the number 23 (2007)

La ragazza bionda suicida del libro chi dovrebbe rappresentare nella vita reale del protagonista?

di chi fosse il vero autore,
il discorso del passato rimosso, e anche quello del dubbio-fiducia-amore per la moglie,

Quando la moglie del protagonista si reca nella casa di topsy kretts e trova la cassa con gli effetti del marito relativi "alla sua vita precedente" c'è una scena in cui compare alle sue spalle una figura umana......tanta suspence ma poi per cosa.......chi è sto tizio......forse il tipo coi bafetti a cui sparrow si rivolge per chiedere aiuto per poi temere che si faccia sua moglie? BAH.....

Lo scioglimento della trama rivela delle incongruenze: il protagonista è stato ricoverato e curato in seguito ad un tentato suicidio. Egli non ricorda cosa è avvenuto prima, ma dovrebbe ricordare il suo ricovero (lo vediamo uscire dalla clinica apparentemente guarito) e, quindi, dovrebbe anche essere consapevole del fatto che quacosa non funziona nella sua vita.
Questo particolare viene taciuto fino alla fine, perchè avrebbe reso tutto chiaro. Ciò che è strano è che il protagonista non ci pensi subito e non sospetti che il segreto risiede nel suo passato (seppure rimosso).

Ecco... ma Sparrow alla fine quello che ha scritto sulla vedova suicida che viveva nella casa a fianco a lui qnd era piccolo... la donna in rosso... se l'è immaginato da ciò che aveva letto nei fumetti e che lui nella sua mente ha trasformato in cose che gli sono successe per davvero? O.o
Perché alla fine sembra quasi che la vedova suicida sia sua madre... qnd infatti il padre si spara, nel letto c'è un corpo che sembra la stessa donna.
Comunque non ho neanche capito da dove è nata l'ossessione per il numero 23. Da quello che gli ha detto la bionda suicida che piano piano contagiandolo gli ha fatto modificare tutta la sua infanzia... oppure è un ossessione derivante dall'infanzia che gli ha fatto immaginare la bionda suicida?
Forse dovrei riguardarlo XD

comunque, è bello il primo tempo con la "doppia" dimensione, ma il secondo è davvero moscio. confesso di essermi persa delle volte, soprattutto quando cominciano a venir fuori vari personaggi...
mi è pure venuto sonno e mi sono abbioccata 5 minuti... non è buon segno...
carina l'idea di riportare gli stessi attori nel racconto.
quello del finale è un colpo di scena, però ti ci fanno arrivare talmente lentamente che tra uno sbadiglio e l'altro fai: anvedi, carino... mi ricorda qualcosa...
ma poi la moglie, aveva scoperto tutto????
e quella Laura che ha ammazzato? c'hai un coltello alla carotide e tu gli vai a dire che non l'hai mai amato?
e poi la questione del rosa?
mi aspettavo un po' più di thrilling, cribbbbbio!!!!
e poi secondo me quella delle scarpe è una boiata epocale... 23 paia di scarpe... ma magari ce ne aveva un paio sotto al letto... a un certo punto hanno cominciato ad arrampicarsi sugli specchi...
comunque le immagine delle ombre quando sta a letto fanno paura: chi non s'è mai costruito film in testa quando non si riesce a dormire??
p.s. avete notato l'insegna dell'hotel? le lettere "o" e "t" sono spente, cosicchè leggendo verrebbe fuori "hel"...

gli autobus in america non ammettono ritardi, anche se ti avvistano a mille metri di distanza non accennano a frenare, o ti sposti tu o vai sotto.

senza indagare da dove viene in assoluto la mania del 23, Carrey nel film prende questa ossessione da bambino, a causa del suicidio del padre folle che lascia un quaderno in cui il 23 torna di continuo. Certo bisogna cosiderare che non tutti avrebbero avuto la stessa reazione di quel bambino, ma è innegabile che alcune menti siano più fragili di altre, e cmq da bambini è molto più facile rimanere condizionati. Da lì in poi tutti i 23 che vediamo sono delle ca22ate a detta di molti: "seeee il numero 23 è il numero di M Jordan, io c'ho 23 anni, c'ho 23 peli sulla schiena ecc ecc", ma è proprio questo il punto. Veramente se ti fissi con qualcosa quel qualcosa lo rivedi dappertutto perchè fai molta più attenzione a tutto ciò che ti sta attorno. E allora? Il film si basa su questo e mi sembra anche una bella idea realizzata come si deve. Il 23 in questo film è ovunque, non è un limite del film, ma un pregio, provate a fare questo ragionamento. Uscito dal cinema sono andato a casa, nei 5 minuti di tragitto ho trovato 10 volte il numero 23 e una volta il 32. Ora, io me ne sbatto del numero 23, ma figurati uno che è proprio malato del 23, quel numero l'avrebbe trovato 100 volte in quei 5 minuti di tragitto e avrebbe continuato probabilmente tutto il giorno seguente a vederlo dappertutto: una spirale che ti intrappola e ti fa impazzire, ecco cos'è una VERA ossessione.
Quindi molti dei 23 che ci sono nel film sono solo coincidenze, che però sono tante quanto + è grande la fissazione che si ha per il 23. Ma il bello non è certamente questo. La cosa ganza e inquietante del film è proprio quel libro rosso, un libro pieno di misteri e perchè. Ma te lo immagini? Leggi un libro che racconta della tua vita, ogni 23 parola, ogni 23 pagina se fai un segno con la penna e metti insieme il tutto ti viene fuori un messaggio... da brividi!! Ma alla fine questo ha una spiegazione logica e anche molto esauriente: quel libro è stato scritto proprio da un folle intrappolato nel numero 23 (lo stesso Carrey appunto), ed è quindi normale (o almeno plausibile) che abbia cercato di far tornare + volte possibile quel numero nel libro, tanto da far si che ogni 23 parola ci siano dei messaggi per arrivare a una verità inaspettata, una specie di messaggio in codice la cui chiave di lettura è proprio quel numero.

si capisce gia leggendo la trama del film ke il libro è stato scritto da walter sparrow !!

sono combattuto nel dare un voto a questo film, perchè è un film spezzato in due, una prima parte accattivante, un crescendo, anche se non troppo originale, che intima fiducia nelle eccezionali capacità di Carrey, e con una regia non malvagia che purtroppo sarebbe dovuta essere sostenuta maggiormente da una colonna sonora di spicco. Quindi una seconda parte involgarita nella regia, sembra quasi che le riprese siano state velocizzate per mancanza di tempo, manca di lucidità e di cura dei particolari, e sbiancata nella sceneggiatura nella quale si perde ogni controllo e termina in un finale a spirale in cui il centro è un ovvio soliloquio che ricostruisce la trama.

Poi quei colpi di scena, l'amico professore che non si sa che ***** faccia nella vita...il cadavere disotterrato, tutto troppo rapido senza senso...senza dar la possibilità di gustare nulla.. e un finale davvero troppo ovvio..

davvero un peccato sprecare così jim carrey...

Ma come ha fatto l'amico della moglie (ma chi è ?) ad essere sempre nel posto giusto, soprattutto quando lei scopre i suoi documenti segreti ?