niente da nascondere regia di Michael Haneke Francia, Austria, Germania, Italia 2005
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niente da nascondere (2005)

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locandina del film NIENTE DA NASCONDERE

Titolo Originale: CACHE'

RegiaMichael Haneke

InterpretiDaniel Auteuil, Juliette Binoche, Annie Girardot, Bernard Le Coq, Daniel Duval, Maurice Bénichou, Walid Afkir, Lester Makedonsky, Nathalie Richard, Denis Podalydès, Caroline Baehr, Christian Benedetti, Loïc Brabant, Aïssa Maïga, Jean-Jacques Brochier, Paule Daré, Louis-Do de Lencquesaing, Annette Faure, Hugo Flamigni, Peter Stephan Jungk, Diouc Koma, Marie Kremer, Nicky Marbot, Malik Nait Djoudi, Marie-Christine Orry, Mazarine Pingeot, Julie Recoing, Karla Suarez, Jean Teulé, Philippe Besson

Durata: h 1.57
NazionalitàFrancia, Austria, Germania, Italia 2005
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2005

•  Altri film di Michael Haneke

Trama del film Niente da nascondere

Georges, intellettuale borghese che conduce un programma televisivo di letteratura, è un felice padre di famiglia. Le sicurezze della sua esistenza protetta si incrinano quando comincia a ricevere strani messaggi, impossibili da codificare: videocassette con immagini sue e dei suoi familiari ripresi di nascosto dalla strada, inquietanti disegni infantili e violenti. Georges non ha idea di chi possa mandarglieli, ma quando il contenuto delle cassette diventa più personale, appare evidente che il mittente è qualcuno che lo conosce molto bene. Georges è sempre più preoccupato per sé e la sua famiglia, e anche il rapporto con la moglie comincia a compromettersi...

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Voto Visitatori:   6,61 / 10 (81 voti)6,61Grafico
Miglior regia (Michael Haneke)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior regia (Michael Haneke)
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Voti e commenti su Niente da nascondere, 81 opinioni inserite

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76mm  @  27/06/2024 12:31:59
   7 / 10
SPOILER
Sono abbastanza stupito nel leggere che il finale di questo film risulti per alcuni incomprensibile o che comunque a qualcuno resti il dubbio su come si siano svolti i fatti.
Il piano sequenza finale davanti alla scuola chiarisce le cose (o le confonde, a seconda dei punti di vista) giusto ai più distratti, ma le risposte c'erano già tutte anche prima.
Chi poteva essere a conoscenza della storia d'infanzia di Auteuil?
Chi poteva aver posizionato una telecamera nella casa di Majid, proprio nel punto dove ha fatto sistemare l'ospite?
Come avrebbero potuto i due algerini attuare il loro piano senza una "talpa" all'interno dell'altra famiglia (e chi avrebbe potuto mettere la videocassetta all'interno dell'abitazione quando Auteuil esce in strada per vedere chi ha suonato il campanello)?
Le cose si sono svolte più o meno così:
Majid, che a distanza di 40 e passa anni ancora non ha digerito il torto subito (assurdo dare la colpa ad Auteuil, che all'epoca aveva sei anni… piuttosto ci sarebbe da chiedersi come i suoi genitori, descritti peraltro come amorevoli anche nei confronti del figlio degli algerini, avessero potuto rovinare la vita di un bambino per una scaramuccia da nulla), vede l'altro in televisione, lo riconosce e gli sale la rabbia ripensando alle possibilità che gli sono state negate nella vita, per cui coinvolge il figlio nella storia delle videocassette (non è importante sapere chi dei due facesse materialmente le riprese), inizialmente forse solo come scherzo di cattivo gusto, giusto per rompere un po' i cojoni.
Poi la situazione sfugge loro di mano con l'arresto per il presunto rapimento del figlio di Auteuil (dove non c'entravano nulla) e Majid si rende conto che questo suo odio atavico ha rovinato la sua vita e rischia di rovinare (probabilmente lo ha già fatto) anche quella di suo figlio, decidendo pertanto in un impeto di follia di farla finita proprio davanti agli occhi di Auteuil, in un supremo atto di sdegno.
Il figlio di Auteuil, avvicinato in qualche modo dall'altro (che probabilmente già teneva d'occhio la famiglia da qualche tempo), decide per motivi imperscrutabili di rendersi complice dei due algerini (forse la cosa gli viene presentata come uno scherzo innocente e visto che ha un po' il dente avvelenato nei confronti della madre accetta senza farsi troppe domande, in fondo ha 12 anni).
Il già citato piano sequenza finale non ha una chiara collocazione cronologica… potrebbe essere avvenuto dopo i fatti ma anche prima, rappresentando cioè il momento in cui i due figli si mettono d'accordo per attuare il piano ai danni dei genitori di Pierrot…io propendo per questa ipotesi, ma non è che cambi chissà cosa.
Cosa rimane di poco chiaro?
Comunque, come è già stato fatto notare da altri, non ci troviamo di fronte ad un classico whodunit alla Agatha Christie per cui non è poi così importante che tutto sia spiegato nei minimi dettagli (anche se per me è tutto chiarissimo)… l'intenzione del regista è quella di mettere alla berlina l'ipocrisia della classe borghese, cosa che fra l'altro si ritrova, in maniera a lungo andare sempre più banale e sfiatata, in tutta la sua filmografia sia precedente che successiva, oltre a voler fare un accenno forse un po' pretestuoso alla mai sopita questione algerina.
La trovata del piano sequenza "rivelatore" ritorna nel finale di quello che considero il capolavoro di Haneke, ovvero "Il nastro bianco", con la differenza che in questo caso non viene fornita alcuna risposta agli interrogativi della pellicola.

Kit Carson  @  02/04/2023 20:47:11
   7 / 10
Film che ho letteralmente odiato. Metto 7 perchè è un signor film, e perchè Haneke è un signor regista, ma una volta che le luci si accendono, cominciano a spuntare molti punti interrogativi, i quali continuano a fluttuare nell'aria e nella testa, tutti in attesa di risposte


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Thorondir  @  26/02/2019 12:00:06
   8 / 10
Quel sadico di Haneke ha plasmato un film asettico fino a far fastidio, reale, crudo, spigoloso, privo di musica, limitato e pochi movimenti di macchina (e diversi piani sequenza) che lo rendono un gioiello lontano dalle produzioni attuali. Il suo è un cinema profondamento europeo, ma soprattutto personale, autoriale e intimista: nella storia della coppia minacciata da queste cassette, c'è l'esposizione del senso di colpa, la paura e l'insicurezza dell'alto borghese che dimentica il suo passato, così come lo ha fatto la Francia in Algeria, rimuovendo una devastante dominazione coloniale e i cui echi sono rintracciabili ancora oggi. Così la storia del nostro critico diventa la rielaborazione del senso di colpa di un'intera nazione e Haneke non poteva raccontarlo che attraverso il suo stile talmente asciutto e minimale da essere crudele nella sua ricerca di realismo e asetticità.

kafka62  @  25/02/2018 18:06:21
   7 / 10
Georges Laurent, affermato conduttore televisivo, uomo colto e benestante con famiglia borghese modello, riceve un giorno una videocassetta anonima in cui si vede l'ingresso della propria abitazione e che ingenera in lui l'inquietante sospetto di essere spiato. A questa prima videocassetta ne seguono altre dello stesso tenore, insieme a disegni e cartoline. Haneke mette subito lo spettatore in medias res, senza preamboli, calandolo in un anomalo thriller senza colpevole; o meglio, il colpevole c'è, ma esso alla fine altri non è che l'apparente vittima. Infatti l'anonima persecuzione fa riaffiorare nella mente del protagonista ricordi di infanzia da lungo tempo rimossi, e in particolare la figura di un bambino algerino che i suoi genitori volevano adottare, e che invece lui, con false accuse, condannò all'orfanotrofio, rovinandogli la vita. Haneke, come ben sa chi conosce il suo cinema, non si preoccupa troppo della verosimiglianza (in Funny games faceva addirittura tornare indietro la pellicola, cancellando letteralmente la morte di uno dei due giovani teppisti), non si cura che alla fine tutto torni, e difatti in Niente da nascondere egli non dà (non vuole dare) un nome e un volto all'autore delle videocassette. Il regista frustra abilmente le attese più ovvie dello spettatore, la cui attenzione era stata all'inizio catturata con l'avvincente mcguffin giallo, lo getta di colpo in un film completamente diverso, ossia la storia di uno scavo nel passato scabroso di un uomo e negli scheletri nascosti nei suoi armadi (e metaforicamente in quelli di un'intera nazione, colpevole di una sciagurata politica colonialista in Nord-Africa), e tutto questo lo fa con un'impietosa e quasi sadica crudeltà psicologica, che non si ferma neppure di fronte alla impotente visione di un suicidio in diretta e all'imbarazzante colloquio con il figlio della vittima, Majid (che altri non è che il bambino che Georges molti decenni prima aveva infamato). A parte queste scioccanti e sorprendenti sequenze, il film si compone per lo più di lunghi piani sequenza, di tempi morti e di dialoghi reticenti: in questa scelta stilistica anti-spettacolare sta a mio avviso il senso più profondo e paradigmatico del film, ossia lo scarto tra ciò che si vede in superficie e tutto quello che invece sta dietro lo specchio, il passato rimosso, le colpe dimenticate, le responsabilità negate (in questo senso il simbolico artefice delle riprese ben potrebbe essere individuato, religiosamente parlando, nella coscienza, o, freudianamente, nel subconscio, e la prossima vittima-colpevole, come sembra suggerire l'ultima sequenza davanti alla scuola di Pierrot, essere addirittura il figlio, emblema di una generazione che si porta addosso il peccato originale dei padri).

pinhead88  @  18/07/2013 21:21:45
   7½ / 10
Titolo italiano completamente idiota, sembra il titolo di un film con Richard Gere che fa l'investigatore privato in un night club, fancùlo.
Cachè è un film che possiede tutti i connotati del cinema di Haneke, freddo, distaccato, crudele e inquietante.
Niente viene spiegato, niente viene mostrato, il fulcro della storia è avvolto nel mistero ed aperto a più interpretazioni.
Un tema che verrà in seguito ampliato e consolidato ne ''Il Nastro Bianco'' dello stesso Haneke.

danielplainview  @  23/01/2013 11:22:13
   7½ / 10
Se un film così lo girasse qualsiasi altro regista non raggiungerebbe la suffcienza. Solo Haneke riesce a dare un'anima al film e inizia a consolidare le basi per quello che sarà il suo caplavoro assoluto: Il nasto bianco.
Sconsigliato a chi cerca sempre e comunque di trovare una risposta a tutte le domande.

C.Spaulding  @  16/08/2012 18:54:46
   6 / 10
Adoro il cinema di Haneke ma questo film non mi è piaciuto. La storia è anche interessante e originale ma non è sviluppata molto bene e a tratti risulta noiosa e monotona...poi il finale a mio parere e una vera *******ta. Questo grande regista ha fatto di meglio. Tuttavia si tratta sempre di Haneke e tutti i suoi film sono di qualità quindi non gli si può dare un'insufficienza.

guidox  @  11/02/2012 15:27:51
   7 / 10
innegabilmente una gran prova alla regia, con uno stupendo senso del particolare e tecnicamente da applausi.
tempi morti ben dosati, atmosfera garantita, ottima la tensione che si autoalimenta pur non basandosi su grandi colpi di scena.
perfetto anche l'alone di mistero che ci accompagna per tutta la durata del film e anche oltre.
purtroppo su tutti questi aspetti positivi, pesa in maniera notevole quel senso di forzatura che abbassa sensibilmente il gradimento della pellicola, dal momento in cui (non) si spiegano diverse cose nella semplice logicità e risulta sin troppo facile lasciare tutto sospeso, dando un senso di comoda scorciatoia piuttosto che di originalità e genialità.

Tuonato  @  03/02/2012 16:24:43
   8 / 10
Haneke.
E' così, inutile rosicare o lamentarsi di presunti buchi di sceneggiatura o di un finale che non spiega (e chi l'ha detto che deve esserci?).
Prendere o lasciare.
Gran film, stupisce e cattura.
E ti fa porre tremila quesiti ai quali non avrai mai risposta.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  25/05/2011 15:25:57
   8 / 10
Anche in questo caso sono rimasto confuso sul voto da assegnargli. Il maledetto Haneke mi pone sempre questo tipo di dubbio e non è solo una questione di voto,la domanda è: il film mi è piaciuto? Sicuramente si,già alla prima visione. Non mi sono minimamente infastidito per le cose che non vengono risolte e per l'enigma che resta tale,forse un tantino per delle scene lunghissime e lente che lavorano sulla percezione dell'immagine,tema fondamentale per l'austriaco. Però ci ho pensato per tutto il giorno e ho deciso di rivedermi la seconda parte per timore mi fosse sfuggito qualcosa,inutilmente dato che la trama è quella e non cambia. Anzi il finale accresce l'enigma e lo rende ancora più mostruoso e inquietante; l'unica cosa sicura è che ancora mi ronza in testa e per questo è di sicuro una pellicola di grande valore.

Capisco anche gli innumerevoli voti bassi e le bocciature. Le premesse sono quelle da thriller tradizionale,molto suggestive: una famiglia riceve in continuazione videocassette anonime con riprese della strada dove abitano,accompagnate con disegni infantili sempre più inquietanti e presagio di qualcosa di orribile. L'incipit ricorda vagamente quello di Strade Perdute di David Lynch,ma ovviamente Haneke porta il suo discorso e la sua opera in tutt'altra direzione. E allora il mondo che ci mostra è quello vuoto e disumanizzato di un'umanità che non ammette innocenza,dove i bambini sono forse i carnefici più grandi. Il finale rafforza questa tesi. Mentre il protagonista Georges da vittima diventa l'uomo che ha qualcosa da nascondere,un segreto innocente radicato nel passato che tanto innocente non è e che porta a delle conseguenze che Haneke sembra reputare gravissime. Non a caso il filtro della televisione ci mostra gli accadimenti storici nel mondo,e Caché è un film anche apertamente politico in cui il regista inserisce il dramma dell'Algeria con la solita radicale visione. E poi bisogna ovviamente citare anche lo sfascio della famiglia di Georges,chi vedrà il film ne trarrà le dovute conclusioni: anche il dettaglio apparentemente più insignificante o destabilizzante,che pare non avere nulla a che fare con la trama,nasconde un'enigma nell'enigma come ad esempio le frecciate del figlio alla madre troppo vicina ad un amico di famiglia. Per Haneke le colpe dei padri non solo ricadono sui figli ma la spirale continua in un gioco al massacro evidentemente pessimista ed infinito.
Ovvio che questo è però relativo data la struttura aperta di una sceneggiatura che non da risposte e fa solo tante domande.

Paurosa la regia che come suo solito getta lo spettatore in un'atmosfera in cui tutto accade con una brutalità asettica e glaciale. C'è in particolare una sequenza di morte (oltre a quella del sogno del protagonista con la gallina) che sconvolge e lascia di sasso.

Tom24  @  02/02/2011 18:02:04
   8½ / 10
Funny games non mi è piaciuto, film perverso e gratuito, ma questo è davvero un capolavoro. Tematiche simili al più recente "il nastro bianco", sono film da non perdere.

JOKER1926  @  08/10/2010 18:03:58
   7 / 10
Dal regista di "Funny Games" (Michael Haneke) nasce un ottimo film "Niente da nascondere".
La trama è curiosa e di sicuro interesse, la pellicola è praticamente un Thriller con incursioni ritmiche nella drammaticità, il tutto avvolto in un clima di mistero che alle volte è causa di una ferrea, stagnante tensione.

Già dal sarcastico titolo, "Niente da nascondere" traspare il concetto della regia, prodotto assai caratteristico costruito da Michael Haneke senza l'uso della musica, il film è composto da inquadrature che portano silenzio, paura e monotonia nell'animo del pubblico, praticamente non mancheranno vuoti di silenzio che giocano una carta molto importante e regalano al film una robusta vena di "tipicità" innalzando "Niente da nascondere" ad un vero e proprio film d'autore, sia per la tecnica di regia sia per il contenuto.
Lo scopo del film è quello, tramite le immagini, di strutturare emozioni, inusuali sensazioni al pubblico portandolo nei panni (o quasi) dei protagonisti facendo respirare loro un'area malsana, di inganni e di presunti bluff; tutto in modo pacato, elegante e molto verosimile.
La regia punta il dito verso la borghesia, la famiglia borghese che cerca e crede di essere "perfetta", chiudendosi in un limbo di cultura (lo scenario coi libri potrebbe fungere da sottilissima metafora) e diffidando del mondo esterno, in questo meccanismo non mancano noie e immane desolazione, spavento per i personaggi coinvolti in un disegno bizzarro ove sorgono dubbi e poche certezze.
Poche certezze anche nel finale, ma la regia risulta essere all'altezza lasciando (magari) qualche analisi individuale allo spettatore, più concettuale che narrativa si intende.

"Niente da nascondere" è un film pienamente riuscito, cattura l'animo e chiude le emozioni in una macchina di cinismo oscura, lenta e freddissima.

Manu90  @  06/09/2010 09:04:22
   6 / 10
Una delusione per me. Lo stile narrativo e la regia di Haneke mi piacciono molto, tuttavia qui non ho trovato il coinvolgimento che speravo. Insomma, non mi ha emozionato, forse per via della storia che tutto sommato non è un granchè. Decisamente migliori "Il Natro Bianco" e "Funny Games".

axel90  @  07/06/2010 13:28:42
   7½ / 10
Haneke non si lascia incantare, non si lascia mai conquistare dalla convenzionalità o dalla facile presa del pubblico. E' un dato di fatto e bisogna accettarlo. Oltretutto le sue opere sono di una psicologia lugubre e mostruosa, inquietante ma totalmente essenziale e realistica (ed è per questo che le sue opere fanno veramente paura). Il gioco del detto e non detto, delle bugie e della verità che non viene rivelata, un thriller che si maschera perfettamente per dare origine ad un terribile gioco di inseguimenti, riprese voyeuristiche da una telecamera nascosta ma allo stesso tempo presente e invisibile ai più. Soppressione, sensi di colpa, rimorsi, segreti e misteri si fondono in maniera esasperante in una pellicola che condanna il mondo occidentale, condanna la sua meschinità e la sua supremazia il suo potere nei confronti dei più deboli (in questo caso stranieri e bambini). Non c'è scampo al futuro (emblematica l'ultima scena), in un circolo vizioso senza fine. Alla fine non ci sono risposte, niente soluzioni. Guardiamo il film come fossimo noi le spie. Dopotutto non sappiamo di esserlo?

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  20/04/2010 12:16:11
   8 / 10
Un'affascinante e coraggiosa riflessione sul potere dell'Immagine.
Cachè può essere considerato il naturale prosieguo concettuale iniziato dal regista austriaco in Funny Games. Haneke avverte lo spettatore sin dalla prima scena che l'immagine non è affidabile, o almeno non lo è al 100%. Se siete disposti ad accettare che non avrete risposta a parte delle domande che vi sarete posti durante la visione allora apprezzerete molto questo film.

BlackNight90  @  05/03/2010 20:41:49
   8½ / 10
Caché. Mai visto un film dove a dominare così tanto è il segreto, il non detto, la reticenza, l'inganno e la bugia; elementi tipici di un thriller, peccato che con Haneke la convenzionalità va a farsi friggere. Il finale, immagino abbia fatto inca.zzare parecchi (non sarà l'ultima volta visti gli altri suoi film), prova ulteriore che l'austriaco se ne frega altamente del pubblico e delle sue aspettative.
Mentono le immagini (già dalla prima inquadratura!), mente in modo vergognoso Georges, il protagonista, in teoria la vittima, quello per cui lo spettatore dovrebbe tenere: ma non ci sono né eroi né innocenti nella visione di Haneke, men che meno i bambini.
Caché, il segreto che svela la fragilità e l'ipocrisia della famiglia borghese, e quindi della società francese (in generale quella europea), che ha dimenticato per convenienza le vere vittime del suo passato da dominatrice: c'è sempre un occhio di riguardo di Haneke nei confronti della Storia (soprattutto quella vista attraverso la tv, come nei suoi precedenti '71 frammenti').
E' un cinema, quello dell'austriaco, che desta sentimenti fortissimi e contastanti, e costringe a ragionarci su per diverso tempo, anche se la sua lentezza esasperante può scoraggiare pure i più valorosi.

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Ultima risposta 05/03/2010 22.07.23
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viagem  @  04/02/2010 15:42:43
   5½ / 10
Questo film per me è stata una grande delusione, forse per le aspettative esagerate che vi avevo riposto. Ottime sicuramente le interpretazioni di Auteuil e della Binoche, ma le riflessioni che genera nello spettatore sul senso di colpa le ho percepite un po' forzate. Il film mi è parso molto costruito: da un punto di vista emotivo non mi ha coinvolto nè tanto meno inquietato.

gandyovo  @  04/01/2010 18:16:29
   8 / 10
film da vedere e rivedere

paride_86  @  28/12/2009 03:46:01
   7½ / 10
Mediante uno stratagemma narrativo inquietante, Michael Haneke indaga l'ipocrisia e il senso di colpa della società occidentale nei confronti di quella mediorentale. Lo stratagemma delle videocassette è scopiazzato da "Strade Perdute", ma si può perdonare.
"Niente da nascondere" è un film intelligente che va guardato con molta attenzione, bisogna prenderlo sul serio guardando al di là degli eventi che scorrono sullo schermo.

TheLegend  @  08/11/2009 22:59:50
   7½ / 10
Film in cui l'interrogativo a cui daremo più peso per tutta la durata si rivelerà in realtà quello meno importante.
è molto più importante l'analisi psicologica degli avvenimenti e capire come anche una piccola azione possa avere conseguenze devastanti sulla nostra vita e su quella degli altri.
Sicuramente questo film vi farà discutere e pensare nel tentativo di trovare una soluzione e potrà anche lasciarvi con l'amaro in bocca se non ne saprete cogliere la vera essenza.

margò  @  11/09/2009 15:54:13
   5½ / 10
Questo film mi ha scovolto...me l'hanno regalato non capisco per quale motivo...

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  11/09/2009 15:48:52
   7½ / 10
Bello. Film complesso e molto psicologico.
Terminata la visione si può rimanere un po sconcertati e con la sensazione di non averci capito molto, potrebbe necessitare di un'ulteriore visone.
Pellicola di qualità, probabilmente non adatta a tutti.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  15/06/2009 14:38:10
   9 / 10
Capolavoro di Haneke, che coinvolge lo spettatore in un processo metafilmico di matrioske, colpendolo allo stomaco con un senso di oppressione quasi insostenibile.
Georges è il senso di colpa per il tradimento di un debole, è la Francia opprimente contro l'Algeria oppressa, è il tiranno menzognero ed opulento contro il suddito ciecamente ubbidiente, è lo scheletro tirato fuori dall'armadio, che si ritrova di colpo nudo come nella

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Georges è l'emblema di ogni oppressione, come rappresentato dalla magnifica scena della telefonata di Juliette Binoche all'amico del proprio figlio, mentre il televisore in sottofondo trasmette una serie di immagini senza soluzione di continuità di deboli vessati (Iraq) o al potere (i Sikh in India), in un quadro di rimandi sottotraccia dal profondo significato simbolico.
Strepitosi gli attori, come sempre con Haneke, che si conferma il miglior regista sulla piazza.

13 risposte al commento
Ultima risposta 16/06/2009 20.35.05
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Jumpy  @  30/03/2009 14:35:08
   7 / 10
Un film basato sul non detto, un thriller che stravolge completamente i canoni lasciando molto all'intuizione (ed all'attenzione) dello spettatore, da vedere anche se mi ha dato l'impressione di un'opera incompiuta

lupin 3  @  13/03/2009 16:48:10
   3 / 10
Era da tanto che non beccavo un film così lento e noioso, lo devo ammette mi sono annoiato e non poco.
Forse l'intento del regista era quello di incuriosire lo spettatore con le videocassette, forse voleva far riflettere sulla colpa, sul senso di colpa e sull'impossibilità di sfuggirne, ma ripeto a me non è piaciuta.
La stuttura e lo svolgimento del film mi è sembrata insipida e noiosa (personale opinione).
Non ho visto tanto di questo regista ma so solo che NIENTE DA NASCONDERE e FUNNY GAMES non mi sono andati giù e scommetto che per il remake la situazione è la stessa.
L'unico che ho visto di Michael Haneke che mi è piaciuto veramente tanto è LA PIANISTA!

Ciaby  @  24/12/2008 12:55:44
   10 / 10
Mpo1  @  03/09/2008 23:13:34
   8 / 10
Gelido, inquietante, girato benissimo. Film sulla colpa e soprattutto sull’impossibilità di sfuggire al senso di colpa.
Le intenzioni (e le interpretazioni) politico-sociologiche appaiono un po’ scontate e semplicistiche e tolgono interesse al film, che è soprattutto un’opera psicologica, oltre che una riflessione sul rapporto tra la realtà e la sua rappresentazione, e sull’ambiguità della visione.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  04/08/2008 23:01:07
   8 / 10
I "frutti" di una colpa negata sono delle videocassette che mettono il protagonista di fronte alla propria coscienza sporca, demolendo un equilibrio solo apparentemente solido della sua famiglia. Haneke è un autore spietato, con poche concessioni verso finali rassicuranti. In questo film i personaggi principali, e non solo il protagonista, hanno qualcosa da nascondere e l'inquadratura finale invece di svelare la soluzione, ingarbuglia ancora di più le carte rendendo il finale ancora più aperto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  25/07/2008 14:10:21
   8 / 10
Geniale e coraggioso.
Dopo i due Funny Games, questo è il film che mi ha convinto a vedere tutta la filmografia di Haneke.
Un dramma mascherato da thriller dove tutto ruota a delle misteriose videocassette di cui non si conosce il mittente. Ma è davvero importante sapere chi le ha inviate?

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Ultima risposta 03/08/2008 12.41.24
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Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  21/07/2008 12:16:02
   8½ / 10
Haneke con questo film scatena un "gioco" e obbliga lo spettatore a partecipare, a tirare le proprie conclusioni. Mostra un terrore invisibile, mai scontato, un continuo stato d’ansia; con un finale che da luogo a mille interpretazioni, perchè il regista gioca costantemente con la realtà e con la finzione.
Le cassette sono forse la metafora dei rimorsi dei protagonisti e della coscienza, quella cattiva; o forse è lo stesso Haneke che invia le cassette nell’affanno di giocare ad essere Di.0 con i suoi personaggi e cercando sempre le reazioni della borghesia.

7 risposte al commento
Ultima risposta 19/10/2009 13.03.29
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  20/07/2008 20:26:10
   9 / 10
Altro sottovalutatissimo capolavoro di Henake, forse il regista più cinico e psicologicamente spietato che mi sia mai capitato di vedere all'opera. Cachè è un gran film fin dalla prima inquadratura, è l'ennesima incuriosne del regista stesso nell'apparentemente tranquilla famiglia borghese con "niente da nascondere", è un potentissimo atto d'accusa contro un mondo popolato da una violenza spesso inconsapevolmente generata, è un film sulle responsabilità con un parallelismo in cui l'austriaco ci obbliga a riflettere (ma questo, aimè, è un compito assai difficile, specie per un pubblico sempre a caccia di facile intrattenimento) ed è molto molto altro ancora...guardare il film concependo solo la natura thriller dell'opera (con conseguente finale aperto per il quale i più hanno superficialmente gridato allo scandalo) è un errore non da poco. Devastante, autocompiaciuto (questo forse si), inquetante come non mai con una scena madre capace di sconvolgere anche un sanpietrino.

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Ultima risposta 20/07/2008 20.27.05
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Invia una mail all'autore del commento Aletheprince  @  07/07/2008 23:58:57
   6½ / 10
Ancora, dopo lo choccante Funny Games, un brillante quanto ostentato esercizio di psicanalisi registica, alla ricerca di una preordinata frantumazione delle mollezze e dei falsi compiacimenti della beata borghesia moderna, polemicamente osteggiandone ogni baluardo di solidità e sconvolgendone il celluloide mondo dorato.
Dalla monocorde, scontata, silente ed ambigua vita di una famigliola "per bene", emergono squarci fragorosi di una repressa inquietudine sociale, dove l'occhio della telecamera sublima ciò che il proprio ego aveva vanamente nascosto fra i remoti angoli dell'oblio.
Il tutto è condito con il solito autocompiacimento (pseudo)narrativo di Haneke, dove l'esasperante lentezza delle scene è un minaccioso grido di allarme contro gli stereotipi della quotidianità.
La storia, in sè, si riduce davvero a poco, anche considerando l'ingenuo presupposto da cui trarrebbe spunto, rievocando un lontano episodio di una primissima e vaga infanzia (seppur fondamentale per la vita del protagonista).
Anche la spiegazione, almeno quella maggiormente plausibile, dopo aver letto alcuni "aiutini" carpiti da altri commenti, appare alquanto banale e persino irrealistica.

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Al di là dello sviluppo narrativo (peraltro modesto), resta la forte denuncia sociale, come pure destano scalpore e non possono lasciare indifferenti diverse scene di alta drammaticità, che ricordano, ancora una volta, le peripezie registiche di Funny Games.
Niente da Nascondere è un film che non può non far riflettere, forse una pellicola incompiuta, ma sicuramente un nuovo colpo nelle coscienze degli spettatori.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  22/06/2008 14:31:37
   7½ / 10
Ottimo film di Haneke del quale si riconosce spudoratamente il tocco (e non solo per la leggendaria prima scena).
Come per "Funny Games", il ritratto borghese presentantoci è composto di un triduo familiare in uno stato di apparente felicità. L'irruzione del mistero, del "terrorismo" nella loro vita porta a una disgregazione della coscienza familiare più che di quella individuale giacchè il finale rivela il ritorno dello stato pacifico, o del torpore caratteristico che vede l'individuo borghese credere di avere la situazione sotto controllo.
Esemplare la sceneggiatura (devastantemente più completa e interessante di quella di "Funny Games") che insiste su una sorta di patetico "sermo cotidianus" borghese con le parole "terrorismo" e "minaccia" che ritornano spesso nella narrazione, ma sono più vuote del vuoto e sono prese dal falso e d esasperato linguaggio televisivo (esemplare la scena della sparizione di Pierrot in cui come sottofondo c'è un servizio al telegiornale su Nassirya). ed è proprio il Diverso, l'Estraneo che mette in crisi, che destruttura l'apparente condizione del "per bene" borghese di Georges e le vittime si scoprirà sono molteplici: i genitori di Georges e di Majid, Pierrot e il figlio nero di Majid, Majid stesso (scena scioccante), la moglie Anne (strepitosa Julie) e ci stanno anche gli amici vessati continuamente dall'infelicità della famiglia di Georges.
A questo punto il protagonista sembra essere l'unico superstite, ma in qualche modo il finale che nega apparentemente allo spettatore la scoperta dello spione (ma rivela che in verità i voyeur siamo noi) apre uno spiraglio notevole sull'unico personaggio in crescita del film, quello ancora non attaccato dalla malattia borghese del "nulla da nascondere": Pierrot il quale lo vediamo parlare con un algerino di chissà cosa...e se quell'algerino fosse il figlio di Majid? la storia continua, però capovolta?
veramente bravo Haneke, peccato per la lentezza esasperante di alcune sequenze.

Taguchi  @  14/05/2008 22:28:55
   8½ / 10
Secondo film di Haneke che vedo (dopo il bellissimo Funny Games) e devo dire che è un'opera veramente particolare che spiazza e sorprende lo spettatore/voyeur dell'immagine. Tutto è spiato e nessuno spia, sta allo spettatore dare un senso a ciò che è mostrato.
Haneke non risparmia nessuno e mostra il lato più orrendo dell'uomo, le sue debolezze e il suo cinismo di fronte al destino e alla decisione.
Girato con uno stile asciutto e freddo (quasi documentaristico) spaventa perchè fin troppo realistico e quindi scioccante.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gardner  @  30/11/2007 12:15:47
   1 / 10
Quando l'ambizione di puntare in alto non è supportata da una capacità di fare. Due bravi attori sprecati e attoniti di fronte a tanta pochezza. Vorrebbe essere ma non riesce............ Con tutta la terra che c'è da zappare......

sonhador  @  27/10/2007 15:00:44
   6½ / 10
filmetto un minimo coinvolgente dal finale aperto a diverse interpretazioni..

Invia una mail all'autore del commento bouree  @  31/08/2007 11:47:13
   5 / 10
poteva essere migliore.. il fatto di non spiegare il finale mi lascia perplesso. troppo lento

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  09/07/2007 11:38:31
   6 / 10
questo film è un gran bel film, fino al finale, che lascia praticamente tutto in sospeso!! ora la mia domanda è: perchè non spiegare il finale di un thriller?? a cosa serve?? perchè haneke forse vuole che lo spettatore interpreti a proprio modo il film?? è un cavolo di thriller, non mi interessa di farmi delle idee proprie, io voglio sapere come va a finire e voglio che tutti i nodi vengano al pettine!
ci sono rimasto veramente male, peccato, perchè poteva essere un gran film...
lascio i punti che sono rimasti in sospeso nello spoiler, magari qualcuno ne vuole discutere!!

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11 risposte al commento
Ultima risposta 01/04/2010 18.06.11
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jmarra  @  25/05/2007 16:19:37
   7 / 10
nell'insieme mi è piaciuto soprattutto per gli interpreti e per lo sguardo freddo e distaccato di haneke.ho una curiosita da chiedere in una recensione ho letto che l'untima sequenza alla fine dei titoli di coda svela il mistero purtroppo mi è sfuggita alla prima visione qualcuno ne sa qualcosa? grazie

PetaloScarlatto  @  08/05/2007 22:41:42
   9 / 10
Leggermente inferiore al capolavoro di Haneke "Funny games" ( assieme a Benny's video, qui non presente nelle recensioni ), Niente da nascondere l'ho valutato al meglio ad una seconda visione...

E' la storia di una coppia che si trova a fare i conti con qualcuno che minaccia la loro intimità, riprendendo la loro casa prima e, via via, sempre più dentro il corpo reso vivo dell'appartamento, i corridoi etc etc...


Un pò come in strade perdute, solo che nel film di Lynch l'elemento soprannaturale prendeva il sopravvento, qui a farla da padrone sono i sensi di colpa, i rimpianti per esistenze dstrutte, maciullate, macerate...

Grandiose interpetazioni e un finale che non spiega, non risolve, lascia sul palato il gusto amaro dell'incomprensione...

Capolavoro

Beefheart  @  13/03/2007 15:41:13
   6 / 10
Che dire? Purtroppo poteva essere un filmone e invece è solo una gran perdita di tempo, incompiuta e senza senso. Suppongo volesse essere un thriller metafisico (inevitabile il parallelo con "Strade Perdute" di Lynch che lo rende anche poco originale), altrimenti non mi spiego la sua oggettiva inspiegabilità.
Peccato davvero per l'ottima recitazione dei protagonisti, per la trama accattivante, per il taglio minimalista ed essenziale che conferisce cruda raffinatezza a tutto il film. Peccato per la sapiente regia che spicca sia dai movimenti di camera, che, in egual misura, dalla sua immobilità. Peccato per il montaggio, scaltro e sorprendente. Sceneggiatura, dialoghi, fotografia, tutto azzeccatissimo, tranne il non-finale che mozza drasticamente il film, privandolo di senso e lascinadolo a "dimenarsi" di spasmi incontrollati come una gallina a cui si recide il capo. Peccato.

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  05/02/2007 22:43:59
   8½ / 10
Il film inizia con un'inquadratura fissa su una strada poi uno stop, rewind e la storia si immerge nel mistero.
Come nel bellissimo "Strade Perdute" di Lynch ci troviamo di fronte a misteriose videocassette che ritraggono la vita privata di una coppia (Georges/ Daniel Autiel e Anne/ juliette Binoche), poi telefonate, disegni macabri.
Con intelligenza Michael Haneke mischia continuamente i piani di realtà e rappresentazione, si pensa di assistere ad una scena dal vero e all'improvviso le immagini accelerano: era una cassetta.
In questo film trovo molto bella la forza della parola, del detto e non detto, dei dialoghi ( bellissimo quello tra Georges e la madre (Annie Girardot).
Il fantasma che riappare a Georges dal suo passato, un peccato da bambino, un episodio che coinvolse una famiglia algerina vissuta nella casa paterna negli anni 60, porterà al drammatico finale.
Il regista tiene a sottolineare il senso di colpa che tutti, in particolare i ricchi occidentali, hanno verso il terzo mondo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  13/12/2006 17:22:26
   7 / 10
è un film che ha diviso la critica...alcuni lo considerano un capolavoro anche per il modo originale in cui è girato e per il finale innovativo...altri lo considerano un'opera sopravvalutata proprio per lo stesso motivo,e cioè il finale "strano"...io mi voglio mettere a meta' strada perche il film mi ha intrigato per davvero anche se ti lascia un po di amaro in bocca...
certo non capisco la media cosi bassa (al momento 5,96)

frangipani79  @  10/11/2006 02:55:55
   4½ / 10
Ci sono film e registi che ancor prima di aver scritto una sola riga della sceneggiatura già hanno il premio pronto in qualche film festival. E' il caso di Haneke, ma la lista si può allungare ai Dardenne, ad Atom Egoyan o Winterbottom.
Niente da nascondere è partito in quarta, non era ancora stato visionato un fotogramma che già si gridava al capolavoro assoluto.
Un pizzico di modestia in più, un po' più di prudenza non avrebbe leso a questo film, senz'altro con un certo fascino, non si può negare, ma scopiazzato da un Shyamalan o da quella galassia di film in cui si ricevono videocassette minacciose.
Detto questo, che non è poco, il film è assolutamente nella media. Incuriosisce quel tanto che basta per restare svegli, gli attori sono bravi, ok, ma i dialoghi e le situazioni sono terribilmente trascurati. Le discussioni non sono credibili, come è poco credibile un tale comportamento con un figlio 12enne che non torna a casa per una notte. La questione degli algerini disadattati è trattata con superficialità estrema.

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In definitiva è un film elegante, ma terribilmente vuoto e superficiale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  07/11/2006 11:32:36
   7 / 10
Film molto affascinante che tratta vari temi convergenti in quello base che è la rimozione volontaria di un qualcosa di oscuro commesso in passato. Trovo geniale l'inquadratura iniziale, così come trovo spietato il ritratto della media borghesia che esce da questo film. Straordinaria l'interpretazione di Auteuil ed anche quella di J. Binoche. Un film apparentemente freddo, ma in realtà molto intimo e personale, soprattutto perchè lo spettatore è nella posizione di colui che spia la vita di una famiglia in ogni suo aspetto. Unica pecca è la lentezza di alcune scene.

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Ultima risposta 23/06/2008 10.45.40
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bonny0clide  @  02/09/2006 23:50:05
   4 / 10
Premetto ke il film nn mi è piaciuto, forse xkè nn l'ho ben capito, dico la verità! Le recensioni parlano di "...1 film al limite dell'incomprensibilità", credo ke sia vero! Proprio xkè nn ho capito molto di qst film...

MI SAPRESTE DIRE KI HA INVIATO ALLA FINE QUESTE CASSETTE???????????!!!!!!!!!!

X favore rispondetemi!! Vi ringrazio!

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Ultima risposta 08/11/2006 01.32.14
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Diames  @  15/05/2006 12:02:25
   7½ / 10
Ho solo qualche perplessità sul finale, che a mio avviso avrebbe meritato una maggiore trasparenza (anche se in effetti non sarebbe stata in totale sintonia con il film, comunque, trattandosi di un film appunto, e non di un saggio, ci sono alcune esigenze estetiche e narrative che, se si vuole girare un film "completo", si devono rispettare). Per il resto mi è sembrato davvero un bel film. Suppongo che riguardandolo riuscirei a farmene un'opinione migliore, ora parlo basandomi sulla prima impressione. Haneke dimostra per l'ennesima volta di essere estremamente cervellotico (forse troppo?), ma allo stesso tempo conferma di essere un bravo (ed originale) regista in continua "evoluzione".
Il difetto (ma allo stesso tempo peculiarità) dei suoi film, per quanto mi riguarda, è che sono quasi più belli nel ricordo dello spettatore, nella fase quindi di post-visione, che nella visione stessa. Mi auguro che Henake riesca a risolvere, almeno in parte, questa "menomazione cinematografica"; il risultato potrebbe essere davvero stupefacente.

Feedback  @  15/05/2006 09:01:17
   4½ / 10
Film noioso e con parecchie assurdità.

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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  27/04/2006 13:15:18
   8 / 10
Difficile commentare questo film, sia perchè già è stato scritto molto, sia perchè lascia effettivamente senza parole, a partire dalla prima inquadratura fintamente rassicurante seppur estenuante nella sua durata, che ci dà immediatamente il metro della cifra narrativa del regista.
"Niente da nascondere" (a partire dal titolo italiano che per una volta rende giustizia a un film) è un lavoro bellissimo e spiazzante, sulla rimozione della colpa, sulla disgregazione della famiglia, sul conflitto tra culture diverse che tuttavia rimane sullo sfondo del dramma personale di due uomini: vittima e carnefice, legati da un avvenimento lontanissimo e doloroso.

E Haneke racconta in modo raffinatissimo la vicenda, spiazzandoci continuamente con depistaggi e scene incidentali che ci portano verso una soluzione che sembra a portata di mano ma non viene mai raggiunta.
Il finale aperto, pur lasciando qualche dubbio, ci presenta una realtà ancora peggiore di quella che avremmo potuto immaginare, lasciandoci senza speranza a contemplare l'abbrutimento della società contemporanea.

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Ultima risposta 27/04/2006 15.33.04
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piernelweb  @  04/04/2006 00:32:49
   4 / 10
Il fatto che un film come "Niente da Nascondere" vinca riconoscimenti a Cannes e trionfi all'European Film Awards è una palese evidenza di come il cinema Europeo sia malconcio e ridotto ai minimi termini. Haneke, alla ricerca dell'opera consacrante, gira un film di una noia mortale che non trova soluzioni convincenti nè nella sceneggiatura nè nell'interpretazione. Poco importa se il finale chiarificatore (mi è stato suggerito che nella scena conclusiva davanti alla scuola si vedono Pierre ed il figlio di Majd dialogare; completamente anestetizzato non me ne ero neppure accorto)sublima "alti" messaggi antirazziali di incerto spessore; un film non può ridursi soltanto a questo: ci vuole una capacità narrativa, uno script, un montaggio, una fotografia, un'interpretazione adeguati ad intrattenere il pur bendisposto e preparato pubblico. Nelle lunghe sequenze fisse non si intravede nessuna grandezza artistica del regista; nè tantomeno negli abulici duetti tra i protagonisti. Evidentemente c'è chi ha aprezzato, ma l'impressione è che in mancanza di arrosto si celibrino patate e cipolle. Caldamente sconsigliato. Voto: 4-

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Ultima risposta 23/04/2006 01.37.09
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giax-tommy  @  03/03/2006 14:48:30
   5½ / 10
è la prima volta che do un voto negativo.lo do perchè tranne l'idea di fondo che è molto valida risulta essere a mio parere un pò noioso.inoltre per me un thriller che si rispetti deve poi rivelare chi sia il colpevole!e lo si deve fare anche in modo illuminante.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR tylerdurden73  @  06/02/2006 10:21:49
   6 / 10
Premetto che mi piace molto Michael Haneke,purtroppo pero' questa volta il regista austriaco mi ha deluso seppur parzialmente...
Ho trovato questo film troppo freddo,non è riuscito a trasmettermi emozioni di alcun genere,a parte un paio di scene in cui si nota tutta la classe del regista...
Non è tanto per lo svolgimento della trama ,che la pellicola non mi ha convinto,credo infatti che le ambizioni di Haneke fossero ben altre rispetto a quelle di girare un noir con soluzione finale dell'enigma,bensi' quelle di mettere in luce il malessere della famiglia contemporanea,acuita dalla presenza di un inquietante avvenimento esterno.
Il risultato ,a mio parere è eccessivamente narcisista,Haneke è bravo,ma qui esagera tentando di strutturare il film in maniera oltremodo criptica quasi ad ostentare le proprie capacita' di filmaker...ritengo inoltre discutibili alcuni spunti della sceneggiatura.
A mio modesto parere un film sopravvalutato,tant'è che anche due attori di gran spessore come Auteuil e Binoche non riescono ad esprimere minimamenta le loro capacita',producendo una recitazione piuttosto monocorde e stralunata.

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Ultima risposta 02/10/2006 13.51.09
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Giulio R C  @  25/01/2006 20:58:41
   8 / 10
un film profondamente perturbante, da non perdere

kurtznow  @  06/01/2006 22:59:44
   3½ / 10
ok film veramente bello; per quanto rigruarda coloro che pensano che non ci fosse niente di "giallo" nella trama, mondiale la trovata per farci capire che il responsabile dell''invio delle cassette è IL FIGLIO: ricordatevi quando Auteuil trova la cassetta sulla soglia di casa: lui esce in strada, poi rientra e la cassetta ostruisce la porta - E'' STATA MESSA DA QUALCUNO che si trova DENTRO casa... veramente da brivido hichtcockiano.
Buona visione a tutti
kurtz

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Ultima risposta 06/02/2006 10.31.52
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marta000  @  04/01/2006 17:40:17
   8½ / 10
appena visto.
la media deve essolutamente essere alzata

YaKu  @  02/01/2006 18:54:03
   3 / 10
premetto che:
mi stanno sui ma.roni a prescindere i film francesi e i finali così

alcune domande:


non leggete da qui SPOLIER (come cazz.arola si mette poi)

1 come si fa a vedere un film per due ore e pretendere che lo spettatore stia attento e riconosca due pi.rla in alto a destra

2 il padre immagino si sia suicidato per l'ulteriore umiliazione, oltre che al ritorno dei suoi ricordi di gioventù, se è così per quale motivo il figlio algerino in combutta con l'altro pi.rla avrebbe spedito le lettere? per far poi venire i 5 minuti e far suicidare il padre???

3 l'altro figlio a parte le se.ghe mentali sulle attività sessuali della mamma per quale motivo si sarebbe messo in combutta, solo perchè è un pistola? o c'è di più e io non l'ho capito, perchè se basta il sospetto di adulterio per piantare sto casino, se li beccava che ciul.avano sul divano cosa avrebbe fatto?

tutto questo per dire tre cose:

a) se si velocizzano le inquadrature e i film non durano per forza due ore a volte lo spettacolo ci guadagna

b) se si da 10 a un film così poi non lamentatevi se danno 8 a troppo belli

c) se si decide di fare un film di tale fattura che ci siano sotto almeno motivazioni sociali valide

d) mai a sei anni dire ai genitori che l'amico ha ammazzato un gallo, che poi non ci pensano ne uno ne due e te lo mandano all'orfanotrofio, poi tuoi figlio in combutta col suo te lo fanno suicidare davanti a te da grande

sgrunt

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Ultima risposta 27/03/2006 13.25.20
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kekkolorusso  @  30/12/2005 15:22:03
   5½ / 10
ma insomma....a mio parere niente di che!.....tutte le dietrologie sono possibiie così come le varie interpretazioni, ma nulla cambia la lentezza di questo film dove solo un occhio sveglio ma dico molto sveglio può cogliere un 30 secondi che ti possono far venire in mente qualche congettura!...ma mettiamo il caso che uno dopo 1h e 52 minuti abbia gli occhi tremanti dallo sforzo per essere stati aperti così a lungo che appena vede comparire i titoli di coda si alza ed esclama a gran voce : ma che cakkio è sta roba!!!!...lui allora è un uomo perso che per troppa foga si è perso i 20 secondi più importanti del film! gli ultimi 20!!!!!! ma dai....ma fatemi il piacere!!!!!

manu76  @  28/12/2005 17:17:38
   4 / 10
Questo, naturalmente premetto che è solo il mio modestissimo parere : è un film insulso.
Il finale non sta in piedi ma in realtà è tutto il film che non sta in piedi. L'uomo che si sgozza dopo 40 anni macerando una lenta vendetta, ( e vabbè che la vendetta è un piatto che si gusta freddo..però qui si esagera!!!!) il figlio che architetta un piano diabolico ai danni del padre, ma perchè poi ??? Boh non si sa la ragione di questo odio immenso... La figura del figlio è solo abbozzata e non se ne traccia un quadro psicologico preciso. insomma a me pare che faccia acqua da tutte le parti. !!! Va bene c'è il tema dell'integrazione razziale, c'è la cattiveria che si nasconde dietro l'uomo medio_boghese, gli scheletri nell'armadio dentro ognuno di noi, etc, etc, l'idea è buona ma il problema è come la si realizza, come la si traduce sullo schermo. Dio buono!! è poi quella telecamera puntata sulla casa continuamente, lascia solo un senso di angoscia e di asfissia. Brutto. Film Da perdere. (lo so che molti non saranno daccordo con me ma a loro rispondo DE GUSTIBUS......)!!!!

Pasagarde  @  03/12/2005 04:36:55
   8 / 10
Anch'io inizialmente ero rimasto deluso dal finale. Nonostante avessi visto che nell'inquadratura ci fossero i figli dei due protagonisti che stavano dialogando, non mi aveva soddisfatto x nulla. Il film mi sembrava interrotto sul più bello...poi, tempo circa ventiquattr'ore, ho cambiato idea...
In effetti si tratta di un film stupendo, realizzato senza tanti fronzoli né artifici, perfino senza musica (ma non ce n'era bisogno...e sapete una cosa? Io non me ne sono neanche accorto! Buon segno...). Inizialmente anche a me certe scene sono parse un po' lente, ma col senno di poi mi sono reso conto che era assolutamente necessario che fossero così. Queste scene e poi certe attese, i dialoghi scarni, a volte brutali ma efficaci, le cose non dette o dette solo a metà, alcune inquadrature fisse ed altre solo apparentemente "morte" (ma contenenti secondo me un bel potenziale esplosivo), la totale assenza di musica, tutto questo è quanto doveva essere fatto / messo nel film xché esso raggiungesse il suo scopo. Scopo mirabilmente raggiunto, direi. Essenziale, freddo, diretto, angosciante. Di stile. Da far riflettere. Da vedere.

L_INKre@dibile  @  23/11/2005 16:03:50
   8 / 10
Ho letto dei commenti molto belli. Avete già detto tutto. Siete riusciti a sviscerare egregiamente i meccanismi di un film molto ermetico. In effetti la pellicola è lenta fino all'esasperazione. Una costante nei film di Michael Haneke. Ricordo la sequenza dopo lo stupro in "Funny games" (per carità, se siete ansiosi o nevrotici non noleggatelo).
Haneke riesce a dire molto anche senza l'ausilio del dialogo. Spesso è la fotografia a dominare il campo. Probabilmente uscirete dal cinema disorientati. Non avrete subito le idee chiare. Forse proverete anche una sorta di fastidio. Dopo qualche ora di sonno vi renderete conto di aver visto un film molto bello. Mi voglio rovinare: 8

Caspita  @  20/11/2005 03:17:51
   8 / 10
quando non si tratta di stroncare mi mancano le parole, per cui dirò soltanto che ho visto un film, cosa che oggi come oggi capita assai di rado andando al cinema. che vorrei averlo pensato, scritto, girato, interpretato, fotografato io. e che non gli dò 9 soltanto perché il finale, in effetti, ti fa rimanere veramente male. non so quanto la mia sia una provocazione, ma forse a quel punto sarebbe stato meglio non mettercelo per niente, un finale.

Finestra  @  18/11/2005 00:19:59
   6 / 10
Film troppo intelligente, un consiglio portatevi un intelettuale, o un appassionato di cinema... Scherzi a parte, film impegnato sconsigliato a chi non sa cosa guardare....

JoJo  @  15/11/2005 01:13:25
   8 / 10
Film ben congegnato, ben architettato, con un finale assolutamente inaspettato e sconvolgente che sprigiona una cattiveria inaudita. Haneke è spaventosamente abile nel giostrare tra il sogno, la realtà, e la sua rappresentazione. Sin dalla prima inquadratura (termine che mai fu più appropriato come in questo caso) Niente da Nascondere si presenta allo spettatore impreparato con un colpo di stile che lascia letteralmente di stucco. La trama riesce poi a integrare bene cupezza, tensione ed inquietudine, perché la capacità di raccontare e far capire senza mai veramente spiegare che dimostra il regista è qualcosa d'assolutamente notevolissimo. Il dubbio continua a strisciare, nonostante apparentemente la spiegazione degli eventi sia lì, palese ed evidente, ma Haneke riesce ad instillare in continuazione la sensazione che manchi qualcosa per ricomporre i tasselli che costituiscono la trama, che la soluzione dell'enigma sia dannatamente vicina ma pur sempre irraggiungibile. Solo la fine, con un colpo di scena che non viene nemmeno presentato come tale (un'anonimissimo piano sequenza sopra cui scorrono i titoli di coda), permette veramente di chiudere il cerchio, un cerchio in cui regnano onnipresenti amarezza e cinismo, in cui la solitudine, l'atomismo del singolo individuo nella società moderna viene messo in luce in tutta la sua crudezza. Ed il bello è che questa sorta di fuga in avanti dalle risposte che pare essere uno degli obiettivi ultimi del lavoro di Haneke non permette nemmeno di dire con certezza che la supposizione forse più ovvia di tutte sia effettivamente quella corretta, mentre magari la risposta proprio non c'è ed il regista ha voluto lasciare la trama sospesa, senza chiuderla veramente.
La cosa forse più sconcertante di tutte è che pur essendo un film che s'impronta su relazioni familiari più o meno strette, in questo film l'amore, di qualunque tipo si possa volerlo vedere (filiale, coniugale, fraterno, materno, paterno, e chi più ne ha più ne metta), non esiste. L'unico elemento che almeno in parte sembra avere un po' più di sensibilità rispetto agli altri è forse Juliette Binoche, che però risulta essere quasi di maniera, affettata, insincera: stride al fianco di una serie di personaggi tremendamente insensibili e tragicamente realistici. Un film cinico, malvagio, che descrive in maniera molto originale la devastazione della famiglia moderna, che tinteggia efficacemente il peso insostenibile degli scheletri negli armadi di ciascuno di noi: la verità vien messa al bando, meglio preferirle una bugia, perché l'egoismo di ciascuno impone la sfiducia, e si fa ottimo interprete di questo ragionamento il protagonista, che preferisce agire tra falsità e mezze verità perché non ha il coraggio d'affrontare le carognate del passato. Dopo averle rimosse ed essere riuscito ad autogiustificarsi, a rendersi innocente ai propri occhi, egli chiude gli occhi dinnanzi a tutto, per paura di doversi rimettere in discussione, di dover rimettere la propria vita in ballo ed affrontare la parte di sé di cui va eufemisticamente poco orgoglioso.
Cinico e crudele, Haneke, mentre riesce benissimo nel ruolo del creatore d'inquietudine e tensione (sebbene, bisogna tenerlo a mente, con metodi tutt'altro che ortodossi), fallisce forse nel voler trasmettere la cappa di rimorso latente che opprime il protagonista (che ovviamente nega mentendo, assai poco efficacemente, innanzitutto a sé stesso) allo spettatore, ma, ci fosse riuscito, avrebbe dato luogo ad un capolavoro devastante nella sua maestosità, imponenza e violenza emotiva.
Niente da Nascondere rimane, nonostante questo, un'opera assolutamente sopra le righe.

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Ultima risposta 21/11/2005 00.01.50
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marie  @  14/11/2005 21:18:45
   2 / 10
Brutto e inconsistente, con una storia di una stupidità imbarazzante.
Fa acqua proprio da tutte le parti e il finale poi... senza commento.

20 risposte al commento
Ultima risposta 19/11/2005 22.15.52
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scottlumber  @  10/11/2005 00:47:52
   10 / 10
A quanto pare chiunque abbia scritto di questo film è rimasto in qualche modo (e comprensibilmente) deluso per il finale aperto. In realtà anch’io l’avevo vissuta così. Ma fortunatamente con me c’era Giulia, la mia ragazza, e lei è una che ha l’occhio aguzzo. Sulle prime, leggendo i commenti di voi tutti, pensavo che Giulia avesse avuto le traveggole, ma poi mi sono incaponito, ho fatto una ricerca su Google e ho trovato la conferma. Nell’ultima inquadratura – attenzione, chi deve ancora vedere il film si fermi qui, faccia solo attenzione all’ultima inquadratura se e quando andrà a vedere il film (andateci!) –, sulla sinistra, il figlio di Majid e Pierrot si incontrano e parlano per un po’ prima di separarsi. Sono loro gli artefici dell’assedio ad Auteil. Entrambi, in modo diverso, vittime dell’uomo del nostro tempo, cinico, mentitore di professione, individualista.

Il film è, a mio modo di vedere, ECCEZIONALE. Non ho condiviso le posizioni di chi l’ha stroncato irrimediabilmente. Anche sforzandomi, non riesco a comprenderle. Non ho trovato il film lento, ma sono rimasto incollato allo schermo per tutte e due le ore, con quella leggera ansia che non ne voleva sapere di abbandonarmi e che, a conti fatti, è la prova più efficace della riuscita del film. “Niente da nascondere” va via che è un piacere. I diversi piani di realtà – i fatti, le videocassette, i sogni – sono accostati da Haneke con lucidità e distacco. Come in Funny Games, il rapporto tra regista e spettatore è un tema fondante del film. Haneke si fa beffe di chi lo guarda e si diverte, è un sadico. Il finale tra le righe fa parte di questa sua concezione del cinema, visto come una vera e propria battaglia tra chi produce e chi consuma.

Non date retta a chi l’ha stroncato, andate a vedere il miglior film di quest’anno!!! (non che li abbia visti tutti…)


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Ultima risposta 23/11/2005 15.47.28
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nextam  @  06/11/2005 22:42:08
   8 / 10
se un film apre cosi' tanti interrogativi e cosi' diverse e interessanti chiavi di lettura vuol proprio dire che e' un film da non perdere. mi complimento innanzitutto con tutti quelli che hanno lasciato prima di me il proprio commento, indistintamente. Non era facile scrivere di "niente da nascondere" e confesso che, pur avendolo visto lo scorso martedi', solo oggi ho il "coraggio" di dire la mia e ammetto anche che molti dubbi li ho sciolti grazie, appunto, alla valida esposizione di quanti mi hanno preceduto. Nel vedere questo film mi e' venuta in mente una commedia di De Filippo, "le voci di dentro" dove si parla di una societa' con la coscienza "sporca", nella quale diventano evidenti le responsabilita' di ognuno rispetto alle tragedie del mondo (le guerre). E quando finanche i rapporti famigliari sono cinici, falsi, precari, la conclusione non puo' essere che pessimista: e' impossibile recuperare i veri valori di solidarieta' umana che avrebbero potuto cambiare il nostro modo di vivere.
"niente da nascondere" e' tutto questo. la telecamera a circuito chiuso su di noi ci ricorda che siamo tutti potenzialmente colpevoli e che nella vita, prima o poi, i conti si pagano.


Gruppo REDAZIONE maremare  @  06/11/2005 00:36:24
   9 / 10
Un film, più che sulla rimozione, sulla negazione.
Auteuil nega a se stesso e alla moglie il 'crimine' commesso in tenera età per sete di potere. 'Cosa si farebbe per non perdere niente', sentenzia il fratello negato e fino all'ultimo A. nega le proprie responsabilità, disconoscendo la vittima sacrificale della propria ingordigia. Un film bellissimo con più chiavi di lettura (sociali, individuali, morali, psicologiche) sulla mancanza di solidarietà e assenza di valori della nostra società capitalista. Non tragga in inganno la 'concretizzazione' del ritorno del rimosso, rappresentata dalle videocassette. Rappresentano la realtà così com'è, nuda e cruda. La realtà che si chiude sulla scuola del figlio della coppia borghese, apparentemente felice, realizzata, con buoni e premurosi amici. Un figlio che è l'incarnazione di tutti i figli cresciuti in assenza di codici etici e valori affettivi. Quel figlio che rappresenta la 'colpa' di A. e la rappresenta col suo disprezzo, col suo egoismo. Quel figlio che condanna la madre, che ha gia fatto fuori il padre e che incarna il cinismo di tanti figli che uccidono realmente madri e padri.
Egli incarna il negato della coppia genitoriale, lo rappresenta, se ne ciba.
Facciamoci un esame di coscienza: siamo tutti figli di questa società malata, una società che dai capi di stato agli ultimi balordi della terra, farebbe di tutto, per non perdere niente.


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Ultima risposta 22/06/2008 14.09.22
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Andy's  @  06/11/2005 00:06:00
   3 / 10
sarà un ritratto di una società allo sbando, sarà anche elegante e raffinato, ma non è un film. Prima di tutto secondo me gli attori sono quasi tutti mediocri, l'idea di base è buona ma è sviluppata in modo pessimo, le scene sono LENTE e ripetitive_ poi non c'è musica_, nemmeno un motivetto di sottofondo, mai.
Molte parti del film sono noise e poco originali (mi riferisco alla scena della cena quando esce fuori dal cancello e dice quell "'epico " dove sei, cosa vuoi, fatti vedere), la trama poi è spesso confusa e incoerente.
Mal sviluppata poi la parte del figlio, e in certe parti sembra un documentario o un film da tv più che un film da cinema.
Questa è la mia opinione e non penso di essere l'unico a pensarla così visto che all'intervallo quando si sono accese in sala le luci la metà delle persone stava dormendo. (in effetti in questo film il finale non c'è perchè forse il regista aveva previsto che ben pochi dopo due ore sarebbero stati svegli o in condizione di poterlo vedere)

SOPORIFERO e lo dice uno che aveva tutt'altra opinione prima di vedere il film


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Ultima risposta 11/11/2005 15.18.22
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Invia una mail all'autore del commento balzac20  @  01/11/2005 16:29:10
   4 / 10
Si può fare lo sforzo interpretativo i primi cinque minuti di sequenza.
Comprendere che l'occhio del uomo che guarda è la telecamera.
Cercare di immedesimarsi nella famiglia perseguitata.
Gettarsi in profonde riflessioni logiche sulla coerenza degli avvenimenti.

Ma questo film lo vedo negativamente come giallo e negativamente come film "sociale".
L'empatia viene bellamente (e volontariamente) buttata nel ce**o dalla fredezza delle riprese.
E Haneke in questo ci sguazza.
Non gli interessa rendere il film allettante (non dico piacevole o spiacevole) e alcune volte ci mette molto del suo per renderlo ancora più inidigeribile.

Oltre ai vuoti logici (come molti hanno già detto la telecamera in casa del povero anziano lascia aperti molti dubbi che sono troppo comodi per il regista)
si concede un finale aperto sul quale costruisce l'intero film:
non sappiamo chi fosse, potrebbe essere il ragazzo potrebbe non esserlo.

Le cicatrici mai sparite nei contrasti franco-algerini possono certamente essere una chiave di interpretazione di parte del film (non mi spingerei a definirlo un film incentrato su questo)

Ma anche questo non riesce a prendere fino in fondo.


Arriviamo ai lati positivi:

la moneta che cade quando si trova al distributore automatico.
Marito e moglie che entrano al commissariato ma a causa di un fraintendimento non sanno chi debba entrare per primo.
Il rumore del cellulare (inteso come camioncino) quando porta tutti alla stazione.
Il vino che cade nei bicchieri.
Il quasi incidente in bici.
I particolari della camera del figlio (un autentico film nel film).

Particolari da grande cinema.
Persi in un cinema non così grande.

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Ultima risposta 06/11/2005 20.43.54
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Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  30/10/2005 19:56:32
   7 / 10
Definito come una metafora del rapporto tra la Francia e l'Algeria niente da nascondere non è comunque solo questo.
E' un film che mostra l'atteggiamento umano della rimozione di fronte a fatti che ci hanno visti crudeli, anche se non del tutto consci, e l'incapacità di ammettere le nostre "colpe" anche con chi ci è più caro perchè guidati dall'egoismo e dalla difficoltà di rinunciare alla benchè minima cosa.
Allora si preferisce chiudere gli occhi anche di fronte all'evidenza dei fatti, perchè è più comodo, perchè è più facile.
Sicuramente non è un film per tutti, soprattutto per chi aspetta di vedere un thriller rimarra deluso da un film che non da soluzioni ma pone interrogativi. Forse non finisce perchè certe cose non finiscono mai o forse perchè tutti hanno uno scheletro nell'armadio...

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Ultima risposta 05/11/2005 09.30.48
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cooltweety3  @  28/10/2005 11:47:08
   7 / 10
qualcuno puo' spiegarmi il significato del film???
Scusate la mia ignoranza...

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Ultima risposta 08/11/2005 00.34.24
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  25/10/2005 20:48:00
   9 / 10
"Cosa non si farebbe per non perdere niente"

Gli spettatori non sono solo pigri, vivono per rimozioni, esattamente come il Georges del film. Ma davanti a un film di Haneke cedo volentieri il passo e finisco per trovare il "crudele" Von Trier un mestierante artificioso. Penso che alla fine non sia indispensabile esibire la supremazia del cinismo attraverso una serie di conseguenze dichiarate, e per questo Haneke è indubbiamente piu' sincero.E' lui l'uomo più crudele del cinema europeo. Tanto per cambiare, esco da un suo film con un senso profondo di angoscia, di rimorso (nessuno di noi puo' dichiararsi innocente), potrei prendere un'aspirina o un sonnifero, chiudere gli occhi e vivere da occidentale la rimozione di tutto ma non mi riesce. La quotidianità di Georges è messa in crisi, o forse alla berlina, davanti al peso insostenibile dell'"imprevisto", del passato che torna, delle immagini che evocano la brutalità della coscienza: un bambino recide il capo di un gallo, qualcun'altro recide se stesso, il sangue è sempre attuale, come nei macabri disegni recapitati a casa di Georges, come nella rimozione dolorosa dei francesi e dei corpi degli algerini buttati a mare, con l'ausilio di De Gaulle.
All'inizio le parole invadono lo schermo, alla fine tutto è lasciato al modo di Haneke di prendersi gioco degli spettatori, usando sequenze a camera fissa estenuanti e solo apparentemente rassicuranti. No, non rassicura affatto il suo cinema: la madre di Georges (un'intenso cameo della Girardot) rimpiange di "non ascoltare piu' il suono del piano" e RIMUOVE proprio il dolore della sua solitudine (il SUONO del piano, la sua carenza, non è forse una confessione di dolore, un'appello disperato che ella stessa vuole ostinatamente negare?). Il "Corvo" nella dimora di Georges diventa un dramma privato, in una strada oscurata dal silenzio, una casa dove il dialogo non ha attenuanti, e conduce alla disperazione di vedere quanto la disperazione possa esprimersi nonostante la rimozione del vuoto senso quotidiano di "non voler perdere niente", una moglie per cui Georges prova scarsa fiducia, un figlio che non ascolta. Il disegno efferato di Haneke usa l'arma del depistaggio anche attraverso diverse sequenze memorabili e nondimeno insostenibili: il gioco di sguardi tra "vittima" e rei presunti nel camioncino della polizia, l'inesorabile sconfessione occulta(ta) in ascensore, il telegiornale infinitamente sempre aperto sull'attualità, ieri come oggi, come l'Algeria di ieri e l'Iraq di oggi, per certi versi. E' un riflesso infinito, come inesorabile è il cinema di Haneke, capace come pochissimi altri (qualche volta Techinè) di realizzare compiutamente la luce sinistra della dimensione umana. Non è pero' un pessimismo tout-court, il suo, è una semplice metafora del nostro disperato tentativo di voler oscurare la memoria, e quindi ogni tipo di emozione. Ma basta un rewind per sortire l'effetto contrario. Poi qualcuno mi darà del buffone e passi pure, ma io credo (peccato solo per la Binoche doppiata maluccio) di non aver assistito quest'anno a un'opera piu' radicale e coraggiosa: perchè il cinema di Haneke non è mai degno di rimozione (un bel 0 in condotta a quanti non lo apprezzano) ma magnificamente "odioso" e spietato. Dovremmo ringraziarlo di questo, ma non ce lo meritiamo affatto

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Ultima risposta 08/11/2008 00.32.07
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yupiter  @  25/10/2005 14:21:02
   2 / 10
Film veramente mediocre, adatto a quei pseudo professori (che magari manco hanno una laurea) che non hanno mai visto un film di Kubrick, Tarkovskij o Bunuel. Perchè oggi tutti hanno la presunzione di parlare e di scrivere di cinema, senza aver visto un film, senza aver letto un libro.

Niente da nascondere ha una buona, questo sì, pretesa di scavare nell'anima di una famiglia borghese, ma in quanto al ritmo, alla storia e all'orrendo finale, beh.............lasciamo perdere. Se amate veramente il cinema, e di film lenti ma con un senso ce ne sono a centinaia (vedi gli stupendi lungometraggi di NB Ceylan) lasciate perdere.

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Ultima risposta 15/11/2005 12.42.05
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nabucco  @  24/10/2005 17:05:51
   7 / 10
Elegante e raffinato film che rappresenta il cinismo infantile cinismo di un mediocre borghese isterico che ha conservato i capricci della propria infanzia.

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Ultima risposta 05/11/2005 01.14.23
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truro  @  24/10/2005 14:02:03
   10 / 10
Non mi soffermerò a lungo sul film, ma, brevemente, sull'idiozia di chi scrive su questo forum. Ho letto ******* su ******* sui film dei più grandi autori contemporanei. Oggi non ho resistito a rispondere. Perchè oggi tutti hanno la presunzione di parlare e di scrivere di cinema, senza aver visto un film, senza aver letto un libro. Scrivete sui film con un'arroganza tale... Se non vi piace il cinema statevene a casa a vedere la de filippi o una bella fiction sui carabinieri.
Il film di Haneke non è solo notevole, ma è soprattutto un film semplice, dal messaggio chiarissimo.
L'istruzione è un bene necessario per tutti. La lunga inquadratura su una scuola piena di ragazzi bianchi cosa vorrà dire? Non è che ci vuole la scienza per capirlo. Ci sono persone al mondo a cui l'istruzione manca, perchè non hanno famiglie alle spalle che se la possono permettere ( i negri francesi, come ha precedentemente detto un'idiota, spesso non hanno le stesse opportunità di un bianco). Ci sono persone, come certi pischelli odiosi che scrivono sul forum, che l'istruzione l'hanno avuta... Non sempre basta...l'istruzione....


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Ultima risposta 30/10/2005 02.58.25
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andreapau  @  24/10/2005 09:44:14
   7 / 10
film profetico e strettamente al passo coi tempi.la nostra prosperità,(intendendo con "nostra",una specie di identità occidentale)faticosamente raggiunta al prezzo di qualunque sacrificio(anche altrui),tremendamente esclusiva,puo' continuare ad esistere soltanto se rimessa totalmente in discussione e condivisa.l'indifferenza crea dei mostri che assumono diverse forme,alcune delle quali si possono inserire nel nostro"perfetto"tessuto sociale,sfilacciandolo e minandone le fondamenta.cio' che un bambino vive come normale puo' rivelarsi un gioco fatale per qualcun altro...perchè i bambini non sono tutti uguali.

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Ultima risposta 15/11/2005 12.38.00
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Delfina  @  21/10/2005 11:53:55
   8 / 10
Film strano, inquietante, molto efficace nel raccontare il rimosso, i rimorsi soffocati, le crudeltà minimizzate e portate avanti con simulata indifferenza. Racconta l'enigma rappresentato da chi ci sta accanto: quali sono i suoi oscuri segreti, le cose non dette, magari non gravissime, eppure macchie nella storia personale, che è importante non far conoscere agli altri. E in effetti tutto il film è basato su questo, sul "lato oscuro", l'egoismo meschino che il protagonista non vuol far apparire all'esterno.

Un film sull'enigmaticità dei rapporti familiari, anche: la comparsa dell'autonomia dei figli, la ribellione muta e inquietante che sempre compare all'improvviso, così, un giorno, sullla soglia tra infanzia e adolescenza - a 12 anni, appunto.
Il finale lascia interdetti, poco chiaro e passibile di interpretazioni diverse. Capisco che un finale così possa deludere.

Magari, chi apprezzerà il film e ne volesse discutere in uno spoiler, è il benvenuto....



Invia una mail all'autore del commento actorar  @  20/10/2005 11:03:34
   1 / 10
va beh che è un film francese va beh che di attore c'è uno del calibro di depardieu ma più di questo non si può dare...film lentissimo noiosissimo e poi il finale...una cosa pazzesca....serata da dimenticare per la bruttezza assoluta del film e poi che palle questi negri immigrati.......NON ANDATE A VEDERLO ASSOLUTAMETNE

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Ultima risposta 06/11/2005 00.14.21
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Invia una mail all'autore del commento stefano  @  20/10/2005 09:35:56
   1 / 10
Lo ammetto, caro filmscoop, ti prendo un po' come sfogatoio. Ma mi chiedo: com'è possibile che si facciano film così?? La soppresione dei manicomi evidentemente fa danni anche al cinema. Non è solo per i 5 euro spesi (fortunatamente l'ho visto di pomeriggio) e per le 2 ore della mia vita buttate, ma film così allontanano il pubblico dalle sale.
Niente da nascondere, ma tutto da buttare nel cassonetto dell'immondizia

4 risposte al commento
Ultima risposta 30/10/2005 02.56.19
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  19/10/2005 10:13:27
   9 / 10
Film sullo svolgersi del senso di colpa di un francese che ha vissuto direttamente nella sua infanzia la questione algerina: il disagio verso gli immigrati coloniali.
Il fantasma ossessivo del ricordo si presenta attraverso la metafora di un video e un disegno drammatico che arrivano a destinazione nella sua abitazione e sul lavoro. Il video è qualcosa che riguarda il suo inconscio?
Grande film sul problema della diversità etnica nel mondo occidentale. Affronta i problemi senza falsi moralismi e tecniche letterarie. Nudo e crudo ma con un finale di stupenda raffinatezza. Film per chi ama capire i problemi alla loro radice sociale e poitica. Nel suo genere eccezionale.

7 risposte al commento
Ultima risposta 24/10/2005 14.12.51
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