Il film torna nella mente dell'adolescente Riley proprio quando il quartier generale viene improvvisamente demolito per far posto a qualcosa di completamente inaspettato: nuove Emozioni! Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, che a detta di tutti gestiscono da tempo un'attivitŕ di successo, non sanno come comportarsi quando arriva Ansia. E sembra che non sia sola.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Ecco il secondo capitolo di uno dei capolavori della Pixar, tra i più attesi quest'anno nelle sale. Si aggiungono, con la conseguente crescita di Riley, nuove emozioni al quartier generale, più complesse rispetto a quelle "native", che si sostituiscono alle prime, cercando di guidare la giovane nell'adolescenza. Con tutto ciò che la crescita comporta. Non a caso, la protagonista per antonomasia diventa l'Ansia, qui incarnata da una figura estremamente carica e scomposta, determinata ad assolvere al meglio al suo ruolo, pur a costo di opprimere tutte le altre "colleghe" e distruggere l'identità di Riley, in fase di definizione. Al suo debutto alla regia, Mann si pone una doppia sfida, proponendo un sequel che sia all'altezza del prototipo, a distanza di nove anni, e alla guida di un folto team di produzione da duecento milioni di dollari. Se per un verso, Inside Out 2 replica lo stesso schema narrativo del suo predecessore, espandendo le funzioni antagonistiche e malinconiche di Tristezza, in origine, a quelle dell'ansia, della noia, dell'imbarazzo e dell'invidia, non riesce a raggiungere le vette del primo capitolo, anche se qui la posta in gioco si fa molto più alta, e il metro di valutazione si misura direttamente col gusto di un pubblico più "adulto" e critico. Le idee sicuramente risentono di una scarsità di innovazione (come dimenticare, solo per citare un esempio, la geniale rappresentazione delle idee astratte) e si allineano dietro la comfort zone del coming of age, ma nonostante tutto rimane ben a fuoco l'obiettivo principale di quello che non si può non leggere se non un capitolo necessario al processo di identificazione psicologico in cui qualunque soggetto umano è portato a immedesimarsi. Molto riuscite la caratterizzazione (e il graphic design) dei nuovi colorati personaggi, la suggestiva colonna sonora, alcune belle o commoventi trovate; e sempre ineccepibile sul piano tecnico e stilistico, i cui risultati contribuiscono in modo naturale alla formazione di un contesto artistico compiuto e di grande impatto.