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Potete trovarmi originale, ma questo film mi ha stupito notevolmente per i messaggi e lo considero grandissimo nonostante la sceneggiatura sia apparentemente banale (d'altronde Kubrick era agli inizi e doveva fare i soldi). Il film mostra il terribile egocentrismo umano che si scontra verso le emozioni e verso le persone. Quando il pugile si prepara per il combattimento è inquadrato e musiche solenni lo accompagnano; ma ogni tanto le immagini mostrano gli avvisi del combattimento che volano per strada o sono stracciati per terra. Il pugile, quindi, pensa che tutto ruoti intorno a lui, al suo "importante" combattimento. Kubrick, però, dimostra il suo vero genio nel momento in cui ci mostra il combattimento tra il pugile e il datore di lavoro della ballerina: i due combattono dentro un negozio di manichini con bastoni e forconi e per difendersi mettono in mezzo i manichini che vengono fatti a pezzi. E' un'allusione all'uomo che, inconsciamente, mette di mezzo gli altri di fronte alle proprie difficoltà. Il fatto che i manichini rappresentino le persone è giustificato, ovviamente oltre che dalle loro fattezze umane, anche da una scena in cui alcuni pezzi vibrano misteriosamente come se avessero vita propria. L'urlo del datore di lavoro della ragazza ucciso dal pugile è emesso quando è inquadrata la testa e i pezzi di manichini: potrebbe essere anche il loro urlo. Questa tematica è sottolineata anche dalla sceneggiatura: il pugile e la ragazza, pur di aver salva la vita si rifiutano a vicenda: il pugile fuggendo e lasciandola sola (reazione molto plausibile data la situazione) e la ragazza, più spietatamente, fingendo da ipocrita di non amarlo, ma di amare il suo datore di lavoro. Il lieto fine, che ha lasciato molti delusi, è reso ambiguo da Kubrick: i due "innamorati" possono vivere il resto della loro vita felici e contenti, ma allo stesso tempo una difficoltà come quella passata può separarli di nuovo. E' molto più facile elargire promesse che mantenerle.