Rocky Balboa vivacchia a Filadelfia, riscuotendo i crediti di un usuraio italo-americano e vincendo qualche piccolo incontro come pugile dilettante. Con l'aiuto di un saggio allenatore accetta per amore di Adriana e per una borsa di 150000 dollari la sfida del nero Apollo Creed, campione dei pesi massimi, proponendosi non di vincere, ma di arrivare alla 15a ripresa.
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Il primo "Rocky" non si scorda mai, senza dubbio il migliore della saga premiato giustamente con tre premi oscar nel 1977. Grazie al pugile italo-americano John G. Avildsen dirige uno dei due film con cui divenne noto oltre a "The Karate Kid" del 1984 e Stallone, anche sceneggiatore, da una svolta decisiva alla sua carriera finora in sordina, creando l'altro personaggio iconico della sua filmografia insieme a "Rambo" di qualche anno dopo. Intenso dramma sportivo e soprattutto un film "vero" che nella malfamata periferia di Filadelfia fa nascere un personaggio epocale, costruito in maniera autentica e unica da Sylvester Stallone, in una delle sue migliori interpretazioni della sua lunghissima carriera. L'interazione del protagonista con comprimari eccellenti quali Talia Shire, Burt Young e Burgess Meredith, rendono ancora più affascinante ed indimenticabile "Rocky". Scene entrate nella storia cinematografica che anche se viste decine di volte, continuano a stupire e commuovere. Indimenticabile ed eterna la celebre corsa lungo la scalinata del "Philadelphia Museum of Art" sulla celebre "Gonna Fly Now" composta da Bill Conti. Omaggio a Carl Weathers ed il suo "Apollo Creed", scomparso nel febbraio di quest'anno. L'incontro di pugilato finale suggestivo ed emozionante, tralasciando l'esagerazione agonistica che verrà di molto esagerata durante i capitoli del franchise. Alla fine l'amore vince su tutto e l'urlo "Adriana", in italiano doppiato dal mitico Gigi Proietti, fa venire i brividi e piangere ogni volta...
Ormai è storia: un giovane e squattrinato attoruncolo italoamericano, tale Sylvester Stallone, rimane folgorato dalla vicenda di Chuck Wepner, sconosciuto pugile a fine carriera a cui viene data l'opportunità di sfidare il campione del mondo Cassius Clay/Muhammed Ali. Inaspettatamente Wepner metterà in seria difficoltà il granitico Alì mandandolo pure al tappeto. Stallone scrive una sceneggiatura fortemente ispirata con un pugile semidilettante e non più giovane, proveniente dai quartieri più bassi, arrabbiato ed affamato e costretto a svendersi come sgherro di un boss; una storia non greve ma viscerale, non violenta ma profondamente umana dove si trova lo spazio per l'amicizia e l'amore ma senza strafare, rimanendo sul semplice senza gli studiatissimi dialogoni da megaproduzione Hollywoodiana e ben interpretata da tutti gli attori, anche dallo stesso Stallone a cui la produzione da fiducia e per lui rinuncia a nomi del calibro di James Caan. Scelta vincente ed un bel pò di oscar portati a casa ed immancabili seguiti che stavolta, a differenza di altre saghe, non sfigurano rispetto al primo capitolo. Complice anche una incisiva colonna sonora di Bill Conti (sebbene ci sia l'ombra del plagio dietro un brano) che è rimasta nella storia del cinema. Una di quelle pellicole che insegnano a non arrendersi mai, per quanti caz.zotti possa darti la vita, andare avanti anche se poi il lieto fine non arriva. Avildsen qui al suo apice. Gli appassionati di horror troveranno due chicche nel cast: Joe Spinell (Maniac) e come comparsa Lloyd Kaufman, il fondatore della Troma.
Non sono mai stato un fan della saga di "Rocky", ma rivedendo il primo film dopo tanti anni non si può dire che non sia un bel film. Tra sogno americano e new hollywood, "Rocky" coinvolge fin da subito con la storia di questo simpatico perdente che si ritrova per puro caso con la vita cambiata. Il ring è solo una piccola (ma importante) parte della pellicola, in mezzo ci sono i personaggi, da Rocky ad Adriana, da Paulie a Mickey, tutti delineati benissimo, con un'amarezza e una malinconia che fanno da sfondo alle loro esistenze. La colonna sonora diventata ormai iconica è indubbiamente bella, però a mio avviso è un po' troppo invasiva, si sente troppo, anche se in differenti versioni. L'incontro tra Balboa e Creed è realizzato bene e riesce ad essere credibile (non come quella pagliacciata tra Ivan Drago e Rocky nell'orribile "Rocky IV"). Stallone non sarà mai più a questi livelli sia recitativi, che di sceneggiatura. Comunque già dal capitolo successivo il calo di qualità sarà già evidente.
Rivaluto un po' questo film che avevo già votato Anche se non sono un fan della serie ,trovandola un po' esagerata ...devo dire che al giorno d oggi non fanno più film così che attirano e divertono il pubblico Alzo il voto precedente e do un 7 pieno Probabilmente non sono un gran fan di stallone se no avrei dato pure di più!!!
Penso che sia il Capolavoro che Stallone abbia fatto da protagonista. Un film impeccabile dalla regia alla trama passando tra gli attori e il montaggio. Non si poteva fare meglio. Imperdibile.
Grandiosa storia di riscatto sociale e personale che 45 anni fa trasformo' Stallone da sconosciuto e semi-homeless a un divo internazionale candidato all'Oscar. Sembra quasi la sua storia personale e fece benissimo a lottare con le unghie e con i denti contro la produzione che voleva affidare il ruolo principale a qualche insipido volto noto. La sua performance per quanto grezza e sgraziata possa sembrare, è di un realismo e sincerità disarmanti( un plauso al compianto Gigi Proietti che gli prestò la voce nell'edizione italiana), cosi' come lo sport che fa da sfondo alla vicenda. Ma il film potè contare anche su una eccellente Regia e su un combattimento finale minuziosamente coreografato e molto realistico (cosa che mancherà nei film successivi della saga). Indimenticabile la scena in cui Rocky si rialza sotto gli occhi increduli di tutti per continuare il match: sembra di essere lì accanto a lui. Altrettanto magnifica la sua corsa che termina sulla celeberrima scalinata. Cameo dell' ex campione Joe Frazier.
Formidabile la colonna sonora con l' hit "Gonna Fly Now".
Buon film sportivo in cui lo sport, nello specifico il pugilato, è visto come un mezzo di rivalsa e come un'occasione per realizzare I propri sogni. Il tema, nonostante non sia nuovissimo, è trattato in maniera interessante, con le giuste dosi di serietà e leggerezza che rendono il film godibile anche per I non appassionati. Il protagonista, interpretato da un Sylvester Stallone al quale il ruolo sembra cucito addosso, risulta simpatico e gli altri personaggi (in particolare l'anziano allenatore Mickey e l'avversario Apollo Creed) funzionano alla perfezione. Indimenticabili le musiche di Bill Conti.
Si vede che il film è sceneggiato da Stallone. C'è sempre il solito "americanismo" che è presente in tutti i film in cui ha recitato. Devo dire, però, che questo è un buon film. Di propaganda non è che ce ne sia poi tanta come invece c'è nel pessimo Rocky iv. Si parla del sogno americano e se ne parla abbastanza bene. Inoltre lui recita anche bene qua e non è cosa da poco.
Finalmente sono riuscito a vedere questo film! Sarebbe davvero grave, se uno come me, che è appassionato di cinema, in vita sua, non vedesse neanche una volta "Rocky", una pellicola che è un manifesto, un'icona di tutta la settima arte. Che dire, un'opera potente, intensa e toccante. E' una pellicola che fa vivere allo spettatore delle emozioni particolari, le quali si riescono a provare in poche altre opere. Rocky diventa immediatamente una specie di eroe per l'astante, una figura quasi da venerare, oltre che incredibilmente realistica. La trama all'apparenza è semplice: la vicenda si svolge a Philadelphia e ruota attorno a Rocky Balboa, un giovane pugile italo-americano di bassa categoria. L'uomo non ha una vita rosea, in quanto per ottenere qualche soldo, si ritrova a fare dei favori a Tony Gasco, un piccolo gangster, il quale però tratta Rocky con molto rispetto. Balboa vive in un monolocale piuttosto fatiscente ed ha un pessimo rapporto con il coach di pugilato. Difatti quest'ultimo considera Rocky un fallito. La vita del pugile subisce una prima svolta quando si fidanza con Adriana, la sorella del migliore amico di Rocky, Paulie Pennino. Ma al giovane la vera occasione si presenta quando Apollo Creed, il campione dei pesi massimi, decide di sfidarlo per il titolo. Balboa accetta e comincerà ad allenarsi duramente per sostenere un incontro quasi proibitivo ma che potrebbe farlo diventare qualcuno. Avildsen, da una sceneggiatura piuttosto lineare e senza grossi sussulti a livello di colpi di scena e quant'altro, riesce a ricavarci un film estremamente profondo e che senza dubbio ha segnato un'epoca. Il regista innanzitutto ha voluto fare un ritratto buonista dell'America, etichettandola come la terra delle opportunità, la terra dove tutto è possibile. Nel film infatti, il protagonista ha appunto, un'enorme opportunità, la quale potrà giovargli in ben due cose: la prima è che lui potrebbe diventare una figura di spicco nel pugilato, battendo Creed o anche resistendogli per più round possibili. La seconda cosa, sarebbe il radicale cambio dello stile di vita. Una vita più lussuosa ed appagante, rispetto a quella squattrinata che Rocky conduce nei bassifondi di Philadelphia. Altro aspetto morale sul quale il director si concentra, è il credere in se stessi. Avildsen infatti, ci mostra un Rocky, il quale, man mano che si allena per la sfida contro Apollo, prende sempre più coscienza e fiducia in se. La scena emblematica riguardo ciò, è senza dubbio quella dove il pugile sale sulla scalinata e alza le braccia al cielo. Scena tra l'altro bellissima e profonda. Il regista caratterizza il protagonista in maniera minuziosa. Avildsen sottolinea pregi e difetti di Rocky, ci conduce nella sua vita privata, nella sua vita sportiva, ci mostra le sue abitudini, le sue conoscenze, persino le quotidiane passeggiate, diurne o notturne, che l'atleta fa. Però, quello che il director tiene davvero a mostrarci, è l'esistenza triste, anonima, grigia, che conduce Balboa. Quest'ultimo poi, cerca di mascherare ciò attraverso il pugilato e altri metodi, ma dentro sta male, ha scarsissima stima di se e neanche la stessa boxe si rivela una "cura" concreta. Con la conoscenza di Adriana però, la musica cambia, Rocky improvvisamente si rivitalizza e per la prima volta si ritrova a voler davvero qualcosa e cerca in tutti i modi di ottenerla. Una volta riuscitosi, vediamo un uomo più raggiante, più felice, ora che al suo fianco c'è una donna, la quale ha combattuto la propria timidezza per poter stare con Rocky. Infine, con gli allenamenti intensi per la sfida contro Creed, il giovane pugile, scopre una forza interiore che forse manco sapeva di avere. Insomma, la cinepresa è puntata quasi sempre su Stallone, ci sono tantissimi primi piani, alcuni davvero funzionali. E' come se il regista vorrebbe farci conoscere Rocky Balboa di persona, ci vorrebbe far interagire con lui. Alla fine, lo spettatore resta colpito dal protagonista e sviluppa nei suoi confronti una forte empatia. Insomma, un grande, grandissimo lavoro del director. Anche altri personaggi sono interessanti, ad esempio Adriana è molto particolare, con un carattere non facile ma intrigante. Anche l'istruttore di Rocky, Goldmill, riesce a suscitare interesse nello spettatore, grazie soprattutto al carisma dell'uomo nonostante l'età. Il ritmo è abbastanza fluido, non proprio incalzante, visto che tutta la prima parte procede un po' a rilento. Però, con l'avvento del secondo tempo, l'adrenalina cresce e si attende con tanta ansia l'epico scontro tra Rocky e Apollo Creed. La narrazione si rivela funzionale, Avildsen aggiunge un tassello alla volta, dando alla storia uno spessore che cresce scena dopo scena. Dapprima infatti, il regista ci fa vedere come Rocky conduce la propria vita, tra favori da fare a Tony Gasco e il giro d'amicizie del pugile. Poi c'è la conoscenza di Balboa con Adriana. Questo punto della pellicola, per fortuna, non ci è mostrato secondo il solito, stereotipato, romanticismo, ma è sviluppato in maniera diretta, senza dosi inutili di smielosità. Vediamo semplicemente Rocky che, in maniera un po' goffa, cerca di conquistare una ragazza ancor più goffa di lui, tutto qui. Poi abbiamo il fidanzamento con Adriana. Successivamente, c'è un altro momento importantissimo per l'economia del film, sto parlando del duro confronto che c'è tra Rocky e Goldmill. Un'episodio di vitale importanza, principalmente per due motivi: il primo perché spezza l'andamento un po' macchinoso che la pellicola aveva avuto fino ad allora. La scena infatti è fortemente emotiva ed emozionante e si conclude in maniera a dir poco commovente. Il secondo motivo è che tale sequenza, sposta il corso della vicenda verso lo scontro tra Rocky e Creed. Difatti, prima di virare su questo binario, il principale del film, la storia aveva trattato tutt'altro. Infine, l'annuncio dello scontro tra i due pugili. Avildsen dunque, si preoccupa di gettare prima delle solidissime fondamenta e poi, man mano sviluppa l'opera in maniera concreta e compatta, con l'obiettivo di creare nell'astante più trepidazione possibile per il duello tra i due atleti. Tra le scene cult da citare, oltre alla già nominata sequenza di Rocky che alza le mani al cielo sopra alla scalinata, abbiamo quella memorabile dello scontro Rocky vs Apollo, la quale rappresenta anche il finale. Secondo me uno dei momenti storici del cinema. Questa scena è attesissima, non si vede l'ora di visionarla, di viverla. L'epico duello tra i pugili però, arriva solo alla fine della pellicola, ma, si può dire con assoluta certezza, che ne è valso la pena attendere quasi 2 ore per 10, palpitanti, minuti di combattimento. Il colpo di classe di Avildsen difatti, sta proprio qui: perché, se il film di per se non è molto dinamico, ecco che il regista, proprio nel finale, ti fa ricredere, realizzando in pochi minuti una sequenza-capolavoro. Il combattimento è davvero realistico, drammatico, intenso, ed ogni volta che Rocky colpisce Apollo, una piccola scossa scuote lo spettatore. C'è poi quell'urlo che è diventato leggenda (vedi spoiler). Scenografia buona, il director esplora parecchio i bassifondi di Philadelpia, in quanto vuol stare a sottolineare l'ambiente malsano in cui vive Balboa e le rispettive conoscenze del pugile. In più, dettaglio non da poco, il regista gira molte sequenze in questi luoghi durante la notte, scelta volta ad evidenziare ancora di più, l'atmosfera lugubre delle zone più periferiche della città. Io non sono un grande amante di Sylvester Stallone, però devo ammettere che in "Rocky" trova davvero la sua dimensione e quella che ne viene fuori, è un'interpretazione magistrale. L'attore mette in gioco tutto se stesso, sfoderando una recitazione intensa, coraggiosa, profonda, a tratti persino toccante. Rocky, grazie a Stallone, sembra davvero un personaggio reale. Perfette le movenze sul ring del buon Sylvester, molto agile e preparato. Le espressioni sono sempre riuscite ed è eccezionale l'esplicazione dei dialoghi. Segnalo a tal proposito, un impeccabile doppiaggio del nostro Gigi Proietti. Altra grande interpretazione, è quella di Talia Shire nel ruolo di Adriana. Veramente bravissima questa attrice, molto credibile e intensa. Anche in questo caso, espressioni perfette. La colonna sonora è un altro elemento portante. Conosciuta ovunque, trasmette una carica non indifferente e non poteva essere più azzeccata. E' una musica trionfale, incita ad alzare la mani al cielo come se si avesse vinto qualcosa. E Avildsen la usa sempre al momento giusto. Fantastico il montaggio, sempre fluido, oscar meritato. Fotografia invece senza infamia e senza lode, non da moltissimo a livello estetico. La sceneggiatura, è stata scritta dallo stesso Stallone e per me, non è esente da difetti: quello principale riguarda la prima e la seconda parte: la prima si concentra un po' troppo sulla vita privata di Rocky e poco su tutto il resto. La seconda si svolge in maniera un po' frettolosa, non viene approfondita moltissimo, si cerca di giungere il più velocemente possibile al duello finale, questo però, scritto bene. In generale manca un po' di sostanza. Il resto è tutto abbastanza lineare, non ci sono grosse intuizioni o roba del genere, persiste solo una piacevole semplicità. C'è una grande stesura dei personaggi, tratteggiati in maniera ineccepibile. Grandiosi i dialoghi, mai noiosi, sempre trascinanti, specie quelli di Rocky.
Conclusione: film davvero bello, struggente come pochi ce ne sono. Un insegnamento saggio sul credere in se stessi. Questo è Rocky, un'opera immortale caratterizzata dalla splendida e veritiera performance di Stallone. Un gioiello, un grande cult.
Il mito del Sogno Americano nella sua più concreta e vigorosa rappresentazione cinematografica. Non un capolavoro, perchè nel racconto della vita quotidiana del protagonista ogni tanto il ritmo si fa fin troppo lento, ma costruito talmente bene che è impossibile rimanervi indifferenti ( a meno che non si abbia un cuore di pietra ). Più dello scontro pugilistico finale la scena che mi ha emozionato maggiormente è stata quella - magistrale - del primo bacio tra Rocky ed Adriana, piena di sguardi ed esitazioni.
E' sempre un'emozione rivedere il primo Rocky. Un film diventato cult. Stallone nella sua performance migliore. Grandiosa colonna sonora. Da vedere e rivedere.
Un film che ha fatto la storia e ha dato vita ad una delle saghe più famose del cinema non solo sportivo e reso immortale il personaggio di Rocky.
Onestamente ho preferito alcuni dei sequel, anche se questo racconta di un Rocky alle origini, un ragazzo ingenuo che sbarca il lunario in una realtà difficile, con pochi soldi e innamorato non di una delle tante modelle, bensì di una semplice ragazza introversa. Non è un pugile affermato e ricco, nè tantomeno un campione con alle spalle un vero e proprio team, semplicemente un giovane che insegue tra mille difficoltà un sogno e nel "paese delle opportunità" coglie l'occasione di una vita.
Grande tutto il cast, non solo Stallone agli inizi di una carriera di grande notorietà. Sicuramente da non perdere, cosi come alcuni dei capitoli successivi.
Primo di una lunga saga, Rocky è un film che parla al cuore e alla pancia degli spettatori, non alla testa per intenderci .Il risultato è un lavoro che pur non avendo grandi qualità artistiche, riesce a emozionare e commuovere, il che non è mica poco. Contestualizzato al periodo in cui è uscito, è anche una pellicola originale, se si pensa che il cinema fino a quel momento non aveva raccontato di boxe molto spesso. L'interpretazione di Stallone non è impeccabile, tuttavia riconosciamo che l'invocazione "Adriana" è diventata leggendaria e indimenticabile.
non sono un grande fan della serie...ho preferito lassu' qualcuno mi ama o toro scatenato o rubin carter! pero' ha fatto la storia! chi nn l ha visto almeno una volta!?!?!?
Film capolavoro con uno stallone pienamente nella parte molto drammatica cosi come la storia in se di rocky. Film imperdibile che instaura una bella lotta con toro scatenato per la palma di miglior film riguardo a questo genere.
Nel suo genere è semplicemente un capolavoro. L´ interpretazione di Stallone è straordinariamente sofferta e commovente. Non do il massimo solo perché esiste Toro scatenato...
Rocky capolavoro unico nel suo genere che si aggiudico' ben 3 oscar "MIGLIOR FILM , MIGLIOR REGIA E MIGLIOR MONTAGGIO" con un allora sconosciuto Sylvester Stallone che ha scritto lui stesso la sceneggiatura e coreografato le scene di Boxe , che ha lottato molto per intepretare lui stesso il suo personaggio , riuscendo a pieno nell' intepretazione a farci commuovere con il grido finale: ADRIANAAAAAAAAA! entrato nella storia del cinema , e la famosa scena dell' allenamento con l' arrivo alla scalinata di Philadelfia , e la bellissima storia d' amore e il rapporto con l' allenatore Mickey fino ad arrivare all' incontro con Apollo Creed ricreando il combattimento come se fosse reale.
"Rocky" non è soltanto il riscatto di un pugile mediocre, senza arte né parte, povero e solo, è anche il riscatto di una donna, la quale, da timidissima ed insignificante commessa di un negozio di animali, riesce a diventare la donna di un grande personaggio. Nessuno si aspetterebbe di trovare in un film sul pugilato una delle storie d'amore più belle di sempre. "Rocky" è, invece, principalmente una storia d'amore, che non sboccia davanti ad un romantico tramonto, ma dietro la porta di un sudicio e buio appartamento nei sobborghi di Philadephia, tra una ragazza timida e spaventata ed un pugile con addosso una logora canottiera. Eppure la scena del primo bacio abbaglia lo spettatore tanto è intensa e palpitante. E' la metafora di uno scontro sul ring, dove entrambi, chiusi all'angolo, finiscono a tappeto. Pare proprio che il vecchio Mickey abbia ragione quando dice che le donne indeboliscono le gambe, perché Rocky, dopo il primo, timido bacio, finisce per trascinarla a terra, come se le gambe non riuscissero a reggere il peso della passione che divampa. C'è qualcosa di sovrumano nel modo in cui Rocky ama Adriana, quasi appartenessero entrambi ad un mondo che non è il nostro. E' un amore pulito, onesto, tenero, destinato a durare per sempre. L'urlo con la faccia pestata a sangue, al termine dello scontro, è un modo per ribadire che a lui non interessa il futuro, il pugilato, il successo, ma soltanto la sua Adriana. E' lei che i riempie i vuoti e la sua tremenda solitudine, fatta di un pesce rosso e due tartarughe, un materasso avvolto con delle corde contro cui tirare pugni, un vecchio divano, un frigorifero arrugginito, delle foto in bianco e nero attaccate ad uno specchio, nelle quali, con un sopracciglio suturato, fa fatica ad identificarsi ancora. Non gli importa che la sua timidezza sia vista da altri come una malattia, che qualcuno assai malignamente gli suggerisca di portarla, come primo appuntamento, al giardino zoologico perché "…ai ritardati piace il giardino zoologico". C'è qualcosa di struggente nell'interesse che nutre per lei, in quelle visite che le fa al negozio mattina e sera, senza riscuotere successo, nel modo in cui si presenta a casa sua e, dopo averla vista trincerarsi dietro la porta della sua stanza, si rimette a disagio il cappello in testa. Ma tolti i terribili occhiali, Adriana fiorisce e ritrova l'eleganza innata, quasi in contrasto con quel modo caracollante e scimmiesco che Rocky ha di camminare. Entrambi si compensano a vicenda, perché anche lui riempie i suoi vuoti e le dà quel coraggio che un fratello ubriacone non le ha mai potuto dare. Non c'è donna che non vorrebbe essere amata come Rocky ama Adriana. E lei lo ricambia, dandogli sostegno, rinunciando persino ai loro momenti di amore quando l'altro dovrà tenersi in forma senza subire cali di ormoni. Due personaggi riuscitissimi come pochi, destinati, proprio per la loro semplicità e ingenuità, a fare la storia del cinema.
Film che riscuote a distanza di anni sempre un certo interesse. L'inizio della serie fortunata è piacevole. Nota la colonna sonora. Mi ha fatto piacere rivederlo di recente.
questa è un altra saga che mi piace molto! ho anche tutti i dvd di tutti i film. questo è il primo film, con un Rocky giovane, un Adriana giovane bruttina e goffa, c'è il vecchio allenatore che gli insegnerà a combattere bene, Apollo all'apice della sua carriera, ecc. Bello, da vedere!
Vabbè che si può dire su questo film, ormai lo conosce chiunque, così come i suoi seguiti (alcuni riusciti, altri meno). È fuori dubbio che con Rocky John G. Avildsen abbia pescato il jolly, così come Stallone che, Rambo apparte, deve a lui gran parte della sua notorietà.
Ambientazioni, storia, interpretazioni e colonna sonora meravigliose. Un film splendido che non ha niente a che vedere con i successivi capitoli. Un punto in meno per l'incontro finale, che niente ha a che fare con la realtà: mai visti tanti pugni presi nemmeno in tutti gli inconti ufficiali di tutti i tempi.
Il primo di una fortunatissima serie. Carico di un messaggio, l'incarnazione dell'amercan dream, Rocky, con i suoi urli e i suoi allenamenti inusuali, rientra bene o male tra i personaggi del cinema da cui moltissimi ragazzi traggono da sempre motivazione ed ispirazione. Un cult, consciuto meritatamente.
Leggendario! Questo film trasmette vere emozioni e lo fa attraverso la semplicità del protagonista. Un ragazzo che trasuda passione e voglia di vivere a cui la vita gli regala un'occasione per vivere un momento da vero protagonista! Altamente adrenalico!...accompagnato da una colonna sonora spettacolare il film riesce a tenerti incollato allo schermo fino al gong finale! Lasciandoti poi di stucco in quanto....neanche troppo scontato! ^^ Adrianaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
Capolavoro assoluto , non è solo un film sulla boxe , è un film che incarna passione,amore,amicizia ... colonne sonore da brivido , adrenalinico , beh che dire , da vedere assolutamente !!!!!!!!!
Rocky è poesia, dall'inizio alla fine. Tutto è perfetto,non cambierei nulla in questo capolavoro, le musiche leggendarie di Bill Conti, i personaggi, gli attori, la storia, i dialoghi tutto funziona a meraviglia. Stallone ritaglia su di sé un personaggio che diventerà il simbolo del riscatto sociale, il pugile dato per finito che sfidato quasi per gioco dal campione dei pesi massimi stupirà tutti per tenacia, orgoglio, umiltà, tutto nella sua simpatica ingenuità. E sarà lo stesso Stallone a percorrere la stessa strada di Rocky volendo interpretare a tutti i costi il personaggio da lui creato che lo porterà al successo mondiale, quasi a confondere Rocky e Sylvester tra di loro. Un film per tutti i palati, c'è la storia d'amore tra i due opposti che si compensano, le difficoltà di una vita fatta di sacrifici, le gelosie, ma anche gli allenamenti,la preparazione all'incontro della vita, che certo non sarà troppo realistico ma regala un'infinità di emozioni, sembra quasi di assistere ad un nuovo incontro ogni volta che lo si riguarda.
Rocky è un fiume in piena di emozioni, non mi stancherò mai di guardarlo.
Ps: in lingua originale Stallone riesce a caratterizzare ancora di più la figura di Rocky, il doppiaggio di Proietti lo fa sembrare anche troppo "sveglio".
Va bhè,parlare di "Rocky" di John J.Avildsen significa parlare di una leggenda,di un pugile mai esistito che viene ricordato come se fosse stato reale...non vi pare?...Rocky Balboa è un personaggio che ha segnato 5 o 6 generazioni differenti e che tutt'ora rimane nella fantasia umana con grandissimo vigore e affetto. Il successo di Rocky fu riscosso per molteplici fattori ma molto probabilmente la cosa che colpì di più di questa pellicola era l'immedisimazione che riusciva a trasmettere;parliamo di un uomo che viveva una vita difficile in povertà e solitudine che improvvisamente si ritrovò a vivere un sogno,a poter sfruttare un oppurtunità,esattamente come vorremmo che succedesse a noi;l'umanità e l'umiltà di Rocky sono state il suo vero successo..tutto ruota intorno alla sua vita frastagliata e difficile..quell'incontro con Apollo Creed non era solo un incontro di pugilato ma una prova di resistenza,un confronto di Rocky con se stesso,per la prima volta nella sua vita poteva mostrare il suo valore;non voleva vincere,voleva solo arrivare fino alla fine...la fine di un incontro che rispecchiava la sua intera esistenza.....nel 1976 l'incontro di questo ragazzotto di Filadelfia è stato un messaggio di speranza. Sylvester Stallone era partito dalla sua rampa di lancio e nacque un autentico mito... Bellissimo..
Il mio film preferito in assoluto. Un capolavoro senza tempo... Stallone da oscar, come il resto del cast. Non ci sono molte parole da spendere per quest'opera talmente grande e importante che ha pochi rivali.
Primo e senza dubbio miglior episodio di una delle saghe più sopravvalutate dell'intera storia del cinema. Ha il merito di aver inaugurato un genere e si salva, almeno in parte, per non essere farcito di quella profonda retorica a stelle e strisce che caratterizzerà i suoi sequel. Azzeccate le colonne sonore.
Film famosissimo con Sylvester Stallone. A me è piaciuto veramente molto ma non lo considero un capolavoro. Il migliore della serie a pari merito con Rocky IV a mio avviso. Un must.
Apprezzo anche i Rocky successivi (a parte un caso) sebbene sia chiaro che si tratta di intrattenimento e nulla più. Ma il primo Rocky ha un qualcosa che lo slega automaticamente dai restanti capitolo della saga. La leggenda comincia qui, ma proviamo ad analizzare il primo capitolo facendo finta o limitandoci semplicemente a considerarlo in sé e per sé, senza il fardello dei restanti cinque: Rocky rappresentò la pellicola che esprimeva il lato positivo dell'American Dream con grande intelligenza e onestà. Figlio legittimo e indissolubilmente legato a Sylvester Stallone, che non solo interpreta questo pugile bonaccione e testardo (diciamocelo, a volte sembra scemotto) ma addirittura scrisse la sceneggiatura parola per parola senza l'aiuto di nessuno. Fa strano sapere che Sly sia capace di questo, lo si vede proteinato e muscoloso e si va a pensare che chissà perché non abbia un grosso cervello ma è sbagliato. Ovviamente non ci troviamo di fronte ad analisi dell'essere umano degne di un Bergman o quant'altro ma è abbastanza per rendere questo film a suo modo iconico nella storia del cinema; è la semplicità della storia, un film low-budget girato con l'anima, a renderlo sempre attuale e universale nei temi. Sta qui la sua forza: non la banalizzazione dei sentimenti ma la loro semplicità. A partire da una prima immagine con un Crist0 dipinto e subito dopo un Rocky che combatte un incontro in una squallido ring di periferia. Davvero non c'è bisogno d'altro per fare un grandissimo film che sarebbe non riduttivo ma anche offensivo chiamare "di boxe"; lo sport è un (importante) contorno alla vicenda principale che racconta tutt'altro, in particolare una sorta di riscatto dei mediocri. Anime buttate in una Philadelphia squallida a sudarsi la vita picchiando un sacco o un pugile, a lavorare in macelleria o in un negozio di animali per racimolare quel poco che basta per vivere, a condividere le loro solitudini di dimenticati. Stallone soffriva una condizione simile all'epoca e come tutte le grandi opere Rocky lo è perché riflette una condizione vera e sentita. Ma la cosa che più ho apprezzato sin da bambino di questo primo film è il finale, il significato che racchiude: il vincitore è il perdente, moralmente trionfante. Si possono vincere delle guerre perdendo delle battaglie... mettetela come vi pare. La boxe è solo una scusa, il finale ce lo insegna. E poi non dimentichiamolo: Rocky Balboa è uno dei pochi italoamericani del cinema anni '70 a non essere un mafioso o un personaggio negativo che ha avuto successo al cinema. Pochi ci fanno caso ma è bello soffermarcisi. Quanto al cast, altro merito è stato l'aver riunito attorno a Stallone un talento come Burt Young, la brava Talia Shire e il vegliardo Burgess Meredith; e poi Apollo Creed è un ottimo "cattivo" che avrà modo di rivelarsi meglio nei successivi capitoli.
film che ha fatto scuola, sicuramente non il primo che ha dato il via ad un vero e proprio filone ma sicuramente il più bello. Meravigliosa storia di dramma e di riscatto, che mi ha cambiato la vita.
Premetto che sono un grande estimatore della saga Rocky,in questa pellicola piena di sentimenti,con uno Sly,quasi tonto e incredulo,nell'affrontare una così grande opportunità della vita,arrivare dove pochi possono ambire,al titolo dei pesi massimi.Un film cult,consigliatissimo.
Trovo che questo film sia un tantino sopravvalutato. Mi è piaciuta molto la caratterizzazione dei personaggi di Rocky e Adriana ma per il resto non mi ha fatto impazzire. Comunque un buon film che è entrato nella storia per merito un po' per altro.
Lo ritengo un film superbo, l'unico in cui abbia senso vedere Stallone recitare (forse anche Rambo), la storia è coinvolgente e la miseria che attanaglia i sobborghi di Philadelfia è espressa con buon realismo.
Perfetto anche il finale con la vittoria sofferta del Campione ai danni dello sfidante che tutti amano
. Nota negativa l'incontro troppo irreale, chiunque abbia visto un incontro di boxe o di lotta in generale sa che è inimmaginabile prendere due milioni di pugni e rimanere in piedi 15 round.
E' stato capostipite di un certo tipo di far Cinema, o almeno, ha dato l'input a confezionare film su uno sport veemente e ultra agonistico, stiamo parlando della Boxe, stiamo parlando di "Rocky".
Rocky Balboa, lo stallone italiano, è un pugile dilettante che, a primo impatto, dà l'impressione di essere un bullo energumeno, il suo "lavoro" nemmeno è rispettabile. Lo stallone Rocky infatti lavora per un usuraio, la violenza e l'arroganza verbale, alle volte persino fisica, devono irrimediabilmente appartenere a chi si prende la briga di intraprendere certi lavoretti. A Filadelfia Rocky si affanna nel cercare di trovare la propria "anima gemella", la cerca (e la trova) nella sorella di un suo disperato amico, è Adriana. La regia di John G. Avildsen riesce a proporre una sceneggiatura di ottima fattura e più che addensarsi sul ring cerca, in modo volenteroso, di dipingere a meglio le personalità dei vari personaggi. Qui si va dal grosso Rocky Balboa al mister. Tutti nel film hanno una funzione e brillano di luce propria, essi rappresentano un quadro melodrammatico e dì formidabile rivalsa sociale. "Rocky" mostra una vera storia, storia che trasvola dal ring per emozionare e per mettere, a destra e a sinistra, un sentimento e una forza di propulsione e di adrenalina facilmente carpibile da chi segue il film col cuore. Il finale poi è l'estrema esaltazione di una pellicola di grande impatto. Il combattimento sul ring gasa il pubblico. Brava e perspicace la regia a donare, sul più bello, un epilogo che si sdoppia nella duplice funzione di drammaticità e clamore. Il tutto in una scacchiera che si divide in un sistema astrale/boreale, da una parte la vittoria dall' altra la sconfitta. Qui, a questo punto, si toccano diverse concezioni, Rocky ha già vinto il suo match... John G. Avildsen vince anche lui la sfida mettendo su un grosso lavoro tecnico che va da una grande colonna sonora ad una selezione del cast di assoluto apprezzamento. Sylvester Stallone è in un formidabile stato. Sarebbe troppo, alla fine, cercare di sradicare dei nei al lavoro del 1976, il tutto, come detto, o perlomeno fatto capire, gira per il meglio; forse il ritmo non è altissimo ma, nella fattispecie, non è giusto parlare di pecca. "Rocky" rimane dentro lo spettatore, una storia amara in cui il concetto di "vittoria" svolge cariche psicologiche e concettuali.
Oramai rinomato e molto conosciuto cult sportivo-drammatico, "Rocky" è sicuramente il film migliore della saga ultra-stereotipata e prolissa dal titolo omonimo, ben diretto da J. G. Avildsen e interpretato in modo convincente da un bravo Sylvester Stallone e da Talia Shire e Burt Young. Alcune situazioni sono piuttosto inconcluse e magari, con un montaggio più accurato, il risultato finale sarebbe potuto uscire migliore: il passaggio tra il Rocky che da 'picciotto' diventa pugile è troppo veloce... bisogna puntare sul 'cambiamento', inteso come tematica del film, per poi dare il meglio sull'incontro e Avildsen ha un po' deluso. Inoltre il film risente molto degli anni in cui fu diretto. Tuttavia, grazie anche alla splendida colonna sonora, non finisce mai di entusiasmare e rivederlo è un piacere. Agli appassionati del genere, non sulla Boxe ovviamente, suggerisco "The Longest Yard" di Robert Aldrich, sebbene più picaresco e ambientato in un carcere.
ASSOLUTAMENTE IL MIO FILM PREFERITO!! UN CAPOLAVORO SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA!! NEL 76 VINSE "SOLO" 3 OSCAR.....MA NE AVREBBE MERITATI MOLTI DI PIU'! TUTTI!!! STALLONE REGALA UN'INTERPRETAZIONE PERFETTA, E' TOTALMENTE SOVRAPPOSTO AL SUO PERSONAGGIO. LUI E' ROCKY. UN MITO.
Primo ed unico episodio importante di Rocky. Il giovane Stallone pare intontito per quasi tutto il film, ma il suo personaggio ed il suo percorso prendono lo spettatore.
Un film che non ha assolutamente bisogno di presentazioni. Fantastico sotto tutti i punti di vista. Chi ancora non ha visto la saga di Rocky, corra immediatamente a vederla. Non ne rimarrà deluso!
un voto che va a tutta la saga meravigliosa di rocky; ovviamente il primo e' il piu' bello!! ma come si fa a nn commentare anche lo scontro con drago o mr.t!! haaa!! una di quelle saghe che nn si smette mai di veder volentieri!! silvester stallone e' uno dei piu' grandi di sempre...
Gran bel film diventato un classico. E' tutto pressoché perfetto, dalla regia agli attori alla colonna sonora e alla fotografia. Talmente ben riuscito che lo si riguarda sempre volentieri.
Se un film ti fa venir voglia di fare Boxe (nonostante tu da piccolo le abbia sempre prese) allora significa che è un film che t'ha provocato forti emozioni...ed infatti la saga di Rocky è proprio questa: un ciclo infinito di emozioni che difficilmente puoi dimenticare. Non credi esista qualcuno al mondo che non abbia visto almeno una volta uno di questi film :)
davvero bello,proietti doppia benissimo... stallone per una volta esce dai panni del poliziotto eroe e entra dentro i panni di un personaggio storico del cinema... mi dispiace dire che dopo il terzo film si è andati regredeno...
Stallone al suo massimo splendore col suo personaggio più significativo. La sua recitazione è degna del De Niro di quegli anni e la storia è commevente e grintosa allo stesso tempo. Un classico dei film sulla box. Al più presto vedrò anche i sequel sperando di rimanere altrettanto soddisfatto. Il mito del sogno americano: anima di questo film.
bellissimo primo capitolo della saga del pugile cinematografico più famoso del mondo. a parte le famosissime e bellissime scene dell'incontro contro Apollo, riuscitissimo è tutto ciò che riguarda la vita fuori dal ring del protagonista. un gran film, che riesce ad emozionare ancora oggi.
Rocky è prima di tutto un ricordo d'infanzia. Rivederlo ora è comunque emozionante. Un film che ha anche il pregio di mostrare la migliore italianità, quella del carisma e dell'intraprendenza. Il giovane Stallone è insolitamente genuino
sgnaph ... tutti votoni !! mmh , che dire ... io oltre all'americanata classica (ben fatta ma pur sempre americanata) nun ciò visto un gran che ... m'è piaciuto? si , ma mica tanto .. insomma l'avessi visto per la prima volta buttato li su una tv regionale forse gli avrei dato pure meno ... è con tutti sti 10 mi sarei sentito a disagio a metter meno della sufficienza!!!