holy motors regia di Leos Carax Francia 2012
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holy motors (2012)

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locandina del film HOLY MOTORS

Titolo Originale: HOLY MOTORS

RegiaLeos Carax

InterpretiDenis Lavant, Edith Scob, Eva Mendes, Kylie Minogue, Michel Piccoli, Elise Lhomeau

Durata: h 1.50
NazionalitàFrancia 2012
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 2013

•  Altri film di Leos Carax

Trama del film Holy motors

Dall'alba alla notte, alcune ore della vita di Mr. Oscar, un essere che viaggia passando da una vita all'altra. Grande imprenditore, assassino, mendicante, creatura mostruosa, padre di famiglia... Oscar sembra interpretare dei ruoli, immergendosi completamente in ognuno di loro - ma dove sono le cineprese? E' solo, accompagnato unicamente da Céline, una donna alta e bionda alla guida della gigantesca macchina che lo trasporta attraverso Parigi e i dintorni. Ma dove sono la sua casa, la sua famiglia, il suo riposo?

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Voto Visitatori:   6,79 / 10 (70 voti)6,79Grafico
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Voti e commenti su Holy motors, 70 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  09/01/2022 14:25:46
   9 / 10
Dopo un'assenza più che decennale, Leos Carax sforna un lungometraggio eccezionale. La morte del cinema e un plateale atto d'amore verso di esso, la distruzione del concetto di soggetto e la celebrazione dell'attore. Dio è morto, il cinema è morto, non c'è più nessuna rappresentazione del sacro.
Complesso e potente, Holy Motors si pone tra le migliori opere degli anni '10. Grande.

Jumpy  @  08/07/2020 20:07:10
   7½ / 10
Fin dalla scena che fa da prologo (dalla forte carica simbolica, per me è la chiave di lettura del film) è chiaro che è un lavoro unico e particolare.
Anche secondo me non è un film, di certo non di quelli che raccontano una storia, ecco. E' un film "sul cinema", ecco, questo si. Ed in quest'ottica va visto (come, appunto, fa capire la prima scena).

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In sintesi, non è una visione facile (il finale lascia di stucco rimescolando ulteriormente le carte in tavola), ma più indirizzato a un pubblico di cinefili incalliti.
Chi cerca un film di intrattenimento resterà deluso.

Scuderia2  @  16/04/2020 14:52:15
   1 / 10
Holy Motors forse è cinema.
Di sicuro non è un film.

2 risposte al commento
Ultima risposta 16/04/2020 17.47.55
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Zazzauser  @  04/02/2020 14:01:38
   7½ / 10
Devo ammettere che ero partito dal presupposto di guardare un pasticcio intellettualoide senza alcun senso, frutto dell'esaltazione dei critici internazionali solo in quanto "ritorno in grande stile" di un regista (mai troppo incensato, tralaltro) che non si faceva vedere dal '99. Mi sbagliavo: dietro la patina del surreale, del grottesco, dell'insensato, del cringy, Holy Motors di Carax un significato ce l'ha eccome, nel suo interrogarsi su ciò che sta lui stesso creando, nel momento in cui lo sta creando. L'escatologia dell'arte cinematografica: se un giorno il cinema morisse davvero? Se non avessimo piu' bisogno di quei creatori di immagini, che chiamiamo registi e attori? Oppure, se semplicemente cambiasse radicalmente la sua natura, fino a rendere difficile per chi lo crea (o per chi lo guarda, chissá) il discrimine fra realta' e finzione? Holy Motors, e', per usare un termine fin troppo abusato, un vero esempio di metacinematografia.
La distopia di Carax non ha i contorni chiari, si presta a varie interpretazioni: il viaggio allucinato di Monsieur Oscar può essere una storia particolare o una storia generale, il delirio di un animale morente (l'Attore come Ruolo) o l'esemplificazione di una way of life che coinvolge più strati del vivere quotidiano (inquietante). Ma questo magico e caleidoscopico viaggio in limousine (un po' come quella di Pattinson nel Cronenberg del 2012) non può non affascinare, anche quando assume i caratteri bizzarri di quell'oscenitá che è Monsieur Merde (l'unica parte davvero difficile da digerire e a mio parere autocompiaciuta - nel portare di nuovo su schermo un vecchio personaggio di Lavant).
Per il resto, una lettura metaforica della poietica del cinema davvero interessante, come non se ne vedevano da tempo, forte di una prova attoriale eccellente come quella di Denis Lavant.

Goldust  @  15/01/2019 15:29:45
   6 / 10
Sono abbastanza d'accordo con il commento precedente, il film è di difficile decifrazione ma vale la pena di essere visto. Meglio la seconda parte della prima, dove le creative sortite di Mr. Oscar si fanno quantomeno più interessanti: il film è sostanzialmente un dialogo tra i personaggi portati in scena da Lavant ( a proposito, magistrale ) ed una platea cinematografica che il regista / autore giudica assente, come suggerito dalla suggestiva scena iniziale. La cavalcata metacinematografica di Carax alterna alti e bassi, sgradevolezze e momenti lirici, esplosioni surreali e silenzi dolorosi: le va riconosciuta il pregio del coraggio, e se ha risvegliato l'entusiasmo di qualche spettatore meno razionale di me meglio così.

Matteoxr6  @  21/09/2017 02:31:01
   6 / 10
Il mio parere è che se gli date un voto molto basso è perché, giustamente, pensavate di avere di fronte un film. Viceversa, un voto molto alto me lo aspetto da una giuria che sa di stare per vedere un manifesto o una tesi sul cinema. Nel secondo caso, a mio avviso, ci si va più vicino e si comprendono meglio certe dinamiche senza farsi prendere da sconforti o scervellamenti. È sufficiente la scena iniziale per capire che il regista intende introdurci nella sua visione cinematografica sotto il profilo critico. Un attore che apre con le sue chiavi la porta della quarta parete e vede un pubblico annoiato, spento, disinteressato. Comincia da lì un viaggio dell'attore nel ruolo dell'attore: tante microstorie, tutte diverse, ma simbolicamente canoniche. E da qui parte anche lo sfoggio culturale e tecnico del regista, che un po' fa trasparire il suo compiacimento nel palesare la sua erudizione propriamente tecnica, ma anche nostalgicamente omaggistica (si potrà dire "omaggistica"? Non credo). Il breve intervallo del dialogo tra il protagonista Oscar (nome ovviamente non casuale) e l'incarnazione (presunzione mia) del produttore hollywoodiano sancisce uno dei punti chiave, forse il più importante, del manifesto di Carax: "Hai l'aria stanca. Che cosa ti fa andare avanti?", chiede il produttore, e Oscar risponde: "La bellezza del gesto", "La bellezza è negli di chi guarda" e l'attore: "Se non c'è più nessuno che guarda?". Nella scena si fa anche riferimento alla tecnologia nel cinema. Mi sembra che, in entrambi gli spunti, non si centri il punto, cioè: di spettatori, nonostante le varie e intersecate vicissitudini, ce ne sono a iosa al e per il cinema, solo che vanno a vedere la *****. In secondo luogo, veramente non comprendo la paranoia sullo sviluppo delle telecamere come sineddoche di una problematica più ampia su realtà e finzione, su espressione e trasmissione dell'emozione. Se qualcuno illuminato dovesse leggere il mio commento, mi farebbe molto piacere una correzione sul mio ipotetico fraintendimento del messaggio. Quello che sicuramente non ho colto è l'equivoco, come lo chiama la sua autista, dell'uccisione del banchiere. Non era in nessun copione, ma una decisione del tutto improvvisata dall'attore. Il resto della pellicola scorre linearmente, fino all'incontro fortuito con un'altra attrice, scena attraverso cui si fa più incisiva la volontà di esprimere un sacrificato lato umano, sociale, intimo dell'attore in quanto essere umano. Ciò non mi ha convinto affatto, così come il finale citazionista. Gli do sei perché, come ho scritto all'inizio, per me non è un film, è un manifesto cinematografico. Non sono pentito di averlo visto, ma credo che sia fine a sé stesto, cioè che non offra spunti degni di nota, ma che anzi compia il suo ciclo vitale (leggi intelletuale) dal proprio inizio ai titoli di coda.

Mike91  @  04/02/2017 17:45:17
   9 / 10
Il buon vecchio Carax si sveglia in una stanza strana; arriva in una sala cinematografica con gli spettatori che tengono gli occhi chiusi, forse morti, forse annoiati. Questo prologo inquietante e geniale scivola verso straordinarie visioni e storie che sono tutte e nessuna; il film sfonda i confini del narrativamente percepibile e si fa metafora inconscia del mestiere dell'attore e del cinema che ha il potere di assimilare, superandole, realtà e menzogna. In certe parti ammetto che può risultare noioso, ma è un'opera coraggiosa e intensa a suo modo.

Erdruckt  @  14/01/2017 22:48:48
   8½ / 10
Assolutamente magnifico!!!

DarkRareMirko  @  12/01/2017 16:53:59
   9 / 10
Un film complesso, ambivalente, tutt'altro che mainstream.

Tante storie trasformiste, il trait d'union rappresentato dalla limouisine (come Cosmopolis, uscito lo stesso anno), le grandissime interpretazioni di Lavant, gli strani camei di Piccoli, la Minogue e la Mendes (che bona 'ste due).

A volte si fatica a capirne il senso, ma credo che il film stia dalla parti dell'arty/mistery/sperimentale, omaggiante un certo modo di far cinema.

Pochi momenti compiaciuti, aspetto tecnico impeccabile, finale in linea col tutto, tanti elementi weird (sino alla fine con le scimmie in casa!!!).

A me è piaciuto, un ottimo esercizio.

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Overfilm  @  02/01/2017 16:57:20
   5 / 10
Di alcuni film bisogna trovare la giusta chiave di lettura.
Alcuni ne hanno piu' d'una.
Altri forse nessuna.
In questo caso io non l'ho trovata nei primi 40 minuti (forse per mia disattenzione) e poi ho dovuto "abbandonare la presa"... ergo quel 5 forse non e' neppure giusto.. pero' un voto bisogna darlo per registrare il commento ed allora do' un voto che sta' a meta' strada tra l'1 ed il 10... :-)

7219415  @  14/11/2016 14:27:07
   7 / 10
Opera molto bizzarra

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Rollo Tommasi  @  26/08/2016 22:13:54
   6 / 10
I critici vedono nell'opera citazionista di Carax la summa dell'arte cinematografica, che sa essere camaleontica, spregiudicata, straziante e melodrammatica, surreale e metafisica, pulp e banale.
"Holy Motors" è probabilmente spazzatura filosofica, paccottiglia da esposizione museale di Arte Moderna, come il "barattolo dei fagioli" o la" ruota della bicicletta", un delirio mistico travestito da "sacro fuoco dell'ispirazione".
Ci si sente alienati da se stessi ed in balia dell'istrionico protagonista Oscar (interpretato da un poliedrico Denis Lavant), nella perenne attesa di un finale esplicativo che riporti ordine nel caos.
Accostato a David Lynch non casualmente (il Lynch sofisticato di Inland Empire), Leos Carax si diverte ad irretire con il suo linguaggio metafilmico una serie di personaggi non-sense e di omaggi a grandi registi per lui fonte di ispirazione in un collage vorticoso (l'austera Celine si congeda con la maschera di "Eyes Wide Shut" di Kubrick indossata da una donna che pare proprio la protagonista di "Complotto di Famiglia" di Hitchcock; l'uomo che convive con le scimmie può essere letto come un richiamo a "Viale del Tramonto" di Billy Wilder o a "2001:Odissea nello Spazio"; la limousine che affonda nella notte riedita l'inizio di "Mulholland Drive" di Lynch).
Nella folle composizione, si respirano, qua e là, folate di cinema nella splendida cornice della Sua città natale, Parigi.
Votato come uno dei migliori film del secolo dalla BBC (n. 16), forse per l'originalità, "Holy Motors" ha, purtroppo, un'accessibilità molto ridotta, e, forse, per questo motivo, perchè tradisce lo spirito del cinema che non è mai elogio autoreferziale, merita uno striminzito 6.
La scena finale spero non sia una citazione di "Cars"... impallidisco all'idea...

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Ultima risposta 26/08/2016 22.18.06
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-Uskebasi-  @  20/07/2016 17:04:42
   7½ / 10
Generalmente non leggo mai recensioni o commenti altrui prima di scrivere il mio. Ma qua sentivo proprio che ero lontano dalla soluzione, potevo scervellarmi anche mesi, avere pareri più o meno interessanti, eppure la sensazione era che fossi fuori strada. Così ne ho letta una, una soltanto e non a caso, et voilà... Finalmente il senso del film.
Mr. Oscar non è tutti, Mr. Oscar non è nessuno. Mr. Oscar è il Cinema.

"Se non volete più il cinema, se niente vi emoziona più, se state lì immobili, impassibili, addormentati davanti allo schermo, beh, io invece non voglio mollare.
E se non riesco più a lavorare, se non ho più le telecamere intorno a me, se il cinema non può più far parte della mia vita, allora farò in modo che la mia vita diventi cinema.

E sarò una vecchietta che chiede soldi, sarò quella che voi un tempo chiamavate cinema povero.

E sarò un artista della motion capture, io con i miei sensori e le mie lucine. Salterò, combatterò, amerò, scoperò, e sarò tutto quello che voi un giorno chiamavate effetti visivi.

E sarò uno zoticone, un essere repellente, uno schifoso uomo che esce dalle vostre fogne, rapisce la bellezza e poi in quelle fogne ci ritorna. Sarò tutto quello che un tempo, nel tempo del cinema, veniva chiamato disturbante. E, come con quel fotografo, saprò attirare la vostra attenzione.

E sarò un padre di famiglia che va a riprendere sua figlia ad una festa, niente di più. E' il ruolo più facile e difficile allo stesso tempo, così vero, così normale. E' il cinema verità, quello che non si inventa niente ma si limita a raccontare la vita.

E sarò un musicista per rappresentare quella che chiamavate colonna sonora.

E sarò uno spietato killer, sarò il cinema della suspence e della morte. E vicino a me diventerò controfigura di me stesso, in questo continuo scambio di prospettive, verità e finzione.

E sarò ancora un killer perchè per me, come per il cinema, un omicidio non basta, non è sufficiente.
Sarò crivellato di colpi ma mi alzerò fresco come una rosa perchè io per voi sono la realtà ma io non sono la realtà. Io sono un ruolo.

E sarò ancora un ricco vecchio morente. E morirò per voi. Sarò il cinema del dolore.

E infine sarò il marito di una scimmia perchè avete bisogno anche del surreale.

Sarò tutto per voi.
Interpreterò ogni cosa nel miglior modo possibile, e anche se qualcuno mi dice che sono un pò stanco di questo lavoro e ogni tanto non sono credibile io vado avanti.
Perchè voi avete bisogno di me. Se non credete più nel cinema allora saremo noi attori a portare fin dentro le vostre vite tutte le emozioni che un giorno vi dava lo schermo.

Questi manichini un giorno erano in piedi, qui si faceva cinema. Questo hotel si chiama Samaritaine. Samaritani, come noi, che portiamo la finzione della verità, o la verità della finzione, dentro le vostre vite.
C'è anche lei qua dentro, c'è anche il musical, avete tutto.

Sono Monsieur Oscar, sono un attore, sono Denis Lavant.
E se voi non avete più bisogno del cinema io proverò fino alla fine a portarlo dentro le vostre vite.
Solo per la bellezza del gesto.
Solo per la bellezza dell'azione, per questo fuoco qua.

O per crederci ancora."

Thorondir  @  17/05/2016 12:23:21
   8 / 10
Holy motors è un film troppo complesso per non suscitare emozioni differenti in base alla propria sensibilità personale: io ho apprezzato la straordinaria regia, posata ma anche capace di lanciarsi in long-take notevoli, tutto ben fidanzato con una fotografia spesso notturna di rara bellezza. L'attore principale fa un lavoro mostruoso in un ruolo complicatissimo. Detto questo ho trovato spesso difficile capire dove voglia andare a parare il regista: la solitudine delle nostre vita, la realtà fittizia e costruita che ci circonda, l'asservimento ormai culturalizzato all'immagine che diamo di noi agli altri. Insomma una certa critica a quel mondo fittizio e finto che l'uomo costruisce di se, in cui i sentimenti sono sempre più relegati nell'angolo e le emozioni stanno svanendo, anche a causa di quelle macchine (tutte, non solo intese come veicoli) che ormai si sono frapposte tra le persone. Ci si possono vedere una moltitudine di riferimenti e sottotesti, ma non sarei sincero se dicessi che Holy motors è chiaro nell'esplicazione delle sue volontà. Allo stesso tempo penso che l'intento di Carax era proprio quello di dar vita ad una pellicola che non desse spiegazioni allo spettatore, lasciandolo a pensare e a cullarsi nell'accuratezza registica e fotografica di un film a tratti eccessivamente criptico.

GianniArshavin  @  12/11/2015 22:23:03
   4½ / 10
Oltre la componente tecnica , l'attore principale e una grande colonna sonora questo tanto decantato Holy motors non mi è piaciuto per niente.
L'opera è di difficile fruizione e alquanto metaforica , tuttavia ho notato un eccesso di compiacimento da parte di Carax , come se volesse a tutti i costi rendere il suo film complesso e astruso.
Holy motors per tutta la sua compassata durata mi ha trasmesso una perenne sensazione di finto ...costruito. Tante scene grottesche , weird e allegoriche che a me non hanno detto nulla , anzi a tratti mi hanno anche infastidito per il già citato compiacimento.

Forse non l'ho capito , ma questa pellicola rappresenta per il sottoscritto un tentativo troppo calcato di unicità concettuale ad ogni costo.

demarch  @  27/06/2015 18:59:33
   3 / 10
Boh Forse non l'ho capito? O forse il film fa schifo? Io c'ho provato amici e amiche e per me questa e'come un'opera di piero manzoni, merd* d'artista, venduta a peso d'oro

gantz88  @  04/04/2015 06:30:18
   3 / 10
questo film o lo si ama o lo si odia, non, onestamente a me non è piaciuto,per capire il film al meglio devi andare a girarti vari forum su internet e lo considero un difetto,poi il regista fà una critica al cinema che va contro il mio pensiero

Lagavulin70  @  16/02/2015 22:31:25
   8 / 10
essere attore .... vivere troppe vite, realtà
o finzione? non è importante, tutto è relativo ma emozionante!!
In una Parigi da cartolina, splendida la fotografia, non solo nel rappresentare la
città, si concretizza un'interpretazione monumentale di LAVANT (si chiama Mr. Oscar, ma fisicamente ne rappresenta anche la famosa statuetta), ma anche di tutti gli altri partner. Film che mescola momenti lenti ad altri magnetici, immagini grottesche ad altre malinconiche e romantiche. Un film di emozioni, di pancia .... impossibile da raccontare, ma è chiaro che ognuno è attore e ognuno non decide chi essere e cosa fare. Siamo in un Truman Show dove non si capisce chi sia lo spettatore (forse la platea del cinema?), ma la sceneggiatura ci è imposta e noi (Mr. Oscar ci rappresenta) abbiamo il compito di interpretarla al meglio. Emblematica la scena in cui muore al cospetto della figlia, per poi salutarla perchè se non fa tardi all'appuntamento dopo. Siamo attori che possiamo incontrarci in altro film (forse lì la lettura dell'incontro con K. Minogue) ma che non possiamo avere una vita privata.
Critica al mondo del Cinema, alla produzione che ci impone ritmi ed abitudini, o dichiarazione d'amore per il cinema?
Tante le scene indimenticabili ... anche se troppe finiscono senza farci capire dove volevano andare a parare

william sczrbia  @  06/01/2015 20:50:30
   7½ / 10
SANDROO  @  14/09/2014 00:05:43
   1 / 10
Ma siamo fuori di testa? Film senza senso! Mi vergogno per averlo visto e perso tempo!
VERGOGNO....

rocksoff  @  06/07/2014 18:44:20
   1 / 10
Pisciata pura.

È incredibile come qualcuno tiri fuori mezzo euro per una roba simile.

Lucignolo90  @  28/06/2014 15:50:37
   8½ / 10
Nessun commento?

La digitalizzazione del mondo e la morte del cinema secondo Carax.
Notare come si possa facilmente accostare il film in questione a Cosmopolis di Cronenberg: entrambi i protagonisti vagano per la città a bordo di una limousine, restando confinati in uno spazio full-optional che ha tutto ma in realtá non ha niente nel caso di Cronny; avente la funzione di camerino/carro funebre in questo. Un camerino che da vita ai disparati personaggi interpretati da Lavant, un'imporonta metacinenatografica evidente che tocca i vari generi e si palesa nuovamente a fine film (la maschera che indossa Celine che rimanda a un classico del cinena francese). Un carro funebre che fa da presagio alla fine dei motori, delle macchine visibili, delle telecamere via via più piccole, che col passare del tempo non si vedranno neanche più.

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Ultima risposta 28/06/2014 16.39.19
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Spera  @  26/06/2014 14:13:25
   7½ / 10
Attori così qui da noi ce li sognamo.
Il cinema francese riesce sempre a stupirmi con la sua poliedricità e la sua arte che si irradia in infinite direzioni.
Dopo i vari splatteroni che mi sono gustato, arriva questo titolo in un' auto speciale tutta da scoprire.
A volte lento, di non semplice immedesimazione e coinvolgimento anche per la difficoltà nel ricostruire una vicenda che non ha una storia chiara e lineare ma nasconde davvero tanto dietro la sua messa in scena visionaria e poco convenzionale.
Buona regia, trucco e costumi favolosi contribuiscono a rendere questo film un gioiello artistico al quale non si può rimanere indifferenti.
Avendolo visto ieri è presto per poter dare un giudizio sul resto: un film difficile che nasconde significati e simbolismi ermetici.
Attori che recitano vite vere, vite vere che diventano finzione; in tutto questo un amore spezzato dall'impossibilità di vivere la propria di vita.
Scrivo di getto, senza pensare troppo, c'è bisogno di una seconda visione per capire e apprezzare tutto ma in questi giorni penserò e ripenserò alle sensazioni vissute durante il film, alla vicenda di Oscar un trasformista che vive molte vite diverse immergendosi in ruoli assurdi o convenzionali, come fosse il suo lavoro: vivere altre vite ricordando tristemente la propria ormai abbandonata da tempo.
Il voto avrebbe potuto essere più alto ancora se fosse venuta fuori quella poesia di cui spesso sono intrisi i film francesi, invece no; non mi ha mai emozionato, visionario si ma non poetico.
Grande cinema francese, consigliato solo agli amanti di quest'ultimo come pura arte e non come intrattenimento.

Beatrix Kiddo  @  16/05/2014 23:30:14
   10 / 10
Sicuramente il film più bello degli ultimi dieci anni

camifilm  @  01/05/2014 21:19:35
   1 / 10
Un film che dovrebbe mostrare molteplici messaggi. Probabilmente li ha, ma viene elaborato in una maniera alquanto noiosa da seguire.

E' UNA NOIA DALL'INIZIO ALLA FINE, SI GUARDA SOLO PER VEDERE CHE CAVOLO DI FILM SIA E CHE FINALE ABBIA.

Non perdete tempo. Non ha trama. Non ha finale. Non ha nulla. Il peggior film che abbia mai visto.

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Ultima risposta 02/05/2014 20.07.56
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Jotaro  @  12/02/2014 16:53:44
   4 / 10
mah... a me non è piaciuto. l'ho trovato privo di senso logico e per giunta anche noioso. e dire che si solito sono sempre curioso fino alla fine, ma questa pellicola non sono riuscito proprio a reggerla

paride_86  @  27/01/2014 04:39:18
   3 / 10
Uno dei peggiori film d'autore che abbia mai visto. La trama è assolutamente priva di senso - e questo ci può anche stare nel cinema moderno - così come lo sono i vari personaggi, presi uno ad uno.
Durante l'episodio con Kylie Minogue mi sono addormentato, per poi risvegliarmi e trovare una sceneggiatura che sprofonda non dico nell'assurdo - che io apprezzo molto - ma nell'iniquità più totale.
Il finale grottesco e ridicolo è la conclusione più adeguata per una pellicola del genere.
Da qualche parte ho letto che questo film è stato paragonato addirittura ad autori come Lynch, con cui Carax non condivide nulla. Dove sono l'intrigo, il mistero, la sensualità? Questo film è come un elettrocardiogramma piatto: non trasmette nulla e non dice assolutamente niente.

topsecret  @  10/01/2014 15:02:44
   5½ / 10
Avevo molti dubbi su questo film dopo averne visionato il trailer: mi sembrava inconsistente e poco accattivante. E infatti durante la prima ora il mio scetticismo era rimasto invariato, anzi era cresciuto, poichè l'unica cosa che ho capito era che è difficile non avere un'erezione davanti a Eva Mendes. Quello che si succedeva dopo non mi ha coinvolto nè interessato in maniera valida e il lento incedere del film, con qualche momento musicale che lo animava un po', a mio parere non lascia un segno tangibile. A parte l'interpretazione dell'attore protagonista, Denis Lavant, questo HOLY MOTORS non mi ha convinto: l'ho trovato poco intrigante e privo di fascino, a volte noioso ed inconcludente, anche se in possesso di buone inquadrature.
Da salvare è la scena finale del dialogo tra le automobili, bella e significativa, che sembra quasi una rassegnazione alla fine prossima.
Forse non è un film per tutti...

Tuonato  @  07/01/2014 16:48:00
   6 / 10
Film autobiografico, mi rifiuto di vedere un film con accanto il Morandini (o quel che sia!) per capirne il senso i riferimenti i simbolismi i fatti estramente intimi del regista. Se la canta e se la sòna da solo, quindi non c'ho capito granché. E sono dell'idea che alla pari di Lynch o Von Trier ci sia molto da dover capire in ogni singola inquadratura.
Non gli perdono di avermi riproposto il mostro "tritatutto" che già m'aveva disgustato nell'episodio 'Merde' di 'Tokyo!'.
Mi preoccupa il suo egocentrismo, ogni personaggio principale si chiama Alex o Oscar (Leos Carax è anagramma dei suoi nomi di battesimo).
Ma lo ringrazio per il sodalizio con il suo attore feticcio Lavant, qui incredibilmente camaleontico.

<<Vedete, io non faccio film pubblici. I miei sono film privati.>>
Parole sue, eh. E da estraneo quel che produce non è esattamente fruibile benché possa anche esser affascinante; sono i deliri personali di un perfetto sconosciuto con cui mancano (a me!) empatia e complicità.
In definitiva hanno tutti ragione, chi mette 10 e chi 4.

Alex22g  @  03/01/2014 13:18:14
   10 / 10
Un capolavoro. Un omaggio alla settima arte, un attore straordinario e una regia sublime cosi'come le musiche. Originale , splendido visivamente e ricco di messaggi, questo Holy motors mi ha lasciato ancor piu'soddisfatto di quanto mi aspettassi dalle varie recensioni online.
Di certo non è un film commerciale, e di fatti solo in pochi lo conoscono e hanno il coraggio di visionarlo. Ma per me è un 10 pieno senza ombra di dubbio.

Oskarsson88  @  30/12/2013 14:54:29
   7½ / 10
Visivamente ha un bell'impatto, comprenderci qualcosa non è stato semplice, se si trattasse delle varie possibilità della vita umana o le varie interpretazioni della vita di un attore o che altro non saprei dirlo, però riesce ad intrattenere e colpire, anche se mi sarebbe piaciuto vederci un po' più chiaro...

ferzbox  @  26/12/2013 15:58:51
   8 / 10
Apposto,questo è uno di quei film che possono mettere in discussione i vari modi di vedere il cinema;è uno di quei film che può estasiare ma allo stesso tempo disgustare...dipende da quello che si cerca o si vuole quando ci si accinge alla visione di una pellicola.
Non ho avuto la possibilità di vederlo al cinema...qui dove si trova la mia abitazione,la città di Terni,non c'era una singola sala che lo proiettava;il cinema più vicino che poteva accogliere la mia richiesta si trovava in una zona della periferia di Roma(130 KM solo l'andata)....troppo lontano,non avevo voglia.
Così ho dovuto aspettare che uscisse in videoteca(volevo vederlo in italiano).
La sera di Natale(ovvero ieri sera)mi sono sparato questo film da me tanto atteso insieme alla mia donna(anche lei curiosa di questa pellicola).
Dopo circa 30 minuti dall'inizio del film iniziammo a sentire i nostri commenti personali sparati di tanto in tanto mentre assistevamo alle varie scene del film....
...stranissimo,un film stranissimo....
Io non so quanto ci possa azzeccare la mia interpretazione,però non posso fare a meno di esporla;devo dire quello che mi ha suscitato la pellicola,indipendentemente se ho realmente capito il senso o meno.....
Per quel che mi riguarda ne ho visto solo una profonda metafora.
Ho come avuto l'idea che stavo osservando una forma di linguaggio,utilizzata per cercare di spiegarmi quale può essere il labile confine tra realtà e finzione,nella vita di un'attore...
La scena iniziale del film sembra già un'indizio;un uomo che si sveglia dal proprio letto,situato in un palcoscenico,con un pubblico in platea che lo osserva....quest'uomo utilizza una chiave incastonata nel suo dito medio per aprire una porta sul muro;questa porta reca all'esterno,sopra di lui,appena varcata la soglia,si può notare la spia verde dell'uscita di sicurezza;l'attore esce dal palconscenico per osservarsi.
Oscar è un'uomo che assume inspiegabilmente identità multiple;apparentemente il suo lavoro consiste nell'immedesimarsi in ruoli differenti....come tutti gli attori ha anche lui il suo camerino:una bellissima Limousine che gironzola per le strade di un'immensa Parigi......come tutti gli attori ha qualcuno che lo assiste e gli sta vicino:la sua fedelissima chauffeur.....come tutti gli attori ha qualcuno a cui render conto di quello che fa:il suo agente?(l'uomo con gli occhiali?!).....
La vita di un attore è una vita senza identità propria....si è tutti,e non si è nessuno....si è soli con la propria arte.....si vivono le emozioni della vita ritrovandole nell'immensa sciarada che rappresenta il mondo...
Questa è la metafora che ne ho riscontrato,però senza mai escludere che poteva essere anche il discorso contrario;magari è proprio la vita ad essere un grosso palcoscenico?!?
Non lo so,sono rimasto un pò spiazzato,non sono riuscito a capirne bene il senso,però mi ha affascinato lo stesso,lo confesso.
La fotografia è molto bella,alcuni movimenti della MDP mi hanno deliziato,e alcune caratteristiche del suo stile mi sono piaciute...
Credo che molto probabilmente necessito di almeno un altra visione,ma quando accadrà non lo farò con troppa fatica...il tempo tutto sommato mi è volato...
Bizzarro alquanto.... ma anche ipnotico,per quel che mi riguarda...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  24/12/2013 12:02:48
   9 / 10
un film inclassificabile, uno di quei manufatti artistici che sembrano arrivare da un altro pianeta. Un altro pianeta dove ci conoscono benissimo. "Holy Motors" ha mandato in visibilio i Chaiers du cinéma. Da un lato, ha dimostrato che Leos Carax non è stata una meteora del cinema francese; dall'altro, ha rivelato quali potenzialità possa ancora avere il cinema, se trattato come materia malleabile e autoriflettente. "Holy motors" è un film lucido e ludico, che con la levità di un sogno strambo svela la verità nella finzione, e la finzione della vita quotidiana.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  23/12/2013 18:59:40
   9 / 10
Catalogo esistenziale di ipocrisie quotidiane che trasfigurano in una delle più emozionanti considerazioni sul compito del cinema in una società che vive di finzioni e che, impassibilmente, stenta a riconoscere i 'sacri motori' della creazione artistica. Irrefrenabile e vulcanico come il grande cinema può e deve essere. Lavant impressionante.

Ciaby  @  14/12/2013 19:09:15
   8 / 10
Folle e sentita riflessione sulla posizione del cinema in questi anni spenti. Decisamente non è per tutti, ma per quei pochi fortunati sarà una gioia. Ogni segmento è un omaggio per un genere cinematografico, reinterpretato con malinconia, tenerezza, comicità, ardore grottesco.

Kylie Minogue in veste d'attrice è incredibilmente azzeccata: non l'avrei mai detto.

paoloaretino  @  25/10/2013 15:34:27
   1 / 10
Questo voi lo considerate cinema???????????????????ma questa è spazzatura.....un film senza senso.....una follia registica assoluta....ma chi si crede questo carax????? Davvero voi paragonate questo stile a Kubrick oppure a Cocteau ecc ecc...ma scherziamo davvero....Sono rimasto a vederlo fine alla fine proprio per vedere dove andava a parare il regista....cosa che poi ha confermato il mio pensiero che Carax abbia deliri di onnipotenza con la scena finale delle macchine che parlano.....ma dai....eppure io di film ne macino e tanti ma una cosa del genere proprio non mi era mai capitata di vederla(per fortuna). le uniche note positive di questa pellicola sono le magnifiche immagini di Parigi e il grande sforzo attoriale di "Oscar". Sono davvero stupito che abbia avuto tanti giudizi positivi....forse sono io che non lo ho capito ma è stato davvero pesante arrivare alla fine.....
Io non lo consiglio assolutamente....film pessimo

farfy  @  31/08/2013 18:10:41
   7½ / 10
Mi sento un po' in colpa a dare un voto a questo film, forse dovrei lasciare spazio a chi se ne intende degnamente di cinema, io sono solo un'appassionata.
Anyway. E' un film che mi ha colpito molto, con un'ottima regia, costumi e scenografia. Ci sono delle trovate eccezionali, come la simulazione del rapporto erotico, che, se ho ben capito, è in realtà un'interpretazione di un film virtuale.
Mi è piaciuta moltissimo anche la scena del rapimento della donna copertina, un po' Esmeralda un po' Ann Darrow che si trasforma in una bellissima ******* Arabica. Anche la 1 scena mi ha colpito, quella dell'inseguimento sotto il ponte, ho provato una suggestione che mi ha ricondotto a Lady D. Forse ho capito poco del film, però mi ha lasciato belle sensazioni. Unico neo, a volte o noioso e lento. Merita una visione, forse di più.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  22/08/2013 00:24:54
   7½ / 10
Ma che sara' mai Holy Motors per guadagnarsi quattro o cinque stelle (!) da tutta la critica internazionale? Dubito spesso dell'effetto duraturo di certe operazioni ( v. La fine che ha fatto il pur valido Mr. Nobody) tuttavia... saro' sempre grato al ritrovato Leo Carax per aver coagulato vero sangue con la cruda poesia. Mi basterebbe il doloroso commiato di un'anziano moribondo davanti alla sua giovane sposa (l'opposto affettivo del Tristana di Bunuel) per amare svisceralmente questo film. Oppure vedere in quel Quasimodo contemporaneo che rapisce modelle e profana cimiteri il plauso incondizionato di Victor Hugo, da lassu' magari...o intenerirmi davanti al breve incontro di due antichi amanti che si ritrovano come in un convenzionalissimo ma commovente tipico film sentimentale. Le storie finiscono dopo che sono cominciate, e viene da chiedersi se Mr. Oscar provi stanchezza per la sua empatia o solo per lo sforzo fisico di rappresentarle. Poi incroci il cinema di Kubrick e Melville, di Bunuel e persino Luc Besson, di Antonioni e Mamet, e ti domandi se questo film sia un capolavoro di espressivita' sociale o magari un velleitario, semplice (per quanto dadaista) tributo al cinema. Se dovessi affrontare un solo abbraccio prima della morte direi 10, altrimenti 7. Se tutto il pathos fa parte della finzione dello scherm(n)o, direi 6. Ma se dovessi giudicare la liberta' stilistica dell'intera operazione, la fotografia, l'incredibile prova camaleontica di Denis Lavant, sarebbe da 8. Salvo poi perdere tutto l'entusiasmo nel finale, dove il regista mostra il suo vero volto, all'insenga di una presunzione piu' irritante che eccentrica, piu' supponente che rivoluzionaria (4). E allora che dire? Si puo' credere a Melville, al Diabolik dei fumetti o ai Wachewsky piuttosto che al citazionista Carax? Eppure, dannazione, mi ha fregato, anche se non cambiera' la mia lista personale dei film dell'Anno (penso a Cronenberg, Wes Anderson, Tarantino, Assayas, Zeiths, su tutti la Bigelow) per parecchio tempo ho creduto di assistere alla "cosa" piu' dannata ed esauriente del decennio.

Jambalaya  @  03/08/2013 12:19:51
   9 / 10
Per quanto sia assurdo ed apparentemente senza senso, amo i film di questo tipo. Non mi sono annoiato un secondo e sia durante che dopo la visione ho continuato a riflettere sui vari significati. Insomma non è un film che guardi e finisce li, ti resta dentro.

suzuki71  @  26/07/2013 23:15:15
   4 / 10
Questi angeli della premorte, questi attori infaticabili, questa sensibilità di persone e cose, questa reincarnazione fin dal tempo dei primati si assommano in una pretenziosità fatua e molto francese, che a me ha quasi soltanto annoiato, con pochissimi sprazzi di visionaria bellezza.

sarci83  @  11/07/2013 21:43:54
   7 / 10
film stranissimo............ per capirlo bisognerebbe rivederlo almeno 5 volte............... personalmente non è il mio genere... ma aprezzo l'unicità della pellicola................ mai visto un film cosi strano............... a tratti sembra una presa per i fondelli............

Fumoffu  @  05/07/2013 02:22:09
   4 / 10
La versione "d'autore" di Quella casa nel bosco, alla fine non lascia molto, se non un senso di "guardate che classe" ripetuto ad ogni scena dal regista, e siccome è una cosa che d'impatto mi dà fastidio (questo è un effetto soggettivo), mi sento di non premiarlo soprattutto per questo, anche se porta avanti un'idea semplice e con ottime possibilità di sviluppo, in parte (di più) sprecate, in parte (meno) azzeccate. E l'aggravante è proprio che con infinite strade percorribili, si scelgono le soluzioni più sicure, più semplici, senza mai neppure osare, sempre però ammirando dal basso l'altezza di chi te le sta mostrando.
E tocca pure coprire Eva Mendes perché non è giusto che venga fotografata, la bellezza è meglio tutta coperta.
La scena migliore rimane lo stacco musicale, assieme al dialogo più incisivo tra il padre e la figlia che non è abbastanza disinibita.

A me personalmente avrebbe colpito molto di più se alla fine...

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Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  24/06/2013 22:10:33
   9 / 10
Il diseguale Carax ritrova il giusto equilibrio tra provocazione (visiva e narrativa), contenendo i suoi eccessi metaforici senza rinunciare al pugno allo stomaco di molte sequenze.

La sua limousine che percorre la città (e il pensiero va a quella del bellissimo Cosmopolis) ci racconta di un'umanità post idelogica, post 11 settembre, disperata e chiusa nell'incomunicabilità - ma anche strutturata in un continuo ripetersi di azioni che svuotano emotività e sussulti. Eppure la freddezza di fondo, è sostenuta da brillanti idee visive.

Un peccato lo scivolone dell'ultima sequenza, che lancia un'ombra di auto compiacimento (e presa in giro dello spettatore).

benzo24  @  24/06/2013 17:49:01
   10 / 10
Capolavoro assoluto. Lavant è di una bravura mostruosa!

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InvictuSteele  @  23/06/2013 23:30:19
   7 / 10
Ottimo film d'autore con alcuni spunti geniali e grotteschi, Lavant è un attore fenomenale e Carax è un regista visionario. Purtroppo è un film che non decolla mai, speravo in una svolta narrativa invece il film rimane troppo omogeneo e monotono e alla fine 2 ore ne sembrano 4. Il finale avrebbe dovuto chiarire il tutto ma lascia molti interrogativi, comunque buonissimo.

Film di nicchia per gli appassionati.

MonkeyIsland  @  19/06/2013 20:44:39
   7½ / 10
Ero molto curioso di vedere questo film dopo che gli amanti del pont neuf sempre di carax mi era piacuto molto e oggi l'ho visto.
Un film che fa molto riflettere, fotografia ottima, Lavant monumentale.
Non sono affatto d'accordo con chi l'ha fatto passare per una p.ugnetta d'autore.
Grottesco, onirico ha moltissime chiavi di lettura.
Una chicca.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  19/06/2013 01:26:50
   9 / 10
Sempre meno mi trovo ad avere a che fare, nella vita di tutti i giorni, con strutture e congiunture. Le strutture inquadrano la realtà che invece è sottoposta alle congiunture. Le congiunture sono ciò che rendono sapido il piatto dell'esistenza, le strutture ce lo ancorano al reale, ossia alla nostra capacità di comprenderlo.
Precipitati in una dimensione terza, di cui ancora non comprendiamo nulla, il cinema sembra esserne il migliore interprete. La stessa letteratura a volte sembra incapace di giocare lo stesso ruolo, poiché indissolubilmente legata alle parole. Le immagini hanno molto più potere di quello che avevano una volta le parole. Ce lo insegnano da piccoli, o perlomeno siamo noi che impariamo prima a disegnare che a scrivere. Formuliamo parole, ma le ancoriamo a immagini-tipo, le scene della nostra vita, le scene che abbiamo impresse e che non ci dimentichiamo più. Lentamente costruiamo il film della nostra vita di cui, ovviamente, siamo interpreti. Ci sono cose che non amiamo, tutto ciò che evoca la morte, e cose che amiamo, come la foresta, un oggetto mitico e medievale, un'antica dominazione del mondo. Ciò che ci rimane addosso, forse autenticamente, è l'atto del fumare e del bere, qualcosa di gestuale, di istintivo come le immagini. Svuotiamo le strutture e ogni tanto la congiuntura continua a farsi sentire, attraverso un piccione, una donna di nome Elize, un vecchio amore di cui abbiamo deciso di vedere la morte. E' la nostra immagine del mondo che ci assicura una vita di tutti i giorni, ci offre le immagini su cui sovrapporre le nostre azioni. Immagini splendide di suonatori di fisarmonica in una chiesa. Immagini spietate di una maschera avvolta nel filo spinato. In mezzo ci stanno le costruzioni reali del mondo, le macchine. Ma Holy Motors non riesce a parlare di loro, quindi le fa parlare. Holy Motors è disperatamente umano, nonostante le scimmie. Credo che al di là di Carax, il cinema stesso stia affinando così tanto il suo modo di mostrare il mondo che è l'unica "forma artistica" di cui mi domando seriamente come si svilupperà. Staremo a vedere, ma non ad occhi chiusi.

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W_borgaretto  @  15/06/2013 00:16:27
   3 / 10
saro' brevissimo xche non ci sarà molto da commentare, ma..
l'unica cosa di assai carino e su questo daro' do un 7 é x la limousine e il trucco
il resto... é na gran ca**ta totale.

CavaliereOscuro  @  12/06/2013 22:37:40
   3 / 10
Ed pure troppo come voto. Tre punti per la recitazione il resto è zero assoluto. M*erda d'autore servita in un piatto d'argento e bella fumante. Malato, insensato, inutile, non ci sono aggettivi per poter qualificare questo aborto cinematografico. ho sempre odiato Lars von Trier e le sue pellicole perché sono dell'opinione che se per capire un film occorre l'interpretazione di uno strizzacervelli allora la missione è fallita. Carax ha fatto di peggio. Ps. credo di essermi addormentato 3 volte durante la proiezione. Carax, che tu sia maledetto!

Manticora  @  11/06/2013 16:54:39
   8½ / 10
Carax centra in parte il bersaglio, con un film che è un ode al cinema, al racconto, sove gli "appuntamenti " con i personaggi si sviluppano in storie, che loro malgrado coinvolgono. Il problema è che verso la fine diventa sempre più difficile coinvolgere lo spettatore, così suo malgrado il film comincia ad allungarsi troppo. un pò troppo autocompiacimento ma comunque molta fantasia, certo Carax non difetta di idee, anche se il finale poteva essere sviluppato in maniera diversa. Comunque è un film che colpisce, Oscar rappresenta un vero e propio alter-ego del regista, che interpreta il dorminete dell'inizio. Così se è tutto rapportato al sogno, come sembra a me, il regista francese riesce a prendere le misure della sua immaginazione, e senza concedere nulla allo scontato comunque crea un film originale e potente.
L'immagine più POTENTE secondo me è la prima, interno buio di un cinema, il pubblico GUARDA LO SCHERMO, OSSIA NOI, E NOI LI RIGUARDIAMO. ma non c'è emozioni, urla, spari, le emozioni vengono dopo. Comunque un immagine bellissima nella sua forza simbolica, così come l'episodio con monsieur Merde, la bestia che mangia fiori, capelli, soldi e dita umane, rapendo la bella per avere qualcuno che gli canti la ninnananna.
Certo un plauso lo merita Denis Lavant, attore feticcio di Carax, che riesce ad essere sempre all'altezza, in una visione onirica notevole, forse tutti noi sogniamo gli appuntamenti, per trasformarci di volta in volta in mendicanti, mostri, padri , vecchi morenti e tutto ciò che vorremmo e non vorremmo essere.

joaomeravigliao  @  09/06/2013 20:37:59
   9 / 10
saluti a tutti e il mio primo post ho visto con interesse suscitatomi da mio fratello per questa opera presentata a Cannes e ora voglio dire la Mia .
Un Film francese dalle atmosfere dolci e velate a tratti malinconiche ,una magistrale interpretazione del protagonista OSCAR che spazia tra generi ed interpretazioni moderne e postmoderne .
Attraverso i miei studi simbolici posso RIVELARVI che secondo me OSCAR e in questo caso sinonimo del PREMIO OSCAR holliwodiano ,infatti se vedi il protagonista e calvo e per struttura fisica ricorda la mitica statuetta . Un premio Oscar che nel corso della storia viene dato a diversi genere horror o commedia che si riesce a rivitalizzare uscendo dalla stanca limousine solo con l incontro con questi attori capaci di superare il compitino convenzionale , e donargli una speciale interpretazionne ,puoi essere all inizio riluttante ma poi metabolizzando riesci a comprendere il nn detto del regista il quale sa che grazie ai banchieri vengono realizzati i film ma che dentro di se vorrebbe eliminarli ,evidenzia le problematicita dei rapporti familiari padre figlia ,famiglia tradizionale ,amor perduto ,amor vissuto .Bellissima la ripresa dove riesce a carpire la femminilita di Eva Mendez ricoprendola di stoffa quasi con un Burqa sottraendola dalla malata visione di donna oggetto presente nel postmodernismo odierno ,quasi che un elfo marcio che non parla sia l unico a riuscire a riallineare la linea della vita in preda a rantoli pazzoidi .Lo consiglio a tutti ,un regista sicuramente da scoprire meglio.

marimito  @  09/06/2013 13:24:44
   6½ / 10
E' un voto che do alla fotografia, all'interpretazione del protagonista, alla fantasia del regista nel realizzare l'incomprensibile, perchè questo film non è intelligibile.. magari lo è solo dopo che qualcuno te lo spiega... più o meno..

air09  @  08/06/2013 15:25:14
   9 / 10
in 2 parole: visionaria enigmaticità

spero soltanto che tutto questo sia stato partorito per l amore che nutre per il cinema e non per accapparrarsi amici e favori nel mondo del cinema...sembra più che un film uno spot vero e proprio!

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  24/05/2013 00:03:12
   10 / 10
Mi trovo in estrema difficolta' a esporre un qualsiasi tipo di commento, sto HOLY MOTORS è con ogni probabilita' il film + strano, malato e inquietante che mi sia mai capitato di vedere !
Prendete la fotografia e la perfezione stilistica di enter the void,l'incomprensibilita' e l'inquietudine di inland empire, il minimalismo straniante di sombre e la vie nouvelle, i silenzi,le atmosfere,i simbolismi e le musiche psicologicamente alienanti di drawing restraint 9 , mischiate il tutto con un po' di nonsense e ironia alla gozu e forse sarete vicini a capire cosa vi aspetta se deciderete di vedere questo MASTERPIECE di Carax.
SOrretto da un Denis lavant MONUMENTALE il film è un susseguirsi di azioni apparentemente senza senso perpetrate dal misterioso e fottutamente inquietante signor Oscar , un pazzo trasformista che difficilmente puo' essere inquadrato univocamente come un attore o come un sociopatico , d'altronte il confine tra realta' e finzione in quest opera è talmente labile che mettera' come non mai in subbuglio la vostra mente e il vostro subconscio.
NOn ci ho capito praticamente NIENTE eppure in piu' scene ho provato una sensazione di terrore veramente forte, per tutto il film si respira un atmosfera malata e deprimente che mi ha veramente ribaltato, su tutte la scena dell'ultimo appuntamento...

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NOn cercate di dare un senso a quello che state guardando perchè questo è prima di tutto un film sensoriale, è qualcosa che si insinua dentro di voi come una malattia ....un film che non si guarda, si subisce.

19 risposte al commento
Ultima risposta 29/08/2013 16.14.06
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  12/05/2013 11:13:16
   6½ / 10
Carax non mi è mai piaciuto e nemmeno Holy motors mi ha entusiasmato più di tanto. Tuttavia spunti buoni ce ne sono a partire dal protagonista, quel Denis Lavant camamleontico nell'assumere tante identità. Tante quante sono i generi cinematografici. Calato nei vari ruoli, ma svuotato della propria personalità come ogni buon attore. La struttura episodica offre poco uniformità qualitativa, alternata da episodi riusciti (il cimitero di Pere Lachaise con le lapidi dei siti web, simulacri dei nuovi "artisti" attuali), altri meno.

TheLegend  @  09/04/2013 02:25:26
   5 / 10
Sì ok e quindi?
Profondamente deluso da un film che non mi ha lasciato niente e oltretutto annoiato.
Potete vederci tutti i significati che volete però che palle!
Buono solo dal punto di vista tecnico e per qualche scena ben realizzata e originale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  05/04/2013 16:08:24
   7 / 10
Molti si sono risentiti per la mancanza di un premio importante a Cannes per questa bizzarra e visionaria opera di Carax, a ben vedere esaltata da critici di tutte le nazionalità. Togliendo ogni dubbio è giusto premettere che ci troviamo di fronte ad un'opera originale, coraggiosa, molto ben girata nonostante un budget non proprio alto e con una prova d'attore strabiliante.
In fondo Holy Motors parla anche del cinema oltre che della società e lo fa in modo tale da far coincidere le due cose senza mai parlarne esplicitamente: questo Mr Oscar (e le persone che lo circondano) che usa miriadi di identità e diviene parodia di personalità lo fa all'interno di svariate cornici che ricordano altri generi cinematografici completamente destrutturati: musical, dramma, comico... l'inventiva di Carax è originale in tal senso.
Punto dolente è che non riesco a trovarci una genialità che molti condividono. Vedo un film estremamente pretenzioso per quanto ironico, e che affoga l'ironia proprio nel suo autocompiacimento, nello specchiarsi di un'opera postmoderna che vuole girare su sé stessa e lo fa bene, fin troppo.
E per quanto originale, quando si vuole esserlo a tutti i costi forse si paga lo scotto di sembrare anche troppo costruiti e finti.
Ecco perché ritengo che Holy Motors sia da vedere e anche ammirare, da giudicare non a caldo perché si rischia o di esaltare eccessivamente i meriti o di affossarne una certa componente weird compiaciuta. Con il giusto distacco, dico che Amour di Haneke era su un altro pianeta e che Holy Motors è un vulcano di idee a cui piace vomitarsi addosso nel bene e nel male. In questo non è che un film ottimo che riesce nello stesso tempo a fallire e riuscire nel suo intento come anche l'incompleto "The Master".

Tom24  @  12/02/2013 00:49:16
   4 / 10
Holy Motors. Ovvero mer*a d'autore. L'acclamato regista, che ci dice "forse il cinema è morto", ne è lui stesso il primo seviziatore e assassino. E dice il tutto in modo noioso, sciatto e manieristico, senza farsi perdonare nulla, con una "poetica" talmente pretenziosa da risultare vuota e sgradevole. Insomma, una vera sola. Togliete la cinepresa a Carax e salvate il cinema.

Badu D. Lynch  @  10/02/2013 14:23:45
   10 / 10
Holy Motors.

Insieme a Django Unchained era il film che attendevo di più. Un'opera straordinaria, che gioca col cinema e sul cinema.. Un film nel film, Carax critica il mondo odierno e palesa l'eterna lotta tra l'apparenza e la sostanza, in questo caso, rappresentata dal mestiere dell'attore ; un lavoro nel quale, forse, si perde spesso la propria identità. Il film rappresenta il cinema stesso, ormai stanco e deformante, diventato una realtà meccanica? Una magnifica, visionaria e surreale riflessione sulla settima arte. Un viaggio elettrizzante nel quale la maschera divora il volto. Il prefinale (l'ultimo appuntamento di Oscar), con la musica di sottofondo, mi ha sconvolto, ipnotizzato ed emozionato. Denis Lavant ci regala un'interpretazione magistrale e indimenticabile. Una nota di merito va anche all'incisiva performance di Kylie Minogue.
A mio parere, internazionalmente parlando, il miglior film del 2012. Tra i miei 5 film preferiti.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  19/01/2013 18:46:52
   5 / 10
Deludente. Aspettative alte, ma penso di essere stato generoso con il voto. Ammetto l'ottima realizzazione tecnica (ed in generale che si tratta di un film ben girato). Ma non ho visto niente di quello che ho letto nelle recensioni di chi ha messo 10.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  12/01/2013 20:53:34
   7 / 10
Forse ho fatto l'errore di cercare per forza un significato durante il film e non me le sono goduto completamente. E' sicuramente un film che colpisce in diverse scene e lascia con un velo di malinconia.

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento stefano76  @  10/01/2013 11:50:31
   9 / 10
Il cinema è in fase terminale, come gli spettatori inermi che assistono al film nella sala cinematografica della prima sequenza? Il cinema è forse il protagonista stesso, che passa da un ruolo all'altro, ma senza più quella convinzione di una volta? Stanco, il cinema è diventato forse un lavoro, una serie di appuntamenti uno dietro l'altro, senza più nessuna scintilla, nessun guizzo?

Nella parte dello zio morente, il signor Oscar finisce la performance e si rivolge alla sua partner, ancora avviluppata dal proprio personaggio:"Io vado. Ho un altro appuntamento". In questa sequenza, quella passione per la loro arte diventa disperatamente tangibile, nello sguardo ancora ricolmo di lacrime della donna e nella titubanza nell'abbandonare il suo ruolo. Sono due eroi romantici e morenti, rassegnati. Stanchi. Ma ancora aggrappati a qualcosa, che forse non c'è più. Kyle Minogue, in una parte davvero riuscita, ha il compito di ricordarci con nostalgia quel qualcosa.

Questo film, secondo me, è una riflessione sul cinema magistrale, amara, struggente, appassionata e appassionante. E molto altro.

sweetyy  @  09/01/2013 04:05:46
   6 / 10
Vado controcorrente...Sicuramente è un film particolare, strano, originale, ma non lascia niente, si segue piacevolmente e incuriosisce ma alla fine? Personalmente non mi ha lasciato nulla.

lupin 3  @  06/01/2013 14:21:54
   6 / 10
Sinceramente avevo delle aspettative più alte, nel complesso sufficiente.

Noodles_  @  04/01/2013 17:15:02
   9 / 10
Mostruosa performance di Denis Lavant, in un gioiello di film.
(Gli "appuntamenti" numero 2 e 3 sono qualcosa di indescrivibile.)

Invia una mail all'autore del commento RubensB  @  03/01/2013 09:52:40
   9 / 10
Il cinema, la vita, il mestiere dell'attore e quello del vivere. Paradossale, allucinante, assurdo... come la vita.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  03/01/2013 03:13:39
   9 / 10
"Gli uomini non vogliono più macchine visibili.- Sì, non vogliono più motori. Non vogliono più azione ".
Il cinema funziona perché il suo congegno è invisibile. Innumerevoli fotogrammi concentrati in pochi minuti, permanenza retinica soppressa. Tutto quel che percepiamo è un fluire magicamente perfetto.
Allo stesso modo i cambiamenti microscopici del nostro corpo non intaccano l' inganno della stabilità, la convinzione che la nostra consistenza di oggi, certo, non sarà la stessa fra dieci anni, ma la ritroveremo intatta domani.
Infinite maschere ci proteggono dai riflessi degli specchi. Eppure per qualche secondo tutti facciamo ritorno ad una dimensione autentica. Per Alex è l' interno della limousine bianca.
Vagabondiamo, ci deformiamo senza sosta, mille luoghi e mille più volti ci scorrono davanti e infine ci penetrano. Ma non vediamo niente, Iggy Pop non ci ha insegnato niente, camminiamo come se avessimo sotto le scarpe un tapis roulant e tutto intorno fosse immobilità e buio.
Buio, in una sala cinematografica. Mentre il film viene proiettato gli spettatori dormono, quasi invidiassero con dolore la vitalità dello schermo.
La nostra condizione, afferma neoCarax (che qualcosa ha del Cronenberg di Dead Fingers), è la cecità del sonno.


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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  23/12/2012 19:27:30
   9½ / 10
Magnifica riflessione sulla vacuità del nostro mondo, dove le persone sono ormai incapaci di identificarsi in sè stesse e distinguersi l'una dall'altra, dove la recitazione è più importante della coscienza, e dove l'unico appiglio prima della morte è un amorevole ricordo oramai troppo lontano.

"Holy Motors" è qualcosa di estremamente originale e riflessivo che ognuno dovrebbe conoscere per fare mea culpa: è arte al servizio dell'uomo e del suo miglioramento.

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Ultima risposta 02/01/2013 21.02.20
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deadkennedys  @  18/12/2012 13:07:57
   10 / 10
Più che un film un sogno ad occhi aperti. Al di là delle riflessioni più o meno soggettive che seguono la visione di un film, mi rendo conto in maniera sincera e viscerale di quanto una pellicola mi abbia colpito dal tempo che, dopo la scritta "fine", passo a rimuginare e metabolizzare guardando i titoli di coda che scorrono. Questo è uno di quei rari casi in cui arrivo alla fine dei titoli di coda senza aver distolto lo sguardo dallo schermo.
Qualcuno ha accusato il film di non avere una trama, ma mai osservazione fu più superficiale perchè, attenzione, quì non siamo (tanto per fare un nome a cui Carax è stato accostato) in uno degli ultimi film di David Lynch (alla "Inland Empire" per intenderci), in cui la sua vecchia, visionaria leggiadria ha ormai ceduto il passo ad una parodia di se stessa, come un decadente e vacuo esercizio di stile protratto ed imposto dove l'onestà anticomunicativa viene innalzata a sinonimo di pseudo-qualità e vanto e la scritta "fine" sembra una liberazione.
Quì la trama c'è ma esce fuori dai soliti binari, quei binari che il cinema degli ultimi anni ama percorrere, a cui siamo fin troppo abituati, sui quali il regista sembra trattare lo spettatore come un bimbo da intrattenere ponendo domande, dando man mano elementi per la comprensione e poi alla fine ahhh! le appaganti e liberatorie risposte che dissolvono i perchè e saziano la curiosità.
La trama si biforca, devia in altre inaspettate trame una più appassionante dell'altra ma il protagonista è sempre lui. Prima banchiere, poi mendicante, poi attore in motion capture (forse il momento più visionario) e altri ancora...
Film come questo inevitabilmente deludono persone afflitte da pigrizia mentale e mancanza di flessibilità.
Quì le domande abbondano ma le risposte sono lasciate alle capacità interpretative dello spettatore : il regista non dirà nulla di più di quanto necessario e lo spettatore saggio e giusto per questo film dovrebbe evitare di scervellarsi per trovare chiavi di lettura ad ogni costo,piuttosto bisognerebbe lascersi cullare dalla straordinaria potenza evocativa delle immagini.
Perchè si potrebbero dare varie chiavi di lettura ma probabilmente avrebbero poca rilevanza : che i personaggi interpretati dal protagonista sono sognati dal pubblico in sala addormentato durante i titoli di testa, ad esempio, o la caducità della vita, effimera come un sogno sognato da altri; non importa.
Denis Lavant, di un nichilismo abissale, entra di pieno diritto nell'Olimpo del cinema. Eva Mendes e Kylie Minogue, dirette splendidamente, sono una piacevole sorpresa.
Il Pathos raggiunge vette talmente rarefatte che la visione forse stordisce ma non stanca mai, anzi alla fine del film la mia mente era estremamente rilassata. Una Parigi da cartolina accompagna il tutto.
Per farvela breve, suppongo che la bellezza di questa pellicola sia il non poter nemmeno minimamente immaginare, in ogni momento del film, cosa accadrà nei 5 minuti successivi.

Invia una mail all'autore del commento Bathory  @  06/12/2012 01:52:19
   10 / 10
Un folle, grottesco e iperbolico viaggio nella mente visionaria di un pazzo.

A oltre 10 anni di distanza, il cinema confuso e frammentario di Leos Carax ritorna a livelli clamorosi, impensabili.
Inutile stare a discutere su trama, senso del film...in Holy Motors bisogna farsi trascinare da una Parigi mai "violentata" cosi tanto da un punto di vista estetico, da un'atmosfera di perenne inquietudine e da un senso di rarefatta malinconia che traspare in ogni personaggio interpretato da un infinito Denis Levant, in un'interpretazione attoriale che vale da sola una carriera.

Splendidi i camei di una divina Eva Mendes e un'inquietante (e bravissima) Kylie Minogue.


Non solo il film dell'anno, ma uno dei più incredibili che mi sia mai capitato di vedere.

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Ultima risposta 25/06/2013 10.36.13
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