l'ultima missione regia di Olivier Marchal Francia 2008
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l'ultima missione (2008)

 Trailer Trailer L'ULTIMA MISSIONE

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locandina del film L'ULTIMA MISSIONE

Titolo Originale: MR 73

RegiaOlivier Marchal

InterpretiDaniel Auteuil, Olivia Bonamy, Francis Renaud, Philippe Nahon, Gérald Laroche, Catherine Marchal, Moussa Maaskri, Clément Michu, Guy Lecluyse, Christian Mazzucchini

Durata: h 2.01
NazionalitàFrancia 2008
Genereazione
Al cinema nell'Aprile 2008

•  Altri film di Olivier Marchal

Trama del film L'ultima missione

73 è la sigla di un revolver a sei colpi, micidiale e preciso, in dotazione alla polizia francese negli anni '70. Schneider è un poliziotto ormai consumato, che sembra non avere più nulla da dare al suo lavoro. Ma gli viene offerta una possibilità per riscattarsi. Ha il compito di proteggere una giovane donna da un assassino che sta per uscire di prigione. L'assassino in questione, in passato, ha ucciso i genitori della ragazza.

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Voto Visitatori:   7,20 / 10 (64 voti)7,20Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
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Voti e commenti su L'ultima missione, 64 opinioni inserite

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DarkRareMirko  @  17/05/2023 23:27:25
   9 / 10
Ottimo, senza dubbio, esempio di noir francese ai massimi livelli; Auteil bravissimo nel tratteggiare un poliziotto cinico, senza speranza, sfrontato, ma comunque non totalmente negativo, visto come ancora detiene una sua certa moralità.
Ritmo, ottimo script, tensione, sequenze al cardiopalma (come l'inizio, nel pulmann).
Qualche debito, almeno, verso un certo modo di fare cinema di stampo americano.
Non sfigura anche se rivisto dopo tempo.

DogDayAfternoon  @  26/08/2022 16:36:00
   6 / 10
Stessa impressione che mi ha fatto il precedente "36-Quais des...etc etc", film girati bene e di un certo livello, ma che sono completamente privi di mordente, anche questo "L'ultima missione" non mi ha coinvolto più di tanto e l'ho guardato in maniera parecchio distaccata. Buono il cast, ma in generale la qualità c'è, mancano solo le emozioni.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  22/08/2019 19:06:51
   7½ / 10
Altro ottimo film di Marchal, regista francese che negli anni 2000 ha sfornato dei noir veramente molto belli ("A Gang Story" e "36 Quai des Orfèvres" sono anche migliori di questo), degni dei gloriosi polar.
Figure che si muovono al limite della legge e della loro esistenza, come il personaggio di Autiel, poliziotto ormai ombra di sè stesse, un derelitto che vuole combinare ancora qualcosa di buona prima che la vita finisca di presentargli il già pesante conto. Una Marsiglia lugubre che sembra marcia fin dalle fondamenta e un'atmosfera che lascia ben poco spazio all'ottimismo, tutto impersonato da Justine che alla fine, nonostante tutto, ritrova qualche buon motivo per continuare a vivere. Non manca niente a questo "L'Ultima Missione" (il titolo originale "MR 73" è, come spesso accade, decisamente migliore), ennesimo tassello di un genere in cui i nostri vicini d'Oltralpe sono indiscussi maestri.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  25/12/2018 20:00:14
   8 / 10
Ottimo film di Marchal , che supportato dal solito grande Auteiul sforna un noir durissimo senza pretese di empatia ed è abilissimo a far confluire le tre storie che sembrano separate in un'unica soluzione finale .
Atmosfere cupe e tenebrose , personaggi sfuggenti e doppiogiochisti ,ritmo molto teso soprattutto nella seconda parte , finale struggente .

C_0_  @  24/08/2017 23:14:02
   8½ / 10
Un noir durissimo e amaro. Auteuil magistrale.

Overfilm  @  05/07/2015 16:39:34
   5 / 10
Film che ripresenta (tutti insieme) di alcuni classici stereotipi (importati dagli States) sui poliziotti.
Non basta la presenza di Auteuil e qualche battuta ad effetto per far arrivare alla sufficienza questo film. E neppure una stupenda Bentley (o sbaglio? Che modello e'? Qualcuno ne vende una simile? : -)) guidata dalla poliziotta bionda sul finale del film...
A pesare sul giudizio finale poi pesa anche una lunghezza eccessiva, una certa prevedibilita' ed alcune esagerazioni (vedi spoiler)

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JOKER1926  @  17/10/2014 15:56:45
   7½ / 10
Passa qualche istante, l'inquadratura cattura il personaggio e parte una colonna sonora di sostanza.
La premessa è sinonimo e allegoria di un progetto che può deviarsi e mutare nella forma, ma nella sostanza è già scritto.

"L'ultima missione" parte con un retrogusto di nullismo, di rottura sociale; Daniel Auteuil è il mezzo che conduce al fine. Alla regia un ottimo Olivier Marchal.
La prima cosa che traspare con il film di Marchal è lo stile che richiama altri film francesi, per stile intendiamo tante cose, abbracciamo l'ampiezza del concetto. Per stile intendiamo anche la resa e l'epilogo (amaro e decadente) che avvolge le pedine coinvolte nel mortal gioco.
"L'ultima missione" è il calvario di una serie di personaggi in pena e in dolore, Schneider è il punto più alto del sistema penoso.
Si respira quindi, sin dall'inizio, un'area malsana di buio e di tristezza, Schneider personaggio agonizzante e ghiacciato da drammi e disavventure personali, inerenti alla sua famiglia.

La bravura della regia francese risiede nel fatto di andare a lavorare su una sceneggiatura non semplice e molto complessa che si dirama in situazioni varie e si apre, con la complicità di un piano narrativo ampissimo, su più strade. In genere la complessità delle cose porta a disilludere lo spettatore, ma con "L'ultima missione", persino i passaggi meno probabili tengono botta, non appesantendo nulla. Questa è la vera forza di Marchal, ciò significa che il film è di vivo interesse.

Il film termina nel silenzio e nella pace trasversale che vuole e che pretende. Sotto i riflettori da parte dell'ex poliziotto e regista Marchal proprio il sistema poliziesco alquanto ambiguo e pure corrotto tragicamente. Sopravvive l'animo di chi ha coerenza e la vita distrutta; le inquadrature simboliche e i dialoghi iniziali la dicono lunga sull'alone mortuario che prevede vendetta e resa dei conti.
"L'ultima missione" è una parabola ombrosa e tirata; improbabile e complicato trovare altre produzioni così tediose e testarde, vedere l'icona di Schneider, che si battono con la forza della disperazione nel pieno nichilismo.

Sbrillo  @  30/10/2013 13:30:29
   7 / 10
un film gelido, cupo, fosco e disperato ambientato in una Marsiglia sporca e peccaminosa.....si mischiano sapientemente 3 storie che trovano in un finale devastante il loro epilogo.......
un noir francese altamente drammatico che nonostante la lentezza in alcuni tratti merita almeno una visione....
la coppia Marchal-Autiel è sinonimo di sicurezza e dopo 36, non è più una sorpresa.......
visto nella sua completezza e drammaticità davvero un bel film!!!

Invia una mail all'autore del commento anthonyf  @  03/08/2012 19:41:23
   8½ / 10
Un thriller di Marchal davvero splendido, molto teso dall'inizio alla fine e profondamente malinconico nella storia. Se la sequenza di apertura è una delle parti più importanti di un film, "MR 73" comincia veramente in modo straordinario: ci troviamo subito di fronte al protagonista, di cui si intravede in bianco e nero il volto distrutto e provato, nascosto dagli occhiali da sole e dalla barba incolta, segno di trascuratezza dovuta al dolore che da sempre lo assilla nei suoi pensieri e ricordi e che non gli da mai pace. Una donna lo sta interrogando e dopo alcune brevi domande, l'uomo, di cui non si conosce ancora il nome e la professione, le porge con voce rauca una domanda: "Lei crede in Dio, dottoressa?".
"Non sarei qui, altrimenti".
L'uomo (che tiene il capo chino mentre parla) respira forte, rialza lentamente la testa e conclude in tono gelido: "Dio mi ha tradito. E io lo punirò!".
Con questo incipit strepitoso, di notevole impatto e suggestione, si apre questo bellissimo film di Marchal. L'uomo che ha parlato, trasandato nell'aspetto, ma con uno sguardo deciso e pronto a tutto, è Louis Schneider, un poliziotto alcolizzato, schiavo del proprio destino dopo la morte di sua figlia in un incidente stradale (rievocato malinconicamente in dei flashbacks brevi e cupi), nel quale anche sua moglie rischiò di morire: ora è ridotta in uno stato vegetale, sdraiata immobile su un lettino in una clinica privata.
L'uomo, nonostante i dolori e gli incubi del passato che tornano a visitarlo nelle notti e nei giorni, dopo aver dirottato in stato di ubriachezza un autobus, viene arrestato e scarcerato soltanto dopo un tempo indefinito, sotto fiducia dei suoi colleghi. Rimesso in libertà, continua a svolgere la professione di poliziotto e riprende ad indagare su un caso di omicidio, stupro e sevizie su alcune donne, tutte barbaramente torturate nelle stesse modalità: legate mani e piedi, messe in una certa posizione e nude d'aspetto. Schneider da' prova di grande intuito e di professionalità nel suo mestiere, nonostante l'alcolismo e il carattere schivo e burbero. Dopo alcune indagini con un fidato collega, comprende un nesso che vi è tra gli omicidi: ogni vittima possedeva un animale domestico e l'assassino doveva avere con loro molta confidenza. Infatti, sul luogo di uno dei tanti delitti, era stato trovato vivo un cane feroce che avrebbe senza dubbio attaccato l'estraneo, se quest'ultimo non avesse avuto alcune abilità personali, dovute al suo mestiere. Nello stesso tempo, una giovane donna, orfana di madre e di padre, uccisi da un criminale di nome Subra, viene a sapere che quest'ultimo sta per essere scarcerato. Angustiata da questo, cerca in tutti i modi di opporsi a tale azione, ma i giudici le dicono che l'uomo sembra cambiato e che per via dell'età avanzata e di altri particolari, può essere rimesso in libertà. Il tizio esce e comincia a seguirla in auto. Spaventata, la donna contatta Schneider, un poliziotto che ha riconosciuto tramite un articolo di giornale e gli chiede di aiutarla. L'uomo, dapprima non interessato alla cosa, accetta e comincia a lavorare. Schneider è stato, tra l'altro, anche trasferito al settore denunce per problemi con i colleghi, di conseguenza ha ceduto il caso degli stupri alla sezione del pavido Kowalski, dove lavorava anche il collega col quale indagava precedentemente. Chiuso in una morsa di omertà e di colpe, Schneider risolverà il caso degli stupri anche se non legalmente, salverà la donna che gli aveva chiesto aiuto precedentemente per paura di un arrivo improvviso del criminale Subra ed, infine, riunirà a sè la famiglia in un epilogo tristissimo ma davvero toccante e dolorosamente bello, punendo Dio per il suo tradimento.
A livello recitativo, non c' veramente niente da dire: un sublime Daniel Auteuil domina la scena in modo impeccabile, venendo affiancato da un'altrettanto brava Olivia Bonamy.
Sul lato tecnico, vale la pena soffermarsi soprattutto sulla fotografia grigia e piovosa, con una colorazione opaca, che segna quasi un punto di coesione di Marchal col cinema noir di Jean-Pierre Melville, andandosi a sviluppare in uno stile nuovo e esteticamente stupendo, attraverso anche le influenze del cinema di Alain Corneau e di Claude Miller. Il montaggio che alterna le vicende della Bonamy e di Schneider, incrociandole tragicamente nel finale è molto accurato e scorrevole; il sonoro è efficace e suggestivo; e la regia di Marchal è molto equilibrata, gradevole e di buon impatto, sia stilistico che estetico. La sceneggiatura fa il suo dovere, grazie ad un soggetto interessante e teso e, sebbene nel film si possano riscontrare alcuni cliché piuttosto frequenti nel cinema francese (e di Olivier Marchal) – alludo alla figura del criminale Subra, a certe scene un po' eccessive, ad alcune scelte di regia che possono essere non condivisibili, alla trama forse troppo lenta e ad alcune scene hot non troppo carine – il film un 8 e mezzo lo merita tutto.

boffe1992  @  17/07/2012 18:05:15
   8½ / 10
Bellissimo noir francese, con un'atmosfera caratteristica. Bravissimo Auteuil e il regista Marchal

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  14/07/2012 12:35:11
   7½ / 10
Gelido e cupo nella sua rappresentazione, L'ultima missione di Marchal è un polar nel senso letterale del termine perchè c'è una voluta mancanza di solarità non solo dal tono delle scenografie e dalla fotografia, ma specialmente nei personaggi che, a cominciare dal protagonista vero e proprio emblema, mostrano ognuno a suo modo e lasciandolo intuire una zona d'ombra morale che ci accompagna per tutta la pellicola. Un passato dal peso insostenibile che tiene legati ad una sopravvivenza per forza d'inerzia. Sarà grazie ad uno strumento del passato nel climax finale (il revolver 73) a togliere da una sorta di empasse collettiva senza uscita.
Marchal ha uno stile meno sobrio di Melville, però il riferimento è questo. Tende ad essere a livello formale un po' ridondante, tuttavia molto ricco dal punto di vista emotivo che non stona eccessivamente per una storia disperata ed estrema come questa.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  09/04/2012 21:17:49
   8 / 10
Dopo la straordinaria sorpresa di Non dirlo a nessuno mi ritrovo ancora una volta a vedere quasi per caso, un grandissimo noir francese, molto più poliziottesco del film di Cantet ma altrettanto cupo, fosco, disperato. La presenza di Daniel Auteil, attore che amo profondamente, era già parziale garanzia circa il livello del film anche se in realtà a spingermi senza riserve alla visione è stato vedere chi fosse il regista, quel Marchal di cui avevo sentito mirabilie per il precedente 36 (che recupererò di certo a questo punto).
Se avessi ancora avuto dei dubbi su ciò che mi aspettava sarebbero comunque bastati i primi 10 minuti di visione per dissiparli. Quel dialogo in bianco e nero, quell'Auteil che barcollante si alza dal suo posto e dirotta il pullman, quel flash back (fil rouge dell'intero film) che lo assilla, c'è puzza di grande cinema in ogni fotogramma.
Ci troviamo davanti a un film certamente non perfetto,una pellicola senz'altro debitrice in molte sequenze di un certo cinema di genere, una sceneggiatura sì ottima ma che a livello puramente narrativo sembra avere almeno un difetto (che vedremo poi).
Però che film ragazzi...
In una Marsiglia sporca e peccaminosa si mischiano almeno tre vicende. Quella privata di Louis Schneider, poliziotto investigativo la cui vita è stata letteralmente devastata da un terribile incidente stradale, quella di Justine terrorizzata dalla possibile uscita di galera del killer che sterminò in maniera quasi inumana la sua famiglia, e quella generale, colonna portante del film, sulle indagini di nuovi atroci delitti di un serial killer che violenta e uccide senza la minima pietà le sue vittime.
Forse è da individuare proprio qua l'unica possibile debolezza di Mr 73 (titolo originale, dal modello della pistola in dotazione quegli anni nella Polizia Francese), ossia nella non perfetta coesione o legame di questi tre (o almeno due) diversi filoni narrativi. Non abbiamo cioè un'escamotage alla Silenzio degli innocenti in cui lo straordinario rapporto Starling-Lecter era sempre unito più o meno sottilmente alle vicende di Buffalo Bill. Qua più volte ci chiediamo quale sia in realtà la vicenda principale e se mai queste diverse situazioni andranno a collimare ad un certo punto.
Trait d'union rimane comunque il personaggio di Louis, un Auteil come sempre strepitoso, poliziotto senza niente cui più chiedere alla vita, un uomo che si sta solamente facendo trascinare verso il baratro. Il suo sguardo nel vuoto, quegli occhiali rossi, la puzza di birra e sporco che quasi esce dallo schermo, un vero e proprio relitto umano che cerca per l'ultima volta di fare il suo lavoro. Non è facile però cercare di fare il proprio lavoro in mezzo ad una polizia criminale così corrotta e sordida (grandi gli attori, specialmente la Marchal, moglie del regista) e non è un caso che lo spietato e splendido finale non sia solo il punto estremo di un tremendo mal di vivere personale ma riguardi anche un paio di regolamenti di conti in tal senso.
Il ritmo è teso, specie perchè il film trasuda cattiveria dapertutto, nei terribili omicidi del serial killer (il primo corpo ritrovato è straordinario in questo senso); nella vicenda di Justine -la bellissima Olivia Bonamy, la ragazza del capolavoro di genere Them- e del massacro che segnò la sua infanzia nel personaggio interpretato da Philippe Nahon, l'indimenticabile protagonista di Seul contre tous; nei flash back -in un bianco e nero maestoso- di Louis; nell'assoluta mancanza di speranza e di gioia nell'esistenza dello stesso protagonista.
Non mancano (rarissimi) momenti di stanca ma anche qua ci troviamo davanti all'ennesimo polar francese di livello eccellente. Strepitosa la sequenza al buio naturale di Justine che stende i panni.
Il finale, come accennato sopra, è caratterizzato da una luce nerissima, tanto bello e coinvolgente quanto terribile e devastante.
Un montaggio alternato di rara efficacia con un solo, grande, significato.
In mezzo a tutta la disperazione, la disillusione, la morte, lo schifo e la cattiveria che pervadono il film dall'inizio alla fine può comunque nascere qualcosa di bello.
Pochi secondi, pochi fotogrammi di gioia e speranza in un film che non ne conosce minimamente il significato.

gemellino86  @  07/04/2012 16:44:53
   6 / 10
Non è un brutto film ma non credo proprio che sia un filmone come parecchi hanno definito. Discreti gli attori ma la regia lascia qualcosa di incompiuto a mio parere. Ritmo lento e dialoghi non entusiasmanti. Comunque una sufficienza ci sta.

7HateHeaven  @  22/12/2010 11:49:57
   7 / 10
Visto nella sua completezza è un ottimo film. Anche se molte volte ci si chiede dove vada a parare, i collegamenti fra le varie vicende rimangono un pò confusionari per troppo tempo, si rischia di perdersi. Il finale però ricompone ogni pezzo in maniera perfetta.
Un noir piacevole, forse da vedere più volte, bravi gli attori, bravo il regista.

Febrisio  @  29/08/2010 19:04:06
   7 / 10
Sa di "Deja vu". A tratti non si puo che ricordare qualche altro simile ben più famoso, anche se la solida e differente trama costruita da Marchal fa sì che lo spettatore venga coinvolto lentamente in questo disagio mentale, non solo del protagonista. MR 73 porta con sè un buon fardello allo spettatore, su cui potrà rimuginarci in conclusione. Eppure le due ore a tratti sembreranno infinite, un po come quelle vite di pensieri ed ossessioni che faticano a scomparire. I dettagli saran minuziosamente posti col contagocce, preferendo uno svolgimento più reale e di un maggior spessore del protagonista. MR73 inizia e finisce con gran classe; lascia il suo segno, ma per tracciarlo c'è voluto tanto, ma tanto sforzo da parte del regista, e questo si ripercuote negativamente sullo spettatore.
Tra le frasi da ricordare:
"Non dimenticare che non sei più un poliziotto" "Non dimentico mai nulla"

unpoeta67  @  09/06/2010 21:36:26
   7½ / 10
splendido film francese , interpretato da un grande Auteil , anzi grande è molto riduttivo dato che la sua interpretazione è strepitosa davvero . Una produzione francese che davvero mi sento di consigliare e dire che non sono un fautore dei film francesi.....da non perdere...

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kierkegaard1000  @  17/01/2010 20:04:05
   8 / 10
Film d'azione e contemporaneamente drammatico, a mezza via per così dire. Ambientazioni cupe e silenziose, ma allo stesso tempo ansiogene e di suspence. Attori di livello e con un costante sottofondo di tensione, non solo determinato dallo sviluppo della storia in tempo reale, ma anche dal passato che pesa sui personaggi, sempre scomodo e presente.

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NandoMericoni  @  19/12/2009 16:00:56
   7½ / 10
bello, cupo, scomodo, splendido Auteuil come sempre...

videovicenza  @  26/10/2009 20:27:25
   9 / 10
e quindi....
un noir francese altamente drammatico con venatura thriller...
auteuil e' a dir poco strepitoso....l'atmosfera e' perfetta,cupa seguita da una regia doc!
l'intrecciarsi delle situazioni e' fatta molto bene....
poco altro da dire se non da noleggiare senza esitazione...(sconsigliato a chi ha una serata triste)

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marfsime  @  13/10/2009 23:29:29
   8 / 10
Gran bel film..uno di pochi che nonostante il ritmo molto lento e compassato riesce comunque a tenerti incollato allo schermo. Il dramma di Schneider è perfettamente rappresentato..un uomo provato dalle disavventure della propria vita e finito a livello professionale che si perde nell'alcool cercando di risolvere l'ultimo caso della sua carriera nonostante sia stato "fatto fuori" dal caso. Epilogo di grande impatto emotivo ed altamente drammatico quando il protagonista compie la sua personale "ultima missione"..da vedere.

Phelps  @  22/09/2009 17:45:21
   5 / 10
mediocre.....inficiato di tutti i possibili clichè dei polizieschi americani.

Invia una mail all'autore del commento Clint Eastwood  @  20/09/2009 00:06:56
   4 / 10
Scusate ma andrò controcorrente. Ho apprezzato il precedente lavoro del regista-ex poliziotto Marchal, ma questa Ultima Missione non mi ha lasciato niente. Sembra tanto una sceneggiatura americana finita nelle mani dei francesi, non lo gradita. Solita minestra, sbirri buoni sbirri cattivi e cosi via, da una nasce l'altra. Merito ad Auteuil che interpratato al meglio, credo, il personaggio del detective al capolinea. Alcune scene crude rimangono impresse, ma come ho già detto mi è rimasto poco o niente di questo poliziesco.

TheLegend  @  20/08/2009 03:44:48
   6½ / 10
Molto bella l'atmosfera di questo film,sicuramente un buon prodotto sotto tutti i punti di vista...

Invia una mail all'autore del commento DonD  @  20/08/2009 02:36:02
   7 / 10
Non male, un bel film.

Il protagonista mi ricordava DeNiro XD per fisionomia ovviamente.

ronaldinho80  @  04/07/2009 12:36:53
   7 / 10
bel noir dove la thriller (ben fatta) è solo un pretesto per descrivere la disperazione estrema di un uomo grandiosamente interpretata dal bravissimo D. Autueil. film triste ma molto bello che ti tiene incollato fino alla fine nonostante il ritmo lento e le atmosfere cupe.

Tuonato  @  29/06/2009 00:29:53
   7½ / 10


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Schneider è un poliziotto alcolizzato afflitto da un conto in sospeso con se stesso che lo porterà alla sua lenta distruzione. In una Marsiglia degradata, Schneider indaga su un killer seriale che uccide delle donne dopo averle violentate e seviziate. Rimosso in seguito dall'incarico per i suoi continui colpi di testa, continua per conto proprio le indagini, ma nel frattempo presta anche soccorso ad una ragazza terrorizzata dal fatto che l'omicida dei suoi genitori - ormai prossimo ai 70 anni - a breve otterrà la libertà vigilata per buona condotta.

Ben fatto lo scatolone, più che positive fotografia, inquadrature ed i flash back in bianco nero.
Non convince il montaggio nè la sceneggiatura, almeno fino all'ultimo quarto d'ora. Il mio voto è proprio in virtù dello splendido ultimo quarto d'ora, altrimenti avrei giudicato il film sufficiente, dove ogni nodo viene al pettine e Schneider chiuderà finalmente i conti con se stesso.
Nel complesso quindi è un peccatto perchè questo poliziesco di Marchal avrebbe avuto le carte in regola per diventare un film memorabile. Grandioso Auteuil.


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private_joker  @  24/06/2009 16:59:58
   8½ / 10
Gran bel film. Do Marchal avevo già visto 36 e l'avevo molto apprezzato. Anche qui non mi ha deluso. Una storia dura, triste, violenta e con scene che restano impresse nella mente. Mi ha fatto tristezza il personaggio di Schneider, alcolizzato all'ultimo stadio che nonostante ciò ama il suo lavoro, al contrario dei suoi colleghi:


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Finale di una tristezza incredibile ma che lascia qualche speranza per il futuro.


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LoSpaccone  @  28/04/2009 14:39:26
   6 / 10
Goffo tentativo di dare al poliziesco una certo spessore psicologico soprattutto nel ritratto dei protagonisti e delle loro storie personali (per dirla breve, alla Michael Mann). Ovviamente l'intenzione è più che apprezzabile ma il problema sta nel fatto che il racconto è infarcito di tante storie parallele, troppe, da rendere quasi secondario il lato "giallo" del film. Inoltre, come se questo non bastasse, ognuna di queste storie riprende uno stereotipo: c'è il poliziotto tormentato che affoga i rimorsi nell'alcol, la polizia corrotta, il reporter armeggione, l'assassino psicopatico in carcere (sosia di Hopkins), la ragazza che cerca giustizia a distanza di anni, e tanti altri; davvero troppo per 2 ore di film. Ne viene fuori un collage artificioso di tanti pezzi collegati tra loro in maniera narrativamente debole ma che, tuttosommato riescono a stare insieme grazie alla buonissima regia e all'eccellente fotografia. Davvero un peccato, perchè il film si è avvalso anche di una prova convincente di Auteuil (ma non è una novità) il quale, nonostante il personaggio non originale, interpreta il suo ruolo con efficace naturalezza, riuscendo anche a rendere credibile un finale obiettivamente troppo retorico e caricato.

topsecret  @  22/02/2009 19:33:47
   7 / 10
Un film d'azione che parte lentamente e che in seguito ci catapulta in un intreccio di trame a volte poco sviluppate, ma che riescono a coinvolgere per tensione emotiva e per il finale arroventato e di ottimo impatto.
Una pellicola un po' legnosa all'inizio, ma che poi risulta godibile e particolarmente intensa.

Nergal85  @  17/02/2009 12:57:34
   8 / 10
un film davvero eccellente. strano ma vero, si tratta di un film francese ke non annoia cn la sua lunghezza e caratterizza a fondo la psike del protagonista. se dovessi riassumere questo film in un'unica parola, lo definirei "crudo".

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kiteneomare  @  11/02/2009 07:53:12
   8 / 10
Grande film!
Magnifico Ateuil!
Non vedo l'ora che arrivi la quarta fatica di O. Marchal, che si sta davvero dimostrando un grande regista!

Cliff72  @  09/02/2009 15:45:53
   8½ / 10
Film cupo, asciutto, dalla narrazione lenta ma seondo me potente; ben diretto ed interpretato, grazie anche ad una buona colonna sonora, questo film mi ha coinvolto e addirittura emozionato.
Non sono un amante del cinema francese e non sono un fun di Auteuil, ma questo film, passato a mio parere troppo inosservato, mi ha molto colpito e lo consiglio vivamente agli amanti del "noir"!

uito  @  24/01/2009 19:03:18
   9 / 10
film cupo, ossessivo, come nella tradizione del noir.
La disperazione come unica arma...che ti fa soffrire....
da vedere!!

APone  @  14/01/2009 14:46:03
   6 / 10
il mio giudizio è leggermente inferiore alla media a causa della ma allergia per la lentezza e la lunghezza di certe pellicole.

L'ultima missione è senza dubbio un bun film.

Il tormentato protagonista è assolutamente ben interpretato ma ho veramente faticato ad arrivare alla fine.
Non sono uno spettatore che necessita di effetti speciali ma di un certo ritmo della narrazione si.

Consigliato per gli amanti del POLIZIESCO PURO, senza sboronate varie o superagenti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  24/11/2008 18:37:04
   8 / 10
Sposo completamente la chiave di lettura offerta dalla recensione, per me la migliore per apprezzare le qualità di questo film.
Fosse visto semplicemente come un thriller o un poliziesco, le vicende risulterebbero forzatamente sovrapposte e poco legate tra loro; anche visto come noir, nonostante le atmosfere ci siano tutte, sarebbe una lettura parziale degli accadimenti.
Ma se lo guardiamo attraverso gli occhi disperati del protagonista, superlativo Daniel Auteuil uomo distrutto e distruttore a sua volta, cogliamo il vero filo, cupo e senza speranza, che lega le persone al dolore dei ricordi, incapaci di affrancarsi da un passato che li inchioda ad esso ed ipoteca loro il futuro.
Sebbene tuoni il sacerdote sulla necessità di abbandonare le tragedie al passato, i riferimenti religiosi, pur presenti, non sono qui in funzione salvifica, ma forse acuiscono ancor di più l'irreversibilità di quello che è successo.
Sarà proprio Auteuil, infine, in un crescendo violento e terribile a rompere la gabbia dei ricordi, e lo farà nel modo più estremo, permettendo, forse, ad una nuova vita di crescere finalmente libera.
Un film sul fato e sul dolore, che colpisce molto profondamente.

tati  @  18/11/2008 08:55:00
   9 / 10
finalmente un BEL FILM
sono di parte perche' AUTEIL e' uno dei miei attori preferiti pero'........e' un classico poliziesco stile francese carico di suspance e buoni dialoghi.
SCONSIGLIATO A CHI CERCA I THRILLER ALL'AMERICANA......non c'entra nulla con quella tipologia di film

misssteria  @  11/11/2008 01:18:50
   7 / 10
Buon film poliziesco. Nello stile francese. Mi mancavano glii episodi di questo genere. Anche se le protagoniste francesi spesso par;ano a codici che ci voglia una mentalita' speciale. Sopratutto, quando parlano tra di loro, una tizia fa una domanda e l'altra le risponde con il verso assolutamente estraneo o le riponde con una domanda.
Va beh, un buon dramatico.

vale1984  @  30/10/2008 23:25:42
   6½ / 10
Bel poliziesco, troppo troppo lungo per i miei gusti...con almeno mezz'ora meno poteva avere un effetto molto più efficace. Gli attori sono abbastanza bravi e la trama è scorrevole, forse un pò prevedibile...morti, sofferenze e brutalità ma i sentimenti sono raccontati con superficialità.

Burdie  @  20/10/2008 18:07:50
   7 / 10
Non è un film da andare a cercare, ma se ci si cade per caso vale la pena guardarlo..

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  03/10/2008 18:02:24
   7½ / 10
Poliziesco ben diretto da Marchal e ottimamente interpretato da Auteuil, nei panni di un poliziotto alcolizzato e sull'orlo del fallimento.
Un film cupo, notturno che racconta di impotenza davanti al crimine, di disperazione, del dramma di chi non riesce a dimenticare. Le ambientazioni piovose sono molto suggestive.
Film decisamente riuscito.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  30/09/2008 14:15:51
   7 / 10
"L'ultima missione" è un polar che sfoggia una prima parte eccellente,capace di dipingere un mondo tanto tetro e corrotto quanto gli ambienti che lo circondano.All'interno di essi si muove uno sfatto e lurido Daniel Auteuil,bravissimo nell'interpretazione assai nota del poliziotto disilluso cui un destino infame ha negato la possibilità di un futuro felice.
Olivier Marchal,già autore del notevole "36-Quai des Ofèvres", si conferma molto abile nell'illustrare determinati argomenti conosciuti durante la sua militanza nella polizia.
Peccato che le troppe situazioni finiscano inevitabilmente con il sovrapporsi e svilupparsi non sempre rispettando una narrazione plausibile e coinvolgendo in maniera altalenante.
La figura del poliziotto alcolista e disperato fa da catalizzatore per altri due snodi,quello che riguarda uno spietato serial-killer e quello dell'imminente liberazione di un pericoloso criminale.
Alla fine i molti argomenti e relativi personaggi non sempre si amalgamano felicemente,ma nel complesso il film si lascia apprezzare grazie al mestiere di Marchal,capace di tenere alta la tensione e di affrontare il malessere del protagonista principale con buona lucidità.Il finale estremamente duro e disperato riprende una frase iniziale del film, in cui il protagonista dichiara di essere stato abbandonato da D.io.La sua reazione andrà infatti contro i precetti cristiani come a dimostrare che non sempre una morale integerrima può coesistere con i dettami religiosi.

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Qualche divagazione in meno avrebbe giovato al risultato finale,da ritenersi comunque soddisfacente."L'ultima missione" è un altro esempio di cinema vivace e propositivo,dai temi spesso scottanti che sta trovando terreno fertile in Francia.

Invia una mail all'autore del commento Albertine  @  17/07/2008 13:30:59
   5½ / 10
che mattone, anzi macigno, manieristico!!! Pregi tecnici tanti ma è una scatola vuota che riesce nel difficile intento di deprimere terribilmente senza avere nessuno spessore drammatico (a parte il gatto malmenato ed il cane abbandonato). Un cliché dall'inizio alla fine...talmente abusato da togliere ogni credibilità e realismo alla storia ed ai personaggi. Il tutto risulta forzato e costruito ai limiti del ridicolo perché un simile esercizio di assemblaggio di stereotipi di genere non può prendersi tanto sul serio. Senza voler arrivare al Alba Tragica credo che il cinema francese abbia saputo creare e mantenere un suo stile inconfondibile negli anni per quanto riguarda il genere noir anche attraverso grandi autori come truffaut e chabrol...non mi sembra che rifarsi a tutti i costi allo stile americano sia una buona idea se questi sono i risultati. inutilmente e soprattutto volutamente pesante e noioso.

benzo24  @  12/05/2008 18:29:24
   6 / 10
Bel poliziesco, ben diretto e molto ben interpretato (Auteuil è una garanzia), certo non è molto originale ed è anche troppo lungo, 30 minuti in meno avrebbero sicuramente giovato al film.

forzalube  @  11/05/2008 13:20:15
   6½ / 10
Belle atmosfere e buona perizia tecnica (montaggio, fotografie e musica, ecc...). Non male neppure la caratterizzazione dei personaggi, ma la risoluzione del giallo del serial killer è veramente banale (

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER) ed inficia il risultato complessivo.
Eppoi, ma davvero

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Ultima risposta 12/05/2008 13.13.01
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alexp79  @  30/04/2008 15:30:04
   7 / 10
prima parte un po noiosa. e nemmeno i dialoghi mi sono sembrati niente di che. Dopo l'intervallo si riprende. finale d'effetto.
che dire , sicuramente rimane un ricordo positivo della visione

Constantine  @  29/04/2008 13:53:28
   8 / 10
Noir affascinante e cinico quello di Marchal, che da bravo ex-sbirro ci racconta la discesa agli inferi di un collega splendidamente interpretato da uno straordinario Daniel Auteuil, Marsiglia viene fotografata magistralmente per un risultato che si lascia ammirare. Il cliche dell'antieroe noir del personaggio principale viene ampiamente rispettato, ma Auteuil è talmente bravo da consentirgli non solo di sfondare lo schermo, ma di lasciarcelo nella mente a lungo, assieme a lui devo dividere i meriti con il grandissimo doppiaggio di Rodolfo Bianchi; l'utilizzo del flashback e della pioggia sul personaggio di Marchal è semplicemente perfetto. Il difetto fondamentale forse sta nel voler rimpinguare troppo una sceneggiatura che invece avrebbe dovuto essere secca e decisa, il regista mescola troppi messaggi per confondere l'unico che davvero interessa e quello che da spessore al film. Resta un grandissimo lavoro, realizzato con grande passione, che regala davvero tanti momenti di grande cinema, peccato che sia stato annacquato da troppe intercalazioni poco approfondite e qualche figura estremizzata.

"Dio mi ha tradito... e io lo punirò."

Massacratore  @  28/04/2008 23:24:56
   8½ / 10
Se siete in cerca di u'allegra serata di svago ve lo sconsiglio, altrimenti: gran film. La trama è poco realistica ma viene resa reale dall'assenza di clamorosi colpi di scena.
Finalmente un signor film in un annata decisamente povera

Invia una mail all'autore del commento NEO78  @  28/04/2008 23:07:15
   8 / 10
L'ottima recensione rispecchia quasi completamente il mio pensiero sul film.
Il quasi è dovuto al fatto che, essendo un amante del genere Noir, io ho riscontrato nella pellicola molti tematiche tipiche del genere: Un passato terribile da cui si tenta la fuga ma che puntualmente inesorabile si ripropone, il destino avverso, i personaggi e la messa in scena molto cupa e opprimente accentuata da una stupenda fotografia un pò sgranata e caratterizzata da una forte tonalità bluastra.

La caccia al serial non è altro che una specie di Mc Guffin attorno al quale si sviluppano le dolorose vicende personali dei personaggi: La regia che bracca da molto vicino gli attori ne estrae perfettamente le emozioni, le angoscie e soprattutto il dolore interiore.

E' questo il tema centrale del film: il dolore e il modo in cui esso viene affrontato. Lasciandosi morire (Louis), con rabbia (Justine), scappando (la sorella), con freddezza (il commissario).

Degna di nota personale la magistrale interpretazione di Autiel che si conferma uno dei migliori attori attualmente presenti nel panorama cinematografico mondiale.

Ancora una conferma per Marcial dopo l'altrettanto splendido "36"

Zio_iori  @  27/04/2008 15:53:19
   8 / 10
Pellicola di grande valore e di grande intensita' emotiva... pessimista, cupo e tragico. Grandissimo Marchal

Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  24/04/2008 18:35:42
   8½ / 10
Pellicola cupa, violenta e dolorosa.
"MR 73" conferma il talento e la maestria che Olivier Marchal aveva già dimostrato nell'ottimo "36, Quai des Orfevres" .
Per un'analisi più approfondita

Vedi Recensione

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Ultima risposta 25/04/2008 19.42.22
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FABRIT  @  23/04/2008 23:36:38
   7 / 10
Un pò lento e goffo in alcuni punti,soprattutto la prima mezz'ora,rimane un film sopra la media anche se 36 era un altra cosa!

arturo  @  23/04/2008 23:15:13
   4 / 10
enfatico e goffo, magniloquente e sgangherato, scopiazzato pedestremente da Seven e il Silenzio degli Innocenti, con un protagonista costruito secondo cliché abusatissimi, uno sviluppo di trama scontato e comunque pieno di incongruenze logiche, scenografie assurdamente degradate (tutte stamberghe marce e fatiscenti, comprese carceri che sembrano prese da un film sul medioevo e commissariati di polizia popolati di individui laidi coi capelli perennemente unti) tranne la casa della funzionaria di polizia che, chissà perché, abita in una specie di villa da star di hollywood, guida una fuoriserie e si veste come una del cast di Matrix. Condite il tutto con pioggia battente anche quando il sole spacca le pietre, e avrete uno dei film più scadenti e ridicoli degli ultimi tempi.

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Ultima risposta 24/04/2008 13.53.51
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  23/04/2008 20:12:51
   7½ / 10
Un altro polar per l'autore del bel "36" Oliver Marchall, regista ex poliziotto da alcuni ritenuto l'erede di Meliville .
Si tratta di un poliziesco cupo, sporco e duro, nostalgico e lontano dal cinema attuale, ben diretto e straordinariamente interpretato come il precedente da Daniel Aeuteuil.

Parliamoci chiaro: come i precedenti commenti hanno sottolineato, possiamo trovare in "L'ultima missione" (questo l'idiota titolo italiano) mille difetti. Quella dello sbirro maledetto e della sua discesa agli inferi è storia vecchia.
E anche soprassedendo su questo, Marchall non è di certo ne Melville, nè Michael Mann: al di la della storia principale, Marchall costruisce trame e sottotrame spesso incompiute o non approfondite e crea personaggi che poi non sviluppa (il ragazzo di lei e la sorella, la collega- amante del protagonista che più di una volta lo aiuta).

Però "MR 73" è comunque un cinema d'alto livello: solo Aeuteil nel fantastico incipit sul Bus vale la visione.
Personalmente vedo con piacere al cinema Oliver marchall, e spero che continui con questo genere.

dedalo1267  @  23/04/2008 17:43:45
   4½ / 10
banale e prevedibile.

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Ultima risposta 23/04/2008 23.39.11
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giumig  @  23/04/2008 15:18:07
   6 / 10
Un buon film, soprattutto nella prima parte, poi si perde nella seconda anche perche interseca troppe storie che vengono raccontate in modo molto superficiale

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  23/04/2008 12:17:37
   7 / 10
Dopo il bellissimo 36 (pellicola che non mi stanchero'mai di consigliare),Marchal torna a paralare di poliziotti e criminali,dimostrando ancora una volta di saper manovrare certi meccanismi alla perfezione:Mr-73 e'l'atto conclusivo di una trilogia iniziata nel 2002 con "Gangsters",la citta'e'Marsiglia e non piu'Parigi,l'atmosfera di base e'sempre piu' sudicia e opprimente,con uno straordinario Auteuil protagonista assoluto di un dramma senza nessuna via di scampo.

Gia'dalla prima sequenza si intuisce il tema trainante della vicenda (ovvero la discesa verso gli inferi di un poliziotto alcolizzato),ma con lo scorrere dei minuti l'indagine principale (peraltro bellissima e molto originale) viene spesso interrotta da una sottotrama mal collegata e a farne le spese e'l'azione,con evidenti forzature in alcuni risvolti narrativi (vedi il fin troppo insistito stereotipo del poliziotto maledetto),e un messaggio finale banale e scontato.

Parliamo comuque di un buon film,per un regista capace di esorcizzare attraverso i suoi personaggi,anni e anni di nefandezze vissute in prima persona (Marchal e'un'ex poliziotto).
Come al solito inutile il titolo intaliano:Mr-73 e'la sigla dell'arma in dotazione alla polizia francese negli anni 80.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  22/04/2008 20:39:43
   6½ / 10
Potenzialmente Marchal ha talento da vendere, eccome: notevole la fotografia, flashback che riescono a cancellare anche l'angosciante cerebralità di ambientazioni livellate tutte sullo stesso cupo schema di morte, sia che riguardi la polizia corrotta che le anguste carceri degne dei tempi di Victor Hugo. Una way of life dominata dalla disperazione della vita, dalla promulgazione di una morte non solo effettiva, ma anche simbolica.
Un Auteil straordinario cattura per tutto il film, essenza di quello che ho sempre sostenuto, che i francesi sanno fare i polizieschi come pochissimi altri.
La lezione di Melville e (forse) di Laconte non è stata tradita, purtroppo però il film ha troppa carne al fuoco, troppa (direbbero gli esperti) "larva": Schneider sembra costruito con l'esigenza di rapire l'empatia degli spettatori, e forse per questo noi spettatori non riusciamo a provare empatia per lui (la fama di antieroe che si cuce addosso è un pò ovvia).
Marchal ha visto tanti film americani ("The silence of the lambs") o giapponesi e vuole dimostrarlo a tutti i costi: ok, ma un Cronenberg non avrebbe mai rischiato di scivolare nel grottesco come nella sequenza dell'obitorio (dove il controllo della materia del film rischia un'impennata degna della sinistra arcobaleno alle recenti elezioni politiche italiane).
E una metafora finale "buonista" - per un film che sembra un'incrocio tra i romanzi di Russel Banks e L'ultimo boy-scout con Bruce Willis, non ci voleva proprio.
In una posizione qualitativa di tutto rispetto (7), il film merita un punto in meno per le potenzialità sfruttate con eccessivo zelo.
Ripeto: magnifico Auteuil e travolgente tecnica fotografica, ma...

5 risposte al commento
Ultima risposta 26/08/2012 20.18.50
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  21/04/2008 18:54:27
   7 / 10
Convince solo a metà quest'ultimo lavoro di Marchall: lucidamente sdrucito per la parte riguardante la storia di Auteil (magnifica la sua interpretazione), il film perde mordente quando trasla l'azione sulla storia della ragazza, mai coinvolgente e funzionale solo alla metafora finale

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, in verità piuttosto banale.
Rimane comunque una pellicola meritevole di attenzione, fotografata benissimo ed interpretata divinamente.

Gruppo COLLABORATORI paul  @  21/04/2008 18:44:52
   6 / 10
La prima parte è molto bella, all' "americana" , con un ottimo ritmo. Peccato che la carne al fuoco alla fine sia troppa, e la storia parallela della ragazza con i genitori uccisi dal maniaco che esce di prigione finisca per togliere brio alla storia principale. Straordinaria Auteuil.

2 risposte al commento
Ultima risposta 22/04/2008 17.19.49
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Marenco  @  20/04/2008 22:36:27
   6 / 10
Un film da vedere, interessante ma che per una lunga serie di motivi mi sento di non consigliare...
I titoli iniziali accennano ad una storia vera.. Sarà ma tanta negatività e pessimismo mi costringono a pensare a infelici esagerazioni per esigenze di finzione.
Straordinario Daniel Auteuil, ottima la fotografia sporca e buia.. Però sinceramente ho visto di meglio...

hartigan85  @  20/04/2008 20:01:47
   8 / 10
Ottimo prodotto di un cinema non commerciale.
Un popliziotto divorato dal tormento per la perdita della famiglia, si muove tra le cupe atmosfere, di una marsiglia vittima della criminalità e abbandonata anche da chi, la dovrebbe proteggere.
grande interpretazione di Auteuil che regala al pubblico, un personaggio di assoluto fascino.

miki8891  @  20/04/2008 09:48:47
   9 / 10
mi è piaciuto davvero molto...mi sono lasciato portare da louis nei sobborghi marsigliesi a dare la caccia a un serial-killer e a difendere ideali impossibili...Bello..senza religione

Gruppo REDAZIONE maremare  @  19/04/2008 11:53:11
   7 / 10
Di difficile valutazione questa ultima fatica dell'erede di Melville.
Il film è solido, ma nella parte iniziale si dilunga un po' troppo nel mettere in scena i tanti personaggi; poi in alcune messe in scena rimanda troppo ai film di Fincher e Demme.
Auteil è comunque strepitoso e la sua interpretazione, da sola, vale il prezzo del biglietto.

Delfina  @  19/04/2008 00:21:46
   8 / 10
Molto bello questo film, uscito nelle sale forse un po' sottotono (stava quasi per sfuggirmi).

Poliziesco in stile francese, ricco di citazioni Melvilliane, bellissima la fotografia, fredda e livida, glaciale quanto basta nei momenti salienti dell'azione e per esibire con la giusta distanza i corpi martoriati delle vittime di un assassino ancora non riconosciuto come serial-killer.

Solo il bravo poliziotto interpretato da Auteil, dilaniato dai sensi di colpa per l'incidente d'auto che ha ridotto la moglie allo stato vegetativo, duro e puro sebbene permanentemente alcolizzato, fiuta la traccia giusta. Ma l'inchiesta non è più nelle sue mani: potrà soltanto aiutare, da dietro le quinte, l'amico tenente, valido poliziotto non carrierista.

A questa vicenda si intreccia un'altra, quella del vecchio serial killer che sta per uscire di prigione, e che ossessiona la mente e la vita della figlia di due delle sue vittime.

Da qui in poi la trama è tutta materia da spoiler.

Ottima regia, sceneggiatura molto buona, colonna sonora bene intonata, un paio di scene d'azione povere ma mozzafiato, veramente efficaci e dure, valgono da sole la visione del film.
Interessante poi il ritratto della corruzione interna della polizia, e la cappa di omertà che modifica, altera, premia i poliziotti collusi e i carrieristi. Efficace l'ambientazione marsigliese.

Qualche tocco forse un po' di maniera e il finale un po' forzato non tolgono nulla alla forza di questo buon poliziesco, la tensione è assicurata.

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