la stanza del figlio regia di Nanni Moretti Italia 2001
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la stanza del figlio (2001)

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locandina del film LA STANZA DEL FIGLIO

Titolo Originale: LA STANZA DEL FIGLIO

RegiaNanni Moretti

InterpretiNanni Moretti, Laura Morante, Jasmine Trinca, Giuseppe Sanfelice, Silvio Orlando, Stefano Accorsi, Claudia Della Seta, Eleonora Danco, Sofia Vigliar, Renato Scarpa, Roberto Nobile, Paolo De Vita, Roberto De Francesco, Claudio Santamaria, Antonio Petrocelli, Lorenzo Alessandri, Alessandro Infusini, Silvia Bonucci, Marcello Bernacchini

Durata: h 1.39
NazionalitàItalia 2001
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 2001

•  Altri film di Nanni Moretti

Trama del film La stanza del figlio

Siamo ad Ancona: è la storia di Giovanni padre psicanalista sposato con la bella Paola. La coppia ha due figli adolescenti, Andrea e Irene. La vita serena della famiglia è sconvolta dalla tragica e improvvisa morte del ragazzo, causata da un incidente in mare. Il dolore finisce col separare marito e moglie. Il rapporto tra Giovanni e i pazienti si deteriora, specialmente con Oscar sul quale lo psicologo scarica parte della colpa per la morte del figlio. Giovanni abbandona la professione. Ma una ragazzina, fidanzatina di Andrea, coinvolge la famiglia in un viaggio notturno alla volta della Francia. Sarà un viaggio liberatore. Il primo passo per ritrovare l'unione perduta.

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Voto Visitatori:   6,24 / 10 (147 voti)6,24Grafico
Miglior filmMiglior attrice protagonista (Laura Morante)Miglior colonna sonora
VINCITORE DI 3 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior film, Miglior attrice protagonista (Laura Morante), Miglior colonna sonora
Palma d'oro
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Palma d'oro
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Voti e commenti su La stanza del figlio, 147 opinioni inserite

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Hyogonosuke  @  17/05/2024 09:39:15
   3 / 10
Film patetico e scontato, con una rappresentazione del dolore a volte cosi stupida e senza senso che viene da ridere. Regia passabile, recitazione di Moretti e della figlia ben peggiore di qualsiasi attore che abbia mai recitato in un cinepanettone.

sognatore  @  17/05/2024 01:49:29
   4 / 10
Non l'avevo mai visto, il mio pregiudizio su Moretti me l'aveva sempre impedito. Poi il mio analista, giusto per restare in tema, mi ha accennato qualcosa, forse per provare giustamente a rompere il mio muro e ho così deciso di farmi del male. Risultato: film ultra sopravvalutato per le solite lobbie che portano il Nanni nazionale a surgere a maestro del cinema. Banale nel suo dipingere un dolore, forse il più profondo, della perdita di un figlio con tutte le solite retoriche dei sensi di colpa, dei se, se, se…
La Morante è anche brava, ma a Moretti possibile che nessuno abbia detto che potrà fare, male, anche il regista, ma è tutto fuorché un attore?

Goldust  @  15/11/2023 16:39:06
   6½ / 10
Ricordo di averlo visto ai tempi della sua uscita in sala e di averlo rigettato; rivedendolo oggi con gli occhi da adulto devo dire che è un film di discreto livello, che indugia forse troppo su un ipotetico senso di colpa di un padre verso la prematura scomparsa del figlio ma che in poche sequenze "sporca il foglio" andando oltre il drammatico per sconfinare nel melodramma. E azzecca tutta la delicatissima ultima parte on the road che si rivela un toccasana per distendere i nervi famigliari.
Moretti però quando va a fare jogging potrebbe almeno sudare un pò, invece rincasa sempre presentabilissimo..
Premiato a Cannes 2001 a mio avviso oltre i propri meriti in un'edizione che annoverava tra gli altri film in gara dei pezzi da novanta come "La pianista" e "L'uomo che non c'era".

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  17/03/2019 07:51:37
   8½ / 10
Grandissimo film di Moretti . Introspettivo ,delicato e malinconico ,come il personaggio da lui interpretato che psicanalizza gli altri ma non riece a trovare risposte quande è lui colpito dal dramma .Originale la sceneggiatura con l'interpretazione del dolore mai banale e piagnucolosa ma studiata in modo da cercare di capire come la famiglia reagisce.
Benissimo Morante e Trinca .

kafka62  @  28/02/2018 08:52:17
   7 / 10
Nanni Moretti esce provvidenzialmente dalle secche dell'autobiografismo in cui rischiava di rimanere impantanato dopo "Caro diario" e "Aprile". Nonostante che il titolo – lui neo-papà – sembri preludere all'inevitabile completamento di una trilogia, "La stanza del figlio" è tutto il contrario di un indulgente e narcisistico film alla Moretti, ma è una lucida, pudica e sincera analisi degli effetti che un grave ed improvviso lutto ha su una famiglia come tante altre al mondo. Moretti evita scrupolosamente, con immagini secche e sobrie, il cinema del dolore, e, anche se non si ritrae di fronte allo strazio di un padre e di una madre che hanno appena perso un figlio (con tanto di pianti, urla e occhi rossi), è soprattutto al modo di ciascuno di reagire al proprio dolore che egli dedica la sua attenzione. Se il padre insiste ossessivamente a ritornare con la mente alle circostanze che avrebbero potuto far andare le cose diversamente, fino ad inconsciamente incolparsi di essere accorso quella mattina alla chiamata di un suo paziente (i flash in cui lui continua a immaginare di fare jogging col figlio sono lancinanti e tremendi), la madre tenta di recuperare quasi medianicamente, attraverso gli oggetti, le fotografie e perfino le amicizie del figlio, un rapporto ormai irrecuperabile, mentre la sorella reagisce con inconsulti scoppi di adolescenziale violenza. Elaborazione del lutto, si chiama in termini psicanalitici. Ma anche per chi della psicanalisi fa una professione si tratta pur sempre di procedere a tentoni nel buio più profondo, tra improvvisi cedimenti al dolore e repentini sensi di colpa ogni qualvolta le occupazioni naturali della vita sembrano distogliere dal ricordo di chi non c'è più. Soprattutto Moretti vuole smentire il luogo comune della solidarietà che lega reciprocamente le persone che soffrono. Ognuno è ineluttabilmente solo col proprio dolore, e i due coniugi non sembrano in grado di salvare il matrimonio e la vita professionale da un implacabile senso di autodistruzione che li divora. Ma il gusto per la vita prima o poi ritorna sempre, e anche per loro vale questa regola, sotto forma di un non programmato viaggio fino al confine con la Francia per accompagnare l'amica del figlio conosciuta poche ore prima.
Il film, come già detto, è bello, semplice ed autentico, la sceneggiatura ed il montaggio, assai calibrati, sono sempre attenti a non far mai cadere la pellicola nel facile effetto strappalacrime e gli interventi dei pazienti di Moretti, ognuno con i propri disturbi, nevrosi ed ossessioni, sono funzionali ad allargare la visione del mondo al di fuori di una cerchia troppo privata e personale, oltre a contrappuntare, creando un insopportabile corto circuito emotivo, il cieco dolore dello psicoterapeuta. Se Moretti attore non riserva sorprese (nel senso che si cuce addosso la parte che più gli si confà), la Morante, assente da molto tempo dagli schermi, è invece una moglie-madre di miracolosa intensità e bravura, meravigliosa nel dare dignità e coraggio a una incommensurabile sofferenza materna (come quando cerca a tutti i costi di mettersi in contatto telefonicamente con la sconosciuta amica del figlio). Per chi ama il Moretti più tradizionale non mancano comunque rassicuranti conferme, come la musica di Piovani, la fotografia di Lanci, la sequenza delle scarpe sportive e, ovviamente, tutta una serie di citazioni di autori prediletti, come il Raymond Carver della poesia sulle dita dei piedi e il Brian Eno della suggestiva ballata finale.

GianniArshavin  @  22/01/2018 21:56:21
   8 / 10
Non riesco davvero a capire una media cosi bassa per un film come La stanza del figlio, indubbiamente uno dei migliori Moretti degli ultimi anni nonché fra i migliori prodotti italiani usciti dal 2000 ad oggi. Non ci troviamo di fronte ad un'opera impeccabile, ma penso che i numerosi voti negativi siano dovuti principalmente all'antipatia verso il regista che per una coerente e obiettiva valutazione della pellicola.
Detto questo La stanza del figlio è un dramma intimista ma mai banale, che riesce a trattare un tema delicato e spinoso come la perdita di un proprio caro in modo struggente senza allo stesso tempo scadere nel pietismo tipico di certo cinema a stelle e strisce. Moretti affronta la complessa tematica con garbo e delicatezza, mostrando un dolore sordo e silenzioso, fatto di suoni, sguardi persi nel vuoto e rapporti che si sfilacciano.
Il cineasta italiano guida lo spettatore in una situazione purtroppo a molti familiare, coinvolgendolo grazie ad una costruzione narrativa di grande finezza e scevra da qualsiasi piagnisteo da lacrima facile. Sono da segnalare almeno 3 scene di grande impatto, senza dimenticare una colonna sonora perfetta orchestrata da Nicola Piovani e impreziosita da pezzi del calibro di By this river di Eno.
Infine, questa ennesimo saggio di bravura di Moretti, autore mai troppo amato in patria per il suo carattere spesso spocchioso e egocentrico, si chiude con un una lunga sequenza di disarmante bellezza che cita i 400 colpi truffoiani e che non può non commuovere per i tantissimi significati che racchiude.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Zazzauser  @  05/09/2016 00:35:28
   8 / 10
Sinceramente non comprendo la media: La Stanza del Figlio è un dramma struggente, girato, scritto e interpretato in maniera impeccabile; il tema é la morte prematura di un figlio, un template comune nel cinema drammatico, ma Moretti sa come NON cadere in quei facili piagnistei, in quei sentimentalismi portati al parossismo e soprattutto in quel mood che si viene a formare in seguito al "fatto scatenante", caratterizzato dalla ripetizione sfiancante di esternazioni di dolore e rassegnazione, quel crogiolo in cui pare che non si possa far altro che compatire e compatirsi; insomma evita tutti i caratteri tipici di pellicole sulla perdita di un proprio caro - cito un titolo "a caso"? Il verboso Gente Comune di Redford -. La scomparsa di Andrea, narrativamente, non é che un pretesto per la ben piu importante analisi dei personaggi e della loro reazione al lutto, soprattutto per quanto riguarda Giovanni Sermonti, che da psicanalista (fin troppo) distaccato, quasi anaffettivo nei confronti dei pazienti, si ritrova a rivalutare la propria carriera professionale sino a chiedersi se si é sempre trovato dal lato giusto della scrivania: assaggiare finalmente il dolore vero lo rende consapevole di non essere (mai stato) in grado di comprenderlo, sia esso quello di un erotomane incapace di contenersi (bravissimo Accorsi!), quello di un'ossessiva-compulsiva con le sue noiose fissazioni, o quello nascosto (o potenziale) di un figlio, con cui fatica ad avere un vero dialogo.
Moretti condensa saggiamente tutta la classica "seconda" parte, in cui solitamente a dominare il film é il dolore insopportabile (e l'autocommiserazione, che dopo un po' stanca) in poche belle scene - qualche pianto della superba Laura Morante, la scena della scrittura della lettera.. ha più potenza un primo piano sul viso immobile di Moretti, sguardo perso nel vuoto, accompagnato dal tragico rumore delle viti che chiudono la bara del figlio, che mille inutili lacrime.. - concentrandosi più ad illustrare come la famiglia reagisce al lutto e lasciando infine spazio alla speranza piu che alla depressione: trovo la scena finale, in cui i tre camminano sulla spiaggia di Mentone, un capolavoro - un confine sorpassato, fisicamente e metaforicamente, un mare che non é più barriera (come per Leaud nei Quattrocento Colpi) ma voglia di ricominciare... -
Insomma lo stile di Moretti può non piacere, come d'altronde la sua recitazione (che infastidisce molti), ma non si può non riconoscere a "La Stanza del Figlio" la capacità di colpire forte al cuore senza far venire il diabete; siamo di fronte a un cinema vero, autentico, che rinuncia totalmente alla teatralitá mettendoci di fronte ad una famiglia Sermonti che potrebbe in fondo essere la nostra.. è il cinema italiano di cui dobbiamo andar fieri - cosa che a quanto pare non succede nonostante la vittoria della Palma d'Oro a Cannes

fabio57  @  19/07/2016 15:40:29
   7 / 10
Straziante e struggente questo film di Moretti, che abbandona completamente il registro ironico per descrivere la peggiore tragedia umana in cui ci si possa imbattere, la morte di un figlio. Il racconto è dolorosamente meticoloso e illustra in maniera efficacissima il senso di straniamento, lo smarrimento e l'angoscia che pervadono l'animo di chi è colpito da questo tremendo lutto ed è costretto o a convivere con un simile dramma. Personalmente preferisco il regista cinico e scanzonato di altri lavori. Il film "mia madre" di recente memoria è quello più vicino a questa scansione narrativa.

Ciaby  @  19/07/2016 01:12:28
   7 / 10
Dramma delicato e molto semplice, ma allo stesso tempo molto convincente e credibile. Stima assoluta per la scena con "By This River" in sottofondo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  17/07/2016 21:42:38
   7½ / 10
Il quadro che si presenta inizialemnte è un po' quello immaginato dai personaggi precedenti di Moretti, Bianca e La messa è finita in particolare. Giovanni della Stanza del figlio è certamente quello che si può definire un uomo arrivato e maturo con una famiglia felice. Condivide il dolore ma l'etica della propria professione di psicanalista non lascia che lo travolga. Mantiene il giusto distacco e cerca di aiutare gli altri. Una barriera che verrà frantumata dal dolore della tragica morte del figlio. Moretti opera una disgregazione professionale, incapace di condividere il dolore degli altri, perchè travolto dal proprio e dai sensi di colpa che si faranno più oppressivi. Inoltre c'è la digregazione familiare, l'unità distrutta che affronta il dolore senza condividerlo. La stanza del figlio è un film piuttosto duro e cupo, mostra il dolore ed il lutto senza retorica, ma anche senza filtri. Ce la fa vedere tutto.

Woodman  @  20/10/2013 15:32:34
   5½ / 10
Moretti non mi è mai piaciuto. Il suo cinema fin troppo leggero affronta temi interessanti che qualchedun altro ha già trattato e in modo più grande, più originale, se non geniale.
Moretti non è un genio, non si avvicina neanche alla definizione. E' un buon regista di indubbio contenuto e cultura. Fin troppo intellettualoide, amato dai francesi (perlopiù dagli estimatori di quell'altro buffoncello di Godard), esponente di una sinistra che a forza di voler far l'alternativa strina sulle corde del sopportabile. Egocentrico a dismisura, potrei parzialmente perdonarlo se in tutto sto tempo si fosse eclissato dalle scene, rimanendo dietro la mdp. Irritante quanto si vuole, giustificato forzatamente dai suoi fans, Moretti nient'altro è che un regista nella media che parla di cose talvolta enormi in modo, appunto, medio. Medio da buonista, medio da intellettualoide, medio da megalomane, medio da prepotente e insopportabile macchietta comunista.
"La stanza del figlio" sta in bilico fra il commovente (merito della brava Morante) e il patetico (merito di Moretti e del resto del cast).
Accorsi come maniaco sessuale è qualcosa di orrido.
Film poco coraggioso che non è nemmeno essenziale. Un continuo sapore di nulla che si instaura in una pellicola che non fa nè caldo nè freddo, più corretta che intelligente, più costruita che (pur con volontà) autentica.
Non rimane nulla. Non MI rimane nulla, pardon.
Il capolavoro di Eno "By this river" sprecato in un'operazione pretenziosa e vuota, sterilizzata dal sorrisino facile e dalla lacrima esasperata (ed esasperante).
Qualche battuta lascia il segno e Orlando convince in un personaggio importante. Tutto converge sul senso di colpa di Moretti. Come se si potesse mostrare davvero il dolore. Patetico, patetico e ancora patetico.
Cast spaccato in due, regia come sempre vacua, tematiche trite e ritrite, nessun picco realmente intenso.
Operazioncina furbastra che si rivela essere fra i bersagli più facili per i detrattori del regista-attore, di cui io faccio parte.
I più stolti o gli accaniti sostenitori arrivano alla scena finale convincendosi di aver assistito ad un film spettacolare. Ripensano al titolo espressivo e delicato, ai volti degli interpreti, alle buone intenzioni, alla piega improvvisa che prende la storia con l'entrata in scena della ragazzina autostoppista, sorprendente e "poetica", non c'è che dire. Tutto mentre suona il pezzo di Brian Eno.

Lo sconsiglio a chi vuole qualcosa di intelligente.

Wallace  @  16/07/2013 02:45:40
   1 / 10
Io non volevo. Non volevo vederlo poi..mi son detto..dai...hai visto film della Asylum prova anche questo. Ma che roba é? Poetico? Patetico semmai! Film stile L'ultima neve di primavera e Il venditore di palloncini..ovvero fare un film ruffiano sulla morte di un caro. Il figlio muore e poi? Piangono tutti per 45 minuti. Si certo é ovvio ma Moretti ha fatto una grande scoperta? Muore un caro e lo si piange..ma davvero? E devi fare un film? Poi il finale. Così senza senso spunta una fidanzatina del figlio e si va in viaggio insieme così ritroviamo l'armonia. Ma che film di c@...! E Moretti l'ha fatto pure coi nostri soldi. Film ruffiano, patetico, senza senzo e senza trama.

1 risposta al commento
Ultima risposta 06/10/2013 01.41.26
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MonkeyIsland  @  25/06/2013 17:33:13
   7 / 10
Buonissimo film del bravissimo Moretti che tratta una tematica difficile come la morte di un figlio in modo credibile senza cadere mai nel patetico.
Eccelsa la Morante che si conferma l'attrice nostrana più brava in circolazione.

Matteoxr6  @  24/06/2013 03:42:14
   7½ / 10
Un film sincero, mai retorico nonostante la tematica. Peccato solo che in Italia non abbiamo attori decenti (nel senso di attori che siano in grado di interpretare ruoli di spessore).
Consiglio di leggere la recensione dell'utente sottostante.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  10/06/2013 21:31:55
   8 / 10
Spoiler presenti.

Morendo Andrea si è trascinato via qualcosa di irripetibile. In vita era tale il suo riserbo che la famiglia sa poco nulla di lui. Il padre lo riteneva troppo ingenuo per rubare, troppo timido per avere una ragazza. Invece Andrea ha rubato, e ha amato.
Giovanni è uno psicanalista, ascoltare costituisce parte integrante della sua professione. Eppure sembra non possedere un vocabolario sentimentale, una dimensione espressiva del dolore. "Tu non parli mai con nessuno" lo accusa la moglie. Quando tenta inutilmente di scrivere una lettera ad Arianna, non straccia via il foglio, vi scarabocchia sopra. C'è davvero tutto in quel gesto: l' affanno, l' avvilimento, l' inettitudine.
Paola si muove più disinvolta nella sofferenza. Intuisce che si deve poter parlare del figlio, entrare di nuovo nella sua stanza, conoscere l' Arianna di cui forse si era innamorato. E' la prima ad intercettare l' anima di una questione cruciale, che il lutto ha soltanto rimestato: "Chi era Andrea?". O meglio, per diretta connessione: "Chi siamo noi?".
Già prima della tragedia la famiglia viveva solo di se stessa; ciascuno osservava l' altro ad una distanza iperbolicamente amorevolmente ravvicinata. In base a questa prospettiva distorta conosceva e si conosceva.
Arianna, un po' come l' omonima che nel mito aiutava Teseo ad uscire dal labirinto, spinge fuori dalla gabbia Giovanni, Paola ed Irene, sul filo della strada. Non ha importanza quale fosse la vera entità ed intensità del rapporto intessuto con Andrea, se sia fidanzata o no col ragazzo che l' accompagna nel viaggio ("Secondo te loro due stanno insieme?" chiede Giovanni a Paola, ma poi si affretta a rimediare: "Non dire niente"). Conta l' estraneità turbata e rivelatrice del suo sguardo, lo stesso che ci accompagna verso la dissolvenza finale. Una delle riprese in soggettiva più pregnanti di sempre.

"Si muore un po' per poter vivere"

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Massi92  @  14/02/2013 14:50:51
   9 / 10
Moretti sul fare del nuovo millennio ci regala un opera di cinema classico, nel senso più autentico del termine. La sceneggiatura è solida, il taglio del film lascia spazio al comico ma mai al grottesco. Un film con i suoi tempi, raffinato e deflagrante al tempo stesso.
Giovanni, padre di famiglia con cui tiene ottimi rapporti(sesso con la moglie, i compiti con la figlia, le corse con il figlio, le canzoni in macchina), in buono stato di salute(footing è la pratica quotidiana, ma è anche allegoria di una vita che si muove e che smuove), impostato, culturalmente preparato(traduce il latino con la figlia, "Ho fatto il classico" dice), psicologo di medio successo, borghese essenzialmente, si trova a dover far i conti con la morte del figlio. E tutto incomincia ad incrinarsi(emblematica in merito la scena di escandescenza in cucina). Il problema? Fare i conti con ciò che distrugge, che muta, che cambia: il tempo, che fin da Eraclito ha trovato la sua maggiore espressione nel simbolo dell'acqua e del fiume.
Il tentativo di rimettere a posto i cocci è fallimentare. "Non si può tornare indietro" dice la moglie. Ed è inutile pensarci. La soluzione è nella stupenda immagine finale: trovare il modo di ripartire, di staccarsi, di lasciare la casa e avventurarsi, tenendosi svegli a vicenda, attaccati a quel mare che tanto ha turbato.
Ottimo Moretti e la Morante. Bella la colonna sonora di Piovani. Anche Eno non delude, con uno dei suoi pezzi migliori.
Da vedere!

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  25/04/2012 20:16:17
   7 / 10
Film duro come il tema che tratta, con un Moretti alienato fin dal principio (non conosco il suo cinema, ma da quanto leggo sospetto che sia un suo fare autobiografico...) e che precipita nella tragedia incapace poi di tirarsene fuori. Più di un momento commovente, ma anche un po'noioso (e, appunto, alienante, con una gran quantità di scene "interrotte" a metà). Ha anche il difetto di avere pochi attori decenti.

Andrea Cisonkik  @  02/03/2012 01:18:37
   5½ / 10
il tema è bello ,ma la storia troppo monotona senza mai una scena più emozionante...bella la colonna sonora

ValeGo  @  21/02/2012 15:02:51
   6½ / 10
Per il tema trattato,il modo in cui una famiglia cerca di affrontare e superare il grande dolore che un lutto del genere può causare,speravo che il film mi coinvolgesse di più...però non è male.

gemellino86  @  11/01/2012 10:16:34
   6½ / 10
Un film difficile da giudicare. Troppo impegnato ma allo stesso tempo tratta temi interessanti. Lontanissimo dal capolavoro ma è dignitoso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Blutarski  @  09/01/2012 22:15:12
   6½ / 10
Un film piuttosto pesante ma abbastanza sincero per quanto riguarda il tema trattato. Non sono d'accordo con alcuni commenti in cui si vuole stabilire un legame con il resto della filmografia del regista, anzi mi sembra che questo film sia abbastanza fuori dal coro. Ho visto un Moretti più umano e concreto nel descrivere la rottura di un equilibrio familiare piuttosto normale se non addirittura noioso. L'aspetto positivo è che Moretti non cerca scuse o giochetti di fronte alla tragedia, la morte prematura di un figlio così giovane è un'esperienza unica da cui appare impossibile riprendersi. D'altra parte però, non si può nascondere che la vicenda sembri ammiccare ad un pubblico italiano sempre più assuefatto alla pornografia del dolore, ai drammi umani alla "i fatti vostri", aspetto che forse ha urtato un pubblico abituato ad un Moretti più cinico e criptico, sempre poco disposto ad essere decifrato perchè come gli dice la stessa Morante in un punto del film "tu non parli mai con nessuno perchè pensi di perdere qualcosa se parli con gli altri".

marimito  @  29/11/2011 23:47:09
   7 / 10
Non mancano le idiosincrasie di moretti, ma la storia ed il modo del regista di affrontare il dolore del lutto meritano di essere visti..

Mefistofele2017  @  25/10/2011 18:04:32
   4 / 10
Il solito film alla Moretti, non capisco perchè questo signore debba essere per forza considerato un autore cult. non ho apprezzato mai nessuno dei suoi film,vi dico la verità li ho visti tutti (senza mai pagare) solo per vedere se sarebbe riuscito a riscattarsi in qualche modo ma ailui non c'è nulla da fare. il cast è sempre lo stesso con un fastidiosissimo silvio orlando che ha una voce insopportabile e un accento similmeridionale che non è riuscito mai a togliersi di dosso. Persino Laura Morante che è un'attrice abile e gradevole diventa un mostro accanto a nanni.
Abbandonate questo stile,il cinema ha bisogno di crescere senza pastrocchi morti e noiosi come questo film.

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Lory_noir  @  11/10/2011 23:41:26
   7 / 10
L'ho trovato un film valido, sincero e con appropriati riferimenti alla psicologia.

david briar  @  28/08/2011 20:38:19
   10 / 10
Un film bellissimo, poetico, emozionante,necessario,liberatorio e potente nella sua semplicità:consiglio di vederlo a scatola chiusa, senza leggere trame, in particolare quella di questo sito che racconta tutto.

"La stanza del figlio" all'epoca della sua uscita vinse con merito la Palma d'Oro al Festival di Cannes, in molti ne parlarono, ed alcuni critici lo proclamarono come un capolavoro:mi trovo assolutamente d'accordo con loro.

Un film perfetto nella sua costruzione generale, con due parti nettamente separate fra loro, e la differenza fra le due rende bene il disagio della famiglia.
Vi sfido, trovatemi una scena che sia superflua. Io, personalmente, non ne ho visto.
La sceneggiatura è ottima, tutto è ben calibrato e sorprende soprattutto per le cose non dette. Mi viene in mente una scena della seconda parte esplicativa sulla posizione del protagonista e sul suo lavoro, per non parlare del finale, dei flashback e dei rimorsi portati sullo schermo, che offrono una riflessione su temi alti.

Quella scena finale è splendida, ciò che il regista voleva dire è racchiuso soprattutto in quel momento. E che dire della colonna sonora così alterna, che sa essere adeguata in ogni momento, passando da una canzone di Paolo Conte alle track composte da Michael Nyman, per arrivare a "By this river", capolavoro di Brian Eno?

Ma forse il lavoro migliore è fatto dal cast.
Come hanno fatto gli attori che interpretano i pazienti a lasciare una traccia così forte nella vicenda, pur avendo un paio di scene a testa?Certo, quando si ha a che fare con professionisti con Stefano Accorsi o Silvio Orlando si capisce che si sta per assistere a grandi interpretazioni, ma sono tutti bravissimi, anche quelli poco conosciuti.
Oppure Laura Morante, così equilibrata con i toni del suo personaggio da raggiungere vette stellari, che mai mi sarei aspettato da un'attrice italiana. E vogliamo dire qualcosa di Jasmine Trinca?Come ha fatto a essere così brava a reggere un ruolo non facile, per lo più all'esordio?Per intenderci, siamo dalle parti della Dakota Fanning di "Mi chiamo Sam", in quanto a bravura recitativa.
E Sofia Vigliar e Giuseppe Sanfelice?Compaiono poco, ma riescono a caratterizzare e a dare un'anima ai personaggi in modo molto naturale. E' bello notare come due attori così giovani riescano ad essere così convincenti.
Ok, magari Moretti attore non raggiunge vette simili, forse per colpa anche della sua voce un po' fastidiosa, ma comunque è una recitazione sincera, e si ha l'idea di vedere una persona vera.
E' il miglior cast italiano che io abbia mai visto recitare, son talmente bravi che si ha l'idea di vedere persone vere riprese nella loro vita di tutti i giorni.

Casomai non l'aveste ancora capito, è il film nostrano più bello che io abbia mai visto.
Uno dei miei film preferiti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  21/08/2011 19:31:23
   7½ / 10
Rivisto recentemente, mi ha riconfermato le impressioni ricevute la prima volta.
Forse Moretti aveva bisogno di esorcizzare le sue peggiori paure di fronte a quel lutto che può annullare il significato tutto dell'esistenza di una persona e lo ha affrontato di petto, mostrandolo senza ritegno.
Una famiglia borghese, intelligente, aperta, acculturata, di cui uno dei massimi divertimenti è fare tutti assieme in cucina le versioni di latino, si ritrova completamente disgregata dalla perdita, dalla morte del figlio, incapace di accettarla, annichilita e chiusa nell'affrontarla dentro di sé.
E cosa c'è di peggio che affrontare il vuoto? Quel vuoto che emerge e con cui tutti debbono per forza fare i conti.
Moretti non va più in là, non ne fa una critica feroce alle contraddizioni della classe a cui appartiene, alle apparenze delle esistenze, sa di farne parte e solo si limita impietosamente a far emergere il senso di precarietà assoluta che ognuno di noi tanto fa per dimenticare.
Atroce la solitudine del finale, sottolineata dal bellissimo pezzo di Brian Eno.

Crimson  @  12/08/2011 15:10:25
   8 / 10
“Ho visto La stanza del figlio di Nanni Moretti. Il viaggio finale è bello per semplicità, semplice per bellezza. Un’acqua invisibile scorre nelle inquadrature, irriga lentamente. Torna una vita fragile, molto fragile. Ritorno della vita. Ritorno alla vita. Sentirsi di nuovo vivi tra gli altri, è uno dei passaggi più difficili da riprendere, e ci è riuscito. Grazie”

(Luc Dardenne, 18/07/2001)


Giovanni, Paola e Irene sentivano finalmente il bisogno che qualcuno li guardasse e li conducesse lontano da quelle quattro mura che non saranno più le stesse.
Dove siamo? Non lo so. Nel viaggio di riscoperta spazio e tempo non sono più dimensioni che determinano il nostro modo di considerare la materialità del presente e il peso di passato e futuro.
I wonder why we came, si chiede Brian Eno.
Si pongono il medesimo interrogativo loro tre, trasportati dalla necessità di ricomporre se stessi e il proprio nucleo.
Giovanni, Paola e Irene si osservano attraverso gli occhi di Arianna.
Il bisogno che qualcuno ci dia un’altra prospettiva della vita, immergerci nel suo sguardo per assistere allo spettacolo che i suoi occhi sono in grado di catturare.


Into the blackened night of my world within,
Soaring...through and beyond my mind,
And into the void of its universe.
I am dissolving...as if born again.

5 risposte al commento
Ultima risposta 27/08/2011 01.41.58
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topsecret  @  26/04/2011 16:22:57
   6 / 10
Il dolore di una famiglia all'indomani di un tragico evento è così intimo e personale che non può essere giudicato ma solo rispettato.
Nanni Moretti e Laura Morante, coppia stracollaudata sul set, appaiono convincenti nelle loro performance e la storia mi è sembrata diretta con garbo. Detto questo, il film però non mi ha coinvolto così tanto da considerarlo fondamentale nella storia del cinema italiano, perciò credo che il 6 sia un voto equo.

checcomalas  @  22/04/2011 00:20:07
   7½ / 10
media voto non giusta per un film, si lento, ma carico di emozioni.

Rockem  @  19/04/2011 11:24:36
   7½ / 10
A chi dice: "E' un film lento" rispondo: appunto! Se volete raccontare come una famiglia affronta la tragica scomparsa prematura di un figlio con sparatorie o effetti speciali, beh, andate ad Hollywood dove ricerca della realtà e finzione si sovrappongono oramai inevitabilemnte! Questa è invece una pellicola strangolata dalle emozioni, densa di trasformazioni emozionli, diapositiva scattata della drammaticità di un evento imprevedibile. Pianto ininterrotto e dolore al petto.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  16/04/2011 14:24:57
   7 / 10
Buon film di Moretti.Bene anche la Morante

sergiolandia  @  03/04/2011 00:06:24
   7½ / 10
E' un momento che nessun genitore vorrebbe mai vivere...è innaturale sopravvivere ad un figlio, e Nanni Moretti lo spiega in maniera eccellente, dipingendo una famiglia di ceto medio, con la sua devastazione e con il loro "andare avanti".
Unico neo: alla fine...ti senti molto "provato" e pieno d'angoscia...ma questi sono sentimenti e quindi il film ti ha trasmesso qualcosa.

tonnorefanio  @  26/02/2011 15:37:28
   7 / 10
Nanni Moretti con questo film spiazza. Mentre la prima parte sembrerebbe un estratto dei suoi precedenti lavori, con la morte del figlio tutto cambia: è disperato, anzi, la sua famiglia è disperata, di fronte a una perdita improvvisa: uno stato d'animo che troverà un suo sfogo nell'enigmatico viaggio finale.

7219415  @  05/12/2010 12:49:30
   6 / 10
è l'unico film che ho visto di moretti e...non mi è piaciuto...

ste 10  @  09/08/2010 22:13:57
   7 / 10
Ho trovato questo film molto ben realizzato, credo descriva una situazione in tutta la sua drammaticità nel migliore dei modi: con interpretazioni sincere e appropriate al contesto

aiemmdv  @  25/05/2010 20:32:35
   5 / 10
Nanni Moretti fa un gioco sporco usando un tema furbescamente toccante per garantire drammaticità artefatta nello spettatore.
Se a questo aggiungete una regia asciutta e statica avete creato il tipico prodotto mediamente all'italiana.
Semplicemente tutto quello che ho visto mille volte.
Guardatelo e tra 5 min lo avrete rimosso..

1 risposta al commento
Ultima risposta 25/10/2011 18.11.28
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Romi  @  16/04/2010 15:19:00
   5 / 10
Sarà anche recitato bene, ma vedere questo film è come volersi fare del male, troppo deprimente, soprattutto per chi è genitore.

Gioyest  @  06/03/2010 03:47:39
   4 / 10
Semplicemente, inutilmente, rassegnatamente, piatto & brutto.

benzo24  @  22/11/2009 14:02:41
   4 / 10
altro film molto sopravalutato di moretti, più passano gli anni e più mi accorgo di quanto sia debole questo film.

outsider  @  02/10/2009 00:34:45
   10 / 10
Mi inchino davanti a Nanni ed al modo di raccontare una storia che, in un film che ho visto 3 volte di filato, mi ha fatto piangere tre su tre.
Bellissimissima canzone.

Guy Picciotto  @  06/09/2009 18:33:11
   6 / 10
Mi piaceva di più il Moretti sbilenco e irreale di "bianca" o di "sogni d'oro" ma anche quello riflessivo e autobiografico di "caro diario". Non mi sento manco di stroncarlo questo film, che cmq nella sua linearità mortificata si pone in modo leale verso lo spettatore, solo che se voglio vedermi film che trattano questo tipo di struggimento cerco ben altri autori, non Moretti. Moretti ha dato il meglio a mio parere in quei 3 film che ho riportato lassù. Per "la stanza del figlio" cosa c'è da dire? a me ha dato questa impressione: che non sia più il vero Nanni Moretti genuino. Si prende troppo sul serio, la fase intelletualoide (forzatissima) devo dire che la sta percorrendo maluccio, in questo film Moretti è un esempio di come un artista possa degenerare in intellettualismo brado e castrante, Moretti ormai è un grosso uomo-cervello, nonchè una eventuale inclinazione apollinea per molti parvenù dell'industria.
Ma caro il mio Nanni che giri silente alla ricerca di un disco di Brian Eno da far ascoltare ad un cadavere, dovresti sapere che bisogna accettare la nullità di ogni corpo e la mellifluita della carne, la disappartenenza verso ogni donna, ogni figlio (non si è padri di nessuno) verso ogni stato, verso ogni ideale e verso ogni IO. La vita (che è la morte) non è una canzoncina beatlesiana da 3 minuti infarcita di ritornelli, è più simile a "by this river" di Brian Eno appunto. Rprenditi Nanni.

Skywalker985  @  04/05/2009 12:39:12
   1 / 10
Uno dei peggiori film mai realizzati. L'ho visto tempo fa e mi sono ripromesso di non rivederlo mai più, nemmeno per caso. Scandaloso!

pier(pa)  @  04/02/2009 21:33:47
   7½ / 10
Questo è un film muto sul dolore.
Di questa pellicola, ho apprezzato soprattutto ciò che NON si dice.
Nanni Moretti ci parla del dolore di un padre che perde un figlio, ma non ce lo fa VEDERE.
Contro tutti gli schemi televisivi degli ultimi 15 anni, Nanni Moretti ci porta in un dolore non spettacolarizzato, dove non ci si strappa i capelli, non si urla, non si sbraita. E' un dolore più intimo, nascosto, che ci parla di quella parte di noi che, comunque, non può venire fuori. Giovanni è un uomo mite, a contatto con una medietà della vita (non mediocrità), che lo colloca in una sottile linea di confine tra l'uomo amabile e quello insopportabile. Calmo nel lavoro, calmo nella vita, calmo nell'amore. E quando qualcosa si incrina, con la morte del figlio, nel perfetto apparente meccanismo, non viene fuori qualcosa di assurdo, di inaspettato. Abbiamo di fronte, semplicemente, un uomo vinto, sconfitto, che pensa e ripensa a come "sarebbe potuta andare se...". Ma non c'è esternazione, e appunto spettacolarizzazione (il dolore è sempre e comunque spettacolare). Giovanni sembra capire quello che in pochi vogliono ammettere. Il dolore non è condivisibile, e nessuna dimensione empatica può aiutarci. C'è un punto di non empatia.

Non tutto però aiuta a entrare nella pellicola pienamente. Nanni Moretti ci comunica che, comunque, dobbiamo restarne fuori.

Detto questo il film resta sostanzialmente "impressionativo". Un giudizio obiettivo è in questo senso molto difficile.

Vi è raccontato il dolore "socialmente" più devastante, in un'ottica che resta comunque, e mi dispiace usare questa parola bruttissima, soggettiva. Ma Nanni Moretti rimane esemplare, e riesce a tirare fuori un bel film, soprattutto perchè "difficile".

jastin  @  31/01/2009 12:24:32
   7 / 10
non mi sento di dare un brutto voto a questo film perchè comunque mi ha fatto commuovere ed è fatto bene, i rapporti genitori figli non sono banali e nemmeno le situazioni, ma mi aspettavo qualcosa di più, questo sì

Invia una mail all'autore del commento devocka  @  19/01/2009 20:07:10
   6½ / 10
Se non altro va riconosciuto a Moretti il merito di scegliere con cura le colonne sonore dei propri film e con questo ha disseppellito l’incantevole brano “By this river” di Brian Eno.

maitton  @  12/01/2009 18:37:13
   1 / 10
moretti prova a spiegarci l´unica cosa che mai nessuno potra´capire. il dolore dovuto alla morte di un figlio.
e state sicuri che le sole persone che possono capire questo dolore, non avranno alcuna voglia di guardarlo.
IL PEGGIORE

giusss  @  10/12/2008 01:46:22
   4½ / 10
Deludente.Trasmette davvero poco,nè drammaticità,nè coinvolgimento emotivo..!
Il film appare piatto,scialbo.Gli incontri di Moretti analista con i vari pazienti sono troppi,ripetitivi,noiosi e insignificanti,Nanni Moretti poi è inespressivo più di una statua di bronzo!

brunonight79  @  15/09/2008 03:47:02
   2 / 10
Non capisco il perchè un film come questo ha vinto il David di Donatello e ha vinto Cannes, film noioso e insipido in cui Moretti per ennessima volta viene sopravalutato.

manera4  @  05/06/2008 20:38:41
   7 / 10
Stupendo ,molto triste ,la morte come trama del film trascina in un rimando di emozioni.

Phelps  @  03/05/2008 23:14:02
   4 / 10
Non trasmette assolutamente nulla.sconsigliato.

Zanibo  @  05/04/2008 01:42:59
   5½ / 10
Sembra un reality su cosa succede ad una famiglia quando gli capita una disgrazia. Non ho bisogno di andare al cinema per vedere/vivere certe cose, me le immagino tranquillamente da solo sperando che non mi capitino mai. E` un film che non riguarderei mai e che non mi ha dato nulla di nuovo nel guardarlo.

Ottima la colonna sonora, sopratutto alla fine, molto suggestiva.

Invia una mail all'autore del commento bender89  @  27/03/2008 17:39:54
   6½ / 10
Il tema è delicato ma affrontato con sobrietà e originalità.Non vi aspettate un film da ampio respiro tematico e spaziale ma un quadro di uno stato psicologico fatto di piccoli spazi,piccoli gesti,piccole cose che accompagnano la grande sensazione della scoparasa di un figlio.Personalmente l'interpretazione di Moretti non mi ha esaltato ma tutto sommato il film è godibile.

NandoMericoni  @  26/02/2008 15:19:54
   7 / 10
uno dei pochi film di moretti che apprezzo, forse prorio perchè poco morettiano. Bravo lui e sopratutto laura morante, toccante, angoscioso del resto, visto il tema trattato non poteva essere altrimenti...

Vegetable man  @  11/02/2008 13:26:28
   7 / 10
Non credo si possa trovare un senso a questo film al di fuori della personalissima parabola personale ed artistica (che negli ultimi dieci anni, da Caro Diaro, Moretti ha voluto pericolosamente far coindere) del regista.
Tuttavia, per lo spettatore ignaro di questa componente, La stanza del figlio può apparire come un esercizio di masochismo dalla dubbia utilità. Certo, girato con classe, solido e ben recitato, tuttavia privo di senso.
Mi sono posto questa domanda, ma non mi sono trovato risposta. Do sette sulla fiducia, e perchè comunque non è un brutto film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  02/02/2008 23:53:52
   8 / 10
In questo film Moretti descrive in modo credibile gli aspetti riguardanti le sue vicende professionali da analista: senza cadere nel banale o nella caricatura.
Il lavoro della memoria nel lutto, mosso dal dolore, porta al sacrificio della sua professione: per consentire un ricordo del figlio più raccolto e coltivato, lontano da sguardi indiscreti. Ricordo che diventa perciò "curato", ricco di figurazioni visive più intense, in parte vere in parte costruite dal meccanismo del ricordo di copertura freudiano. E' come se l'inconscio lavorasse per la costruzione di un sintomo che renda la vita di coppia ancora vivibile.
I limiti esistenziali della vita rappresentati attraverso le malattie gravi e gli infortuni sono una costante nei film di Moretti. E' da lì che il regista riesce a costruire in ogni film una struttura narrativa efficace e intelligente caratterizzata da un verosimile spettacolare ma vivo di problemi autentici in parte moralizzati con la satira in parte semplicemente elaborati per quello che sono.

everyray  @  11/01/2008 20:57:10
   6½ / 10
angosciante e magnificamente interpretato da un pacatissimo Moretti ed una superba Morante che qui devo dire recita veramente bene!!
La storia è tragica ed il finale lento....

uecanaia  @  29/11/2007 12:52:25
   8 / 10
Il tema affrontato è delicato,sono rimasto imbrigliato dagli avvenimenti e dai comportamenti successivi alla tragedia.

sonhador  @  03/11/2007 14:01:07
   5½ / 10
film mediocre e patetico...l'unica cosa che riesce a emozionare è
"By this river" di Brian Eno. Palma d'oro regalata.

Mizoguchi  @  02/11/2007 16:41:16
   7½ / 10
Un film che ha il suo limite nell'essere una naturale evoluzione del precedente Moretti, che perde di senso se visto indipendentemente dal resto della sua opera.
Qui Moretti, si ritrova improvvisamente già padre di figli ormai cresciuti, e l'adolescenza di questi è per lui un mistero e proprio di fronte al lutto tenterà di rimediare nel capire cos'è che gli è passato davanti così in fretta.
Forse il film di Moretti che omaggia più direttamente l'amato Bergman, tra l'incapacità della psicanalisi di autoanalizzarsi e la rappresentazione terrena della morte...

marco86  @  15/10/2007 11:25:29
   8 / 10
mi viene molto difficile commentare questo film.l'ho visto 3 volte,ma ancora non ho capito fino a che punto mi piace.da un lato gli riconosco le emozioni profonde che è riuscito a trasmettermi,dall'altro ammetto che in alcuni punti è un pò retorico.ma non capisco se si tratta davvero di retorica oppure di mostrare al limite dell'imbarazzo il reale dolore di fronte al lutto (vedi la scena in cui madre,padre e figlia piangono abbracciandosi).
poi i personaggi delle analisi sono alquanto caricaturali,compresa la figura stessa dell'analista.
in definitva un film bellissimo,con alcune pecche.e non sono sicuro meritasse la palma d'oro,per quanto sia contento per Moretti e per il cinema italiano.

devo aggiungere una cosa:io amo Jasmine Trinca.lo ripeterò ogni voltà che mi troverò a commentare um qualunque film in cui lei ha deciso di esserci.ti amo.ti amo.ti amo.

metafisico  @  16/08/2007 18:00:19
   4 / 10
un mattone terrificante, piatto, sciatto, con recitazione inesistente e un Moretti per nulla convincente.
Come sempre del resto.
Palma d'oro assolutamente immeritata.

2 risposte al commento
Ultima risposta 16/07/2013 02.48.02
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  25/07/2007 00:12:18
   8 / 10
Turbò non poco le nostre radicali (puriste? sinistrorse?) convinzioni davanti al cinema (un tempo) antitetico al Sistema come quello di Moretti: rileggerlo come metafora di una Società Familiare (o ideologica?) che (soprav)vive solo dall'esistenza della Prole, è indicativo del processo che Moretti stava seguendo.
Con tutte le parole spese per questo film, mi auguro di poter essere chiaro, in definitiva: non è il Moretti che ci si aspetta, perchè non sempre l'"opera della maturità" coincide con i nostri ideali di cinema e forse ci manca proprio quell'incoscienza aspra e autoindulgente dell'inesperienza.
Ma non è neanche facile rapportarlo al melodramma furbetto americano, come se fossimo di fronte a una versione nostrana di "Voglia di tenerezza".
Mi sembra indicativo (e recidivo assai) un padre ultraquarantenne che si comporta con il figlio adolescente come un tardo teenager, ovvero un coetaneo: un'effetto alienante degli errori delle generazioni post-68?
E poi, errore madornale, incrociare quel retaggio nazional-popolare che, come mi ha giustamente fatto notare un amico, non può predisporre diverse generazioni all'ascolto conciliante di un brano di Caterina Caselli (Paolo Conte docet): questi mondi agli antipodi , questo bisogno di raccogliere le divergenze del passato e inserire la famiglia borghese in un contesto uniforme mi sembra assai pretestuoso.
La seconda parte mi sembra la più autentica e "sentita" forse perchè fuori dalle corde di Moretti: il dramma sfocia in alienazione, e Moretti si inventa il personaggio azzeccato del psichiatra, del resto come concepire il silenzio delle parole in un ruolo che reclama l'empatia verso il disagio altrui (Accorsi nei panni di un sessodipendente psicolabile, sorprende positivamente)?
A Caterina Caselli e agli Hare Kristna, simbolo di contagiosa vitalità, si immette Brian Eno e il clamore doloroso e silente di un'impotenza.
Tutto molto bello, e tutto terribilmente vicino al dramma reale di tante persone che hanno perduto i loro cari in qualche modo: la fuga commossa di Moretti dalla vera o presunta Militanza Politica provoca il suo film più ideologico e Militante, per paradosso: la comunanza alle sofferenze del Popolo inglobata in una dialettica quasi apolide e anarchica (la messa con i discorsi di rito del Parroco, la crudele ritorsione coniugale).
Un film, a modo suo, perfetto per il tema trattato, e imperfetto nella sua logica tutt'altro che rivoluzionaria, forse banale anzichenò
8 per l'emozione che tradisce ogni mia riserva

Jumpy  @  16/07/2007 11:33:45
   6½ / 10
Non mi ha scosso, 'sto film di Moretti mi ha lasciato ben poco dentro, non ci sono scene o dialoghi o soliloqui memorabili, francamente...

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Bellissime le musiche.

the saint  @  30/06/2007 15:54:19
   5 / 10
un pò noiosetto... verso la fine si riscatta un pò...mah nel complesso bruttino

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  07/06/2007 22:29:48
   5 / 10
a tratti un film mattone,a tratti un film ben girato ma mai è riuscito a commuovermi!
eppure sembra che ci provi dall'inizio alla fine...
riusito a meta'

EMANS LA PENSO ESATTAMENTE COME TE!!!!!

Effettivamente il film è un mattone a questo punto preferisco il Gente Comune di Redford che nemmeno a mio modesto avviso è un capolavoro.
Quando si trattano tematiche tanto delicate, il dolore più grande che un essere umano possa trovare, bisogna farlo con un stile diverso, che sappia accompagnare lo spettatore senza pietismi, altrimenti si rischia di fare una pellicola banale e difficilmente sostenibile

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Ultima risposta 07/06/2007 23.16.42
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Pink Floyd  @  18/04/2007 18:35:41
   7½ / 10
Nonostante non sia nulla da poter definire eccezionale, mi è apparso di buona qualità.
Non sono d'accordo con il giudizio di molti: malgrado la tristezza diventi una costante in seguito all'evento tragico della scomparsa del ragazzo, la vicenda termina comunque con un senso di speranza - per quanto sia possibile in situazioni del genere -che lascia un sorriso sul volto.
Per ricominciare i protagonisti intraprendono un viaggio, un'avventura per lasciarsi alle spalle il dolore: decidono di rinascere e lo fanno proprio acquisendo la consapevolezza di aver subito una mutilazione ingiusta e barbara, ma soprattutto irreversibile. Il tutto sulle note finali di un superbo Brian Eno -this river- .
In evidenza Silvio Orlando, il quale impersona colui che diventerà in un primo momento il capro espiatorio , la fonte di ogni male in quanto gli si addosseranno le colpe della tragedia.

Paolo70  @  21/03/2007 15:15:55
   6½ / 10
Film quasi discreto che affronta la triste vicenda di due genitori che perdono un figlio e che entrano in una crisi di coppia che l'amore (come lascia intendere il finale) sembra ricucire.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  07/03/2007 18:14:13
   5½ / 10
a tratti un film mattone,a tratti un film ben girato ma mai è riuscito a commuovermi!
eppure sembra che ci provi dall'inizio alla fine...
riusito a meta'

davil  @  01/03/2007 20:28:53
   8 / 10
a mio avviso ingiustamente ed eccessivamente criticato. Realizzato con grande sensibilità e misura, ottime la morante e la trinca

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  01/03/2007 15:15:24
   8½ / 10
Moretti descrive la sofferenza in modo sublime. è un regista estremamente preparato, competente, intelligente, colto, attento, delicato. la sua è un'opera cinematografica molto coerente nel tema delicato che tratta, è molto realistica. è terribile perchè colpisce nell'inconscio una delle nostre paure più grandi, ossia soffrire, perdere i propri cari, perdere i ritmi consolatori che caratterizzano la nostra quotidianità. un film molto riuscito, bello, melanconico, ma piacevole, tragico, ma sopportabile. bravo attore anche, una specie di Allen serio e sofferente. per non parlare della magnifica colonna sonora, struggente di Brian Eno. indimenticabile

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR agentediviaggi  @  07/02/2007 14:40:44
   8 / 10
E' il più commovente film di Moretti, che riesce a trasportare lo spettatore in una tragedia familiare inaspettata e devastante narrata con realismo e sensibilità. Morante e Trinca bravissime, Moretti un pò meno ma ad ogni modo credibile. Palma d'oro a Cannes.

SuperLucky  @  30/09/2006 13:53:37
   5 / 10
non mi è piaciuto. Delusione.

renee  @  31/08/2006 00:40:57
   7 / 10
è un buon film..da vedere...anche se l ho trovato un po pesante alla fine...stefano accorsi si rivela sempre il migliore...

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  09/08/2006 15:39:37
   7½ / 10
Ottimo film, ma un po' troppo ruffiano nella ricerca della lacrima facile (emblematica l'insistenza della macchina da presa sulle viti che sigillano la bara). Il dolore per la scomparsa è però rappresentato con profonda sensibilità ed il mestiere ed il garbo di Moretti sono innegabili e colpiscono a fondo. Non un capolavoro, ma di sicuro un ottimo esempio di cinema.

clone 1975  @  11/06/2006 23:15:54
   3½ / 10
una delusione enorme,un film che vidi quando passò in televisione, rimasi molto deluso,lo descrissero come un capolavoro invece.......... il finale poi stupidissimo veramente

2 risposte al commento
Ultima risposta 15/05/2007 22.38.59
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  30/05/2006 12:06:44
   6 / 10
moretti lucido nella descrizione del processo di disgregazione e successiva riunione della famiglia.però il film è un po' noioso e,fatto su cui non posso assolutamente sorvolare,qualche "luminare" gli diede il david che sarebbe assolutamente dovuto andare a mulholland drive...

caligola  @  28/05/2006 02:10:53
   4 / 10
Una noia ma una noia. E Moretti, un pezzo di marmo è più espressivo, la voce monotona senza un'emozione. Storia assurda, per fortuna che gli psicanalisti sono altri......ma perchè non la smette con il cinema e non va a fare compagnia ai suoi amici al governo

loveandpeace  @  27/05/2006 01:26:05
   1 / 10
FILM NOIOSO, INSIGNIFICANTE, PENOSO, SOPRAVVALUTATO CHE NON TRASMETTE EMOZIONI. CONSIGLIO DI VEDERLO PER ANDARE A DORMIRE... E POI BASTA CON QUESTI REGISTI CHE APPROFITTANO DEI LORO FILM PER FARE LE PROPAGANDE POLITICHE E NON! E DICO IO.. C'ERA BISOGNO DI FARE UN FILM PER CRITICARE QUELLA FRASE DELLA BIBBIA??

IL PIU' BRUTTO FILM.. ALLA FINE MI HA ANCHE INNERVOSITO .. MA LO ZERO NON SI PUO' DARE?

4 risposte al commento
Ultima risposta 25/07/2007 00.15.01
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franx  @  26/05/2006 11:17:47
   8 / 10
Molto reale, molto bello. Il personaggio del figlio è poco visibile forse.
Il primo piano di Nanni al luna park, anche se ho capito che cosa vuole trasmettere, poteva essere più breve.
Ma Stefano accorsi lo chiamano solo per strillare?
Si incavola sempre nei film che interpreta!

Tuko  @  16/05/2006 18:47:03
   4 / 10
si respira a pieni polmoni un atmosfera funerea quando sono ancura tutti vivi e vegeti. estorsione di emozioni amanoarmata.
penoso non triste.

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A cura di The Gaunt

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ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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