l'uomo che non c'era regia di Joel Coen, Ethan Coen USA 2001
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l'uomo che non c'era (2001)

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locandina del film L'UOMO CHE NON C'ERA

Titolo Originale: THE MAN WHO WASN'T THERE

RegiaJoel Coen, Ethan Coen

InterpretiBilly Bob Thornton, Frances McDormand, James Gandolfini, Michael Badalucco, Jon Polito, Tony Shalhoub, Katherine Borowitz, Scarlett Johansson

Durata: h 1.56
NazionalitàUSA 2001
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2001

•  Altri film di Joel Coen
•  Altri film di Ethan Coen

Trama del film L'uomo che non c'era

Nell'estate del 1949 in una piccola città della California del Nord, Ed Crane, un barbiere assai scontento della propria vita, spera di poterla cambiare quando, scoperto il tradimento della moglie, decide di ricattare l'amante. Nonostante la sua mancanza di scrupoli, però, le cose andranno in maniera diversa perchè l'amante di sua moglie viene trovato ucciso.

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Voto Visitatori:   8,34 / 10 (186 voti)8,34Grafico
Miglior Film Straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior Film Straniero
Miglior regia (Joel Coen, Ethan Coen)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior regia (Joel Coen, Ethan Coen)
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Voti e commenti su L'uomo che non c'era, 186 opinioni inserite

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obywan  @  18/07/2009 16:54:30
   9½ / 10
Quando dicono che il cinema è arte mi vengono in mente tanti capolavori tra i quali senza dubbio annovero questo, mi emoziona la perfezione e la perizia con cui è stato creato. Chi ama il cinema non può non vedere questo piccolo gioiello, l'apice ancora ineguagliato dei coen.

-Platypus-  @  06/05/2009 16:30:28
   9½ / 10
ed crane è un barbiere cupo, solitario e tabagista.
il film narra un periodo della sua vita, il periodo nel quale sente di avere l'opportunità per calarsi in una nuova realtà.
il film scorre su una sceneggiatura stupenda, accompagnata da una fotografia dello stesso spessore, dalla prestazione (sicuramente la sua migliore) di un billy bob thornton capace di calarsi alla perfezione nei panni di un personaggio che sembra fatto apposta per lui e da musiche perfette in ogni momento.
un omaggio al genere noir, nel quale i coen, anzichè limitarsi ad imitare e a riproporre, creano una loro personale variante con quei tocchi surreali e di humor nero che li contraddistinguono.
la vetta della loro cinematografia.

Invia una mail all'autore del commento Clint Eastwood  @  02/05/2009 10:58:37
   9 / 10
Uno dei migliori dei fratelli Coen, straordinario nella sua semplicità. La storia di un barbiere tranquillo stanco della propria vita/routine decide di dare una svolta ricattando l'amante della moglie, Big Dave (come il barista di Gone Baby Gone se vi ricordate, il dialogo nel bar). Questo gesto però lo porterà a farne grandi spese in futuro nella speranza di migliorare la propria esistenza.
Un film quasi perfetto, scelta stilistica dei Coen, il bianco e nero fondamentale, la musica classica che accompagna le riflessioni del protagonista, l'interpretazione di Billy Bob Thornton + la sigaretta ed il fumo intorno = Ed Crane, un personaggio caratterizzato al meglio ... da oscar, un cast riuscito, sceneggiatura apparentemente senza difetti o andare fuori argomento, tutto collegato per bene. Ho ammirato i momenti di silenzio e le pause nel film, quando fuma, guarda, guida, pensa - eccezionale.
Non mi sento di dare 10 e penso che un 9 solido ci sta perfettamente per un film che non si stanca mai di rivederlo.
Consigliato agli amanti del cinema e non.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  08/04/2009 22:46:58
   6½ / 10
Sì dai, può andare. La trama è raccontata abbastanza bene, peccato che i monologhi siano troppo lunghi e noiosi. Per il resto non so bene cosa dire, né mi è piaciuto né mi è dispiaciuto, quindi metto 6, mezzo punto in più per il bel finale.
E comunque non ho capito cosa centrino i dischi volanti.

paride_86  @  16/03/2009 16:00:09
   9 / 10
"L'uomo che non c'era" racconta la storia di un uomo anonimo e insignificante che, seppur involontariamente, riesce a cambiare drasticamente il proprio e l'altrui destino.
Il tema centrale del film, a metà tra un western e un noir, è l'eterogenesi dei fini, ovvero come la vita e gli eventi possano rispondere in maniera inaspettata e insolita agli stimoli delle nostre azioni, come un grande mosaico possa essere condizionato anche dal più piccolo e impalpabile tassello della sua trama, descrizione, quest'ultima, che aderisce perfettamente al personaggio di Ed Crane.
Il tutto è confezionato in un affascinante bianco e nero e arricchito da una regia sobria ma originale, davvero meritevole.
Bavi tutti gli attori.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  04/03/2009 20:14:45
   9 / 10
Quanto di Edgar G. Ulmer c’è in questo lavoro dei fratelli Coen? Probabilmente molto, moltissimo. E non solo nell’espediente narrativo di far raccontare la vicenda allo stesso protagonista, che si trova quindi nel medesimo tempo dentro l’azione, ma anche fuori da essa quale voce fuori campo; non solo nella scelta stilistica del Bianco e Nero –peraltro resi superlativamente; ma anche, e soprattutto, nell’idea, su cui poggia tutta la storia, di mettere in scena il soggetto in tutta la sua impotenza: un soggetto la cui volontà è completamente neutralizzata da un Destino beffardo, che si concreta in un imprevedibile e incontrollabile corso degli eventi, ove ogni scelta dà luogo a conseguenze del tutto divergenti dalle proprie interne prefigurazioni. Così come l’Albert di “Detour” si troverà a perdere la sua identità ed a vivere la vita di un'altra persona, anche Ed Crane giungerà amaramente a prendere coscienza della sua sconfitta: egli si sentirà come un’ombra tra la gente; come un individuo che non è mai stato, perché non gli è stato consentito di determinarsi e determinare la sua esistenza. Ma l’apetto di “The man who wasn’t there” che più lascia sgomenti, e che i Coen mettono in risalto lucidamente, riguarda la possibilità di procurare dolore ad altri senza volerlo. In questo (non)senso Ed Crane si troverà ad essere involontariamente la causa di una sequela di sciagure che, prima ancora di riguardare lui stesso, toccheranno terze persone: sciagure si abbatteranno su queste ultime fino al punto di annientarle.
Il finale in cui si riprende il protagonista della storia, al culmine della sua pseudo-apatia (emblema di una irrimediabile impotenza), subire passivamente l’esecuzione sembra assurgere a paradigma del fallimento del soggetto, che presume di poter indirizzare a sua discrezione il corso della propria vita: dacchè Crane decide di porre in essere azioni dirette a dare una svolta alla propria esistenza, egli non farà che sperimentare l’impossibilità di attuarle nonché le infauste conseguenze che il suo ardire ha sortito. E la sofferenza, che sprigiona il suo atteggiamento esternamente abulico, è più lancinante di qualsiasi dolore espresso con lagrime e grida.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  19/02/2009 21:40:27
   8½ / 10
Davvero un grandissimo film. Non il mio preferito dei Coen, ma ciò non toglie che sia tra i loro film maggiormente riusciti. Grandissimo Thornton

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  24/01/2009 16:26:09
   9 / 10
Che gran film. Viaggio nell'alterazione delgli stati d'animo, uno specchio della realtà messo su pellicola. "L'uomo che non c'era" racconta una storia"vera" reale perchè rispecchia a pieno il comportamento degli umani. Profondo, struggente e drammatico ma anche uno schiaffo al cinema d'oggi che si è un pò perso nei meandri dell'effetto speciale. La storia e ricca di colpi di scena che non sono prevedibili, reso ancor più poetico dal b/n, si piazza di diritto nella mia classifica dei migliori film.

Da non Perdere.

Parsifal  @  19/01/2009 01:10:34
   6 / 10
Non mi ha colpito. Tecnicamente buono e attori bravissimi, fotografia d'epoca ma il soggetto e la sceneggiatura non tengono costantemente attento il pubblico(mia opinione ovviamente)la trama funziona ma e' un po' forzata e la regia non fornisce la suspence quando accadono i colpi di scena (?sicuramente voluto sara'?)
....mi dispiace non trovarmi d'accordo con la maggior parte delle critiche.
Appena Sufficiente.

inferiore  @  11/01/2009 02:55:41
   9½ / 10
''La vita mi ha servito delle mani perdenti, o magari non le ho sapute giocare, chissà ... Ora volevo parlare, ma non avevo nessuno accanto a me: ero un fantasma, non vedevo nessuno, e nessuno vedeva me. Ero il barbiere ...''
Forse dopo ''Fargo'' il capolavoro dei fratelli Coen. Gli elementi per definirlo un classico noir anni '50 ci sono, dal bianco e nero alla voce narrante questo film è stato girato in maniera impeccabile. Una riflessione sul destino e sulle sorprese che esso può nascondere racchiusa in una storia cupa vista sotto gli occhi di un impassibile barbiere interpretato magnificamente da un attore che conosco poco se non nulla. La colonna sonora in tutta la sua malinconia è perfetta, come una sublime fotografia. Altra grande sceneggiatura dei due fratellli che non si smentiscono mai. Bravo tutto il cast.
Capolavoro.
''Non so dove mi porteranno dopo, non so cosa troverò oltre il cielo e la terra, ma non ho paura di partire. Forse le cose che qui non capisco li saranno più chiare, come quando la nebbia si dirada. Forse Doris sarà li e forse li le potrò dire tutte quelle cose che qui non hanno parole.''

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Ultima risposta 11/01/2009 12.29.49
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Redrum83  @  06/01/2009 01:01:24
   10 / 10
Non li ho visti tutti, ma credo di poter dire che "L'uomo che non c'era" è il punto più alto raggiunto dai fratelli Coen, insieme a "Non è un paese per vecchi". Personalmente lo ritengo un capolavoro, sono dell'idea che i due fratelli, nonostante siano abili a passare da un genere all'altro senza batter ciglio, quando si tratta di fare film totalmente - o quasi - cupi diano il meglio di sè; qui sfoderano un noir ammaliante, amarissimo, tinto di un bianco e nero che non si potrebbe adattare meglio di così alla storia che si racconta. Non si può non parlare poi di Billy Bob Thornton, qui autentico catalizzatore della scena con la sua mimica impassibile e l'eterna sigaretta fra le dita... una prova strepitosa, la sua migliore per quanto possa aver visto fino ad oggi. Lo stile del film è sempre quello dei due fratelli, per cui chi li conosce un po' sa a cosa va incontro... per chi ha apprezzato i loro recenti film, "L'uomo che non c'era" è un appuntamento da non perdere assolutamente, il loro apice.

ulisseziu  @  09/12/2008 11:23:05
   9 / 10
WildHorse  @  27/11/2008 03:54:54
   6½ / 10
film ben fatto, belle le inquadrature il bianco e nero eccetera... però la storia non mi ha appassionato tanto. cioè, sì ok mi ha appassionato, ma non tanto... forse il finale, forse certe scene un po' così (noiose), forse che ero depresso e mi è aumentata la depressione per il finale, forse.... forse perché.....

comunque da vedere: six and metz!

Invia una mail all'autore del commento wega  @  21/11/2008 16:10:25
   10 / 10
Sublime, malinconico, il capolavoro dei Coen che aspettavo. Omaggio e ricapitolazione del noir, come venivano fatti e raccontati nei santi anni '40, con uno struggente monologo interiore, una pellicola qui dai tempi volutamente "morti" per concedere tutto il tempo necessario allo spettatore per pensare ed accentuare la partecipazione al film stesso, una sontuosa fotografia in B/N, sinonimo di coraggio autoriale, se si pensa alla mentalità del pubblico del nuovo millennio. Questo film dei Coen non ha niente da invidiare ai modelli americani a cui si rifà, anzi, la sopraffazione degli eventi sull' uomo e l' incapacità di quest' ultimo nel domarli (anche parlando di lavoro come barbiere, Ed Crane lo fa in termini di "ci sono inciampato dentro.."), trova un altro pari nel solo "Detour" di Ulmer. Un uomo chiuso in una forma di ossessiva introspezione, interrogandosi sull' attendibilità del suo instinto, o parlandosi circa i capelli come parte di noi stessi che tagliamo e buttiamo. Un uomo chiuso, per carattere personale, nella dimensione di una solitudine perfetta, circondato dal vuoto negli interni, schivato, con un montaggio a rilento che lo estranea dalla folla, negli esterni. Se è vero che ad ogni azione c'è una conseguenza...ma cosa non c' è in quell' inquadratura in plongèe del palmo delle mani di Ed Crane, c'è tutto l'implacabile destino del quale l' essere umano, e solo lui, ne è totalmente responsabile. Citazioni a "Lolita" di Kubrick e di scene surrealiste di Vigo e Loughton. Thornton da Oscar, oltre che un perfetto Bogart. Il filo conduttore morale con tutte le altre opere dei fratelli Coen è la domanda, retorica: "Ma che razza di uomo sei, tu!".


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Crimson  @  19/10/2008 12:49:50
   8 / 10
Il film più malinconico dei Coen, uno dei migliori eppure sensibilmente freddo, di quella freddezza che mi porta a considerarlo con un certo distacco emotivo. Parlando di due film comunque diversi, Barton Fink nella sua tragicomica solitudine e lucida follia esprime molto più calore di Ed Crane, malinconico e disperato protagonista di questo film. Sigaretta in bocca perenne, Billy Bob Thornton regala un ritratto magistrale. Lo stile asciutto e volutamente incolore (nel vero senso della parola: il film è girato in un glaciale bianco e nero) rende giustizia ad una pellicola estremamente cruda e surreale, ma corre spesso il rischio (e di fatto è questo l'unica grande imperfezione che gli imputo) di apparire distante sul piano emotivo. Il film esprime una carica enorme di dignità e rassegnazione allo stesso tempo: il protagonista vede con i propri occhi, lucidamente, lo sgretolamento della propria esistenza. Non è un uomo passivo, al contrario cerca di fare di tutto per controbattere con le proprie forze, sia per se che per gli altri, agli inesorabili colpi del destino o se preferite alle leggi dell'assurdo, ma è una sfida persa. Meravigliosa la scena in cui dopo il suicidio della moglie, la moltitudine di persone per strada gli passa quasi attraverso, come se egli non ci fosse. Una simbologia di inesistenza e solitudine estrema, resa con un taglio perfido ma perspicace. Una parabola discendente di un uomo qualunque, 'dei giorni nostri' come dirà l'avvocato nell'arringa, ma ricca del valore della vita.
Altra piccola nota negativa il personaggio di Birdy: Scarlett Johansson (tutto tranne che convincente nel ruolo) non ha tuttavia le sole colpe circa la non riuscita del personaggio, che sarebbe potuto significare molto di più ai fini del tentativo operato da Ed (ovviamente non riuscito) di realizzare qualcosa di positivo per gli altri.
Eccellente come sempre Frances McDormand.

laconico  @  17/10/2008 18:30:06
   10 / 10
Quanti colori ha il bianco e nero: colori dell'anima, della mente. Il miglior film targato "Coen", un piccolo gioiello di tecnica registica. Una direzione che è arte figurativa, una sceneggiatura che è pura letteratura. Drammatico, amaro, introspettivo, autentico. Imperdibile.

private_joker  @  17/10/2008 17:45:08
   9 / 10
Bellissimo noir dei fratelli Coen, che ricorda, sia per il b/n che per la storia, i film degli anni '40 e '50. Bravissimo Thornton.

topsecret  @  11/10/2008 19:47:38
   7½ / 10
La storia di un uomo incastrato nella sua vita piatta e grigia che cerca di alzare la testa,ma che finisce amaramente nelle braccia di un destino crudele. I fratelli Cohen firmano la regia di questo interessante film drammatico che merita la giusta considerazione.

mrwoolf  @  30/09/2008 16:00:52
   9½ / 10
sono rimasto incantato. davvero una piacevolissima sorpresa. mi chiedo come possa non essere cosi' famoso come merita.
protagonista perfettamente calato nel ruolo e personaggi perfettamente caratterizzati, in una trama sempre interessante. ottima la regia.

dagon  @  26/09/2008 15:40:16
   8 / 10
l'ultimo film davvero originale dei Coen. Grande Thornton e fotografia superlativa di Roger Deakins

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  13/09/2008 19:22:53
   8 / 10
Gran bel noir firmato dai fratelli Coen. Le atmosfere richiamate dallo splendido uso del bianco e nero rendono the man who wasn't here uno dei migliori film dei due registi americani. Bellissima la regia e ad altissimi livelli la sceneggiatura. Ottima la prova di Thornton.

pher  @  03/09/2008 10:56:32
   8 / 10
film dai risvolti inquietanti classico dei fratelli coen, unici nel loro genere.
il bianco e nero e l'uso della macchina da presa con inquadrature assai geniali rende questo film un gran capolavoro degli ultimi tempi. trama reale e surreale allo stesso tempo che racconta in prima persona la vita dell'uomo con la sigaretta piu che l'uomo che non c'era. fantastica intepretazione di b.b. Thornton nei panni di ed crane con uno sguardo continuo alla ricerca di una speranza che forse non arrivera' mai.
forse a tratti un po lento, ma t'incolla allo schermo per tutte le due ore.
DA VEDERE!

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  10/08/2008 16:08:31
   9½ / 10
Grandioso.
L'immobilità del film, che pare quasi una serie di quadri, è scandita dal fumo della sigaretta di Crane e dalla mediocrità crescente dei personaggi.
Il destino sembra quasi scaturire da quanto una persona riesca a moltiplicare la sua grandezza o la sua inettitudine. Il film dei Coen è una parabola e come ogni loro produzione del resto, è una parabola discendente. In un Inferno laico dove si potranno dire "cose che qui sulla terra non hanno parole"- è commovente il finale, ma bisogna valutare l'effettivom concetto di "vivere" dei personaggi coeniani e la loro capacità di farlo coerentemente.
un capolavoro, più abbordabile dell'ultimo capolavoro, ma forse meno affascinante.

Sabata  @  08/08/2008 11:26:59
   7 / 10
Un film che sostiene la sua bontà sulla singolarità del protagonista (nonché sulla ottima interpretazione di B. B. Thornton) e sulla splendida fotografia in B/N. Interessante, si lascia vedere e ci lascia riflettere ma - almeno per quanto mi riguarda - non riesce appieno ad entusiasmare.

chucknorris87  @  17/07/2008 15:53:56
   7½ / 10
Un film davvero superbo...
peccato però per l'eccessiva lentezza e la trama a volte un po' troppo surreale.........
Il protagonista secondo me è eccezionale, mi fa morire!

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Invia una mail all'autore del commento EnglishRain  @  12/06/2008 22:34:21
   7 / 10
Un buon film "d'autore" per Coen. Mi è piaciuto l'uso del bianco e nero e la recitazione, volutamente inespressiva, del protagonista. A tratti molto lento, la trama decente e il messaggio molto "aperto" a varie interpretazioni.

Da vedere, ma non più di una volta.

bil85  @  16/04/2008 17:18:22
   7 / 10
Film amaro, che racconta la vita di un uomo, un uomo come tanti che stanco di vivere una vita normale, pensa di aver trovato il modo di cambiarla......ma purtoppo le cose non vanno come dovrebbero andare.
E' un film abbastanza lento e riflessivo, non mi è dispiaciuto anche se a tratti sinceramente mi ha un pò annoiato.

popoviasproni  @  12/04/2008 19:34:49
   9 / 10
Originali e poetiche memorie di un perdente.

the saint  @  07/04/2008 00:42:25
   4 / 10
I fratelli Coen ci dicono, anzi ci ribadiscono, (perchè il messaggio a mio modo di vedere sembra essere veramente lo stesso di non è un paese per vecchi... )che nulla è come appare e nulla va come dovrebbe andare!!!!!!!!
ho apprezzato il loro ultimo film, che a mio modo di vedere ruota intorno più che altro alla bravura di bardem più che alla bellezza in se per se del film.Qui è lo stesso: vi è un grande attore billy bob thornton; però una storia che non mi è piaciuta affatto.. forse troppo triste, cupa ma anche in certi punti noiosa e lenta nell'essere raccontata (rispetto al loro ultimo film invece dove la storia scorre a meraviglia..) stavolta i coen più che far riflettere lo spettatore lo fanno addormentare in un sonno profondo!!!!!!!!




...e ora sotto con gli insulti.................

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Ultima risposta 21/11/2008 16.39.38
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  31/03/2008 20:21:31
   9 / 10
Non si sfugge agli ingranaggi del destino, come i Coen si sono premurati di ricordare anche nel loro ultimo capolavoro "No country for old men"; non fa eccezione il piccolo, mediocre Ed Crane, una vita passata nell'anonimia che sembra invisibile per tutti finchè non crede di aver trovato l'occasione della propria vita, senza riuscire ad emergere nemmeno in quella, nel bene o nel male.
Un film amarissimo, permeato del nichilisto assoluto tipico della geniale coppia Joel - Ethan ed impreziosito da un Billy Bob Thornton ai massimi livelli.
Il bianco e nero attraversato perennemente dal fumo della sigaretta di Ed completa il quadro; un quadro terribile ma proprio per questo affascinante, per il quale non è azzardato urlare al capolavoro.

somberlain  @  24/03/2008 15:51:40
   9 / 10
Ed Crane è l'uomo che non c'era, la cui vita scorre ineluttabilmente trascinata dal grigio destino contro cui appare inutile qualsiasi forma di ribellione o di speranza...

Ed è proprio quando Ed Crane decide di dare tono alla passiva monotonia della propria esistenza, ecco che lo stesso destino beffardo lo punisce scatenando una reazione a catena dagli eventi sempre più tragici.

Film capolavoro dei Coen interpretato da un indimenticabile Thornton.

Max78  @  15/03/2008 16:25:21
   9½ / 10
Stupendo,
non è il classico film strappalacrime, questo è lo stile Coen, cinico,spietato,malinconico,raffinato,ironico,
c'è tanta di quella robba da rifletterci sù per un mese , un anno o tutta la vita.

Billy Bob Thornton un'alieno a tutti gli effetti, quel suo sguardo,la sigaretta sempre accesa ,
non dimenticherò facilmente quell'uomo che non c'era......

giax-tommy  @  13/03/2008 01:21:52
   9 / 10
Penso che i fratelli Coen pensino prima ad un titolo grandioso per il loro film,e poi scrivino la sceneggiatura.
L'uomo che non c'era,è ognuno di noi,e se gli metti una corda al collo,la metti pure a te.
Bhè è davvero azzardata come teoria (più di quella di Fritz o Werner,o come si chiamava),senza dubbio però vale per qualsiasi uomo ambizioso.
Tutto ha inizio con la voglia di avere un ruolo,di lasciare un segno,di esserci.Si passa poi ai fatti,rischiando tanto quanto vale la posta in gioco.Ma non si vince mai perchè nasci nulla e muori nulla.
Ho notato come il film possa sembrare una parabola discendente.Un uomo che perde tutto,moglie,soldi,famiglia,lavoro,e quando perde tutto ritrova comunque ciò che voleva:finalmente ha un ruolo,un motivo affinchè ci sia.Trova uno spiraglio laddove sembra non ce ne siano.Prima della sedia elettrica,il lasciapassare per un mondo dove si potrà dire ciò che sulla terra non si riuscirebbe a dire,si sprigiona tutta la voglia di raccontarsi.Ho raramente visto una tale celebrazione della liberazione che può darti la morte,e tutta la soddisfazione che si può trarre da questa.Tanto pessimismo risulta addirittura divertente,goffo a volte grottesco(come l'avvocato che vuole il suo show,giocando un pò troppo con la morte,proprio come fanno i Coen)

Una girandola di omicidi, come il cerchio di una ruota dopo un incidente,confonde le idee,ma regola le morti,punendo(molto perbenisticamente,e qui davvero si addice quel bianco e nero)un pò qua un pò la,ma quasi indistintamente,togliendo la soddisfazione di una giustizia più che mai divina dalle mani di uomini troppo poco interessati alle faccende ultraumane,e persi troppo in faccende terrene...Ed Crane sembra l'unico che ha una morte meritevole,perchè voluta,sia per la liberazione che ne dedurrà,sia per la firma sul mondo che finalmente sancirà il suo passaggio,affinche sarà L'uomo che c'era e che aveva rischiato per troppo tempo di non esserci
Si nasce nulla....e si rischia di morire nulla

Phelps  @  12/03/2008 21:23:05
   8 / 10
La trama si snoda piano piano senza risultare mai lenta.Superba prova degli attori su tutti quella di Thornton. Fotografia impreziosita da un uso azzeccato del biancoenero. Ottima sceneggiatura,da brividi specie nel finale.I Coen ci sanno fare.

badovino  @  06/03/2008 01:34:21
   9 / 10
L'uomo che non c'era, l'uomo che nessuno conosce. Ed Crane, in fondo, non conosce bene se stesso, non più di quanto conosca sua moglie e il mondo, conduce una vita atona, e a lui va bene così, fin quando non gli capita l'occasione di cambiar vita e tutto gli va contro. La foza del destino è più forte di lui, le cose devono andare così perchè è così (costante nei film dei Coen). Thornton è magnifico. Girato in bianco e nero. Eccellente.

Constantine  @  05/03/2008 03:18:13
   10 / 10
Noir straordinario quello dei Coen, davvero in stato di grazia, con una fotografia e una regia semplicemente eccelse. Lentamente la trama ci trascina nella rovinosa caduta dell'uomo qualunque Ed Crane, interpretato da un mastodontico Thornton, che fa il verso a Bogey con la sua sigaretta a mezza bocca. Amaro, secco, affascinante, semplicemente perfetta la scelta della voce narrante che accompagna la visione onirica del film, scritto alla maniera dei Coen, superbamente. Da ammirare estasiati.

" Ero un fantasma, non vedevo nessuno e nessuno vedeva me. Ero il barbiere."

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giulymovie  @  26/02/2008 15:20:39
   9½ / 10
Veramente memorabile, profondo, curato in ogni minimo dettaglio.. Non lasciatevi ingannare se l'inizio vi sembra un po' pesante: il film è un vero capolavoro.

Invia una mail all'autore del commento nerofelix  @  23/02/2008 21:42:48
   10 / 10
Quando il cinema ritrova la poesia, la forza dell’immagine, il guizzo della genialità, torna ad essere arte, lasciandosi alle spalle le sgangherate esercitazioni di registi improvvisati e recitazioni farsesche loro malgrado. Vedere questo film (e rivederlo) riconcilia con questo mondo troppo spesso in balia di spregiudicati manager di loro stessi che, nelle vesti di cineasti o attorucoli, infestano l’aria di pattume di celluloide. Questo film ha la personalità e il genio dei Coen e promette di rimanere nel tempo, cristallizzato com’è nella condizione classica di bianco e nero. E’ praticamente perfetto: nei dialoghi ma soprattutto nei monologhi, nella storia e nella musica che l’accompagna, nel tessuto sottile e spesso di una trama intelligente e raffinata, nelle performances degli attori, tutti bravissimi, dalla malinconica e stralunata Scarlett Johansson a Billy Bob Thornton (il protagonista) che sa dare assoluto spessore a un personaggio al tempo stesso pieno e vuoto, raziocinante e folle... lo scarto di una mente ripiegata su sé stessa, quieta ma visionaria. E’ la storia di un barbiere, raccontata in prima persona fino al conclusivo epilogo, coinvolto in una vita semplice ma comunque più grande di lui che, poco a poco, diviene ingestibile e di cui finisce vittima. Il bianco e nero è fondamentale perché i tagli di luce siano più sgargianti di mille colori, e copre la pellicola di una decisa patina di antico che parla di tanto cinema espressionista (da Murnau a Lang, da Dreyer ad Eisenstein). La luce è la protagonista della scena, insieme alla macchina da presa... si fissano entrambe su sguardi, su gesti, sulle rughe di un volto, sul panneggio morbido dei vestiti. E rendono ogni dettaglio carico di significato. A volte (metaforicamente anche) la scena è priva di luce, altre volte (altrettanto metaforicamente) ne è inondata, come nelle scene finali, talora la penombra suggerisce l’atmosfera ovattata, talaltra lo stacco luministico squarcia lo schermo. E’ un film che ha tutto: gli estremi come le mezze misure, l'umorismo e la malinconia... un capolavoro che merita un voto altissimo e il privilegio di avere, secondo me, un suo piccolo posto nella storia del cinema.

Sar_men  @  17/02/2008 23:58:08
   6 / 10
Non mi ha colpito in modo particolare ma nel complesso non è stato un brutto film..Alcune scene troppo pesanti..ma si fa guardare..

Dan of the KOB  @  13/01/2008 18:18:12
   9 / 10
Il più bello dei Coen per me!
Un noir con un bianco e nero stupendo! Una storia perfetta, condita da delle ottime interpretazioni (Thornton perfetto per questo personaggio), comprese quelle dei comprimari!

Non c'è da aggiungere tanto altro, se non che va visto assolutamente!

gustavone  @  03/01/2008 10:30:45
   8½ / 10
commedia in stile Cohen..

calma..riflessiva..fredda..

straordinaria e memorabile descrizione dei personaggi..

bravi gil attori..

da vedere..nell'anonimato..

1 risposta al commento
Ultima risposta 13/01/2008 18.19.42
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Gruppo STAFF, Moderatore Lot  @  03/01/2008 09:47:33
   9 / 10
Dolente e raffinato come le note del chiaro di luna che lo sottende, un noir old-style tutto sospeso nell'osservare il piano inclinato degli eventi, di quanto poteva essere e non è stato, attraverso luci ed ombre di una regia perfetta e il fumo della sigaretta di uno strepitoso Thornton.

Invia una mail all'autore del commento domeXna79  @  23/11/2007 18:30:11
   8 / 10
Intenso e drammatico film diretto dai geniali fratelli Cohen.
Nelle atmosfere “noir” di un vecchio bianco e nero, i fratelli Cohen ci raccontano della solitudine, dello smarrimento, del cammino verso l’autodistruzione di un uomo silente, condannato forse per sua natura (..o forse per il malessere di una società) a vivere senza prospettive, nel grigiore di una provincia americana in cui il sogno deve scontrarsi ogni giorno con la triste realtà ..la narrazione lenta, una sceneggiatura attenta, connotata da una forte ed intensa carica introspettiva (rappresentataci dalla voce narrante) ci lasciano assistere al fatale gioco del destino che vive in un tempo così lontano e pure per certi versi ancora così vicino.
La tinteggiatura del giallo, i suoi intrecci, le figure di contorno (l’imprenditore, l’avvocato, il “capo” barbiere) che sembrano apparire e scomparire (non in senso strettamente temporale ma soprattutto per la costruzione della trama) con la stessa velocità nel racconto, ci riportano alla struttura di un cinema “vecchia maniera” se pur riletto con i dettami e i costumi più recenti ..ogni passaggio viene ben scandito, sviluppandosi poi con risvolti non facilmente pronosticabili ed un finale davvero struggente, l’unico possibile nella prospettiva dei geniali fratelli del cinema americano ..alcune pecche sono riscontrabili in alcuni brevi passaggi dove forse gli stessi autori si lasciano prendere un po’ troppo la mano (vedi la scena dell’incidente in auto) ma non tali da scalfire la solidità del racconto.
Grande prova d’attore per un Billy Bob Thornton apparso davvero in palla, calatosi in un personaggio che gli sembra assolutamente cucito addosso, ma convincente anche il resto del cast con nomi del calibro di Gandolfini, McDormand e una giovanissima Scarlett Johansson ..ottima la regia di Joel Cohen, così come la fotografia di Deakins, capaci di scavare nei volti dei protagonisti con impareggiabile maestria.
Opera impedibile per chi ama le atmosfere degli anni ’40 ed il cinema dei fratelli Cohen ..da vedere!

addicted  @  13/09/2007 18:44:33
   9 / 10
Storia terribile di un uomo qualunque che trascina nella rovina se stesso e tutto ciò che lo circonda.
E' un opera di grande spessore formale, con un bianco e nero veramente meraviglioso.
Il formalismo accentua il distacco emotivo degli autori e dello spettatore: guardiamo i personaggi farsi del male con la freddezza degli entomologi. Lo sguardo spietato a volte diventa ironico distacco, altre volte sadismo morboso.
D'altra parte perchè dovremmo provare dei sentimenti per questi personaggi grigi e amorali??? Il protagonista non ha slanci, idee, sentimenti. Non ha neanche pietà di se stesso e degli altri. E' un Lebowski in negativo.
Con questo ritratto spietato di un mondo che si autodistrugge i Coen realizzano il loro personale capolavoro.

fio81  @  28/07/2007 16:58:09
   8½ / 10
Direi che è un film tecnicamente eccelso, tutto fotografia, inquadrature, giochi di luce, regia, interpretazione. Anche la trama ha la sua logica e la sua profondità: il desiderio dell'uomo di migliorare la sua vita e l'inutile sua lotta contro il destino. Di contro c'e storia abbastanza banale e monotona che viene alleggerita grazie all'inserimento di personaggi pittoreschi che riescono ad accalappiare l'interesse dello spettatore.
Non è un film che diverte, ma che realmente si apprezza.

mainoz  @  23/07/2007 00:56:30
   6½ / 10
di certo i colpidi scena non mancano, ottima l'interpretazione dell'imprenditore con il parrucchino (peccato per le poche scene in cui è stato convolto) e dell'avvocato.Però nel suo complesso è un film abbastanza noioso. Non mi è piaciuta molto la voce narrante, inoltre alcune scene (tipo quella dove l'avvocato parla di quella teoria dello studioso tedesco) sono lunghette..in generale non mi ha entusiasmato, però sicuramente non lo reputo un brutto film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  08/07/2007 12:22:08
   8½ / 10
E' uno dei miei film preferiti dei fratelli Coen. La scelta stilistica del monologo interiore da all'interpretazione di Billy Bob Thornton un qualcosa di straordinario. Egli riesce a tratteggiare un personaggio che, malgrado la sua impassibilità alla Buster Keaton (con sigaretta a penzoloni alla Bogart), cerca una possibilità di riscatto da una vita piatta e monotona, finendo beffato proprio da quegli eventi che lui stesso aveva scatenato. Quella stessa ambizione che si rivelerà amara anche per la moglie, una bravissima McDormand. Molto apprpriata la scelta del bianco e nero curato dalla bellissima fotografia di Roger Deakins.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  08/07/2007 11:16:47
   9 / 10
Come al solito i fratelli Coen non sbagliano, infatti scrivono e dirigono un noir curatissimo ed intrigante. Sono aiutati da grandi attori che esibiscono straordinarie performance come B. Bob Thornton, James Gandolfini e F. Mcdormand.
La scelta del b/n rende questo film ancora più affascinante.
Ho adorato i dettagli, la precisione della narrazione ed il grottesco di alcune inquadrature e battute.
Assolutamente un ottimo film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  07/07/2007 11:43:49
   9 / 10
Cinema con la C maiuscola. Effetti emotivi di alto livello.

Messi in campo tutti gli ingredienti giusti per colpire lo spettaore, in un contesto scenico segnato da un velato umorismo, quest'ultimo si alimenta di situazioni eccessive e ben contrastate.

Il paradosso tragico che pur non può non far anche sorridere per fatalità degli eventi e indignazione risparmiata si tramuta in spettacolo irresistibile che più che riflettere porta alla comicità, e al riso amaro sui limiti umani e della vita nonchè allo stupore delle bizzarre combinazioni che l'esistenza elargisce ai più...

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  05/05/2007 21:13:40
   8½ / 10
Che classe, che sceneggiatura... un film così non lo si vedeva da tempo. Grandissimo Thornton in un ruolo perfetto per lui.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  09/04/2007 12:43:33
   8 / 10
visto ieri notte su italia uno, nonostante avessi un gran sonno, è riuscito a tenermi incollato al televisore per tutta la sua durata! forse uno dei film migliori dei coen, anche se ne devo ancora recuperare un paio! bellissimo il bianco e nero e bravissimo billy! vale la pena vederlo!

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  24/03/2007 18:15:27
   7½ / 10
Triste, malinconico, dimesso, uno straordinario Billy Bob Thornton materializza la figura di Ed per dare vita a questa storia di profonda solitudine interiore, ma anche di grande dignità.
Il bianco e nero, sapientemente indovinato, avvicina ancora di più il film alle pellicole poliziesche degli anni '40, e secondo me questa è una garanzia per la visione.
La Scarlett l'ho trovata un pò inespressiva e poco nella parte.
Comunque da vedere.

Cardablasco  @  27/02/2007 19:34:09
   8½ / 10
Gran bel film che riesce a far trasparire tutta la solitudine e la frustrazione del protagonista,veramente bello

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  14/01/2007 21:43:40
   8½ / 10
Come al solito è quasi impossibile inquadrare un film dei Coen in un unico genere: essendo questo inserito nel genere "poliziesco" (che non amo) mi aveva lasciato un pò perplesso prima di vederlo..
In realtà trovo che sia uno dei loro film più riusciti e faccio veramente fatica a trovargli un difetto.
Tra tutte le cose positive, si nota ancora una volta come la capacità dei Coen di caratterizzare i personaggi sia un dono più unico che raro. Un film in grado di trasmettere l'amarezza e la solitudine che accompagna il protagonista (un grande Billy Bob Thornton, comunque tutto il cast è a livelli altissimi) in tutta la sua storia. Da vedere assolutamente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  04/01/2007 16:46:48
   9 / 10
Noir affascinante,raffinato,pessimista e profondamente amaro.....tecnicamente i Coen non sbagliano un colpo:perfetta la struttura del film,interessante la sceneggiatura(ammirevole l'equilibrio tra stile e richezza di contenuti),magistrale la costruzione dei personaggi,tutto sospeso tra risate e dramma.Meravigliosa la fotografia e da urlo la regia con inquadrature e primi piani semplicemente eccezionali(ma per chi conosce i Coen questa non e'certo una novita').
Sempre azzeccatissime le citazioni(da Lolita a Il Postino Suona Sempre Due Volte)e nota di merito per Billy Bob Thornton autore di una prova superlativa.

4 risposte al commento
Ultima risposta 15/01/2007 01.44.10
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Zurlistuta  @  21/11/2006 14:04:03
   7 / 10
Mi aspettavo un noir più avvincente invece si è rivelato un pò monotono, c'è da dire che il ruolo del protagonista con la sigaretta sempre accesa è molto ben recitato. Tutto sommato la trama è piacevole e vale la pena vederlo.
In questa pellicola si vede una giovanissima Johanssonn già bella e lanciata verso gli attuali fasti

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  23/09/2006 01:06:52
   10 / 10
... Billy Bob Thornton grandissimo come anche la sua sigaretta, Frances McDormand, dopo Fargo, si ripete nuovamente in una grande interpretazione... Musiche ottime, una fotografia eccellente... Un film in cui la classica ironia dei Coen è ridotta rispetto ad altre opere ma la trama risulta molto bella... Forse il film più emotivo dei fratelli che ci regalano ancora un grande emozione...

Invia una mail all'autore del commento azzurro10  @  09/08/2006 02:00:53
   9½ / 10
mi aspettavo un film noioso e monotono... invece è tra i migliori che ho visto e oserei dire che è degno di essere paragonato a qualche film del maestro de sica, dato che si rifà a quello stile cinematografico

benzo24  @  28/07/2006 12:54:51
   10 / 10
bellissimo noir con un protagonista eccezzionale.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  03/07/2006 15:23:34
   6 / 10
Di azzeccato ci sono il bianco e nero e Billy Bob Thornton (anche se reputo la sua recitazione buona, non eccelsa come qualcuno scrive). Per il resto, avvincente la situazione di partenza, poi si perde un pò con il passare del tempo e qualche scena è un pò buttata lì. Da quelle che erano le aspettative, un film piuttosto deludente.

franx  @  06/06/2006 17:10:38
   8 / 10
Mi è piaciuto veramente tanto, da non vedersi se si è in crisi depressiva.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  24/05/2006 13:46:52
   7 / 10
Penso che sia un gradino inferiore a "fargo" sempre dei fratelli coen...
le parti migliori sono secondo me quelle con la voce fuori campo di billy...
la parte centrale ,poi,non è ,secondo me,all'altezza del resto del film...
un ottimo finale che fa riflettere...buono

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  21/05/2006 13:15:45
   6½ / 10
Boh sì, un film introspettivo, profondo, ben recitato, ben diretto, ma non mi è andato giù più di tanto. Mi sarei aspettato molto di più dai fratelli Coen, con quel loro modo di dare sempre una punta di ironia ed umorismo ad ogni loro film. In alcuni passaggi la trama e le riflessioni del protagonista risultano poco chiare e tutto sommato monotone. Comunque certo un film da tenere in conto, bravo B.B.Thornton (ed anche Shalhoub)

Feedback  @  17/05/2006 06:43:23
   6½ / 10
Molto ben recitato, in particolare dal protagonista, che già avevo apprezzato in Soldi Sporchi di Raimi. Il genere è a tratti volutamente ironico e paradossale: dei Coen ho apprezzato maggiormente Fargo, e forse anche Crocevia della Morte mi è piaciuto di più.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  01/04/2006 03:30:21
   9 / 10
MAGNIFICA SCARLETT!

Bellissimo film con (oltre alla divina) un Billy Bob Thornton da oscar, che ha una classe micidiale.
film con un meraviglioso b/n, dove il protagonista racconta in terza persona la sua vicenda umana.
non aggiungo altro se non VEDETELO

Gruppo COLLABORATORI martina74  @  23/03/2006 19:00:27
   9 / 10
Forse il mio preferito dei fratelli Cohen.
C'è da credere che Paolo Sorrentino abbia preso spunto dal protagonista, quando ha disegnato la figura di Titta di Girolamo ne Le conseguenze dell'amore.
Dolente e quasi inerte, Thornton è il mattatore assoluto della vicenda, un noir dalle tinte sfumate.
Bellissimo.

Gruppo STAFF, Moderatore priss  @  10/03/2006 14:35:08
   9 / 10
un film in un suggestivo bianco e nreo, con una lieve sfumatura di ocra, dipinge i colori di un noir evocativo e incentrato sull'animo umano.
Un barbiere di provincia, la sua sigaretta, il suo sguardo indolente verso quanto gli sta attorno. Il tradimento della moglie innesca una bomba, ma attenzione non un dramma della gelosia, diciamo che apre uno spoiraglio verso il cambiare vita.
IL cast è magistrale e billy bob thornton strappa davvero un grande applauso, è lui il grande protagonista di questa pellicola... insieme al destino.

aiemmdv  @  05/01/2006 13:28:14
   10 / 10
E dire che i thriller non mi sono mai piaciuti...ma la la bellezza stilistica di questo film e l'incredibile interpretazione del barbiere(sempre taciturno per nn partecipare ai soliti discorsi futili di paese)un uomo unico e diverso dalla massa
e ke nn ha nulla da dividere con essa,fanno di questa pellicola un capolavoro.

Reservor dog  @  30/11/2005 09:19:52
   8½ / 10
Sembra proprio che i Coen non ne sbaglino una. Anche questo film è un piccolo capolavoro e il personaggio del barbiere sembra scritto apposta per Thornton. Vale sempre la pena di spender soldi per vedere film come questo.

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  22/11/2005 15:18:42
   10 / 10
grandissimo film... il top dei fratelli coen...cast straordinario su cui spicca la prova immensa di Thornton... da vedere assolutamente

Gruppo COLLABORATORI paul  @  03/11/2005 15:48:10
   8 / 10
Un film bellissimo, che ci riporta ai noir di altri tempi, con una bellissima fotografia in b/n ed un montaggio (degli stessi fratelli Coen che si firmano con un altro pseudonimo) dal ritmo frizzante. Un'altra ottima prova per gli autori de "Il grande Lebowski".

Invia una mail all'autore del commento GingerSnaps  @  27/08/2005 21:48:20
   10 / 10
Stupendo,non ho parole...il mio film preferito,ineguagliabile!!!10 10 10 10

marco86  @  25/08/2005 16:04:00
   9 / 10
Si respira aria di grande cinema in questo splendido film dei fratelli Coen.Le atmosfere sono quelle da noir americani anni '40,con il protagonista con la sigaretta sempre in bocca e la voce fuori campo che fa le sue considerazioni sulle vicende narrate.Amara la riflessione sul ruolo di un uomo "insignificante" all'interno della società,che trova il suo riscatto solo con la morte.

Billy Bob Thornton è praticamente perfetto nella parte del protagoinista,ma i coprotagonisti lo sono altrettanto.Ottima come sempre nei film dei Coen la sceneggiatura,amara e ironica allo stesso tempo,che alterna dialoghi bellissimi a trovate surreali e geniali,come ad esempio la visione dell'astronave fuori dal carcere verso la fine.Geniale inoltre l'intreccio:il protaginista vuole finalmente emergere dall'anonimato,ma per una serie di circostanze questo desiderio segnerà la fine della sua vita.
Azzeccatissima anche la scelta delle musiche,ma la cosa migliore del film sul piano tecnico rimane la fotografia.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  06/08/2005 08:17:46
   9 / 10
un thornton sopra le righe in una storia intrigante e ottimamente raccontata

Kr0nK  @  02/08/2005 02:23:04
   10 / 10
Davvero stupendo.... e stupenda è la realizzazione dei fratelli Cohen...
Sublime è ogni cosa in quest'opera d'arte.
Inoltre, onore alla grandiosa recitazione del protagonista, che a mio parere è da oscar. Una delle più belle interpretazioni che io abbia mai visto.

Film in bianco e nero, che riempie di sfaccettature e dettagliatissimi colori, seppur sbiaditi, il cuore, la mente e l'anima di Ed Crane, un barbiere silenzioso, amaramente scontento della propria vita, che nasconde l'insoddisfazione dietro un'incredibile e infinita maschera di indifferenza. Maschera che rimarrà per tutta la vita, ma diventerà sempre più sottile, fino a lasciar trasparire il dramma interiore di questo magnifico, profondissimo personaggio.

L'ho trovato poetico, massima espressione moderna della poesia e anche della filosofia meno esasperata, più concreta.

Regala emozioni e notevoli riflessioni.

Da vedere e rivedere, seguendolo parola per parola, godendolo minuto per minuto.

viagem  @  12/07/2005 09:43:57
   10 / 10
Questo film è strepitoso, per trama, recitazione, fotografia: tutto.
Trovare qualche "1" intervallato a tanti "10" per un film così ben fatto intristisce parecchio. Voti "volutamente provocatori"???

2 risposte al commento
Ultima risposta 30/11/2005 09.27.55
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Invia una mail all'autore del commento bobo94  @  12/07/2005 03:41:34
   8 / 10
Mi allineo alla media, anche se darei molto volentieri un 8,5.
Molto affascinante questo protagonista. thornton mi piace sempre di piu'.
Atmosfera Strana e astratta. Il racconto ha qualcosa di surreale, ma strettamente aderente alla realtà quotidiana, dei drammi personali, degli amori perduti.
Il bianco e nero è perfetto per questo film, passato forse un po' troppo inosservato, come del resto quasi tutti i capolavori...
Probabilmente tra i miei migliori 50 film di sempre...


polbot  @  06/07/2005 13:52:06
   10 / 10
splendidooooooooooooooooooo

1 risposta al commento
Ultima risposta 22/09/2005 14.45.05
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Invia una mail all'autore del commento lunapapa69  @  08/03/2005 11:32:55
   10 / 10
Davvero straordinaria la parabola del protagonista apparentemente freddo,distaccato la cui personalità non è altro che il riflesso soggettivo dell lacerazioni presenti nella società. Una società anonima,distante,fondata su rapporti prettamente impersonali dove l'uomo è ridotto a ingranaggio di un meccanismo superiore e dove inevitabilmente ogni individuo perde i caratteri di unicità. Prafrasando il titolo, è la società a non esserci: l'uomo non può far altro che subire questo "non-essere" superiore, divendenone così un pallido riflesso. Il protagonista alla fine esiste davvero, è una persona,pensa autonomamente, ha i propri caratteri di unicità che lo differenziano dall'"altro" ma non esiste in quella data società perchè il suo esistere è distante e alternativo rispettto al contesto. Vi invito a riflettere sulla sequenza in cui in maniera testarda ma genuina il protagonista vuole spronare la figlia dell'amico a suonare il piano forte. La porta da un maestro ma l'esito della prova non è confortante: il maestro giunge a dire che al massimo la ragazza può fare la dattilografa perchè da come suona non si percepisce nessuna sensibilità. Tutto si risolve in maniera meccanica, impersonale come è del resto il gesto che la ragazza compie nell'automobile al ritorno. Il tentativo di avere un rapporto orale con l'uomo in maniera così diretta, non fa altro che confermare a posteriore quanto asserito dal maestro in precedenza: tutto si risolve in maniera meccanica (quale gesto più meccanico,monotono di un rapporto orale) nessuna sensibilità traspare da quel gesto. Concludendo, l'approccio di quella fanciulla (che la società ha già corrotto, rendendola un semplice automa) è simile rispetto a tutto ciò che lei pratica, che sia un uomo o un pianoforte a inscenare i suoi gesti l'assenza di trasporto emotivo è palese. Chi è allora a "non esserci" l'uomo o la società? .NICO

Gruppo REDAZIONE maremare  @  02/12/2004 00:02:53
   9 / 10
Fratelli in grande forma per un noir doc ed una interpretazione strepitosa di Thornton

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Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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