Justine e Michael stanno per sposarsi, il ricevimento si terrà nella casa della sorella di Justine, ma proprio in quei giorni un evento catastrofico minaccia la terra ed i suoi abitanti...
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Una palla micidiale per più di un'ora e mezza, poi si salva in corner con una mezz'ora finale piuttosto intrigante, anche se non eccelsa dal punto di vista della narrazione. Troppo lento, quasi un'agonia, dove i personaggi presentati appaiono irritanti e poco propensi all'empatia e dove i fatti raccontati non lasciano granchè risultando statici e apatici. Non male il cast e l'aspetto visivo ma di von Trier preferisco altro.
Primo film che vedo del regista danese, consapevole del suo stile originale, ma allo stesso tempo incuriosito e intrigato anche dalle belle recensioni.
Niente da eccepire su colonna sonora, fotografia e anche la meravigliosa location della villa svedese. A questo si aggiunge un cast importante che però viene ampiamente sottoutilizzato. Tuttavia la trama nella sua lentezza non è minimamente riuscita a suscitare qualche emozione, se non in rare occasioni. Le poche vicende narrate vengono rappresentate in modo molto introspettivo, anche considerando la vicenda personale del regista che ha spinto a girare "Melancholia", ma resta un prodotto molto di nicchia, di quelli che piacciono o non piacciono. Pur apprezzandone l'originalità, rientro nella seconda categoria.
Ciononostante, credo di dare una seconda chance a Von Trier con qualche altra pellicola come Dogville o Le onde del destino.
Diciamo che deve piacere un po' lo stile di questo regista, altrimenti è dura arrivare alla fine. La prima ora, con i festeggiamenti del matrimonio, l'ho trovata molto pesante, inutilmente lunga, in un quarto d'ora si poteva far capire tutto invece di tirarla così tanto per le lunghe. Quando comincia ad entrare in scena il pianeta la cosa si fa un po' più interessante, anche se a mio avviso è un'idea poco sfruttata: il malessere della straordinaria Kirsten Dunst ad esempio è non o mal spiegato, qualche riferimento in più all'influenza del pianeta non avrebbe guastato. Inoltre è un film totalmente irrealistico, non è specificato in che epoca è ambientato ma dalle auto del matrimonio desumo ai tempi nostri, e sembra che nessuno sappia che un pianeta sta per avvicinarsi alla Terra...
Visivamente non così eccezionale, o meglio ci sono alcune scene veramente degne di nota dal punto di vista fotografico, ma lo stile del regista soprattutto nei primi piani e nelle scene movimentate non mi è piaciuto per niente, da far venire il mal di testa. Anche i rallenty dei titoli di testa non mi hanno per nulla entusiasmato.
Film allegorico che spazia e cerca di cucire vita, morte e nichilismo attraverso il filo conduttore della depressione della protagonista. La pecca, gigantesca, è la superbia del regista, che inquadra personaggi a senso unico per portare sull'altare il finale scritto dall'inizio. La visione e la componente nichilista deve valere all'interno del film, non dei personaggi, altrimenti si soggettivizza e non ha senso. L'ho trovato per questo sentenzioso, autoritario e autoreferenziale, troppo autoreferenziale. Questo, a mio avviso, non permette la creazione di una logica coerente tra le tematiche affrontate, rovinando il film, cioè l'allegoria. Ho letto con molta curiosità la recensione e anche molti commenti. Ho letto dei nove e dei dieci grotteschi, ma anche degli otto, dei sei, e dei cinque ragionevoli. A me non è piaciuto e mi è sembrato di perdere tempo (cosa che mi accade raramente, per fortuna), ma riesco a comprendere le ragioni di cha espresso pareri positivi. La recitazione e la fotografie mi sono piaciute, mentre l'uso delle inquadrature appositamente approssimative e sballonzolanti, per niente.
Lars von Trier sta passando nella contemporaneità come regista alternativo e pazzoide; noi non smentiamo assolutamente queste concezioni circa questa regia; allo stesso tempo, però, vogliamo aggiungere che Lars von Trier nel suo, è portato in alto in modo alquanto eccessivo. Dopo aver visionato diversi lavori del cineasta ci accorgiamo che gli squilli di grandezza e compiutezza girano intorno (forse esclusivamente) al doppio "Nymphomaniac"; quanto al resto Lars von Trier è stato protagonista di sciagurate crociate. Su una immaginata torre se dovessimo scegliere quale film buttare giù fra "Antichrist" e quello del 2011, ossia "Melancholia", probabilmente opteremo per un ordigno posto alla base della stessa torre. Insomma Lars von Trier sembra parlare ad un deserto personale e mostra i segni di una depressione e di una veduta a dir poco drastica e terminale delle cose. Difficile trovare consensi sinceri.
"Melancholia" a dirla tutta convince già poco dalla trama; si mescolano in essa situazioni catastrofiche e personali, in pratica i dubbi sembrano erigersi immediatamente. Non bastasse ciò il film si priva anche della stessa proiezione di storia ancorandosi ai piedi di una sceneggiatura povera e marcia. Prevalgono i silenzi e le ripetizioni; il problema è che la prova per lo spettatore dura circa due ore. La noia sventola lo stendardo della vittoria totale. Qualche fanatico estimatore della regia probabilmente porterà avanti, come pretesto di giustifica, una serie di teorie circa il messaggio registico. La depressione dell'individuo legata ad un bagaglio emotivo umano e vivo; per qualcuno tornerà alla mente qualche messaggio di Bergman; ma questi parallelismi rimangono solo approssimativi, approfondirli sarebbe rendere superficiale la filmografia dello stesso Ingmar Bergman; non ci pare il caso.
Lars von Trier continua come suo solito in una confessione riservata mossa ai piedi di una non corrispondenza; ermetismo e monotonia se messi insieme sono come l'esser ubriachi e spavaldi ad un tavolo di roulette, generalmente son dolori atroci.
Uno dei film più noiosi della storia del cinema. Lar Von Trier, regista paraculato, chissà a chi l'ha dovuta dare per essere assegnato come regista, sforna il suo solito (perchè non c'è un suo film che sia veramente dignitoso) che dopo 5 minuti si rivela una palla mortale.
Un vero sonnifero, scene che potrebbero durare 5 secondi, durano mezz'ora (in perfetto stile Sergio Fulci), più una cinepresa che non sta mai ferma, esempio lampante della mancanza di competenza di Von Trier. Non parliamo delle scene senza senso (lei nuda nell'acqua!?!?!?)
Poche balle questo regista non merita 2 lire, io e tutti quelli che hanno visto questo film hanno dato lo stesso verdetto "che palle di film!", si salva solo la gnoccona di Kirsten Dunst.
BRUTTO E PESSIMO, il cinema sta morendo per colpa di questi film del kaiser.
Conosco bene Von Trier, mi affascina molto, e trovo il suo modo di vedere le cose geniale. Fin'ora i suoi film li ho più o meno apprezzati tutti e un bel giorno mi ritrovo davanti Melancholia.. come non vederlo?!
Bè, il genio c'è a mio avviso, ma questa è un'opera particolarissima.. è molto lenta e enigmatica, a tratti prolissa, a tratti snob, a tratti superba, a tratti comatosa. Non è riuscito a coinvolgermi, in alcuni momenti mi ha anche infastidito, forse anche per quel ***** di traballamento continuo della macchina da presa.. La storia non si lascia seguire, cerca sempre di mandarti fuori strada, fino a quando per forza di cose deve portare ad un epilogo, il quale fortunatamente è la parte migliore del film. E' questa la sensazione che mi dà il buon LVT, quando cerca di divagare diventa antipatico e saccente, ma quando è obbligato a darti una spiegazione lo fa in maniera convincente. Un plauso per la bravissima Dunst.
mi dispiace abbassare la media, anche perché fotografia e colonna sonora per me sono stupende. purtroppo però il film non decolla mai e alla fine della prima ora non è ancora ben chiaro dove si voglia andare a parare con la storia fin lì raccontata. nel complesso per me è davvero troppo lento e piatto, non succede praticamente nulla per due ore e come già detto da altri non ti lascia nulla.
Ci ho messo 15 anni a riprendermi da Le Onde del Destino ma adesso mi sento preparato ad affrontare un altro film di von Trier. Sono pronto.Sono pronto. Non ero pronto. Già al 7' accuso i primi sintomi di insofferenza:'Ma il film è tutto così?' Al 40' rimpiango le immagini stile Intervallo RAI (a colori,slow motion) dei primi minuti. Sono in balia di un matrimonio tragico. La macchina da presa balla che sembra di essere sul ponte del Titanic:forse vuole rendere l'instabilità mentale di metà degli ospiti.Ma io ho bisogno di un antiemetico. Si prosegue con la location del ricevimento che è diventata osservatorio privelegiato per il passaggio di Melancholia (il pianeta). Tra un bagno caldo e una colazione all'aperto constatiamo che i prolemi di salute della neo-sposa sono genetici. Io intanto sono entrato,già da un pò,in rotta di collisione con Melancholia (il film) e resto in attesa del tragico,quanto liberatorio finale.
Morale:che gli frega ai depressi della fine del mondo.
Quello tra me e Lars è un rapporto sulla lunga distanza,costruito,anzi demolito 'mattone' dopo 'mattone'.
Premettendo che la protagonista è stata molto brava nella parte della pazza anche se la sorella in molte scene è un personaggio quasi più interessante ma il film è tremendamente noioso. Belle le scene inziali, i sogni e le farneticazioni folli della giovane sposa ma anche troppo altalenanti e lente...ho trovato questo film davvero particolare e con effetti scenografici interessanti ma il finale è scontato, la trama è lenta e inconcludente ed in sostanza non lascia niente...
Stimo molto Von Trier ma questo film non mi è arrivato. Malgrado la bravura degli attori e la bellezza di certe immagini non ho saputo apprezzare in toto il film.
Tanto fumo e poco arrosto, così posso descrivere questa pellicola di Lars von Trier. Troppo lento a mio avviso, la seconda parte del film è però sicuramente più avvincente e alza il mio voto finale.
Ma non scherziamo... anni luce lontani da un capolavoro e neanche vicini al' esser un bel film. Non basta distaccarsi da un cinema commerciale per esserlo, non basta portare la visione di un film ad assimilarla a qualcosa di esasperante per chi guarda, non basta un po di fotografia a spruzzi ecc. la faccio breve, NON BASTA fare un film "da intellettuale cinematografico" x renderlo un capolavoro. Non facciamo finta che c'è tanto di profondo sotto la buccia (che non c'è manco quella)
NCS e se non era di Lars non so nemmeno se aveva sta schiera di "fan".
E' sempre difficile prevedere cosa aspettarsi da un film di Lars Von Trier, e anche questo "Melancholia" lo dimostra. Sembra partire bene, poi con il passare del tempo, soprattutto nel secondo "atto", si ingarbuglia su se stesso non riuscendo più ad essere comprensibile (quantomeno io il finale non l'ho capito e quindi apprezzato). 4!
avete presente il primo fotogramma del film? ecco, avete senpre presente il viso in primo piano della protagonista??? ok! sono sicuro che sara' la stessa faccia che avrete voi alla fine del film! esausti di vedere la nullita' fatta in pellicola. mi dispiace perchè dopo dogville speravo in qualcosa di piu'!!!! ma oltre a vedere una sposa depressa che durante il suo matrimonio preferisce andare a farsi un bagno, urinare sopra un campo da golf ( con 18 buche ) , rifiutare di fare sesso con suo marito , per poi fottersi un ragazzo sempre su quel campo da golf e nello stesso punto dove 10 minuti prima aveva allegramente pisciato, per poi finire finalmente questa benedetta festa e cominciare a prepararsi alla fine del mondo nuda davanti ad un pianeta che sta per distruggere tutto e toccarsi le tette( belle x carita')eccitandosi come una malata cronica, sotto gli occhi di una perplessa sorella. . . . 2 ore ed un quarto !
Ci tengo subito a dire che il film che mi ha catturato fin dall'inizio, dove ho apprezzato le enormi capacità creative e tecniche da parte del regista senza farmi influenzare dall'esternazioni assurde che ha fatto poco prima che uscisse il film in Italia.
Sinceramente non vedevo l'ora di vederlo e apprezzare un regista controtendenza come Lars von Trier, capace con la sua opera di trasmettere un ventaglio enorme di geniali sfumature che comprendono tutti i colori possibili dell'animo umano.
Non dico e soprattutto non penso che sia una scelta sbagliata inserire personaggi difficili da digerire e proporre una storia paradossale,catastrofica dove i caratteri e gli animi vengono messi a dura prova. Anzi è una qualità dell'artista il voler osare o cmq proporre un punto di vista completamente nuovo e diverso (che a volte ti eleva a genio) dagli standard mediocri a cui spesso siamo abituati. Senza quella voglia di osare non avremmo mai avuto artisti con Picasso, Van Gogh e Fontana.
Purtroppo però il film non è piaciuto affatto e perdonatemi se non sono riuscito ad oltrepassare quel taglio nella tela.. forse il taglio non l'ho proprio visto...forse mi sono fermato solo al colore nero.
incredibile come molti di voi abbiano visto il capolavoro......................... un'insignificante accozzaglia di sentimenti deprimenti e cinici sulla vita.............sulle persone..........sull'amore........
la bionda: ti stai sposando? per quale motivo hai deciso di sposarti se non lo ami?in piu' lo tradisci il giorno del matrimonio? e poi quante volte ti lavi? voto 1
la mamma: che ci vieni a fare al matrimonio di tua figlia? solo per fomentare l'indolenza della figlia verso il matrimonio e il marito? voto 1
il papa' playboy: che ci vieni a fare al matrimonio di tua figlia? solo per farti prendere in giro dalla ex moglie e per fare il playboy da strapazzo? voto 1
il marito della sorella: lo sapevi di avere una cognata depressa al midollo? allora perche' hai fatto il ricevimento nella tua villarda? e perche' gli rinfacci che ti e' costato una cifra sempre il ricevimento?e soprattutto perche ti suicidi? ma che uomo di m...a sei voto 1
la musica: musica di sottofondo per creare l'atmosfera...........atmosfera de che? insignificante e direi esageratamente invadente..... mi ha ricordato il film kyashan - la rinascita del 2006 dove anche li la musica e' stata troppo inflazionata voto 1/2
Il voto è 5.11 qui approssimato a 5 per ovvi motivi.
Questo film trasmette emozioni di inquietudine e insensatezza, le quali sono emozioni non molto gradevoli da provare.
C'è un tocco di poesia, ma la poesia si gode in un contesto di emozioni positive e non avvilenti.
Personalmente giudico questa film un prodotto privo di messaggi positivi, e inutile e distruttivo.
Le persone tristi e depresse sono quelle che secondo me potrrebbero apprezzare meglio il film perché più in tono con il loro modo di vedere il mondo. Le persone solari e vitali invece dovrebbero cercare di evitarlo, perché non ci troverebbero in esso nulla di interessante, se non qualche scena da grande impato visivo (soprattutto se visto al cinema).
Delusione totale. Primi dieci minuti da suicidio. Poi un matrimonio surreale. Poi l'attesa per quello che si sapeva dopo i primi 10 minuti. Il tutto raccontato con la solita ripresa ballerina nella noia più totale. Ottime interpretazioni e fotografia? ma chi se ne frega.. Ammetto di essere stato fuorviato ingenuamente dal trailer....
Non ho ancora ben capito se mi è piaciuto... I primi 10 minuti sono strepitosi! La prima parte abbastanza confusa e lenta,con ottime interpretazioni,mentre la seconda parte piu veloce ed intrigante. Come sempre Lars è visionario e interessantissimo,e ha un modo tutto suo di vivere il cinema che io trovo stupendo. Non il suo miglior film...
Dunque...Mi meraviglio davvero di chi ha dato 9 o addirittura 10 al film...Credo che sia dovuto solo alla fama del regista...In ogni caso é un film diviso in due e per quanto la seconda parte sia più sopportabile della prima credo che sarebbe meglio comprarsi un pacchetto da 20 di sigarette che vedere questo film. Il fumo uccide ma anche questo film é di un pessimismo che ti ammazza.
La prima parte parla di Justine, la sorella ****, che si sta per sposare e che non é affatto convinta, tanto che si fa un altro durante la festa sopra il prato dove ha urinato. Senza contare che tiene un viso di mxxxa per tutta la festa.Il padre che é un play boy di tipo 70 anni che batte qualsiasi ragazza basta che respiri. La madre pessimista e fuori di testa che dice parole senza un senso e l'unico sano di mente sembra essere il marito di Justine. Assurdo il fatto che lei si faccia un bagno ogni 20 minuti!
La seconda parte parla della sorella di Justine, brutta e completamente di versa dalla sorella, che ha un figlio e un marito che non vedono l'ora di vedere passare il pianeta che PROBABILMENTE andrà addosso alla terra, ma loro sono sicuri di no -.-'' La sorella di Justine é convinta del contrario tanto che é ossessionata dall'evento. Giusto per non pensarci prende in casa Justine che, chiaramente, non fa altro che parlare di quanto sarebbe bello morire.
Vi giuro dopo i primi cinque minuti volevo uscire dalla sala, poi però ho detto, vabbé dai vediamola fino infondo. Avrei dato 1 al film ma il finale é discreto (nel senso degli effetti speciali) e l'attrice che fa Justine é favolosa. Ma da evitare come la peste.
Assolutamente soporifero e privo di intensita' nella narrazione.Apprezzato particolarmente la interpretazione della sorprendente Kirsten Dunst,che in Spider Man ha fatto solo la gallina per tutto il tempo,e ringraziamo Lars per aver fatto brillare una stella che aveva da tempo delle potenzialita' da sfruttare. Invece e' il resto del film che non l'ho proprio digerito.Tema distruttivo nei confronti della societa' moderna decadente utilizzando l'espediente del mondo che sta per finire ok,ma il ritmo non mi ha convinto per niente. Io sinceramente mi aspettavo un finale coi botti dove almeno coinvolgere lo spettatore visivamente,con attori che mostrano la vera paura di perdere le proprie vite e ambientazione che piano piano si sfascia.Invece nulla di tutto cio'.La durata calcolata non ha giovato al prodotto finale.
Resto sul mio 4..pensavo di assistere ad un qualcosa di meglio nel genere catastrofico.
Me l'hanno presentato come un capolavoro, senza ombra di dubbio un film curato, ma assolutamente noiosissimo, non mi ha mai preso e non mi ha trasmesso assolutamente niente, sono riuscito ad arrivare alla fine solo perché ero curioso di vedere se succedeva qualcosa che mi colpisse. Mi ricorda i film di Visconti uno dei "grandi" del cinema italiano (virgolettato perché non condivido), la lentezza del film e deprimente, è deprimente il tema, ma ci può stare, ma almeno che trasmetta qualcosa e per finire tutto il testo del film potrebbe entrare dentro un solo SMS... Detto questo vi consiglio vivamente di non guardarlo a meno che non vi piacciano questi generi. Non mi spiego assolutamente un voto così alto.
Subdolo. Stupido. Noioso. Inutile. L'abile rappresentazione di Trier cavalca le realtà del nostro tempo: mai come prima ci troviamo di fronte all'angoscia di vivere, in un mondo in cui abbiamo tutto, ossia niente. La vita non ha senso, il mondo è un groviglio di solitudine e l'esistenza umana è vuota. La morte stessa non è che una fine senza senso in un universo insensato. Il buon Lars per non contraddire il messaggio ha sviluppato una pellicola senza senso. La realtà rappresentata è irrealistica, forzata. Lo spettatore è bombardato dal nulla per tutto il film, e dato che l'animo umano poco si confà al nulla emotivo, raccoglie l'unica cosa possibile durante la visione: l'angoscia. Angoscia dovuta a tanto nulla, amplificata dalla propria angoscia personale. Poco vale se ciò contraddice il decantato vuoto dell'umanità, l'importante è che lo spettatore sia colpito. E qualcuno dovrebbe chiedersi come mai con l'aumentare della superficialità della società si ha anche l'aumento della presunta profondità di film del genere. Coincidenze. Chi elogia animatamente la fotografia e la tecnica di questa pellicola dovrebbe anche ricordarsi che vi è una cinematografia che surclassa lo stesso Trier con budget e mezzi tecnici del tutto inferiori, ma questa critica bisognerebbe lasciarla ai puristi che studiano la bellezza delle cose con righello e calcolatrice... magari gli stessi che esaltano questo capolavoro di bellezza visiva. La cosa più scioccante di tutto il film è data dall'apprezzamento di chi lo guarda. Ma davvero tali individui hanno un'esistenza tale da giudicare realistica la realtà rappresentata? Davvero hanno una vita vuota, così piena di solitudine e mediocrità? Eppure se qualcuno dei voluttuosi spettatori dal 10 facile uscisse dal cinema per guardarla un po' dal vivo questa esistenza, vedrebbe un'enormità tale da ritenerla insipida quella rappresentazione. O almeno troverebbe qualche buono spunto per evitare solitudine e mediocrità... La volontà "nichilista" e profondamente materialista di Lars coglie il bersaglio talmente bene da annullare la sua stessa opera. Pellicole superiori e molto più riuscite hanno perseguito lo stesso intento in modo più lodevole e meno esplicito. Persino chi si trova dalla stessa parte del regista non può non notare gli eccessi di questo film. Icaro-Lars vola verso l'arte con tale spinta d'intenti da rimanerne bruciato, colando a picco nell'oceano dell'inutilità. Ed io non posso che consigliare a chi volesse vedere questo film, di utilizzare in modo più proficuo due ore della propria esistenza, fossero anche spese a contare formiche mentre un'enorme palla bluastra si avvicina minacciosa alla Terra.
Dalla media mi aspettavo un bel film. Raramente una media così alta inganna, soprattutto se non ci sono voti negativi in giro.
Eppure io ho trovato questo film di una noia pazzesca; a volte vengo spinto a vedere qualcosa, anche se non mi piace, solo per curiosità ma, in questo caso, non avevo nemmeno quella e gliel'ho data sù.
Boh, forse l'ho visto nel momento e con la compagnia sbagliata, non lo so, ma ho trovato questo film piuttosto deludente.
Tutto simboli... e poi? Nessuna esperienza onirica, nessuna emozione. L'unico divertimento della pellicola e mostrare simbolismi nei personaggi, nelle cose, nelle situazioni. E' questo il cinema che deve stupire? Ho amato i vecchi film di Von Trier, ma questo non mi ha lasciato proprio nulla. Da rivedere, sicuro, ma non credo possa cambiare il mio parere.
il tema non era male, il problema è che i film di lars von trier rispecchiano solitamente la sua mente, è un uomo pessimista e ateo fino al midollo, immorale e depravato. lo ha sempre dimostrato.
Non riesco a comprendere tutti i giudizi incredibilmente positivi legati a questo film di Lars von Trier: probabilmente il mio parere è legato a una personale impossibilità di comprendere a fondo lo stile del regista, ma, a parte alcune scene che, oggettivamente, rimangono nella mente (primi 10 minuti e scena finale), tutto il resto mi è parso un già visto estremamente fastidioso: l'eterno scontro tra una vita condizionata da un totale nichilismo e una vita orientata agli affetti terreni. Senza entrare in particolari già discussi nei commenti precedenti, dico solo che questo film mi è risultato PESANTE, estremamente PESANTE.
P.S. Tra l'altro è stato l'unico film che abbia mai visto in cui più di qualche persona ha abbandonato la sala, fatto che, a mio parere, deve far pensare sulla capacità effettiva della pellicola di 'comunicare' al pubblico il messaggio voluto.
Lars Von Trier, questo omo lo conobbi "filmograficamente" parlando nel lontano 2000 con "Le onde del destino" (che poi è del 1996). Tralasciando il fatto che ha una storia particolare, il film si lascia vedere tranquillamente.Veniamo a quello che reputo il suo capolavoro: "Dogville". La minaccia del nuovo in un paesino dove tutto scorre nella sua normale routine, veramente bello e con un finale mozzafiato. Antichrist non l'ho visto, ma passiamo a Melancholia.Entro dentro al cinema tutto gasato insieme a Omy convintissimo di vedere un capolavoro, a metà del film il mio vicino di sedia si alza, lascia il giacchetto con sotto qualcosa e va via. Ho pensato seriamente che avessa lasciato una bomba per farci finire l'agonia!! La cosa buffa è che ne ero quasi felice, invece poi è tornato (uffa). Il film già inizia male per i miei gusti, troppa saccenza divina nelle scene da "apocalisse pittoresca". Poi la pallosità depressiva della bionda che sembra svanire e gioire per l'arrivo dell'impatto planetario avendo pena solo per il povero pargolo. La nevrastenica mora che smatta e perde il lume per poi rassegnarsi (come i cavalli che smettono di belare e tornano nel giardino a brucare l'erba). Il film può anche essere uno grossa metafora ed avere bug ovunque, il pianeta che si stianta sulla Terra e la capannina con i legni che resiste in piedi fino alla fine, la gente che non sa o no se il mondo finisce, la bionda che non si sa o no se conosce il futuro delle cose ed infatti non si sposa. Mi viene solo da pensare che il regista voglia far vedere la differenza di carattere tra le due sorelle, una che si dimostra "debole" nelle routine quotidiana per poi diventare "forte", e il rovescio della medeglia nell'altra sister. E' anche vero però che se una persona vede sempre tutto di merda, è normale che quando arriva di fronte alla morte GLOBALE se la prenda con meno peso di una persona mentalmente più positiva alla vita. La parola GLOBALE è mooolto importante perchè una persona in depressione come la sorella bionda magari non avrebbe mai trovato il coraggio di togliersi la vita da sola, e avrebbe continuato la sua agonia, mentre nell' "occasione" succulenta di una strage generale viene fuori proprio la tranquillità di affrontare la signora con la falce con il ghigno di sfida di chi non ha nulla (o poco, nel caso del film il bimbo della sorella) da perdere. Vabbè, ho tirato la mia opinione, resta il fatto che non mi è piaciuto proprio una sega il film, troppi ricami sul nulla. Pensa di aver scoperto l'oro, invece è l'acqua calda.
Spinto dai primi commenti che sembravano dimostrare un ottimismo oltre misura, decido di abbandonare le diffidenze sul regista e vado a visionarlo....Avessi avuto un telecomando a portata di mano, avrei spento il tutto o avrei usato il tasto di avanzamento veloce per arrivare ai titoli di coda dopo i primi cinque minuti di visione. Non voglio assolutamente vestire le spoglie del critico da populino, ma desidero solamente avvissare chi ancora non lo avesse visto, che sarebbe meglio buttare i soldi direttamente in un cassonetto piuttosto che vivere quasi due ore d'agonia. Ah, un'altra cosa. Qualora vi sia proprio impossibile evitarlo perchè ve l'ha ordinato il medico, portatevi un thermos pieno di caffè onde evitare di cadere in letargo.
premetto che sono una fan di Trier, che lo seguo da Medea, che ho apprezzato persino l'elemento del crimine e visto tutti i suoi film... eppure questo mi sembra una ca...gata pazzesca. Non può tutte le volte psicanalizzarsi (cf. ad esempio Le cinque variazioni) e infliggere alla rinfusa le sue patologie all'inerme pubblico. La scena che condensa tutto il film è
Come sempre la madre è fuori di testa, come sempre la donna è pazza e istintuale e anche un po' strega, mentre l'uomo è vigliacco e presuntuoso. E ancora: se la donna guarisce e rinsavisce, ciò vuol dire che il disastro è irreversibile. Melancholia è la depressione di Trier, che gli gira intorno, nascondendosi dietro di lui e al suo successo, ma alla fine lo distruggerà? o forse Justine è la sua catastrofica parte oscura, che cerca di essere "anticonformista" come può esserlo un bambino viziato e profondamente borghese (quale lui è, per quanto cerchi di camuffarsi)? Certo è che se sua madre l'ha cresciuto senza regole, e poi l'ha sbattuto in manicomio (a 18 anni) non contenta dell'effetto che aveva ottenuto, qualcosina di malsano e rancoroso gli rimarrà... Però non può rimanere sempre lì, sempre allo stesso punto, sempre così autoreferenziale... diventa noioso! La prima volta colpisce, la seconda continua a farti riflettere, ma poi... annoia... Bellissima fotografia, senso artistico e poco altro. una gran delusione...
Von trier sta male - come afferma pompiere nel magnifico commento che precede il mio. E' senz'altro vero che questo "Melancholia" sia un film pregevolissimo sotto il profilo visivo, e dotato di una forza espressiva non comune, molte delle cui immagini sono sicuramente destinate a restare impresse per anni. Condivido poi anche quanto afferma ancora più sotto Bulldog, che se per nichilismo sarei portato a stroncare il film, ammetto che anche in questa pellicola di un regista che ho sempre apprezzato molto si avvertono come dei disvelamenti, come il "balneare di certezze più elevate fra caos estremi, la percezione quasi magica di una realtà delle cose esistenti nella loro essenza e purità". Non per nichilismo è un film sbagliato. E' un film supponente che, lo si avverte con estremo vigore, appare squilibratissimo nel suo essere scritto e realizzato non semplicemente con la (per Von Trier, tradizionale) irriverenza nei confronti dello spettatore e della donna, ma stavolta con un carico aggiuntivo di stanchezza astiosa nei confronti dell'umano consesso. Un astio, stanco, che ha superato la disillusione e la lucidità, e si è arreso alla depressione e al furor vendicativo.
La messa in scena dell'apocalisse non è priva di un indigeribile cattivo gusto nel trattare i caratteri umani come ridicoli insetti da commiserare. E non c'è vera arte in ciò; l'atteggiamento di Von Trier si avvale di un talento in passato fulgente, ma ora ridotto a routinaria tracotanza. Il regista danese vuole incantare, e ha successo (visto l'entusiasmo che leggo) nel blandire in modo impudico tutte le maggiori ansie e complessi anti-borghesi di noi tutti. Ma se mi sono riconosciuto, sì, anche io, nelle frecciate che la prima parte del film rivolge al consesso sociale medio, quello borghese, cogliendo (facilmente) nel segno grazie al fatto di avvalersi dell'esasperazione della falsità, dell'ipocrisia, del "politically correct" e dei "buoni sentimenti di facciata", propri di una cerimonia nuziale, è la seconda, infinita parte dedicata all'Attesa, a sfibrare con una narrazione povera, poverissima, tutta rivolta a rendere lo spettatore partecipe dell'attesa (alla Ionesco, alla Beckett), ma completamente priva di vigore narrativo altro che non la messa in scena didascalica dei tre possibili modi di Attendere una catastrofe: l'ansia disperante (Claire), l'indifferenza depressa (Justine) o l'ipocrisia mediocre e suicida (il marito di Claire). Capita quest'ipostazione in pochi minuti, la restante ora di proiezione rappresenta un'intenzionale tortura dello spettatore, colma di arroganza.
Ho stavolta provato per Von Trier, che ho sempre ammirato molto (e condisceso nelle prove meno riuscite), una sorta di commiserazione.
Per me questo suo film non è affatto incondivisibile nelle suggestioni che vuole lasciare; è però profondamente ingenuo, infantile, quasi capriccioso. E inscusabile, di conseguenza, per quanto vuole essere intollerabile.
Il capo di Justine che le chiede di lavorare il giorno del suo matrimonio, incarica un ragazzino di estorcerle se ha partorito qualche idea e lo licenzia qualche ora dopo. Ah, già, lei ci fa pure sesso sul green di una buca di un campo da golf (la stessa su cui ha urinato qualche minuto prima?) dopo aver rifiutato il marito!
... la sua depressione non giustifica la sua caratterizzazione. Per non parlare di come alla fine del film sembra riacquistare per magia lucidità mentale. Una persona che soffre di depressione guarisce all'alba dell'apocalisse?
Il film ha, come già detto, un ritmo eccessivamente lento e non ho capito la scelta di riprendere alcune scene come se si trattasse di una videocamera amatoriale. La fotografia non è male ma gli senari sono decisamente pochi. Ok, d'accordo che non si tratta di un film alla Armageddon, ma qualcosina in più si poteva dare in pasto allo spettatore. L'occhio vuole la sua parte. Ma ...
anche le orecchie: le informazioni sul fenomeno potenzialmente fatale che sta per verificarsi, potrebbero essere un pò più esaurienti anzichè ... mancanti. Praticamente non si sa nulla della minaccia mortale che sta per abbattersi sul genere umano.