l'inquilino del terzo piano regia di Roman Polanski USA, Francia 1976
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l'inquilino del terzo piano (1976)

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locandina del film L'INQUILINO DEL TERZO PIANO

Titolo Originale: LE LOCATAIRE

RegiaRoman Polanski

InterpretiRoman Polanski, Isabelle Adjani, Melvyn Douglas, Jo Van Fleet, Bernard Fresson, Lila Kedrova, Rufus

Durata: h 2.05
NazionalitàUSA, Francia 1976
Generethriller
Tratto dal libro "L'inquilino del terzo piano" di Roland Topor
Al cinema nel Settembre 1976

•  Altri film di Roman Polanski

Trama del film L'inquilino del terzo piano

Trelkovsky, un uomo tranquillo, affitta un appartamento in Francia, la cui precedente inquilina ha commesso suicidio. Pian piano, si convince che il suo padrone di casa e i suoi vicini lo stanno trasformando nella precedente inquilina...

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Voto Visitatori:   8,08 / 10 (187 voti)8,08Grafico
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Voti e commenti su L'inquilino del terzo piano, 187 opinioni inserite

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antoeboli  @  29/05/2024 17:42:46
   7½ / 10
Thriller atipico firmato da Polanski, che qui interpreta anche il protagonista della vicenda(e si doppia nella versione italiana): un impiegato in cerca di una casa, si imbatte in un appartamento in cui una donna si è ferita gravemente buttandosi dalla finestra. Caso vuole che la donna muore e lui riesce a farselo affittare. Da qui parte il film, in cui il nostro pensa che tutti gli abitanti del palazzo lo osservino e cerchino di farlo fuori.
Polanski gira un prodotto che per molti aspetti ricorda il suo capolavoro Rosemary's baby, per buona parte in una comfort zone, tra gli spazi chiusi della propria casa, o tra le 4 mura, che danno una sorta di microcosmo alla vicenda. Anche la regia, la recitazione spesso bizzarra dei vari personaggi che compongono la vicenda ricorda altri suoi film. Una seconda parte, che vira dal thriller, all horror, alla commedia grottesca, con quel finale che ricorda vagamente una scena di un film italiano uscito l'anno prima che ebbe un enorme successo.
Polanski da bravo fruitore del nostro cinema, ci scommetterei che si sia ispirato a quella determinata scena di (vedi spoiler).
l'aspetto piu meraviglioso è come la narrativa riesce a perpetrare nella mente dello spettatore riuscendo a coinvolgerci e farci credere che qualcosa possa accadere, creare tensione, anche se ci sono scene che vanno dal misterioso all' inconcludente.
Uno di quei film che potrebbe piacere come anche potrebbe non piacere, specie se cercate un thriller duro e puro.

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VincVega  @  15/02/2023 13:33:15
   8½ / 10
Grande pellicola di un abilissimo Polanski nei tre diversi ruoli, ovvero sceneggiatore, regia e interprete principale. Un film che piano piano coinvolge sempre di più in una spirale di paranoia e tensione che affliggono il povero Trelkovsky progressivamente in preda di allucinazioni e visioni. "Villain" principale è il vicinato, un gruppo di persone che diventa sempre più un incubo per Trelkovsky e che rappresenta senza dubbio una società che cerca di omologare al massimo il cittadino comune (vedi lo stesso posto al bar della precedente inquilina, le stesse sigarette, la firma del reclamo che hanno sottoscritto tutti gli altri eccetto lui, etc..). Poi arriva il finale memorabile che fa ripensare a tutti gli eventi accaduti, senza dare una risposta precisa. Grandissimo Polanski.

cort  @  17/02/2021 18:01:30
   8½ / 10
L'abilità di Polanski nel farci immergere nel vortice di tensione ed alienazione di un complottista inconsapevole è ammirevole. Un mix di scelte ben fatte: dalla scenografia alla scelta degli attori con rispettiva caratterizzazione dei personaggi. Anche se (unico "difetto") l'idea in generale e lo svolgimento prendono a piene mani dall'altro capolavoro che è rosmery's baby.

Alpagueur  @  22/11/2020 09:45:09
   8 / 10
Roman Polanski crea un thriller teso, claustrofobico e agghiacciante in questo film d'atmosfera, ambientato in un appartamento francese. Lo stesso Polanski interpreta il ruolo del titolo Trelkowsky, un giovane solitario in cerca di un appartamento. Alla fine ne trova uno solo per scoprire che l'ex inquilina, Simone Choule, era saltata dalla finestra nel tentativo di uccidersi. Dopo la morte di Simone, Trelkowsky diventa ossessionato da lei al punto da diventare delirante pensando che i suoi vicini siano stati quelli che l'hanno uccisa e ora lo stanno cercando. La prima ora di "Le Locataire" (alias "The Tenant") è piuttosto lenta man mano che la storia si sviluppa e nella seconda metà la storia si svolge gradualmente e diventa sempre più oscura (mentre Trelkowsky scende progressivamente nell'oscurità). Ha un'atmosfera simile a "Rosemary's Baby" dello stesso Polanski, con la differenza che qui il cerchio non si chiude (il senso di estraniazione e di angoscia che pervadono lo spettatore durante la visione rimangono anche dopo la fine del film, mentre in "Rosemary's Baby" la 'spiegazione' finale arriva, qui no, e questo da modo allo spettatore di poterlo interpretare in più modi). La direzione artistica, l'illuminazione e la cinematografia creano la sensazione di tristezza e solitudine. Il condominio stesso gioca un ruolo significativo (ad esempio, le scale a chiocciola, le finestre e i corridoi sembrano poco accoglienti). Gli score vengono utilizzati in modo efficace. La graduale trasformazione di Trelkowsky da giovane sano a pazzo paranoico viene mostrata sottilmente. Polanski fa un lavoro di recitazione interessante. Jo Van Fleet (madame Dioz), Lila Kedrova (madame Gaderian), Melvyn Douglas (monsieur Zy) e Shelley Winters (la portinaia) costituiscono un buon cast secondario e fanno apparizioni agghiaccianti. Isabel Adjani è idonea al ruolo e capace. All'inizio ero solo un po' infastidito dal ritmo lento, ma una volta che sono riuscito a superarlo, sono rimasto affascinato.

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E' sicuramente il mio film preferito di Polanski, un buon esempio della sua capacità di creare suspense e ritrarre la follia in termini molto convincenti. E, tecnicamente parlando, è anche una meraviglia. Basti dire che collabora con il compositore cinematografico Philippe Sarde e il leggendario direttore della fotografia Sven Nykvist (D.P. di Ingmar Bergman) per la realizzazione di questo film. Un ritmo lento e segmenti a volte poco interessanti possono rendere questo film difficile da godersi, ma è comunque un'esperienza interessante, inoltre si ride spesso grazie a ciò che dicono Trelkowsky stesso (pensiamo per es. la scena in cui schiaffeggia al parco un bambino perchè infastidito dal suo continuo piagnucolio) ma anche i suoi due amici Scope (Bernard Fresson) e Simon (Romain Bouteille). Ma ci sono anche momenti di riflessione, come quando Polanski (ubriaco) e Isabelle cercano di capirci qualcosa sul chi è veramente 'me' (che rimandando vagamente alle Ricerche filosofiche di Ludwig Wittgenstein del 1953 e al parallelismo tra la mente e il corpo dell'uomo dell'Ethica di Benedictus de Spinoza del 1677). Al di la delle scene di divertimento/angoscia che ci regala Trelkowsky man mano che sprofonda sempre più nel suo delirio, ho però una critica da fare a questo film. Solo dopo un'ora, forse più, diventa più chiaro che soffre di psicosi. E quando lo fa, per molti spettatori (a quel punto completamente stanchi) potrebbe semplicemente non avere più alcun senso e risultare non più interessante in alcun modo o semplicemente essere troppo casuale perché a loro ne importi qualcosa. Mi metto nei panni di coloro che affermano che che non si può semplicemente buttare giù qualsiasi tipo di XXX casuale e poi aspettarsi che venga considerata arte astratta. Avrei considerato un'impresa impressionante se Polanski fosse riuscito a prendere la follia vissuta dal personaggio principale e renderla 'comprensibile'. Ha attirato lo spettatore nel mondo delle persone psicotiche per cercare di mostrargli come la pensano, ma non lo fa. Ci mostra solo un mucchio di strane scene casuali che non hanno alcun senso e si aspetta che sia una sorta di riflesso della "follia". Chiunque abbia un minimo di educazione psicologica, e con questo, intendo chiunque abbia semplicemente letto qualsiasi tipo di libro sull'argomento, sa che la follia difficilmente è priva di un proprio tipo di logica. E questo vale ancor più in ambito cinematografico. Romanski non riesce a mostrare questa logica allo spettatore. In quanto tale, semplicemente non è molto stimolante per la mente. È solo casuale. Poi, nel finale, ci ritroviamo con una svolta completamente cliché, che davvero non ha alcun senso e che riporta l'intero film ad una sorta di loop. Insomma abbiamo visto questo tipo di film un milione di volte prima. La formula del twist è ben nota: il protagonista soffre di follia. Ma altri film lo hanno fatto molto meglio (rendendo l'intero plot credibile e offrendo comprensione alla casualità. Personalmente l'ho amato perchè offre spunti di riflessione interessanti e soprattutto mi ha fatto ridere il contesto, con gli inquilini che cercavano di fargli fare quello che faceva Simone e la sua nevrosi da condominio, ho amato anche la scena della palla che rimbalzava di notte fuori dalla finestra mentre lui se ne stava seduto travestito con le mani in tasca guardando fuori, questa onnipresente palla mi ha ricordato "Operazione paura" di Mario Bava del 1966. Ma dal punto di vista del "giallo" paga un po' dazio, proprio per via di quella mancanza di logicità accennata prima, come psico-thriller invece è ottimo!

Niko.g  @  04/10/2020 16:36:06
   6½ / 10
Addentrarsi nei sottotesti di un film è un'operazione spesso azzardata e dagli esiti incerti, ma in questo caso la tentazione è fortissima. Gli indizi sono talmente tanti che siamo spinti ad andare oltre. In realtà, non è necessario fare molta strada. Ben presto ci accorgiamo che Polanski l'ha fatta fuori dal vaso e che qualunque interpretazione troviamo, essa non riesce a spiegare il film nella sua interezza, finendo per contrastare con le altre che la annullano.
"L'inquilino del terzo piano" ha sicuramente il merito di mostrare, con grande acume registico e impatto visivo (vedi i grandangolari deformanti), l'atmosfera delirante vissuta dal protagonista, con la pecca, però, di indugiare eccessivamente su elementi esoterico/allucinatori a sfavore di quelli strettamente reali.
Comprendo bene che Polanski sia stato vittima delle lusinghe del 1968, con le sue droghe e le sue farneticazioni ideologiche che ne hanno influenzato la produzione artistica, ma nel seguire la pista dell'alterazione sensoriale, ha finito per rappresentare la deriva paranoica del protagonista in modo non progressivo, non credibile (il "difetto" di "Shining" per intenderci, con le dovute proporzioni). La regressione ad uno stato di follia non è dunque pienamente riuscita. Non che questa debba essere la chiave di lettura, perché, come accennavo all'inizio, qui di chiavi ce n'è un mazzo tanto e tra geroglifici e segni ideografici, rituali esoterici e doppelganger, gabinetti adibiti a tombe faraoniche e omosessualità latenti, è un'impresa venirne a capo.
Il cinema è un'arte che fa uso del tempo o, per meglio dire, dei tempi. Siamo disposti ad accettare un finale aperto, non un film aperto. Se da un sacco dei rifiuti (cito una scena del film) cadono a terra bucce di banana e scorze d'arancia, queste non possono sparire nel giro di qualche secondo. Il tempo appartiene alla dimensione del vissuto e tenerne conto è necessario, a meno di non essere David Lynch.

Detto questo, il film va anche inquadrato sulla scia di quel processo di propaganda esoterica e occultista gestito da gruppi perversi appartenenti alle élite, che Kubrick aveva reso protagonisti nel suo ultimo lavoro. Purtroppo la vita controversa di Roman Polanski, la tragica fine di Marilyn Monroe e Sharon Tate e delle vite che portavano in grembo, testimoniano parte di questa inquietante realtà che con l'arte cinematografica non avrebbe nulla da spartire, se non fosse che il cinema ha un potere di cui spesso ci dimentichiamo. L'idealismo e la speranza americana degli anni '50, furono venduti, drogati e manipolati ad opera di una malvagia congrega di rispettabili e ben nascosti membri della società. Forse la chiave di lettura definitiva anche di questo film.

Mic Hey  @  22/09/2020 21:22:43
   6½ / 10
..Uhm.. In realtà mi aspettavo di più da questo film molto osannato dalla critica. Certo avercene film così ma sembra una copia mooolto al ribasso di RosemaryBaby ! Qui di horror c'è solo una breve scena (nel finale la faccia diabolica di una donna del condominio!) thriller poco e niente.. insomma chi cerca questo genere di emozioni è avvisato. Resta un discreto film psicologico ma non ho notato particolari guizzi di regia o inquadrature, ecco anzi sul finale quando lui è a casa della "presunta" amica Stella e comincia a delirare la sequenza è poco chiara (chi è l'uomo che suona alla porta?! E cosa vede nell'albo fotografico ?!)
Di recente ho visto un altro film molto bistrattato del grande regista "LunaDiFiele" che per me è migliore di questo :)

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Ultima risposta 22/09/2020 23.00.44
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newalessiomarta  @  03/09/2020 13:27:57
   8 / 10
Adoro Polanski e anche se questo film ha un finale decisamente aperto l'ho amato comunque. L'intera storia è come un incubo divenuto realtà con atmosfere cupe ed inquietanti. E pure se ci sono tante possibili soluzioni ho deciso che mi va benissimo così.

Effeverde  @  19/04/2020 18:19:41
   7½ / 10
Che Polanski non sia del tutto sano di mente lo dimostrano le sue vicende personali e l'intero corso della sua vita, ma qualora alla fine della fiera residuassero dubbi in merito, quasto film basterebbe a dissiparne di ogni.
Rispetto al precedente "Repulsion", che reputo superiore per contenuti e abilità direttive, il regista franco-polacco decide di vertere qui in aggiunta sull'horror puro: in tal senso, la scena della

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rientra di diritto a mio parere tra le più inquietanti (e sottovalutate, dal momento che non la si ricorda praticamente mai) della storia del cinema. Vedere per credere.
Menzione doverosa a Isabelle Adjani, che riassumerà in seguito le vesti di protagonista femminile in un altro imperdibile classico del genere quale "Possession".

Spotify  @  15/07/2019 04:33:39
   9 / 10
Film superbo realizzato da Roman Polanski. Un thriller psicologico assolutamente sublime, un tutorial su come certe pellicole dovrebbero venir realizzate.
Il regista firma un film complesso, a tratti quasi onirico. Le domande che lo spettatore si pone durante il film sono parecchie, ma non a tutte è possibile dare una risposta. Polanski ci conduce nel limbo tra ragione e pazzia, dove le cose ci appaiono ben diverse da come ce le saremmo aspettate.
La trama è ambientata a Parigi vede protagonista Trelkowski, un giovanotto polacco che trova un appartamento in un palazzo della capitale francese. In quello stesso appartamento, poco tempo prima, la precedente inquilina si era suicidata gettandosi dalla finestra. Fin da subito, Trelkowski si rende conto che i vicini non sono proprio un esempio di cordialità. Più volte infatti, il giovane viene attaccato dagli altri condomini per via del forte rumore che lui stesso provocherebbe. Dopo svariato tempo, la mente di Trelkowski, esasperata da quanto succede con gli altri condomini e condizionata sempre più da quanto successo alla locataria precedente, inizierà a vacillare, portando l'uomo sulla soglia della follia.
Il regista trasporta lo spettatore in un viaggio all'interno della psiche umana, mostrandoci come, tutto d'un tratto, essa possa sgretolarsi a seguito di particolari circostanze che influenzano l'individuo. Ovviamente, questa è una pellicola alla quale possono essere date svariate interpretazioni, quindi è difficile dare una visione dell'opera propriamente oggettiva. Polanski in questa pellicola tratta molti temi psicologici: il delirio paranoide, l'omosessualità e la doppia personalità. Trelkowski lo vediamo posto in un limbo: quello tra pazzia e lucidità. Il director basa grossa parte del film su questo elemento, riuscendo a non far capire mai all'astante, quale sia la verità. Non si saprà mai davvero il legame che univa Trelkowski e Simone Choule e perché Trelkowski, più volte, inizi ad indossare abiti femminili. Tra i due personaggi, è come se si creasse una sorta di simbiosi, di contatto indissolubile, malgrado uno dei due sia morto. E l'ambiguo finale, non fa altro che rimischiare le carte. Il regista però, non crea affatto una storia contorta: ovvio, bisogna prestare la massima attenzione per seguirla, in quanto ogni passaggio è importante, ma non ci sono mai situazioni dove il film si incarta su se stesso. E sempre tutto in continuo progresso, il director man mano inserisce i tasselli che andranno a formare l'intricato puzzle. Lo spettatore in tutto questo non può far altro che lasciarsi trasportare in questo viaggio mentale, andando ad esplorare territori sconosciuti dell'intelletto. Si può dire che "L'inquilino del Terzo Piano" è una vera esperienza sensoriale. Per due ore, ci si estranea da tutto quello che si ha intorno. E posso dire che non vale neanche la pena di restare a pensare per forza al significato del film, perché è già perfetto così come è stato realizzato.
Polanski analizza un altro argomento che può sembrare di scarsa importanza, ma che invece è rilevante sia nell'economia della pellicola che nella vita reale. Parlo del rapporto dell'inquilino con i vicini. Nonostante sia un tema che, all'apparenza, sembri non centrare nulla con quanto analizzato prima, è invece di determinante importanza. La mente di Trelkowski inizia a vacillare proprio a causa dei continui screzi con i vicini. Sin da subito, il giovane viene ripreso più volte sia dal proprietario del condominio che dagli altri inquilini. Man mano, col passare del tempo, queste situazioni spiacevoli con i condomini, iniziano a diventare uno stillicidio vero e proprio. Trelkowski viene persino coinvolto in fatti che non lo riguardano direttamente (vedi ad esempio la petizione perpetrata da "Madame Dioz"). Polanski, attraverso tutto questo, ha voluto sottolineare quanto a volte possano essere sgradevoli le relazioni con i vicini.
La caratterizzazione dei personaggi è sensazionale. Trelkowski è un uomo che inizialmente incute simpatia nello spettatore, per il suo fare gentile, calmo ed anche un po' imbranato. Poi una volta iniziato il calvario dell'uomo, lo spettatore vorrebbe in qualche modo aiutarlo, vedendo in Trelkowski una vittima di una serie di misteriose e strane circostanze. E malgrado l'astante sappia che il giovane stia perdendo il lume della ragione, si percepisce un velo di verità in quello che Trelkowski proclama quando, appunto, inizia a non starci più con la testa. Il tracollo mentale del protagonista è centellinato nei minimi dettagli, una lenta discesa nella pazzia, una strada senza ritorno. Gli altri personaggi fanno da cornice, ognuno è dove deve essere.
Il ritmo c'è, anche se non stiamo parlando di un film dinamico. Ma ciò, in questo caso, non è un difetto, ma un pregio. Polanski ha la capacità di far immergere lo spettatore nel film, mettendolo di fronte ad una vicenda singolare e misteriosa. Mai un attimo di noia, mai un calo di attenzione. E poi ci sono dei dialoghi diretti benissimo.
Le scene da menzionare sono tante. Oltre che di scene, parlo pure di singole inquadrature, alcune delle quali, secondo me, racchiudono il succo del cinema psicologico.


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La fotografia è grigia, il che favorisce un'atmosfera cupa. Polanski e Nykvist optano per molte soluzioni in chiaroscuro. In tante sequenze si può notare come filtri pochissima luce, in modo tale da rendere il clima del film ancora più opprimente.
L'appartamento di Trelkowski ha un che di sinistro. Non c'è nulla di particolare, ma in un certo senso incute timore. Anch'esso poi è grigio, poco soggetto alla luce del sole.
Il cast è di prim'ordine: Roman Polanski oltre a dirigere la pellicola in maniera sensazionale, recita la parte di Trelkowski in maniera eccellente. Ricordiamo inoltre, che è Polanski stesso a parlare italiano, donando così al personaggio ancora più realismo. La follia che, gradualmente, coglie Trelkowski, è inscenata in maniera divina. Polanski riesce persino a dare toni grotteschi all'intera cosa. Le espressioni sono impeccabili e l'interpretazione dei dialoghi è ottima.
Isabelle Adjani è molto brava, basti pensare che all'epoca aveva solo 21 anni. Ma non è tanto la capacità recitativa che colpisce, quanto la spropositata bellezza e sensualità che l'attrice trasmette. Personalmente, non ricordo di aver visto attrici così sexy.
Grande prova anche di Melvyn Douglas, nel ruolo del burbero "Monsieur Zy". Una performance dove l'attore statunitense, mette in mostra tutta l'esperienza accumulata durante decenni di recitazione.
La colonna sonora è stupenda. Un tema cupo, dannatamente inquietante ed onirico. C'è pero anche quel tocco di eleganza che non guasta affatto. Soundtrack migliore per un film del genere non poteva esserci.
La sceneggiatura è formidabile. Gèrard Bach butta giù moltissime idee, le quali vanno a formare un impianto narrativo esemplare. Lo screenplay non si perde mai in situazioni troppo tortuose ma procede in maniera diretta, pur non tralasciando il minimo dettaglio. La stesura dei personaggi è impeccabile così come la scritturazione di alcune delle sequenze più oniriche del film. I dialoghi sono trascinanti, a volte anche anche velati di humor nero.


Conclusione: un capolavoro sotto tutti gli aspetti. Sicuramente tra i migliori thriller di sempre. Polanski ci ha donato un autentico gioiello che ha ispirato tantissime pellicole venute negli anni a venire. Assolutamente da vedere.

SaimonGira  @  13/02/2019 18:09:12
   8½ / 10
Thriller paranoico che minuto dopo minuto avvolge lo spettatore in una spirale di ansia. Molto simile a Rosemary's Baby in più di un aspetto ma diversamente inquietante. Chiara ispirazione Hitchcockiana per caratterizzazione dei personaggi e per come gioca con le musiche e con fotografia e trama per coinvolgere lo spettatore nelle paranoie del protagonista, tra l'altro davvero ottimo anche come attore e non solo come regista. Finale assurdo e che stupisce, ma ancor meglio si lascia prestare alla nostra personale interpretazione. Degna conclusione di una pellicola che gioca con i nervi dall'inizio dalla fine!!! Film così ormai non fanno più ahimè! Polanski sempre una certezza per qualità, profondità e accuratezza del suo cinema!

dagon  @  05/01/2019 20:06:51
   9 / 10
Delirio paranoide di impronta Kafkiana, questo "The tenant" se la batte con "Rosemary's baby" come miglior film di Polanski. Film che fa sprofondare in una lenta, crescente e inesorabile spirale di follia, da brividi, con qualche punto di contatto con alcuni dei film (successivi) di Lynch e con Hiitchcock. Fotografia del maestro Nykvist che dà un contributo decisivo alla creazione di questa cappa di minaccia incombente, sempre più concreta (?). Una pellicola che si presta a una marea di interpretazioni e che merita ripetute visioni per cogliere le svariate finezze del regista, qui anche in veste di attore.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  11/08/2018 03:09:53
   8½ / 10
Film tecnicamente ineccepibile. Se all'epoca ebbi dei dubbi su Rosemary's baby (cui misi un voto decisamente basso, anche in virtù di alcune mie fisse... oggi comunque non rifarei una cosa del genere), L'inquilino del terzo piano mi ha colpito fin da subito. Polanski è ottimo sia dietro che davanti alla macchina da presa, il film riesce a trasmettere benissimo tutto quello che vuole trasmettere, e conferma la grande abilità di uno dei migliori registi viventi, che con questo film ha senza dubbio fatto la storia del cinema (non solo horror). L'inquilino del terzo piano riesce con grande facilità ad essere spesso teso ed inquietante, già a partire dalla trama. Il finale, poi, non è da meno, memorabile quanto tutto ciò che lo precede. Assolutamente da vedere.

daaani  @  12/05/2018 23:09:21
   7 / 10
film ricco di significiato

Attila 2  @  08/05/2018 18:21:07
   8 / 10
La prima ora e' un po' troppo "lenta" e racconta solo di problemi di vita condominiale a parte il fatto

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER poi Trelkovsky "sbrocca di melone" e Polansky ci porta per mano in un viaggio nell'incubo,ricco di scene terribili,visioni oniriche e situzioni inqueitanti,un viaggio nella mente del protagonista,senza cinture di sicurezza.Una "montagna russa" di inqueuietudine,claustrofobia,pazzia e delirio.All'inizio si cerca di seguire il filo logico del film,ma poi si capisce che e' inutile e ci si lascia avvolgere dall'insana pazzia del regista.Un viaggio all'ucinante e allucinato in una delle piu' grandi menti cinematrografiche cherisponde al nome di Roman Polansky. Una volta finito , comunque si cerca di dare una spiegazione a quello che si e' visto ma le interpretazioni possono essere molteplici.....

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER poi ce ne sarebbero delle altre perche' e' forse proprio questo l'obiettivo del regista , lasciare a tutti la libera interpretazione.Alla fine o l'andate a chiedere direttamente a lui o decidete voi che interpretazione dargli.Una cosa mia per concludere.Nella prima ora di film,Roman Polansky mi ha ricordato il Dustin Hoffman vessato , timido ,impacciato e ordinario del "Il Cane di paglia"

Cianopanza  @  19/10/2017 17:38:08
   10 / 10
thriller psicologico ad andamento circolare, anzi a spirale verso il basso... è una discesa nell'abisso. Piccole paranoie, ossessioni, cattiverie e angherie che diventano gigantesche, ma sempre con uno sguardo quasi distaccato e beffardo. E' il mio preferito di Polanski, che per il film ha doppiato da solo la sua voce nella versione francese, inglese e italiano. Dialoghi da imparare a memoria. Musiche stupende di Sarde. La sequenza dell'incubo è un capolavoro nel capolavoro.

Mattia100690  @  28/08/2017 14:04:57
   9½ / 10
Magistrale thriller di Polanski, davvero geniale nel far cadere lo spettatore in una spirale inquientante e insana. La cosa straordinaria di questo film (così come "Repulsion" o "Rosemary's Baby", dello stesso autore) è quella di saper fare gelare il sangue senza necessariamente utilizzare effetti speciali costosissimi: il soggetto, tanto semplice quanto terrificante, mischiato ad una regia superlativa, fanno di questo film uno dei capisaldi del "thriller psicologico". Da vedere assolutamente.

CyberWYX  @  23/08/2017 16:27:58
   8 / 10
Visionario, onirico e paranoico: mi immaginavo qualcosa di molto diverso ma mi ha colpito fin dai titoli di testa. Non di immediata comprensione ma comunque un gran bel prodotto.

ferzbox  @  06/08/2017 16:50:16
   8½ / 10
Polanski qui ha dimostrato di essere non poco visionario, e devo dire che il personaggio da lui interpretato aveva un fascino incredibile; sarà per la sua dote attoriale, sarà per la bellissima regia e la bellissima fotografia, ma il personaggio di Trelkovski era l'uomo più dannatamente pacato e inquietante che abbia mai visto; solo per esso il film vale la pena scoprirlo.
Al di là di questo, "L'inquilino del terzo piano" è un vero incubo ad occhi aperti; strapieno di immagini grottesche ed inquietanti, situazioni al limite del credibile e avvenimenti sempre più allucinogeni e onirici; un viaggio dentro alla mente umana; una prova psichica inaudita quella di Trelkovski, in bilico tra realtà, sogno e incubo; un'attacco subliminale indotto o autoindotto che spinge violentemente lo spettatore verso un frullato di immagini grottesche; un condominio maledetto che cerca di sopprimere un'inquilino scomodo....o forse un povero condominio vittima della follia di tutti i condomini che risiedono in uno specifico appartamento....
....qualunque sia la risposta il risultato è sempre lo stesso; un valzer con la follia in persona....
....bellissimo.....

arrivaal  @  12/07/2017 15:32:44
   7 / 10
voti alti d'atmosfera e interpretazioni, voti bassi per la storia.
Dopo poco mi sono accorto come sarebbe finito il film, a mezz'ora dalla fine mi sono chiesto perchè un probabile capolavoro stia cadendo così, con venature pure trash.
Buttare confusione così senza un filo logico o un perchè non mi sembra il massimo per costruire una storia.
Mi sembra un racconto horror di un bambino delle elementari trasformato molto bene e con furbizia in un film valevole

mrmassori  @  17/01/2017 16:45:56
   8½ / 10
Grniale, onirico e disturbante capolavoro di Polanski

Goldust  @  11/08/2016 10:50:45
   8 / 10
E' il film che dopo Repulsion e Rosemary's baby chiude il trittico polanskiano sull'orrore del quotidiano. Insondabile e forse volutamente indecifrabile a ( quasi ) ogni livello, dal punto di vista concettuale e strutturale - con la sua impalcatura concentrica - è senza dubbio il più affascinante del novero, con un finale che fa discutere ormai da 40 anni. Dopo due donne la degenerazione psicologica ( e qui anche fisica ) del protagonista tocca stavolta al regista stesso che carica di significati la sua interpretazione con riferimenti neanche tanto velati alla sua vita privata. Un film in cui c'è tutto Polanski, il suo amore per il grottesco e per le situazioni kafkiane, per l'esoterismo, la sua analisi morale e psicologica dei personaggi. E' una di quelle pellicole che non possono lasciare indifferenti, e pazienza se ogni tanto qua e là il ritmo cede.

InvictuSteele  @  02/05/2016 23:32:44
   8½ / 10
Uno dei film che più mi sono rimasti impressi nella mente. Un capolavoro onirico del grande Polanski, ossessivo, psicotico, malato, incentrato tutto sulla simbologia egizia che ritroviamo in molti particolari, come testimonianza del passaggio da una vita all'altra o una dimensione e l'altra. Dietro c'è tutta una mitologia da studiare a scuola. Che bellezza.

1 risposta al commento
Ultima risposta 02/05/2016 23.34.42
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fabio57  @  03/03/2016 14:44:00
   8 / 10
All'epoca dell'uscita questo film mi turbò moltissimo. Visto oggi con l'esperienza e la smaliziata saggezza, dovuta all'età, mi lascia più freddino. Il tema ricorrente nei lavori del regista, sicuramente eclettico e geniale è la solitudine, con i suoi annessi e connessi, quali l'alienazione, la paranoia, il senso di derealizzazione e quant'altro. E' evidente che Polanski trae ispirazione dal suo vissuto e dai suoi demoni interiori. Il film che è a cavallo tra il thriller psicologico e l'horror scava proprio nei meandri di una mente malata, a prima vista normale, ma in realtà così debole e insicura da essere plagiata completamente, fino alle tragiche conseguenze. Lo scenario in cui si svolge la vicenda è oppressivo , claustrofobico, freddo. Parigi non è mai stata così inospitale

GianniArshavin  @  21/01/2016 20:14:08
   10 / 10
L'inquilino del terzo piano è uno dei miei film preferiti , e lo considero il capolavoro assoluto di Polanski ed uno dei capolavori del cinema dell'inquietudine.
Terzo ed ultimo capitolo della "trilogia dell'appartamento" questo film consacra a mio parere Polanski come maestro del cinema a tutto tondo , riuscendo a superare pilastri diretti in passato come Repulsion e Rosemary's baby.
Secondo me questa è l'opera più personale del regista , colma di quelle tematiche che quest'ultimo sta portando avanti dagli albori della carriera fino ad oggi.
Già dai primi minuti veniamo calati in una realtà alienante e morbosa , il tutto ambientato in una Parigi grigia e fredda. Il giovane Trelkovski,interpretato e doppiato magistralmente dallo stesso Polanski, è un impiegato polacco naturalizzato francese che cerca casa nella cupa capitale d'oltralpe. Riuscirà a trovare un vecchio e piccolo appartamento in uno strano condominio grazie al suicidio della giovane inquilina precedente. Da questo momento in poi inizierà per il protagonista un vero incubo.
L'autore polacco da vita ad un orrore fra suggestione e realtà , facendo leva sulle sue ossessioni per l'identità, l'alienazione e il male occulto. Ogni più insignificante dettaglio nasconde un significato , ogni inquadratura è studiata per trasmettere straniamento e angoscia.
La prima parte di film si concentra sulle opprimenti disavventure di Trelkovski nel condominio e con gli oscuri condomini , la seconda sulla graduale perdita della ragione del personaggio principale , un crollo psichico (autosuggestione o indotto) che culminerà nel tragico finale.
Polanski riesce per tutto il film a incutere timore e terrore , non solo tramite scene oggettivamente agghiaccianti ma anche tramite il perfetto utilizzo dell'ambiente ,degli attori,del dettaglio,della mdp e dei dialoghi. Ogni scena è costruita per trasmettere uno sgradevole disagio , nulla risulta fuori posto o eccessivo. Anche la seconda parte ,concettualmente più complessa e più "vulnerabile" visto il tema, è poderosa nella costruzione e nelle dinamiche. Il ritmo non altissimo aiuta a calarsi nella vicenda ,a entrare in simbiosi col protagonista e dunque di conseguenza a patire con lui i suoi tormenti.

Tecnicamente il regista perfeziona se stesso e non sbaglia un movimento di macchina. Gli attori fanno tutti un lavoro superbo , dai sinistri inquilini alla favolosa e disarmante Isabelle Adjani. Le scenografie sono curate nei minimi particolari e in essa sono nascosti molti indizi per riuscire a capire le metafore del film. La colonna sonora minimale è calzante e accompagna a meglio lo scorrere delle immagini.

Non mi inoltro a cercare di spiegare il significato del film e dell'assurdo e geniale finale perché le interpretazioni sono molteplici ,e non bastano 1-2 visioni per trarre conclusioni soddisfacenti. Proprio l'anima ambigua della storia e delle sue allegorie completa al meglio questo capolavoro.
Dunque L'inquilino del terzo piano è un'opera amata e imitata ma che forse non ha ricevuto tutti gli elogi che secondo me meriterebbe. Una pellicola senza sbavature ,un vero incubo su celluloide che insegna come creare paura e inquietudine sfruttando problemi e situazioni del quotidiano.

mainoz  @  01/12/2015 11:39:13
   7 / 10
Film spiazzante, inquietante, grottesco a tratti..visionario. Ci vuole un po per metabolizzarlo.. non si puo' rimanere indifferenti ad una sua visione. Un viaggio di sola andata verso l' inferno personale di un uomo qualunque, una brava persona, troppo gentile, che forse ha il difetto di non eccedere mai, di non lasciarsi andare alle emozioni "positive" della vita, di non schierarsi mai apertamente, di non avere una propria personalita'.. si fa schiacciare e sopraffare dalla cattiveria altrui e travolgere dagli eventi. La mancanza di personalita' e' tale in lui che si appropria di quella di un morto...compra le stesse sigarette, compra le stesse cose al bar, si veste da lei.. Il difetto del film e' forse la parte iniziale, troppo noiosa e lenta. Probabilmente alcune trovate sono un po delle forzature, il dente dentro al buco nel muro ad esempio se lo poteva risparmiare..nel complesso merita comunque una visione per la sua perticolarita'.

enigmista  @  01/12/2015 05:10:55
   10 / 10
Uno dei capolavori di Polanski. Dalla prima scena (il dialogo con la portinaia) si entra in un vortice di paranoia, fastidio, ansia, solitudine....E una volta finito il film ti viene da pensarci. Un film che va visto almeno una volta all'anno. :-)

Overfilm  @  08/09/2015 13:23:13
   9 / 10
Meriterebbe un commento ben articolato il film (tanti sarebbero i dettagli su cui soffermarsi: dettagli su scelte registiche, inquadrature, etc...).
E prima di far questo pero' dovrei rivederlo.
Dato che non so se lo rifaro' a breve... per intanto gli assegno questo bel 9...
Alcuni nei commenti fanno intendere che il problema principale sia del protagonista (le sue fobie ec..)... io invece tenderei a togliere lo zoom.
La chiave di lettura mi sembra possa anche essere il modo di affrontare la vita ovvero il come confrontarsi/interagire con gli altri.
Ad essere gentili e tranqulli.. a rispettare gli altri c'e' sempre il forte rischio di rimanere schiacciati... talmente schiacciati da... beh.. qui occorrerebbe andar di spoiler... quindi evito.
Ad ogni modo c'e' anche chi la vita (e gli altri) l'affronta come il collega di lavoro di Polanski (interpretato da Bernard Fresson)...
In effetti purtroppo condivido in pieno questa negativa visuale che mi suggerisce il film.
Mantenere un giusto equilibrio ovvero vivere la propria vita cercando di rispettare gli altri, sperando di ricevere lo stesso trattamento, e' difficilissimo...
La societa' attuale ci impone spesso di fare una scelta: o sei preda o sei predatore. O ti fai mettere i piedi in testa... o decidi di passare tra quelli che mettono i piedi in testa agli altri.
Difficile cercare "pacificamente" la terza via.
Certo, e' possibile farlo, ma e' un remare costantemente controcorrente...

kingofdarkness  @  28/07/2015 15:01:05
   8 / 10
Terzo ed ultimo capitolo della saga (slacciata) dell'appartamento di Polanski, che per l'occasione si improvvisa anche attore protagonista.
Partiamo già con il dire che rispetto ai due capitoli precedenti, quest'ultimo lavoro non rientra nel genere horror ma ha connotati molto più da giallo/thriller, ovviamente sempre incentrati sulla psicologia dei personaggi più che sulle immagini ad effetto.
La storia, che parte in sordina per poi creare la solita escalation di tensione tipica Polanskiana, è un delirio totale.
Troviamo infatti un sacco di elementi e personaggi che si incastrano in un arco temporale dilatato, non perfettamente identificabile, all'interno di situazioni pazzesche alternate a momenti di lucidità altrettanto spiazzanti.
Morale della favola…il film è messo in scena con gran maestria, un ottimo stile, perfetto nella fotografia e nelle inquadrature, ricco di tensione e di mistero, ma fondamentalmente privo di un vero senso logico, praticamente incomprensibile se non a grandi linee e dando delle interpretazioni molto personali.
Sicuramente il suo fascino è unico e forse addirittura inarrivabile (Lynch ha sicuramente preso diversi spunti da qui, per alcuni dei suoi lavori) e l'impatto a livello mentale è devastante, ma alla fine rimane comunque un certo senso di incompiutezza che, purtroppo, non troverà mai alcuna spiegazione…

Travis2344  @  15/06/2015 00:18:18
   6 / 10
Lungi da me dire eresie eppure questo film non è che mi sia molto piaciuto.
Sono partito carichissimo di aspettative, anche perchè francamente Polanski come regista mi piace parecchio, ma in questo film non ho trovato nulla di particolarmente sconvolgente o inquietante.
Il film procede abbastanza lentamente, per essere non annoia quasi mai ma nemmeno ti prende e ti lascia con il fiato sospeso.
Manca secondo me un filo logico ben spiegato e il susseguirsi degli eventi che accadono al protagonista è un po esagerato a mio avviso, tanto clamore per nulla.
Come se non bastasse uno si attende magari il finalone con un incredibile colpo di scena e anche li, niente.
Cercherò di essere un pelo più dettagliato nello spoiler ma la sostanza è questa.

Piccola nota che farà storcere il naso a più di qualcuno: non mi pare che la prestazione di Polanski come attore abbia proprio brillato.

Detto ciò, film al quale senza tutte queste aspettative avrei anche dato un 6 e mezzo ma da un film con una media voti cosi alta mi aspettavo molto molto di più.
Se vi capita guardatelo, sennò è anche lo stesso.

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1 risposta al commento
Ultima risposta 13/03/2018 13.32.03
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horror83  @  19/05/2015 18:09:10
   5 / 10
Pensavo che mi sarebbe piaciuto anche questo film, considerato da molti più bello di Rosemary's baby, ed invece non mi è piaciuto. La storia è abbastanza inquietante, specialmente gli ultimi 30 minuti di film, ma la restante 1 ora e mezza l'ho trovata troppo noiosa e pesante da seguire.
Ho fatto fatica ad arrivare alla fine.

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Quindi un film che mi ha annoiata per la maggior parte del tempo per me non è sufficiente. Gli metto cinque per le scene che mi sono piaciute, ma in generale non mi è piaciuto!

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2 risposte al commento
Ultima risposta 19/10/2017 17.48.26
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zerimor  @  25/03/2015 17:21:14
   10 / 10
Ho assistito ad un film assolutamente indimenticabile.
Indimenticabile perché alcune scene rimarranno impresse nella mia mente.
Questa pellicola di Polanski mi ha inquietato come mai nessuna prima d'ora. Forse solo "L'ora del lupo" di Bergman in parte era riuscita nell'impresa.
L'angoscia che riesce a iniettare nello spettatore è qualcosa di inarrivabile.
Il finale poi, assolutamente geniale, "lascia a bocca aperta".
Un autentico Capolavoro.

CHAPEAU !

Junipher  @  16/01/2015 11:56:36
   7½ / 10
Thriller psichiatrico.....

william sczrbia  @  09/01/2015 23:39:25
   7 / 10
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR carsit  @  09/10/2014 00:28:12
   9 / 10
Spaventosa pellicola di Polanski, capace di mettermi addosso una carica di inquietudine fuori parametro.
Ossessione, paure, fobie, tormenti, diffidenza, sospetto, complotti, illusioni, allucinazioni....
è tutto amalgamato in maniera folle, eppure ragionata e con un senso di fondo.
La prima ora di film è preparatoria, ed infatti le scene meritevoli di menzione sono molto poche.

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Nell'ultima parte il dramma emerge in tutta la sua morbosa follia, e per lo spettatore è un viaggio di non ritorno assieme al protagonista.
Interessanti alcune riprese di camera che sanno inquietare utilizzando adeguate musiche e qualche dettaglio dell'arredamento.
è incredibile come basti poco a turbare lo spettatore.
Le atmosfere claustrofobiche e alienanti sono riprodotte alla perfezione, e soprattutto sono notevoli alcuni dettagli che anticipano le fasi conclusive del film.

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Perspicace l'idea di inserire la nevrosi del protagonista e la sua ossessionante ricerca del complotto; anche allo spettatore i dubbi sorgono in maniera naturale.
Finale da brividi.
L'unico lato negativo è quello di non spiegare bene tutto, di conseguenza rimangono più interpretazioni per il finale.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  06/10/2014 19:00:39
   7½ / 10
Rispetto a "Rosemary's Baby", dove gli eventi si sviluppavano con un ritmo lento ma con delle dinamiche sbrigative e poco credibili, in "Le Locataire" troviamo un ritmo altrettanto lento ma, al tempo stesso, un procedere degli eventi graduale ed introspettivo giusto al punto da tenere lo spettatore sulle spine per tutta la durata.
Roman Polanski è molto credibile nei panni del timido impiegatuccio che si fa mettere sotto da chiunque (da elogiare anche il fatto che il nostro si doppia da solo in italiano) e l'incredulità del suo personaggio contribuisce enormemente nel trasmettere ansia ed attesa a chi guarda. Ottima anche la regia, come già detto lenta e cauta (ma che comunque non si risparmia in frecciate improvvise di terrore agghiacciante, vedere sequenze della latrina) e la scelta nonché uso perfetto della claustrofobica, squallidissima location compresa di tutti i ripugnanti vecchiacci che la infestano (dopo aver visto il film prenderete molte precauzioni prima di cambiare casa).
L'unico problema, se problema si può definire, è il suo non voler arrivare al nocciolo della vicenda in tempi relativamente brevi, o meglio, per capire tutto ciò che succede nel corso della pellicola bisogna obbligatoriamente attendere i minuti finali, dove neanche lì non ci viene spiegato nulla nel vero senso della parola, ma ci viene lasciata solo una pista bizzarra ed annebbiata alla quale poi ognuno è libero di dare il significato o l'interpretazione che preferisce (nella mia mente due sono le possibilità…).
Il bello del film chiaramente sta anche in questo, ad ogni modo un po' più di chiarezza su ciò che succede (o che sarebbe potuto eventualmente succedere) non avrebbe guastato. Ma nonostante questo suo non voler ingranare subito e qualche vago momento di stanca nella parte centrale (sempre dovuto allo spaesamento continuo dello spettatore, che non capisce che diavolo sta succedendo a livelli addirittura peggiori del protagonista stesso) il film nel complesso non perde mai in tensione ed interesse, al contrario, ti mantiene concentrato e ti invoglia a guardarlo fino alla fine.
Insomma, il confine tra coinvolgimento e noia è molto sottile, ma Polanski riesce con una grande maestria ed un'ottima padronanza della mdp a non varcare mai suddetto confine (specie tra le mura dell'appartamento, brividi).

Un thriller tetro e macabro, lento ma molto particolare, originale e pieno di tensione malgrado un'anda tutt'altro che vivace; pur non essendo un amante del cinema di Polanski (in film come "Rosemary's Baby", "Chinatown" o "Frantic" ho sempre riscontrato una lentezza intollerabile e degli sviluppi banali e mai soddisfacenti) devo ammettere che questa volta sono rimasto colpito in positivo; in futuro spero vivamente di ricredermi su questo regista maledetto e tormentato.

Dateci un'occhiata.

marcogiannelli  @  25/09/2014 09:53:57
   8½ / 10
un pelino sotto Rosemary's Baby (a cui diedi 8 e mezzo ma a cui darei 9) anche perchè l'idea è fondamentalmente la stessa e la stessa di Repulsion solo che gli inquilini hanno un fascino negativo inferiore rispetto a quello che può avere un Satana
ottimo thriller comunque

Nic90  @  25/07/2014 22:45:37
   6 / 10
Interessante ma non mi ha convinto del tutto,appena sufficiente,ottimo Polanski.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  06/02/2014 22:21:21
   5 / 10
Non ho apprezzato questo film, ben realizzato ma che ho trovato quasi inconcludente. In confronto a "Rosemary's baby", per esempio, impallidisce. Il messaggio è recepito, il coinvolgimento lascia un po' a desiderare. Fuori luogo il regista nel ruolo di attore.

DogDayAfternoon  @  06/01/2014 17:43:33
   6 / 10
Soggetto interessante e originale, molto ben interpretato da Polanski nelle vesti di un inquilino un po' sfigatello a cui si ritorce tutto contro (mi ha ricordato un po' il protagonista di "Fuori orario" di Scorsese). La prima parte è moto interessante, introduce bene la storia e i suoi personaggi con un velo di ironia. Peccato che poi il tutto vada a finire nel grottesco e nel surreale, il cambio di registro improvviso mi ha abbastanza spiazzato e deluso.

Prometteva bene ma ha disatteso le mie aspettative. Oltretutto il finale è ampiamente prevedibile.

BlueBlaster  @  02/12/2013 03:07:25
   6½ / 10
Sicuramente non è un film leggero questo...una prima ora che, a parte un paio di momenti angoscianti (tipo l'urlo della donna sul letto di ospedale e poco altro), risulta parecchio lenta e di presentazione della storia e dei personaggi.
Nella seconda parte invece c'è molta atmosfera e si dipana concretamente il thriller psicologico, con forti venature drammatiche...il finale poi, nonostante sia un pò criptico, è molto teso e colpisce inevitabilmente lo spettatore!
Bravissimo Roman Polanski sia come regista, infatti il film è girato davvero bene, che come attore protagonista assoluto (suppongo sia la sua miglior prova come attore).
La colonna sonora funziona a puntino e le location sono molto valide...purtroppo però è un film vecchio stile che dura due ore e che si fatica un pò a portare a termine.
La storia è parecchio interessante e fa pensare, personalmente avevo intuito un pò tutto compreso il finale...mi è piaciuto abbastanza ma come sospettavo ci sono troppi dialoghi e deliri.

Spera  @  13/11/2013 15:14:17
   8 / 10
Dylandoghiano come pochi. L'ho adorato.

farfy  @  15/10/2013 18:03:01
   8 / 10
Un incubo senza fine.

Romi  @  29/09/2013 18:00:36
   9 / 10
Considerato facente parte della "trilogia dell'appartamento" perché ambientati nello spazio chiuso di un appartamento e anche condominiale, sono film caratterizzati da problematiche psicopatologiche dei protagonisti. L'inquilino del terzo piano è forse tra i più complessi, ci sono molti aspetti inconclusi e continua, ancora oggi, a distanza di 37 anni dalla sua uscita, ad essere oggetto di discussioni ed interpretazioni varie. Indubbiamente affascinante proprio per la sua complessità e la non facile interpretazione di cui non mi accingo a darne una personale, che non si discosterebbe troppo da quelle già proposte. Nonostante la sua complessità è un film che ha il pregio di non risultare troppo intellettualoide, tanto da risultare noioso, ma anzi, è molto avvincente e scorrevole. Trai i più belli del regista.

MonkeyIsland  @  17/06/2013 01:35:02
   8 / 10
Polanski non ne sbaglia una!
Film fantastico inquietante come pochi data l'atmosfera claustrofobica , il tema trattato ricorda Rosemary's Baby.
Molto brava come al solito l'Adjani che attraversava un periodo d'oro e lo stesso Polanski che anche come attore si disimpegna alla grande.
Un must.

giraldiro  @  20/05/2013 02:21:47
   5 / 10
Purtroppo non mi è piaciuto: lo sviluppo della storia mi è sembrato troppo lento, specialmente nella prima parte.

Diciamo pure che il pregio di questa pellicola sta nel fatto che la trama lascia spazio a diverse interpretazioni, e questo la rende sicuramente suggestiva e degna almeno di una visione, ma il film procede con troppa calma, quasi zoppicando, e solo nel finale emerge tutta l'essenza del genere.

Carletto  @  25/04/2013 16:49:43
   9 / 10
Grande! Era da tanto tempo che non lo vedevo e, sinceramente, non mi ricordavo più il finale. Rispetto a "Rosemary" ( che anche adoro) è ancora più claustrofobico. Polanski (come già in "Frantic") in questo film non usa la mano leggera con i francesi, ma la gente (a Parigi come altrove) è curiosa, cattiva, indisponente, invidiosa.... Meravigliosi anche gli interpreti de "L'inquilino.."
il regista in primis (complimenti per il doppiaggio perfetto in tre lingue!), ma anche la Adjani e, soprattutto, Shelley Winters.
Un capolavoro del "noir" di tutti i tempi.

CyberDave  @  05/02/2013 02:04:44
   7½ / 10
Devo dare grande merito a Polanski che ha confezionato uno dei film più angoscianti che io abbia mai visto.
A distanza di anni un film ancora attuale e che ancora oggi ha un effetto devastante su chi lo guarda, assolutamente da vedere anche se, forse, non proprio adatto a tutti.
Ti lascia un senso di angoscia, amaro in bocca ma anche stupore per come si possa, solo con la bravura, fare un film così fantastico.
Guardatelo assolutamente!

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  17/01/2013 19:35:02
   7 / 10
Dopo Repulsion e Rosemary's Baby torniamo nelle atmosfere claustrofobiche delle quattro mura, con vicini ombre minacciose e presenze oscure.
Un thriller d'atmosfera girato con cura maniacale e con uno splendido finale. Peccato che molti dei momenti migliori sono deja vu dello stesso cinema di Polanski. Una sorta di ri-arrangiamento e variazioni dei film precedenti, godibile e dal bel ritmo onirico, ma al confronto è francamente invecchiato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  29/11/2012 00:50:29
   8 / 10
Sensazionale thriller di Polanski. Il regista polacco si (ri)conferma uno dei maestri della suspense eredi del genio di Hitchcock, dal quale - a mio modo di vedere - egli pesca stratagemmi e concetti.
Sin dall'inizio è tutto giocato sulla creazione di una "realtà" misteriosa, malata ed a suo modo straniante: quasi nulla si sa dei personaggi, identificati solo da comportamenti bizzarri e sguardi enigmatici, da frasi tipiche e da blande interconnessioni personali. Persino del timido protagonista si delinea in modo superficiale il background, ed il rapporto creatosi tra Trelkovsky e la stupenda Adjani ha parecchio di anonimo e di inspiegato. Ciò che però domina l'intera prima parte della pellicola, scandita da tempi lunghi e da diverse scene che lo spettatore può trovare di dubbia utilità, è l'opprimente senso di claustrofobia: quella casa, quell'oscuro appartamento, quelle scale concentriche che quasi preannunciano la spirale di follia che si scatenerà. Un ambiente angosciante col quale il protagonista si troverà suo malgrado a combattere; ma proprio la "chiusura" di quest'ambiente pone in evidenza uno degli elementi chiave del film - la dicotomia fra "interno" ed "esterno", fra reale e immaginario, fra ciò che è davvero realtà oggettiva e ciò che invece fa parte del parto della mente del protagonista. Quel cortile interno dal quale Polanski vede gli altri ma anche sé stesso, è un guardare il mondo alla ricerca di una risoluzione dei fatti ma è anche un guardarsi dentro attraverso il filtro del vetro della finestra (rielaborazione degli stilemi hitchcockiani de "La Finestra sul Cortile"?), mentre gli specchi rivelatori mostrano la parabola di scissione dell'io (cfr. con "La donna che visse due volte" dov'era ugualmente presente il tema del doppio e dell'emulo) e di inesorabile trasformazione.
Altro aspetto fondamentale è il tema dell'integrazione, che assume almeno tre stratificazioni: Trelkovsky è un immigrato polacco in una città francese, è un timido ed un quieto trovatosi a confrontarsi con colleghi chiassosi e sanguigni, ed è un "estraneo", costretto ad adattarsi al nuovo e particolare microcosmo del condominio; egli è un alienato, ed in quell'alienazione è sensato scorgere il motore della sua nevrosi (che è comunque più psichica che esistenziale o sociologica).
E' questo il terreno sul quale, fra un gioco di ombre e una visione allucinata, si sviluppa l'epopea paranoica e complottista del protagonista: con le musiche, le scenografie ed una stupenda fotografia il regista riesce a rendere ancora più intense le atmosfere create e gioca con intelligenza con gli elementi costruiti - attinti anche dalle tragedie personali (la casa degli orrori di Manson in cui venne uccisa la moglie) - per elaborare un thriller psicologico davvero disturbante, che carica per più di un'ora esplodendo solo nell'ultima parte con un finale ambiguo ed aperto all'interpretazione (incubo senza fine?). Quel grido penetra nell'anima, lasciando presagire nel non mostrato e nel non spiegato scenari ancora più agghiaccianti di quelli vissuti fino a quel momento.

deliver  @  13/11/2012 15:12:45
   9 / 10
L'inquilino del terzo piano assieme ai precedenti Repulsion e Rosemary, forma un'ideale trilogia sulla claustrofilia e sull'ipotesi del complotto.
Narrativamente questo è forse il meno curato, ma scenograficamente e registicamente è forse il capitolo dove Polanski ci dà una lezione di suspance indimenticabile. Senza ricorrere ad un'esibizione di dettagli raccapriccianti, è la cifra ossessiva e accumulativa che risulta dare un'impressione di disturbo, di angoscia e delirium implacabile.
Polanski è stato uno dei pochi ad aver impreziosito il thriller aggiungendovi delle pagine mai esplorate sino ad allora.
Roman è perfetto nel ruolo di protagonista, e la pellicola rimane come uno dei rari esempi di un cinema dove il terrore arriva piano piano fino a esplodere, un cinema dai tempi lunghi e per palati fini.

Eccelso

Signor Wolf  @  27/09/2012 02:26:06
   6½ / 10
magari è solo invecchiato male, l'inizio lascia presagire qualcosa di meglio di quanto accade dopo.
ho preferito l'ononimo dylan dog

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Naitsirk  @  27/08/2012 15:16:26
   9 / 10
Polanski , dirige e interpreta un maestoso film thriller psicologico. Inquietudine, oscurità e mistero regnano sovrano. Un gioiello.

KRIS.K  @  12/07/2012 15:25:41
   8½ / 10
Grandissimo thriller-psicologico di Polanski, pellicola in cui regna l'inquietudine e la claustrofobia. Regia, trama, interpretazioni, scenografia tutto ottimo. Film straordinario, poco da dire.

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BrundleFly  @  11/07/2012 20:29:39
   7½ / 10
Non mi addentrerò nelle interpretazioni intricate e filosofiche, ma sceglierò la più semplice e immediata:

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Regia curata e atmosfere inquietanti per un film che è considerato tra i capolavori di Polanski, ma che ho scoperto per caso solo qualche giorno fa.
Forse un po' troppo lento in certi punti proprio per aiutare lo spettatore ad immedesmarsi nel protagonista (lo stesso Polanski che si è pure auto-doppiato).

C.Spaulding  @  14/06/2012 11:14:06
   9½ / 10
Uno dei migliori film di Roman Polanski. Una pellicola inquietante dove le paranoie del protagonista diventano piano piano realtà. Un thriller dalle molteplici sfaccettature . Un uomo prende in affitto un appartamento in francia dove,l'inquilina precedente si è suicidata...piano piano verrà risucchiato in un vortice di paranoie causato anche dai suoi vicini....finale emblematico. Questa è una pellicola disturbante e angosciante e di difficile interpretazione. Bravissimo Polanski nel ruolo del protagonista e bellissima la Adjani. Ci sarebbe molto da dire ma non voglio anticipare troppo....infine un film IMPERDIBILE !!!!!!!!!!!

Febrisio  @  16/01/2012 09:43:16
   8 / 10
Un film che rimane celato nel buio, anche nella mente dopo averlo visto; misterioso.
Il personaggio di Polanski è ben sostenuto da dialoghi singolarmente banali, e dal altrettanto rapporto "casuale" con la bellissima Adjani; in una veste quasi opposta al protagonista, ma nel contempo con gli stessi bisogni e comuni.

Dopo una prima parte costruita a opera d'arte, Trelkovsky cade in vortice di più difficile spiegazione. I brividi iniziali tra giochi di ombre e specchi, in una camera rigorosamente tappezzata e scura come la sua atmosfera, lasciano spazio al più incomprensibile delirio.
Se sul momento lo spiazzamento è totale, quel che rimane è un ombra gettata su di un personaggio che pensavamo di aver conosciuto. Forse la cosa più importante è la parola "rimane". Sì, perchè l'inquilino del terzo piano è uno di quei film belli che ti lascia incompiuto, e non si dimentica facilmente. Forse uno dei suoi punti più belli.

nefilim  @  14/10/2011 14:51:10
   7½ / 10
un film disturbante, libero a molteplici interpretazioni...la parte iniziale un po lenta e noiosa, ma riesce comunque a rifarsi. ottimo!

Leonardo76  @  02/10/2011 09:55:38
   7 / 10
AL 95% non gradisco tanto le opere che lasciano troppa libera interpretazione allo spettatore ma questo film rientra nel 5%. Un palazzo pieno di personaggi che ricordano il già ultra citato Rosemary's baby e un Polanski paranoico rendono la visione interessante. Peccato che alcuni misteri siano stati lasciati in sospeso.

TheLegend  @  17/09/2011 23:31:17
   6½ / 10
Film a mio parere troppo sopravvalutato.
Nulla da dire sull'aspetto tecnico ma non è stato capace di suscitarmi emozioni.
Non mi è piaciuto per niente il finale.

Sestri Potente  @  07/09/2011 23:43:37
   8 / 10
Polanski realizza un film lugubre ed inquietante, visionario, e spaventosamente folle. Lo si capisce subito all'inizio, quando l'urlo inaspettato dell'ex inquilina in ospedale è davvero impressionante.
A parte questo "acuto" (in tutti i sensi), la parte iniziale e centrale del film appare un po' troppo lenta e noiosa, ma il repertorio di Polanski è talmente ricco di idee "malate" da ribaltare completamente la situazione nella seconda metà.
Resta, in ogni caso, un prodotto non per tutti; e mi sento di consigliarlo principalmente a chi si sente pronto a immergersi in 2 ore di follia pura!

david briar  @  02/09/2011 23:51:57
   10 / 10
E' un film sconvolgente,questo thriller di Polanski:quasi sempre è ambientato in interni,e quando è in esterni i primi piani sul protagonista danno un senso di claustrofobia.

Polanski costruisce una vicenda ambigua,enigmatica e difficile da spiegare,si potrebbero dare molteplice interpretazioni a quello che succede durante il film.
Nonostante a livello di storia succeda poco,il ritmo e la suspence sono quasi sempre su alti livelli,anche se non eccelsi come mi sarei potuto aspettare.

Come attore si dimostra molto bravo,fra l'altro oltre ad averlo interpretato in lingua originale l'ha doppiato anche in altre lingue,fra cui l'italiano.

"L'inquilino del terzo piano"è la storia di un uomo che impazzisce,di qualcuno che probabilmente aveva già qualche problema,di una lenta,inesorabile e inevitabile discesa nell'oblio e nella follia.E il film,attraverso gli incubi del protagonista,critica anche un certo tipo di società omologata e pretenziosa.

Il finale è angosciante e disturbante,il vero punto di forza,con alcune sequenze di regia straordinaria da parte del grande Roman e una scena talmente inquietante da lasciare con il battito a mille.

E'grazie a quell'ultima scena,uno dei finali più potenti e ansiosi che mi siano mai capitati,che la pellicola guadagna un'unicità e una bellezza che non avrebbe avuto con un finale comune.Probabilmente uno dei miei finali preferiti,nonostante abbia visto il film appena qualche minuto fa.

Al quarto film di Polanski,lo pongo almeno fra i miei cinque registi preferiti.
Ha l'incommensurabile capacità,sopra qualsiasi altro regista,di creare opere,per quanto magari non sempre convincenti durante la visione,ma che riescono sempre a lasciare una traccia indelebile nell'animo di chi li guarda,toccando le corde più profonde e più delicate del cuore e della mente.

A me questo basta per mettergli 10,ed è la terza volta che lo metto ai suoi lavori,fra i quattro che ho visto.
Adesso,in attesa del suo nuovo film,non vedo l'ora di percorrere la carriera visionandomi alcuni delle sue più importanti pellicole.Sperando di uscirne ancora una volta spiazzato,emozionato e colpito.
Un grazie per averci regalato questo capolavoro.

outsider  @  19/07/2011 20:54:01
   10 / 10
Questo è un film grandioso, in tutto e per tutto.
Come un bel quadro non ha bisogno di commenti.
Tecnicamente perfetto, sottolineato da una musica piacevolissima, un motivo meraviglioso che centra
in plenum l'atmosphera.
Inutile vantare Polanski, eccellente nei panni del polacco "naturalizzato francese".
Ho acquistato il dvd. Avevo visto un paio di volte in modo incompleto e, direi, molto parziale,
in alcuni passaggi televisivi, questo capolavoro che sfora le due ore, in realtà 2.01 appena, non so perché
la lunghezza dei film venga quasi sempre arrotondata per eccesso.
Anche il dvd è un gioiellino, un opera da tenere fra le mani, apprezzare, conservare, custodire gelosamente.
La copertina e il disco sono pezzi da collezione.
Il lavoro reca il titolo originale "the tenant" stampato sul dischetto e invece una bellissima locandina con il titolo italiano accompagna la custodia.
"Le locataire" è evidentemente l'altro titolo che utilizzarono.
Dovrei scrivere molto, troppo per sottolineare le scelte di trama che rendono questo lavoro tondo, pieno,
frutto di un genio sapiente, accurato, che non ha lasciato nulla, ma proprio nulla al caso, nemmeno la più piccola battuta.
Il cinismo, la cattiveria, la freddezza viscerale e infuocata vengono espresse in modo mirabile.
Ripeto, potrei fare riferimenti precisi ma svelerei particolari che è bene lo spettatore non conosca ante visione.
Dico solo che la fine, l'epilogo, è curatissimo.
Tutto, proprio tutto è costruito in maniera eccezionale.
Un film la cui visione fa capire cosa sia l'arte.
Parigi ben inquadrata. In un modo o nell'altro fa sempre la Sua figura. La Francia è la Francia.

Outsider consiglierà la visione a tutti quelli che volessero salire un gradino nel mondo della cultura, cinematografica e non, giacchè la riflessione da sempre buoni frutti, pargoli miei.

PignaSystem  @  14/07/2011 23:27:06
   7 / 10
Inferiore a "Repulsion" e "Rosemary's Baby" ma rimane un ottimo film di alto livello. L'inquietante colonna sonora con l'inquadratura della finestra del bagno è di quanto più riuscito, bene Roman.

1 risposta al commento
Ultima risposta 25/08/2011 11.23.03
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tritech  @  09/06/2011 14:47:32
   4½ / 10
Ottima l'idea, forse buona anche la realizzazione... ma per l'epoca!

Oggi si dimostra più vecchio degli anni che ha, lento e macchinoso.
In una parola: decrepito.

Larry Filmaiolo  @  21/04/2011 14:04:26
   8 / 10
questo disturbante film urta i sensi e la mente descrivendo il progressivo sprofondare di Trelkovsky nella follia (?). Ma è o non è follia? Si tratta di un semplice incubo, o dobbiamo cercare un senso in tutte le allucinazioni (?) e gli strani avvenimenti? Domande che un superbo (sia come attore che come regista) Polanski lascia sospese nel vuoto fino al magistrale finale. Profondamente inquietante.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  01/04/2011 12:06:51
   7 / 10
Film in perfetto stile Polanski che riesce a inquietare pur senza mostrare assassini o sangue ma solamente usando il potere della psicologia umana (cosa che oggi i registi non riescono più a fare). Unica pecca il finale un po' troppo ambiguo e libero di svariate interpretazioni:

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Bravo Polanski, non solo dietro alla macchina da presa ma anche davanti.

incubodimorte  @  27/03/2011 17:37:56
   9 / 10
Ho visto tanti tanti horror, molti pieni di spappolamenti e dissanguamenti. Sembra strano, ma questo è l'unico film della mia vita ad avermi quasi terrorizzato, senza ettolitri di sangue. Deve aver toccato le mie corde sensibili. E' positivo.

BraineaterS  @  27/02/2011 23:01:34
   9 / 10
Stupendo, molto suggestivo. La teoria del complotto ci attira sempre, in quanto malati paranoici quali siamo (ahahahh). Polanski oltre che come regista, ci è piaciuto molto anche come attore, ottimo per questa parte.
Alcune scene sono veramente angosciose.

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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  22/02/2011 22:10:51
   7½ / 10
"L'inquilino del terzo piano" è considerato uno dei capolavori di Polanski, quello che meglio di tutti mette in evidenza la sua arte nella rappresentazione delle nevrosi. Personalmente trovo che "Repulsion" e "Rosemary's Baby" siano artisticamente superiori a questo film.
In questi primi due film i personaggi e la storia sono congegnati in modo che tutto fila in maniera molto naturale e spontanea, tanto da sembrare dei ritratti presi direttamente dal reale. Il messaggio scaturisce come conseguenza di fatti naturali. Ne "L'inquilino" invece Polanski prepara una storia "appositamente" per mettere in evidenza una progressione già stabilita a priori, per esprimere una certa idea e una tesi precisa. E' come se il pubblico riuscisse a scorgere in trasparenza dietro il fondale i marchingegni che fanno muovere una rappresentazione teatrale. In altre parole l'intento dimostrativo ha il sopravvento sull'intento rappresentativo.
Ovviamente questa è solo una mia opinione. In sé tra l'altro questo procedimento non è certo un difetto. Anzi, chi non ha visto ancora i due film che ho citato non potrà che rimanere sorpreso e ammirato dalla storia di questo film e dal suo sviluppo. Chi invece ha visto "Repulsion" e "Rosemary's Baby" non farà altro che cogliere similitudini, paralleli, addirittura delle vere e propri citazioni. Il tema è lo stesso, solo che è in qualche maniera concentrato, più chiaro, più mirato. Paradossalmente questo finisce per impoverire la storia, per renderla meno plausibile e più astratta. In "Repulsion" ad esempio c'erano un sacco di scene banali, prosaiche, apparentemente senza connessione con la storia (il convento, le ricette di cucina, la manicure e le clienti) che davano però l'impressione di realtà vera ed effettiva nel suo normale svolgersi. Qui è tutto più "razionale" e funzionale alla genesi e allo sviluppo della nevrosi (scissione dell'io, doppio). In "Repulsion" e "Rosemary's Baby" c'era una gestione molto sottile, quasi indistinguibile, molto ben amalgamata fra reale e immaginato; tanto che lo spettatore faceva fatica a distinguere. Qui invece (soprattutto nel finale - vedi la scena dell'incidente automobilistico) si affiancano riprese del reale così com'è, alle stesse scene riprese come le vede in soggettiva il protagonista. In questa maniera si perde la magia dell'incerto e del dubbioso.
Poi è soprattutto il protagonista che non va. Carol, Rosemary, George, il ragazzo de "Il coltello nell'acqua" erano personaggi con tante sfaccettature, con tante storie che venivano dipanate durante il film e rendevano le figure complete, complesse e affascinanti. Del naturalizzato polacco (di cui conosciamo solo il cognome e non il nome) si sa veramente poco. Si evince che è un perdente, un imbranato, soprattutto una persona molto debole e suggestionabile. Non sembra però un malato e per questo che tutto il suo comportamento appare a volte assurdo e decisamente inspiegabile, anche a fronte dell'ostilità dei suoi vicini di casa. Da dove deriva la sua nevrosi? Impotenza? Boh, non è dato saperlo con certezza.
Evidentemente a Polanski non premeva tanto dare un quadro reale e plausibile di persone con le loro storie. Quello che vuole farci vedere è lo stato di tensione e difficoltà di convivenza, prodotto dal vivere artificiale e ammassato moderno. Da questo punto di vista Polanski ci offre un quadro impietoso ed efficacissimo. Dalla situazione ritratta si capisce l'enorme disagio del vivere attuale, come se si fosse di nuovo tornati alla giungla, in cui per sopravvivere bisogna pensare solo a se stessi, tirare fuori le unghie o mostrare i denti. Un ritratto veramente impietoso del non-vivere sociale moderno. E' questa senz'altro la parte più convincente e riuscita del film.
Che Polanski abbia voluto farci riflettere su di una situazione (più che raccontare una storia reale) lo si capisce anche dal fatto che in questo film è molto forte la componente ironica e a volte comica (che diventa a volte grottesca), che spinge ad estraniarsi e a guardare in maniera a volte distaccata la vicenda. Diventa appositamente assurdo per provocarci e farci riflettere. Ahimé, con molta cognizione di causa.

rob.k  @  02/02/2011 22:56:50
   6 / 10
Ho apprezzato Rosemary's baby, ma questo è decisamente una spanna sotto. Gli attori, a parte Polansky stesso, non sono granchè e il film fatica a carburare... Viene creato una fitto alone di mistero, che di fatto non viene mai diradato neanche nel finale, che lascia l'amaro in bocca.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  24/01/2011 20:45:27
   10 / 10
E' incredibile come Polansky riesca a giocare su alcuni nostri archetipi, paure, angoscie riuscendo così ad indagare nella psiche umana fino alla paranoia.
E' innegabile un tocco autobiografico nel personaggio interpretato dallo stesso regista così come innegabile è l'abilità stilistica ma anche recitativa che si evince da ogni singolo fotogramma.
Mi sono accostato con molta diffidenza a questo film, temendo il solito polpettone francese alla Nouvelle Vougue, invece è stata un'autentica scoperta nonostante Polansky sia un regista che ami particolarmente.

C'è una cura dei particolari quasi maniacale, da antologia la costruzione degli incubi e delle allucinazioni così come tremendamente inquietanti i protagonisti nel bagno e la loro "deformazione" grottesca che ne viene fatta.
Scene strazianti come quella iniziale nell'ospedale e come la conclusione sono idelebili così come l'epilogo conclusivo, letteralmente geniale!

La cura straordinaria degli attori comprimari, costruito sulla falsariga di Rosemary's baby ma decisamente più riuscito e inquietante!

Un capolavoro, mi ha letteralmente entusiasmato.

1 risposta al commento
Ultima risposta 24/01/2011 20.47.00
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cris_k  @  02/01/2011 20:33:15
   9 / 10
Molto coinvolgente, grazie ad una regia veramente superba. Gli spazi, le luci, la colonna sonora. Polansky mi ha stupito come attore, veramente bravissimo!
Non è un horror, è un thriller psicologico, e anche riuscito.
Il finale è a mio avviso volutamente ambiguo, per far riflettere. Polanski ha lasciato aperta una storia finita, molto bravo.

guidox  @  24/12/2010 23:34:21
   8 / 10
una spanna sotto Rosemary's baby, è comunque un lavoro interessante che riprende un po' la falsariga dei vari film di Polanski.
per non dare anticipazioni, non parlo nel dettaglio di ciò che è alla base del film, ma come l'avrete guardato, vi renderete conto come sia nello stile proprio del regista, sviscerare certi argomenti all'apparenza normali e quotidiani in un modo tutto suo!

Tigrero91  @  16/12/2010 21:39:45
   8½ / 10
Alienante,claustrofobico,folle,psicologico,thriller, difficile da dimenticare questa pellicola,..Roman come protagonista e regista, sforna per me, il suo capolavoro.

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Oskarsson88  @  07/12/2010 15:22:09
   8 / 10
ValeGo  @  20/11/2010 19:29:54
   7 / 10
Ribaltato rispetto a Rosemary's baby..altrettanto inquietante...ma,nonostante mi sia piaciuto nel complesso,non ho apprezzato molto il finale

7219415  @  19/11/2010 12:22:06
   8 / 10
Ottima la regia ottima la storia ottimi gli attori (romam e Isabelle)...però la fine non mi ha convinto tanto

Mothbat  @  13/11/2010 15:03:45
   8 / 10
Fantastico. Un incubo surreale difficile da dimenticare.

sweetyy  @  25/10/2010 02:54:51
   6 / 10
Delirante e claustrofobico, ma forse anche troppo.. Stavolta non sono rimasta molto soddisfatta da questo film di Polanski, Rosemary's baby secondo me è di gran lunga superiore.

3 risposte al commento
Ultima risposta 25/10/2010 14.48.37
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suspirio  @  24/10/2010 23:10:00
   8½ / 10
Sicuramente un ottimo film. Sulla scena finale ho una leggera perplessità.

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