il divo regia di Paolo Sorrentino Italia 2008
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il divo (2008)

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locandina del film IL DIVO

Titolo Originale: IL DIVO

RegiaPaolo Sorrentino

InterpretiToni Servillo, Anna Bonaiuto, Giulio Bosetti, Flavio Bucci, Carlo Buccirosso, Giorgio Colangeli, Piera Degli Esposti, Alberto Cracco, Lorenzo Gioielli, Paolo Graziosi, Gianfelice Imparato, Massimo Popolizio, Aldo Ralli, Giovanni Vettorazzo

Durata: h 1.50
NazionalitàItalia 2008
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2008

•  Altri film di Paolo Sorrentino

Trama del film Il divo

Il film racconta la vita di Giulio Andreotti, ma solo in una parte ristretta, ovvero dalla fine del suo settimo governo, aprile 1992, alla vigilia del processo di Palermo, dove fu rinviato a giudizio per associazione mafiosa, con in mezzo la mancata conquista del Quirinale, la strage di Falcone e la malattia.

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Voto Visitatori:   8,00 / 10 (218 voti)8,00Grafico
Miglior attore protagonista (Toni Servillo)Miglior attrice non protagonista (Piera Degli Esposti)Miglior fotografiaMiglior truccoMigliori acconciatureMigliori effetti specialiMiglior colonna sonora
VINCITORE DI 7 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior attore protagonista (Toni Servillo), Miglior attrice non protagonista (Piera Degli Esposti), Miglior fotografia, Miglior trucco, Migliori acconciature, Migliori effetti speciali, Miglior colonna sonora
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Voti e commenti su Il divo, 218 opinioni inserite

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Palestrione  @  22/06/2022 12:39:20
   7½ / 10
Tra i migliori film di Sorrentino, "Il divo" cerca di gettare un po' di luce sull'enigmatica vita politica di Giulio Andreotti, interpretato da un Toni Servillo perfetto nella parte. Tuttavia il film non vuole dare alcuna risposta ma vuole che lo spettatore si ponga delle domande: c'entra qualcosa Andreotti nel rapimento Moro, nella losca vicenda della P2 di Licio Gelli, nell'assassinio di Mino Pecorelli, nel caso Sindona o nell'inchiesta di Tangentopoli?
Sarà solo un caso che Andreotti venga menzionato in tutte queste vicende che in un modo o nell'altro hanno segnato la Seconda Repubblica?
"Io non credo nel caso ma nella volontà di Dio" risponde Il Divo.
Da non perdere.
Regia immortale.

simonpietro92  @  11/07/2020 15:03:07
   8 / 10
«A parte le guerre puniche, mi viene attribuito veramente tutto»
Sorrentino si conferma uno dei registi Italiani più all'avanguardia soprattutto nei nostri giorni. Una descrizione dettagliata di uno dei personaggi più iconici e misteriosi. Lascia spazio al dubbio, ai misteri azzardando in alcune scene come quando spiega la differenza sottile tra "il caso" e "la volontà di Dio".
Poi che dire sulla regia, la fotografia e Il grande Toni.

Tautotes  @  05/02/2020 23:03:18
   9 / 10
Girato benissimo, magistrale Servillo, penso il miglior film che abbia visto di Sorrentino.

Saffox  @  08/07/2018 17:58:29
   8 / 10
Film eccellente, alcuni dialoghi sublimi che racchiudono tanto il pungente quanto il solenne.

tarr97  @  23/06/2018 14:11:58
   8 / 10
il divo quarto lungometraggio di Sorrentino è forse ha tutti gli effetti una sorta di "horror" è cupo, è pessimista , il protagonista L' onorevole Giulio Andreotti è un uomo deforme, gobbo e grottesco. questo film piu' che un film politico lo si potrebbe definire un film di pensiero come quasi tutti i film di Sorrentino. la macchina da presa vuole filmare, l' infilmabile , ovvero Andreotti. lui è sempre stato una figura amorale e misteriosa ci idenfichiamo in quanto spettatori, nel suo essere "un pezzo della storia italiana" (venerato e rispettato ancora da molta politica attuale), con i suoi modi di fare, di dire, i suoi tic la sua postura e così via, ci rispecchiamo proprio in quanto italiani.
Sorrentino lo sa, e ce lo mostra senza indulgenza in un film spietato, amarissimo, doloroso e lancinante come una coltellata, che ripercorre le fasi cruciali della scena politica del Paese dal '91 al '96 (anno dell'inizio del famoso maxi-processo per mafia che vide coinvolto proprio Andreotti in prima persona).
In tutto questo, poi, la realtà è uno skateboard che irrompe improvvisamente nelle sale di Montecitorio durante la "compravendita" di voti per l'elezione del Presidente della Repubblica (unico vero smacco della carriera andreottiana): ottima metafora per alternare alla vita del Divo i gravissimi fatti di cronaca nera che hanno accompagnato la sua fama, racchiusi tutti nell'incredibile sequenza d'apertura dove sulle note dance di Cassius ci viene presentato un collage composto dalle morti di Sindona, Calvi, Pecorelli, Falcone; " , casi tutt'ora parzialmente irrisolti.
il Divo Giulio si prepara ad entrare per la settima volta a Palazzo Chigi, per presiedere quello che sarà ricordato come il governo dell'immobilismo. Attorno a lui si muovono vari personaggi rappresentati come delle grottesche maschere, dal ministro delle finanze Cirino Pomicino (Buccirosso), all'imprenditore Giuseppe Ciarrapico (Ralli) che, tutti insieme, formano la corrente Andreottiana della DC. Il film segue la vita dello statista da questo punto fino al processo per mafia di Palermo, dove un pentito lo accusa di essersi incontrato e baciato con il boss dei boss, Totò Riina.
La telecamera di Sorrentino non ha pietà e, muovendosi ossessivamente nei corridoi del potere, ritrae un fantasma che si muove quasi scivolando sui pavimenti a mo' di vampiro, con il suo collo incassato e le mani perennemente incrociate. Anche nei, rari, dialoghi di Andreotti con gli altri personaggi appare questa componente di solitudine quasi teocratica, il Divo infatti risponde sempre con battute o motti di spirito senza mai lasciar trapelare nulla dei suoi pensieri o delle sue sensazioni. Addirittura quando gli viene annunciata la notizia dell'omicidio del suo amico Salvo Lima, non fa altro che, molto semplicemente, continuare la conversazione al telefono che aveva in corso, non mostrando mai un minimo di pietà umana tanto da far esclamare all'amico e collega Cirino Pomicino "Giulio, io e te siamo amici da trent'anni, ma non ti conosco per niente!".
Aiutato da una colonna sonora fantastica, capace di alternare musica elettronica, rock e Vivaldi, e in grado di accompagnare e raccontare il film, trasformandosi in un vero e proprio personaggio fondamentale, Sorrentino realizza il proprio personale capolavoro, attraverso una sceneggiatura brillante e ricca di battute, in perfetto 'Stile Andreotti'.
Come disse Montanelli, e Giulio Bosetti, che interpreta Eugenio Scalfari nella pellicola, Giulio Andreotti o è il più furbo impostore, perché sempre stato capace di farla franca, o l'uomo più perseguitato di questo paese.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  26/05/2018 20:27:33
   8 / 10
Inteso che ci vorrebbero dieci film per dire tutto quello che Andreotti nel bene e nel male ha fatto, qui Sorrentino ci propone una sequenza del 7 governo e qualche stralcio di vita privata mista a ricordi personali .
Il tutto è calibrato bene e le parti non si sovrappongono oscurandosi.
Grande prova di Servillo che rende la visione soppportabile anche se gli argomenti trattati sono di un certo spessore.
Bellissimo il monologo sul potere.

kafka62  @  28/02/2018 10:20:16
   7 / 10
Sorrentino è un regista che ama il paradosso e l'ossimoro: se "Le conseguenze dell'amore" era, pur nella feroce misantropia del personaggio principale, una storia d'amore e (perfino) di amicizia, se "L'amico di famiglia" era il ritratto di un uomo laido e ripugnante e allo stesso tempo un film sulla bellezza, così "Il Divo" mette contemporaneamente in scena i più turpi misteri della recente storia italiana (omicidi, stragi, collusioni tra politica e mafia), associati all'uomo che di questa storia è un po' il simbolo, e una idea, per così dire machiavellico-goethiana (nel senso del "Faust", in cui Diavolo dice di sé: "Sono una parte di quella forza che vuole costantemente il Male e opera costantemente il Bene"), una idea – dicevo – in virtù della quale il protagonista può candidamente affermare, con ciò in pratica autoassolvendosi: "Nessuno sa quanto si debba amare Dio per capire che bisogna perpetrare il Male al fine di salvaguardare il Bene". E' grazie a questa ambiguità di fondo che Giulio Andreotti, interpretato camaleonticamente da Toni Servillo, abilissimo nel mimare la sua sfingea rigidità (contrapposta alla disordinata vitalità del mondo circostante), il suo modo di camminare, e perfino i suoi tic meno appariscenti (come le dita che fanno nervosamente girare la fede nuziale), risulta alla fine quasi simpatico. Sorrentino, così come Moretti con Berlusconi, era ben conscio che non si può parlare di un personaggio storico vivente se non in maniera indiretta, mediata, per non cadere negli odiosi vizi della polemica politica alla Michael Moore o nei beceri birignao della caricatura e della satira. E se Moretti aveva risolto il dilemma mettendo al centro della sceneggiatura un regista fallito alle prese con un copione "scomodo" e con le sue vicissitudini familiari, Sorrentino sceglie la strada della deformazione grottesca, sulla scia dei film "politici" di Elio Petri degli anni '70. In questo modo pennella irresistibili scene dal gusto "pop" come la serie degli omicidi del prologo o la presentazione degli uomini della corrente andreottiana, sciorina aforismi come in una biografia di Oscar Wilde, accompagna la camminata mattutina di Andreotti per la quotidiana confessione o la salita al Quirinale per l'insediamento del suo settimo governo con il Pavane di Fauré e con la musica di Vivaldi (in tal modo richiamando un'atmosfera di altri secoli, forse per citare l'unico uomo politico che per molti versi gli assomigliava, Talleyrand), e soprattutto si sofferma su tanti piccoli gesti secondari che tracciano un ritratto inquietante ma in fondo anche umano (vedi la sua invincibile solitudine e i rimorsi per la fine di Aldo Moro che non lo lasciano dormire) di quello che è un autentico mito moderno. Se anche "Il Divo" non si può dire completamente riuscito, tanto ingombrante è la contiguità con l'attualità e tanto poco spettacolare (soprattutto per uno spettatore poco avvezzo a frequentare la cronaca politica) la materia narrativa, Sorrentino sorprende per essere riuscito ad affrontare una sfida quasi impossibile e a portarla a termine con grande dignità artistica, non a caso premiata al Festival di Cannes con il premio della giuria.

antoeboli  @  04/06/2017 22:46:50
   7½ / 10
Nel corso degli anni mi hanno onorato di numerosi soprannomi: il Divo Giulio, la Prima-lettera-dell'-alfabeto, il Gobbo, la Volpe, il Moloch, la Salamandra....

Stasera ho avuto modo di vedere questo gioiello di Paolo Sorrentino molto apprezzato da pubblico e critica .
Di certo non è un film per tutti , specie per i più giovani che non si sono mai avvicinati all ambiente della politica italiana e delle sue numerose sfaccettutature .
Perchè quando si parla di Andreotti , non basterebbe un film per poterlo descrivere , o almeno la sua figura umana e non solo da presidente .
Sorrentino adotta uno stile come se fosse uno show , propriamente dedicato a un divo di Hollywood , con musiche e suoni fuori dagli schemi , e inquadrature sempre ricercate e mai banali .
Il film parla degli anni 90' tra lo scandalo di tangentopoli e le stragi di mafia , in quello che poi sarà il superprocesso che lo coinvolgerà nell omicidio del giornalista Pecorelli .
Quello che stupisce oltre alle scelte di design nella messa in scena , è proprio il protagonista , interpretato da un mostruoso Toni Servillo , che ok la Grande Bellezza e Gomorra , ma qui supera ogni cosa , merito dell ottimo trucco di Vittorio Sodano , che ha lavorato ad Apocalypto con Mel Gibson (mica pizza e fichi !)
Sembra di vedere proprio l Andreotti vero , con le sue camminate , le movenze , quel parlare sottovoce e di cingere entrambe le mani a se come se in segno di preghiera , con tanto di numerosi segnali e tic strani del suo carattere.
A questo va inoltre segnalato che nel cast troviamo altri attori di spessore come Piera degli Esposti ,grande attrice di teatro , Carlo Buccirosso senza baffetti , che l ho riconosciuto solo dalla voce (è bravissimo !), e un nutrito cast di attori anche di vecchie glorie del cinema italiano .

7219415  @  23/10/2016 23:35:15
   7½ / 10
Bel film con un interpretazione di Servillo sopra le righe

Dick  @  08/09/2016 15:11:38
   5½ / 10
Iconoclasta, iperealista con quel trucco alla "Dick Tracy" dove Sorrentino più che Andreotti sembra Lionello al bagaglino, ma un po troppo lezioso ed autocompiaciuto. Più che raccontare uno spaccato recente del paese attraverso la figura del politico più famoso, citato e criticato, fa una sorta di riflessione sul potere che onestamente non ho trovato molto riuscita. Poi, come è stato già scritto, non è il solito Andreotti che siamo stati abituati a vedere, privo d' ironia e sempre torvo. Per non parlare della già citata scena dell' omicidio di Lima

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. Bah!

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER che se non erro fa del Giulio nazionale

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER lascia il tempo che trova ed è esagerata e distrae a mio parere da quello che ha combinato un' intera classe politica ed imprenditoriale nostrana di cui Andreotti era "solo" un esponente, per quanto dei maggiori!

1 risposta al commento
Ultima risposta 08/09/2016 15.13.19
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fabio57  @  02/05/2016 13:10:23
   8½ / 10
Film di grande spessore. Alcuni passaggi della vita di Andreotti, raccontati con un taglio grottesco-visionario. Lavoro graffiante, caustico, a tratti angosciante, le musiche coniugate alle immagini della bomba di Capaci sono martellanti e scioccanti. Il ritratto dello statista, che emerge, è volutamente ambiguo, contradditorio e severo. Uomo politico di grande cultura, molto religioso ma scaltro e ambizioso, dalla personalità oscura e magnetica. Battutista raffinato e ironico ,dotato di grande presenza di spirito,votato al potere per il potere, ma dal carattere poco appariscente, per niente mondano, senza eccessi, sobrio, ma ostinato, inflessibile e impassibile, Sorrentino gira un film politico, ma puntando sul personale e sul privato di questo controverso personaggio,che nel bene e nel male, ha segnato la storia della nostra repubblica. Buccirosso che interpreta Pomicino è semplicemente straordinario

Goldust  @  15/12/2015 12:01:19
   7½ / 10
Il settimo governo Andreotti, la sua vita privata, i suoi presunti flirt con la Mafia, il maxi processo di Palermo, nel film di Sorrentino tutto si risolve in una esaltante cavalcata in cui i misteri non vengono svelati ed i dubbi sulla gestione del potere rimangono. Una biografia non certo lusinghiera eppure abbastanza ironica, esaltata da continue invenzioni registiche e da un ritmo che non lascia scampo ( obbligatorio se si vuole condensare dieci anni e più di storia repubblicana italiana in un'ora e quaranta di pellicola ).
Dal punto di vista della forma è uno dei migliori del regista, da quello del contenuto si presta a diverse chiavi di lettura; ma dietro alle battute sempre pronte ed alle schermaglie politiche il ritratto che ne esce ( dell'uomo prima dello statista ) è però decisamente inquietante, e questo è indubbio.

ulysses1  @  04/05/2015 23:08:22
   5 / 10
L'idea di utilizzare il grottesco poteva essere buona, ma qui sconfiniamo direttamente nella macchietta. Dopo aver visto il film per i primi 20 minuti fortissima era l'impressione "questo è il Bagaglino"! Le continue mediocri caricature rovinano tutto, come peraltro ho letto anche in recensioni di critici cinematografici. Parlare di questo film come di un capolavoro è pura follia, ma anche definirlo un gran film è troppo. Film molto deludente mi sembra più aderente alla realtà. Fermo restando che Sorrentino è tecnicamente bravo, nulla da dire, anche se troppo compiaciuto della sua bravura... Una domanda per chiudere: ma come si può pensare di candidarlo all'oscar?! Come può un pubblico internazionale capire le vicende italiane che neanche noi riusciamo a capire fino in fondo?!

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Ultima risposta 08/09/2016 15.14.20
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Dick  @  25/01/2015 16:26:31
   6½ / 10
Boh! Mi ha lasciato poco. Il personaggio di Adreotti meritava sicuramente un ritratto approfondito, ma per quel che ho visto in TV non mi è sembrato neanche tanto Andreotti. Insomma, dov' è la sua ironia? Boh!
Perché

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Non si riesce neanche ad avere secondo me un quadro politico e non solo chiaro dell' epoca e dire che di materiale ce n' era!
La fine della prima repubblica, il maxi-processo, il processo ad Andreotti da cui sono uscite e appurate cose terribili... tutto troppo sullo sfondo. Magari perché alla fine non vuole essere un film d' inchiesta, ma come ritratto del famoso e discutissimo personaggio politico rimane un po così.
Ho appreso meglio certe cose da trasmissioni TV!

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william sczrbia  @  13/01/2015 22:29:36
   8½ / 10
marcogiannelli  @  05/02/2014 12:54:06
   8½ / 10
Maestosa rappresentazione di corruzione, politica, mafia e tutto ciò che ci gira attorno..strepitoso Servillo, da Oscar

genki91  @  04/02/2014 03:07:14
   8½ / 10
Maestoso.
Al di là di ciò che si possa pensare dell'ex presidente del consiglio, di cui sono stato da sempre un contestatore e fedele alla teoria complottista a proposito delle sue gesta, questo affresco che ne dipinge le gesta è semplicemente maestoso.
Toni Servillo è immenso. Non lascia trasparire un'emozione, proprio la caratteristica che rese famoso Andreotti, oltre al suo particolare umorismo (che invece apprezzo particolarmente).
La storia a partire dall'ultimo mandato, le accuse di associazione mafiosa, l'ultima parte della carriera politica. Ma anche le ombre personali, il carattere forte, la lotta per mantenere la libertà.
Non sarà esclusivamente questo film a condurmi a un'idea differente da quella che avevo in precedenza. Nulla probabilmente riuscirà a farlo, ma sono dell'opinione che ci sono cose di cui non si può mai conoscere la verità assoluta, dato che si dovrebbe essere in possesso di tutte le informazioni del caso, il che è praticamente impossibile.

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Detto questo, tecnicamente impeccabile, una storia che era facile non azzeccare, azzeccata invece in pieno, ritratto esemplare, atmosfere perfette.


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fiesta  @  19/01/2014 01:42:19
   6 / 10
La smania di potere che aveva Andreotti è paragonabile a quella che Sorrentino ha per l'esser bello (tengo a precisare che non si tratta di estetica ma di esser belli). Sorrentino continua con la ricerca di un nuovo apparente, formare una breccia nella cinematografia italiana moderna ma trova due somari là dove lui crede di avere due stalloni:Tony Servillo e il "suo" montaggio (in senso ampio ossia includendo i movimenti di macchina). Toni Servillo è un attore incontrollabile, un vero divo oramai, e ciò fa si che il regista debba scendere a patti con lui, che da parte sua esige interpretare continuamente la sua parte (intendo per interpretare il significato letterale della parola, ossia leggere la propria parte e poi rappresentarla come meglio preferisce tralasciando dunque la volontà dell'autore), facendo parte di quella corrente di attori teatrali che farebbero meglio al teatro siccome, ahimè purtroppo bisogna ancora precisarlo, teatro e cinema sono due cose diverse. Il montaggio: scegliere sempre l'inconsueto, talvolta qualcuno lo scambia per maniera ma magari lo fosse, dà segno di una carenza di programmazione. Questo, talvolta, da risultati esemplari. Lasciarsi andare all'ispirazione dà, e tengo a precisarlo talvolta, vita ad autentici capolavori ma non si è sempre ispirati e Sorrentino lo è davvero raramente. Vi sono dei pregi. Una scena costruita perfettamente dove addirittura riesce a suscitare suspence (la scena con il giornalista). L'ironia che si presta fantasticamente al personaggio . il coraggio di fare un film sul potere e le lunghe scene di solitudine dove Giulio viene scortato in religioso silenzio. Ma è davvero troppo poco.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  15/01/2014 20:04:15
   9 / 10
Davvero impressionante questo biopic, che già di per se è un tipo di cinema difficilissimo da maneggiare, a mio parere il più irto di ostacoli per soddisfare il palato della critica, avvolte il rischio è di tralasciare qualcosa facendo un'operazione di filtramento degli avvenimenti più importanti, altre volte concentrarti su episodi di vita o sui vizi (spesso ci si concentra sulle magagne a sfondo sessuale), oppure il pericolo è di farne un'agiografia. Di recente mi viene in mente il biopic su un personaggio altrettanto controverso ed antipopolare quale l'ultima fatica della Lloyd sulla Thatcher, un film che girava parecchio a vuoto, una regia priva di personalità, di quel film è rimasta 'solo' la performance della Streep e un'evidente difficoltà ad evocare le reminiscenze di una senilità attanagliata dalla malattia. Sorrentino in questo film ha il controllo pressoché totale sul personaggio, muta ancora una volta la sua regia che sa di fresco, modernizza il linguaggio forse per fruibilizzare un tema per il quale gli italiani da tempo immemore provano tanta repulsione, evita il taglio documentaristico e decide di far del cinema, pur concedendosi le didascalie che per quanto la storia a grandi linee sia conosciuta urge sempre un promemoria. Tanto per restare in periodo settantino presentazione della crew andreottiana da spaghetti western, contestuale la scelta di Sorrentino di presentarcelo fino alla fine un personaggio ambiguo, criptico come si è sempre distinto essere, perpetrando battute taglienti ed aforismi quali sono stati i suoi marchi di fabbrica, non si preclude neanche il consueto trasporto musicale, in quel ritratto con la moglie Livia a tenersi la mano davanti al concerto del Renatone nazionale. Non mitizza ma sottilinea i tratti, frontali ad inquadrarne gli sguardi crucciati, le riprese di profilo a palesarne la postura e le movenze innaturali, il meraviglioso piano sequenza nel salotto quadrettato a scrutare la guardia e il gatto, Sorrentino lo maneggia con la cura e la delicatezza che uno stilista farebbe col proprio capo più pregiato, facendolo indossare, non a caso, al miglior modello in circolazione.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  24/08/2013 17:01:30
   9 / 10
Punto in più, punto in meno, il succo non cambia. Questo è un film straordinario. Come straordinario è l'autore. E purtroppo il personaggio.

Ieri ho rivisto per la quarta volta "La Grande Bellezza" e ormai non ho dubbi. Sorrentino è un autentico maestro del linguaggio cinematografico. I suoi film sono tutti capolavori di perfezione e intelligenza tecnica. E' un autore, un uomo che ama il cinema profondamente, è una sintesi mirabile di ciò che erano i programmi della Nouvelle Vague. E' un mistico, un esteta, un cinico e spietato analista, un letterato demodé, un bambino che guarda a bocca aperta la vita.

"Il divo" è forse il film di Sorrentino che mette d'accordo tutti. Anche "Le conseguenze dell'amore" certo, ma è un film che appartiene ancora alla fase in cui Sorrentino era quasi autore di nicchia, meno chiacchierato, forse ancora fuori dai suoi temi più scottanti, quelli che riguardano la vera Italia. In questo senso "Il divo" e "La grande bellezza" vanno a braccetto. In uno, la Politica. Nell'altro, una totale assenza di qualsivoglia riferimento alla situazione reale del Paese (tranne forse quello straordinario Giulio Moneta). Sul film in sè c'è poco poco da dire. Si possono obiettare alcuni momenti di esasperato tecnicismo (l'omelia), oppure di forzatura nella scrittura (il monologo liberatorio sul Potere, rivolto a una moglie mirabilmente rievocata in un flashback sinistro, una proposta nuziale in un cimitero), ma in generale questo è un film che viene sparato direttamente nell'olimpo dei capolavori italiani e mondiali. Basti solo a pensare all'uso magistrale della dialettica in campo-fuori campo durante l'intervista.

"Io credo nella volontà di Dio"

2 risposte al commento
Ultima risposta 24/08/2013 19.38.38
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kako  @  24/06/2013 01:30:27
   8½ / 10
molto bello, particolare, con una realizzazione originale e raffinata. si mischiano tratti di commedia con parti drammatiche, in un'atmosfera tragicomica ma intrigante che crea un'aura di mistero particolare attorno al personaggio. Ha il merito inoltre di trattare un periodo storico difficile senza saccenza e in una maniera che può risultare piacevole alla stragrande maggioranza del pubblico. Funziona tutto, regia ottima, Servillo super, vicende ben snocciolate, unica pecca ci si sofferma troppo sui rapporti con la mafia, si poteva approfondire ulteriormente le vicende politiche, avrei dato un voto ancora maggiore a un film che già così risulta validissimo, di un livello molto alto in tutti i suoi aspetti, da quello estetico a quello di scrittura.

Lory_noir  @  19/06/2013 19:35:49
   8 / 10
Ne Il divo, Sorrentino sceglie di mettere in scena uno dei personaggi politici italiani più discussi della storia, Giulio Andreotti. Il film racconta gli anni del suo settimo mandato e dei processi che hanno visto Andreotti sotto accusa.
Sin dalle prime scene emerge una cinica ironia che caratterizzerà per tutto il film il personaggio, che risulta quasi indifferente agli avvenimenti che gli capitano attorno.
Si prestano perfettamente al soggetto le tipiche carrellate che Sorrentino usa facendo inquadrare alla cinepresa tutto l'ambiente circostante, quasi alla ricerca del suo centro, che poi trova in Andreotti, sempre circondato da un sacco di gente che pende dalle sue labbra.
All'interno di questa cerchia di personaggi improbabili, caricature spaventosamente verosimili, anche personaggi del clero, perfettamente integrati tra le altre personalità che riempiono questo teatrino.
Il connubio Sorrentino-Servillo riesce a mettere in scena il personaggio in modo magistrale. Il ritratto che ne viene fuori è quello di un uomo misterioso che ha fatto del suo personaggio pubblico una filosofia che si è inscindibilmente saldata con l'uomo privato. Emblematico, per questo aspetto, è infatti il rapporto con la moglie, freddo, fisicamente nullo, moglie con la quale Andreotti riesce ad aprirsi solo tramite una lettera.
Un film incisivo, realizzato magistralmente, recitato camaleonticamente.

Badu D. Lynch  @  24/05/2013 14:32:27
   6½ / 10
Non male. Un bel film. Valido. Con delle scelte registiche (visive) affascinanti ma forse un pò sfarzose. Una sorta di pseudo-visionarietà ricercata. Un vuoto stilistico - ma originale, forse? - ridondante che si sarebbe potuto "esibire" in maniera differente. Ostentare originalità. La ricercatezza dell'innovazione. Una pellicola interessante.

Lucignolo90  @  12/05/2013 01:32:15
   8 / 10
Rivisto La7, che gra bel film nostrano.....ancora mi chiedo perchè agli oscar abbiamo deciso di mandare Gomorra (cmq ottimo ma sempre sulla solita camorra) e non questo, primo film politico all'italiana coi controcavoli dopo anni e anni di cortina fumogena e di silenzio sugli scandali politici mentre ci bombardavano solo coi film sulla mafia fatta dai criminali, quando forse la più letale delle corruzioni è sempre risieduta nei palazzi del potere. Appunto, il potere vero, non l'idea che ci facciamo di esso, il potere....quello di decidere la vita o la morte delle persone semplicemente proferendo un assenso. E poi è girato da Dio, degno di un Martin Scorsese.

Detto questo, mettp il film un gradino sotto L'uomo in piú e Le conseguenze dell'amore

Crazymo  @  08/05/2013 19:17:19
   8½ / 10
"No man is above the law, unless he's the lawmaker", un film che ha sbancato anche all'estero e si può capire subito il perchè: i produttori temevano che Sorrentino ne facesse un film noioso, ma non sapevano le idee che gli ribollivano in testa, fra virtuosismi e sequenze che sembrano uscite da Goodfellas (L'inizio è magnifico) è un film dalla grande carica stilistica e con un ritmo velocissimo, l'ora e cinquanta passa in men che non si dica, e anzi, un paio di minuti in più secondo me non sarebbero guastati. Il personaggio di Andreotti viene dipinto in maniera grottesca, quasi surreale, infatti i momenti in cui sembra di essere in un film di Fellini o Lynch non mancano ed è puro delirio, e Servillo riesce a dargli un'ottima "maschera" rendendo credibile un personaggio così sopra le righe che non manca in alcuni momenti di far sorridere lo spettatore, come quando vaga per casa nella notte in preda all'ansia. Uno spaccato di storia italiana recentissima, narrata in un modo piuttosto accessibile a tutti e in una chiave molto geniale, molto inventiva, a partire dalla comparsa delle scritte affianco ad ogni cadavere nei modi più disparati, la colonna sonora e soprattutto la regia di Sorrentino fanno il resto... la fotografia è magnifica e i virtuosismi del regista sono un puro piacere per gli occhi, ci sono un paio di momenti in cui si raggiunge la perfezione, come nel monologo sul potere o nella scena iniziale, mentre in altri mi è sembrato un pò "troppo rumore per nulla", risultando sempre molto virtuoso ma a volte lasciando in secondo piano i contenuti... diciamo che così facendo si rischia di rendere il tutto un pò vuoto, e forse il difetto del film è un pò questo, lasciare un piccolo senso di vuoto alla fine, anche se siamo davanti ad uno dei film italiani più belli degli ultimi anni, veramente magnifico e molto coinvolgente, e da venerare a partire dal grande coraggio che ha avuto Sorrentino nel mettere in scena un simile film che tratta di fatti ancora così caldi. Grandi Sorrentino e Servillo, accoppiata perfetta. Da non perdere!
"Tutti a pensare che la verità sia una cosa giusta, e invece è la fine del mondo, e noi non possiamo consentire la fine del mondo in nome di una cosa giusta. Abbiamo un mandato, noi. Un mandato divino. Bisogna amare così tanto Dio per capire quanto sia necessario il male per avere il bene. Questo Dio lo sa, e lo so anch'io."

Invia una mail all'autore del commento The howling  @  04/12/2012 10:24:20
   9 / 10
Finalmente un film incentrato sulla politica che si lascia vedere da tutti, Toni Servillo incommensurabile. Monologo del protagonista sul tema del male indimenticabile. Quando fare cinema significa farlo per il pubblico e non per se stessi.

Assolutamente da vedere!

Tuonato  @  16/08/2012 13:53:58
   10 / 10
Sorrentino in stato di grazia, il suo talento visionario e la sua originalità qui raggiungono l'apice della sua produzione cinematografica.
Ogni singolo tassello è geniale, perfetto.

barone_rosso  @  22/07/2012 21:39:44
   6 / 10
Un film gradevole alla vista, ma soffre dello stesso problema della politica di quell'epoca, una noia mortale. Andreotti, uno dei furbetti più furbi della storia d'Italia viene disegnato egregiamente, ma ahimè proprio la sua faccia monoespressiva diventa a lungo andare noiosa. Per il resto sono tutte notizie già note dalle cronanche di tutta la sua vita, nulla di interessante...

Oskarsson88  @  08/05/2012 23:46:00
   6½ / 10
stilisticamente egregio, ma dai contenuti talvolta faticosi e talvolta un po' troppo poco concreti. magari più adatto a chi è molto dentro alla politica italiana...

peppone  @  28/02/2012 12:13:35
   8½ / 10
Commedia drammatica con un alto spessore narrativo ed interpretativo. Ritratto tragicomico di un periodo storico italiano che al momento presenta ancora tanti interrogativi. Film senza un finale vero e proprio che però cerca di sintetizzare, con percorsi narrativi davvero belli, la storia di questi italiani che hanno deciso e\o manipolato il percorso economico e politico dell'Italia. Assolutamente consigliato.

Ciaby  @  27/02/2012 20:18:15
   8 / 10
Non è il miglior Sorrentino, ma è comunque il solito, denso e sarcastico ritratto di umanità tipica del regista che, anche quando tocca la storia nazionale o la politica non rischia mai di intrappolarsi. è uno splendido odivago tecnico che riesce a mantenersi interessante narrativamente anche a chi di politica e storia non si intende per niente, aiutato dall'interpretazione straordinaria e freddissima di Toni Servillo.

marimito  @  20/11/2011 20:57:25
   7 / 10
bravo Sorrentino..non delude mai, o quasi.. le scelte dei dialoghi e delle immagini sono di chi non lascia nulla al caso.. anche le pause ed i momenti più lenti sono lì a rendere la gravosità ed importanza dei momenti..

Gabo Viola  @  24/10/2011 14:04:00
   4 / 10
Per un grande film non bastano le spalle infinite di Toni Servillo, attore eccelso e multiforme. Sorrentino ci "regala" la sua solita regia, densa di virtuosismi per nulla funzionali alla storia narrata. La sceneggiatura è un collage di articoli di giornale scandalistici e mormorii dal parrucchiere. Mi pare un film del tutto cinico e ragionato e probabilmente anche furbo. Un piano sequenza in particolare mi è rimasto impresso per la sua inutilità. Sorrentino non è il nuovo cinema italiano.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  14/10/2011 20:50:05
   9 / 10
Capolavoro di Sorrentino(che si conferma un grande regista forse il migliore in Italia)grande Servillo nelle vesti di Andreotti.Nota di merito per quel bravo e sottovalutato attore che è Buccirosso

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Ultima risposta 14/10/2011 20.57.10
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Clint Eastwood  @  12/08/2011 21:51:51
   8 / 10
Grandissima regia di Sorrentino che si conferma uno dei registi (non necessariamente italiani) più originali di questo periodo.
Per quanto si può essere ignoranti della politica (che è anche la storia) italiana sotto i vari governi di Andreotti è quasi impossibile resistere al fascino di questa pellicola.
Mezzo punto in più sulla fiducia aspettando di vedere THIS MUST BE THE PLACE con Sean Penn.

Black Eight  @  23/05/2011 15:34:18
   8 / 10
Sorrentino è indubbiamente tra i migliori (se non il migliore) registi italiani del momento. Il Divo ne è la dimostrazione essendo un film tecnicamente eccellente a partire dalla regia elegante e sofisticata per arrivare alla fotografia curatissima. Inoltre il regista napoletano dimostra ampiamente di saper anche scrivere sceneggiature audaci che magari potrebbero anche non incontrare i favori del grande pubblico, ma che lui è così bravo da mettere su pellicola da renderle accessibili se non fosse altro per la qualità estetica da cui sono contraddistinti. La storia del più grande statista di Italia è affascinante e mai raccontata con faziosità. L'indagine sulla corruzione italiana è credibile e mai stancante. I politici-macchiette sono personaggi curiosi, meritevoli di uno studio antropologico e resi perfettamente sullo schermo con interpretazioni notevolissime. E se l'occhio lo ruba (come è naturale che sia) un grandissimo Toni Servillo, uno dei migliori attori italiani, calato con misura nei panni del divo Giulio, i comprimari sono tutti apprezzabilissimi con menzione d'onore per Carlo Buccirosso

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  14/05/2011 11:36:09
   7½ / 10
Ben fatto. “Il Divo” è sicuramente uno dei film politici più scorrevoli che esistano; raccontato benissimo e con spirito. I miei complimenti al regista Sorrentino e agli sceneggiatori perché non era facile scrivere un film così. Inoltre un plauso va anche alla fotografia spettacolare, curatissima in ogni dettaglio, e agli intuitivi movimenti della mdp. Un cast scelto accuratamente chiude il quadro.

tonnorefanio  @  21/04/2011 01:30:31
   9 / 10
Un Servillo straordinario e un Sorrentino sublime rendono questo film un capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  03/03/2011 18:52:37
   6 / 10
Carino ma niente di speciale. Non è un film d'inchiesta e nemmeno biografico. Con un personaggio affascinante, inquietante e controverso come Andreotti, si poteva fare ben altro che ridurlo ad una macchietta aforistica.
La regia di Sorrentino è comunque molto buona e l'interpretazione di Servillo davvero ottima.

Englishbear  @  06/02/2011 18:01:40
   7½ / 10
Sono un pò di parte perchè mi sono sempre piaciuti i film di questo genere però questo è davvero consigliabile!!

Inn10  @  02/02/2011 23:31:07
   5 / 10
MMM....non mi ha convinto per niente.

mr orange  @  02/02/2011 23:29:10
   6 / 10
tecnicamente forse non fa una piega ma secondo me alcune scelte sopratutto sulla costruzione del personaggio sono discutibili. andreotti sembra una macchietta di gomma che parla solo con battute e citazioni, le situazioni vengono montate in un modo forse visivamente piacevole ma che contenutisticamente rende un pò di confusione.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  02/02/2011 16:08:06
   9 / 10
Chi è Giulio Andreotti?

Andreotti è il Gobbo,Belzebù,il Papa nero,la Volpe,la Sfinge,il Divo Giulio.

Andreotti è uno spietato difensore del potere che non si ferma davanti a nulla per proteggerlo,ordina omicidi e decide le sorti dell'Italia,ha le mani in pasta dappertutto tra chiesa,politica,banche e mafia.

Andreotti è l'uomo più perseguitato d'Italia,accusato di tutto "guerre puniche a parte".

Andreotti è tutto e niente,un'ambiguità che non si può sciogliere e mai verrà sciolta,una figura solitaria e curva che ricorda una tartaruga,sibillino e intelligente,imperturbabile e imperscrutabile; ma questa testuggine ha tra le sue mani il destino dell'Italia da tutta la durata del dopoguerra fino agli inizi degli anni '90,è il Potere incarnato.

Andreotti è l'ambiguità del potere in tutta la sua essenza come mai c'è stata nel belpaese ma come ce ne sarà ancora in Italia.


Raccontare uno dei periodi cruciali della nostra storia politica non è cosa da poco,e sarebbe plausibile farlo con uno stile documentaristico da fiction. Sorrentino ha tra le mani la patata bollente che ti cambia una carriera ma sfrutta la sua occasione realizzando un capolavoro di incredibile attualità formale e stilistica: una pellicola così non sembra essere uscita dalle mani di un regista italiano. Ma solo gli italiani possono comprendere tutti i collegamenti,i politici,i mafiosi,le stragi,i rimandi e gli avvenimenti raccontati con ironia,drammaticità,cinismo e un gusto del grottesco che lascia spiazzati.
Questa fa de Il Divo un film comprensibile in larga parte solo agli italiani ma che grazie allo stile di Sorrentino unico e coraggioso,sfrenatamente moderno,ha conquistato da subito anche gran parte della stampa e del pubblico estero sorpreso quanto noi di quanta qualità nascosta e coraggiosa possa esserci ancora dopo il tramonto del cinema nostrano che da anni arranca privo di idee.
Non è solo una questione di trattare argomenti scottanti e difficili,ma il modo in cui questi temi arrivano alla luce con coerenza ed originalità: la potenza delle immagini,dei dialoghi,delle interpretazioni,della fotografia e delle musiche sono fondamentali anche più di una sceneggiatura che affonda il colpo senza mai esplicitarsi,ambigua fino alla fine in linea col personaggio di cui tratteggia personalità e biografia,pur rimanendo negli ambiti dell'ultimo governo Andreotti.
Del Divo non ci vengono raccontate che storie di ordinario potere,gettando ombre (tantissime) sulla montagna di stragi ed omicidi di cui potrebbe essere stato il mandante. Sorrentino sa bene il suo mestiere,maliziosamente e in maniera implicita collega il filo di sangue dei frequenti misteri e assassinii (Pecorelli,Calvi,Sindona) con Andreotti senza mai condannarlo direttamente. Sono rimandi volutamente scontati,da notare in proposito (al di là dell'incipit capolavoro e stilisticamente da orgasmo) l'omicidio Lima con un Andreotti che incita i cavalli durante una corsa mentre due mandanti rincorrono Lima per finirlo.
Ancora,assistiamo al ritratto privato del Divo Giulio,alla sue devozione per chiesa e famiglia (la moglie,l'unica che potrebbe capirlo davvero ma anche lei in realtà estranea alla sua vera natura). Ma tutto è trattato superficialmente non nel senso di raffazzonato o imperfetto ma perché scavare a fondo di un'ambiguità del genere è impossibile.
Così si dipana la storia d'Italia in uno dei suoi periodi più terribili e delicati in cui gli uomini di palazzo cercano sfrenatamente potere a più non posso tra invidie,litigate,intrighi senza rendersi conto di come il potere,quello vero,sia sempre e solo nelle mani di una persona,sempre lui,sempre Il Divo.
Un Servillo monumentale non si limita a fare il camaleonte o imitatore,scava il suo personaggio nelle fondamenta e rende splendido un film già eccezionale di suo.
Il monologo in cui si autoconfessa è una scena che dovrebbe essere nella storia del cinema,a mio modesto parere,e in cui si esplica un tema fondamentale dell'etica andreottiana: è necessario compiere il Male per fare il Bene. Questo fa di Andreotti una persona maligna? La domanda resta irrisolta,lui resta impunito ma rimane il mistero di una persona fondamentalmente sola e imperscrutabile come tutti i personaggi tratteggiati fino ad adesso nei film di Sorrentino: cos'ha Andreotti di diverso da un Titta di Girolamo o da un Geremia de Geremei? Sono imprevedibili fino all'ultimo,è vero,ma Andreotti esiste e non è un invenzione,questa è la differenza fondamentale rispetto agli altri.
La forte sensazione è che Sorrentino sia riuscito ad avvicinarsi più di tutti al ritratto perfetto dell'uomo politico più complicato ed importante della seconda metà del novecento italiano.

Il senso ultimo del film? Veramente è qualcosa che stiamo vivendo tutt'oggi e che,mettiamoci l'anima in pace,vivremo per sempre ovvero quest'ambiguità del Potere,inspiegabile se non agli occhi di chi lo detiene.

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Ultima risposta 02/02/2011 16.27.22
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davmus  @  02/01/2011 16:44:27
   5½ / 10
L'ho trovato lento, un pò pesantuccio, in un castello di "ipotesi accusatorie" probabilmente verosimili...ma niente di definito.
Non mi è riuscito a prendermi!

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Ultima risposta 25/01/2015 16.29.16
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guidox  @  01/01/2011 15:37:35
   7½ / 10
altro bel film di Sorrentino, che si conferma forse il migliore nel seppur scarno panorama italiano contemporaneo.
inferiore comunque a Le conseguenze dell'amore, che rimane inarrivabile.
Tony Servillo come sempre...l'uomo in più.

pinhead88  @  26/05/2010 02:05:39
   7 / 10
Un film che offre molte caratterizzazioni,cosa difficile da trovare al giorno d'oggi.più che per lo spunto di denuncia sulla ex-classe dirigente mi viene da apprezzarlo di più proprio per questo motivo.buona prova di Sorrentino.

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Ultima risposta 23/11/2011 17.54.54
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Signor Wolf  @  08/05/2010 13:48:02
   5½ / 10
devo valutare questo film su 2 piani, quello tecnico, molto buono, con idee originali per l'introduzione di troppi personaggi che altrimenti avrebbero potuto disorientare lo spettatore, neanche i tempi sono poi eccessivamente lunghi, anzi ho trovato fossero molto caratterizzanti, sul piano biografico invece è scadente , vuoi perchè il personaggio, ancora vivente non è ben sviluppabile, vuoi perchè a volte vi sono delle deprecabili scelte di parte.. come a dire andreotti in realtà non ha fatto questo, questo e questo, ha invece fatto questo, questo e questo ma aveva i suoi buoni motivi. (la carrellata di sentenze è orrenda per chi veramente ne conosce i contenuti..)

lukef  @  28/04/2010 22:14:26
   7 / 10
Iniziamo col dire che presenta delle innegabili qualità: la fotografia è piuttosto bella, la colonna sonora azzeccatissima e molto piacevole... Però... nel complesso ho trovato veramente questo film eccessivamente statico, fermo, lungo; per non parlare del personaggio stesso di Andreotti che non mi è piaciuto per niente, troppo caricaturale e per niente genuino.
Ok che era ambizioso il progetto di riassumere in un'unico film un intero periodo di storia d'Italia però non ho davvero apprezzato come si sono susseguite le varie vicende, poco armoniche e appunto, prive di pathos (forse mi ero illuso da un inizio molto movimentato). Lungi dall'essere un capolavoro a mio avviso questa pellicola si merita un semplice "buono" e nulla più.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  14/04/2010 16:44:36
   9 / 10
Novello Hellraiser che si cura l’emicrania con l’agopuntura. Star seguita da un manipolo di guardie del corpo ed esposta alla luce inebriante dei flash. Personaggio quasi metafisico che si rifugia nei confessionali “espiando” (o condividendo) col prete di fiducia le proprie colpe.

A proprio agio nella sua deforme postura, è un cattivo gobbo di Notre Dame che frequenta la Chiesa come se ne fosse il padrone, giusto un gradino sotto a quello di Dio (“I preti votano, Dio no”).
Solo, insonne, apparentemente apatico e pervaso da uno humour quasi britannico, immerso nelle tenebre come un Colonnello Kurtz in mezzo a una giungla di cemento, fuoriclasse politico invulnerabile e Padrino che elargisce dolci (le pillole rese meno amare hanno fatto la fortuna della DC). Si parla di Giulio Andreotti, il politico italiano più misterioso e discusso dei suoi tempi (ma è opportuno ricordare che è ancora in vita).

Ce lo racconta splendidamente Paolo Sorrentino: con carrellate in avanzamento così come in improvvise rinculate, la sua macchina da presa scivola su oggetti e corpi, fa un uso appropriato di ralenti, macro, primissimi piani suggestivi e rivelatori. Il regista italiano non si ferma mai, danza sul corpo di Andreotti fischiettando, perfettamente a suo agio.
Sconfina nell’onirico e nel surreale, lo sospende e lo interrompe talvolta con un accenno di taglio documentaristico introducendo immagini sgranate, quasi volesse distaccarsi e rinfrancarsi dalla verità e la realtà politica ma sempre lucidamente presente di fronte all’oggettività storica e sociale del nostro paese.

Sfiora il manierismo quando lascia eccessivo spazio ai gesti e ai toni di voce di Servillo, costretto a bisbigliare per tutto il film imballato nella gobba e ammiccante dietro la maschera del trucco. E abusa di ricercatezza con una messa in scena estremamente schierata e feroce a dispetto dell’enigmaticità del personaggio.
Poi rimedia con una colonna sonora bella, aggressiva e significativa che va dalla technopop targata anni ’80 di “Da Da Da”, al flauto di Vivaldi, da Bruno Martino alle seducenti track scritte da Teho Teardo.
Si infarcisce di troppi dialoghi epici, come le frasi e aforismi senza tempo pronunciati da Andreotti e da chi gli sta dintorno: una battuta via l’altra come schema difensivo dagli attacchi dei delatori. Manca solo quella più famosa: “Il potere logora chi non ce l’ha”, presa in prestito in realtà da Talleyrand, diplomatico francese del XVIII secolo.

C’è bisogno del rassicurante e accomodante refrain di Renato Zero (simbolo perfetto di travestitismo/trasformismo e voltagabbana per eccellenza) nei “migliori anni” per non farsi sopraffare dai dubbi sulla vera identità di chi abbiamo sposato e che ha vissuto sempre al nostro fianco. E questo lo sa bene la moglie Livia, ben interpretata da Anna Bonaiuto.
Lo show deve andare avanti: basta una doppia aspirina e si va in scena come il coreografo di “All that jazz”, a recitare nel teatrino politico italiano approfittando della mancanza di limpidità delle maggiori istituzioni, e le cronache delittuose stanno lì a dimostrarlo.
Nella sua abbagliante imperfezione ma sempre con l’urgenza di dire, di esternare le cose che veramente si pensano, rendiamo grazie a questo autore che, caparbio oltre ogni limite, ha saputo ancorare senza indugi e cedimenti, un pezzo d’Italia malandato e corrotto.

“Il Divo” è un frammento barocco, come la scenografia che a volte circonda le vicende con un’incisività visiva senza pari che entra, alla maniera di un vorticoso refrain antropologico, nella nostra memoria e lì si fissa. Coesa con l’incedere del soggetto, a fianco di uno stato emotivo ora misticheggiante ora filosofico, la direzione artistica è una riproduzione amplificata dell’arcano e del contraddittorio.

Ma è il momento di finirla di puntare il dito verso/contro Andreotti: oggi abbiamo a che fare con un nuovo, inarrivabile Divo, talentuoso e tristemente famoso per le battute, pronto anch’egli a calcare vanitosamente la scena politica come quella delle aule giudiziarie.

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Ultima risposta 29/04/2010 18.56.48
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mirkoct85  @  05/03/2010 00:00:26
   5½ / 10
l'ho trovato pesantuccio e un po' privo di contenuti....bella la colonna sonora anche se a volte e' demenziale... bravo sicuramente l'attore....inquientante il sosia di riina!!

despise  @  10/02/2010 15:13:43
   6½ / 10
Mi ha inquietato e non poco questo film, tutto incentrato sulla magistrale interpretazione di Toni Servillo....
però devo anche dire che mi è sembrato troppo retorico e fine a se stesso, alla fine un pò povero di contenuti che dovrebbero invece rimanere allo spettatore.

ROBZOMBIE81  @  06/02/2010 18:34:18
   9 / 10
Personalmente è il più bel film italiano degli ultimi anni,un'occhiatina sul personaggio e sulla politica nel suo ultimo periodo di attività con tanti interrogativi e considerazioni più o meno celate..fotografato e interpretato magistralmente,finalmente qualche nostrano regista di cui andar fieri..

bulldog  @  05/02/2010 22:45:48
   4 / 10
Primo film che vedo di Sorrentino.
Ok,la regia con i suoi abili movimenti di macchina è splendida,la fotografia è altamente suggestiva.

Ma oltre a questo cosa rimane?
Un cinemino che si compiace,proteso ad enunciare teoremi e scontatezze facendo ricorso al grottesco e all'enfasi ironica.
Risultato finale?
Mediocrità,non mi interessa.


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13 risposte al commento
Ultima risposta 24/11/2011 09.44.46
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eraserhead  @  03/02/2010 01:59:38
   10 / 10
Altro capolavoro di sorrentino / servillo
Un affresco di un periodo vergognoso della storia italiana, uno dei tanti
Mi sento di dire anche molto vicino alla verità
Ma ciò che colpisce è la cura dei dettagli
Ogni inquadratura, ogni battuta, ogni musica è esattamente dove dovrebbe essere
Sorrentino santo subito

uzzyubis  @  02/02/2010 18:35:02
   9 / 10
Fino ad ora, a mio parere il meglio di Sorrentino. Grottesco e descrittivo allo stesso tempo.
Fotografia ed inquadrature come al solito geniali per la punta di diamante della regia italiana.
Servillo si commenta da solo.
Adoro i titoli di testa musica azzeccatissima che da un ritmo vorticoso al tutto Geniali!!!!

Manu90  @  18/01/2010 14:37:10
   4½ / 10
Sarò una voce fuori coro, ma questo film non mi è piaciuto quasi per niente. Lento, a tratti troppo noioso. Riconosco la bravura di Sorrentino alla regia, ma proprio il film di per se non mi ha mai coinvolto.

pinnazza  @  18/01/2010 13:10:07
   7 / 10
Credo che Sorrentino rappresenti il meglio del cinema italiano attuale.
Ha una cura maniacale dei dettagli, delle riprese, delle musiche e delle atmosfere.
Molto belli gli interventi testuali in digitale.
Il film tuttavia risulta spesso noioso e pesante. Non ne faccio una colpa, soprattutto in quanto l'argomento lascia molto poco spazio ad interventi "creativi"..

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  10/01/2010 19:39:49
   8 / 10
Bel ritratto della vita(o meglio di una parte della vita) di Giulio Andreotti, mai noioso, fatto molto bene. Vale la pena di vederlo.

paolo80  @  04/01/2010 01:46:37
   7½ / 10
Una pellicola riuscita davvero molto bene, che mostra uno spaccato di storia italiana, naturalmente romanzata ed adattata allo stile cinematografico.
Ottime le musiche scelte, così come certe inquadrature, veramente realizzate molto bene.
La visione scorre in maniera piacevole, e l'interesse per la vicenda si assesta su livelli alti durante tutta la visione dell'opera.

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Ultima risposta 23/11/2011 17.57.05
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Febrisio  @  27/12/2009 18:03:26
   8 / 10
Il Divo conquista lo spettatore con ottime musiche, inquadrature superbe, momenti riflessivi, silenzi, dialoghi concisi, una bella sceneggiatura, ombre di verità, perpetuare il male per raggiungere un bene, un uomo, il Divo. Dietro a quest'uomo si cela un personaggio intelligente, freddo ed enigmatico mettendo tutte le carte in tavole per incuriosire tutti i tipi di spettatori. I premi che ha vinto il film di Sorrentino confermano la sua ottima e personale rappresentazione, tanto contrastante con il tema trattato. Moderno, attrattivo, ma allo stesso tempo molto interessante per una scena politica storica. Un buon equilibrio (solo nel film). Da vedere.

gandyovo  @  17/12/2009 17:30:12
   7½ / 10
Primo: non vedo niente come Sorrentino in giro
Secondo: gli altri film mi sono piaciuti decisamente ma decisamente di più
Terzo: non mi è piaciuta l'idea di una biografia in generale e di Andreotti in particolare.

in definitiva: il movimento di macchina di Sorrentino merita il biglietto due volte, la fotografia e le musiche sono sempre bellissime, Servillo è davvero bravo. Il film è già nella mia videoteca.

Invia una mail all'autore del commento domeXna79  @  07/12/2009 20:07:04
   7 / 10
L’ultimo pluripremiato lavoro diretto da Sorrentino.
Gli anni ’90 e gli scossoni politico sociali che cambiarono, forse oggi possiamo dire solo all’apparenza, la realtà del nostro paese ..in mezzo a tutto questo la figura del senatore Andreotti che, non solo per longevità, si intreccia con la storia della repubblica italiana e con tutti gli avvenimenti che in oltre cinquant’anni si sono succeduti (l’omicidio Moro, le stragi di Mafia, tangentopoli, ecc.) ..grande sfoggio di libertà creativa, dai tratti quasi surreali e grotteschi, una commistione tra accenti ironici e punte di alta drammaticità, insomma uno stile inconfondibile che rappresenta il talento del regista partenopeo, abile nell’usare la telecamera e nel scegliere l’accompagnamento musicale ..eppure tutto questo se pur tecnicamente pregevole, finisce per svilire l’impianto narrativo, diventando a tratti eccessivo.
Lontano dai film d’inchiesta regalatici da Petri o Risi (solo per citarne alcuni), questo racconto ha in se tanto da dire ma alla fine, poco realmente rimane nella mente dello spettatore, pregevolezza estetica ma anche eccessivo compiacimento ..insomma, secondo me, un’opera riuscita solo a metà.
Magistrale l’interpretazione di Servillo, oggi sicuramente tra i migliori interpreti del nostro cinema, capace di calarsi a fondo nel personaggio senza alcuna sbavatura ..sicuramente una pellicola interessante ma, bisogna ammetterlo, decisamente sopravvalutata!

TheLegend  @  21/10/2009 18:38:12
   7 / 10
Il talento di Sorrentino è innegabile,devo ammettere che è un regista che apprezzo molto.
Questo film,tuttavia,mi ha un pò deluso;dal punto di vista tecnico è sensazionale però di fatto la storia non ha attirato la mia attenzione più di tanto...Probabilmente non è nemmeno un limite del film ma della storia di Andreotti non è che me ne fregasse molto....

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Ultima risposta 04/12/2009 20.05.34
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Alexein  @  18/10/2009 22:23:16
   9½ / 10
Un film bellissimo, con pochissimi difetti, forse il montaggio di qualche scena poteva essere fatto in modo migliore, ma ciò non toglie assolutamente niente al valore di questa pellicola.
Paolo Sorrentino ha sicuramente dato il via ad un cambiamento nello stile registico e narrativo del cinema italiano, se ne sentiva davvero il bisogno.
In quanto a Toni Servillo, ha saputo cogliere i lati della personalità di Andreotti in maniera eccellente.
Film come questo fanno ben sperare per la rinascita del nostro cinema.

Invia una mail all'autore del commento Mr. Pink  @  15/10/2009 14:47:41
   8½ / 10
Film di notevole impatto visivo, grande sfoggio estetico della creatività di Sorrentino.
Una colonna sonora che scuote il film, scene davvero memorabili - su tutte la già citatissima presentazione della corrente andreottiana della DC - e una fotografia da antologia.
Prestazioni soprendenti di tutto il cast, Servillo senza dubbio su tutti.
Mezzo voto in meno per un finale che si impasta in una condanna senza appello fondata su un giudizio storico dai contenuti decisamente discutibili e su un mea culpa di Andreotti che colpisce per la cifra drammatica, ma che ha il gusto della fantascienza.

RedPill  @  18/09/2009 00:27:53
   6 / 10
Breve analisi semi-biografica, firmata Sorrentino, che esula completamente dai classici documentari didattici a scopo informativo, perché non si limita a riportare freddamente nomi e date in rigoroso ordine cronologico, ma si sofferma, anche divertendo, sulla personalità pubblica e privata del soggetto.Un film in tutto e per tutto quindi, che racconta con astuzia e "ironica serietà" ciò che cadde sulle spalle di un intero paese, tra il 1991 e il 1993, quando mafia e corruzione si erano ormai insinuate radicalmente anche tra le più alte cariche di stato.Ad alleggerire il peso del tema trattato, situazioni un pò grottesche e una colonna sonora perfetta, associata con innegabile bravura e originalità alle immagini proposte.Una sceneggiatura a tratti provocatoria e un Servillo in gran forma completano l'opera di un regista, che si compiace un pò stilisticamente, ma che ha il grande merito di mantenersi sempre al di sopra delle parti, dettando i giusti tempi ad una pellicola che subirà un leggero rallentamento in occasione di qualche, se pur ben fatto, monologo.Nel suo insieme risulta quindi un lavoro di ottima fattura, da cui non ne esco però pienamente soddisfatto e che per questo, difficilmente rivedrò.

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dobel  @  23/08/2009 15:21:15
   7½ / 10
Film molto intelligente, e non era facile. Grottesco, sarcastico e cinico. Un ritratto coinvolgente. E' il primo film di Sorrentino che riesco a vedere e ne sono rimasto piacevolmente colpito. Leggo che anche le altre sue opere si alzano rispetto la media. Colmerò la mia lacuna al più presto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  15/08/2009 23:21:54
   8 / 10
Bè avete visto che gran film è riuscito a sparare il buon Sorrentino, questo certamente è una bella speranza per il cinema italiano veramente.
Negli ultimi anni, il cinema italiano sembra essere veramente caduto in un oblio di schifezze: con le solite c--o di commedie e le solite fiction, però qualcuno che ha le palle di fare bene le cose c'è. Il divo e un film che io definisco medio politico, anche perchè i fatti che sono raccontanti almeno che non mi sbagli sono successi veramente ( o almeno quello che riguardano gli omicidi, il resto certamente e da valutare) poi sicuramente la rappresentazione di Andreotti e molto simpatica e divertente, per il resto un film che fa certamente riflettere, buonissima la scenografia e gli effetti sonori.

LEMING  @  07/08/2009 11:14:37
   7½ / 10
Questo regista è un grande. riesce a girare un film "politico" interessante anche per chi come il sottoscritto non ama particolarmente questo genere di pellicole.
Grandi interpreti, buona sceneggiatura e ottime musiche.Consigliato

Invia una mail all'autore del commento dr.slump  @  07/08/2009 10:27:33
   8 / 10
Bene gli attori, pungente la sceneggiatura, grande la fotografia, superba la regia. bene!

Orwell1989  @  27/07/2009 15:09:21
   7½ / 10
Un film utile oltre che dilettevole. Utile in quanto può far rendere conto, a chi non sa nulla sulla storia della politica italiana (e ce ne sono tanti) di quanto dal dopoguerra la mafia si è liberata del guinzaglio e ha preso il controllo sui vertici dello stato. Gli attori sono competenti e capaci, Toni Servillo, come sempre, recita splendidamente (ma non potrà mai eguagliare la bravura profusa nel suo Titta di Girolamo nelle "Conseguenze dell'Amore"), altri attori, come Flavio Bucci, lasciano a desiderare e non sono sufficientemente bravi. La fotografia, le riprese, le inquadrature e la colonna sonora sono davvero ben fatte (anche se la trovata del gatto poteva evitarla). Un film come questo ci rende orgogliosi del nostro cinema.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  25/07/2009 09:44:00
   7½ / 10
Sorrentino conferma la sua bravura con un film a tratti grottesco, girato e fotografato con maestria.
Azzeccatissima la presentazione dei personaggi che sembra richiamare a Leone e al primo Tarantino (quello de "Le iene").
Il difetto di Sorrentino sta proprio nella sua bravura, perché a volte forza la mano cercando continuamente l'inquadratura ad effetto anche quando non c'entra nulla (vedere il dolly sull'omelia o alcuni sguardi in macchina degli attori).
E comunque, è sempre molto meglio parlare di "surplus stilistici" che della loro assenza e sorrentino si conferma uno dei registi italiani che fa più sperare per il futuro.

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inferiore  @  17/07/2009 17:40:10
   7 / 10
Erano ormai parecchi mesi che mi promettevo di vedere questa pellicola. Un film acclamato da critica e pubblico che non potevo assolutamente perdere anche se il tema centrale risultava a me in parte sconosciuto.
E' la prima volta che vedo Sorrentino all'opera e il risultato mi pare più che soddisfaciente.
Se non sono riuscito ad apprezare in tutta la sua bellezza oggettiva il film è perchè la storia non mi ha mai attratto fortemente.
Per narrare le vicende del senatore a vita Giulio Andreotti, Sorrentino, non intraprende la solita scorciatoia della biografia dimessa e scontata, ma si incammina in una strada enigmatica, equilibratamente grottesca e forse surreale.
Belli i colori della fotografia, ottima la colonna sonora senza un vero tema centrale e fantastico Toni Servillo (uno dei migliori attori italiani in circolazione) .
Seppure non mi abbia catturato alla grande non posso certo dire che mi abbia annoiato a morte, percui una bel 7 è più che legittimo.

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Alex2782  @  04/07/2009 22:51:58
   6½ / 10
film italiano ben fatto, siamo abituati a vedere film italiani pietosi ed appena c'è un film che va sopra la media schifosa, lo elogiamo.

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Ultima risposta 16/11/2009 10.36.40
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  24/06/2009 20:08:44
   8½ / 10
Comincio con il dire che questo a mio avviso è il miglior film Italiano degli ultimi anni!Finalmente!
Doveva essere "Il divo" a partecipare agli oscar e avrebbe probabilmente avuto piu' chanche di "Gomorra" in particolare per la regia e per l'interpretazione!
Un film stranissimo...non è un film politico o almeno non sembra...non è un film grottesco perche ha dei momenti drammatici e reali molto forti...Insomma davvero un film originale che sembra toccare molti generi!
Il regista Sorrentino per sua ammissione è un fan di Fellini e Kubrick!
Soprattutto per quanto riguarda Kubrick ho visto tanti carrelli,tantissima musica ben incastonata nelle immagini!
Andreotti ha criticato solo una scena e sinceramente mi trovo daccordo con lui...l'unica sequenza dove il premier perde le staffe ammettendo "Per mia colpa,mia colpa mia grandissima colpa"...In effetti per quello che è il mistero che avvolge il personaggio questa scena sembra forse troppo forzata...
Comunque invito Sorrentino a continuare cosi,film bellissimo!

PAZZINI9  @  21/06/2009 10:26:28
   9 / 10
Intrepretazioni perfette, regia sublime. Ottima la scelta di non schierarsi, ma di fornire solo un'istantanea della politica nostrana. Uno dei migliori film italiani di sempre.

ulisseziu  @  05/06/2009 15:02:40
   9½ / 10
Sorrentino continua a stupire, confeziona film praticamente perfetti.
Nel divo si alternano momenti di azione veloce con momenti lenti e piu riflessivi dando vita ad un ritmo del tutto particolare ed efficace.

Bellisima la fotografia e lo studio attento dei vizi di tutti i protagonisti.

Servillo regala una interpretazione eccellente, che raggiunge l' apice nel monologo di Andreotti che guarda dritto in camera...
Con questo raggiunge l'olimpo della recitazione insieme ai migliori Volontè e Gassman.

Gui80  @  15/05/2009 17:25:09
   8½ / 10
Beh... un grande film: girato benissimo, con ottimi dialoghi, la storia è quello che è... ed un Servillo straordinario.
Poi il discorso finale vale tutto il film...
Da vedere assolutamente... altro che il quasi concomitante Gomorra!

vale1984  @  13/05/2009 23:08:11
   7½ / 10
Ottima la regia e un toni servillo magistrale...la storia viene raccontata in modo fluido ma per i miei gusti resta un film comunque lento...molto bello, fatto bene e lo consiglio caldamente. Le musiche sono sempre giuste e le inquadrature coinvolgono lo spettatore...unica pecca la lentezza soprattutto quando Andreotti parla con la moglie.
In ogni caso a me che non piacciono i film italiani, questo e gomorra hanno dato molta soddisfazione...magari ne facessero di più così.

Reservor dog  @  16/04/2009 17:20:50
   9 / 10
Ennesima dimostrazione di talento e classe da parte di Sorrentino che, da par suo, racconta la storia della figura più controversa e ambigua nella repubblica italiana del dopoguerra.
A pensare cos’abbia rappresentato il personaggio Andreotti per oltre quattro decadi, sembrerebbe davvero impossibile ricostruirne la figura e le vicende che ne hanno caratterizzato la vita politica così come quella privata, eppure, usando sapientemente i flashback e focalizzandosi su 4 o 5 periodi salienti, il regista ci trascina in una storia che sembra il frutto della mente contorta di un talentuoso scrittore noir. Ma siccome la realtà quasi sempre supera la più fervida delle immaginazioni, ciò che viene raccontato è (ovviamente in parte) la storia della famigerata “Prima Repubblica”.
Tra le tante lodi che bisogna fare al regista vi è sicuramente quella di mostrare tutto ciò che si è detto e scritto su Andreotti: il bacio a Riina, il benestare agli omicidi, la connivenza con la malavita, ecc. Ma questa è la verità che vediamo, che poi viene prontamente smentita dalla verità Andreottiana, che non è certo meno credibile della precedente e che induce a far vacillare ciò che davamo ormai per vero e inconfutabile. Perché ad Andreotti e difficile non credere: è calmo, pacato, colto, pronto alla battuta come a far valere il suo status di uomo politico, e mentre i suoi compagni di merende scappavano in Tunisia, si suicidavano, o venivano ripresi durante una sessione di tribunale con le bave alla bocca talmente la paura e la vergogna erano insopportabili, lui rimaneva al suo posto, impassibile, immobile, a disposizione dei giudici in qualsiasi momento e per qualsiasi chiarimento.
Innumerevoli processi, udienze, appelli e ricorsi non furono sufficienti ad infliggere una condanna permanente, e, piaccia o meno, la storia si ricorderà di Andreotti come uno dei pochi “non colpevoli” di quel riprovevole mezzo secolo di storia italiana. La verità, se davvero ce n’è una, ormai è palese, se la porterà nella tomba il senatore a vita, insieme alla consapevolezza che le affermazioni di innumerevoli pentiti (pentiti sì, ma solo dopo esser stati arrestati) non possono esser sufficienti ad inchiodare un uomo che ha nuotato fra gli squali per una vita intera e, in un modo o nell’altro, ne è venuto fuori.
Ciò che rimane è comunque la consapevolezza che Andreotti era, ed è, ben consapevole della necessità di sporcarsi le mani per poter governare un paese e per quanti siano i suoi detrattori bisognerà far i conti col fatto che quest’uomo è stato scelto per ben 7 volte dai suoi concittadini come primo ministro, e pertanto le colpe sono sue come di chi ha insistito ad eleggerlo; ma questa è una storia che in Italia si sta tutt’oggi ripetendo, e pertanto sembra che vada bene così.
Inutile commentare la prova di Servillo, a mio parere un attore che nulla ha da invidiare ai mostri sacri della storia del cinema (la sua unica pecca è essere italiano). Chapeau.

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