Quattro episodi - molto liberamente ispirati alle novelle del Decamerone originale - che ripetono lo stesso canovaccio in cui un padre accompagna la figlia a Roma per conoscere la famiglia dell'uomo italiano che la ragazza ha intenzione di sposare.
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uscito dal cinema non mi son ritenuto insoddisfatto, il film mi ha divertito. Sicuramente non siamo di fronte ai migliori film di Woody, anzi ne siamo molto lontani, e sicuramente è anche il più fiacco dei film europei del regista, neanche paragonabile al bellissimo Midnight in Paris. Però, nonostante la commercialità di molte parti delle storie raccontate, si trovano vari spunti dove si riconosce il vero Woody Allen e varie battute sono esilaranti. La storia di Benigni è quella che mi ha deluso di più, un po' campata in aria e ripetitiva, mentre quella di Allen stesso l'ho trovata ben fatta e originale. Quella di Tiberi, Cruz, Mastronardi, Albanese è un po' pacchiana e troppo adattata alla scarsa commedia italiana contemporanea, ma certe battute e sketch si distinguono dalla banalità. Carina la vicenda di Eisenberg, Baldwin, Page, con quest'ultima che trovo sempre più brava. Non sarà un Allen intelligente e pungente come ci ha abituati, sarà anche scaduto in trovate commerciali (pubblicità di vari prodotti in vista) e non avrà farcito la trama di quell'"intellettualità" con cui di solito riempie i suoi film, ma anche questa versione leggera (adattamento all'Italietta?) non posso dire che mi abbia deluso. Come detto, non paragonabile ai suoi capolavori, ma per me, un film piacevole e divertente, nonostante la scarsa brillantezza. Probabilmente se non fosse un film di Woody Allen, da cui ci si aspetta sempre il meglio, avrebbe ricevuto consensi maggiori.
Esco vistosamente dal coro, non me ne frega nulla se Allen ci ha resi tutti delle macchiette, tanto io non sono mai stati patriottico, quindi... Questo mi è garbato decisamente di più del precedente dedicato a Parì, A Roma with Luv è fresco e divertente. Anche se Allen ha la sua età troviamo il suo caretteristico stile frenetico, e le battute divertenti non mancano. Ha giocato molto sull'assurdo (Baldwin che interpreta una specie di deus ex machina; la moglie devota che prova attrazione per un criminale; il cantante lirico sotto la doccia, ecc...) e sul sarcasmo. Io comunque mi permetto di esprimere un parere personale: forse il simpatico Woody è stato bastardo nei nostri confronti perché ci considera di basso livello intellettuale, però almeno una cosa la possiamo considerare come complimento: l'Opera lirica è cosa nostra, e il nostro talento non sempre lo vendiamo per soldi (vedasi il seccante Allen che insisteva nel portare al podio Santoli). Io l'ho apprezzato.
Tante lusinghe per Midnight in Paris e neanche la sufficienza a questo? E sì che non mi pareva di leggere poi così tanta originalità in quella storiella parigina. Che con questo nuovo ciclo di commedie siamo ad anni luce dal Woody Allen dei tempi d'oro è purtroppo cosa nota, ma tutto sommato mi sento in un clima più familiare nella confusione di quest'ultima pellicola piuttosto che in quella storiella patinata che era Vicky Cristina Barcelona. Mi spiego, il film presenta errori imperdonabili: gli stereotipi italiani, quella magia romantica che Allen vede in tutte le capitali europee (uguale) e quel modo di pensare americano tanto grossolano quanto irritante. Se in questo casino ci buttiamo dentro pure le solite storielle di tradimenti, che ormai hanno rotto i marroni, beh lo potremmo quasi definire una vera schifezza. Però ci sono anche tanti elementi stravaganti e fantasiosi, come il personaggio di Baldwin, il cantante lirico; c'è teatralità, surrealismo... Andiamo dai! è Allen mica Kubrick, non è mai stato un perfezionista; e se per una volta torna ad inserire qualcosa di imprevedibile nei suoi lavori, un piccolo incoraggiamento se lo merita. Mi auguro solo che torni a girare i suoi prossimi film negli USA, perchè perseverando in realtà che a quanto pare non conosce non fa altro che evidenziare i suoi limiti.
** A penalizzare molto c'è anche un doppiaggio vergognoso purtroppo.
Il tour europeo di Allen si conclude nel peggior modo possibile. Quello che nelle intenzioni doveva essere un atto d'amore nei confronti della capitale, e del bel paese in generale, diventa una carrellata di tutti i peggiori stereotipi che il mondo ha su noi italiani. Ma non è nemmeno questo il difetto maggiore della pellicola, che al di là della rappresentazione farsesca dell'italia a dir poco irritante, gira a vuoto per una serie di motivi che nulla o quasi hanno a che vedere con il contenuto della pellicola: casting sbagliato tra italiani e non (Albanese; Scamarcio; Mastronard; Pill; Gerwig; Cruz), costumi ridicoli (gli sposini ma chi li ha vestiti ?!?) e una sceneggiatura che non solo non risulta divertente (se non forse per l'idea dell'impresario di pompe funebri che canta l'opera sotto la doccia) ma è anche talmente banale da non sembrare nemmeno di Allen.
Gli episodi che si susseguono sono uno peggio dell'altro (quello di Beningi il peggiore, di una banalità disarmante; l'unico vagamente alleniano è l'episodio "americano" con Baldwin e Eisenberg) e alla fine dei giochi il film riesce ad essere noioso per gran parte della sua durata.
Il film forse non sarà da 4 (anche se poco ci manca) ma la delusione che rimane usciti dalla sala è davvero cocente...
se non ho capito male Baldwin e Eisenberg sono la stessa persona gisuto? cioè è Baldwin che andando in giro per Roma rievoca i propri ricordi della giovinezza quando era solo uno studente nella capitale giusto? no perchè qualcuno ha parlato di angelo custode... (forse sono io che non ho capito)
Non si chiude con dignità la trilogia cinematografica europea di Allen. Roma è decisamente inferiore ai film dedicati a Barcellona e Parigi. E non per colpa degli attori, tutti convincenti, a partire dall'ottimo Benigni. Ma sono la trama e una fotografia depotenziata - nonostante la ricchezza della Capitale - che non vanno. Se si ride, si ride poco. Se si pensa, si pensa male. E il valzer degli stereotipi che dovrebbe dipingere l'italiano medio, è gonfiato a misura astrale. Salvo solo l'espisodio metaforico in cui è protagonista il buon Roberto nazionale: unicamente in quel frangente la farsa matura in una pungente critica sociale. Per il resto, è il regno delle banalità. Occasione mancata.
Il termine "brioso" definisce ormai senza decenza l'approccio "naturale" al piacere visivo e musicale fine a se stesso. E' quel tipo di godimento effimero e irritante che si prova davanti a uno sterile musicante da bar, che suona malissimo la solìta brutta canzone popolare, in una giornata preestiva. "To rome with love" appartiene di fatto a questa categoria. E' un'orrore di film, sorta di matrimonio impossibile (ma a quanto pare si può fare...) tra i Vanzina i Parenti e il marketing dell'industria cinematografica americana. Ogni tanto Allen si ricorda di essere un regista, e lo resta nell'episodio di Benigni dove (si) racconta l'Italiano medio con una vena ironico-amara degna delle pagine di Alberto Moravia. Bastasse Benigni a salvare un film al cui confronto il vecchio Tre soldi nella fontana sembra un raro capolavoro artistico! A parte il trionfo dei luoghi comuni con una Roma spersonalizzata nel suo clichè turistico (e la battuta di Baldwin sulle tristezza delle "rovine" la dice lunga sull'impatto scellerato degli americani sull'antica europa: ma che ci vengono a fare?) il film è un'accozzaglia di sketches molto deboli sul piano narrativo, di dialoghi spenti e di una sceneggiatura frettolosa dove lo "zio" d'America si diverte oh lui sì a raccontare quest'Italietta da fiction, tutta disincanto e solarità (di questi tempi poi è davvero il colmo). Ok c'è la solìta penosa comparsata di attori italiani più o meno celebri (con il punto più basso raggiunto da Scamarcio. imbarazzante!!!), improbabile almeno quanto Albanese che fa il divo sciupafemmine (perchè non invertono almeno i ruoli?). Nell'episodio Felliniano della sposina, che è di fatto un remake de "Lo sceicco bianco" solo che sembra diretto da un certo Giovanni Veronesi che magari ha messo qualcosa nel bicchiere di Woody Allen...E se fosse tutto tremendamente vero? Se tra un Modugno e un Pippo Barzizza fosse proprio Allen - dopo il deliziosissimo April in Paris - l'artetifice di tanta m.e.r.d.a fumante? Beh salverei cmq. il Benigni Uomo qualunque che almeno non mi fa scendere a una valutazione ancora più bassa. Sempre meglio di Baldwin "angelo custode" (non si può vedere), una Ricci che mima Diane Keaton con la gamba sinistra (non si può sentire) un'Albanese latin lover con la stazza di un maiale cocainomane (non si può vedere nè sentire), una Penelope Cruz che farebbe faville a Villa Certosa e sicuramente verrebbe pagata bene per altre virtù (si fa vedere si fa vedere). Abbiamo già Monti, la Fornero, la riforma delle pensioni, Imu e irpef, cosa abbiamo fatto di male per meritarci Woody Allen?
Doppiaggio e costumi da dilettanti.... una serie infinita di spot occulti e una trama imbarazzante nei dispersivi episodi. Meglio un cinepanettone a questo punto almeno già da chi lo produce ti aspetti qualcosa di trash e non questo finto sofisticato ma che fa solo pena!
Leggendo gli altri commenti non è che mi aspettassi un capolavoro, ma sinceramente neanche questo livello così basso. Sceneggiatura ridicola, sembra la rivisitazione della trama di un qualsiasi cinepanettone di De Sica, non mancano momenti in cui gli intrecci delle varie situazioni confondono lo spettatore. Simpatica la presenza di Benigni, ma nulla più. Una delle pochissime note positive sono le riprese mozzafiato della capitale che tolgono qualsiasi dubbio: Roma è la città più bella del mondo.
orribile, lo voto uno proprio perché è di woody allen, finora i voti son stati troppo generosi, qualcuno doveva farlo ! irritanti tutti gli spot pubblicitari (la thema non se la comprerà nessuno con un filo di cervello in italia!), irritanti i costumi, la costumista farebbe meglio a darsi all'ippica, trama veramente banale. i doppiaggi poi ! sembrava di vedere quelle serie su mtv doppiate alla veloce... ma poi, perché un americano dovrebbe storpiare il nome Michelangelo in Mighelangelo ?? bah...
In pratica Allen ha voluto plasmare senza la sua vera intenzione un degno seguito di un siparietto ambientato in Italia di Mangia Prega Ama con la Roberts. E ampliato di quasi 2 ore con solo Allen che si salva in corner questo prodotto si rivela molto triste,impegnato a mostrare l'altra faccia degli italiani(quelli spensierati,sporcaccioni,coatti,amanti del mangiare e delle donne)quando la situazione e' ben altra a casa nostra(vedasi Diaz). Chi lo attendeva con ansia non puo' che rimanere deluso davanti a questa nuova forma di cinepanettone,piu' raffinata,piu' contenuta,ma sempre con le caratteristiche tipiche di un cinepanettone. Bocciato.E non mi dite che veramente e' l'ultima interpretazione di Woody Allen dai cosa concludi la tua carriera di attore in questo modo?
flop di woody allen. dopo il buon match point e il passabile midnight in paris un film non all'altezza formato da 4 episodi poco coinvolgenti.
l'episodio di benigni è la banalizzazione del concetto che oggi chiunque arriva al successo (anche chi non ha alcuna qualità) e nessuno vuole più perderlo.
gli altri episodi (se un senso ce l'hanno) non sono comunque migliori.
in alcuni punti si ha l'impressione di vedere un cinepanettone.
veramente imbarazzante! woody ma che ci combini? il film risulta ancora più antipatico se paragonato a quel gioiellino di "midnight in paris", come a dire che i francesi sono tutti intellettuali raffinati geni della musica, pittura, letteratura e gli italiani sono rimasti fermi a gli anni '50: le donne vanno in giro in ciabatte, con la crocchia in testa e la vestaglietta, gli uomini con la canottiera sporca di sugo, cantano le opere liriche sotto la doccia e sono abituali frequentatori di escort (bè forse questo è vero :D) ma a woody qualcuno ha detto che siamo la patria della moda e che la musica pop è arrivata anche da noi?? per quanto riguarda la sciatteria della regia, qualcuno ha citato i microfoni in bella evidenza...ma vogliamo parlare delle 2 comparse di numero piazzate ovunque per tutto il film? mi riferisco soprattutto a te ragazzo moro con la t-shirt verde che a quanto pare passeggi ininterrottamente avanti e indietro per via veneto. doppiaggio pessimo, la piattola dei cesaroni da fucilare. simpatica la cruz che parla in italiano e alcune battute di woody però per il resto tutto scarsissimo
Sono un fan di Woody, ma questa volta mi ha proprio deluso. Tante storielle poco significative condite con molti stereotipi. Non sembra neanche un film di Allen. Peccato.
Film pieno zeppo dei soliti stereotipi all'italiana. Come ha scritto qualcuno precedentemente: mancava solo la pizza e il mandolino! Ma siamo sicuri che il film è di Allen? Tantissimi attori di primissimo piano sprecati per delle tracce che non lasciano tracce..... Questo film andrà bene solo in Italia, grazie al richiamo di Benigni, mentre all'estero sarà un flop.
Nessuna pietà per un film in cui si vedono i microfoni e le telecamere delle riprese in moltissime scene, manco fosse un super 8 amatoriale, per una trama banalissima e inverosimile, per i soliti stereotipi sugli italiani. Allen non si impegna per niente, non ho visto il film su Parigi, ma ho visto quello su Barcellona e pur non essendo un capolavoro si trattava di una pellicola decente. O siamo noi che ispiriamo kitsch a tutto spiano, o Allen è in preda a demenza senile. Qualcuno del suo staff glielo faccia presente.
Io l'ho trovato piacevole, carine le varie storie anche se a tratti un pò scontate. Certo, nel complesso da Woody Allen ci si aspetta qualcosa di più ma preso singolarmente lil film risulta divertente, a parte qualche recitazioni un pò fiacca e il doppiaggio iniziale non perfetto, sono un pò deluso da Benigni che mi aspettavo risultasse perfetto in coppia con Woody Allen ma il suo personaggio non era molto libero di interpretazione tranne in qualche rara sequenza. Nel complesso però un 7 può andare.
Ci sono stati dei momenti mentre guardavo il film che mi sono davvero schifato. Però alla fine, uscito dalla sala, mi ha preso la solita dolce malinconia che mi assale ogni volta che vedo un suo film... Nel complesso una commedia appena decente, con un bel po' di cose onestamente orripilanti. Lo consiglio solo ai veri amanti dei film di Woody Allen
Scarso impegno di Woody per questo filmetto italianizzato in modo quasi irritante, senza anima e senza genio tranne il cantante in teatro sotto la doccia.... Roma fa da contorno a delle storielle al quanto banalotte, manca la poesia Alleniana che coinvolge invece Parigi nel precedente film.....determinante a mio parere la co-produzione italiana a cui il regista si è passivamente prestato....
non sono assolutamente d'accordo con i feed negativi, insomma cosa ce che non va??? ottimo cast ottima location le storie sono carinissime e in ognuna di esse c'è un "Hallenata"certo tutto cambia e anche il regista si reinventa si adatta ai tempi. consigliato assolutamente SI !
Questo "A Roma, con Amore" sicuramente mi è piaciuto di più del precedente "Mezzanotte a Parigi" (sopravvalutato), ma non è certo tra i migliori film di Allen… stereotipi e banalità abbondano. I personaggi dei due ingenui sposini di provincia che arrivano nella "tentacolare" città sembrano presi di peso dagli anni Cinquanta (e in effetti l'ispirazione è "Lo Sceicco bianco" di Fellini), l'episodio di Benigni ha uno spunto interessante ma è trattato solo superficialmente, la parte migliore è quella con Allen stesso, che dice anche le migliori battute (poche) del film. Un po' Decamerone (abbondano le storie di tradimenti), un po' divagazione sul tema della "celebrità" (l'unico talentuoso, il tenore, è anche l'unico disinteressato alla fama), il film è stato distrutto dalla critica italiana, ma certo non è più "cartolina" di quanto lo siano stati quelli ambientati a Barcellona e Parigi.
Filmetto che strappa qualche risata qua e là, ma irriconoscibile Allen alla regia. Proprio per questo, se non l'avesse diretto lui, sicuramente avrei dato di più a questa commediola. Woody ma che ci combini??? L'unico rifacimento al suo old style lo si trova nell'inserimento di Baldwin*
Un discorso a sè meritano i costumi. Costumi volutamenti osceni: avete mai visto un italiano vestirsi in questo sciatto modo??? (Benigni a parte ovviamente). In questa pellicola c'è l'esatto rovescio della realtà: italiani vestiti male con abiti di quart' ordine, larghi, sbiaditi e stropicciati, al contrario gli attori americani vestiti in modo elegante e raffinato. Woody non è che solo perchè tu non hai gusto nel vestire, dobbiamo per forza di cose essere tutti come te.
Il tutto devastato dal pessimo doppiaggio di mezzo cast. (buono l'impegno di Gullotta nel doppiare Allen, ma il maestro Lionello insostituibile).
Molti attori presi dalla serie tv Boris.
Per non parlare dei luoghi comune e stereotipi italici. Mancava solamente pizza e mandolino.
Comunque non ce la faccio proprio a dare meno di 5 a questo film, solo per il mio sconfinato amore x te Woody.
Come da voto: tra così e così e non male, potrebbe essere migliore.
Medicore film di Allen che oramai alterna pellicole accettabili (di belle ne fa veramente di rado oramai) ad altre al limite del guardabile.
La sceneggiatura è sottozero nello stesso tempo la messa in scena sarebbe anche accettabile se il signor Allen facesse qualche ciak in più. Non che si richieda la leggendaria pignoleria di Kubrick ma quantomeno sarebbe gradito non dover vedere, più e più volte i microfoni e altro materiale del set all'interno della scena. Questa è proprio sciatteria che non fa onore al suo cinema!
Ad ogni modo c'è un'aria vacanziera, spensierata che, nonostante tutto, rende il film digeribile.
se questo film l'avessero girato i Vanzina, avrebbe ora la media del 3...!! solo perchè l'ha girato il Woody sta prendendo qualche voto alto di pseudo- finti intellettualoidi!!!
Woody Allen posa i' fiasco e ritorna a fare FILM!!!
Vada per un generoso 4. Un film, ahimé, desolante. Passi il mare di stereotipi con cui, ormai, abbiamo fatto l'abitudine, ma non la sciattezza assoluta di scrittura. Non un solo personaggio gode di una caratterizzazione decente, peggio poi se questi sono inseriti in un pugno di siparietti narrativi che nulla hanno da invidiare alle barzellette da ospizio. Per dirci cosa? Che l'uomo è sempre insoddisfatto? Non saprei... Più di tutti, ho detestato l'episodio assurdo con Benigni, completamente privo di basi; segue a ruota quello degli americani, insopportabili nelle loro farneticanti pene amatorie. Anche il cast ha fallito: le comparse italiane mi hanno fatto tanta tristezza (anche se Tiberi e la Mastronardi ne vengono fuori dignitosamente), ma Eisenberg e la Page, complici i rispettivi ruoli, erano da uccidere. Cosa rimane? Un filmetto avvilente tra folk italico e nevrosi newyorkesi, con solo in pochi istanti l'ombra dell'ironia di Allen, travolta in un vuoto di idee spaventoso. Giusto ora che toccava al capitolo italiano, un gran peccato. Un film trito fino all'osso. Che Woody si prenda un periodo di meritato riposo.
Quant'è difficile raggiungere se stessi, quant'è raro sperimentare la felicità di ciò che è realmente autentico! Il nuovo Allen è una giostra - sprizzante brio e fantasia da tutti i pori - in cui quattro vicende declinano con diversi toni e sfumature la distanza, rispetto all'autenticità, da parte di ciò che si appare a se stessi, e di ciò che si appare agli altri (o gli altri vorrebbero che noi fossimo).
Il personaggio di Giancarlo Santoli (dove avrà pescato Allen il mio poco comune cognome?), che sa cantare sotto la doccia, è il soggetto-chiave, metafora di colui che non riesce a essere ciò che gli altri vogliono che sia, se non portandosi fin sul palcoscenico la dimensione autentica del proprio talento. E Allen, suo autore e pigmalione, si concede il vezzo della chiosa autoironica, facendosi dare del mentecatto dalla stampa.
Il film ha il pregio della leggerezza, forse un po' compresso dalla girandola degli episodi, che non gli permettono un respiro disteso. Tuttavia la mancanza di organicità non è un difetto, perché l'idea che Allen ha di Roma e dell'Italia dev'essere un po' questo disordine rapsodico e sincopato ...Bop Decameron.
il doppiaggio non è venuto proprio perfettamente, ma sinceramente mi è piaciuto...Forse l'episodio con Roberto Benigni è un pò banale e surreale ma in linea di massima non è un film totalmente da scartare...
E' un piccolo atto d'amore questo film, come descritto nel titolo; assai meglio della inutile leggerezza del precedente e troppo osannato film parigino, o del film barcelloneta dove viene affrontato l'universale dissidio tra ragione e sentimento in amore, questo mancato decamerone ben fotografa con sovrana ironia alcuni malcostumi italiani, denunciandoli con un sorriso: il fenomeno delle escort dalle politiche implicazioni e il pessimo giornalismo addomesticato non potevano avere migliore rappresentazione. Le storie si intrecciano perfette e sono molto divertenti, a tratti geniali: basti pensare alla rappresentazione de "I pagliacci"! Concordo soltanto nel cattivo doppiaggio di Allen, per il resto il film funziona, Benigni è perfetto, così come i camei della ancora bella Ornella Muti o del simpatico Scamarcio. La stampa italiana ne viene fuori (a ragione!!!) veramente male, ma questo non giustifica una immeritata vendetta di giudizio che in realtà ne conferma la mediocrità. Una ennesima lezione di stile, non perdetelo!
mediocre. solo perche' parliamo di Woody Allen non posso dare un voto piu' basso ma era lecito attendersi molto di piu' da questo film. qualche battuta, qualche trovata ma nulla di eccezionale. davvero troppo poco per non deludere le aspettative. In ogni caso niente a che vedere con "midnight in Paris".
Ma perchè non darne 10 di stelle a questo capolavoro...che 8 o 9 sono poche? E poi leggere addirittura in un commento che è un un Allen in ripresa rispetto al "fiacco" Midnight in Paris!?! Come avrebbe detto il grande Totò "Ma mi faccia il piacere!!"
sono d'accordo con i commenti positivi postati finora,il film e' si un po diverso dal solito stile di Woody Allen,ma si riconosce sempre comunque la sua genialita' in tutti gli episodi
darei 4 o 5 ma tenendo conto che è woody allen , siamo nell'infimo :( una tristezza incredibile .. un film completamente inutile .. concordo , un cinepanettone poco volgare con contenuti bassissimi non do 1 perchè non sarei credibile woody allen sta invecchiando ? prendiamo atto? :(
ottimo Woody in un film molto bello,tutti gli episodi sono divertenti e originali,su tutte spiccano le interpretazioni di Woody Allen (come al solito direi),Alec Baldwin,Penelope Cruz e il sempre immenso Benigni
Woody Allen in crescendo, dopo il fiacco Midnight in Paris. Qui la solita girandola di situazioni sessuali funziona: Penelope Cruz è ottima nel ruolo della prostituta, che le riesce benissimo. Scamarcio fa una rapida apparizione, che finisce con il tempo di sollevare il popò sotto le lenzuola per concludere l'azione erotica con la finta santarellina Alessandra Mastronardi, moglie fedifraga, che così pareggia il conto con il marito che si era appartato tra i cespugli con la Cruz (e la Mastronardi è pure fortunata, considerando che al posto di Scamarcio stava per farsi Antonio Albanese). Sprecato il pur bravo Benigni, perché in un film del genere è del tutto fuori contesto, oltre che già vista, la storiella del signor nessuno che diventa divo per un giorno.
Il crollo di un mito. Cosa non si fa per i soldi....ma è possibile che Woody Allen si abbassi a fare un film con una trama vista e rivista, ma con grande quantità di sponsor di prodotti italiani? Non ho parole. Come può il regista di opere d'arte come "La rosa purpurea del Cairo", "Zelig" e l'ultimo splendido "Midnight in Paris" sottostare a "obblighi" da parte della casa di produzione? L'unico personaggio "vagamente" alleniano del film è Alec Baldwin, che fa da voce "esterna" nonchè consigliere e giudice in uno dei quattro episodi del film. Nemmeno lo stesso Allen somiglia a sè stesso. Per il resto, stendiamo un velo pietoso.
Stavolta proprio non ci siamo! Woody Allen confeziona un film secondo i voleri del suo Committente (Fininvest) che finisce per essere una specie di cinepanettone con battute solo meno pecorecce e meno sfoggio di tette al vento.
Per il resto la trama è costituita dai soliti episodi con amori, tradimenti, corna, e scambi di persona creati apposta al servizio della battuta.
Il film è anche una specie di Carosello infarcito di pubblicità con la sua acme quando, durante una cena, si vedono in bella vista le marche delll'acqua minerale, il caffè, la conserva di pomodoro, la pasta ed anche la marca del prosciutto! Per non parlare di Allen, novello Calindri, che invece di mostrare il Cynar, mostra al pubblico la bottiglia di spumante con etichetta a favore della camera.
Non si capisce bene neanche la presenza di decine di attori; alcuni funzionali alla storia come Benigni, Scamarcio, Albanese, ecc; altri con dei cameo francamente inutili come Lina Sastri, Carol Alt, Muti, Gemma, ecc; altri che compaiono nei titoli di coda ma nessuno ha visto come Rubini oppure Isabella Ferrari. Perchè poi alla fine Dolce e Gabbana? Un omaggio alla loro "arte" oppure un altro spot travestito??
I sospetti sulla "qualità" dell'ultima opera del (ex)"Maestro" mi erano già sorti quando avevo notato che il film lo davano nella più grande multisala della città e non nel solito cinema sfigato di periferia
Per ora Allen assolutamente insufficiente e rimandato a settembre!!
Tutto sommato passabile, pensavo peggio. Non è il miglior Woody ma intrattiene abbastanza. Forse annoia solo negli ultimi minuti. Parallelismi e metafore importanti, commedia che si lascia guardare. Stupenda Penelope.
Non è uno dei grandi film a cui Woody Allen ci ha abituati. Commedia molto sempliciotta. A tratti sembra non essere un film di Woody Allen. Sembra che il modo di fare commedie in Italia abbia influenzato negativamente il buon Woody.
Non si può certo dire che il buon Woody sia riuscito a rendere la magia di Roma come fece egregiamente lo scorso anno con Parigi... Si lascia guardare e strappa qualche sorriso ma nulla di più.