ladri di biciclette regia di Vittorio De Sica Italia 1948
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ladri di biciclette (1948)

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locandina del film LADRI DI BICICLETTE

Titolo Originale: LADRI DI BICICLETTE

RegiaVittorio De Sica

InterpretiLamberto Maggiorani, Enzo Staiola, Lianella Carell, Elena Altieri, Gino Saltamerenda, Giulio Chiari, Vittorio Antonucci, Michele Sakara, Carlo Jachino, Emma Druetti, Giulio Battiferri, Sergio Leone, Mario Meniconi, Checco Rissone, Peppino Spadaro, Nando Bruno, Eolo Capritti, Memmo Carotenuto, Umberto Spadaro, Fausto Guerzoni, Piero Heliczer, Massimo Randisi

Durata: h 1.33
NazionalitàItalia 1948
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1948

•  Altri film di Vittorio De Sica

Trama del film Ladri di biciclette

Dopo il furto della propria bicicletta, mezzo che gli permetteva di lavorare, un uomo vaga per la città con tutta la famiglia sperando di poterla ritrovare. Preso dalla disperazione non gli resta che rubarne una a sua volta ma viene bloccato dalla polizia...

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Voto Visitatori:   9,04 / 10 (174 voti)9,04Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Premio onorario al miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Premio onorario al miglior film straniero
Miglior film straniero in lingua straniera
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior film straniero in lingua straniera
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Voti e commenti su Ladri di biciclette, 174 opinioni inserite

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DiReCtOr  @  18/05/2009 02:26:07
   10 / 10
Sembra vero.

1 risposta al commento
Ultima risposta 18/05/2009 03.05.43
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pinhead88  @  17/05/2009 02:01:04
   9 / 10
uno dei maggiori ritratti del neorealismo.questo film è un documento storico.

Sepultura  @  14/05/2009 00:05:47
   8½ / 10
Immenso ritratto neorealista di De Sica su un'Italia dove imperversava la miseria. Grandi gli attori, soprattutto il bambino

topsecret  @  25/04/2009 23:49:38
   8½ / 10
Intenso, appassionato, struggente. Lo spettatore riesce a toccare con mano la realtà dura e cruda che si viveva in quegli anni, grazie ad un grande De Sica che ci racconta una storia semplice ma di grande impatto emotivo.

Exodus  @  14/04/2009 22:16:23
   8 / 10
Un grande documento che ci parla dell'Italia del dopoguerra... e uno dei migliori bambini attori della storia del cinema. Un film che ci parla della miseria, dell'infanzia e dello sforzo umano... uno dei capisaldi del neorealismo.

maxpower  @  08/04/2009 14:01:42
   8 / 10
cosa aggiungere dagli altri commenti...
gran bel film (davvero commovente)... grande De Sica

marfsime  @  29/03/2009 17:09:08
   10 / 10
Assoluto capolavoro del neorealismo italiano. De Sica ha il merito di sfornare una pellicola che racconta il dramma di Ricci..un padre di famiglia che riesce a trovare un lavoro in un periodo delicato post bellico in cui il paese faceva la fame. A seguito del furto della propria bicicletta che rappresentava l'unico mezzo per poter fare il lavoro dell'affissore il protagonista deciderà dopo inutili ed inconcludenti ricerche di rubarne una..ma l'esito non sarà dei migliori.

Questo film del grande De Sica pur avendo più di 60 anni non sente assolutamente il peso di questi ed anzi..scorre via benissimo dal primo all'ultimo minuto facendoti provare in prima persona il senso di inquietudine e del dramma di Ricci.

Un capolavoro assoluto che un appassionato di cinema non può mancare.

il genio  @  22/03/2009 17:36:22
   10 / 10
CAPOLAVORO....Punto

Neu!  @  28/02/2009 14:00:08
   10 / 10
insieme a otto e mezzo... il capolavoro del cinema italiano... e uno dei 15 film mai concepiti dalla mente umana (anche 10). capolavoro capolavoro capolavoro.

USELESS  @  14/02/2009 00:51:37
   4 / 10
mah non so, un derubato che cade nell' abisso per aver tentato di fare altrettanto! ...vorrei farlo commentare a qualcun' altro:
Ci hanno insegnato la meraviglia
verso la gente che ruba il pane
ora sappiamo che è un delitto
il non rubare quando si ha fame ...

Non lo so sto film mi ha sempre puzzato di ipocrisia!
Le canzoni di De Andrè mai!

12 risposte al commento
Ultima risposta 11/12/2009 08.45.31
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fragolina51  @  13/02/2009 22:16:34
   9½ / 10
Picco del neorealismo by De Sica

xxxgabryxxx0840  @  12/02/2009 20:27:48
   9 / 10
Altra perla del neorealismo firmata De Sica. Quando una storia semplice basta a fare un capolavoro. Patrimonio nostrano

Invia una mail all'autore del commento Raging Bull 92  @  25/01/2009 19:28:17
   9 / 10
Bellissimo, una grandiosa regia di Vittorio De Sica e un ottima sceneggiatura ,con un paio di scene che possono far sorridere ma non più di tanto.
Una recita perfetta e con delle scene molto commoventi.

2 risposte al commento
Ultima risposta 27/01/2009 20.00.41
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  22/01/2009 15:05:21
   8 / 10
De sica ci teneva forte a questi temi. Infatti i suoi film sono estremamente reali e toccanti, e anche molto tristi.

Ogni volta che lo passano me lo rivedo sempre, non lo considero un capolavoro, ma un film vero. Consigliato!

ulisseziu  @  09/12/2008 11:05:32
   9 / 10
Capolavoro di De Sica, affresco di un Italia con le sue contraddizioni, ancora oggi attualissimo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR faith81  @  12/09/2008 10:32:48
   10 / 10
Insieme a SciuScià ed Umberto D sono i film che hanno segnato l'epoca del Neorealismo. Ringrazio questo grande maestro del cinema per averci regalato un patrimonio inestinguibile.

kastalya  @  04/09/2008 21:25:33
   7½ / 10
Bravo De Sica.
La bicicletta anche come simbolo di quel periodo, l'unico mezzo di trasporto che i ceti medio-bassi potessero permettersi.
Un film vero, toccante ed emozionante. Tristissimo e bellissimo il finale.

Gruppo COLLABORATORI peter-ray  @  24/08/2008 13:46:26
   9 / 10
Rivisto ultimamente.
Storia molto triste.

Lo schema narrativo è pefertto.
Regia esemplare.
I contenuti molto ben sviluppati, ci sarebbe da parlare per un mese intero

La resa della pellicolla è eccellente.

Consigliatissimo a tutti

collina  @  14/07/2008 18:40:03
   10 / 10
bellissimo film

Invia una mail all'autore del commento angel__  @  06/06/2008 16:10:45
   8 / 10
un uomo,un figlio,una moglie. un uomo comune insegue la serenità data dal guadagno sicuro,corre dietro le prospettive di una vita meno povera, inseguendo una bicicletta che per lui si chiama lavoro. un ragazzino affezionato e maturo e una moglie preoccupata ma che lo ama. una famiglia comune alle prese con problemi comuni. ben fatto e da un certo punto di vista sempre attuale,tant'è che è facile immedesimarsi nello sconforto del protagonista. la roma di fine anni 40 è ritratta benissimo. avrei gradito una lunghezza un pò maggiore per dare spessore ulteriore ai personaggi,quali ad esempio la moglie e il figlio,elementi chiave, di cui non viene fatto un ritratto ampio .

Vegetable man  @  20/05/2008 11:04:44
   8 / 10
Un film dalla trama molto semplice, ma ben congegnata, che deve le sue fortune al realismo della messa in scena e la volontà di denuncia sociale. Toccante l'interpretazione dei due protagonisti.
Risente del peso degli anni, ma merita comunque perchè è un pezzo fondamentale della nostra storia, non solo cinematografica.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  26/04/2008 16:38:31
   10 / 10
La nazione cominciava l'opera di ricostruzione e cominciavano ad emergere i drammi sociali, l'emarginazione e le differenze di classe. Il dramma personale di un uomo che diventa dramma collettivo, accentuato dalla grande carica emotiva delle regia di De Sica, fra speranza, delusione e disperazione. Una delle perle del neorealismo italiano.

Danton  @  02/04/2008 22:45:42
   9 / 10
Nostalgico, di un' epoca che non c'è più. Capolavoro!

Invia una mail all'autore del commento catenanm  @  25/03/2008 23:53:01
   5½ / 10
Sono dispiaciuto di abbassare la media ad un film come questo, considerato capolavoro universale. Mi è stato consigliato di vedere Ladri di biciclette da un ragazzo che si è meravigliato del fatto che ero stato imprimato nella visione di film in bianco e nero con "Il settimo sigillo"(Stupendo).
Questo però non mi ha affascinato più di tanto, anche se gli attori meritano rispetto per aver fatto la storia del cinema italiano.
Do 5 e mezzo perchè dargli meno sembrerebbe come un affronto, una presa di posizione nei confronti del "cinema vecchio", ma sarà che non sono proprio affascinato dal bianco/nero e ciò non mi permette di avere una lucida visione del film in se

3 risposte al commento
Ultima risposta 18/07/2009 22.36.46
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jhon-mambo  @  22/03/2008 20:28:01
   10 / 10
di una dolcezza inaudita (secondo me voluta)per contrasto con la durezza della vita dell'immediato dopoguerra.un film che ti lascia con l'amaro in bocca che ti apre gli occhi sul passato un capolavoro tutt'ora attuale.CHE BEL FILM.....purtroppo capolavori del genere ci dimostrano quanto si defunto il nostro cinema costellato da attoruncoli di 4 soldi e da registi pseudo-intellettuali che poco ne sanno di cinema....mettetevi a scrivere libri che è meglio!
QUESTO CINEMA NON TORNERA' MAI +!

Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  20/03/2008 14:32:24
   10 / 10
La prima volta che lo vidi, questo film mi sconvolse. Commovente, vero, sentito. E' vero, culturalmente parlando il realismo è stato un fallimento, ma De Sica è un grande, e lo dimostra in questa pellicola bellissima, un vero capolavoro del cinema mondiale. Come altri del suo tempo è stato capace di tirar fuori dal proprio cilindro di artista un'opera che va oltre le etichette (neo realismo, appunto). Da guardare e riguardare!

the saint  @  20/03/2008 14:07:24
   6 / 10
ci ho pensato un pò prima di mettere questo voto ( e qualche intellettuale su questo sito penserà: potevi pensarci un pò di più...)
ok, ho capito che questo film è il manifesto del neorealismo , che rappresenta i problemi che gran parte delle persone dovevano affrontare nell'immediato dopoguerra, però non mi è apparso tutto questo capolavoro!
è una storia molto semplice , che si basa sulla grande interpretazione maggiorani-staiola, ovvero padre e figlio: suggestiva e significativa a mio avviso è stata solo la scena al ristorante, dove sia padre che figlio non riescono a godersi il piatto, il padre che pensa ai soldi che avrebbe potuto guadagnare con la bicicletta , mentre il figlio osserva il rampollo della famiglia nobile..

10 risposte al commento
Ultima risposta 01/08/2008 20.29.19
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FRED.L.DAVIS  @  19/03/2008 14:24:55
   10 / 10
adoro i film di de sica e questo in particolare mi ha sonvolto.
Attori non professionisti ma che riescono a trasmettere la rabbia e il dolore,il bambino,piccolo,che tenerezza che mi fa,sopratutto alla fine.
non e solo un film ma un opera d'arte,un pezzo di storia,uno scorcio dell'italia post guerra,IL MANIFESTO DEL NEOREALISMO.
un capolavoro imprescindibile.

gdaros  @  18/03/2008 01:20:35
   8½ / 10
Questo film l'ho visto quando ero molto più piccolo. Ero alle medie e la prof d'italiano ce l'ha mostrato in aula (una volta o due al mese guaardavamo un film in classe). Ci proponeva sempre film impegnativi, forse troppo per la nostra età, però Ladri di biciclette mi ha colpito subito per la sua semplicità, mi ha emozionato e fatto riflettere. Poi ho avuto modo di rivederlo e capirlo ancora meglio. Film così non possono non toccarti nel profondo.

fratellodiringo  @  09/03/2008 19:38:38
   6½ / 10
il voto lo do' per come hanno recitato gli attori ,ma la storia non mi è piaciuta il finale non l' ho capito e ho trovato il film molto noioso non mi ha mai coinvolto, mi aspettavo qualcosa di piu' da questo film . Mi dispiace dare questo parere a un film che per tanti è considerato un capolavoro,

13 risposte al commento
Ultima risposta 15/03/2008 23.11.24
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Peppo81  @  03/03/2008 14:16:28
   9 / 10
14simo film preferito

molto bello, triste
il rapporto padre-figlio è rappresentato in maniera sublime
ah.......il neorealismo!

BELLO

peppe87  @  01/03/2008 17:10:11
   10 / 10
un capolavo tutto nostro, de sice era veramente un mostro sacro
una storia drammatica e struggente....
scena finale indescrivibile...

Bomber&Bionda  @  28/02/2008 14:20:56
   6½ / 10
Uno dei capisaldi del neorealismo: storia interessante e drammatica al punto giusto, che alla fine lascia con l'amaro in bocca per le vicissitudini del protagonista. Pesantuccio in alcune situazioni, da vedere per l'importanza cinematografica che rappresenta. Tuttavia non è il mio genere!

NandoMericoni  @  16/02/2008 17:49:53
   10 / 10
La STORIA del cinema italiano...

ozrecsehc  @  14/02/2008 00:39:00
   8½ / 10
un pezzo di storia

Qualcuno  @  13/02/2008 13:01:05
   7 / 10
Regia-7 (ci sono degli errori , io ne ho trovati 2 vedi spoiler)
Trama-7 (periodo del dopoguerra in cui ricominciare a vivere nn era certo una risata)
Ambienti-8
Recitazioni-7
Note-ottima pellicola , per molti un capolavoro , avrei dato qualcosa di più soprattutto per la regia ma quegli errori nn ci volevano...

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17 risposte al commento
Ultima risposta 04/03/2008 23.19.38
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Gruppo COLLABORATORI julian  @  10/02/2008 21:11:05
   10 / 10
Mi rincresce non poter utilizzare il superlativo assoluto per giudicare Ladri di biciclette.
Perciò, poiché non posso definirlo il più grande capolavoro italiano di tutti i tempi, non avendo visto tutti i titoli sfornati dal nostro buon cinema, devo limitatamente definirlo 'uno dei più bei film italiani di sempre'.
Spero di riuscire a rendere ugualmente l’idea…
A parte il fatto di essere il manifesto del neorealismo, questo film presenta innumerevoli immagini di una sbalorditiva potenza visiva e trasuda perfezione in ogni scena.
Cominciamo con la storia: tipico contesto neorealista, siamo nel dopoguerra, la classe proletaria stenta a risollevarsi, gli uomini cercano disperatamente un lavoro, anche umile e portano con sè i bambini.
Tra i tanti disoccupati ce n'è uno, Antonio Ricci, che riesce a procurarsi un posto da attacchino.
Durante la sua prima giornata di lavoro, mentre attacca un poster su cui giganteggia spensierata la Hayworth, gli viene rubata la bicicletta, essenziale per lavorare.
La bicicletta in questo caso non è più semplice mezzo di trasporto, ma assurge a unico strumento di sopravvivenza, senza la quale Antonio non può portare il pane a casa.
Perciò inizia la disperata ricerca della bici, durante la quale il popolo si dimostra solidale, verso Antonio prima e verso il presunto ladro poi.
Quando è ormai chiaro che è un’impresa impossibile, Antonio prova a rubare la bici ad un altro povero disgraziato; si tratta di una sequenza di straordinaria bellezza, nella quale Antonio si trova in conflitto con sé stesso, di fronte a un dilemma atroce, al bruciante bivio tra sopravvivenza e onestà, assimilabile per un certo verso alla scena dell’elemosina di Umberto D, l’altro capolavoro neorealista di De Sica.
E la fine rimane in sospeso, lo spettatore può solo immaginare gli eventi futuri, ma molto probabilmente i protagonisti si avviano verso un poco lieto avvenire, comprensibile dal pessimismo con cui si chiude il film e dal trionfo finale della disperazione.
Gli interpreti sono attori di strada, come di consuetudine per i film neorealisti, ma il risultato è grandioso: il linguaggio popolare, l’accento romano, tutti elementi senza i quali il film perde metà della bellezza.
Inutile stringere i voti, quando un film è da 10 merita 10 e credo che se nn glielo mettessi, stanotte potrei essere tormentato da atroci rimorsi.
Intenso ed emozionante.

4 risposte al commento
Ultima risposta 11/02/2008 16.13.52
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solitecose  @  09/02/2008 18:47:24
   10 / 10
troppo forte il pezzo con le navicelle spaziali, quando il protagonista dice: "ca-zzo di buddha!"

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Ultima risposta 19/06/2008 17.41.31
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Max78  @  06/02/2008 16:58:20
   9 / 10
Da viziati e viziosi quali siamo diventati c'è solo da imparare,

ebbravo De Sica.

3 risposte al commento
Ultima risposta 11/02/2008 12.34.01
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Iperbole  @  05/02/2008 17:47:12
   9½ / 10
Capolavoro nostrano...Questi sono i film che mi fanno sentire degno di essere italiano! Una storia semplice ma allo stesso tempo piena di passione, la cinepresa entra nella vita quitidiana delle persone e racconta con una maestria unica piccoli problemi, ma che per qualcuno posso essere una tragedia.. Questo film senza dubbio entra nel cuore della gente, fa riflettere, è passionale, è vero... Uno dei più bei film di tutti i tempi.. Da vedere assolutamente..

Macs  @  03/02/2008 11:34:13
   9½ / 10
Grande capolavoro del nostro vero cinema. A distanza di 60 incanta e commuove come sempre. Magica la scena di Antonio e Bruno che si preparano ad affrontare la giornata di lavoro e di scuola. La felicità delle piccole cose non è mai stata così poetica, o resa magistralmente su una pellicola.
Da Oscar, di nome e di fatto.

antocucs  @  29/01/2008 21:43:31
   10 / 10
Capolavoro del neorealismo italiano, la storia e' tratta da un romanzo scritto pochi anni prima, e' il drammatico spaccato di un Italia del dopoguerra.
De Sica scelse attori non professionisti e qui la dice lunga sulla sua strabiliante capacita' di guida alla regia.
Toccante e reale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  28/01/2008 23:08:41
   8½ / 10
anche se viene considerato il "simbolo del neorealismo" io preferisco sempre "umberto d." a questo,comunque,gioiello di De sica!
bravissimi i protagonisti e in particolare il bambino(eccezionale nella scena al ristorante)che con le loro espressioni esprimono perfettamente tutti i disagi del tempo...
toccanti le musiche che pervadono il film e emblematico il finale di una felicità sfuggente!

Gruppo COLLABORATORI paul  @  28/01/2008 13:14:49
   10 / 10
Capolavoro di De Sica, insieme agli altri due immensi "Umberto D" e "Miracolo a Milano" rappresenta la trilogia dell'emarginazione e della dignità, sebbene preferisca personalmente il secondo a questo e "miracolo" sia più una favola.
Ad ogni modo storia del cinema.
Mi spiace che forse grazie a questo mio voto entrerà in top25, facendo sì che qualche moccioso lo abbassi di media senza nemmeno vederlo. Ma è così.

5 risposte al commento
Ultima risposta 29/01/2008 14.50.41
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DieHard  @  21/01/2008 16:56:35
   7 / 10
Un film drammatico ben interpretato che raffigura molto bene la ricostruzione e le difficoltà dell’immediato dopoguerra

Invia una mail all'autore del commento pastapasta  @  17/01/2008 13:20:51
   10 / 10
sicuramente uno dei migliori film neorealisti e anche il migliore di de sica..
commovente , reale, diretto divinamente, questo film è uno dei massimi capolavori del cinema italiano di sempre.. bravissimo il bambino, bellissimo e commovente il finale...

1 risposta al commento
Ultima risposta 29/01/2008 11.42.03
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betsim76  @  17/01/2008 09:21:24
   9 / 10
Capolavoro non solo del cinema neorealista, ma di tutta la cinematografia in generale. Un vero pugno allo stomaco, commovente e amarissimo. Sorpendenti gli attori non professionisti, il cui spontaneo e efficacissimo contributo é in buona parte da attribuire alle enormi capacità di DeSica di dirigere i suoi attori. Oggigiorno questa abilità non esiste quasi più. Basta vedere quanti film sono ostaggio di figuranti patetici presi solo perché dal volto popolare, ma incapaci di qualsiasi espressività e diretti altrettanto malamente. Un limite (scusatemi la digressione) denunciato anche dal tanto acclamato Moretti, incapace di percepire le sue inadeguatezze recitative. Ladri di biciclette, ormai nella storia del cinema, ha avuto una gestazione travagliatissima, figlia dell'insuccesso immeritato di Sciuscià e della scarsa (già allora) abitudine degli spettatori a un cinema di qualità. Solo all'estero ha avuto il plauso che meritava, e che poi gli ha permesso di vincere premi e acquistare popolarità nel suo Paese.

InSaNITy  @  11/01/2008 21:57:10
   9 / 10
"Egregio signor Preside: noi qui stasera abbiamo visto un film.. STUPENDO! con i suoi cessi e con i suoi stracci, sissignore! Esso ci fa riconoscere i veri nemici della collettività, proprio nei vostri difensori della grazia, della poesia, del bello, e di tutti gli altri ipocriti valori della vostra cultura borghese!"

Stefano Satta Flores, alias Nicola Palumbo, in "C'eravamo tanto amati".

:)

Sestri Potente  @  20/12/2007 22:46:00
   8½ / 10
Gran bel film, commovente e molto profondo nella sua semplicità. Ottima prova degli attori e del regista, sono soddisfatto della visione.

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Gaza  @  16/12/2007 11:44:55
   8½ / 10
mi è piaciuto abbastanza,ma il neorealismo non è il mio genere..bella prova di de sica...la chiamerei esaltazione del sentimentalismo.bello ma a tratti un po lento..

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Ultima risposta 16/12/2007 12.43.34
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vitocortesi  @  30/11/2007 22:44:15
   10 / 10
Il miglior film italiano di sempre ed uno dei migliori film in assoluto che tocca dei vertici di drammaticità altissimi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gardner  @  28/11/2007 15:15:17
   10 / 10
La dimostrazione tangibile che un grande film è una storia ben raccontata

1 risposta al commento
Ultima risposta 28/11/2007 15.43.39
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quaker  @  22/11/2007 00:26:29
   10 / 10
E' senza dubbio uno dei film più importanti nella storia del cinema. Ognuno di noi può essere il protagonista di una storia. Si possono prendere gli attori dalla strada, metterli di fronte alla mdp, e non farli recitare, ma semplicemente filmare la loro vita. Si può girare tanto in esterni. Tutto questo dimostra De Sica, in un film solo apparentemente semplice, e però assolutamente perfetto. Con una pochezza di mezzi che avrebbe scoraggiato chiunque, e grazie ad uno staff di valenti artigiani del cinema (il montaggio di E. da Roma è impeccabile) e con la collaborazione di un gruppo di sceneggiatori (Suso Cecchi D'Amico e Cesare Zavattini fra gli altri) De Sica riesce a realizzare un'opera che incanta, costruita su una storia essenziale.
Veramente un classico, di una stagione irripetibile. Certe scene rimangono impresse, come quella della trattoria, perché girate con una tale leggerezza da sembrare assolutamente spontanee, vere, non cinema ma vita.
Bravo, bravo, bravo De Sica, e grazie a tutti coloro che lo hanno aiutato, agli uomini presi dalla strada, allo straordinario bambino...

manera4  @  16/11/2007 20:17:22
   10 / 10
Lamberto Maggiorani, Enzo Staiola, Lianella Carell, Gino Saltamerenda, Vittorio Antonucci .Con attori così cosa si poteva pretendere di più .

Invia una mail all'autore del commento wega  @  18/10/2007 21:53:57
   10 / 10
Mamma mia che capolavoro!forse il film neorealista migliore,non li ho visti tutti,ma questo capolavoro è stucchevole,toccante,importante,grandioso,delicato nella sua forza.Qui c'è tutto del neorealismo,c'è il dopoguerra,c'è la miseria,ci sono le riprese fondamentalmente in esterni,c'è il bambino,forse l'elemento speciale,importantissimo nei film neorealisti perchè sono gli occhi per il futuro,la presa di coscienza e l'unica speranza per il domani.Questa pellicola è stupenda,la tenerezza e la dolcezza con cui il figlioletto segue il padre tocca gli animi più duri e superficiali.Quest'odissea per poche migliaia di lire,alla ricerca della bicicletta,inpensabile tutto questo ai giorni nostri.Colonna sonora strepitosa,un film immenso uno dei più importanti film italiani,uno dei più belli e uno dei più emozionanti.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  16/10/2007 09:08:29
   9½ / 10
SI DICE CHE DE SICA RIUSCISSE A FAR RECITARE ANCHE LE PIETRE. BE', "LADRI DI BICICLETTE" E' LA DIMOSTRAZIONE LAMPANTE DI QUESTA STRAORDINARIA CAPACITA' DEL REGISTA LAZIALE.
IMPOSSIBILE NON COMMUOVERSI DI FRONTE A TALUNE SEQUENZE.
FILM CHE RAPPRESENTA UNA DELLE PIU' ALTE ESPRESSIONI DEL NEOREALISMO.
UN IMPRESCINDIBILE PEZZO DI STORIA CINEMATOGRAFIA.

Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  27/09/2007 15:28:40
   10 / 10
Nonostante il vero protagonista del film sia il padre, lo spettatore osserva la storia attraverso lo sguardo del piccolo Bruno. Il bambino assiste alle peripezie dei poveri genitori, alla disperata ricerca di un lavoro per trovare almeno il denaro sufficiente e poter preparare il pranzo e la cena; tuttavia conservano la speranza di poter superare il momento drammatico - siamo nel dopoguerra - in cui si trovano a vivere.
Bruno osserva suo padre, lo idealizza e vede in lui un punto fermo, cerca di capire i suoi pensieri e le sue preoccupazioni; partecipa alla felicità del genitore per il nuovo lavoro ma anche alla sua tristezza per aver perso la bicicletta.
La ricerca della bicicletta rubata comporterà una “spedizione” nella città povera e sconvolta dalla guerra; spedizione che si svolge una domenica, tra le vie di Roma, i suoi mercati e i vari rivenditori di biciclette; durante la quale padre e figlio sono circondati dalla totale indifferenza degli altri. Bruno, in particolare, osserva la città, le sue piazze, i quartieri degradati, i senza tetto, la partita di calcio e la modesta trattoria dove le differenze sociali si notano anche dalle pietanze ordinate.
La miseria ed una vita di stenti faranno crollare il referente eroico di Bruno e mostreranno al ragazzo un padre non così infallibile ma comunque coraggioso; un uomo che combatte per offrirgli una vita più dignitosa in un mondo difficile. Bruno ammira suo padre pur cosciente dei suoi difetti e della sua fragilità, e corre in suo aiuto per salvarlo dal linciaggio quando quest'ultimo - preso dalla disperazione - tenta di rubare un'altra bicicletta.
Torneranno a casa in silenzio, padre e figlio; mano nella mano. Nonostante non siano riusciti ad ottenere giustizia il loro legame è diventato più profondo dopo "essersi scoperti" l’un l’altro durante l’affannosa ricerca.
Un film commovente, toccante e soprattutto reale, dove si percepisce la disperazione ma anche il coraggio di un padre che deve sbarcare il lunario e che sente di dover essere un esempio per il figlio Bruno in un’epoca in cui la dignità è un lusso alla portata di pochi.

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metafisico  @  07/09/2007 18:23:14
   7½ / 10
bello ma il neorealismo cinematografico non mi attrae...

AKIRA KUROSAWA  @  01/06/2007 15:33:38
   10 / 10
assolutamente fra i migliori film della storia del cinema. un altro film del cosidetto neorealismo. nn ci sono commenti, dico solo che cristian è un insulto a suo padre che era un genio......

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eizenstein  @  22/05/2007 00:26:04
   10 / 10
De Sica era un grandissimo e questo film ce lo dimostra. Attori non professionisti sono forse necessari per immedesimarsi nelle condizioni di degrado e povertà e per non evocare nello spettatore segni di irrealismo.
Bellissima la recitazione del bambino, che è il vero capocasa, lavora, prende il padre per mano quando sbaglia e gli fa notare gli errori. Commovente il finale.
Ovunque si svolga la scena, al centro c'è la povertà degli essere umani: funzionari indisponenti, borghesi bigotti, miseri ladri. E questo entra dentro l'anima dello spettatore, ricordandoci chi siamo, da dove veniamo e che non sappiamo dove andiamo.
Il protagonista alla fine è il popolo, il pretesto della ricerca della bicicletta serve ad esemplificare una condizione generale, ripresa nelle scene collettive dei mercati illegali, dei conniventi del ladruncolo, dell'enorme massa di lenzuola impegnate al banco dei pegni. Scioccante e con un interrogativo: siamo sicuri che oggi il mondo sia sostanzailmente diverso e che questo film non abbia valenza universale?

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Ultima risposta 23/03/2009 09.31.04
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Dreamboss  @  19/05/2007 20:06:01
   10 / 10
MisterX  @  14/05/2007 17:03:23
   10 / 10
...uno dei pochissimi film che ha saputo commuovermi...

edo88  @  12/05/2007 23:08:47
   9 / 10
Bello, molto semplice ma veramente bello.
Toccante il finale, che non si lascia andare a inutili scene ma è conciso.
Grandi interpretazioni dei tre protagonisti, compreso ovviamente Bruno, il bambino.
Mi aspettavo un finale struggente fino alle lacrime, invece è molto più leggero ma lo stesso emozionante.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  10/03/2007 15:17:10
   8½ / 10
mi pesa molto dare un voto normalmente al di sotto della media, ma a me è piaciuto fino a un certo punto.
a De Sica non tolgo nulla, è un grande regista (anche se preferisco Fellini, ma non si sa mai) e questo è il Neorealismo per eccellenza, ne ho visti altri di film di questa corrente come Soliti Ignoti, La Strada, Ossessione e mi sono piaciuti immensamente (soprattutto il primo), ma questo non mi ha preso alla stessa maniera degli altri. tutti quelli citati hanno quest'enorme ombra di amarezza, disillusione, tristezza, ironia, povertà, ma questo supera il livello che gli altri registi non hanno mai valicato (meglio). ora si dirà che dovevo guardarlo più a fondo e cosa del genere, ma a me tutta questa tristezza, quest'alone di miseria (non oggettiva, ma spirituale, interiore) mi ha toccato negativamente (ho tra l'altro dormito malissimo dopo e per tutta la sera sono rimasto inavvicinabile, tanto era il mio rancore) e ne sono ancora scosso. una scena che mi ha ferito è stata quella in cui il bambino che suona la fisarmonica viene calciato via dall'attacchino che sta spiegando il lavoro al protagonista con una violenza, una cattiveria, una malvagità spaventose.
il film a mio parere prende due cose: la situazione italiana nel dopoguerra che tutti notano e che è un simbolo del neorealismo e la ricerca del vero: è una mia fissa poichè il mio scrittore preferito è Manzoni e farò un confronto con le due differenti ricerche di questo verostorico: l'interrogativo che pone questo motivo letterario è Dov'è nel mondo la giustizia? ne I Promessi Sposi e in Ladri di Biciclette notiamo come l'umile viene martoriato dalla giustizia terrena in ogni luogo: nella polizia, nella religione, nella società, nella famiglia. anche Renzo nei capitoli su Milano è un innocente perseguitato dalla giustizia, ora questi due capolavori hanno una sostanziale differenza, ossia che il romanzo offre una via di salvezza, quella divina (la vera giustizia è quella di Dio e alla fine il vero cristiano è vessato da quella dell'Uomo, ma trionfa prima o poi tramite la Carità e la Grazia divina...in soldoni, ma è più complicato), mentre il film non offre nulla e seppur arrivi a una rappresentazione quasi documentaristica della realtà, non offre nulla allo spettatore se non profonda sfiducia e disillusione; era il Dopoguerra, ma non poteva essere meglio senza sfociare nel buonismo, dare una visione di speranza a questa realtà? il mio è un interrogativo senza pretese e senza moralismo religioso, perchè comunque è un film bellissimo.

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davil  @  05/03/2007 15:06:20
   9½ / 10
solo mezzo punto meno di quello che per me rimane il capolavoro assoluto del neorealismo italiano, ovvero "roma città aperta".
il film, nella sua semplicità, è bellissimo e toccante

John Locke  @  05/03/2007 13:38:16
   9 / 10
Caposaldo del Neorealismo e fra i migliori film italiani di sempre.
Il film disegna alla perfezione i vizi e le virtù della società del tempo (che non sono poi così diversi da quella attuale) e mostra come anche le cose che sembrano insignificanti possono celare dietro di sè un valore inestimabile.
Credo che De Sica si rivolti nella tomba ad ogni nuova "opera" del figlio.
Capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR agentediviaggi  @  22/01/2007 13:39:52
   9½ / 10
Il neorealismo italiano nella sua versione drammatica nasce con questo struggente film di De Sica. Non si può discutere come non si discute un quadro di Van Gogh o di Dalì.; è' semplicemente storia. Eppure è un pochino al di sotto di Roma città aperta, almeno secondo il mio punto di vista. Infatti l'arte cinematografica italiana anche nelle sue vette più alte sarà sempre un pochino contaminata da quella vena sentimentale di cui questa pellicola è capostipite indiscussa.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  09/01/2007 21:53:54
   9½ / 10
Questo non è solo un film neorealista, è un film reale. E’ qualcosa di più di un semplice documento stilistico; è un film universale che dopo 60 anni conserva ancora tutta la sua forza emotiva.
Io personalmente mi sono sentito partecipe delle vicissitudini del protagonista, le ho quasi vissute insieme a lui e alla fine ho capito benissimo il suo stato d’animo e mi ha dato molto da pensare.
E’ questa la forza del film: al di là della testimonianza storica e sociale, ritrae con grande verità la categoria umana delle “piccole” persone che si trovano a vivere in una società competitiva, senza pietà, destinati quasi a soccombere se non trovassero il sostegno dell’affetto e della solidarietà di chi veramente conta. Una flebile consolazione che lascia però intatti tutti i problemi materiali. Questo è valido nel 1946 come nel 2006 e forse anche nel 2066.
De Sica è riuscito a creare un capolavoro utilizzando il contrasto fra la serietà del trattamento stilistico (sembra quasi una tragedia) e la modestia del soggetto e delle persone coinvolte. Si vuole mostrare che quello che potrebbe sembrare insignificante o prosaico (un banalissimo furto di bicicletta) in realtà rappresenta la sopravvivenza per tante singole persone. Non a caso il protagonista passa attraverso la deludente esperienza del potere civile (l’inutile e sorda burocrazia) e di quello religioso (un atteggiamento interessato e generalistico) entrambi indifferenti alle sorti di quello che per loro è solo uno su milioni.
Stupenda l’interpretazione di Bruno, il bambino, che spesso si dimostra più in gamba e maturo del padre (questo il padre lo sa e ne soffre, uno smacco che si aggiunge agli altri). Rassegnarsi a essere quello che si è, cercare di sopravvivere comunque, non percorrere la strada dei “furbi” – questo è forse il messaggio della stretta di mano così intensa fra Bruno e suo padre.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  04/01/2007 16:59:59
   10 / 10
Uno dei più bei film della storia del cinema. Toccante, struggente, con una sceneggiatura stupenda e una regia mirabile. Capolavoro.

The Monia 84  @  29/12/2006 15:31:03
   10 / 10
Un viaggio nella solidale a volte e insofferente in altre Roma del dopoguerra, in compagnia di un bimbo e di suo padre, alla ricerca di una bicicletta, strumento indispensabile per il lavoro appena assegnato.
Tratto dall'omonimo romanzo di Elio Bartolini, assieme ad Umberto D. (dello stesso De Sica) e a Roma Città Aperta di Rossellini, la più grande e celeberrima opera del neorealismo italiano.

Invia una mail all'autore del commento domeXna79  @  18/11/2006 19:03:11
   9 / 10
Il primo grande capolavoro del maestro De Sica.
Un’opera neorealista che traccia uno spaccato di vita sociale nel difficile periodo del dopoguerra, andando ad evidenziare la drammaticità di una situazione di degrado economico (i cumuli di lenzuola e le tante biciclette in fila al monte di pietà) ed istituzionale tangibile ..la disperazione negli occhi di un uomo che ha nella propria biciclette l’unico vero strumento per garantire una vita dignitosa alla propria famiglia e che gli viene impietosamente portata via, passando così dalla gioia per il tanto agognato lavoro all’assoluto sconforto perché gli viene portato via il suo futuro, il suo sogno di “serenità”.
Così si intrecciano superstizioni, una affannosa quanto inutile ricerca, ed infine ci si immerge in una lotta tra poveri, in una società in cui si sgomita per andare avanti, in continua evoluzione, ancorata solo al saldo concetto di famiglia ..così il rapporto padre-figlio ci mostra il rovescio della medaglia, un unione nel dolore e nell’umiliazione, nella se pur breve gioia (la “mozzarella in carrozza” consumata nella trattoria) prima del ritorno alla triste realtà.
Un’analisi critica e veritiera di un momento storico e sociale difficile, attraverso una storia semplice, fatta di quella quotidianità che rappresenta la vera essenza di un popolo ..la poesia della scena conclusiva suggella uno dei più grandi capolavori del cinema neorealista, intriso di tristezza ma anche di speranza.
Una perfezione stilistica nel dipingere le situazioni, gli ambienti, la realtà che i volti delle persone si portano addosso, che colpisce per le sue immagini e per la coinvolgente colonna sonora ..magistrale le interpretazioni degli attori, molti non professionisti, come il protagonista Lamberto Maggiorani ed il piccolo Enzo Staiola.
Uno dei capolavori intramontabili del nostro cinema ..imperdibile per chi ama questa nobile arte!

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Ultima risposta 10/01/2007 10.20.35
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  27/10/2006 22:08:01
   9½ / 10
Film manifesto del cinema italiano con un finale estremamente struggente.
Domanda interessante, ma inutile: il punto di forza di questo film è più la regia di De Sica o la sceneggiatura di Zavattini?

mory.t  @  16/08/2006 01:34:31
   10 / 10
capolavoro,senza dubbio.
un fedele ritratto della roma del dopoguerra,della roma che deve fare i conti con la povertà nella quale si è ritrovata e la disoccupazione che le impedisce di risollevarsi......bravissimi gli attori,difficile notare che non sono professionisti,primo fra tutti il bambino,davvero impressionante il suo sguardo in certe scene

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
bellissimo vedere la solidarietà con le persone vicine al protagonista,tutti uniti dallo stesso flagello,la povertà e la mancanza di un pasto sicuro ogni giorno..davvero da brividi le file all'ufficio di collocamento o al banco dei pegni:

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
ci sono scene che fanno davvero pensare,ma molto,molto tristi....come il periodo che descrivono del resto...
onore al grande Vittorio De Sica.......che,in ben altri tempi,e senza i soldi e gli effetti speciali che hanno oggi a disposizione i registi,è riuscito a regalarci due ore di magia senza mai,e dico mai,annoiare....
da vedere assolutamente

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  31/07/2006 07:58:41
   9½ / 10
Avevo 6 anni. Muore De Sica e la Rai gli dedica un'esauriente retrospettiva. Grazie a una lunga serie di film, capisco già allora che il cinema sarà il grande amore della mia vita. Fra l'altro c'era l'occasione per vedere film inediti, o comunque - come scopriro' in seguito - sconosciuti o sottovalutati di Papà Vittorio.
In famiglia non erano amati: "film sulla miseria" diceva mia madre, senza celare quel particolare senso di disagio nel ricordare anni non propriamente gloriosi del dopoguerra.
Lo chiamavano Neorealismo.
Di "Ladri" ricordo tante cose, ma solo su alcune scene vorrei soffermarmi: lo sguardo asettico e "superiore" del figlio benestante di una famiglia abbiente mentre osserva Bruno che sta mangiando una mozzarella.
E' là che si compie la "rottura", davanti a quella emancipazione sociale che assume a status mentre per altri il mezzo (cfr. la bicicletta) diventa il viatico per un nuovo posto di lavoro.
Nell'Italia del dopoguerra di De Sica, ci sono tutte le ferite dilaniate dei bombardamenti: non si vedono, ma si toccano nella disperazione della gente. La gente paga a caro prezzo la propria disperata sopravvivenza economica, il paese è una terra che costringe qualcuno a rubare, altri a seguirne le orme (il protagonista, un tentativo disperato di essere cio' che non è), un figlio è l'unica vera speranza per un futuro migliore.
Per quanto accusato ingiustamente di essere "morbido" il dualismo De Sica-Zavattini è spesso crudele e spietato: sarà forse di Zavattini questo sguardo vetriolico e severo verso un paese che non ha neanche oggi estinto la propria fede nei pregiudizi, o nella superstizione?
Come accadrà anche nell'amaro "Miracolo a Milano" (ma certo con intenzioni meno coercitive e truffaldine) compare la figura di una presunta "maga" che sfrutta la credulità popolare per fare soldi.
Noi vediamo in "ladri" - del resto citato decine di volte in film iraniani o cinesi (il delizioso "le biciclette di Pechino" per esempio) "solo" una storia commovente su un uomo e suo figlio, ma esistono e si vedono pure dei "piccoli mostri" divorati dall'opportunismo e avarizia, come suggeriscono i comprimari del film.
E' naturale che oggi appaia datato, eppure... cambiano i presupposti, le società, le diverse epoche, ma qualcosa piu' forte di noi è rimasto.
Un certo frastornante orientamente pseudo-religioso, e la necessità di stilizzare attraverso lo spirito una figura "proletaria e laica" come il protagonista del film, con la sua piccola e grande Croce quotidiana

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Ultima risposta 01/08/2006 00.11.43
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  22/06/2006 13:18:30
   8½ / 10
Veramente meraviglioso Vittorio De Sica... un film che va letto nella chiave storico-politica-sociale di quegli anni, fatta da una capitale che ancora risentiva del secondo conflitto mondiale, fatta di gente soprattutto povera, emarginata, che farebbe qualsiasi cosa per tirare avanti: in mezzo a questa folla si staglia Antonio Ricci, attacchino, che dà la sua vita per un ideale, una cosa talmente semplice che quasi nessuno si cura che la sua semplicità in realtà può cambiargli cambia la vita. La bicicletta anche come simbolo di quel periodo, l'unico mezzo di trasporto che i ceti medio-bassi potessero permettersi.
Un film vero, toccante ed emozionante. Tristissimo e bellissimo il finale

Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento maremare  @  17/06/2006 11:59:48
   9 / 10
Un classico del neorealismo.
Toccante.

Dick  @  17/06/2006 02:39:14
   9 / 10
Film veramente toccante diretto con maestria e se poi si pensa che gli attori non sono professionisti..
Capace di descrivere una certa realtà che forse oggi non appare vicina, ma neanche troppo lontana.
Film fatto di persone e basta senza miti.

phemt  @  06/06/2006 12:22:34
   9 / 10
Dramma neorealista a cura del grande Vittorio De Sica amaro, toccante e profondo… Un istantanea di Roma (ma in realtà di tutta l’Italia) del dopoguerra, una città in via d’espansione, popolata da una folla opprimente, aggressiva ed egoista; il destino beffardo che nega ad un uomo la bicicletta che gli consente di lavorare e far vivere la sua famiglia, e il destino beffardo che non gli permetterà né di recuperarla né di averne un’altra malgrado il tentativo “estremo” finale… Regia cast e colonna sonora perfetti… Nota a margine: un allora giovanissimo Sergio Leone fa da comparsa in una breve scena (è uno dei preti che quando piove si rifugiano sotto il balcone dove si trovano i protagonisti)…

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Ultima risposta 16/06/2006 20.28.44
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Diames  @  02/06/2006 10:28:09
   10 / 10
Capolavoro. Particolare nota di merito per l'eccezionale interpretazione del bambino. Pienamente meritata la media. Gran parte del cinema italiano impallidisce al cospetto dei film "neorealisti" di De Sica. A chi lo dovesse aver sottovalutato, per chissà quale strana ragione, consiglio di andarsi a ripescare queste sue prime grandi regie, fino a "Umberto D.". Essenziale.

kolossal  @  11/05/2006 21:29:57
   10 / 10
la risposta al mio 10 ? guardate il film .

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