il segreto dei suoi occhi regia di Juan José Campanella Argentina, Spagna 2009
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il segreto dei suoi occhi (2009)

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locandina del film IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI

Titolo Originale: EL SECRETO DE SUS OJOS

RegiaJuan José Campanella

InterpretiRicardo Darín, Soledad Villamil, Pablo Rago, Javier Godino

Durata: h 2.07
NazionalitàArgentina, Spagna 2009
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 2010

•  Altri film di Juan José Campanella

Trama del film Il segreto dei suoi occhi

Benjamín Esposito è un assistente Pubblico Ministero nell'Argentina degli anni '70 e si imbatte in un caso giudiziario di una donna violentata e uccisa su cui la giustizia non vuole fare chiarezza, lasciando un marito devastato e inconsolabile a covare ve

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Voto Visitatori:   7,36 / 10 (108 voti)7,36Grafico
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior film straniero
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Voti e commenti su Il segreto dei suoi occhi, 108 opinioni inserite

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vinx  @  14/08/2010 10:19:53
   5½ / 10
La frase piu' toccante e' quella detta dall'assassino alla fine del film:"Digli che almeno mi parli". Cio' che invece mi ha fatto venire i brividi e' l'applauso finale di una parte del pubblico: evidentemente l'intervento di Atena (nel processo ad Oreste nelle Eumenidi di Eschilo) che serviva ad interrompere la legge del taglione e a introdurre la dike (giustizia) non e' stato definitivo: c'e' sempre in noi questa tentazione. Buona la riflessione su La Giustizia rispetto a una giustizia fatta da lei. C'e' da dire che in Argentina probabilmente non e' stata ancora elaborata la tragedia avvenuta in quel paese mediante una sorta di catarsi. Riguardo al film: buona recitazione, film un po' troppo lungo e con andatura un po' irregolare, finale tutto sommato banale come e' sempre banale la violenza della vittima che si trasforma in carnefice. Mi e' venuto da pensare a "Un borghese piccolo piccolo" di Monicelli: allora avevo avuto ben altre emozioni, ma forse ero piu' giovane. Ciao

Vimark  @  12/08/2010 16:54:46
   4½ / 10
Andrò controcorrente rispetto alle precedenti valutazioni ma sono rimasto parecchio deluso da questo film. Ritmo molto blando, lento, patetico e noioso. Non si vede l'ora di arrivare alla fine.

Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  08/08/2010 13:07:33
   6½ / 10
Una bella storia dall'impianto narrativo classico con una sceneggiatura che cura molto bene il profilo dei personaggi. Malgrado l'assenza di qualsivoglia guizzo creativo, la regia, non sempre adeguata ai ritmi narrativi, si lancia in piccoli virtuosismi come il piano sequenza durante l'inseguimento allo stadio.
I passaggi temporali sono fluidi, ma l'alternanza fra passato e presente non risulta sempre credibile. Non basta colorare di nero o allungare i capelli dei due protagonisti per renderli più giovani di ben 25 anni, e non si dica che si tratta di un effetto difficile, perché per esempio in C'era una volta in America De Niro e Woods sono credibilissimi anche a trent'anni di distanza (tecnicamente parlando sarebbe stato più consono prendere degli attori più giovani e poi invecchiarli, anziché lanciarsi nel tentativo opposto). Al di là di questo, gli interpreti sono bravi. Ottima Soledad Villamil.
A conti fatti si tratta di un prodotto convenzionale, ma ben costruito anche se poco articolato.
Il film è nobilitato dall'amara riflessione sul tempo e sulle scelte che condizionano la vita, che si riduce ad un arco di tempo incerto come insegna Seneca nella Prima Lettera a Lucillo.
Povera e banale, invece, la riflessione sulla (in)giustizia Istituzionale.
Un film complessivamente rassicurante e con un retrogusto sottilmente ipocrita, che non meraviglia abbia ottenuto il consenso dell'Academy.

Invia una mail all'autore del commento bleck  @  31/07/2010 17:12:10
   7 / 10
è un buon film...ben recitato con una storia che "tiene"...mezzo voto in più per il finale decisamente di qualità...

forzalube  @  17/07/2010 05:34:38
   7½ / 10
Bel film drammatico con venature di giallo. Ricorda un po' le opere di Almodovar.

malick61  @  16/07/2010 19:54:43
   7 / 10
Cos'è che trasforma la vita da paura della morte in amore, se non la passione. Sì, la passione per la verità giudiziaria, la passione per il calcio, la passione per una donna, la passione per l'alcool. Insomma, tutto ciò che inebria le nostre corde vitali e ci distoglie dalla noia e dalla routine...la passione va affermata, mai trattenuta. Va lasciata scorrere come il sangue nelle vene. Un ottimo film di un giovane regista argentino a me sconosciuto, ma che sa usare attori e sceneggiatura al meglio, restituendo al pubblico il gusto del vero cinema. Non quello che si guarda l'ombelico, ma quello che "ha qualcosa da dire", che si rivolge alla platea catturandene interesse e attenzione. Un noir psicologico intenso e ben recitato.

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claudio54  @  07/07/2010 09:15:37
   8½ / 10
Un film bellissimo, assolutamente da non perdere.
Ci si domanda: perché hanno premiato un film come questo, invece di qualcuno dei tanti presunti capolavori nostrani?
La risposta è semplice: perché film come questo sono più belli, più poetici, meno pretenziosi, meno volgari, meglio scritt, imeglio recitati, meglio girati, meglio montati. Il tutto fatto con pochi soldi, senza effetti speciali, ma semplicemente mettendo al centro di tutto le persone, l'intreccio dei loro rapporti, le loro ambizioni, i loro dolori.
Evidentemente in Argentina hanno qualcosa di più e di meglio da raccontare, e lo fanno con garbo e sapienza.
E non è che non abbiano problemi in Argentina. Eccome se ne hanno e ne hanno avuti! Lo sappiamo bene. Eppure riescono a raccontarsi meglio di quanto sappiamo fare noi, molto, molto meglio. Noi siamo diventati volgari, approssimativi, sciatti, cialtroni. Il nostro cinema rispecchia quello che siamo diventati. E sicuramente non fa nulla per migliorarci. Al contrario, ci sguazza dentro. Come dice il figlio di De Sica: ma vi siete guardati intorno? Io non faccio altro che raccontare l'Italia di oggi. Si, appunto, sguazzandoci dentro, contribuendo così a rafforzare un modello. Un modello di comportamento, un modello d'etica che ci ha ridotti fino a questo punto. Un paese finito.

Zio_iori  @  05/07/2010 12:19:55
   8 / 10
Film meraviglioso misto tra giallo e romantico con un finale molto bello. Sceneggiato benissimo e dialoghi intelligenti.

Invia una mail all'autore del commento malocchio  @  01/07/2010 18:42:20
   9 / 10
bellissimo film,dotato anche di dialoghi parecchio brillanti,una storia tristissima narrata con fascino e magnetismo.
Grande prova degli attori che per neanche un attimo tintennano e restano sempre ben saldi nel loro personaggio.
il segreto dei suoi occhi è un film che mischia il giallo con il romantico,lo fà con passione,certo

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Pure il finale mi ha lasciato senza parole,magnifico,che dire mi ha conquistato

Musha  @  01/07/2010 13:50:36
   9 / 10
Film molto commovente, molto ben recitato. L'ho visto al cinema con amici e a tutti è piaciuto molto

ultras_doria92  @  01/07/2010 10:12:52
   4 / 10
Film pseudo televisivo molto noioso e con un finale da rifare, l'oscar datogli sembrava un buon biglietto da visita, ma solo qualche scena e stata ben fatta.
Sono sicuro che c'era di meglio in giro.

jiko  @  27/06/2010 13:44:23
   9½ / 10
Film davvero riuscito, Juan Josè Campanella riesce a mescolare noir, poliziesco e dramma a tinte sentimentali con un equilibrio perfetto. Attori impeccabili, personaggi riusciti (su tutti Pablo, sembra uscito da un film di Woody Allen...), un film coinvolgente, con un ritmo incalzante, peccato solo per il finale un pò troppo forzato che cerca il colpo di scena a tutti i costi. Oscar come miglior film straniero meritato.

john_doe  @  26/06/2010 12:41:19
   9 / 10
Eccezion fatta per alcune forzature, ritengo questa pellicola una piccola perla, un film ben diretto, intenso, sconvolgente, poetico.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  23/06/2010 20:04:40
   6 / 10
Concordo con chi ha visto un ottimo sceneggiato televisivo in questo film: ben curato, alcune scene a buon effetto, attori molto bravi ed accattivanti, dialoghi semplici, a tratti senza dubbio simpatici, personaggi di contorno ben caratterizzati.
Ma qualcuno mi deve spiegare perchè debba durare 2 ore e 7 minuti, appunto se non che diventa perfetto per due puntate, di sicuro successo, in prima serata.
Così invece è stiracchiato al massimo, procede con il freno a mano tirato e nemmeno arrivati a metà passa anche la voglia di scoprire il segreto dei suoi occhi: il giallo si annacqua nel sentimentale con aggiunta di spruzzatina di critica politica, ma senza un gran mordente sia chiaro, tanto che alla fine il tutto è molto rassicurante, paradossalmente perfino il finale.
I due attori protagonisti hanno attirato la mia simpatia e di questo gliene do atto.

i.g.i.  @  23/06/2010 17:42:29
   8 / 10
bellissimo film... perfetto esempio di come film non pubblicizzati siano così belli e ben fatti

Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  23/06/2010 09:30:38
   8 / 10
Una storia sulle occasioni perse, sulle parole non dette; vecchie macchine da scrivere alle quali mancano le lettere. Grandi passioni, seconde opportunità, correzioni su manoscritti… la critica politica ad un epoca passata.
Il segreto dei suoi occhi ha indubbiamente una sceneggiatura semplice ... ma sicuramente arricchita da profonde interpretazioni.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  19/06/2010 23:55:10
   7½ / 10
La prevenzione dei ricordi... parecchie opere di Vargas LLosa agiscono così. E a dirla tutta, tutto il birignao del giallo classico letterario, nel segno di personaggi affrontati con una fortissima adesione psicologica - si veda il personaggio di Sandoval, ubriacone perenne e amico fidato di questo Jelling latinoamericano (cfr. il riferimento è ai primi romanzi di Scerbanenco tanto per dire...). Il giallo classico DEVE far perno su meccanismi convenzionali allo scopo di trasformarli in qualcosa che convenzionale non è. Prima di accusare l'ottimo giallo di Campanella di sfondare i parametri dell'approccio paratelevisivo - che non sarebbe poi una gran colpa - occorre essere lettori assidui di romanzi gialli, altrimenti è facile cadere nella trappola, v. il doppiaggio non esaltante o i dialoghi che riproducono - talvolta in modo ingenuo - il codice letterario dei generi.
"Il segreto dei suoi occhi" è un film di notevole interesse che non si sa quanto possa essere più interessante nel suo aspetto romantico o in quello dell'intrigo (da Fred Vargas d'oltreoceano). Se Campanella ha trascorsi più spiazzanti ed eversivi, occorre dire che riesce a districarsi abilmente nel genere servendosi di una certa capacità di misura, senza mai strafare.
Sprigiona un forte magnetismo, dunque, questa storia, con la sua mistura di vecchio e nuovo, con l'ironia che concede ampie suggestioni all'amarezza "romantica" di un rito tremendamente in bilico tra dovere professionale e spiragli affettivi nella sfera personale del protagonista.
Peccato che verso l'epilogo gli angoli non vengano smussati adeguatamente, e torni in mente l'eccesso sensazionalista della trilogia di Larsson, specialmente quella vista al cinema.
Ma Campanella si riconferma un buon autore al servizio della storia, e lo dimostra nella sequenza allo stadio o anche davanti a parole come "vorrei solo mi parlasse", che molti troveranno risibili. Invece, c'è tutta la peggior condanna "eterna" possibile.
Splendida Soledad Villamil, i cui occhi - davvero - parlano da soli
Ah dimenticavo Campanella è anche autore di alcune delle migliori serie tv statunitensi, non a caso

willard  @  17/06/2010 12:27:06
   8 / 10
Storia di un'ossessione, anzi due (per la ricerca della verità e per un amore inconfessato).
Questo film mi ha ricordato un altra bella storia raccontata da Sean Penn ne "La Promessa" (The Pledge) del 2001, con un Jack Nicholson ossessionato dalla ricerca di un colpevole in cui credeva solo lui, ma che non riceve lo stesso lieto fine che ottiene invece Ricardo Darin, protagonista de "Il Segreto Dei Suoi Occhi".
Stilisticamente perfetto, con atmosfere poeticamente retro, è un giallo metodico che ricostruisce mediante un sapiente intreccio di flashbacks una torbida vicenda di malagiustizia avvenuta sullo sfondo dell'Argentina del golpe militare che ha insanguinato questo paese nella seconda metà degli anni '70 fino al ripristino della democrazia nel 1983.
Ottima interpretazione degli attori che risultano estremamente credibili sia nella versione anni '70 che in quella anni '90. Premio simpatia al personaggio "alcolico" di Pablo Sandoval (interpretato da Guillermo Francella), irresistibile nei suoi interventi professionali e non.
Per quanto mi riguarda potrebbe essere, insieme a "The Road", il film dell'anno (almeno per il momento :-))

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Fenderigo  @  17/06/2010 03:59:55
   7½ / 10
veramente bello...peccato per il finale che mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca

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Iree__  @  15/06/2010 18:05:08
   6½ / 10
La storia è stupenda...ma è girato abbastanza male...

*-sky-*  @  13/06/2010 01:28:53
   7½ / 10
bello, interessante.. fatto abbastanza bene e bravi gli attori :) lo consiglio

h.chinaski  @  10/06/2010 23:17:40
   9 / 10
Quest'anno il quintetto di film candidati agli oscar come miglior film straniero è stato decisamente notevole,ogni film è stato nettamente superiore dei vari avatar(per gli amici "LA *****"),Hurt locker e compagnia proiettata.Il segreto dei suoi occhi è un film fenomenale,un classico istantaneo, una storia bellissima sublimizzata da una regia fuori dal comune.Esposito ex funzionario della corte di giustizia,ormai in pensione è ossessionato da un caso di 25 anni fà rimasto (...in un certo senso) impunito.,l'omicidio di un'angelica giovane insegnante violentata e brutalmente massacrata a pugni dal suo violentatore. Allora decide di scrivere un romanzo, nel quale racconta questa storia,per purificare la sua anima,per scappare delle prigioni della memoria e raggiungere una giustizia superiore a quella della legge dell'uomo. Il film è ambientato nella Buenos aires del '76 e in quella dei giorni nostri. E' un giallo g sceneggiato benissimo come i gandi film della hollywood dei '40, se fosse uscito in quegli anni avrebbe fatto sentire hitchcok meno speciale...Grandi dialoghi e personaggi epocali,chiunque( che ridere l'amico di esposito simile nella voce eneglia atteggiamenti ad un tonto woody allen). Il segreto dei suoi occhi,è il segreto nascosto nello sguardo di chi poi uccide,e di chi desidera...La storia d'amore tra esposito e irene è trascinante amara,un amore forte ma discosto che così rimarra per tutta la vita,forte ma discosto( grande aggettivo discosto...). Vogliamo parlare del marito della vittima,riccardo morales, patetico e inquietante, specie nel finale...Il film è molto intenso ti lascia senza respiro,nello sviluppo (e non solo) sembra memories of a murder (capolavoro koreano), ti lascia senza respiro per più di 2 ore, non tutti riescono a sopportare l'apnea,ecco spiegate le critiche negative...ENORME,ENORME,ENORME la scena allo stadio, in confronto De Palma è l'aiuto regista di Moccia,un piano sequenza stravirtuoso(anche se c'è uno stacco quando si inquadrano i tifosi sugli spalti,***** ci deve essere,senò chi ***** era l'operatore Silver Surfer!!!) davvero scassa mascella.Piena di suspense anche la scena dell'ascensore. Il finale è memorabile,è cinema immortale e alta letteratura(tutto dostoevskij in pochi minuti,miei cari signori...)anche(!?!?!)...Film del genere devono essere e amati,ma temo che sarà criticato...TEMO o TEAMO....

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2 risposte al commento
Ultima risposta 28/06/2010 09.11.50
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  09/06/2010 21:02:42
   7 / 10
"Un uomo può cambiare qualsiasi cosa: il suo volto, la sua casa, la sua famiglia, la regazza, la religione, il suo dio. ma c'è una cosa che non può cambiare. Non può cambiare la sua passione"

Sono le passioni che muovono i singoli personaggi di questa vicenda che sotto la leggera patina di trama a sfondo giallo, si sviluppa in un arco temporale lungo 25 anni con continui rimandi e flashback. Però le loro passioni, a dispetto del passare del tempo, sono come cristallizzate, pressochè immutate. Amori irrisolti, amori spezzati, senso della giustizia che a gradualmente verrà calpestato con il cambiare dei tempi: lo spettro della dittatura militare comincia a far sentire minacciosa la sua presenza.
complessivamente è un buon film dove le caratterizzazione dei personaggi e la resa dei relativi intepreti è il suo punto di forza. Regala buoni momenti di cinema, come la già citata sequenza dello stadio, ma aggiungerei anche quella dell'ascensore, il picco di tensione emotiva di tutto il film. Sprazzi comunque di una regia molto misurata, probabilmente per scelta voluta, che tende a smorzare il più possibile l'enfasi emotiva, ma che lo rendono, almeno per me, un po' freddo nel complesso.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  09/06/2010 16:56:59
   5 / 10
"Il segreto dei suoi occhi" è un dramma giallo-poliziesco di facile e accattivante canovaccio. Un intreccio sentimentale di un amore mai confessato, soffocato dalla politica. Incartocciato da flashback lunghi e fiacchi, rievocanti eventi di 25 anni prima, il racconto cerca perennemente una sua identità e un significato.
Tanto è bastato ai membri dell'Academy per attribuirgli l'Oscar come Miglior Film Straniero di quest'anno, evitando la potenza devastatrice e lucida de "Il nastro bianco" di Haneke.
Una volta di più l'importanza di questo premio scricchiola sotto i colpi dell'età di coloro i quali compongono la ghenga. Il gusto dei giurati, sia che abbia a che fare con avvenimenti storici (privi di qualsiasi denuncia, per carità!) o immaginari, non ha nemmeno un barlume di criterio. Ci auguriamo che per qualcuno suoni la… Campanella.

E' pur vero che, qua e là, il film indovina idee brillanti, grazie alle battute sagaci affidate esclusivamente al personaggio di Sandoval, interpretato da un ottimo Guillermo Francella. Alleggerisce una trama a più strati commissionando apparizioni occasionali agli assistenti dei legali che, un po' tonti, si fanno trattar male dai superiori.
Ma sono strizzate d'occhio estemporanee che vanno in senso contrario a una pellicola troppo seriosa, e tesa a una rappresentazione epica di un passato sfuggito a due poveri amanti.

La scena dell'inseguimento allo stadio, durante la partita di calcio, è girata benissimo, con senso della prospettiva e una frenetica ripresa a mano. Ricardo Darìn, già apprezzato protagonista in "Nove regine", ha un volto affascinante ed espressivo e il regista è uno che conosce il proprio mestiere.
Peccato che si adagi sui cuscini di una sceneggiatura d'intesa e non si smolli di dosso il peso di un'angoscia perpetua che affossa la credibilità di tutti i personaggi.

6 risposte al commento
Ultima risposta 02/07/2010 17.25.41
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Crimson  @  08/06/2010 01:15:07
   7½ / 10
Le apparenti forzature della sceneggiatura (scarcerazione e ciò che ne consegue), che in un contesto 'civile' non avrebbero ragione di esistere, sembrano sgretolarsi con fervida lucidità immerse nel clima che serpeggia nel film. Questo è a tutti gli effetti il miglior pregio di questa pellicola spagnola che ha origine nel particolare clima di scompiglio di poco antecedente rispetto all'insorgenza della dittatura in Argentina.
L'atmosfera che si respira è di fastidio e oppressione; i personaggi si divincolano ma soccombono, schiacciati da una modificazione del tessuto socio-culturale progressivamente inesorabile, che accompagnerà (forse) il resto dei propri giorni. Si può anche leggere così, quasi al contrario, a partire dal suo scomodo sottosuolo, una vicenda siffatta.
Il thrilleruccio di superficie non è che un pretesto dall'immancabile soluzione, peraltro rapida e concisa. Ma è dall'arresto che il meccanismo incontrovertibile si lega a doppia mandata a ciascuno dei protagonisti: chi è "intoccabile", chi una pedina, chi non vede appagato il senso di giustizia che il proprio paese dovrebbe garantirgli. Movimenti improvvisi e scelte di vita. Forse isolati tra loro, forse annessi da quella causa di forza maggiore che poi tanto alibi non è.
Un film sull'incertezza e sul dubbio, ma anche una strenua ricerca della verità; a che prezzo, solo chi ha combattuto per essa può assaggiarne il valore.
Dunque Benjamin è una figura di grande fascino, un uomo delle occasioni mancate, come tutti, ma un coraggioso esponente di una volontà sopita per diverso tempo, ma sempre vigile e animosa.
Definire il personaggio di Sandoval (non Pete, perfavore morbidangeleni) "caricaturale" sarebbe quasi riduttivo, ma questo film "pesante" cosa sarebbe stato senza quel gusto persistente dell'ironia e della sdrammatizzazione?
E come si può non citare la straordinaria sequenza allo stadio?
Un film compatto, asciutto, stratificatissimo. Trapela un cinema degno di nota tra le intercapedini che costellano questo ritratto multiforme. Cinema spagnolo recentissimo che si affianca solo cronologicamente all'ultimo Amenabar (disgustoso) e al buon Monzon di 'Cella 211'.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  06/06/2010 10:39:07
   5 / 10
Dopo la scandalosa esclusione dell'anno scorso dalla cinquina candidata all'Oscar per il film straniero di un grande film italiano come "Gomorra" a scapito della vittoria di un film dignitoso ma imperfetto come il nipponico "Departures", quest'anno non ci eravamo particolarmente indignati per la nuova esclusione di un rappresentante italiano alla corsa all'Oscar 2010 visto quale era il film candidato.
Ci indignamo invece e parecchio per la vittoria di questo prodotto pseudotelevisivo a scapito di un ca-po-la-vo-ro quale il film di Hanake.
Oramai ci si deve mettere l'animo in pace: i criteri selettivi dell'Academy sfuggono ad ogni regola di autoralità ma sono imponderabili e guidati dal sentimento fuggevole del momento (attivato probabilmente anche da qualche 'mazzetta').
Altrimenti inspiegabile la vittoria di questo prodotto ispano-argentino diretto da un onesto artigiano, bene interpretato e dalla storia complessa (anche perchè tratta da un noto best-seller locale).
Insomma una sorta di "Comissario Montalbano" dalla durata adatta per essere diviso in due parti e trasmesso nelle due canoniche serate televisive dedicate.
Il film è questo: un onesto sceneggiato televisivo.
E i critici prezzolati, insieme a qualche loro fan, non mi vengano a parlare di film nuovo, originale, curioso, con interessanti spunti sociali e politici, di mix tra commedia-giallo-dramma-sentimento.
Ma per favore se vogliamo cavare il sugo dalle rape allora anche in 'Montalbano' c'è tutto ciò.
Insomma il film si vede volentieri come, appunto, un buon sceneggiato televisivo e il voto sarebbe di sufficenza SE NON:
1) avesse sul manifesto lo zio Oscar che qualche aspettativa te la mette
2) avesse battuto scan-da-lo-sa-men-te "Il nastro bianco"
3) avesse battuto "Il profeta", che non considero un capolavoro ma sicuramente un film più autorale di questo

MA soprattutto se non avesse quel finale davvero ORRENDO

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28 risposte al commento
Ultima risposta 18/07/2010 12.30.30
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Invia una mail all'autore del commento Ødiø Pµrø  @  26/05/2010 19:59:07
   7 / 10
Quoto quasi tutto ciò che ho letto qui sotto, non mi sento di aggiungere granché.
Sinceramente però l'oscar, visti i concorrenti, mi pare un po' troppo.

È vero che il finale può lasciare l'amaro in bocca, ma non si può negare che sia molto d'effetto e abbia il potere di strappare un sorrisino di compiacimento a quelli come me.

4 risposte al commento
Ultima risposta 11/06/2010 11.12.56
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axel90  @  13/03/2010 13:21:22
   7½ / 10
Non sapevo cosa andare incontro, quando alla notte degli Oscar 2010 questo film di produzione Spagnola/Argentina riesce a sovvertire ogni pronostico, vincendo l'ambito premio a dispetto dei due film maggiormente quotati, "Il nastro bianco" e "Il profeta".
"El secreto de sus ojos" è ciò che non ti aspetteresti: un giallo molto vicino ad un film drammatico divertente, drammatico, toccante e con connotati dolci e amari. Ricardo Darin è perfetto nella parte di Benjamin Esposito, un ex assistente del pubblico ministero che non fa che pensare ad un caso di omicidio perpetrato quasi 25 anni or sono. Un film che richiama alla mente il vero senso dell'amore e del ricordo che deve restare impresso in modo indelebile nella mente. Un giallo scritto in maniera ottima e avvincente, costruito intorno all'ottima regia di Campanella


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Un vero pugno allo stomaco, un film che trabocca di sentimenti, fino ad arrivare al finale ambiguo e confuso. Forse è proprio il finale l'unico neo del film, perchè rispetto all'intera pellicola è un pò forzato, stona, non mi è sembrato particolarmente azzeccato. Comunque è un film che vale la pena vedere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 09/06/2010 12.46.36
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A cura di The Gaunt

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ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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