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Un episodio gradevole quello portato sullo schermo da Mary Harron,non particolarmente originale certo ma abbastanza teso e coinvolgente,che trova il suo maggior limite proprio nella durata necessariamente ristretta. Atmosfera claustrofobica e finale azzeccato contribuiscono a rendere questo uno degli episodi da ricordare.
Altro episodio che adoro. Trama amche se non oroginale scorre benissimo e l'oppressione che prova il protagonista cresce pure in te (e neanche alcuni film blasonati thriller\horror riescono piu a darti certe emozioni) La location della comunità poteva esser migliore (leggermente distopica magari) cosi come alcuni vicini che potevano esser meglio caratterizzati... Ma nel complesso tutto funziona un 7.5 sicuramente piu che giusto
caspita molto bello anche questo episodio! ho notato che questa serie televisiva è più incentrata all'horror psicologico più che a quello splatter o da salto dalla poltrona! infatti questa puntata "La comunità" è horror psicologico,
cioè vivere lì dove sono tutti lobotomizzati, spiati 24 ore su 24, con regole proprie della comunità, e una mentalità da medioevo (quando la donna che ha tradito il marito è stata messa in piazza, legata ad un palo e colpita con la verdura) è proprio un orrore. in più sei prigioniero perchè non te ne puoi andare. pesante! la scena finale con lui sulla sedia a rotelle e le gambe amputate è da brividi.
Grazie a la comunità ho capito perché i film generalmente durano dagli 80 minuti in su. Non c'è proprio tempo per raccontare l'interessante idea che aveva, tutto avviene così in fretta risultando prevedibile e sciocco.
Uno dei migliori episodi di una serie abbastanza scadente. Il voto alto è riferito al contesto del film, ossia ottimo mediometraggio o episodio semi-televisivo. Finito la visione ho provato un pò di dispiacere, perchè il sentore è che con un pò più di tempo e budget, sviluppando meglio alcune scene ed i personaggi, da quest'idea avrebbe potuto venir fuori un horro meritevole.
La tensione è in crescendo in questo "Community" ma purtroppo come detto da altri non si ha il tepo di immedesimarsi nel terrore che vive il protagonista. Comunque uno dei migliori della serie
Per essere un prodotto prettamente televisivo, siam davanti ad un discreto mix di inquietudine e mistero. Community è una pellicola che non può non essere accostata a grandi opere del genere, primo tra tutti lo splendido Wicker Man, ma anche i più recenti The Village e Population 436; il tutto condito con l'attualissima "fobia" del Grande Fratello che sempre osserva e monitora ogni gesto del vivere sociale ed ogni momento della quotidianità dell'uomo, anche quelli più privati. Tutto sommato, il telefilm è promosso per buoni spunti di riflessione ed apprezzabili scelte registiche.
Fino ad ora è l'episodio che ho apprezzato di più. Effetti speciali lasciati in secondo piano per una regia asciutta ed un'atmosfera carica d'angoscia. Tensione assicurata grazie ad una buona scansione degli eventi. Peccato che il protagonista sia quel bietolone di Routh. Prova a fare l'attore, ma finora non gli riesce.
A Mary Harron molti farebbero ancora scontare le pene dell’inferno per aver tradotto ignobilmente in immagini (mitigate) il truculento e angosciante romanzo di Bret Easton Ellis “American Psycho”.Eppure questa regista possiede qualità,è autrice ambiziosa,il fatto che abbia già trattato personaggi come Andy Warhol e Bettie Page all’interno della sua filmografia la dice lunga riguardo la sue aspirazioni,inoltre gli va riconosciuta una certa dimestichezza nel sapere creare atmosfere snervanti di paranoia e persecuzione. A dirla tutta il suo “Community” ricorda “La zona”,bel film messicano di qualche anno fa,imperniato come questo episodio di “Fear Itself” su di una società appartata ed elitaria che dietro una facciata di accogliente benevolenza occulta segreti parecchio sinistri.Ne subiranno le conseguenze due giovani sposini,lui è quel Brandon Routh che dopo Superman vestirà(ahimè) i panni di Dylan Dog.Convinti di aver trovato il paradiso saranno costretti ad affrontare una situazione a dir poco drammatica.Script non originale,l’inserimento di uno “straniero” all’interno di una comunità solo in apparenza disponibile è già stato visto,mentre la denuncia sociale è fragilina.Considerate però le possibilità tempistiche a disposizione non si poteva far molto altro,in definitiva accettabile.
ATTENZIONE. Il commento potrebbe contenere anticipazioni.
Come detto da altri il difetto più grande di quest'episodio è nella buona idea di base svolta troppo frettolosamente. Eppure il mediometraggio prende spunto da moltissimi capolavori, quasi fondendoli in un tutt'uno. C'è la comunità d'elite divisa dal resto del mondo del magnifico La Zona; c'è un progetto portato avanti da tale comunità che ricorda quello Dharma di Lost; c'è (lampante) il riferimento a Truman Show con la vita controllata da telecamere, l'impossibilità di andar via e addirittura 2 sequenze quasi identiche: il disturbatore che vorrebbe dire la verità e avvertire le ignare vittime e la ricerca da parte di tutti del protagonista scappato;c'è un alone di The Village; c'è, infine, un accenno al quasi inarrivabile Rosemary Baby nell'ambiguità dei vicini, nell'importante attesa del parto. E' questo uno dei punti che meno mi convince; non so se sia una mia mancanza ma non mi sembra che sia stato sviluppato il perchè fosse così importante che i ragazzi avessero un bambino, nè si capisce cosa rappresentino i bambini in generale: la prosecuzione della comunità? Sono moltissime altre le incongruenze o veri e propri errori che potrei elencare, ma per stavolta mi fermo qua. Rimane un episodio girato abbastanza bene pervaso da una discreta atmosfera di pazzia latente. Anche i comportamenti dei protagonisti( vera cartina di tornasole di molti horror)mi sembrano comunque verosimili nell' inverosimiglianza dell'intera vicenda.
Questo episodio diretto da una donna è uno dei più convincenti a livello di tensione. Ambientazione claustrofobica e buona prova degli attori, di sicuro un episodio discreto nonostante manchi il vero horror e lo splatter.
nei paesi a confronto a sta comunità si fanno gli affari loro :-) !!! cmq non e male come film,uno degli episodi che mi ha preso piu di tutti a livello di trama
Episodio da sufficienza piena..ma a mio giudizio non di più. Di fatto non è un horror..ci troviamo di fronte ad un thriller drammatico..scene in cui vi è tensione sono quasi inesistenti e lo splatter è del tutto assente. Regge tuttavia grazie ad una trama accativante che come è già stato detto sarebbe dovuta essere meglio articolata e sviluppata se non vi fosse stato il problema del minutaggio ridotto..comunque al 6 pieno ci arriva senza problemi.
Un horror abbastanza "femminile", scritto da una donna e diretto da un'altra donna. Anche lo stile è abbastanza leggero, con un rifiuto dello splatter e di scene spaventose. Originalissimo, non annoia mai. Qui il "personaggio spaventoso" è questa società, questa comunità che è quasi un lager.
Buon episodio - non troppo horror però, lo definirei piuttosto un dramma sociale metaforico - dalla Harron di American Psycho, I shot Andy Warhol e di THE NOTORIUS BETTIE PAGE.
Ha ragione goat, i limiti stan nel minutaggio, infatti qui la sceneggiatura è abbastanza accattivante ed articolata quel tanto che basta che si poteva benissimo realizzare direttamente un film che durasse pure 80-90 minuti.
La regista è stata soprattutto brava nel tratteggiare l'oppressione che deriva dal vivere in una comunità che deve per forza vivere in un certo modo, opprimendo chi "canta fuori dal gruppo"; un pò come accade oggigiorno nelle moderne società consumistiche insomma.
Intelligente, impegnato, ben diretto e ben recitato.
"Non male, potrebbe essere migliore" (proprio come cita Filmscoop). Ebbene si, c'è poco da fare, i presupposti ci sono tutti, ma sono troppe le idee malsane (seppur non molto innovative) che si fondono un pò alla rinfusa all'interno di un minutaggio decisamente stringato... Una buona base da cui prendere spunto, al momento racchiusa in "un minuscolo spazio vitale". Le note positive ci sono, a parte la recitazione alle volte un pò scadente, e sono molteplici, una su tutte è la forte carica di claustrofobicità che si taglia a fatica nel tentativo di evadere e prendere una sana boccata d'aria. Per me è una sufficenza pianissima.
Qui c'è poco di horror, il pregio principale di questo episodio è quello di far provare allo spettatore le angoscianti sensazioni e il senso di intrappolamento che prova il protagonista nella comunità.
probabilmente è l'episodio migliore visto finora, ma soffre per l'eccessiva compressione degli eventi data dai 42 minuti canonici della serie. la fine arriva un po' all'improvviso e la troppo netta segmentazione temporale non riescono a fare immergere a dovere lo spettatore nella storia. comunque un discreto thriller per la harron e una prova davvero valida per brandon 'superman' routh.