l'uomo che non c'era regia di Joel Coen, Ethan Coen USA 2001
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l'uomo che non c'era (2001)

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locandina del film L'UOMO CHE NON C'ERA

Titolo Originale: THE MAN WHO WASN'T THERE

RegiaJoel Coen, Ethan Coen

InterpretiBilly Bob Thornton, Frances McDormand, James Gandolfini, Michael Badalucco, Jon Polito, Tony Shalhoub, Katherine Borowitz, Scarlett Johansson

Durata: h 1.56
NazionalitàUSA 2001
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2001

•  Altri film di Joel Coen
•  Altri film di Ethan Coen

Trama del film L'uomo che non c'era

Nell'estate del 1949 in una piccola città della California del Nord, Ed Crane, un barbiere assai scontento della propria vita, spera di poterla cambiare quando, scoperto il tradimento della moglie, decide di ricattare l'amante. Nonostante la sua mancanza di scrupoli, però, le cose andranno in maniera diversa perchè l'amante di sua moglie viene trovato ucciso.

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Voto Visitatori:   8,34 / 10 (186 voti)8,34Grafico
Miglior Film Straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior Film Straniero
Miglior regia (Joel Coen, Ethan Coen)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior regia (Joel Coen, Ethan Coen)
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Voti e commenti su L'uomo che non c'era, 186 opinioni inserite

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stratoZ  @  29/06/2024 17:15:06
   8 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

I Coen ci avevano molto girato attorno al noir, hanno contaminato altre opere precedenti a questa come “Blood Simple”, “Miller’s Crossing”, “Fargo”, e finalmente nel 2001 decidono di cascarci a piene mani, realizzando un vero e proprio film del genere con tutte le peculiarità e gli archetipi del loro tanto amato noir classico, a partire dall’ambientazione in una soleggiata california degli anni quaranta con un protagonista taciturno che lavora come barbiere per il cognato dalla vita insoddisfatta e che vuole una rivalsa, approfitterà del tradimento della moglie con un facoltoso amico in comune per ricattarlo e con i soldi del ricatto entrare in società con questo sedicente imprenditore nel business del lavaggio a secco, secondo una prospettiva di prosperità economica, senza far nulla e dividendo i guadagni a metà.

Fin da quando Ed prende questa decisione e si approssima ad attuarla, viene scatenata una reazione a catena che ben presto sfuggirà dalle mani e dalle volontà del protagonista, si innesca un gioco di incastri che infittisce la trama e rende la vicenda progressivamente più torbida col protagonista che viene scoperto dall’amante della moglie ed è costretto a farlo fuori, con la moglie che fin da subito viene accusata dell’omicidio, ingiustamente e con Ed stesso che non riesce a scagionarla e vedrà successivamente sgretolarsi la vita pezzo per pezzo, i soldi che era riuscito ad ottenere andranno dispersi assieme al socio, l’avvocato considerato più bravo, unica speranza per un’assoluzione della moglie, li costringe a mettere in ipoteca il locale da barbiere, lavorando praticamente per la banca, ma il tutto si rivela una fatica sprecata perché il dramma si abbatte quando la moglie assalita dai sensi di colpa si toglie la vita prima del processo, facendo cadere in depressione il cognato che non ha più voglia di lavorare, anche se le peripezie non sono finite lì e come in ogni noir che si rispetti il destino bussa sempre puntuale alla porta e da il colpo di grazia ai personaggi.

“The Man who wasn’t there” è un film nero come la pece, senza speranza, un grande omaggio ai tanto amati noir classici dai fratelli che non lascia trasparire minimamente l’ironia che avevamo visto nei precedenti lavori, a volte anche nelle opere più drammatiche si concedevano divagazioni ironiche, qui no, la narrazione è un continuo sprofondare nell’abisso di tragedie causate dall’inettitudine di un protagonista che perde il controllo e rimane inerme nelle mani del destino, un protagonista che riversa le proprie speranze e ambizioni nella figlia di un amico, che vuole aiutarla a realizzare il suo sogno, venendo anche frainteso, una coscienza sporca con cui difficilmente riesce a convivere.

La messa in scena dei Coen è splendida, neanche a dirlo, azzeccatissimo l’uso del bianco e nero con la fotografia di Deakins così contrastata, con le luci di taglio, un continuo uso di silhouette e luci volumetriche, anche grazie alle perenni sigarette presenti in bocca ai personaggi, creando un’ambientazione dall’immenso fascino, così torbida, così misteriosa, così introspettiva, capace di rispecchiare la coscienza più sporca del protagonista, ma in generale di tutti i personaggi, con delle interpretazioni di assoluto livello, Thornton con la sua impassibilità, il suo viso continuamente tra il corrucciato e l’inespressivo, indice della sua stessa vita in cui non prova ormai nessuna soddisfazione, soltanto apatia e voglia di uscirne, complice un matrimonio considerato fallito e una carriera senza ambizioni, ma anche i personaggi di contorno fanno il loro figurone, dalla McDormand, una femme fatale sfuggente - tra l’altro curioso come i Coen l’abbiano introdotta in scena col dettaglio della calza che si sfila, che può ricordare la cavigliera della Stanwyck in “Double indemnity” - che ormai il protagonista sa di aver perso, fino ai vari arrivisti come Gandolfini stesso e il potenziale socio del protagonista.

Noir molto molto bello.

VincVega  @  13/01/2022 16:59:58
   8½ / 10
Grande noir dei Coen interpretato da un Thornton in stato di grazia, bravissimo nel lavorare in sottrazione sul suo personaggio. Splendida fotografia in bianco e nero e voce fuori campo mai invasiva, anzi da quel qualcosa in più. Cast di supporto di alto livello anche grazie alle caratterizzazioni ben definite anche dei personaggi secondari.

riobissolo  @  29/04/2021 12:24:24
   7½ / 10
Ottima sceneggiatura, un po dimesso anche lo spettacolo come il protagonista. Bravissimi gli attori.
Insomma da vedere certamente , ma non un capolavoro.
Bello il bianco e nero.

sciroppo  @  06/09/2020 01:00:24
   8 / 10
Tutto funziona a meraviglia, le due ore non si sentono, il bianco e nero è sontuoso. Un ottimo film, ma per me non un capolavoro. Il mio giudizio in realtà sarebbe: bel film, non perdetelo.
Morale della favola: a volte certe offerte fatte col cuore vanno accettate, o si rischia di rimetterci la vita.

Chemako  @  17/04/2020 09:38:01
   7 / 10
Ben fatto, doveva intitolarsi "l'uomo moscio ed inutile" però....

Filman  @  14/10/2018 20:56:13
   10 / 10
Fare un noir ispirato all'estetica degli anni 40 ma negli anni 2000 per i fratelli Coen sembra un gioco da ragazzi, per quanto riportare alla luce la tradizione con modernità sia forse tra le cose più difficili. THE MAN WHO WASN'T THERE è un'opera neoclassica che non appare né isolata dal cinema moderno, figurando come una pellicola d'autore e di grande stile, né lontana dalla tradizione, per come maestosamente il bianco e nero viene riportato in vita sotto tutti gli aspetti tecnici del caso, con menzione d'onore per la fotografia. Voce fuori campo e tagli di luce incontrano il rallenty, le atmosfere logore e decadenti del noir incontrano una trama molto concettuale e poco narrativa, che fa del proprio schema (sullo scontro tra soggetto ed evento) e della propria morale (sull'indomabilità della vita) la propria geometria narrativa. In questo mondo di uomini vuoti che compiono gesta vuote per un senso delle cose ancora più vuoto, non c'è spazio per grandi personaggi, grandi opere e grandi retoriche. In questo film in cui si nasconde il senso della vita, e quindi la semplice banalità delle cose, c'è un solo piccolo atto d'inerzia ed entropia che va avanti perché è la fisica delle cose ed è giusto che l'universo danzi in un mare di caso e confusione, e nient'altro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  31/03/2018 14:17:46
   6½ / 10
Puro esercizio di stile, con una regia mozzafiato al pari del bianco e nero. Il resto è trascurabile.

kafka62  @  28/02/2018 08:20:09
   8 / 10
Quello che non si potrà mai dire del cinema dei fratelli Coen è che esso sia un cinema prevedibile e scontato. Anche quando, come ne "L'uomo che non c'era", sembrano ricalcare con minuzioso spirito filologico i film "noir" degli anni '40, nelle ambientazioni, nelle luci e perfino nella figura così bogartiana di Billy Bob Thornton (sigaretta perennemente accesa e volto impassibile e segnato dalla vita), i Coen a poco a poco se ne distaccano, rendendo il bianco e nero più astratto e meno naturalistico (la stanza della sedia elettrica), la fotografia espressionista anziché morbidamente chiaroscurata (il monologo dell'avvocato nella cella della moglie di Ed), gli ambienti onirici piuttosto che realistici (il sogno finale all'interno del carcere) e, soprattutto, il personaggio di Ed Crane un anti-eroe incapace di controllare minimamente l'ingranaggio che ingenuamente mette in moto, ben lontano dalla spavalda sicurezza da avventuriero del protagonista di "Casablanca" e più simile invece alla catatonica passività dello "Straniero" di Camus. Perfino nella costruzione classica della storia (con gli immancabili intrighi, omicidi e colpi di scena) i due fratelli americani introducono divagazioni che poco o nulla hanno a che fare con essa (riflessioni filosofiche, digressioni esistenzialiste, una arringa difensiva basata sul principio di indeterminazione di Heisenberg), fino a trasformare un plot giallo dapprima in un'avventura stile "Lolita" (l'infatuazione di Ed per la giovane pianista) e infine nel racconto romanzesco di un'esistenza che, giunta al capolinea, tira le somme e fa i conti con il passato.
Eppure tutto ciò, lungi dal nuocere alla coerenza interna del film, ne esalta l'esuberante originalità, la vitalistica freschezza, l'affascinante capacità di sorprendere ad ogni sequenza, senza mai che si sappia dove i suoi autori vogliano andare a parare (e viene da pensare che il cinema dei Coen sia come il labirinto di cui parla il protagonista nelle sue memorie, che bisogna allontanarsi da esso e guardarlo nella sua globalità per riuscire ad afferrarne il disegno complessivo). Quello che allo spettatore viene chiesto è di non fare troppe domande "razionali" su ciò che sta vedendo (in sostanza, un vero e proprio atto di fede), perché i fratelli Coen, pur logici ed euclidei nei loro script come pochi altri sceneggiatori al mondo, mettono da sempre in scena (che si tratti di commedie burlesche o di macabri grand-guignol) la sfiducia nella ragione umana, la preferenza per una visione del mondo obliqua, trasversale, anticonformista, e se per ottenere questo devono prendere la strada più lunga e meno rettilinea la imboccano senza pensarci due volte, magari arrivando alla stessa conclusione (l'arresto e la condanna di Ed Crane) dopo innumerevoli false piste (gli errori nelle indagini della polizia che fanno ricadere i sospetti sulla moglie Doris, il suicidio di quest'ultima, la fuga dell'ambiguo socio di Crane, il cui corpo in realtà giace in fondo a un lago).
Quanto detto sarebbe probabilmente poco più di niente se a supportarlo non vi fosse una tecnica sopraffina, una maniacale e quasi sovrumana ricerca di perfezione formale. Anche un taglio di capelli o il fumo di una sigaretta, nelle mani dei Coen, diventano l'occasione per girare delle immagini memorabili, mentre le scene di strada al rallentatore sono tra i migliori esempi di cinema della solitudine e dell'alienazione che si ricordino. Raramente le sequenze dei fratelli Coen arrivano a commuovere, difficilmente passeranno alla storia come il salto nel vuoto di Thelma e Louise o una sparatoria di Tarantino, ma come si fa a non rimanere ammirati e deliziati di fronte alla sublime visionarietà di un cerchione di automobile che rotola lontano dal luogo dell'incidente fino a diventare, stagliato su uno sfondo nero, la silhouette di un disco volante e infine trasformarsi nuovamente nella lampada accecante di una sala operatoria? Di fronte a simili magie, che oltretutto non fanno mai abuso di effetti speciali, ci togliamo tanto di cappello, consapevoli dell'estremo, ineguagliabile valore di questo cinema così unico e inimitabile.

C_0_  @  23/08/2017 00:06:08
   6 / 10
Sarà che a me i fratelli Cohen non fanno impazzire ma non ci trovo niente di che in questo film. La sufficienza gliela do ma stop. È troppo lento e sinceramente non ci sono nemmeno tutti sti colpi di scena. Si capisce subito dove va a parare.

KitaVerde  @  14/12/2016 16:27:31
   9 / 10
Nitido e diretto. La regia si muove sontuosa in ogni sequenza, il montaggio sembra non esistere, una perfzione quasi assoluta. Sulle prove attoriali non mi dilungo,tutti magnifici. Film esemplare.

Goldust  @  21/04/2016 09:58:45
   8½ / 10
Da grande amante del genere noir non posso che lodare questo lavoro dei fratelli Coen, che ricostruiscono le atmosfere fumose degli anni '50 mettendo in parole ed immagini gli insegnamenti di maestri quali Siodmak e Wilder. Salta subito all'occhio la grande ricercatezza visiva, esaltata da un bianco e nero nitidissimo spesso squarciato da efficaci squarci di luce; è però la profondità dell'assunto, e quindi del plot, il vero motore del film, in cui si costruisce l'identità ( anzi meglio, la non identità ) del protagonista e la sua condizione di uomo invisibile all'interno della Società. Billy Bob Thornton contribuisce molto al successo di questa figura semplicemente mettendoci la faccia e la sigaretta perennemente accesa: è un piccolo e taciturno Humphrey Bogart, meno carismatico e più problematico, a cui scivola tutto addosso, compreso quel fato beffardo che ha deciso della sua vita. Una delle parabole più intimiste e disincantate nella produzione dei registi, pregna di un umorismo amaro che resta sullo sfondo e che fa capolino più nelle situazioni che nei personaggi. Una delle loro pellicole migliori, una di quelle che considero imperdibili.

eruyomè  @  11/01/2016 16:47:54
   9 / 10
Tra i miei preferiti di Coen, forse IL preferito (ma me ne manca ancora qualcuno, non si sa mai..)

Un noir struggente. Duro e spietato, senza speranza, né redenzione. Tranne forse, quello spiraglio finale, momento unico di lirismo e commozione, accompagnato da poche parole che, a quel punto, colpiscono con intensità inaudita e fortissima: "...Forse le cose che qui non capisco li saranno più chiare, come quando la nebbia si dirada. Forse Doris sarà li e forse li le potrò dire tutte quelle cose che qui non hanno parole.''

Nic90  @  30/07/2015 10:33:42
   7½ / 10
Sicuramente un buon film,personaggi molto caratteristici e con un protagonista molto freddo e direi rassegnato...molto inquietante invece la moglie di Big Dave.
Per quanto riguarda la storia che dire....molto ben architettata e si lascia seguire pur durando quasi 2 ore.
Promosso

impanicato  @  29/01/2015 00:46:02
   8 / 10
Affascinato dal modo di fare cinema dei Coen brothers, mi accingo a vedere il loro primo lavoro del terzo millennio: L'uomo che non c'era.
Ed Crane, uomo silenzioso, ma prima di tutto barbiere (anzi, aiuto barbiere), vorrebbe superare la soglia di "uomo discreto", vorrebbe cercare il riscatto.Si é scocciato di essere un uomo invisibile. Ma davanti a sé troverá delle situazioni da cui sará difficile uscirne e con cui finirá per scontrarsi, anche per sbaglio.
I fratelli ci raccontano questa storia in modo eccelso, con un intreccio che fa venire i brividi. La scelta del bianco e nero per me é piú che azzeccata. Oltre a far respirare l'aria dei noir anni '50 alla Melville, risalta i personaggi.
Era il primo film in cui ho visto recitare Billy Bob Thornton e devo ammettere che mi ha stregato con la sua mancanza di espressivitá. Il suo personaggio trasmette tristezza, la vita gli ha riservato sempre delle mani sbagliate, e lui non ne uscirá mai. Bella prova anche degli altri attori secondari. Quella che mi ha colpito di meno é Frances McDormand che risulta poco incisiva, tranne quando é ubriaca.
Anche la colonna sonora, una sonata del Ludovico Van, é azzeccatissima.
Lo consiglio a chi piacciono i Coen e a chi vorrebbe cominciare a seguirli.

leonida94  @  22/01/2015 22:51:28
   6 / 10
Non mi è piaciuto poi così tanto.
Questa è stata la prima cosa che ho pensato appena terminata la visione.
E quasi ho fatto fatica a capacitarmene.
Ha un'ottima fotografia, interpretazioni da sogno e crea una atmosfera noir del tutto convincente (il film merita la sufficienza solo per queste caratteristiche). La storia coinvolge e benchè il ritmo non sia dei più vivaci, riesce a non annoiare eccessivamente.
Diamine, e perchè non mi è piaciuto allora?
La mia prima risposta è che forse non son compatibile con il cinema dei due fratelli. Questo loro modo di raccontare storie che, con risvolti più o meno negativi, si concludono sempre con il fallimento del protagonista, mi inizia a risultare indigesto.
Lo schema l'ho ben chiaro, alla fine è lo stesso per tutti i loro film: da Lebowsi ad "A proposito di Davis".
Lo so, fa tendenza far finire sempre male il protagonista, privando lo spettatore di un lieto fine. E anche sottendere sempre il messaggio per cui non solo il fato, ma la persona stessa è artefice del proprio mediocre presente e del proprio disgraziato futuro.
Ed è stupenda il loro modo di mostrare come l'ironico e imprevedibile destino operi e colleghi tutti i personaggi.
Ma penso che non bastino questi trucchetti per farmi gridare al capolavoro.

"Ma Leonida, questa è una critica che fai tu retrospettivamente, da spettatore che solo ora (dopo essersi sparato tutti i loro film dal 2001 ad oggi) si mette a vedere L'uomo ce non c'era."
E' vero, ma ehi... sono un essere umano anche io, e non posso far finta di non aver assistito ad un film uguale spiccicato a "Burn after reading", ma non divertente. Suvvia, cambia nome ma la sostanza è quella.

Neurotico  @  15/01/2015 16:47:56
   8½ / 10
Per i Coen gli uomini della fascia media, semplici mestieranti onesti che sembrano trovare per caso l'occasione per il riscatto, la gallina dalle uova d'oro, non hanno speranza. Questo fil rouge del loro cinema si conferma in questo superbo tributo al noir d'epoca.
Il destino si diverte a prendere in giro gli "sbandati". E questo aggettivo, tratto dal capolavoro precedente dei due registi, ben si può adattare anche a Ed Crane, ovvero un Billy Bob Thornton che è una sfinge di imperturbabilità, come se il fumo delle sue sigarette lo separasse dal resto del mondo e lo avvolgesse in una passività sconsolata espressione di un'infelicità figlia anche di un sospetto di tradimento (ancora questo maledetto tradimento come in Blood Simple e Miller's Crossing).
La sua voce narrante marchia a fuoco un bianco e nero fotografato dal fidato Roger Deakins. James Gandolfini giganteggia e quando appaiono assieme lui e Thornton c'è solo da rimanere rapiti. Uno il contrario dell'altro: il primo quasi logorroico e con un'aggressività latente, e il secondo pacifico e che non parla quasi mai. Richard Jenkins e Jon Polito sono due caratteristi di lusso, e Frances McDormand è grandiosa nei panni di Doris, la moglie di Crane che con il vizio della bottiglia e con atteggiamenti irrispettosi non sembra disturbare per nulla l'aplomb del marito.
Il finale è emblematico di un modo di raccontare storie assurde, quasi inverosimili, dove il destino è inesorabile e incombe su un uomo colpevole solo di tentare la via della rivalsa e della felicità, ma al quale è concessa la liberazione solo nei sogni, con un intervento a suo modo divino.
La poetica dei Coen in uno dei suoi massimi vertici.

GianniArshavin  @  02/09/2014 12:42:38
   7 / 10
Sicuramente fra i migliori prodotti dei Coen post-2000 possiamo annoverare "L'uomo che non c'era" , una sorta di noir girato in b/n e che mi ha ricordato in più di un passaggio il precedente "Fargo".
La storia ad incastri funziona egregiamente , la trama prende e la fotografia abbaglia , senza dimenticare un Billy Bob Thornton in gran spolvero.
La caratterizzazione del personaggio principale è davvero ottimale , ma anche i comprimari non deludono per quanto riguarda le sfaccettature.
Invece le cose che ho apprezzato meno del prodotto sono la vaga somiglianza con "Fargo" e la mancanza del colpo di genio, del guizzo d'inventiva che da due registi come i Coen ti aspetti.
Ricapitolando "L'uomo che non c'era" va visto , non annoia ed è un bell'esempio di cinema contemporaneo.

DogDayAfternoon  @  22/06/2014 23:14:53
   7 / 10
L'intreccio è davvero molto ben articolato e mano a mano che il film va avanti si fa sempre più interessante e coinvolgente. Non mi è sembrato però un capolavoro, alcuni aspetti non mi sono piaciuti: il personaggio di Scarlett Johansson l'ho trovato totalmente inutile, pure la scelta del bianco e nero non da nulla in più rispetto al colore (forse si è voluta creare l'atmosfera da film noir degli anni '40, ma sono tendenzialmente contrario all'uso del bianco e nero nei film moderni); e poi anche la narrazione in alcuni momenti manca di fluidità, ci sono dei punti morti dovuti soprattutto alla personalità del protagonista. La qualità della pellicola è comunque alta, anche se per quanto mi riguarda è uno di quei film che si guarda volentieri ma dei quali ci si dimentica presto.

Beefheart  @  22/04/2014 15:17:48
   8 / 10
Grande film, uno dei mie preferiti dei fratelli. Eccezionale per atmosfera, recitazione e fotografia ed avvincente nella trama. Un gioiellino sottovalutato che funziona e non delude. Consigliatissimo.

slint  @  08/04/2014 15:46:07
   8 / 10
il miglior prodotto dai Coen.

genki91  @  18/02/2014 00:33:56
   8 / 10
Piccolo, ma geniale capolavoro dei fratelli Cohen, impreziosito dalla migliore, probabilmente, prestazione di Billy Bob Thornton.
Una giovanissima e già splendida Scarlett e una storia che definire solo "originale", sarebbe ancora dir poco.
Splendido.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  30/12/2013 11:39:29
   8½ / 10
Bel noir in perfetto stile Choen, girato in uno splendido bianco e nero ed interpretato da un notevole Billy Bob Thornton. Gli eventi si susseguono lontani e grottescamente intricati, nell'indifferenza del protagonista (che ne è tuttavia la causa) che si vede scivolare verso la rovina, senza mai paura o vero rimorso. Tanti bravi attori ed un limpido Beethoven accompagnano il tutto perfettamente.

TonyStark  @  28/10/2013 20:18:28
   7 / 10
ottimo thornton, atmosfera da film noir anni 50, bel film che però non mi ha trasmesso molto

Kit Carson  @  05/10/2013 19:07:10
   9 / 10
Sublime. Uso poche parole, adeguandomi così al protagonista, un monumentale Billy Bob Thornton.

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ragazzoinblues  @  11/06/2013 18:02:16
   10 / 10
Massimo dei voti per uno dei miei film preferiti in assoluto.

camifilm  @  30/03/2013 12:33:15
   8 / 10
Un film girato in b/n, ambientato in un periodo (credo anni 60) americani.
Molti i dettagli curati nella storia, una trama intrigata e appassionante.
Raffinato e grottesco allo stesso tempo. Ottima regia e ottimi attori, bella la storia che si intriga mano a mano che prosegue.

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/03/2013 12.34.00
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Elwing77  @  03/03/2013 20:21:32
   8 / 10
Una pellicola in bianco e nero molto fine, accompagnata da musiche al piano e atmosfere lente e meditative.

baskettaro00  @  20/11/2012 21:29:26
   8 / 10
sceneggiatura ottima,regia perfetta e B/N azzeccato,inoltre billy è eccelso nel ruolo.un noir molto ben fatto e appassionante,in pieno stile coen.

vale1984  @  12/11/2012 11:21:56
   7½ / 10
l'ho trovato molto interessante e intricato ma sul finale gli è mancato qualcosa...forse mi aspettavo un guizzo, un colpo di scena non so, com'era stato durante tutto il film. Insomma una pellicola interessante ma forse non quella che metterei tra i miei film preferiti dei Coen.

amsterdam  @  09/08/2012 14:16:15
   10 / 10
Uno dei film più belli dei Cohen, veramente bello. Poi Bob Thornton è davvero bravo, un interpretazione magistrale. Consigliatissimo

BlueBlaster  @  15/06/2012 14:19:03
   8 / 10
Ottimo Billy Bob Thornton...ma sopratutto una importante prova registica di Coen...film magistrale consigliatissimo

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  04/06/2012 00:10:00
   7½ / 10
Buon film. Storia semplice, ottima l'interpretazione dell'attore protagonista. Singolare la scelta del bianco e nero. Non annoia, questo è il suo pregio maggiore.

lukef  @  12/03/2012 20:46:00
   9 / 10
Bellissimo. Unico nel suo genere, fotografia a dir poco superlativa, ogni elemento, ogni personaggio, tutto assume un preciso significato nella storia.
La delicatezza con la quale è raccontato, la musica, le immagini, l'arringa di Riedenschneider, ogni cosa lavora in armonia. Perfino il titolo è geniale; nella sua estrema semplicità, riesce a riassumere l'intero contenuto del film.
Da guardare con attenzione perché dietro questa storiella si cela davvero qualcosa di importante.

Crazymo  @  04/02/2012 17:11:34
   9 / 10
Bellissimo film dei fratelli Coen, ottima l'idea del bianco e nero. A tratti grottesco, scorre liscio come l'olio per due ore, senza mai annoiare. Veramente un gran film!.

adrart  @  17/01/2012 11:58:19
   8½ / 10
Che film... imperdibile.

outsider  @  06/01/2012 12:59:39
   9 / 10
bellissimo film che vidi subito al cinema appena uscì. ne rimasi molto, molto contento e lo rividi al primo passaggio tv. vedendolo riproposto, mi accorgo di non averlo commentato. ahi. non poteva mancare il mio plauso a questo ottimo prodotto dei " nemmeno tanto ermetici, poi" fratelli Coen.
L'attore, le atmosphere, le trovate, i simboli e tutto sono stupendamente costruiti. Poi, ovviamente, a farla da padrone è il lato psicologico, sin da subito...beh...avevate dubbi?
promosso dal BaFFo.

jekillisfree  @  23/11/2011 17:17:34
   9½ / 10
Film eccezionale, un capolavoro dei Coen..un bel Noir in bianco e nero con molte riprese in controluce e fumo di sigaretta sempre presente. Billy Bob Thornton eccellente nella sua interpretazione, con la sua "non espressività" quasi Eastwoodiana, cioè essenziale e perfetta. Da vedere assolutamente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  05/11/2011 16:10:41
   9 / 10
Sia pur considerandoli come dei registi innovativi non ho sempre amato i fratelli Coen, ma questo film mi ha fatto ricredere. Regia e fotografia sono veramente eccezionali, la storia narrata con uno stile che definire unico è riduttivo. Un noir fantastico caratterizzato da un bianco e nero che esalta magnificamente la vicenda e le interpretazioni. La voce fuori campo è una perla in più.

Marga80  @  28/10/2011 14:09:28
   5 / 10
Dopo aver dato uno sguardo veloce ai voti precedenti, credo che il mio cozzerà moltissimo con la lunga sfilza di 8 e 9 già scorti.
Io sono sempre dell'avviso che, anche se un film è diretto da un maestro, talvolta, anche un maestro, in quanto uomo, possa compiere un passo falso.

Andiamo ai pregi: trovo originale la scelta di girare il film in bianco e nero perchè permette meglio di tracciare il ritratto d'un'epoca assia diversa e lontana dalla nostra.
Ho anche molto apprezzato la scelta del protagonista, tagliatissimo per il ruolo ma anche perche ha un volot, una fisionomia e delle espressioni tipicamente fine anni '40.

Andiamo ai difetti: globalmente il film è eccessivamente lento.Sarà perchè costruito su un protagonista taciturno e pacato, chissà! Il film è lento, pare tirato per le lunghe, quindi, forzato, e, nel suo complesso, risulta noioso.
Non convince.

gemellino86  @  27/10/2011 22:29:10
   8½ / 10
Un grande film di forte impatto visivo. Dialoghi memorabili e attori bravissimi. Lo considero uno dei migliori prodotti dei Coen. Alcune scene rimangono impresse.

PignaSystem  @  22/09/2011 18:33:17
   8 / 10
I Coen omaggiano i classici film noir rispettando l'estetica e la struttura narrativa del genere. La voce fuori dal campo, il magnifico bianco e nero della fotografia, i personaggi ambigui le cui azioni vengono segnate da un'inesorabile fatalità, sono tutti elementi tipici del noir. Ma il tocco personale dei geniali fratelli è evidente e percepibile nelle atmosfere che virano verso l'assurdo e in un sottile umorismo "nero".

Invia una mail all'autore del commento eddiguff  @  15/08/2011 17:45:45
   6½ / 10
Un uomo tenta di accendere la sua piatta vita e provoca, quasi involontariamente, situazioni imprevedibili e tragiche. Lo spunto è buono, la fotografia anche, però: la lentezza esasperante del protagonista è innaturale / la voce fuori campo è troppo presente e ti "allontana" dall'azione / il bianco e nero non era necessario.

david briar  @  14/08/2011 23:05:13
   9 / 10
I Coen con questo lavoro si dedicano al noir, riuscendo a creare un impianto narrativo solido, preciso e allo stesso tempo del tutto imprevedibile.
"L'uomo che non c'era" è un film lento che però non annoia, ma trascina lo spettatore a seguire il protagonista, un immenso Billy Bob Thornton, che giustamente non ha espressioni.
Il B/N dona alla pellicola un'eleganza che i colori non avrebbero saputo dare, e ci pensano i Coen a creare scene memorabili con la loro regia splendida e originale. Stupenda la fotografia e funzionale il montaggio.
Il cast è ottimo, con due star televisive come James Gandolfini e Tony Shaloub a loro agio in ruoli disegnati apposta per loro, Scarlett Johansson giovanissima e già brava a donare ambiguità al suo personaggio, mentre Frances McDormand è sicuramente un'attrice affascinante, ma continua a non convincermi, qua è carente soprattutto nelle scene in prigione dove è troppo fuori luogo nelle espressioni.
La colonna sonora è forse la cosa migliore della pellicola, adatta a comunicare la tristezza che il protagonista non riesce a comunicare con le parole.

"The man who wasn't there" parla di una società tragica nella sua assurdità, del fatalismo di una giustizia casuale, e di un uomo che non riesce a trovare il suo posto nel mondo, e appare invisibile agli occhi della gente:nessuno si accorge di lui, persino i parenti della moglie ne dimenticano il nome.
Nell'epilogo i Coen riescono per la prima volta ad emozionarmi, e fanno riflettere, mentre il protagonista pensa a tutte quelle cose

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I fratelli Coen hanno uno stile inedito che può non piacere, e a me non piaceva prima di vedere questo film:adesso per la prima volta hanno rispecchiato le mie aspettative, e posso dire che mi piacciono.
"L'uomo che non c'era" è un capolavoro, il migliore che ho visto dei Coen finora. Spero che scavando nella filmografia ne troverò ancora migliori.
Da vedere e rivedere.

maurimiao68  @  16/07/2011 00:39:36
   7 / 10
A mio modesto avviso tra la filmografia dei coen nn è certo da podio comunque fa sempre il suo effetto,ottima la storia e la scelta del bianco e nero un pò meno sulla narrazione troppo lenta per i miei gusti!
Ma quante siga s'è fumato thomton? :-)

MidnightMikko  @  04/06/2011 11:37:12
   8½ / 10
Ogni film dei Coen non è uno spettacolo di intrattenimento, ma semplicemente una vera e proprio esperienza da vivere assolutamente. Idem questo noir atipico (un barbiere che si ritrova invischiato in una vicenda paradossale quanto simpatica quanto tragica, insomma, una vicenda alla Coen!) diretto magistralmente e interpretato in maniera altrettanto formidabile. Ed Crane è l'inettitudine posta in questo inesorabile processo che egli stesso innesca.
Regia perfetta, sceneggiatura brillante, attori favolosi. L'unico difetto è che forse il film tende ad essere un pò lento, ma rimane comunque ottimo, da vedere.

Oskarsson88  @  01/06/2011 15:16:16
   8 / 10
Il film così come il protagonista scorrono con una certa lentezza ma senza mai annoiare; rappresentazione di un uomo che si fa scorrere la vita addosso senza reagire e senza indispettersi da niente, un uomo completamente disincantato ma che non è superficiale, solo che non viene compreso nel suo silenzio... bel film dei Coen!!

Pierpacco  @  25/05/2011 18:20:56
   9½ / 10
Chiaro e delicato omaggio ad un cinema di altri tempi, di cui ho una scarsa conoscenza, ma che spesso mi è stato descritto come la perfezione nel cinema. "L'uomo che non c'era" è la storia del declino di un uomo che cerca di avere un posto in una società che non è sua, in un mondo dove tutti hanno avuto la propria "sedia", regno di personaggi strani, ma che riescono perfettamente nel loro ruolo. Le figure presentate sono caricature della realtà, molto riuscito il personaggio dell'avvocato, che non vuole presentare al giudice la realtà dei fatti, ma solo ciò che può convincerlo a salvare i suoi protetti. Ed è un uomo inetto alla vita, cerca di sfuggire ad una realtà che rema contro di lui. Non può uscirne, deve rassegnarsi alla morte. Qui vi è un chiaro collegamento con l'altro capolavoro del regista a due teste: Non è un paese per vecchi. L'uomo si deve rassegnare al suo destino, è inutile la ricerca di una vita migliore, è inutile. Ma Ed è destinato comunque ad avere un ruolo nella società, nel finale della sua storia, ma non è il posto che egli avrebbe voluto. Un posto che lo porterà, forse, in luogo dove potrà dire tutte quelle cose, che qui non hanno parole. Una desolante consolazione per il protagonista di questo amaro film. Perfezione dei dialoghi. Fotografia sublime, arricchita da un b/n, caratteristica fondamentale della pellicola. In tutto ciò, un gran ruolo, a mio avviso, lo svolge la sigaretta che avvolge il tutto in una nube di fumo. Da guardare a luci spente e con un buon bicchierino di whisky, per gustarselo a pieno. Capolavoro.

3 risposte al commento
Ultima risposta 25/05/2011 21.30.59
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  10/05/2011 22:04:28
   9½ / 10
Oggi la scelta anacronistica del bianco e nero, nella fotografia come nel cinema, deve avere il suo perché. Il genere noir predilige, in qualche caso necessita, questo carattere formale. Se non bastasse, è evidente il desiderio di omaggiare un certo cinema (quello di Wilder, ma anche di Hitchcock), di valicarlo anche, ove possibile. Magari marcando l'invadenza che ha il fato sull'intelaiatura degli eventi (un po' come nel "Match Point" di Allen). O facendo leva, con acutezza notevole, sulle reazioni umane più curiose, come il trasferire sugli altri (la giovane pianista) lo scopo della propria esistenza. Perfettamente delineato il protagonista, amante del silenzio ma paradossalmente in cerca di clamore. Desidera sfuggire all'anonimato e vi riesce dopotutto, seppur in circostanze non sperate. In vita anch'egli è stato "l'uomo che non c'era", questa è forse la sua tragedia.
Magnifico, visivamente inebriante.

kako  @  22/04/2011 14:37:09
   8½ / 10
La parabola discendente dell'uomo comune, che vuole emanciparsi dalla sua condizione di noia quotidiana e diventare qualcuno ma finisce irrimediabilmente nel baratro. Un film lento, ma la cui lentezza è perfettamente funzionale a quanto viene descritto, azzeccato anche il bianco e nero

incubodimorte  @  15/04/2011 22:15:08
   9 / 10
I Coen spesso fanno film, sì ben fatti, ma che non sono nei miei gusti, questo per me è quasi un capolavoro.

ValeGo  @  14/03/2011 15:48:41
   5½ / 10
Una noia colossale!

Eratostene  @  04/03/2011 11:06:02
   7½ / 10
Non è il film dei Coen che mi è piaciuto di più, troppo lento e freddo per i miei gusti, forse non l'ho compreso appieno. Comunque sia è innegabile che i significati reconditi sono molteplici e che trama e regia siano straordinari. Billy Bob se la cava davvero bene nel suo ruolo.

alan  @  04/03/2011 00:49:35
   10 / 10
Stupefacente parabola discendente dell'uomo qualunque(un eccezionale Thornton) inserita in un contesto cinematografico e sociale che ne valorizza anche i minimi particolari.
I Coen hanno una marcia in più, e si sapeva, ma credere che un tale capolavoro sia semisconosciuto nonostante la popolarità dei suoi abili creatori mi riesce oggettivamente incredibile.
Da vedere, e non venite a dire che è un film lento, una trama così ben congegnata se la sogna almeno la metà dei registi del mondo.

vehuel  @  27/02/2011 11:48:11
   9 / 10
Questo dei fratelli Coen è un noir bellissimo, lineare e con un chiaro disegno a incastri. Grande l'interpretazione di Thornton in una magica atmosfera bianco nero.
E poi c'è una scena da antologia, quando la moglie della vittima lo va a trovare, memorabile.
I Coen sono grandissimi!!!!

Lory_noir  @  13/01/2011 00:01:46
   7½ / 10
Un film molto cupo, con un attore protagonista che rende perfettamente l'animo del film stesso. L'ho apprezzato, anche se il ritmo è lento gli spunti sono molto buoni.

Larry Filmaiolo  @  05/01/2011 14:28:42
   7½ / 10
bel film...forse un po' pessimista, ma il bianco e nero rende il tutto una gioia per gli occhi. inutile dire che il sempre eccellente Thornton è spaventosamente bravo

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7219415  @  05/12/2010 12:40:51
   6½ / 10
dai voti mi aspettavo davvero di meglio...

Drugo.91  @  07/11/2010 14:10:36
   8½ / 10
ottimo film dei Coen, che seppur in una storia più seria del solito non rinunciano al loro classico cinismo e realizzano uno dei loro film migliori
BB Thornton incredibile

Sestri Potente  @  16/09/2010 22:08:01
   7½ / 10
Ottimo film drammatico, con una prima parte molto intrigante e scorrevole, e una seconda più lenta e riflessiva.
Molti sostengono che sia il capolavoro dei Coen, per me è "solamente" un buon film, anche perché l'ironia tipica dei due registi si nota solo a sprazzi, e la narrazione viene più volte interrotta dai pensieri del protagonista.
Come tutta la filmografia dei Coen, anche "L'uomo che non c'era" è un film molto particolare, sicuramente curioso e mai banale.
In ogni caso, si tratta di un bellissimo tributo ai noir anni '40.

Febrisio  @  12/09/2010 11:23:29
   7 / 10
I Cohen amano il cinema, ed eccone un'altra prova. Tra giochi geometrici di luci e ombre, vien ricreata una bella fotografia. Forse il gioco non sta solo nella fotografia, ma in tutto il film. Imbastito di tante belle parole, a volte inutili, ma beh...ben rimunerate, personaggi ben delineati, forse anche all'eccesso, citazioni, equivoci, e una trama che s'intreccia, tra fato e conseguenze, prendendosi gioco non solo del protagonista, ma di una società costruita non sui fatti, ma su apparenza e parole... proprio quelle che mancano al barbiere. Una prova, un grande gioco, di buon cinema.

guidox  @  09/09/2010 21:06:07
   8½ / 10
forse il migliore dei fratelli Coen, sicuramente il più particolare.
superbo noir che raggiunge livelli altissimi.

ColdWar87  @  06/09/2010 01:39:56
   8½ / 10
Un eccezionale Noir e forse il miglior film mai realizzato dai Coen...
Billy Bob Thornton da oscar e doppiaggio davvero convincente.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  18/08/2010 15:30:40
   9½ / 10
La parabola dell'uomo inetto inserita nel quadro del noir anni '40.
Se la stanca voce narrante, la limpidissima fotografia in b/n e la storia possono apparire, nel complesso, un artificioso omaggio fine a sè stesso ad un certo cinema, rivolto quindi solo ai cultori, arriva subito, a smentire, l'estremo realismo dei personaggi, che li colloca, oltre che nel loro tempo, anche nel nostro, rendendoli perfettamente vivi, credibili e moderni.
In questo film si potrebbe condurre uno studio sull'espressività di Billy Bob Thornton minuto per minuto: ogni espressione, ogni minima incrinatura facciale rimanda a un particolare turbamento psicologico e si crea quindi una corrispondenza precisa tra il ritratto dell'uomo, delineato attraverso le sue stesse parole e i suoi comportamenti, e il suo aspetto, il suo volto che, per intero, diviene specchio dell'anima e somatizza gli umori interiori.
D'altra parte, personaggi come l'avvocato Riedenschneider, i poliziotti o la famiglia italiana sono caricature esasperate degli stereotipi fissati dall'immaginario collettivo, figure grottesche che appaiono come tante macchiette agli occhi di Ed Crane. Tutti, tranne lui, hanno trovato un posto nella società, hanno adattato il proprio io, lo hanno abbassato alle esigenze richieste. Ed rimane un personaggio complesso e confuso, immenso dentro ma che non riesce ad esprimersi fuori, tant'è che quando la sua persona prova ad emergere subito viene repressa.
Per un uomo incerto, fuori dal tempo, dalla comunità e dagli affetti come lui accettare una sfida come quella propostagli da Tolliver può essere un riscatto e un nuovo inizio; ma anche, più verosimilmente, la fine di tutto.
In questo, il film trova punti di contatto con il nostrano Le conseguenze dell'amore.
Gli eventi sempre più disastrosi che si succedono scivolano letteralmente addosso a Ed; e mentre si assiste alla più totale inefficienza delle istituzioni, la catena trova il modo di chiudersi in un modo del tutto inaccettabile: Ed si ritrova, non sa neanche lui come, condannato alla sedia elettrica.
Accetta di raccontare tutta la sua storia, per nessun preciso motivo perchè in fondo tutto ciò che ha fatto nella sua vita non ne aveva nessuno, la rivede davanti: ogni cosa gli è sfuggita di mano, è stato costretto al ricatto, all'omicidio, pur di uscire dalla quotidianeità, ha dato tutto per cercare di salvare una moglie che non amava, raccontando persino la verità - troppo inverosimile per essere creduta - l'ha vista morire, ma niente di questo lo ha scosso. Ed è un uomo di passaggio qui.
Ora gli aspetta la morte, ma lui si avvia sereno alla sedia e sereno rimane quando fanno partire la scarica: del resto, non è che un modo come un altro per sfuggire alla monotonia della vita.

Capolavoro.

Federico  @  07/08/2010 18:56:36
   7 / 10
il film merita e ha sicuramente diversi pregi ma, IMHO, non basta l'azzeccata scelta del bianco e nero come l'ottima prova di Billy Bob Thorton per far gridare al capolavoro... la modalità del racconto (in prima persona da parte dello stesso protagonista) fa rendere il tutto molto statico per cui alla fine resta l'impressione di aver visto un film molto buono ma senza il desiderio di rivederlo..

Zanibo  @  15/03/2010 11:28:20
   9½ / 10
Nel caso dei fratelli Coen l'unione fa sicuramente la forza: lo hanno scritto, diretto e prodotto!

I personaggi, a cominciare dal protagonista, sono caraterizzati in maniera superba e la storia scorre come un ingranaggio lento ma inesorabile e (ma qua va a gusti) con un fascino che ho trovato in pochissimi altri film.

Un film di grande fascino, che a tratti potrebbe risultare un po' troppo lento/noioso.

edmond90  @  17/02/2010 15:08:37
   9½ / 10
Sembra davvero,come in molti hanno detto,di rivivere l'epoca d'oro del noir anni '40,tanto è realizzato bene questo film.Perfetto nelle atmosfere malinconiche e senza speranza,ineccepibile dal punto di vista tecnico e con un Thorton veramente strabiliante.

RobertDen  @  12/02/2010 12:28:01
   8 / 10
La figura malinconica e depressa del protagonista è sempre presente per tutta la durata del film e magistralmente interpretata da Billy Bob Thornton (geniale protagonista di Babbo bastardo).

Niente da dire sul titolo, rende davvero l'immagine della sua personalità

Molto azzeccata la scelta del bianco e nero.

Finora il miglior film dei fratelli Coen che io abbia visto. Da vedere!

Tom24  @  30/01/2010 15:14:20
   8 / 10
Assieme a "A serious Man" il capolavoro dei Coen. Ispirato e inquietante.

gandyovo  @  19/01/2010 15:59:17
   9 / 10
"Vuoi entrare un momento, Ann?" ...inizio da questa battuta, ripetuta un paio di volte, a commentare questo film gioiello che mi ha incantato e rapito.
Un noir eccezionale, in stile cohen, cupo, malinconico, con i personaggi notevolemente caratterizzati, colonna sonora ad hoc. Il protagonista è perfetto, come le sue sigarette e il tocco di surreale che affiora qua e la è la ciliegina sulla torta. indimenticabile.

cippilippo  @  13/01/2010 00:45:11
   4 / 10
Aiuto!!!
Che fatica che ho fatto per finire di vedere questo film!
E' il quarto che vedo dei cohen dopo fargo, il grande lebowski e non è un paese per vecchi.....e premetto che non mi piacciono molto i loro film...
E questo mi è piaciuto molto meno degli altri!!!
Mi è piaciuta solo la scelta (azzeccatissima) del bianco e nero, ci sono alcune immagini veramente belle!
Ma questo film è di una lentezza da record del mondo!...non fà per me!..bocciato!

tonysea7  @  12/01/2010 16:18:08
   9 / 10
Grandissimo film , nessuna pecca , da vedere assolutamente. Il bianco e nero scelta perfetta , bellissimo il finale e il significato che da' al film la voce narrante.

tylerdurden80  @  14/12/2009 14:35:22
   8 / 10
incredibile,ho trovato un film dei Coen che mi piace...
dopo "non è un paese per vecchi" e "burn after reading" ero ormai convinto che il loro stile non si adattasse per niente ai miei gusti invece mi sono trovato di fronte ad un gran film(non mi stupisco che sia quello meno votato e quindi meno conosciuto...)
un noir bellissimo,stilisticamente perfetto,arricchito da una bellissima fotografia,un'ottima colonna sonora e un interpretazione di Thornton veramente grande,calato perfettamente nella parte.azzeccatissima anche la scelta del bianco e nero e della voce fuori campo.
tutto,dal primo all'ultimo dettaglio,è in perfetta armonia con la bellissima storia di quest'uomo che non c'è

edo88  @  10/12/2009 00:22:13
   9 / 10
Il miglior film dei Coen, L'uomo che non c'era (bellissimo titolo) è un noir perfetto, forse un po' troppo emotivamente distante (come dopotutto tutta loro filmografia - ma è un marchio di fabbrica dei fratelli e lo si accetta ben volentieri visti i risultati), ma indubbiamente di grande stile (e tecnicamente perfetto, sembra un film d'epoca, non del XXI secolo!).
Thornton è poi l'attore ideale per i Coen e dà una grande interpretazione, cinica e fredda proprio come la regia.
Da non perdere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 10/12/2009 00.25.29
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axel90  @  07/12/2009 19:48:21
   8½ / 10
Mai titolo fu usato meglio per un film: "The man who wasn't there", L'uomo che non c'era. Ed Crane, come si definisce lui il barbiere, è un uomo silenzioso, cupo e che lascia scorrere la sua vita monotona, piatta e senza nessun sussulto. Addirittura lascia passare anche la relazione che sua moglie a con un altro uomo.
Fino a quando gli capita la sua occasione e nel suo negozio entra un uomo...
Come già mi hanno mostrato i Coen con il Grande Lebowski, basta un niente per scatenare una grande avventura e così anche qui. Billy Bob Thorton crea un personaggio ermetico, sempre cupo e che non accenna nemmeno ad un sorriso per tutto il film, lasciandosi come sopprimere dalla sua vita. Lui è "l'uomo che non c'è" perchè in definitiva lui è come se non esistesse: intorno a lui tutti provano, fanno, si arrabbiano, gioiscono, mentono... lui non fa niente, nonostante anche la sua vita vada in frantumi.
I Coen sanno come fare cinema e lo dimostrano in questa magnifica pellicola: grande regia avvolorata dal bianco e nero, grandi i personaggi e perfettamente caratterizzati... Ancora complimenti per il finale che non lascia speranza.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  22/10/2009 23:09:47
   8 / 10
I Cohen non mi piacciono particolarmente e anzi alcuni loro film,per quanto buoni,mi hanno deluso come Fargo, Fratello dove sei,Prima ti sposo poi ti rovino fino al recente Burn after reading. Al contrario altre pellicole mi hanno esaltato come Il grande Lebowski e quel capolavoro inaspettato di Burton Fink. Questa pellicola si colloca accanto a queste due (anche e al di sotto di Burton Fink) come bellezza e originalità.
Il bianco e nero fa calare in un'atmosfera da noir anni '50 e Thornton come al solito non fa una piega,per tutto il film mantiene sempre un espressione pensierosa e vacua,quasi dolorosa. Non sorride mai,mai,nemmeno una volta,nemmeno un accenno di sorriso. Questo per me è segno che è un attore straordinario capace di immediesimarsi benissimo in questo ruolo cosi particolare.
La sceneggiatura,come sempre con i Cohen,è complicata e anche abbastanza difficile da seguire ma questa volta i tanti argomenti vengono trattati in maniera da non risultare confusi come in molti dei loro film precedenti.
I personaggi sono tratteggiati benissimo,specialmente il protagonista (merito anche e soprattutto dell'attore) e l'avvocato.
Molto belli e curiosi,inoltre,i vari riferimenti agli alieni e agli ufo che in un film del genere potrebbero stonare incredibilmente ma non risulta essere cosi. Infine,bella anche la colonna sonora con pezzi classici in risalto.
Il mio voto oscillava sul sette e mezzo ma lo splendido finale mi fa alzare il voto a otto,meritatissimo.
L'uomo che non c'era vale tutte le critiche positive che ha ricevuto.

Invia una mail all'autore del commento Gualty  @  15/10/2009 16:05:46
   9 / 10
Molto particolare, evanescente come da titolo.
Il dipinto di un uomo alle prese con l'esserci heideggeriano, oscurato da una vita mediocre, priva di colore come il fumo della sua sigaretta. E nel tentativo di affermarsi, di imporre l'azione nell'implacabile flusso stagnante degli eventi si scontrerà contro l'inerzia del sistema che lotta contro questo tentativo di homo faber. Distruggendo il tentativo di ribellione, stroncando questa " metamorfosi" al rovescio.

bulldog  @  15/10/2009 15:42:52
   9 / 10
Superiore all'ottimo Fargo.
Assieme a Barton Fink probabilmente il capolavoro dei Coen.
Tutte le caratteristiche di Joel ed Ethan vengono qui mescolate ad un noir dall' insana inefficacia kafkiana,il risultato è esaltante.
Un bianco e nero avvolgente ci trascina in un viaggio cupo e pessimista.
Niente a che vedere col mediocre Non è Un Paese Per Vecchi.

TheLegend  @  20/09/2009 20:00:16
   8 / 10
Una piacevole sorpresa questo film,ti trasporta in un'altra realtà.
L'uso del bianco e nero è stupendo.

Manu90  @  02/09/2009 14:54:52
   8 / 10
Profondo, struggente, emozionante. Nota di merito a Billy Bob Thornton, semplicemente straordinario. Un film dal fascino sopraffino. Per ora il miglior film dei Coen che abbia visto.

Invia una mail all'autore del commento RadicalGrinder  @  18/07/2009 17:41:28
   9 / 10
La vita mi ha servito delle mani perdenti, o magari non le ho sapute giocare, chissà... Ora volevo parlare, ma non avevo nessuno accanto a me: ero un fantasma, non vedevo nessuno, e nessuno vedeva me. Ero il barbiere...

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Recensione a cura di Severino Faccin

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