teorema regia di Pier Paolo Pasolini Italia 1968
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teorema (1968)

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locandina del film TEOREMA

Titolo Originale: TEOREMA

RegiaPier Paolo Pasolini

InterpretiSilvana Mangano, Terence Stamp, Massimo Girotti, Anne Wiazemsky, Laura Betti, Andrés José Cruz Soublette, Ninetto Davoli, Carlo De Mejo, Luigi Barbini, Giovanni Ivan Scratuglia, Alfonso Gatto, Susanna Pasolini

Durata: h 1.38
NazionalitàItalia 1968
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1968

•  Altri film di Pier Paolo Pasolini

Trama del film Teorema

Uno strano ragazzo, molto attraente ed affascinante è ospite per qualche giorno di una famiglia borghese, e fa innamorare di sè tutti i componenti della famiglia: la madre, il padre, i due figli adolescenti e la governante...

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Voto Visitatori:   7,86 / 10 (42 voti)7,86Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
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Voti e commenti su Teorema, 42 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Mpo1  @  03/04/2019 00:54:22
   8½ / 10
Attaccato dalla Chiesa cattolica per la sessualità esplicita (ma il film è piuttosto casto nelle immagini, soprattutto se confrontato con le opere successive dell'autore) e processato per oscenità, in realtà "Teorema" vede proprio nei suoi aspetti psicologico-sessuali il maggior motivo di interesse, mentre la parte più politico-religiosa può suscitare qualche perplessità. Se fosse la storia della liberazione sessuale di una famiglia a opera di una sorta di angelo pansessuale (ho letto una recensione in cui si diceva che il pacco di Terence Stamp è il vero protagonista della pellicola…), forse sarebbe molto più interessante. In realtà, pare che per Pasolini l'ospite misterioso rappresenti il "sacro" e le reazioni dei membri della famiglia all'incontro con lui simboleggino l'incapacità della "borghesia" di vivere il sacro nel mondo moderno, per cui ognuno scopre qualcosa di se stesso ma non riesce a viverlo pienamente: così la figlia diventa catatonica, Il figlio si dà all'arte ma ritenendosi un incapace e un mistificatore (il figlio è la figura più autobiografica del film, e i suoi tormenti personali e artistici rispecchiano in parte quelli di Pasolini, anche se alcuni elementi dell'autore si possono ritrovare anche negli altri personaggi; inoltre, nelle opere del figlio si può anche vedere una critica del regista ad alcuni aspetti dell'arte contemporanea), la madre cerca finalmente di vivere liberamente la propria sessualità ma è oppressa dai sensi di colpa (che, oltre a trasparire dal suo atteggiamento, sono evidenti quando alla fine entra in una chiesa), il padre si libera dai suoi averi ma finisce a gridare nel deserto… Sorte diversa sembra capitare alla serva, che torna al paesello a compiere miracoli. Si tratta della solita idealizzazione pasoliniana del sottoproletariato, contrapposta all'odio verso la borghesia, radice di tuti i mali; una contrapposizione che, se oggi appare totalmente anacronistica, già allora poteva sembrare poco lucida. Comunque, il film è riuscito al di là delle intenzioni dell'autore: è abbastanza criptico da dare allo spettatore una certa libertà di interpretazione, riuscendo poi a creare un'atmosfera sospesa e ipnotica (pochi sono i dialoghi), con vari momenti notevoli (pensiamo per esempio al finto film muto dell'inizio). Mi sembra di aver scorto qualche influenza di "Deserto rosso" di Antonioni. Per me comunque la prima metà (dominata dal fascino di Stamp) è migliore della seconda (la parte con la serva ovviamente è quella che mi piace meno). Il fatto che un personaggio maschile sia il comune oggetto del desiderio (sia femminile che maschile) è certamente una rarità in un cinema italiano abituato all'esaltazione della figura femminile. Perfetti gli attori, con Stamp e la Mangano che hanno la migliore presenza scenica. Tra le figure secondarie, un giovane Carlo De Mejo (figlio di Alida Valli e futuro interprete di horror fulciani) è il ragazzo biondo che la Mangano abborda per strada.
In breve, uno dei migliori film di Pasolini.

Oskarsson88  @  27/03/2018 23:17:49
   6½ / 10
Un po' faticoso, pochi dialoghi, molti simboli, comunque apprezzabile la critica sociale alla borghesia attraverso l'angelo divino che fa riscoprire a tutti un'altra parte di sè mandandoli in crisi diverse tra loro.

kafka62  @  25/03/2018 19:35:53
   6 / 10
"Teorema" è una fredda, razionale e geometrica esemplificazione (un teorema appunto) di come la classe borghese, irretita nei suoi falsi valori dell'ordine, della rispettabilità e del possesso, non sia più in grado di nutrire un autentico sentimento del sacro. Una famiglia di agiati borghesi viene visitata da un ospite misterioso (inequivocabile manifestazione del divino), il quale, dopo essersi conquistato la fiducia e le simpatie di tutti (la domestica compresa), fa l'amore con ciascuno di loro, sconvolgendone per sempre l'esistenza. "Il mio sconosciuto – ha detto Pasolini – non è Gesù inserito in un contesto attuale, non è neppure Eros in senso assoluto, è il messaggio del dio impietoso, di Jehovah, che attraverso un segno concreto, una presenza misteriosa, toglie i mortali dalla loro falsa sicurezza. E' un dio che distrugge la buona coscienza conquistata a buon prezzo, a riparo della quale vivono o vegetano i benpensanti, i borghesi, chiusi in una falsa idea di se stessi". Quando l'ospite parte, i personaggi, pur completamente trasformati e rinnovati, non sono capaci di convertire l'autenticità che si è palesata loro in nuove dimensioni di vita. Rifugiandosi nella follia, nell'arte fine a se stessa o in degradanti esperienze sessuali, essi sanciscono la loro sconfitta, che è anche, ideologicamente parlando, lo scacco definitivo di un'intera classe sociale. Solo la serva Emilia, non a caso una donna del popolo, saprà, ritornando alle sue origini rurali, mettere a frutto la propria esperienza, diventando una specie di santona guaritrice. In lei, Pasolini esprime però, più che un atto di fede nella pietas contadina, la preoccupazione che la graduale trasformazione del proletariato in piccola borghesia possa far scomparire per sempre questa religiosità spontanea e primitiva. Dall'altra parte, il capo-famiglia, spogliandosi simbolicamente dei suoi beni (l'industria donata agli operai) e dei suoi vestiti, esprime anch'egli una possibilità, ancorché remota, di rigenerazione spirituale. Non si sa se il grido con cui si chiude il film sia un urlo di invocazione, di speranza o di disperazione: l'unica cosa certa (come si legge nel romanzo omonimo) è che "esso è destinato a durare oltre ogni possibile fine".
Ciò che contraddistingue "Teorema" è la schematica, didascalica programmaticità con cui Pasolini espone il suo messaggio. Ogni sollecitazione estetico-formale viene sacrificata dal regista alla linearità geometrica dell'esposizione e alla semplificazione dell'assunto, con l'effetto di trasformare il film in un qualcosa che sta a mezza strada tra il pamphlet didattico e il referto psicanalitico. Pasolini rinuncia volontariamente alla storia (suddividendo il film in blocchi narrativi nettamente separati, ossia un prologo – l'intervista in stile documentario agli operai di una fabbrica – e due parti fortemente statiche – la visita dell'ospite e le reazioni dei vari personaggi alla sua partenza), ai dialoghi ("il rapporto tra autenticità e inautenticità – ha detto Pasolini – è impossibile sul piano della comunicazione linguistica: infatti il giovane ospite non parla agli altri personaggi, non cerca di convincerli con le parole, bensì ha con tutti loro un rapporto d'amore. Ed è per questo che il film è tutto simbolico"), a ogni riferimento in chiave naturalistica alla realtà (le desolate, anonime periferie metropolitane e le deprimenti atmosfere borghesi sono spesso sovrapposte a paesaggi riarsi e fumanti, i quali costituiscono un angoscioso leit-motiv), perfino alle possibilità espressive della regia (caratterizzata da una sintassi alquanto elementare, fatta principalmente di insistite contrapposizioni di primi piani). Il risultato è molto diseguale: le immagini sono, è vero, perfettamente en pendant con la disperazione etica e spirituale dei personaggi (suggerendo l'irreversibilità della loro condizione), e non mancano scene di bressoniana intensità (la regressione di Odetta nella follia, i gesti qualunque che la precedono – la corsa sul prato, le foto dell'album di famiglia -, la veglia dei familiari che sembrano contemplare in lei la propria tragedia, la funerea solennità del Requiem di Mozart in sottofondo) né le consuete provocazioni pasoliniane (l'accostamento tra divinità e sessualità); ma la sconcertante assenza di pathos e di emozioni, la cerebralità della allegoria religiosa, la latitanza della realtà che mal si concilia con l'indagine socio-politica da cui il film prende le mosse, il narcisismo citazionistico dell'autore, la raggelante inespressività della recitazione, e perfino l'ovvietà di certe conclusioni ideologiche (perché cos'è la contrapposizione tra la spiritualità di Emilia e quella dei suoi padroni borghesi se non la riproposizione reazionaria del detto evangelico che è più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno dei cieli?), tutto questo appiattisce il film in una dimensione anti-cinematografica, che non è in grado di aggiungere nulla alla pagina scritta da cui proviene e che pertanto fa rimpiangere l'immediatezza e l'istintività del Pasolini "borgataro" e favolista.

Filman  @  27/05/2016 19:55:30
   9 / 10
Ad ufficializzare un certo raggiungimento tecnico di Pier Paolo Pasolini, per ciò che riguarda la sua maturità in vesti di regista, troviamo TEOREMA, forte passaggio da una forma artefatta ad una comunicativa e che analogamente cambia il punto di riferimento del regista, non più interessato alla santificazione del sottoproletariato ma allo smascheramento della borghesia, accusando un nucleo familiare di un'esistenza priva di senso e complessata dall'ipocrisia di una falsa serenità per poi condannarla al trauma dello smarrimento interiore che riporta i componenti e protagonisti nel naturale e incontrollabile svolgimento della cose, specchio di un ego non socialmente classificabile, sul quale si erge questo maestoso dramma cinematografico e perfettibile che riflette sulla realtà di svariati aspetti esistenziali, riassunti mediante metafore e concetti individuati da connotati che uniscono espressionismo e razionalismo in una sola grande struttura.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  01/03/2015 16:09:43
   8 / 10
Gran bel film di Pasolini, molto metaforico e riflessivo, lo stile di PPP qui si mostra appieno in un film molto impegnato anche dal punto di vista socio-politico. Assolutamente consigliato se si apprezzano (e ci si impegna per capirli soprattutto) i lavori di questo autore. Una cosa è certa: se ci si limita a vedere solo il film non si ha sicuramente un quadro completo di quello che Pasolini voleva comunicare con "Teorema" (di cui esiste anche un libro scritto dallo stesso Pasolini, che dovrebbe proprio fungere da completamento).
Una scena memorabile, il monologo del figlio-pittore...

Project Pat  @  06/02/2015 00:00:59
   6½ / 10
Vi sono due principali tipi di Pasolini, quello descrittivo (più afferrabile) e quello metaforico; diciamo che questo film li ricomprende entrambi.
Il messaggio è piuttosto chiaro, l'intreccio è altresì più o meno seguibile nonostante il pesantissimo scorrere ma, appunto, davanti a un'ora e mezza di muto con pochissimi dialoghi v'è poco che tenga. Può ben esservi un motivo dietro a tale, clamorosa lentezza (in Pasolini nulla è lasciato al caso), com'è altrettanto vero che non vi sarebbe nulla da stupirsi se non vi fosse (in quanti film egli non si spiegò mai a dovere, dando quasi tutto per scontato?), ad ogni modo, non mi sento di dare di più per questo motivo, arrivare fino alla fine non è stata una passeggiata.

JOKER1926  @  15/04/2014 01:03:08
   7 / 10
La data che avvolge "Teorema" coincide con quella delle rivolte sessantottine che sconvolsero diversi centri italiani. La storia ha poi attribuito ad esse la valenza di rivolte "politiche".

"Teorema" ha la firma di una regia non comune, parliamo di Pier Paolo Pasolini. Difficile cristallizzare e intrappolare Pasolini in una mattonella sola, insomma ha fatto film ma resta un'icona più vasta, fra contraddizioni e forzature di concetto che alle volte violentano la dovuta quiete, nel nome di una frenetica presa di posizione.

L'attacco ideologico che traspare nel film ,a voce roboante, è rivolto alla borghesia, tanto per cambiare; Pasolini si è battuto sempre per un concetto che resettasse ciò che nasceva, ovvero un capitalismo dittatoriale.
Come spesso accade con il Pasolini regista le sequenze si accerchiano nelle contestualità del simbolo, del significante. I personaggi si schierano su due fronti, da una parte una famiglia borghese e dall'altra un giovane combattente di questa società, esso assume funzioni religiose, Pasolini assembla in questa figura un qualcosa di profetico.
Il concetto e l'idea in "Teorema" si muovono in modo laborioso, l'idea striscia e suda, ma alla fine sembra arrivare senza troppi ermetismi ad un fine prestabilito. Non solo i personaggi, uomini e donne, ma anche gli spazi (quelli del finale ad esempio) vanno a richiamare, sotto tutti i punti di vista, un qualcosa che attacca il potere e la coercizione spaziale, manipolatrice di persone e pensieri.
Il film del 1968 risulta essere dunque molto accattivante, l'ideazione della spiritualità (metafisica) e del pansessualismo strizzano l'occhio ad uno stile di far cinema molto sudamericano, ossia quello stile che adotterà Jodorowsky (ma non solo) per tematiche che riguardano i conflitti dell'animo e sociali di terre lontane.

GianniArshavin  @  06/04/2014 22:05:30
   7 / 10
Film particolare,profondo,simbolico e riflessivo di Pasolini. Una pellicola significativa e innovativa ancora oggi,a tratti complessa e forse non per tutti i palati.
Inutile dire che il titolo ha ispirato parecchi lavori successivi,fra cui il nipponico "Visitors Q" di Takashi Miike che ne riprende a grandi linee le idee.
Tante le tematiche e i campi affrontati da Pasolini in maniera atipica,astratta e lirica ,fra molti silenzi e pochi ma incisivi dialoghi.
Da antologia alcune sequenza sia per quanto riguarda la regia sia per quanto concerne le battute e i significati. Bene anche gli attori.
Mi sono ripromesso di riguardare l'opera in futuro visto che non credo di aver colto completamente tutti i messaggi.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  18/09/2013 19:27:42
   8 / 10
Film particolare e complesso come l'omonimo libro del grande Pasolini.
Un ospite inquietante ("Unheimliche" per chi mastica un po' di tedesco e conosce Nietzsche o Freud) che diviene elemento perturbante all'interno di una famiglia borghese.
Per il resto tutto è già stato detto, inutile ripetere, la recensione qui presente è ottima.

Ciaby  @  19/08/2012 00:17:40
   10 / 10
A mio parere, dopo "Salò", è la vetta del cinema Pasoliniano e uno dei più bei film italiani di sempre. Splendido ritratto di una famiglia borghese alla deriva, cosciente del proprio vuoto dopo la scomparsa di un senso alla propria esistenza. Il cambiamento, l'eccitazione diventano ben presto follia e depressione. Riflessione potente sulla vita, sulla morte, sulla borghesia, capace di essere intimo e politico insieme, surreale e realissimo, criptico e straordinariamente efficace.
Gode almeno di scene di enorme cinema e di grande potenza visionaria: la madre che si fa seppellire viva dalla vecchietta del paese per non vergognarsi delle proprie lacrime, la madre che indica le ortiche, il bacio del visitatore con la figlia costruito con splendidi campi e contro campi, il padre che si denuda in stazione -incapace di riconoscersi-, il figlio che rifiuta la propria essenza -l'arte- se non è in grado di capire prima se stesso.

Contrariamente a gran parte del cinema Pasoliniano (compresi i film più controversi, come "Salò"), è gelido, quasi inespressivo, eppure tagliente, dolente, e in grado di lasciare inebetiti. Finale da standing ovation.

Capolavoro.

Straordinario, nella sua ambiguità, il bellissimo Terence Stamp.

Guy Picciotto  @  21/05/2012 22:08:46
   8 / 10
tutto giocato sull'ambiguità del visibile ma senza che si riferisca all'ambiguità sessuale per forza, profondità abissali caleidoscopiche nella periferia del genere umano. Attraverso primi piani, panoramiche, piani americani Pasolini ci ha mostrato l'inquietudine all'alba del nuovo fascismo (quello dei consumi) e l'escremento come chiave, motore dell'arte. Benchè nell'esplorazione non siamo ancora ai livelli estremi e lascivi del capolavoro letterario incompiuto Petrolio, in teorema si gioca di metafore, in Petrolio invece la libidine sfugge al controllo. inarrestabile ed insostenibile divenendo indipendente e fuori dal controllo di qualsiasi tipo di società umana, non più parte dell'individuo ma qualcosa di profondamente scisso e trasfigurato.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  15/12/2011 23:56:10
   8½ / 10
"Teorema" è la visione della borghesia da parte di Pasolini, ed è una visione sublime.
La prima cosa che colpisce è la grande suggestione delle immagini: i colori, le scenografie, la purezza delle forme, il ritmo lento, riflessivo, la concentrazione (di stampo dreyeriano) colpiscono l'occhio e la mente. I paesaggi, i colori, il mondo evocato, sono abitati da personaggi sì rappresentativi, ma allo stesso tempo vivi, vitali, che soffrono, esprimono in maniera chiara e netta la loro essenza interiore.
"Teorema" è probabilmente il film più simbolico di Pasolini. L'uso, però, di forme metaforiche non si risolve in qualcosa di astratto o incomprensibile. Le associazioni che stanno dietro le immagini sono tutte legate a sensazioni nette, basilari, non a concetti astrusi o difficili da cogliere. E' un film difficile ma per niente noioso e soprattutto il suo messaggio è secondo me ancora attuale e comprensibile. Si vuole dimostrare che l'ambiente esteticamente così piacevole e ricco della borghesia è in realtà abitato dall'infelicità, dalla repressione degli istinti e dalla mancata realizzazione di sé.
Ancora una volta Pasolini fa a meno del mezzo classico della narrazione. La storia vive di momenti di stasi rappresentativa, più che di vicende che si susseguono logicamente. Centrale è il personaggio dell'ospite. Di lui non sappiamo assolutamente e volutamente niente. Rimane nella sua aura misteriosa e delicata che ne fa quasi un ente spirituale. Rappresenta l'irrazionalità artistica, sensuale e sentimentale, il grimaldello che rivela e fa scoppiare tutte le contraddizioni di una tipica famiglia borghese. Il suo compito è quindi strumentale; niente toglie che resti nella sensazione dello spettatore come una persona viva e affascinante. E' uno specchio che fa vedere alle persone per quello che realmente sono, quello che realmente vogliono. Escono fuori così tutte le repressioni, le insoddisfazioni, i fallimenti esistenziali. Le conseguenze non possono essere che disastrose, in quanto la società attuale con le sue norme rigide di comportamento opprime, esclude, causa sensi di colpa, nevrosi. La liberazione (lo spogliarsi di Paolo in piena Stazione Centrale di Milano) è impossibile. Non rimane che la disperazione, l'urlo finale che in qualche maniera fa venire in mente quello di Munch.
A questa "trama" che coinvolge la borghesia e la sua crisi esistenziale, se ne mescola un'altra (più difficile da interpretare) che ha per oggetto il vecchio mondo e la sua spiritualità (il personaggio della governante Emilia). E' il mondo non-borghese, illogico e irrazionale per essenza, fatto di spirito e antimaterialismo. Un mondo in via d'estinzione, ormai sotterrato. E' una coscienza altrettanto dolorosa rispetto a quella borghese.
Ci sono poi inserti che ritraggono un paesaggio primordiale, una natura pura ed essenziale, inserti di estrema suggestione (il paesaggio desolato dell'Etna). E' un simbolo molto potente, lasciato alla libera interpretazione dello spettatore. In questo mondo nudo crudo, dove non ci sono abbellimenti e illusioni, si consuma la tragedia dell'umanità alienata.

lupin 3  @  20/10/2011 20:40:26
   6 / 10
Mi aspettavo di meglio, nel complesso sufficiente...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  19/07/2011 14:58:18
   6½ / 10
La poetica di Pasolini qui è più spietata che mai: in bilico tra pessimismo e redenzione, una dichiarazione sia critica sia piena di sensbilità, un urlo liberatorio.
Non a caso la famiglia borghese subisce una rinascita dopo le esperienze sessuali avute con l'ospite: ma non sono rapporti sessuali visti come risultato dell'istinto, ma come simbolo di purezza.
Un film molto strano, da vedere con attenzione, altrimenti si perde il filo del discorso. Anche la regia è molto eccentrica, ma non si può dire che sia senza verve; attori bravissimi, luci bellissime, fotografia funzionale e musica accurata.
Non lo vedrò una seconda volta, anche se dovrei. Ma purtroppo non è quel tipo di film che ti viene voglia di vedere e rivedere.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  19/02/2011 15:13:52
   3 / 10
Non vedevo l'ora finisse questo film, che ho trovato non brutto ma di più. Media che non riesco proprio a capire!

1 risposta al commento
Ultima risposta 19/02/2011 15.32.46
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Invia una mail all'autore del commento marco986  @  24/01/2011 22:17:23
   8 / 10
Altro bel film di Pasolini.Molto giocato più sulle immagini che sui dialoghi.Spiccano le interpretazioni della Mangano e di Girotti oltre le due facce note del cinema pasoliniano quali la Betti e Davoli.Molto appropriata la colonna sonora di Morricone su musiche di Mozart

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  21/01/2011 16:13:30
   8 / 10
Tra i migliori film di Pasolini sotto tutti gli aspetti,dalla critica analisi sulla borghesia all'uso del mezzo cinematografico sempre più legato ad immagini e svuotato di parole. Difatti Teorema è verbalmente ridotto all'osso e per Pasolini non è la prima volta,le immagini parlano da sole.



ATTENZIONE: IL COMMENTO CONTIENE SPOILER

Parlare del pensiero di Pasolini non è semplice per ogni suo film,e in questo suo lavoro abbondano le simbologie e i riferimenti sociali che riguardano ogni ambito della vita,passando anche per la religione. Scandalizzò per la sessualità non tanto esplicita in sé ma per la sua rappresentazione praticamente repressa da parte di tutti i membri della famiglia borghese,compresa la domestica Emilia da considerarsi esclusa però da questo nucleo familiare.
Teorema colpisce non tanto per la critica pasoliniana risaputa sul ceto borghese ma per come il nostro più importante intellettuale attua questa sua analisi in maniera tanto fredda e glaciale da poter addirittura disturbare,spesso in maniera irrazionale e simbolica.
I membri della famiglia così come l'Ospite non hanno alcuna pretesa di sembrare accattivanti e di costruire una storia "normale" sotto un aspetto cinematografico commerciale o canonico,bensì sono scandagliati nelle loro psicologie soltanto per quel che riguarda il loro ruolo sociale; come si evince sin dall'inizio, la riflessione pasoliniana è sulla borghesia sempre più priva di significato in sé stessa,senza obiettivi e senza più alcuna lotta di classe da compiere,con la speranza di poter far assurgere tutta l'umanità nello stesso gradino sociale. Arriva però questo Altro,un nuovo che attira tutti e che tutti penetra in maniera sessuale ed intellettuale senza distinzioni di alcuna sorta (morali,sessuali). La famiglia ritratta sarà sconvolta dal suo arrivo ma ancor di più dalla sua partenza improvvisa,e si troveranno a fare i conti con i cambiamenti radicali da cui deriva la coscienza di sé,della propria individualità: in poche parole del proprio ruolo effettivo non tanto all'interno di una classe sociale ma ragionando sotto un aspetto liberatorio individuale come libero individualmente poteva essere l'Ospite (intellettuale ed angelico,da molti e da Pasolini stesso definito come una sorta di Cristo). La sua mancanza genere un buco nero che risucchia nella follia di nuovi ruoli,questa volta completamente inadeguati,tutti i membri della famiglia con le dovute eccezioni. C'è chi cerca un brivido erotico simile accontentandosi di simulacri dell'Ospite,chi soffre diventando artista riducendosi come un poveraccio folle e disperato,chi diventa davvero chiuso in sé stesso entrando in uno stato catatonico...
Differente invece il ruolo di Emilia perché non facente parte della famiglia; pur subendo il fascino dell'ospite (è la prima a concedersi a lui) a lei è dovuta una ricerca giusta del proprio posto individuale e si tufferà all'interno della religione nell'attesa di un ritorno che non ci sarà mai; ma a quel punto non avrà più bisogno di un altro,del famigerato Ospite...

Il film spesso è lento per ciò che racconta ma è pur sempre essenziale in ogni sua componente,glaciale ed estraniante al punto giusto con ottimi tocchi da maestro da parte di Pasolini. Le frequenti visioni di un deserto di polvere che poi culminano nel finale sono giuste frammentazioni di una narrazione che non ha motivo di procedere spedita e si prende i suoi tempi. Queste visioni culminano tra l'altro nel finale sconvolgente e in un urlo (straziante,liberatorio chissà) con cui la pellicola può concludersi lasciando scossi come mai Pasolini era riuscito a fare fino a Teorema.

Lory_noir  @  29/09/2010 21:04:02
   7 / 10
Di sicuro un film tagliente, specialmente per i suoi tempi. Secondo me doveva avere un ritmo più incalzante. Comunque fa intuire la genialità di Pasolini.

pinhead88  @  09/05/2010 16:47:55
   7 / 10
Piuttosto complesso e intricato il "Teorema" che Pasolini ci vuole dimostrare.il vuoto e la mediocrità di una famiglia borghese che ci viene mostrata all'inizio,si rivelerà ancor più peggiore quando quest'ultima compirà un viaggio verso la propria ricerca interiore,intesa come nullificazione.ma alla fine questo eccessivo desiderio di liberazione porterà solo ad un disfacimento e alla conseguente perdizione,l'unica che si salverà sarà la umile domestica Emilia.
In questa pasoliniana satira antiborghese il giovincello Stamp viene considerato come l'elemento vero e proprio che scatenerà una metaforica esplosione in grado di sovvertire completamente i ruoli di una classica famiglia borghese,disfacendola e annientandola completamente.
Pasolini riesce perfettamente,anche con qualche tocco surreale,ad amalgamare il tutto senza troppi fronzoli e compiacimenti vari,facendo cogliere il messaggio in modo elegante e sincero.quello di Pasolini è uno stile ipnotizzante,dove i lunghi silenzi rendono tutto più intrigante e fascinoso.tuttavia non mi sento di dire che Teorema è uno dei migliori prodotti del grande regista friulano,e qui posso dare ragione ai critici.per me personalmente Salò gli è superiore di parecchio,la fantasia e il genio racchiusi in quella pellicola sono insuperabili e ineguagliabili.

22 risposte al commento
Ultima risposta 12/05/2010 20.03.15
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Invia una mail all'autore del commento eddiguff  @  09/01/2010 22:10:54
   7½ / 10
Pasolini, in un paio d'interviste, puntualizzò che della società gli interessavano i ceti bassi, magari ignoranti ma VERI, oppure la cerchia ristretta legata al mondo intellettuale. Non sopportava la via di mezzo, vale a dire il ceto borghese. Infatti, in questo film Pasolini mette in luce tutte le contraddizioni di quella borghesia che reputava ipocrita e intrisa solo di false apparenze. Una pellicola piena di contenuti, alla quale sarebbe magari giovato un maggior ritmo.

carriebess  @  05/01/2010 10:55:31
   8 / 10
L'annientamento della famiglia borghese dal di dentro, tra le solide e protettive mura di casa s'infiltra un elemento esterno di disturbo che arriva a sovvertire completamente i delicati e preimpostati equilibri di questa bella famigliola apparentemente perfetta in stile mulino bianco.

bulldog  @  02/01/2010 16:29:36
   7½ / 10
Silente e spietato.
Teorema di Pasolini è la distruzione delle sterili basi etiche borghesi.
Stracolmo di metafore, è un film che culmina nel pessimismo più assoluto in un deserto senza prospettive.

19 risposte al commento
Ultima risposta 06/01/2010 00.11.37
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DarkRareMirko  @  15/10/2009 00:01:25
   9 / 10
Tra i primi film del mitico Pasolini, tratto tra l'altro da un suo omonimo romanzo mi pare, tutto improntanto a criticare il ceto borghese, che l'autore descrive come incapace di riprendere il proprio equilibrio ogniqualvolta esso viene in contatto con il sacro (qui rappresentato dall'ospite senza nome).

Il grande regista Miike Takashi ne realizzaerà pure un remake, Visitor Q, sempre ottimo come film, anche se molto più violento e nichilista della versione italiana.

Bravissimo tutto il cast, spiccano la Mangano e la Betti, quest'ultima molto diversa e più mite rispetto ad altri film.

Regia minimale ma molto calibrata, molto efficace, scenografie spoglie ma indicate, per un film miratisismo, perfetto nella sua riuscita.

Ai tempi destò scalpore è creo molte polemiche; da vedere.

Invia una mail all'autore del commento ciaco63  @  12/03/2009 19:55:50
   8 / 10
Quando la poesia e il cinema si fondono per donarci un messaggio universale che mette a nudo le contraddizioni e i limiti dell'uomo si hanno risultati cosi' elevati come in questo film: dissacrante della classe borghese e dei suoi dis-valori. Attori di prima grandezza recitano tutti stupendamente.

paride_86  @  22/11/2008 01:08:40
   8 / 10
"Teorema" è uno dei film più interessanti di Pasolini, che qui ritrae provocatoriamente una tipica famiglia alto-borghese, inquadrando i personaggi in ruoli prestabiliti dalla società e dall'ordine morale. Il regista inserisce nella storia un elemento di disturbo, il misterioso Terence Stamp, che permetterà a tutti quanti di prendere improvvisamente coscienza di sé; una volta andato via si lascerà dietro le reazioni disperate e caotiche di tutti i protagonisti. Pasolini dimostra il suo teorema sulla borghesia mostrando la differenza tra il comportamento della domestica - semplice donna del "volgo" - e quello degli altri.
Anche se adesso i confini tra le classi sociali sono molto cambiati, "Teorema" rimane un film da vedere assolutamente.

alphaville  @  28/09/2008 11:38:40
   9 / 10
Parabola amarissima, tenera e disperata e di grande forza drammatica sull'impossibilità di vivere autenticamente la propria vita e l'amore nella moderna società borghese (riguarda tutti noi, quindi), "Teorema" è innanzitutto un'opera di poesia: lo si nota dall'inconsueto e antinaturalistico uso dei colori (cfr. un segmento della parte iniziale, virato in toni opachi vicini al bianco e nero), del montaggio (l'ordine cronologico viene scardinato, ad es. l'arrivo vero e proprio dell'Ospite è posteriore alla sua prima comparsa all'interno della villa, in favore di accostamenti spiccatamente metaforici, cfr. le inquadrature del deserto etneo che ricorrono più volte a simboleggiare l'aridità spirituale del mondo borghese rappresentato nel film), dei dialoghi (spesso costituiti da spezzoni di poesie o addirittura lirici essi stessi, come nelle magnifiche scene delle confessioni fatte all'Ospite) e dei silenzi (che occupano la quasi totalità della pellicola, prova evidente di una società che non sa più comunicare).
Irrimediabilmente pessimista, Pasolini piange con i suoi personaggi la perdita materiale dell'oggetto d'amore e l'impossibilità di un suo recupero a livello spirituale-intellettuale in un mondo ormai completamente dominato da un consumismo che ci ha disumanizzati. Splendidi il commento musicale (che spazia dal lancinante "Requiem" di Mozart alle partiture di Ennio Morricone), la fotografia di Ruzzolini e tutte le interpretazioni.
Tra le scene più belle, ricordiamo almeno il già citato segmento decolorato che mostra, immersi in un'atmosfera esangue e mortuaria, i momenti più insignificanti e banali della vita quotidiana dei protagonisti, venandoli di un'indefinibile tristezza; la scena della malattia del padre, assistito dalla figlia e dall'Ospite, scandita dallo straziante "Introito" del "Requiem"; la scena della seduzione della figlia, un balletto amoroso ispirato dalla lettura di alcuni versi di Rimbaud; i monologhi-confessione pieni di verità e di disperazione; l'urlo finale del padre nel deserto.

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  30/08/2008 14:06:41
   8½ / 10
A chaque image, à chaque plan, on sent le trouble d'un artiste.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  25/04/2008 00:55:03
   7 / 10
Non mi voglio addentrare nel campo delle valenze simboliche di cui è intrisa quest'opera, e che richiederebbe un'ardua impresa esegetica. Mi limito semplicemente a rimarcare -come hanno già fatto altri utenti prima di me- l'impeto dissacratorio e iconoclasta con cui Pasolini ha voluto mettere a nudo le fragili e "corrotte" basi etico-convenzionali su cui poggia la famiglia borghese (in questo caso viene preso di mira il modello della medio-alta borghesia). Cos'è che smaschera tutto un "modus vivendi", palesandone l'insensatezza, la vacuità e l'artificiosità? Basterà l’amore, quello puro e vero che trascende qualsiasi tipo di convenzione etico-sociale e incarnato da un misterioso giovane, a far saltare con una facilità e naturalezza disarmanti tutti gli equilibri di un microcosmo familiare che si reggeva su regole e abitudini insulse e ipocrite. Tutti i componenti di tale microcosmo, dal padre alla domestica, saranno illuminati da questo “Amore pagano”, che aprirà loro la strada della amara consapevolezza. Ognuno reagirà a suo modo di fronte alla presa di coscienza delle stolide certezze su cui era precedentemente ordinata la propria vita; ma in ognuno si oggettiverà il rifiuto di tutti i sedicenti valori di una classe sociale consacrata a vivere costipata in angusti e asfittici ideali: “in primis” quello della proprietà, che viene demolito nella simbolica spoliazione da parte del padre di famiglia di tutti i suoi averi.
Il teorema è quindi dimostrato: l’uomo borghese di fronte alla più alta forma di libertà, che trova la sua espressione nell’amore inteso come capacità di vivere assecondando la propria intima natura, perde il senso del suo “status”.
E’ un film interessantissimo nonché complessissimo, ma a mio avviso non è il migliore di Pasolini. Vuoi per la eccessiva lentezza (che in alcuni momenti si fa sentire) vuoi per un certo autocompiacimento (che forse emerge nel trattare con troppa serietà il tema centrale), ne viene fuori un’opera, secondo me, solo in parte riuscita.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  20/01/2008 22:42:26
   10 / 10
Pasolini con Teorema distrugge dal suo interno un'intera classe sociale, quella borghese, togliendole gradualmente le basi stesse della sua esistenza. Messa di fronte all'Altro, entra in profonda crisi d'identità. Terence Stamp, magnifico nel ruolo, è l'Angelo Sterminatore nella sua manifestazione fisica. Senza volerlo, mette di fronte la famiglia borghese di fronte al proprio vuoto. Il deserto, rito di purificazione del popolo ebraico, nel libro dell'Esodo è nel film di Pasolini la metafora del Nulla borghese, sottolineata con forza dal Requiem di Mozart e dal tone raggelato e spettrale della pellicola. Uno dei migliori film di Pasolini, forse il migliore.

1emozionedapoco  @  09/09/2007 12:28:41
   9½ / 10
amo Teorema, adoro le sue immagini, accompagnate dalla musica del Requiem di Mozart e amo le scene densa di poesia di questo film.
Bisogna ricordarsi anche che per Pasolini il cinema aveva un significato etico, sociale, politico ( sennò l'artista staccato dalla realtà, astratto finisce come il giovane Pietro del film) e lo utilizza per comunicare, evitando i soliti massmedia e utilizza un linguaggio simbolico, ermetico per sfuggere alle deformazioni dei media. Pasolini dice: "Se attualmente io sembro ricercare un linguaggio ermetico e prezioso, apparentemente "aristocratico", è perché considero la tirannia dei mass-media come una forma di dittatura alla quale mi rifiuto di fare la benché minima concessione. ...Quanto allo scandalo, esso deriva dal fatto che io sono sempre più scandalizzato dall'assenza del senso del sacro nei miei contemporanei.

Nell'esporre il suo teorema ci riesce benissimo

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  29/04/2007 09:51:59
   5½ / 10
ci ho provato a farmi piacere questo film, ma proprio non ci sono riuscito.
il Teorema di Pasolini (ci tengo a pecisare che il mio voto non è influenzato dal regista, come molti fanno, persona che io stimo tantissimo, ma solo dal film) è l'impossibilità dell'Uomo di assorbire, percepire, conoscere, vivere il Sacro. il conflitto pasoliniano con la Chiesa e il Cristianesimo è evidente e interessante. un film molto interessante sotto certi aspetti, lo studio che ne fa il regista è intelligente dal lato della sceneggiatura, ma non altrettanto da quello della regia. lentissimo, una mattonata micidiale, noioso, cervellotico, dalla troppo ardua comprensione anche per il più grande dei cinefili, se voleva fare qualcosa di livello doveva comunque cercare il modo di farsi capire e non ci è riuscito per tutto il film. gli attori sono immensi, soprattutto Girotti e la Betti, ma anche gli altri se la cavano. ambiguo il personaggio di Emilia, l'unica che sembra aver assorbito positivamente la venuta dello strano ospite come unione in perfetta armonia di Sacro&Sesso: Sacro inteso come purezza, estrema conoscenza, perfezione della Sessualità quindi in una struttura di dualità dei sessi che inevitabilmente porta alla pazzia della famiglia incapace (poichè chiusa nel rigido perbenismo vuoto borghese) di assorbirne l'essenza sacra, ma solo quella carnale che porta a un Deserto dell'anima.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  30/11/2006 17:34:09
   8 / 10
Film molto analitico che dà adito a diverse interpretazioni. Pasolini mostra bene delle situazioni e dei fatti emotivi e accenna a delle interpretazioni senza chiudere i concetti in gioco, lascia molto spazio alla intelligenza dello spettatore e alla cultura critica.
Da vedere e capire per una più facile lettura in chiave storica '68.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  26/09/2006 15:19:19
   8 / 10
Dissoluzione del mito borghese, costretto a mostrare definitivamente tutta la fragilità del suo apparato. E' in questo contesto che il film - non facile, pochissimi dialoghi e una forte predisposizione ai primi piani - non identifica l'atto sessuale con il piacere ludico o trasgressivo, ma come metafora di una coscienza forse liberata per sempre dalla sua esperienza ideologico-classista, con tutta la drammatica conseguenza che porta con se' (magnetica e dolorosa la seduzione di Stamp nei riguardi del capofamiglia, Girotti).
Un film a modo suo affascinante, ma da evitare se non si riconosce una reale predisposizione verso un cinema di questo tipo

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  24/07/2006 23:47:48
   8½ / 10
Un film complicato, come del resto il libro. La descrizione della borghesia in questa narrazione visiva lascia perplessi. Un Pasolini agghiacciante, non vuole spaventare ma vuole ritrarre quel mondo al quale apparteneva nonostante il suo amore per la borgata. Il film è riuscito totalmente e molto intensi anche gli attori.

Vedi recensione

squabs  @  06/06/2006 15:02:07
   7½ / 10
Vedendolo sento la sua pesantezza, e la sua età.
Pier Paolo Pasolini fa film comunque particolari che meritano un buon voto.

pabren  @  04/05/2006 00:08:05
   10 / 10
la visitazione
riassumendo: un ospite entra prepotentemente nella vita di una famiglia altoborghese.dal bianco nero dell inizio si passa al colore col suo arrivo.é
l angelo dell apocalisse ,toccherà ogni componente della famiglia cameriera inclusa.
ed ecco i risultati della fecondazione........
le ripercussioni saranno sconvolgenti a seconda delle capacità emotivo culturali di ogni componente........
un film strepitoso,complesso,sorprendente specie per l epoca in cui è stato concepito e girato.consiglio di leggere il libro edito da garzanti nella collana degli elefanti.

ds1hm  @  08/03/2006 15:06:12
   10 / 10
Teorema è a parer mio il film più completo di Pasolini. Completo perchè di una profondità sociale immensa. E' quasi come se la società fosse da Pasolini distinta per sesso e per età, ed ognuna di queste distinzioni viene poste a confronto con una realtà estranea a tutte le precedenti, indefinibile ed inaferrabile. Come ad un elemento esterno risponde il borghese, come una donna, come un ragazzo o una ragazza? Quali sono le risposte? La pazzia, la frantumazione di sicurezze personali che corrispondono alla frantumazione di quelle di tutta la società. Mi interrogo sempre sul perchè di queste scelte, ma non trovando una risposta (perchè forse non ho vissuto quel periodo) ne resto affascinato. Ma Teorema è un film completo perche sarà per sempre un film attuale, da ottimo interprete di ogno malanno esistenziale e dello stesso perfetta sintesi ed esaltazione, in un punto dell'essere umano dove c'è solo uguaglianza, omogeneità nella pazzia.

Varanasi  @  18/01/2006 19:39:36
   10 / 10
Un film illuminante sulla situazione della classe borghese, che ormai ha preso piede ovunque. Un film che fa riflettere... Pasolini è uno degli autori più grandi che la letteratura mondiale abbia mai espresso. Credo che bisognerebbe leggere almeno una volta nella vita uno dei suoi scritti, un romanzo, un saggio, una poesia (consiglio in modo particolare "L'usignolo della Chiesa Cattolica"). Non è un autore semplice ma una volta entrati nel suo mondo diventa veramente difficile uscirne... Io me ne sono letteralmente innamorata, ha cambiato il mio modo di vedere le cose, mi ha fatto diventare più riflessiva e attenta a tutto ciò che mi circonda. Non ci sono parole per esprimere la mia gratitudine per questo grande autore...

corry  @  22/12/2005 22:53:52
   6 / 10
bello e ricco di significato ,anche se è un po lento !

Crimson  @  09/12/2005 15:08:37
   9 / 10
Uno dei film più intensi, profondi e geniali sulla degradazione della psiche.
L'esperienza sessuale provata fuori dalle convenzioni della società da parte di tutti i protagonisti porta ad uno squilibrio psichico di ognuno e alla distruzione di una famiglia, e quindi allo sgretolamento dei legami interpersonali. Il tutto ad opera di un individuo freddo, sconosciuto, enigmatico.
Ad un livello d'indagine più profondo il suo ruolo è chiaro: egli rappresenta qualunque elemento della realtà, subdolo e di apparente relativa importanza, in grado di destabilizzare la psiche, in quanto stressante per una vulnerabilità di base altrettanto nascosta fino all'esplosione sintomatologica.

Film memorabile tra l'altro per la sua freddezza, per la sua atmosfera asettica.
Sconvolgente.

5 risposte al commento
Ultima risposta 10/01/2006 17.44.17
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dragonfly  @  08/11/2004 14:40:10
   8 / 10
Un Pasolini in netta decadenza, ma pur sempre geniale.

1 risposta al commento
Ultima risposta 11/12/2005 23.27.17
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Invia una mail all'autore del commento Drughetto  @  21/10/2004 18:04:02
   9 / 10
nessun film mi aveva mai lasciato tanto assorto come questo.
dopo averlo visto ognuno si chiederà chi sia che cosa rappresenti, esattamente quel misterioso personaggio.
le risposte potrebbero essere molte: dio e l'anticonformismo su tutte.
ma qual'è quella giusta?
MITICO PASOLINI

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/02/2008 11.21.41
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