il posto delle fragole regia di Ingmar Bergman Svezia 1957
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il posto delle fragole (1957)

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locandina del film IL POSTO DELLE FRAGOLE

Titolo Originale: SMULTRONSTÄLLET

RegiaIngmar Bergman

InterpretiVictor Sjöström, Bibi Andersson, Ingrid Thulin, Gunnar Björnstrand, Jullan Kindahl, Folke Sundquist, Björn Bjelfvenstam, Max Von Sydow

Durata: h 1.31
NazionalitàSvezia 1957
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1957

•  Altri film di Ingmar Bergman

Trama del film Il posto delle fragole

Un anziano e rispettabile professore di medicina, mentre si reca all'università di Lund per ricevere un'onoreficienza si trova a fare il bilancio di un'esistenza giunta al suo crepuscolo e vissuta con troppa freddezza nei rapporti con gli altri esseri umani.

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Voto Visitatori:   8,88 / 10 (200 voti)8,88Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
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Voti e commenti su Il posto delle fragole, 200 opinioni inserite

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dgarofalo  @  09/09/2007 23:52:09
   9½ / 10
SlevinKelevra  @  09/09/2007 22:54:18
   9 / 10
Un viaggio neanche cosi immaginario all'interno della vita di un matuza della medicina. Questo film colpisce. Scava, o meglio fa emergere da sole, le paure, le occasioni perse, le debolezze mai svelate, le malinconie, di un anziano che per tutta la vita ha vissuto dentro uno schema auto-impostosi. E nel periodo della vecchiaia (guarda caso molte volte paragonato alla giovinezza), questo schema scopre la sua fragilità. E diventa un enorme punto interrogativo per il nostro protagonista. Davvero stupendo! Colpisce il bianco e nero, soprattutto per chi non è abituato.. e colpisce l'eterna attualità di questo disagio. Immenso.

wega  @  06/09/2007 21:19:19
   10 / 10
caolavoro
seduta di autopsicoanalisi
credo che tutti ad un momento della propria vita si ritroveranno nella situazione di riepilogare la propria esistenza
impossibile da non fare proprio il film

metafisico  @  06/09/2007 12:46:29
   10 / 10
un film di poetica quasi inarrivabile che tratta temi universale con una maestria senza precedenti.
Quando sono così, i film davvero possono considerarsi opere d'arte.
sicuramente il cinema di Bergman rimane un unicum di cui non si vedono gli eredi.

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Ultima risposta 23/11/2007 13.21.38
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  05/09/2007 20:18:56
   9½ / 10
superbo. "Il Posto delle Fragole" dopo "Una Storia Vera" e insieme a "Vivere" forma la triade del genere della vecchiaia migliore della Storia del Cinema (e non ho ancora visto Umberto D.).
Questo è un film sulle scelte. le scelte formano quello che sei, e come la gente ti vede; per Bergman l'Uomo è un equilibrio passivo fra Scelte, Natura Comune e Individualità Nascosta.
le Scelte formano la tua Vita professionale e sentimentale, ma non è detto che queste ti manifestino al prossimo per come sei veramente, bensì la tua Natura Comune ti permette di instaurare rapporti normali (ipocriti) per la tua esistenza. in verità conduci una vita parallela di cui conosci l'esistenza, ma la metti in un angolo rifuggendone la vista fino a che si presenta la Morte. la Morte si presenta dapprima attraverso i sogni (meravigliose le sequenze oniriche, fotografia superba) i quali spingono a una presa di coscienza dell'individuo su tutta la propria vita, anche quella nascosta. saltano fuori a questo punto enormi problematiche che mettono in luce il nostro egoismo, la nostra finta faccia e decentrano il nostro punto di vista distorto sui nostri successi personali (da notare come il medico, nel trionfo finale della sua carriera si renda conto di quanto ha sbagliato nel lasciare la sua cittadina dove tutti lo adorano) come il lavoro e la famiglia (il figlio che lo odia, la moglie che lo tradiva).
è il Passato un luogo dove rifugiarsi e confrontarsi.
la visione di Bergman è molto pessimistica anche se la dolcezza del finale mi ha lasciato un pò stupito. Bergman riflette sulla possibilità che le nostre azioni e la nostra Consapevolezza Finale siano gestite da un Dio...o da un Caso (i sogni), stesso dramma di Kieslowski. Bergman non risponde chiaramente, ma è emblematica la poesia che il protagonista (eccelso) recita ai giovani su questo Amico misterioso che non si riesce a trovare e che al tramonto (la Morte) è ancora lontano e nascosto...

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Ultima risposta 06/09/2007 13.29.45
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MrSlipp3ry  @  21/08/2007 16:51:07
   9½ / 10
Ho visto il film 2 volte di seguito tanto mi è piaciuto!!! Una pellicola che riesce a far rievocare tantissime emozioni. Struggente, melinconico, suggestivo.
Con un Victor Sjöström bravissimo, capace di interpretare un personaggio tuttaltro che semplice.

" I nostri rapporti con il prossimo si limitano per la maggior parte al pettegolezzo e a una sterile critica del suo comportamento ... "
Questa frase di apertura del film mi ha colpito molto e in seguito il regista è riuscito a tenermi letteralmente accaccato al monitor!!
Per me uno dei miglior film che abbia mai visto.

addicted  @  31/07/2007 17:55:41
   10 / 10
Non si può dare un voto a "Il posto delle fragole": anche il 10 è riduttivo.
Sarebbe una attività con poco senso anche scrivere un commento, se non fosse che ieri, 30 luglio 2007, è morto Ingmar Bergman.
Bergman è stato senza dubbio uno dei più grandi artisti del '900, interpretando con straordinaria intelligenza e intenso spirito poetico i temi fondamentali dell'esistenza.
Le sue opere rimangono per sempre patrimonio dell'umanità, tuttavia oggi domina un senso di tristezza per la perdita di un uomo la cui morte segna comunque uno spartiacque storico: se ne è andato un pezzo importante del Novecento. Speriamo che il nuovo secolo sia in grado di produrre altri artisti di questo calibro.
In queste ore mi ritorna in mente una sequenza di "Il posto delle fragole": il protagonista, vecchio e vicino alla morte, ricorda i propri genitori in un momento di serenità; li vediamo da lontano, sulle rive di un lago. Una scena dolce e insieme dolorosa, perchè anche i più bei ricordi di infanzia sono destinati a svanire nel gorgo del tempo e della morte. Un'immagine di potentissima intensità emotiva, che riaffiora nella memoria ora che il grande maestro non c'è più.

Vegetable man  @  26/07/2007 13:06:48
   9½ / 10
Un film poetico e toccante, con alcune scene da antologia, come i sogni surreali, e un bravissimo Victor Sjöström nel ruolo di protagonista.

Sanjuro  @  24/07/2007 13:36:20
   7½ / 10
I dialoghi ottocenteschi, e i bozzetti estremamente pudici della società aristocratica mi hanno spazientito non poco. Un linguaggio puritano che riverbera in gran parte della pellicola deturpando irrimediabilmente alcune sezioni di essa, in ogni caso ottima la tessitura onirica, ottime le scene frivole che accompagnano la visione come un giro morbido di basso, fino a farle sfociare in vignette di petrolio freudiano. Bergman sarebbe dovuto essere più malvagio e far contorcere l' uomo come nella "Morte a Venezia" di Mann, esempio supremo di autocoscienza senile. Non piu di 7.5...

Invia una mail all'autore del commento angel__  @  12/07/2007 03:39:45
   9½ / 10
un pò troppo lento a tratti,un pò forzati alcuni caratteri come la coppia che litiga in macchina,ma a livello di contenuti siamo su un pianeta inarrivabile,il pianeta bergman.sofferenze,dubbi,angosce, momenti di gioia e serena malinconia condensati in un viaggio di un'ora e mezza. grandissimo l'attore protagonista,alcune frasi di questo film entrano nel cuore.

Pink Floyd  @  02/07/2007 17:18:34
   10 / 10
"I nostri rapporti con il prossimo si limitano per la maggior parte al pettegolezzo e a una sterile critica del suo comportamento. Questa constatazione mi ha lentamente portato ad isolarmi dalla cosidetta vita sociale e mondana. Le mie giornate trascorrono in solitudine e senza troppe emozioni. Ho dedicato la mia vita al lavoro e di ciò non mi rammarico affatto."

In questo film, un road movie del tutto atipico a causa dei suoi risvolti memorialistici, viene rappresentato un viaggio nel viaggio: durante il percorso per giungere a conseguire una gratifica al lavoro, il Professor Boorg va a ritroso nel tempo, ripercorrendo la sua gioventù, tracciando un volutamente nostalgico bilancio del suo vissuto.
Nella sua vita da medico la ripetitività e l'abitudine sono divenute piacevolmente melancoliche; l'uomo gli presta molto potere, trasformandole nel suo unico avere.
Tuttavia in vecchiaia si affronta la tematica della solitudine, la quale porta Isaac
a mettere in discussione il suo seminato.
E così, voltandosi indietro il medico si riscopre un vecchio saccente che cela le sue paure dietro un comportamento fiero e misantropo se non freddo e opportunista nei confronti della gente che lo circonda e che lo ha tanto amato; un uomo raramente sorridente, che poco ha attinto dalla vita. Una vita consumata sui libri e per questo per nulla vissuta, poco sfruttata -indicativo il discorso onirico dell'amata Sara "come professore dovresti saper individuare le cause del dolore, ma non ci riesci! Perchè sebbene tu conosca tante cose, tu non sai niente!"- .
Ad alimentare il continuo e combattuto turbamento del medico sono gli incubi surreali che lo accompagnano, i quali minano le sue certezze e cominciano ad incrinare le sue idee.
Tuttavia sarà la succesiva "scoperta" del pensiero pessimistico del figlio a portarlo sul sentiero dell'abbraccio alla vita.

La pellicola conserva un'enorme carica emozionale che viene sprigionata ogni qualvolta l'anziano Professore si abbandona a riflessioni e pensieri.

Il merito di Ingmar Bergman è quello di aver delineato il personaggio del PROFESSOR HEBERARTH ISAAC BOORG, uomo bisbetico di scienza ricco di cultura ma povero di qualsivoglia tipo di sensibilità; è proprio questo il piatto forte della pellicola: la caratterizzazione del protagonista, che avviene in maniera leggera e soave, grazie anche a un'interpretazione di Victor Sjöström carica di pathos e classe.
Attraverso questo personaggio Bergman si abbandona in un sognante e leggiadro spaccato sulla vita, sulla morte, sul tempo, sui ricordi.

Nonostante "SMULTRONSTÄLLET" abbia compiuto 50 anni mantiene la fresca carica emotiva di un tempo che ne fanno un titolo intramontabile della cinematografia svedese.

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Ultima risposta 24/07/2007 22.44.22
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alexp79  @  19/06/2007 01:11:51
   10 / 10
Cosa c è di più riflessivo che la ricerca del senso della vita? Un rispettabile medico fa i bilanci della sua...e si scopre tristemente già morto. ripercorre i momenti della sua infanzia, provando nostalgia delle sue emozioni, che si possono provare solo con altri esseri umani. Scopre che sono le emozioni a farlo sopravvivere, quelle da cui è sempre scappato. Gli altri personaggi fanno da cornice: teologia o ragione, voglia di vivere e isteria sembrano quasi i modi di affrontare la vita che un uomo può incontrare sul suo cammino..cos è l'uomo senza emozioni? per cosa merita una vità essere vissuta?

Ch.Chaplin  @  17/06/2007 16:09:58
   10 / 10
questa è storia del cinema, mica blade runner!
capolavoro di bergman, forse anke migliore del settimo sigillo..si tratta di una pellicola assoluta, di quelle ke non trattano pochi temi contingenti (e magari lo fanno pure male), bensì tratta la questione fondamentale della Vita (con la V maiuscola), e lo fa come meglio non avrebbe potuto (nel 1957!).
nn è troppo lento e nemmeno troppo mattone..è uno dei picchi della cinematogrfia psicanalitica!

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Ultima risposta 09/07/2009 15.18.51
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jmarra  @  10/06/2007 17:23:36
   10 / 10
un pezzo della storia del cinema una riflessione sulla vita e sulla morte.capolavoro

éSsaJon  @  31/05/2007 06:59:55
   10 / 10
Una grande interpetazione, un grande realismo. Bergman fa dire ai protagonisti frasi categoriche che atterriscono nella loro crudezza e realtà. Pensieri che stravolgono per la loro chiarezza. Descrive magistralmente scene di isteria (l'ingegnere e la moglie) e di angoscia (i sogni del protagonista). Alcuni tratti lenti, ma necessari. La confessione di Evald
alla moglie sotto la pioggia, oppure l'esame di medicina del protagonista in sogno... e quanto è vero il comportamento della governante.

Invia una mail all'autore del commento Gualty  @  18/05/2007 11:47:42
   9½ / 10
Stupendo Borg (sjostrom), il protagonista, che rivive, nel bene e nel male la sua vita, dal posto delle fragole della sua gioventù fino all'apice oggettivo della sua carriera, alla fine della giornata con la premiazione.
A tratti ermetico, ma le fila della trama vengono tessute con maestria e completezza, lasciando spassosi spazi alle lotte idealistiche ed esistenziali dei compagni di viaggio di Borg. Molto bella la regia, peccato per le molte scene nella campagna che sarebbero state meglio a colori...

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  13/05/2007 13:01:35
   10 / 10
"I nostri rapporti con il prossimo si limitano, per la maggior parte, al pettegolezzo ed ad una sterile critica del suo comportamento. Questa constatazione mi ha lentamente portato ad isolarmi dalla vita sociale e mondana. Le mie giornate trascorrono in solitudine e senza troppe emozioni. Ho dedicato la mia vita al lavoro e di ciò non mi rammarico affatto".
Queste sono le riflessioni che passano per la mente dell'insigne medico prof. Borg.
E' in procinto di festeggiare il suo giubileo professionale.
Sta tirando le somme della propria vita, non senza angosce.
Durante il viaggio, che farà in auto, ripercorrerà tappe della sua vita mai dimenticate. Avrà la fortuna di essere circondato da giovani. La sua mente riflessiva lo porterà a rivedere alcuni suoi atteggiamenti del passato.
Frammenti chiusi nell'anima si affacciano alla sua memoria
Un film meraviglioso.
Avviarsi verso la morte non è cosa serena, ma si può trovare una propria serenità nel capire i propri limiti del passato.
Durante il viaggio vivrà ricordi, rimpianti, la consapevolezza di non sapere poi molto in generale, incertezze e certezze, timori ed ineluttabilità
Un viaggio di pacificazione con se stesso.
E il dolce posto delle fragole, il posto della sua giovinezza, un angolo rimasto quasi immutato del tempo, percorso - nella pemoria - di voci lontane e situazioni che subito, vivide, si affacciano alla memoria.

AKIRA KUROSAWA  @  10/05/2007 14:29:31
   10 / 10
in assoluto il miglior film di bergman e tra i piu belli della storia. bergman nonostante l giovane eta fa gia delle riflessioni sul tema della morte.
superiore per me anche del settimo sigillo, bellissima la scena in cui sjostrom ricorda la gioventu perduta . super capolavor

iosper  @  19/04/2007 13:25:45
   8½ / 10
Viaggio nella vita di un anziano professore di medicina sfiora la perfezione, se non fosse per alcuni passaggi lenti.

Bukkake  @  11/04/2007 15:42:57
   4 / 10
l'ho guardato in quanto incuriosito dalla posizione in classifica.secondo me non merita la top 20!!alcuni momenti sono troppo lenti..

15 risposte al commento
Ultima risposta 06/10/2007 09.17.06
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Xavier666  @  10/04/2007 00:15:32
   9 / 10
primo film di Bergman per me. Peccato essere arrivato dopo cento e passa commenti, però non è mai tardi per scoprire questi capolavori del passato.
Ottimo, struggente, onirico. Victor Sjöström sugli scudi, cercherò di vedermi altri film che lo videro protagonista. Voto altissimo per quest'opera, formula chimica del rimpianto.

darkos  @  01/04/2007 18:12:07
   10 / 10
Film eccellente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  20/03/2007 18:40:03
   7 / 10
la penso esattamente come lukanoir quindi..

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Ultima risposta 17/01/2009 10.47.52
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lukanoir  @  13/03/2007 21:26:39
   8 / 10
Sapientemente girato è indubbiamente un film bellissimo, personalmente però l'ho trovato un pò pessimistico e chiuso a libere interpretazioni.

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Ultima risposta 20/03/2007 20.10.22
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Beefheart  @  08/03/2007 21:58:27
   7 / 10
Una riflessione sull'esistenza messa a dura prova dal rammarico per le occasioni perdute e dagli errori commessi. Il protagonista, l'anziano dottor Borg, fondamentalmente egoista ed individualista, temendo la solitudine come unica compagna sino al finire dei suoi giorni, si ferma a guardare indietro, nel suo passato e si tradisce ad osservare gli eventi della sua vita trascorsa con occhio e spirito diversi rispetto ad un tempo. Il tutto è strutturato in un mix tra il flash-back e la visione onirica che si ripropone più volte nel corso degli eventi. Il ritmo non è granchè sostenuto, tutt'altro; in alcuni passaggi può risultare eccessivamente lento. La recitazione è innegabilmente pregevole ma in più occasioni il copione mostra la sua età. Sicuramente un buon film, efficace, che comunica, si fa capire e che si esprime attraverso la magistrale interpretazione del protagonista e la sapiente mano del regista, ma che, al contempo, non è immediato e viaggia su un binario non ben definito, tra l'ottimista ed il drammatico, che lo rende sfuggente ed un po angosciante e, probabilmente, un film non per tutti, ne ora ne, credo, allora.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  08/02/2007 16:43:30
   8 / 10
strepitoso viaggio verso la morte di un personaggio tanto simpatico ma che nasconde(come tutti noi) un'anima confusa e disperata!
il protagonista è bravissimo(e si tratta di un regista svedese) e la sua interpretazione da molto nella riuscita del film...
alla fine ti lascia un senso di vuoto e quasi ti delude il fatto che sia finito cosi presto!
bellissimo

John Locke  @  27/01/2007 20:12:03
   9 / 10
Un capolavoro.
Un anziano professore di medicina poco prima di ottenere un premio ripercorre tutta la sua vita, dalla gioventù (che scopriamo aver profondamente influenzato il suo modo di vivere e di essere) alla vecchiaia, autoanalizzandosi e cercando una redenzione, anche se tardiva. Viene accompagnato in questo viaggio interiore dalla nuora, che lo fa riflettere sul suo modo di rapportarsi con gli altri e con se stesso, in un crescendo di emozioni e di riflessioni che culmina nel memorabile finale, a mio avviso fra i migliori della storia del cinema.
Pietra miliare.

davil  @  20/01/2007 02:05:32
   10 / 10
è nel trittico di film più belli di bergman - insieme a "persona", il mio preferito, e a "il settimo sigillo"
il bilancio di una vita, esaltato dal tocco di un regista superlativo.
psicoanalisi, sogno, poesia, magia, a volte grande freddezza: è il grande ingmar bergman

aiemmdv  @  30/12/2006 13:55:41
   8 / 10
Splendida riflessione sulla vita e la morte e sul rappoorto che ogni essere umano ha con quest'ultima.
A 78 anni una vera e propria seduta psicanalitica (fatta di sogni ed incubi) servirà al protagonista per ammettere i propri errori e purificare la propria coscienza.
Per la serie: non è mai troppo tardi !

Dick  @  04/11/2006 16:19:52
   9 / 10
Intenso film sul confronto interiore dove ci si accorge di non avere avuto solo rose e fiori, ma anche punti oscuri e solo facendo i conti con loro si riuscirà a trovare finalmente un pò di pace interiore con un elogio finale all' nfanzia come miglior periodo della vita.
Il regista non rinuncia a parti decisamente crude, ma neanche ad altre tenere in un gioco ad incastri ben riuscito.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  24/09/2006 18:25:33
   10 / 10
...film splendido in tutti i suoi aspetti... Come nel Settimo Sigillo, Il Posto delle fragole è un film estremamente profondo e riflessivo da cui si possono sviluppare molti spunti... Sicuramente un capolavoro.... Consigliato...

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  07/09/2006 20:42:37
   9 / 10
il voto + ke mi sentivo di dargli in effetti era 8 ma ho dato 9 xkè è inkoncepibile ke 1 opera del genere sia ''appena'' 12 in classifica. mi sono deciso a guardare qst film 1 paio di giorni fa e a dire il vero inizialmente ero indeciso se guardarlo o meno dal momento ke è 1 film molto vekkio ( e va be..x me ke ho 17 anni poteva risultare noioso!) e qlkn mi aveva detto ke era 1 po lento e a tratti incomprensibile.....bhe nn cè ke dire mi sono ricreduto di colpo: sono rimasto allucinato nell'ascoltare le parole del figlio di isac riguardo alla sua considerazione della vita...sono le stesse parole ke avevo usato io 1 giorno prima di vedere qst film in 1 diskussione con mia madre!!...dopo qst aneddoto non mi resta ke affermare ke qst film è stupendo e consiglio a tt di guardarlo,riflettendo su ogni dialogo.
1 frase su tt ''sono morto pur essendo vivo''.
ESISTENZIALE

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Ultima risposta 21/09/2006 14.03.30
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gei§t  @  30/08/2006 14:00:43
   6 / 10
Interessante viaggio nei ricordi di un vecchio che ha seguito una strada e alla fine si guarda indietro per vedere dove forse ha sbagliato. C'è ancora però un margine per rimediare in parte agli errori fatti?

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Ultima risposta 30/08/2006 21.43.28
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  21/08/2006 09:29:31
   9 / 10
"sono morto pur essendo vivo"

Il male di vivere e la solitudine di Isacc, espressa tanto a parole quanto tramite sogni onirici in cui il vecchietto rivive la sua triste esistenza, il tutto contrapposto alla voglia di vivere e di dare vita dela giovane (e bellissima) moglie del figlio, anch'esso contagiato dal padre dal malessere.
una poesia su pellicola

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Ultima risposta 08/10/2006 19.12.07
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domeXna79  @  19/08/2006 13:01:40
   9 / 10
Un classico del cinema d’autore.
Uno dei capolavori del cinema per la capacità del regista di portare l'attenzione su temi importanti quali la forza dei "ricordi", il tempo che scorre ma che costruisce la sua fortezza inespugnabile nella capacità della memoria.
L’angolo del dolce ricordo, quando in età senile si cerca di ripercorrere le tappe della propria esistenza (il viaggio ne rappresenta la metafora), ma anche di ciò che sono stati i rapporti con le persone che ci circondano..
L’orologio senza lancette, la fredda mano materna.. tutto lascia pensare a ciò che è stato, ma vi è anche la possibilità di trovare una speranza nella generazione che verrà.
Il ritmo del racconto è certamente e volutamente lento, per far assaporare fino in fondo l’ineluttabilità del proprio passato, a cui non ci si può opporre, ma con cui bisogna fare prima o poi i conti.
Consiglio a tutti di vedere questo film per aprire nuovi orizzonti e per meglio apprezzare lo scorrere del tempo..

Ivs82  @  14/08/2006 18:44:29
   10 / 10
In tutti noi c’è un “posto delle fragole”. E’ il luogo della memoria e del dolce ricordo. Un approdo sconosciuto e insignificante per gli altri,ma cosi’ familiare e sicuro per noi.
Spesso è legato all’infanzia: l’età dei sogni,delle passioni,delle speranze che non hanno ancora preso forma. Un luogo amato e idealizzato che rappresenta allo stesso tempo punto di partenza e di arrivo nel cammino circolare dell’esistenza.
E proprio in esso si imbatterà Isak Borg,luminare della medicina che dovrà recarsi a Lund per ricevere una prestigiosa onorificenza accademica. Borg è un vecchio egoista,cocciuto e scontroso e dalle sue azioni sembra trasparire un’anima arida priva di qualunque slancio emotivo. Ma in base alla poetica bergmaniana secondo cui a ognuno è concesso il riscatto morale anche lui troverà la via del cambiamento e della redenzione.
L’occasione gli verrà data proprio dal viaggio: una sorta di “via crucis”in cui il protagonista si troverà a confrontarsi con se stesso e a tracciare un amaro quanto inaspettato bilancio esistenziale. Quella del professore sarà infatti un’analisi lucida e sofferta in cui egli sarà allo stesso tempo imputato e giudice,vittima e carnefice: quasi non ci fosse spazio per il giudizio divino ma solo per il pentimento umano.
Ed è questo uno dei temi portanti dell'opera: la fiducia nell’individuo e nella possibilità che questo si possa riscattare attraverso la solidarietà umana. Borg riporrà infatti le sue speranze e i suoi sogni mai realizzati nel gruppo di giovani che l’ha accompagnato durante il viaggio; un ideale passaggio di consegne che gli permetterà di trovare la “pace dei sensi” e di guardare con più serenità e meno rassegnazione alla morte. Bergman,con uno stile che mescola e sovrappone continuamente i piani della divagazione onirica e del realismo quotidiano,ci accompagna sapientemente in questo atipico road movie. E lo fa con estrema intelligenza e sincera commozione. Il suo è infatti uno stile asciutto,essenziale,depurato da ogni facile sensazionalismo. Quella che filma assume i toni di una cruda poetica del quotidiano che rimanda a Bresson ma la contamina con una profonda compassione e un ottimismo di marca quasi chapliniana.
Una teoria dell’”eterno ritorno” (all’infanzia,alla famiglia,alla purezza dei sentimenti) che trova la sua perfetta sintesi espressiva ed emotiva nel viso segnato,malinconico e infine sereno di Vicktor Sjostrom.
E il “posto delle fragole” è un capolavoro proprio perché passa con insuperabile maestria dai toni del racconto intimo a quelli dell'apologo universale. La morale è che solo analizzando noi stessi possiamo capire gli altri portandoli a condividere un frammento della nostra intimità. E aprendogli cosi' le porte del nostro “posto delle fragole”.

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Ultima risposta 09/01/2007 18.58.41
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carisma  @  10/08/2006 00:24:21
   3 / 10
il film è un classico svedese degli anni 70,piacerà agli estimatori del cinema aulico e stereotipato, ma a me sembra superato

66 risposte al commento
Ultima risposta 03/01/2008 23.40.11
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Smiley  @  05/08/2006 10:01:49
   10 / 10
Introspettivo, coinvolgente, emozionante. Tra i dieci migliori film di tutti i tempi.

Tino Tinone  @  20/07/2006 01:06:25
   10 / 10
Un capolavoro assoluto, Bergman compie un percorso a ritroso psicanalitico come nessun altro regista al mondo ha mai saputo fare. Insieme a Persona, Il settimo sigillo e L'ora del lupo, uno dei "Bergman imperdibili".

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Ultima risposta 10/08/2006 18.32.36
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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  12/07/2006 20:02:54
   10 / 10
Il più bel film sul ricordo e sull’amarezza di un presente non voluto. Amaro e intenso offre spunti infiniti. Poche parole per uno dei più bei film della storia del cinema.

phemt  @  30/06/2006 12:35:19
   9 / 10
Un intenso, delicato, emozionante viaggio (reale e metaforico) tra sogno e incubo, tra ricordi positivi e ricordi negativi con il protagonista che assiste da spettatore a situazioni del suo passato o addirittura le rivive da protagonista… Profondo, malinconico (ma con un finale carico di speranza), sensibile e simbolico… Superlativa la prima sequenza onirica… Regia e fotografia di altissimo livello, ottima la prova di Sjostrom…

Travis  @  30/06/2006 00:26:34
   10 / 10
ho appena visto questo film. Ne avevo sentito parlare molto e sono rimasto davvero stupito.Un bellissimo film.....molto tenero.

preston  @  27/06/2006 19:35:59
   10 / 10
Il capolavoro di Bergman. Non esiste concetto di lentezza.

ITA - AUS 0-2  @  24/06/2006 16:30:30
   5½ / 10
non mi ha per niente convinto. Troppo lento in alcuni punti

30 risposte al commento
Ultima risposta 27/06/2006 10.21.51
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  17/06/2006 17:02:56
   9 / 10
Un bellissimo film sulla sincerità dell’animo umano e sulla verità dei sentimenti. L’ambiente è quello alto borghese del nord Europa, con la sua severa educazione calvinista, l’etica del lavoro e il grande valore dato alla misura e alle leggi sociali. Un ambiente attraversato da più di una crepa, da più di un’inquietudine, da un’ansia di scoperta, di scavo delle proprie ragioni, da una sete di verità, da una voglia di ricostruzione su nuove basi del convivere sociale.
I personaggi che hanno seguito la ‘tradizione’ scoprono quasi tutti che nonostante il successo e gli onori, sono vuoti dentro e soprattutto sono soli. La solitudine è la punizione di chi non segue la strada della verità e della sincerità del cuore. Per fortuna, c’è ancora la voglia di proseguire, di conoscere l’errore, di rimediare. Il ricordo e il sogno sono le scintille che illumineranno le anime dei tristi protagonisti e accenderanno in loro la fiamma della speranza. Non tutto è perduto, anche se il film non dice se questa speranza poi si tradurrà in qualcosa di concreto o finirà in un fallimento.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Bellissimo il personaggio del vecchio. Mi ci sono immedesimato. Mi ha aperto gli occhi sulla vecchiaia e mi ha suggerito di riflettere sull’effetto che può avere il proprio comportamente sugli altri. Meno riusciti gli altri personaggi, soprattutto i tre giovani che mi sono sembrati molto stereotipati (usciti da un film americano) e un po’ superficiali. Ma forse Bergman ha voluto fare un parallelo fra i vani giovani della gioventù del protagonista e i vani giovani d’oggi. Come dire: da giovani si fa tanto gli spavaldi e i frivoli, ci pensa poi l’età a far disilludere e ripiegare su stessi. Sarà sempre così.
L’impianto del film è tradizionale. Ci sono però allusioni e metafore e su tutte spicca quella del viaggio sia materiale che mentale.

Invia una mail all'autore del commento bouree  @  12/06/2006 10:21:10
   6 / 10
Come per il settimo sigillo mi sono incuriosito per la media voti altissima.
Anche questo melo aspettavo molto meglio.

1 risposta al commento
Ultima risposta 12/06/2006 12.24.52
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aurin  @  09/06/2006 16:42:40
   9 / 10
bellissimo, grande interpretazione degli attori e grande direzione!

polbot  @  29/05/2006 09:18:27
   9 / 10
decisamente più per comuni mortali che "Il settimo sigillo"... una delicata e profonda riflessione su cosa davvero conta!
Una nota "maschilista": ottima scelta delle attrici !!! DA VEDERE !!!;-)

Gruppo COLLABORATORI paul  @  28/05/2006 15:46:45
   10 / 10
quaker  @  23/05/2006 23:56:54
   10 / 10
L'anima scandinava messa a nudo. Film di un coraggio fuori del comune, ricco di quei motivi che incantano i cinefili, dalle scene oniriche ai deliziosi flash back, e nello stesso tempo godibilissimo. Risente dei suoi cinquanta anni? Non più di quanto Madame Bovary dei suoi centoquaranta (circa...)

TAINKA  @  16/05/2006 15:10:53
   10 / 10
com è difficile arrivare al capolinea e accorgersi di aver dormito tutto il viaggio!cosi dev essersi sentito davvero il protagonista di un cosi grande capolavoro....ritrovandosi quasi alla fine si accorge di essere stato addormentato per tutta la vita e solo ora riesce a guardarsi dall esterno ripercorrendo le varie tappe della sua esistenza che si confondono in istanze oniriche e vicende reali.guardarsi dall esterno è proprio cio che gli accade....BELLISSIMO IL SOGNO INIZIALE NEL QUALE LA MANCANZA DI TEMPO PREANNUNCIA GIA UNO SVOLGIMENTO DEL FILM FUORI DALLE COORDINATE TERRESTRI E DALLA RAZIONALITà CON TOTALE ASSENZA SPAZIO-TEMPORALE.STUPENDO

giax-tommy  @  15/05/2006 14:54:29
   10 / 10
ecco a voi "IL FILM".....tra sarcasmo e poesia,tra drammaticità e teatralità si insinua uno dei film non solo più belli, ma più completi della storia del cinema.ogni scena mantiene alla base l'impostazione tematica data dal regista.non si perde in retrovie varie,scorre lungo un unico orizzonte,restando costantemente coerente.tutto è finalizzato a far chiedere allo spettatore:"perchè esisto?,cosa è bene e cosa il male?",sono temi molto profondi ma trattati con tale semplicità e sarcasmo da riuscire a pensare di essere completamente soli(la solitudine e la mancanza di sentimento)e allo stesso tempo essere allegri.le immagini,a cui manca solo il colore per essere un capolavoro del cinema moderno,sono "natura".le disquisizioni si diramano con estrema legiadria,senza mai toccarle grossolanamente,con sarcasmo,ma mai grossolanamete.
facendo i conti di una vita vissuta più male che bene cosa ti resta?......scena d' amore

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Ultima risposta 30/08/2006 15.09.42
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nives_b  @  01/05/2006 22:58:40
   10 / 10
Eccezzionale, tra i 5 migliori film di Bergman.

al_pacino  @  18/04/2006 01:00:25
   9 / 10
Viaggio introspettivo raccontato con dolcezza, poesia e precisione da un artista fuori dal comune

2 risposte al commento
Ultima risposta 12/06/2006 12.54.56
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desi  @  17/04/2006 22:36:14
   8 / 10
Un'altra storia di vita da parte di Bergman.
Le memorie del primo amore vissuto, gli incubi che invocano l'avvicinarsi della morte, l'accorgersi di non voler più bene ad una persona, la tristezza dovuta alla vecchiaia, la solitudine.
Sono temi difficilissimi da raccontare, eppure il vecchio Isaac, a 78 anni, riuscirà in un semplice giorno ad attrversare tutte le emozioni che hanno segnato la sua vita.
Ed è forse il rammarico, inesorabile, che prende il sopravvento sulle nostre speranze.
Incipit straordinario, poi la pellicola tende a manifestare un pò di stanchezza.
Non penso che sia il miglior film di Bergman (a mio modesto avviso lo è "il settimo sigillo"), ma nonostante ciò non possiamo non dire che questa è un vero film sulla vita.
Bergman insegna...
Memorie


Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  22/03/2006 13:32:03
   10 / 10
E' gia stato detto tutto...mi limito al voto per sottolineare la sua grandezza!

ninio-ciaparal  @  15/03/2006 21:41:18
   10 / 10
Credo sia uno dei film migliori di Bergman insieme a Persona, Il Settimo Sigillo e L'ombra del lupo. Anche uno dei suoi più ottimisti ed pè incredibile come l'allora giovanissimo regista svedese abbia saputo descrivere così in profondità i dubbi e le incertezze di un anziano che riesce alla fine attraverso il viaggio a ritrovare sè stesso. Bravi anche i protagonisti secondari.

compeed  @  13/03/2006 13:50:15
   9 / 10
Per me qualitativamente è al livello del settimo sigillo ma un gradino sotto persona che rimane a mio parere sempre il suo miglior film.
Com'è stato gia detto è splendida la scena iniziale forse la migliore di tutto il film. L'attore prot è molto bravo e rende bene gli stati d'animo del personaggio.
Il tema si lega ad un classico cioè il viaggio, sia figurato nel proprio passato e quindi nel pentimento di determinate azione, che reale da parte del protagonista.
Mi è sembrato un film agrodolce come sintetizza perfettamente il finale...
P.S. Mi sono piaciuti anche gli extra del dvd con delle interviste di approfondimento sulle tematiche da parte di psicologi critici cinematografici ecc...

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Ultima risposta 14/03/2006 17.43.02
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il.regista  @  11/03/2006 16:43:09
   10 / 10
altro capolavoro di bergman, il finale è il migliore della storia del cinema.

reggio-rulez  @  05/03/2006 12:20:35
   7½ / 10
mi stupisce un po' sia così apprezzato.
intendiamoci, non potrei dare un voto negativo a bergman ma penso il posto delle fragole, rispetto a tanti altri, mostri con + evidenza le rughe.
splendida la sequenza iniziale onirica.

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Ultima risposta 05/03/2006 13.44.01
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devis  @  03/03/2006 14:23:36
   9 / 10
Bellissimo film anche se mette un po di tristezza pensando al tempo che passa

chiara_80  @  01/03/2006 15:04:12
   10 / 10
Il posto delle fragole è un film unico, dolce e nello stesso tempo enigmatico. Le scene che richiamano il passato del protagonista sono intrise di pura nostalgia mentre inquietanti sono i suoi sogni. Il finale è di una positività silenziosa e profonda: la felicità della fine di un giorno racchiusa in un sospiro, o meglio la fine delle ansie e della tristezza. Bellissimo il racconto del vecchietto, malinconico e poetico: dov'è l'amico che il mio cuore ricerca ovunque senza aver mai riposo; finito il dì ancor non l'ho trovato e resto sconsolato.....

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Ultima risposta 25/07/2006 18.25.30
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bodego  @  10/02/2006 21:30:05
   10 / 10
Attraverso il viaggio di un grande medico per andare a ricevere un '' oreficenza, bergman affronta diverse tematiche quali :l'' essere umano in relazione con gli altri, la ricerca del divino e al paura della morte.
Il camino non è solo per avere un titolo prestigioso ma è qualcosa di più : per lui è un esame di coscienza, una crescita spirituale dove sogno e realtà si mescolano.




Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Bellissimo sotto ogni punto di vista.
Da non perdere.
10

controsenso  @  04/02/2006 21:18:44
   9½ / 10
Film splendido e intenso. Un viaggio tra sogno e incubo, tra ricordo e nostalgia, ricco di simbologie e di riferimenti. Per nulla pesante, anzi.
Uno sguardo personalissimo e tutto sommato speranzoso sulla vita che incede inesorabile ma che lascia la speranza alla redenzione e al riscatto, tardivi ma sempre possibili.

cinemaforever  @  04/02/2006 18:32:32
   10 / 10
Non concordo con i voti sottostanti che mi precedono, secondo me è un film stupendo, forte proprio nei dialoghi e nel montaggio. Il finale poi ridà fiducia agli anziani, perchè fa vedere che non è mai troppo tardi per redimersi.

Anders Friden  @  29/01/2006 20:23:24
   6½ / 10
Bello poetico e con qualche buon dialogo, il resto è "normale", non credo affatto che Il posto delle Fragole sia il miglior film di Bergman.

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Ultima risposta 29/02/2008 00.13.25
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lloyd.webber  @  29/01/2006 04:13:22
   10 / 10
Il migliore del geniale regista svedese.

the.beatles  @  28/01/2006 18:25:45
   9½ / 10
Un capolavoro di Bergman. Quasi perfetto perchè secondo me Il settimo sigillo e Persona gli sono leggermente superiori. Adattissimo per chi ama la psicanalisi. Grandissimo e commoventissimo happy end. Un film che riscatta gli anziani.

alesfaer  @  28/01/2006 13:56:35
   3½ / 10
lungo e scontato. molto noioso. ma soprattutto deprimente. è 1 film ke introduce alla depressione, e spero ke gli anziani nn lo vedano mai.

7 risposte al commento
Ultima risposta 16/01/2010 19.38.05
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Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  25/01/2006 12:23:06
   7½ / 10
Tra tutti i film di Bergman che ho visto è quello che meno mi è piaciuto...
L'ho trovato troppo impostato e didascalico, come del resto altre sue opere, però mancante anche di quella forza espressiva ed evocativa che caratterizzava film come il Settimo Sigillo.
I personaggi sono stereotipati risultando delle maschere gia viste e riviste, il vecchio professore che ha trascurato i legami affettivi per la professione, la giovane spensierata, la domestica premurosa.
Anche il tema della vecchiaia, è trattato in maniera un po scontata, cadendo spesso in luoghi comuni, imperdonabili per uno dei più grandi registi di tutti i tempi.

JoeChip  @  24/01/2006 01:41:04
   9 / 10
Un viaggio reale, fisico che si trasforma in un'occasione per fare i conti con il proprio passato attraverso i ricordi piacevoli e dolorosi dell'infanzia ormai lontana.

Un film sublime ed emozionante.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  21/01/2006 17:02:28
   10 / 10
Uno dei film più belli della storia del cinema. Forse a tratti un po' lento, ma rimane senz'altro un grandissimo capolavoro. Bergman è il Fellini straniero.

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Ultima risposta 30/07/2007 13.06.03
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domale79pd  @  09/01/2006 18:04:06
   10 / 10
Uno dei capolavori del cinema per la capacità del regista di portare l'attenzione su temi importanti quali la forza dei "ricordi", il tempo che scorre ma che costruisce la sua fortezza inespugnabile nella capacità della memoria. Consiglio a tutti di vedere questo film per aprire nuovi orizzonti e per meglio apprezzare lo scorrere del tempo..

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Ultima risposta 11/01/2006 18.55.37
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darren  @  12/12/2005 17:44:09
   7 / 10
bello, anche se in alcune parti un po' prolisso

mago di segrate  @  12/12/2005 15:17:41
   7 / 10
buono,ma niente di più... Troppo x palati raffinati comunque è girato in maniera impeccabile.

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Ultima risposta 13/12/2005 19.16.31
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tyler  @  08/12/2005 08:49:48
   10 / 10
Bhè,che dire....dopo "Il settimo sigillo" ho visto questo e mi è piaciuto forse anche di più...mi sono praticamente innamorato di Bergman!
Il regista riesce a scavare a fondo nell'animo umano ostentando una profonda conoscenza di se stesso e degli altri...la storia di un uomo giunto al suo tramonto esistenziale,che inevitabilmente si trova a fare un sunto del proprio passaggio su questo pianeta per scoprire amaramente di aver speso tanto tempo in cose secondarie,trascurando l'essenzialità...il proprio dialogo interiore si svolge prevalentemente attraverso sogni pregni di significato,come se il suo inconscio volesse comunicargli messaggi che altrimenti non giungerebbero a destinazione con la stessa forza e sincerità,come il protagonista stesso afferma ad un certo punto del film parlando con la nuora...il tutto attraverso l'uso del concetto del viaggio,che è allo stesso tempo reale e metaforico.
Ottima regia,oserei dire "regale" nella sua magnifica semplicità e straordinaria interpretazione del protagonista.
Mi è piaciuto a tal punto che presto lo rivedrò!

ds1hm  @  30/11/2005 15:01:54
   10 / 10
è un film che ti sospinge con una forza straordinaria nelle tue stesse paure e che ti insegna la via di uscita da ogni timore esistenziale: i ricordi. Personalmente credo che questo film fa compagnia al miglior Kubrick tra i film più belli di sempre. Qualcuno lo ha giudicato troppo datato: follia allo stato puro.

1 risposta al commento
Ultima risposta 09/01/2006 18.02.06
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Mavors84  @  02/11/2005 11:22:36
   10 / 10
Capolavoro... come del resto buona parte dei suoi film!!! su filmscoop si tende a divinizzare cineasti che non dovrebbero essere considerati tali (p.e. tarantino)... deliziatevi con film del genere!!!

Rusty il Selvag  @  15/09/2005 14:41:16
   10 / 10
Bergman rende il cinema degno di chiamarsi "Arte".

Il percorso-redenzione del protagonista porta lo spettatore a riflettere

sulla propria vita, fatta di successi effimeri e perdite importanti.


Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  10/08/2005 11:33:13
   9 / 10
Questo capolavoro di Bergman viene oggi riproposto da Ciak Cult Movie in DVD. E’ in vendita nelle edicole e in alcune librerie. Il film è un’opera d’arte sulla memoria. Bergman comunica con una simbologia molto curata alcune que-stioni esistenziali presenti nella società svedese e nella cultura occidentale alla fine degli anni’50. Il regista mette a fuoco alcuni problemi etici a lui congeniali, datati ma ancora di grande interesse, legandoli a interrogativi sulla conflittualità cui porta la ricerca della verità inconscia. Quest’ultima risulta protagonista delle scene del film e mette in evidenza il contrasto tra teologia e scienza, il conflitto tra sessualità sublimata e virilità aggressiva, e il disagio che si manifesta a volte tra la flemma caratteriale e comportamentale dello studioso geniale e l’immediatezza briosa e gioiosa a cui richiama la donna nella vita quotidiana.
Anche la morte in Bergman ha un ruolo importante, qui appare come volto sconosciuto e senza tempo che, riaprendo con la sua forza l’inconscio, porta alla resa dei conti l’egoismo rimuovente di Isak, professore di talento ma introverso e solitario. La morte si fa sentire attraverso i sogni come prefigurazione tetra e paurosa del proprio cadavere. Orrore di se stesso, di un corpo privo di ogni dife-sa? La morte diventa sempre più ossessiva fino al punto di rendere Isak miste-riosamente colpevole. Colpevole di aver trasmesso poco delle sue gioie agli al-tri? Di averle rese troppo sterili? La solitudine in Bergman è problematica. Non è un problema in assoluto. E’ ambigua. Psicologicamente Isak sembra l’esito sofferto ma inevitabile di una vita dedicata alla scienza. Effetto cupo del dovere etico di servire solo la verità. Quest’ultima è servita da Isak fino al punto di tra-scurare il desiderio delle donne interessate a lui. Una solitudine che poteva esse-re anche serena, lontana com’era dai dispiaceri dovuti alle passioni sensuali e simboliche se in Isak non fosse intervenuto, a riaprire vecchie ferite della sua storia, l’annuncio dell’assegnazione di un premio importante alla carriera, da ri-tirare a Lund. Da quel momento il suo immaginario si mette in tensione: i conte-nuti delle rimozioni avvenute in Isak si dispiegano in forme originali di ricordi. Bergman le ha elaborate scenicamente con grande credibilità, riuscendo a darle una buona comunicazione visivo-simbolica. Isak ritesse l’immaginario della sua storia spinto dal bisogno di trovare pace da essa. Lo fa durante il viaggio che lo porterà a ritirare l’importante riconoscimento professionale. La notizia del pre-mio che andrà a ritirare a Lund fa sorgere in lui anche un sogno con protagonista la morte. Il professore esce da un torpore esistenziale che durava da tempo. La sua memoria si risveglia ma con impeto binario vita-morte. Travolto dall’inconscio perde completamente il controllo del suo ruolo di personaggio di genio. Diventa umile e infantile e vaga alla ricerca di quel perdono che egli non ha saputo dare ai suoi pazienti. Perdono che era doveroso per la soddisfazione che egli traeva dalla loro cura. Le pulsioni di vita destate dal “premio” richiama-no, lungo un tragico rimando, le pulsioni di morte. Con quest’ultime si ridestano i sensi di colpa per non essere riuscito a rendere felici le donne con cui è vissuto. Un impasto pulsionale nuovo, congeniale alla teoria freudiana, che testimonia alcuni delineamenti strutturali del suo inconscio. Inconscio che insorge dal nulla del tempo, riflettendo in forma visiva il senso degli episodi depressivi della sua storia. Inconscio che in precedenza giaceva assopito nella forza ammaliante di un isolamento aristocratico.
Gli episodi storici che pesano sul professore si ripresentano alla sua coscienza con dolore e rammarico ma sempre con un desiderio dell’Io di umana compren-sione delle loro logiche più intime. Attraverso il racconto esse divengono per lo spettatore vie di cultura perché istruiscono sul senso del desiderio. I ricordi più dolorosi riguardano vicende in cui Isak constata l’impossibilità di avere la fe-deltà tutta della donna, in particolare rispetto all’amore sensuale. La donna ri-mane per Isak una madre virtuosa e comprensiva. Su questo la memoria è im-pietosa richiamandolo ad eventi traumatici e umilianti verso terzi di grande lavo-ro onirico.
La rielaborazione della sua storia riporta la serenità al professore che ritrova attraverso il dialogo con tre giovani compagni di viaggio il piacere del ruolo di anziano saggio e umile. Saggio per il dolore vissuto. Umile per il suo amore della verità. Isak alla fine capisce con soddisfazione che nonostante tutto è di-ventato un punto di riferimento di affetto e autorevolezza per i giovani che in-contra nel suo cammino. Autorevolezza per le virtù che è in grado di richiamare e affetto per il suo modo gentile di porsi in rapporto con gli altri.





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Ultima risposta 14/08/2005 09.34.04
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