l'infernale quinlan regia di Orson Welles USA 1958
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l'infernale quinlan (1958)

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locandina del film L'INFERNALE QUINLAN

Titolo Originale: TOUCH OF EVIL

RegiaOrson Welles

InterpretiCharlton Heston, Janet Leigh, Orson Welles, Joseph Calleia, Akim Tamiroff, Joanna Cook Moore, Marlene Dietrich, Zsa Zsa Gabor

Durata: h 1.35
NazionalitàUSA 1958
Generenoir
Tratto dal libro "L'infernale Quinland" di With Masterson
Al cinema nell'Agosto 1958

•  Altri film di Orson Welles

Trama del film L'infernale quinlan

In un paesino al confine tra Messico e Stati Uniti, un'automobile nella quale viaggiavano un uomo d'affari e una ballerina salta in aria. Sul caso indaga un poliziotto messicano della narcotici, Mike Vargas, che è sul luogo del delitto con sua moglie, e un poliziotto americano, il capitano Hank Quinlan. Vargas si rende conto che Quinlan non esita a fabbricare prove false pur di incastrare l'uomo che ritiene responsabile dell'attentato e decide di far passare la moglie di Vargas come implicata in un giro di orge e stupefacenti...

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Voti e commenti su L'infernale quinlan, 106 opinioni inserite

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stratoZ  @  30/03/2024 18:55:03
   9½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

L'ennesima pellicola immensa di Orson Welles, nonché semplicemente uno dei noir più belli di sempre, considerato da una parte della critica come l'opera conclusiva del noir classico, in realtà, vedendo a posteriori quello che succederà, "Touch of Evil" lo considero l'apripista per eccellenza del neo-noir e di quella branca del poliziesco che poi si svilupperà nei decenni successivi, i numerosi elementi così avanti per il periodo lo collocano tra quelle opere senza tempo - come d'altronde altri diversi film dell'autore - basti vedere l'opposizione che fa al manicheismo, elemento abbastanza tipico del cinema americano classico, non creando più caratteri del tutto positivi o negativi, ma sfumando i personaggi, in particolare Quinlan stesso, è l'emblema di questa concezione, potrebbe essere rappresentato come il peggiore infame della terra, un cinico, viscido, rozzo, violento, egoista, coercitivo poliziotto, che però viene descritto comunque nella sua interezza pure nei lati positivi, che non sono evidenti, ma si scorgono saltuariamente, quasi come lo ying e lo yang, anche nel male c'è una puntina di bene, nel caso di Quinlan, la puntina di bene è l'innato intuito che nonostante tutto, lo porta ad avere ragione, allo stesso tempo vi è una buona componente empatica nei suoi confronti, vero che ne combina di tutti i colori, vero che è l'ultima persona che lo spettatore di questo film vorrebbe incontrare, eppure fa quasi tenerezza quando progressivamente i suoi più grandi difetti e il suo atteggiamento arrogante iniziano a mostrare un forte disagio di fondo. Quinlan vuole giustizia a tutti i costi, dopo anni è ancora adirato per l'omicidio della moglie, di cui l'assassino non è mai stato preso, non gli interessano i metodi, vuole a tutti i costi prendere il criminale sul quale sta lavorando, anche incastrandolo, un vendetta contro il resto del mondo per sfogare la disperazione che lo tormenta da quel momento, ha un minimo di consolazione solo quando va nella locanda di Tanya, sua vecchia amica - interpretata tra l'altro da un'altra grande stella del noir, tale Marlene Dietrich, ormai invecchiata parecchio anche lei e spogliata del fascino di femme fatale che l'aveva resa celebre - a bere tutta la notte, o magari anche per i giorni successivi, Quinlan è un relitto, che si mantiene a malapena in piedi, la condizione fisica è un riflesso somatico di quella psicologica, Welles approfitta della sua cattiva forma per riflettere semanticamente il significato, e caratterizza un personaggio incredibile.

L'autore esce fuori dalla classica narrazione, il film parte con un'omicidio, e una buona prima parte sembra avere il focus su di esso, in realtà andando avanti col minutaggio l'omicidio in questione sembra perdere sempre più valore, il centro del discorso non riguarda se il sospettato sia colpevole o meno, ma se Quinlan sia corrotto o meno, non c'è più bene contro male o legge contro criminalità, la lotta si fa interna, legge contro esponenti della stessa potenzialmente corrotti, il personaggio di Chalton Heston - l'uomo meno messicano del mondo - prima collabora, poi sospetta e alla fine incastra Quinlan, in questo gioco di parti che non prevede un ribaltamento delle posizioni, quanto uno scostamento dei concetti di giusto e sbagliato, Welles manda via tutta la divisività del cinema classico in un noir girato sotto grazia divina, potrei stare tutto il giorno a parlare di ogni singola sequenza e quanto caspita è girata bene, il pianosequenza iniziale ormai non è neanche il caso di citarlo, quanto è fatto bene tecnicamente e quanto riesce ad essere efficace a livello di pathos e tensione, ma vogliamo parlare dell'entrata in scena di Quinlan, con le tipiche inquadrature dal basso di Welles che fanno giganteggiare un soggetto già mastodontico di per se, una presenza ingombrante e quasi soffocante, carismatica e senza scrupoli. Poi si potrebbe parlare ancora dell'uso della profondità di campo, altro marchio di fabbrica di Welles, che già da tempo giocava molto anche col centro d'attenzione, mettendo azioni su più piani della stessa inquadratura - ad esempio quando Vargas parla al telefono e dalla vetrata si vedono Quinlan e il suo aiutante che gesticolano vistosamente - oppure l'uso straordinario della fotografia, non disdegnando l'uso di silhouette, momenti in totale buio in cui emerge solo la figura dei personaggi - quando Janet Leigh toglie la lampadina dopo i vari tentativi di stalking, ma anche alcuni frame finali vicino il pozzo petrolifero -, oppure l'uso intermittente delle insegne del motel, con Janet Leigh che due anni prima del suo film più celebre già iniziava ad averne pessime esperienze, il continuo uso di movimenti di macchina ad avanzare, crane, insomma Welles si diverte tanto con la camera, sbalordisce lo spettatore e crea momenti altissimi, rendendo "Touch of Evil" un'altra grande perla della sua filmografia, dall'influenza straordinaria, con un quartetto di attori di altissimo livello, una tensione quasi schiacciante e qualche scomoda domanda che riecheggia nella testa dello spettatore.

"So it turns out Quinlan was right after all."

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  17/03/2024 20:52:07
   10 / 10
C'è ben poco da dire quando ci si trova davanti a quello che è universalmente riconosciuto come uno dei grandi capolavori della storia del cinema.
Tutto perfetto, dalla regia (il famosissimo piano sequenza iniziale è un virtuosismo probabilmente mai più eguagliato, ma ci sono tante altre scene da antologia) alle interpretazioni di Welles stesso e di un grande Charles Heston.
Un ritmo anch'esso perfetto, a scandire, come il ticchettio di una bomba ad orologeria, un viaggio nell'ambiguità e nella moralità, tra alberghi e pozzi petroliferi, che si conclude con un finale che lascia allo spettatore darsi una propria risposta all'eterna domanda "il fine giustifica i mezzi?".

CyberDave  @  25/07/2021 19:27:27
   6½ / 10
Film che sembra risentire parecchio degli anni che ha, soprattutto nel ritmo e nella trama, che appare confusa e poco convincente.
Ottimi gli attori e la regia di Welles, però credo che oggi non abbia molto senso recuperare, se non per completezza.
Anche la parte finale non mi è piaciuta granchè.

cort  @  10/03/2021 22:34:35
   8 / 10
è un film che risente un pò della vecchiaia(sopratutto nella trama) ma ha attori perfetti per i ruoli(soprattutto i protagonisti) ed una regia molto ispirata con anche un ottima fotografia.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  13/11/2020 16:06:27
   10 / 10
Grande Noir anni 50 del mitico Orson Welles che sceneggia,interpreta ed ovviamente dirige questo film.


Accanto a lui, nel ruolo del poliziotto corrotto Quinlan, troviamo nomi altrettanto importanti come: Charlton Heston nel ruolo del poliziotto messicano Vargas,Janet Leigh nel ruolo di sua moglie(che ritroveremo anche in Psyco di Hitchcock). Akim Tamiroff nel ruolo di Joe Grandi e Marlene Dietrich nel ruolo di Tanya.

DarkRareMirko  @  16/11/2018 00:26:48
   10 / 10
Capolavoro di tutti i tempi, senza se e senza ma, dove tutto è veramente perfetto (l'intro piano sequenza verrà omaggiato da Altman ne I protagonisti); sequenze ad un passo dal grottesco (e che fastidio il lancio del vetriolo!), cast perfetto (Heston è davvero bravo nel ruolo del messicano, sexyssima la Dietrich, Welles, ancora, ci regala un'altra grande prova trasformistica).

Il poliziesco thriller al suo meglio, sia come tecnica, che come contenuti.

Non un elemento fuori posto, non un secondo di noia; tra i migliori film del genio di Welles.

Ho visto la versione rimontata da Walter Murch; da far vedere nelle scuole, di tutti i tipi.

VincVega  @  23/08/2018 12:36:19
   8 / 10
Premetto di aver visto la versione restaurata di 1 ora e 50 minuti in inglese con sottotitoli in italiano. Bellissimo il piano sequenza iniziale. La prima parte è un po' intricata e non è facile da seguire in tutti i passaggi, ma come i migliori noir, poi verso la metà i nodi iniziano a venire al pettine e si inizia a capirci qualcosa. Guardandolo adesso, come trama non è nulla di speciale, ma bisogna contare il film è del 1958. Ma per come è stato girato, intendo regia e fotografia, è veramente una pellicola innovativa ed eccellente. Da vedere.

DogDayAfternoon  @  02/03/2018 13:32:19
   5½ / 10
Devo avere qualche problema con Orson Welles. Dopo aver provato 2-3 volte a vedere "Quarto potere" ancora non sono riuscito ad apprezzarlo completamente, e "L'infernale Quinlan" mi ha fatto un po' la stessa impressione: eccezionale e all'avanguardia dal punto di vista tecnico (sembra un film di almeno vent'anni dopo), ma in quanto a intrattenimento davvero molto scarso.

Un'infinità di personaggi che non fanno altro che creare confusione alla storia già di per sé complessa, complessità che poi porta inevitabilmente alla noia e alla pesantezza e a spegnere il televisore anzitempo.

Sono sicuro che sia un mio limite, ma noir come "La fiamma del peccato" tanto per citarne uno sono di tutt'altra pasta.

4 risposte al commento
Ultima risposta 26/08/2021 14.19.34
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C_0_  @  10/12/2017 15:25:54
   6½ / 10
Mah. Sinceramente non ci ho trovato nulla di speciale. E' un discreto film che si lascia vedere ma nulla di più. Welles bravo come attore ma, dirò una bestemmia, come regista non mi piace granchè. Poco ritmo. Un noir o un poliziesco si dovrebbe basare sul ritmo della pellicola e qua ce n'è poco. Heston poi a me non piace. La Leigh invece è un bel vedere.

Dottor Fener  @  16/06/2017 22:37:02
   8½ / 10
Sin dagli esordi Orson Welles è apparso come un cineasta innovativo, diverso, autoriale e lontano dalle regole generali di Hollywood.
Anche con questo film non si è smentito mostrando il suo "modus operandi" alternativo ai classici canoni registici di quegli anni votati molto più alla spettacolarizzazione del prodotto che alla qualità di esso.
Ne risulta un noir atipico ed equilibrato con virate saltuarie verso il "giallo investigativo" più tradizionale e il thriller d'atmosfera.
Celebre il piano-sequenza iniziale che da inizio alla vicenda e all'indagine di un mesto Charlton Heston.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  30/04/2017 23:34:35
   9½ / 10
Una zona di confine non solo geografica ma anche a livello morale dove la legge viene fatta rispettare senza guardare molto ai metodi per farla rispettare. Una zona peina di ombre che Welles dirige con una maestria unica e facendo di questo noir uno dei suoi lavori più riusciti, offrendo la famosa sequenza iniziale della bomba ma non solo e rendendo anche credibile un Charlton Heston messicano. Un capolavoro del genere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  16/12/2016 18:19:22
   8½ / 10
Fenomenale acuto di Welles, che dirige un noir cupo, cinico e affascinante. Straordinario il cast, stupenda la regia. Imperdibile.

Zanibo  @  13/12/2015 18:13:44
   8½ / 10
La storia e` interessante quanto basta, ma a svettare e` la caratterizzazione dei personaggi e il gioco di luci e ombre che ne consegue.

ferzbox  @  23/09/2015 20:45:42
   9½ / 10
Pensavo che con "Quarto potere" Orson Welles fosse riuscito a stupirmi in modo insuperabile, invece ecco spuntarmi davanti "L'infernale Quinlan", un film che secondo me rappresenta il genere Noir in tutta la sua essenza e la sua bellezza; non solo per la sceneggiatura, i dialoghi ed il profilo dei personaggi ma anche per l'incredibile regia e l'utilizzo delle musiche......sono rimasto sbalordito dall'ammirevole prova di Welles....ci sono alcune inquadrature che sono qualcosa di stratosferico, il cinema allo stato puro...sono rimasto letteralmente rapito dalla stupenda fattura di questa pellicola; Welles riusciva a catturare lo spettatore con grande maestria ed abilità...anche chi non ha nozioni di cinema non può rimanere indifferente ad un opera simile....poi il finale è il non plus ultra di tutto quello che ho detto finora....
Che altro posso dire?....ipnotico e capolavoro assoluto......il cinema è questo....
....ma dove stanno registi del genere oggi?......ma per carità.....

dagon  @  08/06/2015 19:27:57
   8 / 10
Welles prova girare il Noir definitivo, la summa di almeno 20 anni di un genere. La pellicola è bellissima da un punto di vista formale: apre con uno dei piani sequenza più famosi della storia del cinema (veramente impressionante, se si pensa a quando è stato realizzato), definito da un splendida fotografia in bianco e nero (anche se ritengo che la perfezione, da questo punto di vista, sia raggiunta da "il terzo uomo") e da location classiche (potevano mancare le pompe/trivelle per il petrolio? Mai!).
La vicenda è abbastanza articolata e debitamente "cattiva". Non raggiunge le vette Bogartiane, ma è comunque un eccellente esponente di un genere che amo.

Federico  @  13/03/2015 13:53:13
   9 / 10
poco da aggiungere a quanto ampiamente detto: un film che non dimostra gli anni che porta sul groppone grazie a una regia fantastica. Di Welles avevo già visto quarto potere che mi aveva preso molto meno (soprattutto la prima parte) e che mi riservo di votarlo dopo che avrò avuto la forza di rivederlo.
Questo "touch of evil" invece è decisamente più "abbordabile" e mi è piaciuto decisamente anche se non è mai facile giudicare un vecchio film perché è necessario (cosa non facile) cambiare i parametri di valutazione.

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_Hollow_  @  04/10/2014 19:52:13
   9 / 10
Storico per un sacco di motivi, dal quasi-piano sequenza iniziale (stacco della MdP sull'esplosione) fino alla scena finale del pedinamento col registratore ... sta di fatto che mi ha abbastanza annoiato, oltre ad aver trovato insopportabile il doppiaggio italiano (di Vargas in particolare).

ZanoDenis  @  25/08/2013 12:32:43
   9½ / 10
Mamma mia che film! Le basi del noir sono tutte qui, sono trattati temi veramente interessanti e ci sono atmosfere paurose, questo è il NOIR!
Ma poi che caratterizzazione favolosa hanno i personaggi di welles?

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Ultima risposta 25/08/2013 12.42.03
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Crazymo  @  04/07/2013 18:17:16
   9 / 10
Capolavoro assoluto di Welles che in questo film compie delle vere e proprie magie dietro la macchina da presa, ancor più sbalorditive se pensiamo che il film ha ben 55 anni! Welles mette in scena una regia barroca, piena di dettagli, che mette in gioco ed estremizza tutte le innovazioni messe in campo con Quaro Potere (Piani sequenza, come non innamorarsi di quello iniziale, e profondità di campo che ci comunicano più cose in una sola inquadratura, oltre che una distorsione dell'immagine dovuta al grandangolo assurda, dà un senso di claustrofobico che non ho mai visto prima!). La sceneggiatura, come detto da Welles stesso, non è il massimo, ma il genio dietro la macchina da presa ripara ad ogni buco e realizza un noir ineccepibile, con il culmine nell'inizio e nel bellissimo e ambiguo finale; i cattivi non sono sporchi fino al midollo, ed i buoni nascondono malizia sotto il proprio sguardo ligio alla giustizia: i personaggi in questo film sono più ambigui che mai, potremmo dire che non ne esiste nemmeno uno prettamente positivo, tutto è all'ordine del realismo e del claustrofobico; il personaggio di Quinlan interpretato da Welles destreggia su tutti e già dalle battute iniziali entra di diritto nella storia del cinema. Un capolavorone.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  30/06/2013 15:33:49
   9 / 10
Tremenda vertigine. La trama è un delirio dove bene e male si confondono con tocco ambiguo e maligno perché Welles era veramente un grandissimo figlio di pùttana. La regia è barocca, piena di virtuosismi spesso sublimi come il folgorante piano sequenza iniziale da lasciare senza fiato.
Welles diventa Quinlan e sfoggia una delle sue interpretazioni migliori: non gigioneggia troppo ma sembra perdersi nei quintali di grasso del poliziotto enorme, non crudele ma "in fondo un brav'uomo"...
Come regista, anche da attore Welles sembra voler uscire dallo schermo e riempirlo totalmente di sé.
Non infastidisce però. Perché rispetto al precedente "Mr Arkadin" pure di ottima fattura, "Touch of evil" risulta più compatto e comprensibile nonostante la trama sia fitta di avvenimenti e personaggi.
Da vedere la versione rimontata qualche anno fa sotto indicazioni scritte lasciate da Welles stesso, possibilmente in originale e con sottotitoli (il ridoppiaggio si dice sia osceno).
C'è tutto il miglior genio di un artista assoluto in uno dei suoi capolavori, angoscianti e senza facili conclusioni (Quinlan è una carogna ma è davvero il male?).
La regia di Welles, lo ripeto, lascia senza parole. Sembra volersi infilare dappertutto con la macchina da presa e lo fa davvero; ogni casa, ogni finestra, ogni vicolo sono aperti allo sguardo cinematografico che può arrivare dove mai prima si pensava potesse giungere. Lo sguardo di un dìo.

Goldust  @  20/05/2013 11:36:44
   9½ / 10
Riscritto in fretta e furia dallo stesso Welles con una finezza di particolari straordinaria, più che un noir malsano Touch of evil è un trattato lucidissimo sulla lotta eterna tra Bene e Male, tra ragione ed istinto, e più in generale tra la disillusione e l'idealismo di generazioni diverse. Questa netta contrapposizione eleva una storia dai connotati sempliciotti ad un'imperdibile parabola nera dove il sotterfugio e la menzogna dominano su tutto, esaltati dalla forza visiva di una fotografia che mescola sapientemente luci e ombre continue e da una direzione registica vigorosa ( il piano sequenza iniziale ha fatto scuola, ma anche il prefinale tra le pompe di petrolio, con la cinepresa che ne segue le cadenza ossessive, è notevole ).
I personaggi sono tutti a loro modo grandiosi, e se Heston non ha proprio i tratti somatici del messicano, la Leigh è perfetta nei panni di sua moglie, in una parte che nasconde molte analogie con la Marion Crane del successivo Psycho. L'epitaffio onorifico finale spetta però all Dietrich, la cui presenza in scena è tanto marginale quanto determinante.
Ho visto la versione di 93 minuti, un domani mi piacerebbe ammirare anche la versione più estesa, di sicuro più ricca di connotazioni psicologiche.

vieste84  @  06/05/2013 18:50:34
   8½ / 10
Il noir americano che preferisco di più e forse è pure la mia opera preferita di Welles in attesa della seconda visione di Quarto Potere di cui evidentemente mi è sfuggito qualcosa

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  17/02/2013 18:17:34
   10 / 10
Uno dei capolavori di Orson Welles è questo potente noir. Cucendosi addosso un personaggio geniale, il regista/attore ci racconta lo scontro tra Bene e Male, e la caduta umana di un poliziotto dal fiuto infallibile. Con uno stile di regia modernissimo, e la prima sequenza passata alla storia, è un piacere per gli occhi e per il cuore.

Cast perfetto, a cominciare da Heston e la bellissima Janet Leigh, su cui svetta un formidabile Welles

Lucignolo90  @  05/02/2013 23:58:59
   9½ / 10
Un noir a tutti gli effetti e una trama forse già percorsa non sminuiscono in alcun modo questa ennesima pietra miliare del regista, sempre inimitabile a livello formale e a livello di interpretazione personale nel film, a conferma della versatilità che in pochi hanno avuto nella storia.
Curiosa la scelta di affidare il ruolo del procuratore messicano Mike Vargas all'americanissimo Charlton Heston. Ad affiancarlo una bella Janet Leigh (che vedremo sempre in una scena topica, sempre in un hotel, 2 anni prima di Psycho) e una diva per eccellenza come Marlene Dietrich, fonte di amara consolazione per il personaggio di Welles.
Comunque mai banale il punto di vista del regista e mi è sembrata una finezza quella di un confronto diretto e nemmeno troppo celato di 2 paesi vicini ma diversi come quelli dell'America e di un turbolento Messico di confine, con occhio solo all'apparenza severo verso il paese latino. Infatti analizzando le figure di Quinlan/Vargas notiamo che l'americano è sciatto, rozzo, spregevole mentre il messicano è onesto, curato nei modi e nell'aspetto, ad indicare (forse?) che non è mai l'ambiente più o meno ostile da cui si viene a fare l'individuo.

Già, l'attore/regista qui ci delizia con l'interpretazione MAGISTRALE del corrotto capitano di Polizia Hank Quinlan, regalandoci un personaggio che calza a pennello in questo film, con tutte le sfumature proprie di questa figura, temuta ancor più che rispettata e imponente sin dalla torreggiante presenza fisica (che Welles non esita a sottolineare con una grandiosa entrata in scena e con le ripetute riprese dal basso verso l'alto nelle scene collettive in spazi stretti), ma allo stesso modo portatore di troppi segreti e menzogne per restare ancora per molto allo scoperto.

Tecnicamente nemmeno mi verrebbe voglia di parlarne perchè OGNI film di Orson Welles è diretto chirurgicamente, non ce n'è uno che parlando di questo film non mi citi l'incredibile piano sequenza iniziale di 3 minuti e più dall'alto in carrellata oppure le inquadrature come detto dalle più improbabili angolazioni, o quando ti accorgi che quei personaggi stanno parlando sotto quel cono di luce e ombra studiate ad arte per conferire ancora più atmosfera alle scene; basta guardare la foto che ho messo sopra dove di ombre non ce ne sono ma c'è lo stesso un pathos incredibile quando ti parte questo primo piano con i due che stanno faccia a faccia a 20 cm e a ogni esitazione di Welles, Heston alza il tono della voce di un grado e lo incalza sempre più, e tu sei pietrificato come lo è Welles stesso in quel preciso momento....è come se OGNI VOLTA ti sparasse negli occhi dei flash per svegliarti dal torpore che sia ha concentrandosi sulla trama, volendoti ricordare che il cinema è anche, se non soprattutto, non i fatti che compongono le storie, ma l'abilità utilizzata nel mostrarceli.

momo  @  20/01/2013 10:54:18
   7 / 10
Registicamente è un film molto valido il tracking shot iniziale è entrato nella storia come ormai tutto il film. Come thriller mi è sembrato carente in molti aspetti la trama è un susseguirsi di situazioni surreali e inverosimili, che alle volte, in concomitanza con dei dialoghi non sempre eccelsi, rischiano di diventare ridicole (riproposta ai giorni nostri rischierebbe l'insufficienza). Il mio voto prescinde, ovviamente, gli innumerevoli meriti storici di questo film senza dubbio da guardare per gli appassionati e che forse può essere considerato il prototipo dei thriller moderni.

prof.donhoffman  @  28/11/2012 13:05:17
   8½ / 10
Un film invecchiato un po' male, forse per questioni produttive. La scena dei "drogati di ashish" non si può proprio vedere. Per il resto rimane uno dei migliori film di Welles.

Oskarsson88  @  27/07/2012 18:32:47
   7½ / 10
buon thriller vecchio stampo

topsecret  @  02/03/2012 10:31:02
   8½ / 10
Capolavoro noir dell'immortale Welles, ricco di pathos e di adrenalina pulp, indimenticabile nei suoi piani sequenza ed inquadrature di grande effetto.
Cast di alto spessore interpretativo e un film in bianco e nero che racchiude in sè tutti i colori freddi e cupi di una storia cinica e spietata che mette in risalto le bassezze del genere umano, rappresentate degnamente da un Welles poliziotto dalla morale corrotta ma a modo suo "un grande uomo".
Film da riscoprire e giudicare positivamente senza ombra di dubbio.

gemellino86  @  20/02/2012 13:12:37
   9½ / 10
Uno dei film che lanciò il noir nel cinema e uno dei grandi capolavori di Welles. Attori formidabili e dialoghi molto curati. Dopo 54 anni non perde il suo fascino.

Teo_Kubrick  @  06/02/2012 01:08:28
   10 / 10
Il prototipo del noir! La linea sottilissima tra ciò che è bene e cio che è male fa crollare gli sterotipi hollywoodiani buono-cattivo. Grandi recitazioni. Indimenticabile il piano-sequenza iniziale.

Aztek  @  16/08/2011 13:48:20
   8 / 10
E' il primo film di Orson Welles che vedo, e per fortuna sono rimasto piacevolmente sopreso da una pellicola, che nonostante gli anni, non pesa e non annoia.
Classico noir con una storia piena di colpi di scena che si susseguono fino ad arrivare ad un riepilogo degno di tutta la pellicola.
Ottime le interpretazioni, con un grande Welles nei panni del capitano Quinlan.

7219415  @  26/05/2011 00:30:53
   9 / 10
Grandissimo Noir...con una grandissima interpretazione di Welles..
"Chi è che comanda? La legge o il poliziotto?"

david briar  @  13/12/2010 18:18:38
   7½ / 10
"L'infernale Quinlan" è un vecchio film in bianco e nero, il primo che vedo di questo regista e attore.
La maestria tecnica di Welles è indiscutibile: memorabile la sequenza iniziale, ad esempio ; ottimo è tutto il lavoro tecnico in generale sul prodotto, molto curato.
Tuttavia la storia ha sentito un po il passare degli anni, difatti visti oggi alcuni personaggi appaiono ridicoli e un po scontati, così come qualche battuta, molto prevedibile.
Perfetta la caratterizzazione del personaggio di Quinlan, fra l'altro interpretato dallo stesso Welles, bravissimo, ruba la scena al resto del cast, composto di attori celebri ma non particolarmente brillanti in quest'occasione.
Il ruolo del capitano è senza dubbio la cosa migliore della pellicola, il motore della vicenda e ciò che la rende coinvolgente, scorrevole, interessante e mai noiosa.
Buono il finale, la storia rappresenta un poliziotto in un certo senso "cattivo", tuttavia viene naturale provare più simpatia per lui che per qualunque altro personaggio, tutti a parte lui appaiono caricaturali e poco credibili, è più facile immedesimarsi in Hank Quinlan.
Nonostante le scene vistosamente forzate presenti, nel complesso è un buon prodotto, senza urlare al capolavoro.
Rimane però fra i film più sopravvalutati della storia del cinema.

1 risposta al commento
Ultima risposta 29/04/2016 22.22.42
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Mothbat  @  21/11/2010 21:53:59
   7 / 10
Insieme a "Le ali della libertà" il film più sopravvalutato della cinematografia mondiale, gli anni si sentono eccome. Comunque sia un bel noir.

paride_86  @  05/11/2010 19:07:40
   9 / 10
Uno dei capisaldi del cinema noir.
"Touch of evil" è un trattato di regia, un film intenso che non è invecchiato di una virgola: attori strepitosi, suspense, mistero e una vena di grottesco.
E' anche una bella riflessione sull'onestà di chi deve far rispettare la legge, sui suoi compiti e i suoi limiti.
Bellissimo.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  30/10/2010 00:51:27
   9 / 10
Sono tanti gli elementi che mi fanno apprezzare tantissimo questo film. Sicuramente la maestria di Welles che ci appare da subito nell'incredibile sequenza di apertura. Ma il suo stesso personaggio, davvero leggendario, così come quello della Dietrich. Interessante anche la trama e come si svolge. Qualcuno può dire "un po'forzato" ma anche no.

floyd80  @  29/10/2010 23:58:26
   10 / 10
Un noir perfetto. Dove la sceneggiatura, la regia, le musiche e la fotografia sono tutt'uno. Riunite in un unico capolavoro.
Il miglior film di Welles.

guidox  @  08/10/2010 22:40:55
   6 / 10
sono d'accordo con chi dice che questo film è sopravvalutato.
ok, ci sono dei picchi non indifferenti di cinema (per esempio è da manuale la scena iniziale, ma anche il personaggio stesso di Quinlan è molto ben strutturato e verrà ricopiato in parecchi film futuri), ma secondo me ci sono anche una trama tirata per i capelli e altri personaggi che rendono poco credibile il tutto.
un film che risente di TUTTI gli anni che sono passati, ma che per l'epoca era comunque un film discreto.

pinhead88  @  24/08/2010 15:53:49
   7 / 10
Probabilmente una delle pellicole più sopravvalutate della storia del cinema e della filmografia di Welles. dotato di grandi virtuosismi tecnici, si dimostra comunque un noir avvincente ed originale che tiene incollati alla poltrona, ma fin troppo teatrale ed enfatico nei dialoghi, risultando a volte stucchevole per quello che rappresenta. Inutile dire che l'arma vincente di tutto il film è la figura spietata del capitano Quinlan, ma il faccione bonario di Welles fa fatica a caratterizzarlo nel migliore dei modi, risultando così sempre poco convincente. personalmente non lo metterei mai a fianco di perle quali "La fiamma del peccato" o "Il grande caldo", noir immortali e capolavori assoluti.
Oggettivamente può essere considerata un'opera di grande impatto, ma aldilà della figura imponente di Quinlan e il classico sfoggio di abilità tecniche, mi è rimasto molto poco di questo film.
Simpatico il cameo della Dietrich, con frase finale molto azzeccata.

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Ultima risposta 24/08/2010 18.19.08
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Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  01/04/2010 09:50:44
   9 / 10
Che film! Che film eccezionale! Come se non bastasse Charlton Heston c'è quel geniaccio di Orson Welles: oltre che essere uno dei migliori registi di sempre(per molti il migliore), è stato anche un eccellente attore. Il personaggio di Hank Quinlan resterà per sempre nella storia del cinema.
Film meno filosofico del più apprezzato "Quarto Potere", presenta in realtà anch'esso numerose tematiche, stavolta inerenti la giustizia e la morale e l'idea di un uomo che agisce al di sopra della legge per la legge stessa, quasi nietzscheanamente. D'antologia molte scene e la costruzione della trama. Quello che mi ha letteralmente spaventato è stato il livello di coinvolgimento che questo film ha saputo tenere. Ricordiamo che è un film del lontano 1958... eppure è un film che davvero non puoi smettere di seguire dal primo minuto all'ultimo. Che grande personaggio Quinlan! Che genio Welles! Uno dei migliori film - se non il migliore - del suo genere. Sotto certi versi è superiore anche a Quarto Potere, meno facile da seguire, più complesso e meno coinvolgente(anche se nel complesso quest'ultimo è un film superiore sotto ogni altro punto di vista); ma in fondo cosa importa fare classifiche con Welles?

wooden  @  28/03/2010 15:02:57
   9 / 10
Il migliore noir della storia del cinema.

Gabo Viola  @  04/03/2010 20:31:17
   9½ / 10
Come tanto vino rosso e sigarette...

Frankys  @  08/02/2010 19:54:40
   6 / 10
Lo vidi molto tempo fa, non me lo ricordo più di tanto.
Ma ricordo che non pi piacque più di tanto, il b/n non è il mio forte e questo mix di noir thriller non mi è piaciuto !!
Do 6 perchè è fatto bene !! Ottima la prima sequenza in "piano sequenza" !!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  07/02/2010 14:10:09
   10 / 10
“Ma che importa ciò che si dice di un morto”

Film splendido. C’è poco da dire di un film diretto in questo modo, interpretato divinamente e con uno dei personaggi più magnetici, sporchi e corrotti che la storia del cinema ricordi. Film dall’incalzare rapido e coinvolgete. Welles intreccia una vicenda che procede senza soste fino al suo stupendo epilogo.
Ogni scena, personaggio e luogo sono noir puro, uno splendore per gli occhi e per l’anima. Un film che appaga e riconcilia con la passione cinematografica. Da antologia.

Drugo.91  @  24/01/2010 16:26:20
   10 / 10
geniale noir di Welles, modernissimo e affascinante...pietra miliare!

MidnightMikko  @  21/01/2010 14:53:56
   10 / 10
Uno dei tanti capolavori di Orson Welles. Eccelle in tutto,regia,sceneggiatura,fotografia (ottima è dire poco),direzione degli attori e caratterizzazione dei personaggi.
Perfetto.

wight  @  02/01/2010 23:58:01
   9½ / 10
Orson Welles oltre a una magistrale interpretazione come attore costruisce un film avvincente e che nello stesso tempo mette in evidenza una serie di confronti grazie all'ambientazione di confine del film: Usa e Messico, poliziotto scientifo e poliziotto d'intuito, idealismo e furbizia. Insomma un'ora e mezza con molta carne al fuoco e con alcuni colpi di scena.

JOKER1926  @  28/12/2009 20:41:45
   7 / 10
Noir molto importante e famoso della regia Orson Welles è "L'infernale Quinlan"; attori in grande spolvero, fotografia bellissima, grandi ambientazioni e affascinante scenografia; ecco un preambolo circa la pellicola americana del 1958 praticamente ineccepibile sul piano prettamente tecnico.

"L'infernale Quinlan" è dunque lo scontro fra giustizia e cinismo, la regia rafforza, espone tale concetto attraverso una serie quasi perfetta di dialoghi e soprattutto grazie alle prestazioni di Orson Welles, Charlton Heston e Janet Leigh.
Due poliziotti (Quinlan e Vargas) scanditi da una bellissima fotografia si imbatteranno con un mondo fatto di illegalità e di violenza, il primo determinato e "rozzo" si affida all'intuito (vedere il dialogo terminale della pellicola) e quindi da un semplice "impulso" istintivo nasce la condanna!
Il secondo è un poliziotto della narcotici calato nell'amara e insopportabile lotta contro il crimine così imponente da allearsi anche con la polizia generando l'impensabile.
Insomma la regia propone una sceneggiatura davvero compatta e con pochissime ma quasi inevitabile forzature come il cronico "isolamento" della moglie di Vargas nell'albergo; ma oltre ciò è doveroso apprezzare e quindi lodare Welles per l'introspezione circa i protagonisti, specialmente quella di Quinlan.
L' "infernale" poliziotto infranto dalla morte della moglie (uccisa) risponde con odio e rancore alla società e con i suoi metodi (sicuramente discutibili) cerca di "raschiare" (a suo piacimento e a sua comodità) criminali e presunti tali; insomma grande analisi caratteriale/comportamentale della regia che naviga, o meglio lascia "penetrare" lo spettatore nella mente del personaggio; certo la trasposizione in scena di Quinlan è caratteristica anche se a tratti tale icona inesorabilmente cade nell'enfasi e nell'esagerazione ma questa "amplificazione" non è un difetto oggettivo.
Il finale molto movimentato e drammatico sigilla in modo egregio questo Noir scandito da ottima tecnica cinematografica e da un notevole e accuratissimo lavoro musicale.

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mah.non.so.  @  08/12/2009 14:27:52
   9 / 10
"Giuda ballerino"(cit.) il piano sequenza iniziale è veramente una genialata, se fosse esplosa prima la macchina uccidendo Vargas e moglie addio film ma sarebbe stato il miglior corto di tutti i tempi:-)..
Quinlan è una vittima che, per colpa di essersi fatto scappare l'assasino di sua moglie, diventa carnefice, un personaggio geniale e malato tra i migliori che abbia mai visto

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Splendido.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  14/10/2009 12:04:29
   9 / 10
Eccellente. Il solo piano sequenza iniziale, entrato di diritto nella storia del cinema, varrebbe ancora il prezzo del biglietto.
Touch of Evil (perché tradurlo in "L'infernale Quinlan"?), è un film che mantiene immutato tutto il suo fascino.
Grande Orson Welles che purtroppo si è visto tagliuzzare qua e là il suo film.
Negli anni '90 il produttore Rick Schmidlin, si propose di restaurarlo, ripristinandolo nella sua forma originaria. Il restauro terminò nel 1998 a cura di Walter Murch.
Ottima sceneggiatura, ottimi attori ed eccezionale regia.
Film immortale e imperdibile.

Constantine  @  12/10/2009 18:27:20
   10 / 10
Capolavoro di Welles che ci regala una pellicola con diversi strati di lettura, una tecnica cinematografica che ha almeno vent'anni di anticipo ed il piano sequenza iniziale che segnerà la storia. Quinlan interpretato dallo stesso regista è il protagonista nel titolo tradotto in italiano, ma non nell'opera in cui tutti i personaggi invece, a modo loro, vengono toccati dal "Touch of Evil". Splendida la fotografia, con un nero opprimente e le lunghe ombre che si proiettano sugli sfondi, bravo Heaston ma bellissime sia la Dietrich che la Leigh; eccezionale Welles.

"Sta' attento: Vargas farà di te uno di quegli stupidi idealisti che sono la gente più dannosa che esista al mondo. Sono peggio delle canaglie: le canaglie si sa come pigliarle."

Dr.Orgasmatron  @  01/10/2009 02:05:28
   10 / 10
Capolavoro del cinema noir. L'ultimo film hollywoodiano di Welles, partorito in un mese circa, e poi follemente tagliato e ridotto dalla Universal. "Touch of Evil" (così è molto più bello) ha una grande varietà di personaggi caratterizzati perfettamente, su tutti Quinlan, ma gioca molto di atmosfere e di virtuosismi wellesiani. Inchino

Manu90  @  13/08/2009 09:52:26
   6 / 10
Non ho trovato il genio di Welles che mi aspettavo. La storia non mi ha entusiasmato per niente, i protagonosti non mi sembrano caratterizzati al meglio, il film di per se non mi ha convinto e compiaciuto come speravo. Verso la fine poi è subentrata la noia...
Non me la sento di dire che è sopravvalutato, ma mi aspettavo decisamente di più.

edmond90  @  27/07/2009 15:54:39
   10 / 10
Che dire?Semplicemente il prototipo del film noir.Il piano-sequenza iniziale è un qualcosa di incredibile

The BluBus  @  23/07/2009 17:07:58
   7 / 10
mea culpa ma qua non riconosco il genio di Welles.. un buon film tuttavia.

Invia una mail all'autore del commento marcocorsi  @  18/07/2009 13:47:59
   10 / 10
Nell'estatsi di votare tutti questi capolavori che hanno fatto parte della mia cultura cinematografica, quasi mi dimentico dell'Infernale Quinlan. Sarà per la mia passione nei confronti di Orson Welles, del quale ho studiato molto, ma ritengo che il fim tratto dal libro di Masterson possa essere considerato a tutti gli effetti uno dei tre più grandi noir della storia del cinema...ora commento anche gli altri due ;))))
PS: Mi stavo dimenticando di esaltare le performance artistiche di Heston e della Leigh, per non parlare di Welles, strabiliante anche nei panni di attore, come in Quarto Potere

Sepultura  @  11/05/2009 23:55:07
   10 / 10
D'accordissimo con Neu. Senza Quarto potere e con L'orgoglio degli Amberson non mutilato, sarebbe stato "Touch of Evil" la più grande opera di Welles. Per fortuna ha fatto anche gli altri due però!!!!

85sarina  @  05/04/2009 12:49:55
   10 / 10
Neanche io sono una gran fan di Welles...ma sull'infernale non posson che piovere 10.
Non un noir..il noir.

Lunamagica  @  18/03/2009 20:00:46
   6 / 10
Se c'è qualcuno che nel cinema non mi piace quello è proprio Orson Welles. Il film mi piace così così ma preferisco altri noir a questo, marlene sempre brava.

Neu!  @  07/03/2009 16:10:19
   10 / 10
il più grande noir di tutti i tempi. uno dei più bei film della storia del cinema. se Welles non avesse fatto Quato Potere questo sarebbe nettamente il suo capolavoro. ogni ripresa è destabilizzante. l'inizio e il finale sono qualcosa di spettacolaro. geniale

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  24/02/2009 14:25:58
   6 / 10
Mah, ci sono delle cose molto curate e davvero ben realizzate, ma qualcosa non mi convince. Forse il grassissimo polizziotto o forse l'ambientazione messicana o magari la storia, troppo veloce e senza tensione. Preferisco "Quarto potere" ma ammetto che il bianco e nero, molto più nero che bianco, è davvero presente e determinante come anche folli riprese continue come quella iniziale. Risultato mediocre secondo me, diciamo che in parte è bellissimo, dall'altra un pò ridicolo.

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paolino77  @  07/02/2009 14:52:28
   10 / 10
Daccordissimo con il commento di wega: la più grande realizzazione cinematografica del bene e del male porta la firma di Orson Welles, che nel film veste i panni dell'"infernale Quinlan"

Touch of Evil  @  25/01/2009 18:15:37
   10 / 10
Impossibile non rimanere estasiati dinanzi a quest'opera immensa. Il mio nickname dice tutto....vedetelo assolutamente!!!!

drabin  @  20/12/2008 12:00:36
   9 / 10
Un'opera geniale, sofisticata quanto accessibile, visivamente d'impatto quanto contenutisticamente potente. Insomma, un capolavoro forse ancora migliore di "Quarto potere", dove piccolissime ingenuità facevano capolinea (del resto era il film d'esordio di Welles, e dunque sul concetto che voleva far transitare ci ha calcato molto la mano). Qui il congegno è micidiale e perfetto: una regia da brividi (su tutte il piano-sequenza iniziale), una fotografia impeccabile, una compagnia d'attori grandiosa ed una storia intelligente e riuscita. Noir di gran classe, colpisce per i continui ribaltamenti narrativi, che vanno dal tragico al comico, dalla commedia al giallo. Un film che ha dell'assurdo, del surreale e del visionario: fortemente onirico ma anche fortemente razionale. Anticipa per certi versi il cinema di autori che verranno, come ad es. Pasolini, che mischierà la narrativa bassa con i concetti aulici per ottenere un effetto di straniamento e di alienazione dello spettatore. Imperdibile

vitocortesi  @  16/05/2008 16:15:24
   9½ / 10
Uno dei migliori noir mai realizzati con alcune sequenze da antologia.Unica nota stonata è Charlton Heston pur bravissimo ma poco credibile come messicano.

Taguchi  @  14/05/2008 22:34:44
   10 / 10
Anche qui Orson Welles sforna un capolavoro immortale. Noir perfetto come un orologio.
Interpretazioni magistrali e un Orson Welles massiccio quanto imponente. Uno dei personaggi più carismatici e memorabili della sua carriera e della storia del cinema.
Inquadrature esasperate e pianosequenza memorabili. Montaggio che nel 1958 non fu capito dal produttore perchè troppo innovativo e quindi rimontato...
Fortunatamente il dvd che oggi possiamo vedere è la versione che avrebbe voluto Orson Welles.
Magnifico.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  30/04/2008 16:21:22
   10 / 10
Capolavoro indimenticabile.
Il piano sequenza iniziale è ormai storia del cinema da vedere e rivedere. Così come le sequenze girate nel motel o la scena finale.
Un noir cupo magistralmente diretto ed interpretato da Orson Welles che ha ritagliato un ruolo marginale ma di forte fascino a Marlene Dietrich, che con il suo sguardo ipnotico sentenzierà al cupo Jack Quinlan: "Tu non hai futuro".
Imperdibile.

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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  25/03/2008 20:28:31
   8½ / 10
E' il ritratto "shakespeariano" di un uomo, le cui cattive azioni derivano dall'odio e dalla rabbia originati dalla morte della moglie per mano di un delinquente mai catturato. La ricerca a tutti costi, da parte di Quinlan, di assicurare alla Giustizia soggetti anche solo marginalmente coinvolti in una situazione delittuosa coincide con la sua volontà inconscia di "eliminare" chiunque si presentasse ai suoi occhi come delinquente della stessa risma di colui che lo ha privato della persona più cara, secondo un meccanismo psicologico che porterà a risultati sempre vani e frustranti. Quinlan è, a modo suo, un grande uomo, votato sì ad azioni nefande e ingiuste, ma sempre mosso dall'eterno amore e dalla devozione incrollabile per la moglie. Quinlan è il paradigma vivente di come un uomo malvagio non è mai totalmente malvagio, e di come chi è buono può mutare in cattivo a cagione di infausti e intollerabili eventi (come la morte di un proprio congiunto) che possono facilmente destabilizzare la psiche di un uomo e farlo oscillare lungo la sottile linea tra il Bene e il Male, qui metaforicamente rappresentata frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti (mi chiedo quanto un film del genere abbia influito sulla produzione di un regista come Michael Mann).
Hanno fatto la storia del cinema alcuni primi-piani messi in atto da Welles, come quelli di Quinlan mentre assassina Joe Grandi, o quella dello stesso Grandi morto con la testa appoggiata penzoloni allo schienale del letto.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  17/03/2008 12:01:09
   8½ / 10
L'Infernale Quinlan è un capolavoro della tecnica che si misura con un immenso piano sequenza (capacità che Welles ha sviluppato nel suo immortale capolavoro) iniziale e con atmosfere noir grandiose che si manifestano in un gioco di luci ed ombre come appunto si vede solo nei migliori noir. Io ammiro il cinema di Welles, ma più per la magia che mette in ogni film che per il messaggio in se e per se. Non sto a fare l'esegesi del film, se è barocco o meno anche perchè non me lo posso permettere, non studio cinema nonostante sia l'arte che ammiro di più.
Ma effettivamente ho notato che il personaggio di Quinlan è un cattivo con qualche incoerenza. Ha sempre intuizioni giuste, ma cerca di incastrare ugualmente in modo scorretto i colpevoli. Dal punto di visto psicologico (o forse dovremmo dire psicanalitico) avrebbe più senso che un fallito si abbassasse con ogni mezzuccio ad arricchire il suo curriculum a spese di qualche poveraccio. Anche in questo film Welles, afflitto dalla sua megalomania di rappresentare il male come entità astratta, costruisce un cattivo più ideale che reale. Heston in questo film è meno pesce lesso del solito, ma è decisamente improponibile come messicano, anche se da un film di Burton si capisce che fu imposto dalla produzione e non scelto da Orson che anzi era piuttosto perplesso . Io ho cmq un debole per i noir, e qui l'atmosfera creata è delle migliori che si siano mai viste sullo schermo. Dietrich perfetta dark lady.

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Ultima risposta 08/04/2008 11.25.59
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xxxgabryxxx0840  @  05/03/2008 14:00:34
   10 / 10
Film stratosferico. Insieme a "Quarto Potere" è il vertice più alto toccato dal genio di Welles

Invia una mail all'autore del commento wega  @  21/02/2008 13:29:42
   10 / 10
A mio parere la più alta rappresentazione cinematografica del bene e del male, dal titolo "Touch of Evil" e dal primo minuto, non ho potuto far altro che pensare al famosissimo simbolo, un bianco e nero che Welles mischia vorticosamente e magistralmente con un continuo gioco di luci ed ombre, ok è un noir, ma che B/N ragazzi.
Tutta la pellicola del resto è una continua messa in opera di simbologie vertenti questo tema, Pancho di nero vestito in contrapposizione ad un bimbo in fasce bianche, il piccione e le sue uova (che Quinlan romperà cercando frettolosamente poi di "ripulirsi"), e gli onnipresenti, assidui, continui cambi di contrasto.
Insomma anche Stanley Kubrick ha avuto il suo maestro: Orson Welles, in una tematica come in "Arancia Meccanica" dove abbiamo un'istituzione, ipotetica rappresentazione del bene ed il singolo soggetto, il male.
Il riferimento a questo film per quanto riguarda Kubrick è per la scelta di mostrarci una realtà distorta, con un uso smodato del grandangolare.
Hank Quinlan non è poi tanto diverso da Foster Kane, "non riprenderò il distintivo finchè i cittadini non mi richiameranno" un personaggio agli antipodi della lealtà, inizialmente presentatoci nei primi piani più significativi, con un'ombra che letteralmente divide il viso, oscurandone l'altra metà, quella parte di personalità maledetta ed ambigua non visibile immediatamente agli altri.
Scelta non casuale il carattere del tutto simile allo zio Joe, entrambi arroganti, che non ascoltano mai quando gli si parla, che non ti fanno neanche finire.
Una grandissima lezione di tecnica, forse un pò di maniera ma ineccepibilmente all'avanguardia (avanti almeno di 40 anni), tecnicamente perfetto appunto, in poche parole, anche configuratamente parlando, un capolavoro.
Da ricordare l'incredibile piano sequenza iniziale di 3 minuti, tanti quanti quelli impostati sulla bomba, e la fine tra i rifiuti della città, tra i rifiuti che restano, che non sono mai stati portati via.

Debiti con "Riso amaro".

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Ultima risposta 08/05/2008 23.22.25
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  20/02/2008 22:56:56
   9 / 10
"Chi è che comanda? La legge o il poliziotto?" (cit.)


Ho avuto modo di rivedere dopo anni il capolavoro di Welles e il mio stato d'animo è attraversato da emozioni diverse. E' sempre un immenso apologo sulla corruzione del potere (e mi meraviglia vedere che pochi si soffermano sul "clan" di Quinlan, su quell'ambigua ammirazione che incute timore e inconscio desiderio di essere come lui, che non rende i "colleghi" meno colpevoli di lui) ma a tratti il virtuosismo tecnico sembra predominare su certe enfatizzazioni recitative che, col tempo, forse risultano eccessivamente sopra le righe.
Tuttavia è straordinaria la vena amara - il senso di fallimento di morte di sconfitta - che regna nella brutalità di Quinlan, un personaggio degno dei migliori noir letterari, e lasciano ancora a bocca aperta le innumerevoli trovate tecniche e stilistiche del Welles regista: l'aver introdotto il sottofilone della delinquenza giovanile (cfr. i nipoti del messicano Grandi) o la tematica razziale e la tossicodipendenza in un contesto classico è un'intuizione degna solo di un Genio.
Il pathos che reca il film ancora oggi è fuori discussione, appena smorzato da un finale dove le cose sembrano procedere troppo in fretta, almeno in fase di montaggio, quasi come le strane indagini dell'ineffabile capitano della polizia.
I fans di Psycho ritroveranno pane per i loro denti in un motel con tre anni di anticipo rispetto a Norman Bates, mentre il personaggio della Dietrich. la conturbante Tanya, è assolutamente funzionale al tema del film, rea di essere l'unica individualità fedele fino in fondo al protagonista, e in fin dei conti di comprendere la sua crudeltà: straordinaria.
Strepitoso il piano sequenza iniziale, dove la tensione è placata dalla tranquilla ruotine di una cittadina di confine, e assolutamente carismatica l'entrata di Welles, quasi un "ultracorpo" al quale molti devono rispetto, stima e una dose inesprimibile di timore

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Ultima risposta 22/02/2008 23.17.09
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Sestri Potente  @  14/02/2008 23:04:46
   7 / 10
Noir datato ma sempre avvincente, con Orson Welles nei panni di Quinlan, uno che nessuno vorrebbe incontrare nemmeno per farsi controllare la patente! La trama è abbastanza intricata e alcune sequenze sono pregevoli: soprattutto il "testacoda", ma nemmeno l'interrogatorio a casa di Sanchez è da sottovalutare.
Tutto sommato un buon film, anche se di km ne ha fatti davvero tanti!

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Ultima risposta 28/05/2008 22.36.48
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  30/01/2008 20:32:51
   9½ / 10
E il confronto arrivò...
"Quarto Potere", il film che fece il Cinema Grande.
"L'infernale Quinlan" che fece Welles Grande.
Non posso negare a me stesso che quello che ho provato nel vedere il primo no è neanche lontanamente paragonabile a quello che ho provato in questo, mi ha attratto e coinvolto di meno, ma non posso negare anche che questo mi è sembrato più personale, il Vero film di Orson Welles.
La sconcertante vicinanza fra Male e Bene, due estremi che tendono a toccarsi in nome di qualcosa di superiore: il Trionfo, la Gloria, il Potere.
Vargas e Quinlan, due volti della stessa medaglia separati da un Tempo che ha fatto da silente spettatore fino a quando il Cinema, arte subdola che fa l'eco alle mediocrità dell'Uomo, non ha deciso di appiattire le distanze temporali e guardare in faccia l'Uomo, ma anche se stesso per vedere se come Arte ha veramente senso.

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Ultima risposta 06/04/2008 20.27.32
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  08/01/2008 22:29:33
   7½ / 10
Cominciamo dalle cose positive. Prima di tutto il grande coraggio di Orson Welles ad accusare a livello istituzionale il suo stesso paese, cioè gli Stati Uniti. In questo film è un messicano che dà una lezione di rettitudine e onestà ad un disonesto e sbrigativo funzionario americano. Il messicano è ben vestito, di belle maniere, felicemente sposato; l’americano è sciatto, sgradevole, vizioso. Viene rovesciato il luogo comune che vede gli USA e gli americani più belli e superiori in istituzioni e maniere agli altri paesi. Volutamente non si concede alcun appiglio ottimistico finale. Già con “Quarto Potere” Welles aveva dato il via alla travagliata tradizione del cinema di denuncia civile americano, che porterà fino all’altro grande ciccione cineasta americano, cioè Michael Moore.
Inoltre c’è la grande perizia tecnica di Welles e ce ne dà subito un saggio virtuosistico nelle scene iniziali, in cui la cinepresa diventa una specie di disco volante che fluttua dal primissimo piano al campo lungo, alla panoramica, all’incrociarsi dei piani spaziali, in un continuo movimento. In seguito diventa tutto uno sfoggio di giochi di luce ed ombre, di riflessi negli specchi, di scorci arditi dal basso, di panoramiche su tetti e soffitti; in pratica una rincorsa a superare se stesso e la bravura dimostrata in QP.
Il Barocco è conosciuto come uno stile che abbonda in decorazioni non funzionali alla struttura dell’opera d’arte, uno sfoggio a volte fine a se stesso e, secondo me, questo è un film molto barocco. Tutto lo sforzo tecnico serve più che altro a creare una certa atmosfera “dark”, ma non riesce a far luce nell’animo dei personaggi. Queste figure discusse, complesse, imperiose, sregolate, anticonvenzionali come Kane e Quinlan rimangono dei misteri. A parte qualche vago cenno a fatti privati passati, non ci viene adeguatamente spiegato perché Quinlan si comporta in quella maniera. Qual è la molla profonda che lo porta a trasgredire le regole di comportamento etico? Da dove viene il suo schifo esistenziale? Sembra che indagando l’animo umano Welles arrivi ad un certo punto in cui un cartello di “No Trespassing” gli impedisca di andare. Questa debolezza era l’elemento centrale di QP, la grande forza di quel film; qui invece fa sentire tutto il suo peso limitante. Tanto più che Hitchcock sembra si sia preso la briga di fargli notare questo limite.
Quando accompagnano Vivien Leigh ad un motel, le spiegano che è un po’ in disuso perché non ci passa più l’autostrada. Ecco, mi sono detto, Welles si sta divertendo a citare Psyco. Poi quando ho visto quella macchietta nevrotica tutta mossette ho pensato: quella è una parodia di Norman Bates. Come sono rimasto interdetto quando ho visto gli anni di uscita dei due film! Allora ho capito che Hitchcock ha volutamente ripreso la scena del motel e del suo custode schizzato per dimostrare che si può benissimo penetrare nei recessi umani e farli vivere intensamente e emotivamente da parte dello spettatore, senza bisogno di tanti arzigogoli. Insomma una lezione che Hitchcock ha voluto dare ad un grande collega, riuscendolo a superare.
Un’appunto su Marlene Dietrich: bravissima, bellissima ma francamente inutile. In pratica recita solo se stessa, il suo mito – non mi sembra che abbia voluto recitare Tanya, la quale è comunque un personaggio non essenziale nel film.
Il mio giudizio personale è che A Touch of Evil è un film tecnicamente di prim’ordine, coraggioso nella sua denuncia, ma che non riesce a essere coerente, compatto e completo. Non è di quelli che rivedrei volentieri una seconda volta.

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Ultima risposta 22/02/2008 23.08.51
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  11/12/2007 13:00:55
   8 / 10
un grande noir, che purtroppo però fà sentire la sua età, non tanto nei contenuti estremamente attuali e ben sviluppati, piuttosto nella qualità della pellicola stessa!! grandissimo il personaggio di quinlan, caratterizzato da welles alla perfezione, rappresentazione della corruzione e della genialità! più monocorde invece vargas, un poliziotto dedito al suo lavoro fin troppo da risultare noioso!
incredibile la sequenza iniziale, da far spavento al miglior de palma!

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Ultima risposta 11/04/2008 19.25.18
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Ch.Chaplin  @  29/11/2007 00:15:14
   8½ / 10
non posso dare di + xkè è chiaramente anche questo stato mutilato dalla casa di produzione (stavolta la universal), ma il piano sequenza iniziale - che mi ha lasciato a dir poco di stucco x l'epoca - meriterebbe da solo una bella fetta di giudizio. incredibile lo spessore psicologico che welles riesce ad infondere ai personaggi; da una trama del genere enon si poteva fare di meglio. ad ogni suo film che vedo mi chiedo sempre se gli avessero lasciato sempre campo aperto in tutto ciò che voleva fare, cosa vedremmo noi ora??

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  22/11/2007 20:53:50
   9 / 10
L'estrema attualità di linguaggio di cui era dotato Welles, è davvero impressionante; un regista capace di compiere nel 1958 evoluzioni visive di tale portata, non è umano (e non mi riferisco solo al primo piano sequenza).
Non do' il massimo dei voti solo e unicamente per una sceneggiatura troppo frettolosa in alcuni snodi narrativi, ma per il resto Touch Of Evil rimane un pezzo di storia della settima arte.

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Ultima risposta 23/11/2007 15.14.53
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addicted  @  02/11/2007 15:05:28
   9½ / 10
Opera maiuscola di Welles, che esplora territori oscuri.
Quinlan è un personaggio di altissimo spessore: un cattivo shakespeariano!!!
Tecnicamente parlando è un'opera pefetta: celebre il piano-sequenza iniziale.
Da vedere assolutamente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  15/10/2007 17:04:40
   10 / 10
Che cosa sono il cinema e il male?

Il cinema e il male sono un lungo pianosequenza che entra nei personaggi senza soluzione di continuità, un filo che lega, o meglio, "tocca" tutti riempendoli di fascino e grandezza.
Il cinema è un'arte referenziale delle altre arti, anche opposte tra loro, ma indipendente nel suo essere un'estetica del linguaggio figurativo unica.
E anche il male è un'unione di contrasti, in questo caso etici, legati da imprescindibili ragioni e la cui fascinazione deriva proprio dal suo essere lontano e indefinibile.
E ovviamente il concetto di cinema e di male di Welles sono sempre intesi nel senso più shakespeariano del termine e cioè come strumento di grandezza: "Touch of evil" ovvero "Il cinema e il male d'autore".

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Ultima risposta 09/11/2007 16.40.58
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