Recensione l'impero delle ombre regia di Brad Anderson USA 2010
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Recensione l'impero delle ombre (2010)

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locandina del film L'IMPERO DELLE OMBRE

Immagine tratta dal film L'IMPERO DELLE OMBRE

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La notte è fatta per amare. Il giorno per crogiolarsi ai raggi del sole. Poi scopri che le previsioni meteo annunciano l'arrivo di aria fredda che si insinua, come una lingua dispettosa, lungo tutta la penisola, e tutto è rovinato: l'amorazzo stagionale, la pelle che resterà smorta (come cavarsela con le imbarazzanti domande dei colleghi d'ufficio che ti chiedono dove hai trascorso le vacanze?), l'investimento in denaro fatto anticipatamente per godere di quelle due canoniche settimane di riposo. Tutto a causa di quelle dannate e inopportune nubi nere portate dal vento, pronte a scaricare pioggia a più non posso e a tenerci nell'ombra delle nostre case. Già. L'ombra. Il buio. Che tutto inghiotte e nulla risparmia. Che divora la luce della felicità e della vita. Perché forse la notte è fatta anche per soffrire e ricordare chi non c'è.

Nell'oscurità di Detroit, coordinate più o meno puntate sulla Settima Strada, c'è un'interruzione di energia elettrica, la quale fa letteralmente scomparire gli spettatori di un cinema, gli occupanti di un'unità sanitaria, i fedeli di una chiesa. Chiunque. Nelle strade, nelle case, in cielo. Chiunque e ovunque, tranne qualche piccolo "fiammiferaio" che rimane in vita e a cui tocca incontrarsi con gli altri simili. Come potrà il piccolo gruppo di quattro cavalieri fuggire a questa che sembra una vera e propria Apocalisse?

È la domanda alla quale devono rispondere i poveri (nel peggior senso di compatimento possibile) protagonisti di "Vanish" (da oggi ribattezzabile con questo titolo, vista la supposta ostinazione attraverso la quale i nostri combattono il nero delle "macchie", anche le più ostinate). I "fiammiferai" di "Vanish" subiscono l'attacco di orde di tenebre organizzate, che invece di attaccarsi ai vestiti (come farebbe ogni macchia normale), sgombrano la carne umana e la svuotano dagli abiti. A meno che non ti sia organizzato con una buona illuminazione nei dintorni.

Da buoni parenti della Morte Nera, schiere di mani protese pedinano il guerrastellaio Hayden Christensen, dopo averlo inizialmente risparmiato mentre se la dormiva della grossa. Esperto di stazioni spaziali, Hayden comincia a porsi delle domande intelligenti: "Perché non c'è più energia elettrica?", "Perché sono scomparsi quasi tutti senza nemmeno avvisarmi?". E via scemenzando. Una risposta possibile, per chi proprio non avesse niente di meglio da fare, potrebbe nascondersi dietro il significato della parola "Croatoan" (cercare su Google per continuare nella perdita di tempo, nda).

Hayden Christensen ha tanta voglia di recitare quanto quella di diventare dottore forestale, Thandie Newton soffre per la perdita del suo neonato quanto Simona Ventura per aver lasciato la Rai, John Leguizamo ha la faccia giusta sul tavolo da biliardo (vedere per credere) sbagliato.
Dispiace perché la tristezza di questa oretta e mezza catacombale, fatta di ombre (di fantasmi?) che perseguitano i vivi come nemmeno i creditori più esigenti, giunge inesorabile quando ti accorgi di aver sprecato del tempo prezioso. Colmo dei colmi, lo spunto di girare il film a Detroit e vedere in giro tutte macchine ferme; sgombrate il campo dall'idea che si tratti di una soluzione sarcastica della sceneggiatura.

Comunque lo si voglia classificare, annotare o sezionare, "Vanish" è polvere al vento. Potenzialmente ispiratosi a Shyamalan, Carpenter, Polanski o Stephen King, Brad Anderson vaga nel buio con pretese filosofiche, mistiche, storiche, razionali o religiose, avido nel voler far intuire significati nascosti. Ma non ci sono preghiere che tengano: lo scritto è in blackout, incapace di terminare la narrazione, le oscure presenze sono assenti, il coinvolgimento visivo è stimolante come un infuso alla melissa. "Vanish" non contiene nessuna nuova formula, non è multiuso, ed è inefficace contro gli spiriti/alieni/spettri, minacciosi come un micio senz'unghie.

Massaia che ogni tanto vai al cinema, cambia prodotto; un modo per non sentirti sola sulla faccia della terra e rivedere i tuoi elettrodomestici. Funzionanti.

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Recensione a cura di pompiere - aggiornata al 01/09/2011 16.18.00

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