verrò a raccontarveli, io sono semplicemente i miei film”.

“Ieri ha parlato a lungo di Aguirre e mi è tornata in mente una serie di atrocità, che in parte avevo dimenticato e in parte volutamente rimosso. Ma anche bei ricordi. Noi due che nuotiamo verso un punto più tranquillo dell'Urubamba sempre più impetuoso e vorticoso per raggiungere la chiatta sulla riva opposta che permetteva di attraversare il fiume con un cavo d'acciaio: quando ci siamo guardati intorno, tutto a un tratto un gorgo semicircolare avanzava verso di noi con un terribile e fragoroso risucchio, per poi cambiare direzione poco prima di raggiungerci.”

“Ho trentotto anni, ho visto di tutto. Il lavoro mi ha dato tutto e si è preso tutto. Non posso più essere fuorviato: da chi, da cosa?”

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Gruppo COLLABORATORI julian  @  22/02/2010 21:46:52
   6 / 10
Un'altra profonda delusione del mese.
Forse se non ci fossero stati quegli altri tre quattro utenti a mettere un voto basso - tra cui Ferro e Cash che sono due sicurezze del sito - mi sarei ripromesso di vederlo con più calma altre volte perchè era chiaro che l'errore risiedeva in me. Di solito faccio così, i film importanti su cui mi trovo in difficoltà li lascio perdere; Aguirre, però, è uno di quei casi in cui sono quasi fermamente convinto di non aver preso una cantonata. Semmai l'avrà presa qualcun altro...
Herzog è un autore nuovo per me, ovviamente questo significa che mi sono trovato di fronte a uno stile del tutto inedito: pochi soldi racimolati per un film/documentario con soluzioni amatoriali (una delle poche cose da apprezzare che vanno un pò a tamponare la delusione presa), lentezza maniacale anche se con movimenti di macchina, specie sul fiume, parecchio interessanti, sottofondo musicale pseudoepico ma sempre uguale, poi scrittura dei personaggi inesistente, escluso Don Lope de Aguirre, e sceneggiatura nulla, scritta di getto in due giorni.
E' chiaro che Herzog volesse fare un film di fotografia (altra cosa buona della pellicola a quanto pare, ma non ho potuto goderne per la versione marcia che ho visto), incentrata su una sola figura, Aguirre, l'unico impersonato da un attore degno di tal nome: se ne ha la conferma anche leggendo che il regista non si attenne molto al canovaccio appena abbozzato, che perse addirittura alcune pagine e che cambiò il progetto sul posto rinunciando a scene troppo difficili da realizzare con i pochi mezzi.
Il film è un'improvvisazione continua portata avanti dal solo Kinski, cui è stato indicato di impazzire progressivamente insieme al suo personaggio (ci riesce bene, ma suona falso, costruito fin nelle espressioni); i buchi dei personaggi secondari (l'esempio più eclatante è Helena Rojo che non ha ruolo alcuno) li riempie la natura con il suo silenzio.
Personalmente non ricordo molti altri film di un'ora e mezza che riescono ad annoiare e la cui visione sia così maledettamente ardua.
Le tre letture che propone il Morandini - storica, drammatica e politica - più la dimensione onirica, sono percepibili, come diceva anche Ferro, solo se lo spettatore è già predisposto al bene verso tale pellicola.
Il discorso è lo stesso di Elephant di Van Sant: un racconto stilizzato non può ambire alla definizione di ritratto universale. I temi trattati da Herzog, follia e magalomania su tutti, sono rappresentati in una maniera francamente discutibile e quanto mai tediosa.
Più che un capolavoro, un cult che a molti è rimasto nel cuore, sennò tante cose non me le spiego.

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Ultima risposta 24/02/2010 01.08.51
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Manu90  @  15/01/2010 15:36:28
   8 / 10
Kinski monumentale; folle, carismatico, megalomane, senza speranza. Un viaggio senza ritorno nella follia di un uomo, e la distruzione di tutto ciò che lo circonda. Lento e inesorabile, questo è il primo film che vedo della coppia Herzog - Kinski. Merita, senza dubbio.

paride_86  @  24/09/2009 01:48:38
   5 / 10
Mah, probabilmente sono io che non capisco Herzog; in ogni modo questo film proprio non mi è piaciuto.
Certo, le intenzioni sono chiare e leggibili: il discorso sulla megalomania, il potere, la schizofrenia ecc, però, come in molti film dello stesso autore, il tono onirico si accompagna a delle immagini scarne e semplici, in pieno stile documentaristico. E' proprio questo il punto su Herzog: non si capisce mai dove finisce il documentario e dove comincia il cinema.
Per quanto riguarda la recitazione degli attori, a parte Kinski, stendiamo un velo pietoso: probabilmente l'inespressività sarà stata una prerogativa del regista - come quando in "Cuore di vetro" fece recitare i protagonisti sotto ipsosi - , fatto sta che sembrano tutti mummie imbambolate, inerti ai (pochi) eventi che si susseguono.
Il film, inoltre, nonostante la breve durata, è molto lento e pesante: si trascina piatto senza pathos e anche nel finale non c'è un vero climax.

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edmond90  @  16/08/2009 16:47:32
   10 / 10
Bellissimo saggio sulla megalomania e la schizofrenia,solo il meraviglioso sodalizio Kinski-Herzog poteva regalarci questo capolavoro

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  26/07/2009 20:43:12
   10 / 10
E' considerato il risultato maggiormente rappresentativo del sodalizio Herzog-Kinski. E a giusto merito, a mio parere, per diverse ragioni.
Innanzitutto Aguirre è il personaggio che più assomiglia a Kinski: egocentrico, ambizioso, carismatico, folle, collerico, confuso, megalomane. In secondo luogo, la scelta della storia.
Già dalla bellissima prima immagine ove, scortata dalla nebbia, la spedizione discende come una colonia di formiche la parete d'una montagna, una forza immensa e impassibile sembra prepararsi all'arrivo dei conquistadores. La natura, madre predatrice, e vergine inesplorabile, mostra allora la sua lingua nell'acque irascibili del fiume Urubamba. L'oro di El Dorado, emblema dell'ambizione umana, non compare: ma la foresta chiude il suo verde fosco, e gli esploratori ribelli devono cominciare un'allucinata lotta contro nemici invisibili, incarnazioni della natura stessa.
Il risucchiare del fiume, in una progressione violenta di febbre e di follia (che anticiperà, e probabilmente avrà ispirato, quella di " Apocalypse now"), ingerirà da lì a poco l'intero equipaggio, annullando ogni ragione di tradimento, di resistenza, ogni delirante sogno di gloria d'Aguirre e dei suoi seguaci.

Ma non è tutto qui il fascino di questo film. E per comprenderlo fino in fondo, e approfondire meglio il pazzesco e straordinario rapporto tra Kinski e il regista-atleta Herzog, invito chiunque fosse interessato a guardare il documentario girato dallo stesso regista tedesco: "Kinski, il mio nemico più caro." I film di Herzog non sono semplici pellicole. Né normali documentari. Sono sofferte prove di sopravvivenza ed esperienze estreme d'altissima umanità.

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carriebess  @  20/07/2009 12:48:56
   10 / 10
come sempre quando la coppia kinski-herzog lavora insieme ne vien fuori ogni volta una perla stupenda.
kinski E' aguirre!

bulldog  @  16/07/2009 00:31:23
   9½ / 10
L'apice di Herzog e Kinski,irraggiungibile.

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  19/06/2009 18:04:06
   8 / 10
Questo film è una lezione di vita. Riporta l’uomo nella sua dimensione, quella di elemento pensante, intelligente, vanaglorioso, crudele, ma infinitamente piccolo di fronte alla maestosità della natura, imperturbabile, indifferente, ogni qual volta l’essere umano si arroga la presunzione di sfidarla. Herzog sottolinea, in un crescendo disarmante, l’inutile tentativo dell’uomo di dominare forze che dall’alto della loro grandezza ignorano e rendono ridicola qualsiasi manifestazione di potere nei suoi confronti. La lucida follia di Aguirre è in grado soltanto di affascinare il suo equipaggio che, accecato dal suo carisma, decide di seguirlo, ma la foresta con i suoi alleati li inghiotte, annullandoli, rendendo di fatto grottesca ogni loro azione e vana ogni lotta per la sopravvivenza. L’enorme contrasto tra le due forze in campo ci viene offerto da Herzog fin dalla prima sequenza mentre l’esercito di Pizarro scende il fianco della montagna avvolto nella nebbia (l’azione è accompagnata dalla magica musica dei Popol Vuh ) ed in seguito con l’addentrarsi nella foresta da parte di una spedizione su zattere comandata da Ursùa . La violenza incontrastata del fiume, con la morte di diversi uomini, convince Ursùa a desistere ed a ritirarsi, ma non colui che lo affianca, quel Lope de Aguirre che esaltato dalla propria delirante grandezza non farà altro che sintetizzare il senso di inutilità dell’impresa. Come sempre il regista descrive nitidamente quanto sono enormi gli sforzi che fa l’essere umano per costringere la natura al suo volere e di contro quanto la natura non necessiti di ostilità per ridimensionare le velleità dell’uomo, le basta stare lì, a seguire il suo corso.

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Ultima risposta 13/08/2009 10.10.54
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USELESS  @  25/02/2009 06:32:25
   10 / 10
Ispirato a Herzog dalla lettura della storia di Lope de Aguirre (1510- 1561) conquistador basco.
Kinski supera il possibile fino a diventare Aguirre.
Indimenticabile la scena finale.

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Ultima risposta 24/09/2009 18.05.01
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  25/02/2009 00:00:47
   6 / 10
Perplesso, una storia comune, la ricerca di un sogno, il triste risveglio.

Mah questo film non mi ha detto niente, forse avendo ispirato pellicole successive come Apocalypse Now o Mission, può essere una spiegazione.

Non so, non è noioso ma non ho trovato tutta sta profondità, tutti sti rimandi, li leggi se li vuoi leggere, ma forse lo puoi fare con ogni film........

Mah

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Ultima risposta 02/07/2009 09.16.39
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  21/09/2008 13:24:25
   10 / 10
L' uomo come un' isola vulnerabile perimetralmente. Il fiume non più come metafora di vita, ma di un destino implacabile verso la morte. Aguirre è un uomo che crede addirittura nell' impresa di sfidare la natura tanto è forte la sua personalità. Herzog dirige un capolavoro visionario assoluto, con una drammaturgia sviluppata in maniera particolare, senza articolazioni. Quasi un riassunto delle sequenze della sceneggiatura mostrandone le essenziali, che, con in codici sonori, creano nello spettatore uno straniamento dall' opera stessa: la bellezza fotografica di un documentario assume i connotati ed i colori tragici(e qui credo stia il talento visionario di Herzog) di un fallimento preannunciato. Un film incredibile.

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Ultima risposta 22/09/2008 16.56.44
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  18/05/2008 12:21:55
   9 / 10
Con questo film Herzog dà maggiore risalto e profondità a quelli che sono i temi e gli stili della sua opera: indagine spassionata e distaccata (ma affascinata) nei meandri della parte scura/irrazionale dell’animo umano, l’incontro/scontro dell’Uomo con la Natura, la follia e l’inciviltà che si nasconde dietro la pretesa umana di ordine e civiltà – il tutto con il suo solito stile fatto di inquadrature e scene chiare e nitide che vanno subito al sodo, il rifiuto dei mezzi narrativi che implicano identificazione o annullamento emotivo dello spettatore nel personaggio. Infatti anche in questo film non c’è un ordine preciso e sequenziale degli avvenimenti; la trama e le scene procedono a scatti, privilegiando rappresentazioni che sintetizzino le forze etiche e psicologiche in gioco, piuttosto che illustrare una vicenda. Viene evitato qualsiasi tipo di movimento drammatico o rappresentativo in sé d’azione. Il film è stato accusato di essere statico. In effetti non si vede quasi mai la causa o l’atto di un certo evento drammatico, ma quasi sempre il risultato (gli indios nemici non si vedono quasi mai, le frecce sembrano partire dal nulla, le morti sono normali quanto un qualsiasi altro gesto), con l’unica eccezione di una decapitazione in diretta. Questa scelta stilistica un po’ estrema è invece altamente funzionale all’intenzione del regista di tenere distanti gli spettatori dalla vicenda e dai personaggi, per farli così giudicare in maniera distaccata e razionale. Herzog infatti è un cineasta molto razionalista, nonostante che sia affascinato dal mondo dell’irrazionale (in questo assomiglia a Goethe, lucido e olimpico ma affascinato dalle vertigini del demoniaco e dell’irrazionale).
Ciò che differenzia Aguirre dai film precedenti è la grande cura che viene data alla scenografia, alle riprese e all’interpretazione degli attori. Basta vedere la scena iniziale, quella dei titoli di testa, per rimanere incantati. Delle riprese magnifiche, accompagnate da una musica sublime, che vanno in maniera diretta a rappresentare il rapporto uomo(piccolo)/natura(aspra, incombente, misteriosa). Siamo sul Machu Pichu ma Herzog ha evitato qualsiasi riferimento da cartolina, proprio per preservare l’universalità della scena e per non “distrarre” lo spettatore dal messaggio che si voleva dare. Tutto il resto del film insiste poi su questo rapporto impari fra la megalomania, le grandi pretese di un manipolo di omuncoli e la maestà selvaggia e crudele della natura, che si fa beffe di loro. La fotografia è incredibile, con alcune “sporcizie” (tipo le gocce di pioggia sulla mdp) che non fanno altro che aumentare il grande realismo e la forza della rappresentazione.
Ciò che differenzia il film è anche la splendida interpretazione di Klaus Kinski, il quale dà un’interpretazione indimenticabile di Aguirre, con i suoi improvvisi scatti d’ira, gli occhi spiritati, la sinuosa e avvolgente maniera che ha nell’imporsi, riflessa anche nel suo modo di muoversi su linee a spirale.
Il messaggio del film è quello di rappresentare la “civiltà” occidentale nelle sue origini, fatte di depredazioni e distruzioni, sete di possesso e di potere senza alcuna considerazione morale. Il tutto però senza alcun compiacimento verso i personaggi negativi. Tutti sono rappresentati in maniera meschina (gente brutale, avida, brutta, sfatta). I rappresentati delle autorità poi sono tronfi e formali oppure inutilmente “puri” e eroici (le figure di Ursua e Inès, deboli e destinate a perdere). Il personaggio che mi ha più colpito è stato quello del frate che in pratica si comportava in maniera contraria allo spirito di ciò che voleva diffondere. Qualcosa di agghiacciante.
Infine il personaggio che sintetizza meglio tutti gli aspetti etici del film, cioè Aguirre. Nonostante la bellezza formale e la dignità che circonda il personaggio, nei fatti è trattato come un personaggio ridicolo e perdente, sbeffeggiato nelle sue troppo grandi pretese dalla Natura, cioè dallo stesso elemento che lui pretendeva di possedere e dominare. Insomma quanto è forte, affascinante e grande una volontà, un animo del genere, ma quanto è distruttivo, nocivo, folle, innaturale e perché no, insignificante rispetto alla vera forza grande, potente, cioè quella della Natura. Sarà sempre lei quella che avrà l’ultima parola. Ci illudiamo di possederla e di dominarla. Quella invece ci si può rivolgere contro e distruggerci, anche perché per Lei non contiamo niente.

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Ultima risposta 19/09/2008 14.02.22
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PetaloScarlatto  @  29/01/2008 16:14:40
   10 / 10
per me è bellissimo. una delle migliori interpretazioni di Herzog, attore allucinato che ora, finito Hair, voglio vedere in Cuore di vetro...

Follia ed ambizione fuse in un abbraccio saffico di sconvolgente sensualità...


Un capolavoro... ma ( per fortuna ) non per tutti

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Ultima risposta 09/02/2008 11.01.30
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  30/11/2007 13:20:11
   7½ / 10
Questo film epico e documentaristico di Herzog rappresenta la bramosia, l'avidità, la sfrontatezza dell'uomo occidentale (nel senso di mentalità) che cerca di superare i limiti imposti dalla Natura. Natura rappresentata come forza dominante che dona vita e sembra riuscire a vendicarsi delle aggressioni subite.
Notevole la figura di Aguirre, pazzo, violento e solo.

Crimson  @  21/11/2007 17:55:59
   9 / 10
Il fiume come veicolo della degradazione psichica.
'Aguirre' è un viaggio fisico e metaforico, arricchito di suggestionanti e evocative immagini, in cui l'uomo viene inghiottito da nemici invisibili. Facile l'accostamento ad 'heart of darkness' di Conrad o il successivo 'apocalypse now' di Coppola, ci sono sicuramente molti punti in comune.
Ma lo stile di Herzog è particolarissimo, quasi documentaristico. Sono soprattutto le immagini a tracciare la psicologia dei personaggi (una scena su tutte: 'l'imperatore di Eldorado' invita il prete a immaginarsi con una croce d'oro gemmata al collo, la reazione è emblematica, non servono parole), anche se permane un certo imbarazzo circa la figura della figlia di Aguirre (una sfinge), e in generale il film è un pò troppo frammentato nella narrazione.
Non è perfetto ma costituisce un'esperienza straordinaria soprattutto sul piano visivo.
Autorità morale (ma anche giuridica) e integrità psichica, tutto inghiottito in una spirale il cui punto più profondo e nero è l'ambizione/delirio di onnipotenza/avidità.
E Kinski nella sua folle perseveranza e cupidigia è eccezionale.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  19/09/2007 22:07:50
   8 / 10
LUNGOMETRAGGIO A META' STRADA TRA DOCUMENTARIO E FILM (COME MOLTE DELLE OPERE DI HERZOG), INCENTRATO SULLA AMBIZIONE SFRENATA DEL RIBELLE AGUIRRE, IMPERSONATO DA UN GRANDISSIMO KINSKI. INDIMENTICABILI ALCUNE SEQUENZE.

giumig  @  17/09/2007 23:00:10
   8 / 10
Un film spiazzante, geniale, folle ed allo stesso tempo capace di regalare momenti da (quasi) commedia, per poi riportarci in un mondo che ruota intorno al dio potere,e alla smania di un uomo del '500 ma cosi contemporaneo da poterlo trasportare tranuiqllamente ai giorni nostri.

BobRobertson  @  25/08/2007 12:34:53
   7½ / 10
herzog si dimostra sempre all'altezza.
Kinski ci regala un'interpretazione epocale.......
davvero il mio attore preferito...

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  13/05/2007 23:29:25
   8½ / 10
Ci sono voluti decenni di vita e di aspettative per vedere "Aguirre" e finalmente ce l'ho fatta. Quel che è certo è che non ha tradito le mie attese, ma a volte ho sentito la necessità di una maggiore introspezione psicologica e personaggi meno stilizzati (la figlia, il comandante)... forse Herzog si è soffermato soprattutto sulla figura (ambigua, contraddittoria ed è giusto che rimanga come tale) del frate Gaspar De Carvajal...

Anche nei momenti più ironici si respira un forte indidualismo registico rispetto alle operazioni di questo tipo, a cominciare dalla sceneggiatura continuamente arricchita nel corso delle ripres, tanto brevi quanto travagliate, anche se una certa sequenza (quale? chiedetelo a Coppola che l'ha citata con maggior rigore) forse l'avrei opportunatamente evitata.

Grande e solenne poema epico sulle rivelazioni del Potere (a un certo punto tutti hanno un loro scopo, una propria meschinità) è un film che affascina soprattutto per la capacità inedita (non avevo mai visto nulla di simile) di raccontare la vita e soprattutto la morte con sommessa partecipazione.

Le splendide sequenze del Machu Picchu e dei rii delle Amazzoni contrastano abilmente con la follia degli uomini davanti a una non comune esperienza di sopravvivenza e all'illusione del potere.

Indimenticabile il lungo silenzio che sovrasta le sponde del fiume, il "nemico invisibile" e la prestazione muscolare e magistrale di Kinski, quasi un Napoleone illuso dalla propria fame di conquista.

Vedi recensione

addicted  @  17/04/2007 16:58:27
   9 / 10
Viva Herzog, che è il più folle, coraggioso e inimitabile avventuriero del cinema contemporaneo!!!

Sidewinder  @  13/01/2007 14:57:09
   6 / 10
Dopo essere rimasto piacevolmente sorpreso da Nosferatu mi aspettavo qualcosa di più da questo film di Herzog, che un po' dappertutto leggo essere un capolavoro.. boh saranno le interpretazioni scarsette (tranne un buon nevrotico Klaus Kinski), in cui gli attori sembra che leggano dei telegrammi mortuari, poi i dialoghi a tratti banalotti,,, insomma non mi hanno preso granchè.
Ho dato una spulciatina al -sommo- Morandini e lui mi parla di tensione allucinata, mah a me comunque non pare tanto un gran film. Alcune riprese sono azzeccate, ma non innovative (tranne forse l'ultima).
Una bella trama simile poteva essere sviluppata di più.

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Ultima risposta 12/05/2007 20.02.23
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  02/10/2006 10:10:55
   8½ / 10
La magia di Herzog riesce a trasportarci in un altro mondo: assurda l'impresa della ricerca del El Dorado, fortissime e autentiche le emozioni in gioco pur prese in un contesto di illusioni tragiche...
Kinski straordinario nel dare credibilità al suo personaggio...
Visionario, malinconico, delirante, stupendo...poetico di morte e di infiniti orizzonti di follia visiva e religiosa...

Rusty il Selvag  @  27/08/2006 16:53:18
   10 / 10
Dove può spingersi l'uomo travolto da quel terribile fiume che è l'ambizione,

non importa se il suo esercito sia composto da uomini o da scimmie,

tu sei bestia assetata di sangue e potere , scorri travolgendo tutti e tutto ciò

che si oppone alla tua sete , tu sei quel fiume Aguirre, bevi ancora

quell'acqua maledetta, macchiata da morte e follia, fino al tramonto del

tuo Sole.

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Ultima risposta 21/11/2007 18.00.43
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Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  24/03/2006 18:07:00
   9 / 10
Forse un po troppo pretenzioso, ma sicuramente coinvolgente e affascinante...
Girato quasi come fosse un documentario, riesce ad essere di un realismo impressionante...

ds1hm  @  05/12/2005 14:41:29
   9 / 10
film difficile e stupendo. Sarebbe bello vedere un filn del genere con le attrezzature e gli strumenti di oggi.

Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  22/11/2005 15:24:09
   5 / 10
ok, non sopporto herzog, non ci posso fare nulla. C'è un abisso fra i delicati e dolci silenzi di un ozu (per dirne uno) e la noia che mi provoca l'autore di aguirre.
A parer mio ci cono piani sequenza davvero piatti e vuoti, una fotografia che non aiuta e dialoghi da clichè da sagra dell'uva montagnina. Non so davvero cosa ci vediate di shoccante, ma se vi piace contenti voi...

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Ultima risposta 25/02/2009 00.02.38
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bacco2  @  17/11/2005 11:54:21
   8 / 10
Un film ansioso e ansiogeno, un''avventura in un incubo che porta l''uomo ad autodistruggersi di fronte alla sua impotenza. Un delirio del singolo e del collettivo contemporaneamente. Un film di uomini sporchi che marciscono lentamente e da spettatore non riesci a togliere gli occhi dal loro declino.
Quando il film è finito, ho tirato un sospiro di sollievo... questo film è sottilmente ma terribilmente shockante.

Beefheart  @  09/11/2005 16:39:15
   10 / 10
Che dire di questo meraviglioso film? Bellissimo sotto ogni punto di vista: grandisima direzione, interpretazione febbrile al limite della follia, fotografia eccezionale. Un'apoteosi di avventura, dramma e storia. Un filmone da vedere a tutti i costi!!! D'altra parte il binomio Herzog-Kinski è una garanzia.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Andre85  @  04/11/2005 16:12:09
   9 / 10
film con uno spessore enorme

"Se io, Aguirre, voglio che gli uccelli cadano fulminati, gli uccelli devono cadere stecchiti dagli alberi. Sono il furore di Dio, la terra che io calpesto mi vede e trema".

La follia umana, e la inesorabile sconfitta nella lotta contro la natura.
forse è dai tempi dell'islandese di Leopardi che questo tema si affrontava in maniera cosi grandiosa.

benzo24  @  22/06/2005 12:52:37
   10 / 10
un film folgorante, unico, magico e selvaggio.

marco86  @  04/06/2005 18:52:21
   8 / 10
E' difficile spiegare il fascino di un film lentissimo che cerca di parlare più con le immagini che con le parole.Penso però che questo fascino stia soprattutto nella splendida interpretazione di kinski e nelle bellissime ambientazioni.E,cosa ancora più affascinante,nella folle impresa del ribelle Aguirre.
Mi accodo a requiem nel lodare l'ultima sequenza.

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Ultima risposta 22/06/2005 12.53.23
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Vaiolo  @  12/02/2005 23:35:42
   8 / 10
Una grande sceneggiatura, forse una regia un pò lenta, sicuramente dei momenti di alto spessore.

"I Miei uomini pesano tutto con l'oro, io penso solo al potere , l'oro lo lascio ai servi " - Aguirre-

Questo credo che racchiuda tutto il film.

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Ultima risposta 18/04/2005 15.06.07
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  03/09/2004 18:35:53
   10 / 10
Superbo film di Werner Herzog con klaus Kinski, alla loro prima esperieza insieme. E' una pellicola indimenticabile nel suo pessimismo radicale, nell'imponenza della messa in scena e sopratutto nella maestosità di Klaus Kinski, "il nemico più caro" del mitico regista tedesco.

Davvero indimenticabile e splendida l'ultima sequenza!

Imperdibile! (Se l'avete visto votate ragazzi!)

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Ultima risposta 21/11/2005 13.50.07
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