il vangelo secondo matteo regia di Pier Paolo Pasolini Italia 1964
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il vangelo secondo matteo (1964)

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locandina del film IL VANGELO SECONDO MATTEO

Titolo Originale: IL VANGELO SECONDO MATTEO

RegiaPier Paolo Pasolini

InterpretiEnrique Irazoqui, Margherita Caruso, Susanna Pasolini, Marcello Morante, Mario Socrate, Settimio Di Porto, Otello Sestili, Ferruccio Nuzzo, Giacomo Morante, Giorgio Agamben

Durata: h 2.22
NazionalitàItalia 1964
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 2004

•  Altri film di Pier Paolo Pasolini

Trama del film Il vangelo secondo matteo

Seguendo fedelmente il Vangelo di S. Matteo, il film narra la vita di Gesù Cristo dall'Annunciazione alla Vergine Maria fino alla croceffisione e conseguente Resurrezione.

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Voto Visitatori:   8,37 / 10 (106 voti)8,37Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
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Voti e commenti su Il vangelo secondo matteo, 106 opinioni inserite

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Thorondir  @  06/02/2023 14:48:12
   8 / 10
Visto oggi, a distanza di quasi 60 anni, è un film che manifesta i suoi problemi, quasi sembra esibirli: quella mdp che non riesce a trovare i volti e deve scartare in movimenti bruschi, la recitazione più che artigianale (d'altronde basta vedere come Pasolini scelse attori e comparse), la difficoltà di mettere in scena sequenze di massa in movimento. E però, oltre a ciò, resta un film di una potenza quasi imbarazzante in quel connubio tra immagini e musiche, con lo sguardo rivoluzionario di un racconto tutto umano della figura del Cristo, reso anche in tutte le sue durezze morali e nella sua rigorosità religiosa.

alex94  @  16/11/2020 22:36:20
   7 / 10
Una bella trasposizione della vita di Cristo, meno iconografica di altri film del genere ma ugualmente intensa e sincera.
Particolare ed azzeccata la scelta delle location e l'utilizzo di attori non professionisti.
Certo il ritmo è poco omogeneo e lo sviluppo della pellicola è piuttosto lento ( ma questo forse dipende proprio dalla tematica), però a Pasolini va comunque riconosciuto il coraggio di aver affrontato in modo personale un argomento dove ogni tipo di scivolone avrebbe potuto rivelarsi fatale,ottenendo un risultato poetico ed (è il caso di dirlo) unico.
Da vedere.

AMERICANFREE  @  19/01/2020 18:00:09
   5 / 10
Non mi e' piaciuto, troppo lento e ripetito ho faticato per vederlo tutto. Sopravvalutato

1 risposta al commento
Ultima risposta 06/02/2023 14.43.58
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libero1975  @  25/09/2019 20:30:45
   10 / 10
Miglior film in assoluto!

Oskarsson88  @  23/04/2019 16:50:39
   6 / 10
Non ne metto in dubbio la qualità stilistica e l'innovazione nel presentare un Cristo molto più vicino agli uomini che quanto possa essere in altre opere scritte o visive, ma a me ha fatto abbastanza dormire. Mi sono piaciute comunque le scelte musicali e anche il protagonista che interpreta Cristo l'ho trovato azzeccato. Sicuramente la mia immensa ignoranza in termini di religione non ha aiutato alla visione del film.

Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  19/04/2017 16:44:37
   5½ / 10
Beh... dopo i due capolavori iniziali "Accattone" e "Mamma Roma" mi sono visto questo.... difficile giudicare... la visione d Pasolini è unica e ostica e spesso difficilmente interpretabile.... ma la sensazione è che questa sia un'opera concettualmente troppo grande per la minimalità e la visione terrena e realista del regista/poeta. Sceneggiatura compressa e tutt'altro che fluida, una lentezza priva di epicità (e qui, almeno un pochino è necessaria... credo), e gli interpreti (probabilmente raccattati nei sobborghi di Roma) sono veramente, veramente dei cani oltre ad essere esteticamente al limite dell'orrendo... l'unico decente è proprio Gesù anche se sembra caricato a batterie. Insomma, a mio parere in questo caso Pasolini non è stato adeguato... si esprime meglio in altri contesti.... visto critiche e voti, secondo me è clamorosamente sopravvalutato.

Filman  @  02/05/2016 23:41:50
   7 / 10
Affresco stilizzato, per quanto arcaicamente interiore, della propria idea cristiana, IL VANGELO SECONDO MATTEO è un film biblico drammatico che apre il lato spirituale di Pier Paolo Pasolini con annesse le sue personali sfaccettature interpretative, e che dunque prende la Bibbia come un dramma intellettuale ed un'opera letteraria artistica e lo trasporta cinematograficamente con un carattere difficilmente concepibile, che pone il Cristo come un uomo normale e fin troppo rivoluzionario nella sua divina bontà. Il protagonismo della miseria è forte nell'immaginario di questa pellicola, rude tecnicamente ma affascinante nel suo stile secco e contemplativo, interessante nei suoi silenzi nonostante la sceneggiatura sia un concentrato completo ma non necessario delle citazioni più conosciute della stessa Bibbia, mezzo semplicistico di riassunto.

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Ultima risposta 10/05/2016 00.14.29
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Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  07/12/2014 13:35:01
   5 / 10
Film decisamente sopravvalutato, che ha i principali difetti nella recitazione e nella lentezza.

pak7  @  05/12/2014 12:38:12
   7 / 10
Pellicola importante nel panorama cinematografico italiano. Forse non si sarebbe potuto fare meglio, ma io l'ho apprezzato poco, trovandolo pesante a lunghi tratti, anche se riconosco la bontà di una storia che non poteva essere descritta in altro modo.

GianniArshavin  @  16/08/2014 21:02:25
   8 / 10
Uno dei migliori , se non il migliore , dei film sulla figura del Messia porta la firma del nostro Pier Paolo Pasolini.
Pur rimanendo fedele ai vangeli e allo scritto sacro il regista italiano rappresenta in modo molto particolare e atipico la figura del Cristo , lontana dai soliti canoni divini del cinema hollywoodiano.
Pasolini ci dona un Gesù più uomo e meno Messia , scavando nella sua intimità e concentrandosi prettamente sul suo carattere e sulle cose che disse lasciando in disparte molti degli aspetti religiosi e miracolosi della sua vita. Avremo dunque un figlio di Dio severo e austero , che sorride poco , ma dalla grande forza di volontà e dall'inossidabile vena rivoluzionaria , riversata contro gli ipocriti Farisei. Pur discostandosi dall'iconografia classica che vede Gesù come uomo gentile e affabile , Pasolini riprende invece la forte componente "anticonformista" del personaggio , elemento presente nei Vangeli e fin troppo spesso omesso nelle varie trasposizioni cinematografiche in favore di un Cristo sempre succube e martire e mai combattivo come in effetti era.
Oltre a ciò il cineasta nostrano caratterizza perfettamente un Messia malinconico ma energico , un uomo sulle cui spalle grava un pesante fardello che non è facile portare. La sofferenza e le difficoltà di Gesù nell'adempiere il suo compito sono cui palesi e ripropongono accuratamente quello che dicono i testi divini.
Molte sono le sequenze emozionanti anche se alcune scene potevano esserlo ancora di più , ma forse Pasolini ha voluto evitare di proposito eccessive esplosioni di pathos per non far scadere il film nella melassa.
Passando al comparto tecnico ci troviamo davvero su ottimi livelli , in primis grazie alla fotografia , alla colonna sonora e alla location.
Forse "Il Vangelo secondo Matteo" non avrà lo sfarzo dei suoi parenti d'oltreoceano ma è un signor film che a volte ingiustamente viene dimenticato. Inoltre posso assicurare che il ritmo non è cosi basso come ci si potrebbe aspettare , fattore sicuramente positivo e che rende il titolo appetibile ad una fetta maggiore di pubblico.

fiesta  @  10/12/2013 22:31:33
   8 / 10
Una cronologia degli avvenimenti più significativi della vita di Gesù. Non manca il ritmo ed è forse l'elemento fondamentale ai fini della riuscita del film. Lo stile di Pasolini mi ricorda un pò il primo rock underground (pochezza tecnica ma che esalta le idee innovative e soprattutto sentite e sincere, ). Gesù è rappresentato perfettamente nella sua figura divina. Certo viene evidenziato anche il carattere sociale , il suo potere oratorio e dialettico. Ma non è certamente questo il punto del film, nè tantomeno è questo il tratto delineante l'umanità di Gesù. Probabilmente l'essere legato troppo a ciò che era il vangelo ha fatto si che il tutto perdesse in termini di poesia ma certo è davvero complicato trattare in modo poetico questo tema senza poi cadere nel melodrammatico o drammatico. Io trovo anzi una grande forza proprio in questo suo mostrarci talvolta quasi da cronista la sua storia. Non amo le colonne sonore ma lui è stato attentissimo a non utilizzarle come sovrapposizione semantica alle immagini, talvolta risultava addirittura di rottura con ciò che accadeva allontanando così ancor di più lo spettro di un eccessivo lirismo.

bulldog  @  08/05/2012 16:26:49
   9 / 10
E' paradossale come la più grande opera filmica prodotta ad oggi su Gesù Cristo sia figlia di un ateo.

Ma mica tanto alla fine, nell'era della spiritualità deviata, per ricercare il magnetismo, l'abbandono e la trascendenza bisogna spesso passare attraverso personalità artistiche o letterarie che si lasciano letteralmente travolgere dal flusso dei pensieri dell'epoca.
E non sono importanti la loro posizioni politiche o le loro credenze, quella è tutta spazzatura egoica che non influisce minimamente sul valore delle creazioni artistiche.

Pier Paolo Pasolini stava lì, in questo limbo di "privilegiati", nient'altro che un soggetto divenuto oggetto sacrificale per l'attraversamento inconscio delle collere erranti dell'epoca.
Le sue opere non potevano che essere dei capolavori.

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Ultima risposta 23/07/2014 12.45.12
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Invia una mail all'autore del commento luca986  @  11/04/2012 12:36:40
   9½ / 10
Altro capolavoro di un poeta prestato al cinema. Un ateo che fornisce la migliore riscrittura filmica della predicazione di Gesù Cristo. Sensazionale. Da ascoltare con molta attenzione: è un audiolibro montato con immagini e musiche perfette.

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Niko.g  @  24/11/2011 13:12:01
   6½ / 10
Poco dopo l'esperimento ideologico-sfizioso de "La ricotta", in cui sovrappone alla passione di Cristo una riscrittura in chiave marxista, Pasolini presenta il suo film sulla vita di Gesù, seguendo fedelmente il testo di San Matteo.
Il risultato è molto simile ad un vero e proprio documentario sulla vita di Gesù, dalla connotazione fredda e statica. Senza dubbio è coraggiosa e apprezzabile l'idea di mettere in risalto un testo nella sua forma originale, senza intaccarlo con adattamenti o troncature, tuttavia, emerge un certo distacco da questo testo, che finisce per essere inchiodato sui primi piani del protagonista, privandolo così di slancio e dinamismo scenico, oltre che di spiritualità (da molti confusa con umanità). Non avrebbe nociuto un'ispirazione che fosse andata oltre l'aspetto urlato e rivoluzionario della parola di Gesù, che era sì un uomo, ma anche il figlio di Dìo legato al Padre e questo legame quasi non si percepisce. Se non fosse per la corona di spine che ha sulla testa, questo Cristo inchiodato alla croce, rischierebbe di confondersi con uno dei due ladroni.
Inevitabilmente poi, un regista adattatosi a questo ruolo (non è il mestiere di Pasolini questo) e un cast di attori non professionisti, inficiano la qualità complessiva del film che avrebbe richiesto una cura maggiore (il montaggio, per esempio, lascia spesso a desiderare).
Il film, comunque, dà spazio anche a molti silenzi "parlati" (bellissimi i sorrisi che Gesù regala ai bambini), con ottimi sottofondi musicali, dipanandosi poi attraverso una lunga e quasi estenuante carrellata di primi piani, a volte stile "intervista giornalistica", con lo studente spagnolo Enrique Irazoqui (doppiato dall'ottimo Enrico Maria Salerno), che snocciola parola per parola il testo evangelico nella sua forza più pura. E' il Gesù-Parola. E non è poco.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  05/06/2011 15:36:12
   8 / 10
Forse il miglior film che abbia mai visto di Pasolini. Il regista reinterpreta il Vangelo di Matteo creandone una versione meno religiosa e più "laica". Il suo obiettivo è raggiunto ampiamente: ne esce fuori un film davvero bello. Una delle particolarità di quest'opera è quella di inserire molti momenti senza dialoghi, ciò rende il film più lungo di quanto avrebbe potuto essere. La differenza principale con il "Gesù di Nazareth" di Zeffirelli sta nel fatto che nel film di Pasolini, volontariamente o meno, gli interpreti non mitizzano i personaggi, nel senso che sono presi fra "gente comune". Ripeto: sarà stato qualcosa di volontario, o meno, ma penso che questa sia una cosa molto positiva.
Nel complesso, penso che l'otto (tendente all'otto e mezzo) sia il voto più giusto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  23/02/2011 12:21:19
   10 / 10
Opera che si colloca come centrale nell'intera opera di Pier Paolo Pasolini, è il vertice della sua prima produzione cinematografica.
Nella sotterranea immedesimazione tra l'autore e il protagonista del vangelo, è condensato l'ossimoro tra "passione" e "ideologia" di un marxista anomalo che scriveva a Gramsci "sto con te nella luce, contro di te nelle buie viscere".

Capolavoro.

Vedi recensione

vehuel  @  22/02/2011 17:46:38
   4 / 10
Questo film non sono mai riuscito a finirlo a causa della lentezza estrema e per la recitazione, che definirla reidicola è un complimento.
Stravalutato

romrom  @  20/12/2010 23:41:07
   8 / 10
Molto buono. Scarno, essenziale, ma efficace.

pinhead88  @  25/07/2010 14:07:20
   8 / 10
Il film più delicato e significativo sulla vita di Cristo.
più che un film può anche essere un'illuminazione e una lezione di vita.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  14/07/2010 10:11:10
   8 / 10
Povero nei costumi e quasi "arrangiato" nella realizzazione se rapportato ad altri film che trattano la vita di Gesù, ma anche intensamente spirituale e che ha proprio nell'essenzialità (dei dialoghi,pochi,degli attori non professionisti) il punto di forza,il luogo dove trova la sua spiritualità enorme.
La trasposizione del Vangelo secondo Matteo fatta da Pasolini è fedele al testo ma è anche trattata in maniera antidogmatica,c'è un Gesù fatto meno divinità e più uomo,finalmente accresciuto nella sua dimensione umana più che divina. Sono le sue parole a dominare per tutta la durata della pellicola,non i miracoli.
Tantissimi primi piani e se vogliamo poche sequenze indimenticabili in quanto Pasolini ha una tecnica tutta sua e molto particolare (lenta,ripetitiva ma mai banale),però lo stile pittorico lo rende raffinato ed elegante.
Le facce scelte di attori non professionisti,in pratica gente del luogo,funziona più che un Charlton Heston qualsiasi,così come il Gesù di Irazoqui.
Infine,la scelta di musiche classiche abbinate ad altre africane è un connubio perfetto,che abbia ispirato anche Scorsese per la sua Ultima tentazione?
Da ricordare che Pasolini si definiva ateo,per questo la sua rilettura rimane condivisibile da cristiani e non grazie all'aderenza al testo originale,pressocché immutata.
Viene voglia di dire: Gibson,guarda e impara.

topsecret  @  16/05/2010 17:39:00
   7½ / 10
Personalmente non sono molto avvezzo a questo tipo di cinema, ma Pasolini mi ha regalato momenti di sincera meraviglia con questa pellicola. Questo perchè senza l'ausilio di grandi mezzi e budget esorbitanti, riesce ad infondere una certa serietà, emozionando e rimanendo fedele alla storia. Pensando a quello che hanno fatto dopo altri registi come Zeffirelli o Gibson, trattando lo stesso tema della vita (e della Passione) del Cristo, mi stupisco come Pasolini riesca ad ottenere gli stessi consensi con attori non professionisti, location scarne e polverose e mezzi certamente non all'altezza degli altri citati prima.
Un film intenso che ho visto con piacere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  24/03/2010 00:56:24
   9 / 10
Un Cristo che viene spogliato dalla sua iconografia, per dare spazio alla forza delle sue parole che ne esaltano l'alta figura morale, il suo rigore fino all'intransigenza di fronte al potere dei farisei e dei sacerdoti, simboli di un potere ipocrita e vuoto di significati ed organo secolare di soprusi e repressione (la parabola dei vignaioli è ad hoc).
Pasolini esalta la figura di Cristo mettendo in luce il carattere rivoluzionario del suo pensiero, svuota il film di ogni retorica religiosa e lo trasferisce in una dimensione atemporale che la location di Matera o le pendici dell'Etna rendono universali.

Gabo Viola  @  16/03/2010 13:52:05
   9 / 10
Pasolini, in aderenza con il vangelo di Matteo, dipinge il Cristò come figura sovversiva e visionaria. Cristò stesso è stato in seguito apprezzato dallo stesso Nietzsche per il suo inaudito magnetismo e la capacità di spirito libero ed indipendente. Pasolini, indirettamente, continua la sua opera di denuncia e smantellamento sociale (i farisei altro non sono che il fascismo ed il potere della chiesa). Film definitivo sulla figura mitica e fantastica di Gesù.

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exdinu  @  04/03/2010 18:18:26
   9 / 10
A parte che non saprei valutare con la sola sufficenza un film di Pasolini, come si intende il fatto che Cristo spesso è ripreso da tergo mentre parla alle folle e che la *******, come tutti gli esseri umani, invecchia? Mi ha colpito il fatto che - se pur seguendo abbastanza fedelmente il Vangelo di Matteo - Pasolini con qualche licenza, ha reso la storia - come dire?- umana.

DarkRareMirko  @  03/01/2010 02:57:02
   10 / 10
Uno fra i tanti grandi capolavori cinematografici di Pier Paolo Pasolini, che ritengo una tra le più grandi menti di sempre, una perosna che ha davvero dato tanto all'italiano medio; stà a quest'ultimo comprendere e fare tesoro dei suoi innumerevoli insegnamenti.

Il film in questione si segnala per una messa in scena del vangelo molto umile, basic, tralasciante addirittura certi passaggi, ma al contempo curatissima, con grandi interpreti (scelti più che altro perchè piacevano in senso erotico a Pasolini, ed in più c'è l'afezionado Ninetto Davoli in un velocissimo cameo) ed un'eccellente fotografia (che del resto è del bravo Tonino Delli Colli, che lavorò spesso col regista).

Si concentra molto su ciò che Gesù dice (attraverso l'inconfondibile voce di Enrico Maria Salerno, indimenticabile interprete di Io la conoscevo bene e de L'ultimo treno della notte), più che sulle sofferenze o derivazioni divine di quest'ultimo.

Molta importanza hanno i visi degli attori, spesso ripresi in primi piani; ottimo anche l'utilizzo delle musiche.

Insomma, una passione così Hollywood se la sogna; da non perdere.

edmond90  @  10/09/2009 15:20:00
   9 / 10
Molto toccante ed emozionante,degna trasposizione su pellicola della vita del Cristo

dobel  @  27/08/2009 19:03:43
   9 / 10
Un grande film con grandi musiche e una bella traduzione del testo di Matteo. Il più bello dei film su Gesù, ma...
Ma questo è un Gesù rivoluzionario nel quale vengono proiettate le convinzioni antimussoliniane e le aspirazioni anticonformiste di Pasolini. Questo Gesù somiglia più che altro a Giovanni Battista, l'uomo che grida nel deserto, con l'impeto del profeta. E' ancora un Gesù prima di Gesù. Nel suo personaggio ci sono alcuni aspetti del Gesù dei vangeli, ma siamo ancora troppo vicini all'ideale dell'eroe positivo, romantico. Pasolini, a mio avviso, è ancora legato ad una tradizione equivoca che ritroviamo anche nel film idilliaco di Zeffirelli. Pasolini inverte semplicemente i termini: a fronte dell'immagine stucchevole che abbondava nei catechismi dopo il 1880, presenta un personaggio ribelle. Nei due casi (in Pasolini e in Zeffirelli, anche se con molto più talento nel primo) l'incarnazione non è stata compresa.
Comunque un film bellissimo che va visto assolutamente.
Chissà se Bunuel...

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Ultima risposta 29/08/2009 12.21.47
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  26/05/2009 14:07:24
   4 / 10
Siccome "devo" fare un film sulla vita di Gesù e rischio di intrappolarmi in discorsi molto più grandi di me, scrivo la storia dell'evangelista più simpatico, e monto tutte le immagini senza dialoghi, non si sa mai, magari potrebbero infuriarsi i cattolici che, in linea di massima, seguono un'idea, una "finta" strada, non sapendo nemmeno loro COSA stanno inseguendo. Questo è il film di Pasolini ed è inutile dire che, a parte qualche lato positivo tecnico, è da buttare.

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Ultima risposta 03/10/2011 04.20.55
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Alexein  @  25/02/2009 19:06:44
   10 / 10
Il film più significativo sulla vita di Gesù descritta nei vangeli.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  25/02/2009 09:42:19
   8 / 10
Film che procede lento e delicato.
Grande lavoro nato dal genio assoluto di Pasolini.
Film che non si perde in spettacolarizzazioni o effetti speciali, è soprattutto un film spirituale, di una semplicità totale. Il Gesù di Pasolini non è il classico biondo con la barba, è ragazzo moro, stempiato e con un mono-sopracciglio quindi molto lontano dall'iconografia classica ma anche più realistico.
Film consigliato a tutti, credenti e non.

paride_86  @  16/10/2008 01:59:52
   8½ / 10
Pasolini firma un film sacro, sia nei temi che nella fattura, pur rimanendo distaccato e razionale sulla fede e sulla vita di Cristo. La figura di Gesù non è poetica, non è soave e neanche mistica: anzi, vediamo un Cristo arrabbiato, rivoluzionario e coi piedi ben piantati per terra. Il regista ci mostra la sua arrabbiata lotta contro il potere ipocrita e corrotto: i sermoni di Gesù sono severi e allo stesso tempo disperati, atti a difendere il popolo dai suoi sfruttatori.
Dal punto di vista stilistico "Il Vangelo secondo Matteo" è altrettanto particolare: a sottolineare la durezza dei temi c'è una sceneggiatura perennemente discontinua, fatta di intensi primi piani e da scene costruite alla perfezione, come dei quadri neorealisti. Insomma, si tratta di uno dei film più belli di Pasolini, assolutamente da vedere.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  21/03/2008 15:45:20
   8 / 10
E’ un film fuori del comune e infatti alla fine della visione sono rimasto un po’ titubante. E’ un film molto statico, molto rigido; è in pratica una successione ininterrotta di primi piani o carrellate su volti, alternate a campi lunghi o panoramiche. Quasi non esiste dialogo e sembra di avere a che fare con marionette o con statue. C’è poca naturalezza o spontaneità. Ci si accorge di avere a che fare con qualcosa di molto stilizzato.
In compenso Pasolini ci offre una serie di immagini di luoghi e di ritratti umani assai caratterizzati. Bisogna perciò leggere nelle pieghe dei volti, negli sguardi, nelle rughe, nelle bocche sdentate e nell’alterigia dei potenti, nei paesaggi spogli, nell’essenzialità e povertà delle architetture, quello che non viene detto con le parole, l’espressione, il movimento.
Piano piano sono riuscito a capire il disegno che secondo me aveva Pasolini in testa. Ha voluto portare sullo schermo un testo scritto (il Vangelo di Matteo), rispettandolo alla lettera, a costo di sacrificare le esigenze del cinematografo. E’ un’operazione “purista”. Pasolini di suo ci ha messo la ricostruzione dell’ambiente sociale in cui Gesù ha operato e ha cercato più che altro di metterne in rilievo il messaggio. Le sue parole sono quello che conta. E sono parole che pesano come macigni, è un messaggio rivoluzionario contro le ipocrisie e contro le ricchezze. Si tratta di un appoggio etico incondizionato per chi è povero, umile, reietto e tenuto ai margini della società. Pasolini esalta il senso di questo messaggio circondando Gesù di persone che più comuni non potrebbero essere. E’ il lato sociale quello che conta e l’aspetto umano e ambientale delle immagini lo suggerisce molto bene. Il lato intimista e sentimentale è completamente tralasciato. Le figure non hanno carattere o individualità. Solo Gesù giocoforza fa trapelare un carattere focoso, determinato, a volte irascibile e severo, consapevole della brutta fine che lo aspetta ma deciso ad andare fino in fondo e a lasciare traccia del suo passaggio sulla Terra. Anche lui comunque è trattato in maniera distaccata, per far sì che lo spettatore non si indentifichi e giudichi in maniera oggettiva quello che fa e quello che dice. Tra l’altro le fasi della Passione sono girate con la macchina a spalla mimetizzata da persona del pubblico e quindi il tutto è visto “dall’esterno”.
Con quest’opera Pasolini ha voluto senz’altro dare tutto il suo appoggio all’operazione tentata da Giovanni XXIII di riportare la Chiesa alla purezza, semplicità e povertà predicata da Gesù, indicendo il Concilio Vaticano II (il periodo è quello). Ci troviamo di nuovo davanti ad un’opera originale e profondamente religiosa, girata da un ateo. Ma forse sono proprio gli atei quelli che meglio riescono a penetrare nell’essenza della fede religiosa e che ne capiscono fino in fondo il significato e le implicazioni.
Con questa premessa in testa si perdona a Pasolini la stilizzazione e anzi si rimane ancora più affascinati dalla novità del suo senso estetico. Mai nessuno prima aveva dato così tanto rilievo a volti umani lavorati dalla vita. Anche secondo me questa è la vera “bellezza” umana. Il “bello” paesaggistico di Pasolini annovera gli immancabili Sassi di Matera, la Tuscia (Monterano e la valle del Mignone), gli Altipiani di Castelluccio, le Murge, l’interno della Sicilia e della Sardegna. Le musiche sono sublimi. La parte del leone la fa il compositore che meglio di tutti ha saputo mettere il divino in musica, cioè Johann Sebastian Bach; ma anche la musica africana rivela tutta la sua carica spirituale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  03/12/2007 18:02:11
   8 / 10
la prima parte secondo me è la migliore...intendo fino al battasimo di Gesù!
ci sono pochissime parole,a parlare sono le immagini e le musiche scelte ottimamente!mi sembra che quando Giuseppe e Maria lasciano la grotta si senta prokofiev...
nella parte centrale il film diventa quasi un documentario dove il livello tecnico scende un po...troviamo in poco tempo due carrellate di primi piani e in uno di questi(quello relativo agli apostoli)si vede un brusco movimento di macchina che si era persa il personaggio...poi quando si sentono i monologhi di Gesù ci sono continui stacchi a volte senza nessuna dissolvenza e a volte con qualche dissolvenza non riuscita benissimo...
La parte finale torna ad occuparsi piu delle immagini e dei suoni e il livello torna alto!
ovviamente la sceneggiatura è da lodare...

vitocortesi  @  29/11/2007 21:42:43
   9 / 10
Grande capolavoro di Pasolini.Una raffigurazione di Gesù molto particolare con delle sequenze veramente toccanti,

lampard8  @  23/11/2007 13:33:24
   8 / 10
Quando la suggestione el silenzio prevale sulla parola. Bellissimo

addicted  @  20/09/2007 15:49:52
   10 / 10
Ironia della sorte che il più intenso film sul Vangelo sia stato realizzato da Pasolini, che aveva subito una condanna a quattro mesi per vilipendio della religione in seguito a "La ricotta".
Il dettato evangelico è rispettato fedelmente e nessuno oggi può negare che si tratta di un capolavoro. Lontanissimo dagli stereotipi del cinema "sacro", è un racconto pieno di umanità, che colpisce.
Da non perdere.

3 risposte al commento
Ultima risposta 25/03/2008 04.38.40
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Dick  @  03/09/2007 16:20:20
   8½ / 10
Rispetto alla grandi produzione hollywoodiane del periodo un film con un' ambientazione semplice e scarna che trova la sua forza nei volti e ancora più nelle parole che riescono veramente a colpire per la bellezza di contenuto e di linguaggio.

Rusty il Selvag  @  09/01/2007 17:05:58
   10 / 10
Ho visto il fulmine danzare tra le foglie per poi sparire nell'incendio.

giumig  @  01/12/2006 10:19:36
   8½ / 10
Questo film di Pasolini è davvero diverso rispetto alle varie pellicole che hanno trattato la storia di Gesù. Innanzitutto lo stesso non ha i capelli lunghi e la barba folta, ma capelli tagliati e barba incolta. La sua epressione è sempre, dico sempre, triste ed arrabbiata, direi quasi "antipatica". Gli unici due momenti in cui il Cristo di Pasolini sorride si hanno quando questi torna a Betlemme, e quando arrivato a gerusalemme, incontra i bambini festanti per la sua venuta. E' poi un Cristo non umanizzato, molto divinom, quasi distaccato dalla realta fisica della terra, e malgrado cio riesce ad avere su tale realta una grandissima infuenza, attraverso l'uso della parola, delle parabole, qui "lette" in maniera scrupolosa, quasi si stesse legendo davvero il Vangelo Secondo Matteo.
Non è quindi la storia di un uomo, ma la storia dell'ascesa del Figlio di Dio, che quasi privo della sua Pietas, riesce a catturare le folle e a cambiare il mondo con la forza della parola.
Un unltima cosa: mi ha coplito molto il fatto che ne Giuseppe ne Maria abbiano mai aperto bocca, quasi attendessero in sacro silenzio un dei momenti piu importanti nella storia dell'umanità.

doppiak  @  24/11/2006 12:37:47
   10 / 10
rispetto al film di gibson che parlava solamente della passione, pasolini narra della predicazione di Gesù Cristo, mettendola in primo piano e la sua crocifissione come conseguenza... un bel film,ben fatto.. non si potrebbe chiedere di più per quei tempi

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  15/11/2006 14:19:20
   10 / 10
considero questo capolavoro il maggior contributo teologico alla storia del cinema, infatti mentre altri registi e film (vedi Zeffirelli e co) approcciano la vita di Cristo in modo esteriore e prolisso, Pasolini dà una visione interiore, sua seppur fedelissima al Vangelo (addirittura nel Padre Nostro rispetta il testo greco invece che quello della CEI) non dilungandosi nei dialoghi sempre semplici ed esplicativi, ma lasciando tutto all'espressività dei volti e alla drammaticità della musica e delle scene in sè. basilare è la scelta delle colonne sonore: varie, adattissime e intense, Pasolini dimostra di avere un' ottima conoscenza della musica e anche un gran gusto, infatti con la messa in Si- di Bach si raggiunge in alcune sequenze una tale Pathos e un tale coinvolgimemto da pelle d'oca. anche le altre sono scelte oculatamente: spazia da Mozart a Prokofiev, ci inserisce del Country e della musica iraniana...tutto perfetto e stupendo.
azzeccata la scelta del personaggio interpretante Cristo: infatti è diverso dal Clichè che è stato avviato da Powell (Gesù di Nazaret) e Kim Rossi Stuart (I giardini dell'Eden) cioè di un Gesù belloccio, con i capelloni alla Hippie e sostanzialmente finto, quello di Pasolini è abbastanza diverso: capelli corti, una conformazione facciale più asiatica, più semplice nell'aspetto esteriore, ma più profondo per l'aspetto interiore-contenutistico, infatti non è buonino, ma incazzato nero, sorride pochissimo, austero, ma estremamente affascinante. decisamente più realistico. grande Pasolini!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  19/10/2006 21:32:32
   9 / 10
"Non sono venuto a portare la pace ma la spada".
il cristo di Pasolini non è buono, piacione e pacato, è forte, senza peli sulla lingua, rabbioso e rivoluionario.
I miracoli non sono spettacolari o celebrativi, si riducono a semplici sequenze di fotogrammi, ma senza che le deformità e le piaghe non perdano di valore emotivo.
Pasolini utilizza spesso inquadrature fisse sugli sguardi delle persone che le mettono a nudo e mostrano senza nessun pudore i loro sentimenti, il più bello è sicuramente quello della giovane Maria che come la gioconda abbozza un sorriso regalando una speranza che bilancia gli occhi carichi di tristezza

scorpion  @  23/09/2006 00:51:57
   9½ / 10
E'un film a dir poco eccezionale, Pasolini non poteva fare di meglio.

la mia opinione  @  10/08/2006 22:35:52
   8 / 10
Film grandioso senza dubbio malgrado possa affascinare piu' i credenti penso che Pasolini ha fatto un ottimo film con un finale forse fin troppo normale.

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  18/04/2006 21:32:43
   9 / 10
Volti anonimi, ambientazioni, scenografia e fotografia al minimo, regia semplice e distaccata.
Su tutto la forza della parola.

5 risposte al commento
Ultima risposta 03/09/2007 16.30.04
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jmarra  @  13/04/2006 15:34:07
   9 / 10
un automobile che passa sulla collina alle spalle della crocifissione di cristo non rovina un capolavoro sulla umanizzazione del figlio di dio proletario sulla terra

sparaseghe  @  08/11/2005 11:14:05
   6 / 10
mah, sinceramente penso che Pasolini abbia fatto di meglio (vedi Salò e le 120 giornate di Sodoma)

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR frine  @  31/10/2005 01:09:12
   10 / 10
Non mi dilungo in commenti su questo capolavoro toccante e purissimo, che esprime, al di là delle dichiarate convinzioni ideologiche dell'autore, un autentico e profondo misticismo.
Ricordo,comunque- a chi fosse interessato- che il 23 novembre 2005 alle 21, presso la Multisala "Cinemacity" di Ravenna (Via Secondo Bini, 7) vi sarà una proiezione del film alla presenza del protagonista, Enrique Irazoqui. Il giorno 24, alle 16, Irazoqui incontrerà il pubblico presso l'aula Gershevitch dell'Università (Via Oberdan 1).
Siete tutti invitati:-)

Invia una mail all'autore del commento Strangelove'90  @  26/10/2005 18:26:00
   9 / 10
Con Salò è il miglior film di Pasolini. Il grande regista friulano ci regala, narrando la storia di Gesù Cristo, momenti di altissima poesia filmica. Quando il cinema diventa Arte. E Magia.

Invia una mail all'autore del commento montypython  @  02/09/2005 12:00:07
   9 / 10
Resaurata di recente, la pellicola del capolavoro di Pier Paolo Pasolini torna nella sale in contemporanea con il film di Mel Gibson, la passione di Cristo: coincidenza, o ottima manovra di concorrenza con il tanto discusso film di Gibson? Sia quel che sia, l’occasione di rivedere una pietra miliare del cinema sullo schermo è unica, tantopiù l’occasione di poter mettere a confronto i due film, la passione e il Vangelo secondo Matteo.
Se vedendo la passione qualche dubbio sulla sua presunta bellezza rimane insoluto, visionando il Vangelo di Pasolini questi scompaiono del tutto, certo quello di Gibson è incentrato unicamente sulla passione e quello di Pasolini narra di un intero Vangelo, ma ciò non toglie la possibilità di poter fare un confonto tra le due visioni del Cristo e della sua vita da parte di questi autori.
Per evitare confusione e per non dilungarsi in sproloqui sul film di Gibson (sarebbe pleonastico, oltre che ripetitivo, visto le nuemerose recensioni su questo film) mi soffermerò sull’analisi del Vangelo secondo Matteo di Pasolini: in primo luogo salta subito agli occhi una scelta forte del regista, il bianco e nero; sebbene il colore esistesse già da tempo, Pasolini sceglie il bianco e nero da una parte per neutralizzare il film, nel senso che non vuole, attraverso il colore, enfatizzare o tantomeno impressionare gli spettatori (il suo scopo è un altro), dall’altra per sfruttare a pieno le sfumature di luce e di ombre e il chiaroscuro che la scala di grigio offre, con un risultato a dir poco spettacolare.
La rinuncia al colore è funzionale a quello che vuole essere il film: una riflessione;
Pasolini, non cristiano, si interroga sulla verità delle parole del Cristo, ricercandone il senso più profondo, indagando sui suoi insegnamenti e sulle sue azioni; non a caso il film si sviluppa attorno a dubbi e domande continue (tutte rigorosamente inerenti al teso evangelico di Matteo) che pur avendo risposta da parte del Cristo, queste continuano lo stesso a rimenere tali: esse sono le domande di Pasolini, le domande di tutti noi e non possono trovare una semplice risposta nelle parole di Gesù. Perché il piano religioso è stato spostato su quello filosofico e la filosofia non vive di certezze ma di continue domande: ecco che anche l’ambiente è metafisico, anacronistico, fuoriluogo (al contrario di Gibson che sfrutta lo stesso scenario, quello di Matera, esclusivamente come contorno di ricostruzione storica). Il tema è molto sentito da Pasolini che, da non credente, si sforza di comprendere il significato più recondito delle parole del Cristo e la loro verità, mentre Gibson, credente, ha già le sue certezze in materia, ed ecco che il suo film si trasforma nella mera rappresentazione del fatto, dato per scontato, fatto che per altro viene inquinato dalla sua enorme fede cottravvenendo all’obbiettività che lui stesso si era preposta. Obbiettività che in Pasolini è sempre presente non solo per il rigoroso rispetto per il testo di Matteo, ma anche per la volontà di mettere in risalto il problema per poi lasciare agli altri l’occasione di trovarne la soluzione.Il vangelo secondo Matteo, inoltre, è incentrata moltissimo sui visi e sugli sguardi mediante primissimi piani, fin dall’inizio (emblematica e bellissima in questo senso, la scena iniziale dove Giuseppe scopre la maternità di Maria, senza dialoghi, giocata tutta sulla complicità degli sguardi sui sorrisi e sul’espressione triste delle labbra) e per tutto il film si ha un susseguirsi di una galleria straordinaria di visi, di tutti i tipi, come tanti ritratti di altrettanti uomini, e questi siamo noi che poniamo i nostri dubbi al Cristo, volti in cui l’umanità è fortissima pur essendo questi sguardi fissi, primi piani statici che nulla mostrano se non sé stessi.L’enfatizzazione di Gibson, l’esasperazione della verità teologica disumanizza perfino il Cristo, che appare come una statua insofferente, in netta contraposizione con lo scopo del regista, quello di far vedere un Cristo umano; ma è molto più umano il Cristo di Pasolini, è più umana la sua lacrima appena accennata quando viene a conoscenza della morte del Battista, o quando si reca al monte degli ulivi, è più umano il suo sguardo quasi appesantito dalla consapevolezza della sua morte ( come in molte delle raffigurazioni di Donatello, vedi ad esempio, il profeta Geremia o il crocifisso bronzeo di Padova), è più umano il suo sorriso malinconico. È più umana la sua sofferenza interiore o il suo urlo di dolore quando gli vengono conficcati i chiodi nelle mani, quella di Pasolini è una umanità psicologica più che fisica: commovente il pianto di Pietro, quando scopre di aver rinnegato Gesù, così come un po’ di pietà suscita il pentimento tardivo di Giuda, che si accascia a terra disperato, in lacrime, consapevole della gravità del suo errore, una consapevolezza talmente pesante da risulatre insostenibile, tanto da spingerlo al suicidio (ed è forse questa la vera colpa di Giuda quelloa di aver rinunciato al dono più grande, la vita); al contrario Gibson non cura minimamente questo aspetto molto più umano e spiega il pentimento di giuda come una qualche punizione divina che lo portano quasi alla pazzia (i bambini quasi indemoniati che lo inseguono picchiandolo e la visione della carcassa dell’asino).
Ma è al momento della passione che le differenze più grandi si notano: il Cristo di Pasolini non appare con una goccia di sangue, al contario di quello di Gibson che ne appare totalmente ricoperto, eppure appare soffrente come se avesse dovuto sopportare chissà quali violenze, che si ha ricevuto, ma sono quelle psicologiche che più lo fanno soffrire e lo appesantiscono più della sua croce. Il volto appare cupo e sofferente come non lo era mai stato creando una umanità e una commozione incredibili: nella passione di Pasolini tutto avviene nella più completa indifferenza e semplicità: niente sicroni enfatizzanti tra musica e immagini, niente folla in preda al panico, soffocante, ma un placido corteo immerso in una atmosfera di riflessione e pentimeno quasi sacra; la tragedia si consuma tutta nello spasmodico affannarsi disperato di Maria (interpretata splendidamnete dalla madre stessa di Pasolini, a testimonanzia di quanto il regista si sentisse vicino e estremamente legato al tema), i cui urli sono soffocati dalla bellissima musica di Bacalov, e nell’urlo secco e più sofferente di qualsiasi altro urlo del Cristo che butatta fuori tutta la poca aria rimasta nei polmoni spira. E così la deposizione dalla croce appare come in un quadro del quattrocento, in cui sembra che tutti siano in posa attoniti, pietrificati di fronte alla morte del cristo, che paradossalmente appare disarticolato negli arti, non essendo ancora giunto il rigor mortis . Il Cristus Patiens di Gibson, perde la sua umanità nel momento in cui viene messo in croce, perché ormai è come un crocifisso di legno, dalle parvenze gotiche, troppo esasperate, per essere vere, troppo enfatizzate per essere obbiettive, ed è qui che il film di Gibson perde ogni suo significato, con il risultato di un film che non è né carne né pesce, ma semplicemente solo un brutto film, d’altra parte c’è più passione nel sudore accennato del Cristo di Pasolini, che nei litri di sangue utilizzati da Gibson.


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benzo24  @  08/07/2005 12:28:55
   5 / 10
Pasolini è stato uno dei più grandi intellettuali italiani, ma come regista e scrittore non era particolarmente dotato (sopratutto come regista) e questo film ne è la dimostrazione

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Heyitsmeuthere  @  01/07/2005 11:37:42
   3 / 10
Puahh, che palla colossale! quando ce lo fece vedere il prof. di disegno eravamo in 5° superiore, fine anno scolastico e nessuno aveva voglia di fare nulla.Così durante la proiezione, nel buio della stanza correvano voci incontrollate pazzesche, tipo "ohi Max ma sai che la prossima volta ci tocca il Decameron?" Risposi "di chi è? Pasolini?" "Vabbè porto "la Chiave", storico anche quello ma almeno di sicuro non si abbiocca nessuno". Funzionò, sembra una scena dal film di Fantozzi ma successe per davvero ed appunto questo film mi è rimasto impresso da allora. Pasolini non lo apprezzerò mai come regista, non mi fregherà mai niente dei suoi contenuti, dei suoi messaggi, del neorealismo, niente! L'ho molto più apprezzato nel ruolo di intervistatore nei primissimi anni 60', quando, precorrendo i tempi, formulava domande 30 anni avanti a ciò che la gente pensava.

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ranzou  @  27/02/2005 15:03:26
   7 / 10
Davvero un bel film. Anche se di Pasolini preferisco altri film.....uno su tutti...Salò e le 120 giornate di Sodoma

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Ultima risposta 24/06/2005 13.53.21
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corvino84  @  10/02/2005 22:38:32
   6 / 10
Ottimo regista, ed anche film fatto molto bene....ma proprio questo tema non mi piace! Noioso...

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Ultima risposta 15/11/2006 13.58.11
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snakes  @  06/02/2005 20:53:56
   6 / 10
Pasolini e un bravo regista,però non sono riuscuto a seguirlo con molta attenzione,a volte diventava troppo frustante.Per voi può sembrare un capolavoro,ma per me è un film come gli altri.

francois  @  31/12/2004 18:10:59
   10 / 10
Il capolavoro di Paolini,per tecnica e poesia.

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Ultima risposta 10/01/2005 19.01.28
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Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  31/12/2004 12:51:42
   7 / 10
film "evangelicamente povero", in cui la retorica e stilistica del linguaggio filmico pasoliniano era ridotta all'essenziale. per ignoranza tecnica, sicuramente; lo stesso pasolini ha sempre affermato di aver aprocciato il cinema in totale stato di carenza di linguaggio cinematografico. E il fatto che i primi film di pasolini siano "naif" è proprio da imputare a questo fattore. Lontano dalla rozza stilistica della trilogia della vita e della perfezione geometrica di salò ( a mio giudizio la sua opera più profonda e riuscita), "il vangelo" è comunque il miglior film sulla figura di cristo dopo il capolavoro scorsesiano "l'ultima passione di cristo", il vero DRAMMA del messia, altro che gibson. Pur nella sua ignoranza, il film possiede comunque una forza che lo trascende, trasformando ogni inquadratura in galleria di icone. Unica nota negativa la recitazione di alcuni; sono ben conscio che da "accattone" pasolini imparò la lezione del neorealismo e quindi di attori presi dalla strada, ma qui siamo a volte nei limiti del ridicolo e della farsa da filmato della domenica con amici. Comunque il suo posto nella storia del cinema l'ha conquistato, non si discute.
E non rompete le palle per il fatto che gli abbia messo "solo" 7; mi sono reso conto che da un po' i voti stanno veleggiando verso lidi decisamente troppo alti. Vanno bene gli 8,9 e 10 per film di intrattenimento o genere, ma con i film d'autore si rischia di fare il botto solo a causa del nome del regista.

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Ultima risposta 15/11/2006 14.00.23
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il cinefilo  @  30/12/2004 20:13:36
   10 / 10
Il miglior film sulla figura di Cristo mai realizzato. Pasolini, il genio nostrano.

pacotorres  @  25/12/2004 19:24:59
   10 / 10
Dovremmo andare fieri di questo film made in Italy. Assolutamente rispettoso, come già scritto da chi lo ha apprezzato, di chi crede o no. Stilisticamente è un'opera inappuntabile e anticipatrice.

Axel  @  23/12/2004 08:25:37
   10 / 10
Chiamarlo film è veramente riduttivo.

Invia una mail all'autore del commento pastapasta  @  16/12/2004 17:33:26
   8 / 10
mah avevo detto a paul ke nn lo votavo ma visto ke il voto è positivo..... cmq nn è il mio genere e nn voglio piu ripeterlo. ad ognimodo nn si puo dire ke sia un brutto film soltanto ke è lento, molto lento e sopratutto lungo, lunghissimo nn finiva piu! voto 7 ma metto 8 x rispetto a paul e compagnia

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Ultima risposta 03/09/2007 16.47.40
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adorno  @  10/12/2004 22:16:33
   10 / 10
Pasolini e´ un genio, non si discute.

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Ultima risposta 18/12/2004 20.44.06
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butcher  @  10/12/2004 17:28:11
   10 / 10
Un film che ha un profondo rispetto, pur nella sua dimensione laica, della cristianita di chi crede. Da un punto di vista poetico rimane la pellicola maggiormente significativa di PPP, da un punto di vita tecnico coglie in anticipo quella fotografia e disegno di montaggio che ha ispirato geni come Kubrick e Leone.

Alessio  @  08/12/2004 14:23:07
   10 / 10
l'ho visto di notte su canale 5 tempo fa e devo dire che malgrado non fossi
intenzionato a vederlo e tutto remava al contrario,sono rimasto incollato alla sedia fino alla fine (anzi incollato a letto poichè ho la tv 30 pollici nella mia cameretta e non solo) senza addormentarmi mai malgrado fossero le 4 della mattina. lo ho trovato coinvolgente dall'inizio fino alla fine. questo non è gia un miracolo?

aliceflat  @  08/12/2004 13:18:56
   1 / 10
Non ci posso fare niente!!!Veramente brutto.
E poi considerarlo uno dei film più belli della storia?Non ci posso credere........


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Ultima risposta 03/09/2007 16.50.23
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Invia una mail all'autore del commento pirindonga  @  07/12/2004 01:51:00
   10 / 10
P P P, el mejor en su deporte, el cine dramatico.

Invia una mail all'autore del commento Ignoramus  @  30/11/2004 14:23:38
   10 / 10
"L'italia stà marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo" PPP

chiedo scusa se queste parole hanno poco a che fare con il film, esse ci danno cmq un idea di quanto pasolini fosse avanti a tutti noi, tanto avanti da anticipare tutti da almeno vent'anni.

Homer J Simpson  @  30/11/2004 13:54:15
   10 / 10
sono uomini come pasolini che mancano di più in momenti difficili come quelli che stiamo vivendo

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/11/2004 14.02.50
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Invia una mail all'autore del commento Drughetto  @  22/10/2004 23:08:09
   10 / 10
pasolini è il più grande di tutti

2 risposte al commento
Ultima risposta 11/12/2004 11.52.20
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killl billl  @  12/10/2004 23:06:42
   1 / 10
dite quello che volete ma a me non è piaciuto(perchè non amo il genere)

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Ultima risposta 03/09/2007 16.59.28
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tandrix  @  08/10/2004 10:40:05
   10 / 10
Ho letto i vari commenti fatti a questo film, in ultimo quello bellissimo di Jojo. Mi trovo in sintonia con il definirlo un capolavoro laico che riesce a cogliere anche il sacro. Insomma, un film sia per chi crede che chi non crede.

leecorman2  @  07/10/2004 19:25:00
   10 / 10
il migliore film sulla vita di GC, interpretato da attori non professionisti. Bella la scelta di girare tra i sassi di Matera.

Quentin87  @  25/09/2004 14:02:52
   10 / 10
Pasolini non si commenta


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Ultima risposta 26/09/2004 00.01.51
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andreafer  @  21/09/2004 18:40:38
   10 / 10
Io adoro Pasolini.

Matthias  @  21/09/2004 18:15:47
   10 / 10
Dopo il magistrale commento di JoJo è veramente inutile aggiungere altro....

JoJo  @  21/09/2004 02:05:59
   10 / 10
L'eretico Pasolini, l'ipereterodosso bolognese che riuscì a farsi scomunicare da entrambe le Chiese che dominarono la sua epoca, dimostra in quest'opera la sua natura di duplice eretico. Pasolini, ideologicamente figlio del marxismo, riesce ad incastonare la figura di Cristo nel mezzo delle due grandi dottrine cristiana e comunista. Gesù infatti, se da una parte presentato come figlio dell'onnipotente dispensatore di parabole e miracoli, è al tempo stesso molto più umano di quanto le scritture, o meglio la loro interpretazione ufficiale, lascino trasparire: non è certo casuale la scelta di Pasolini di riprodurre la vita di Cristo sulle orme del Vangelo di Matteo, nel quale Cristo è visto nel suo volto più umano (cosa rilevabile sin dai primissimi versetti che puntano sulla carnalità della discendenza del Figlio dell'Uomo "Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, [...] Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo."). Ma proprio per la sua natura di ateo (o meglio "non cattolico") distaccato dal marxismo ortodosso Pasolini è riuscito a regalare un capolavoro di sensibilità ed equilibrio, che riuscì ad addirittura a strappare i consensi sia, seppur mezza bocca, della voce ufficiale del PCI (ovvero l'Unità), che - molto più entusiastici - dalle sezioni meno conservatrici del clero cattolico. E' infatti questo Cristo pasoliniano quasi l'incarnazione della conciliazione tra l'ideologia rivoluzionaria comunista e l'interpretazione più aderente al pauperismo e dunque anch'essa rivoluzionaria del messaggio del Figlio del Padre: una figura di Gesù in cui spiccano gli attacchi ai ricchi ed al potere costituito nel nome di una rivincita dei sottomessi, e si punta sulla violenza shockante del "porgi l'altra guancia": una delle idee più sconvolgenti della storia dell'umanità. "Il Vangelo secondo Matteo" ci da un'interpretazione del messaggio evangelico che è probabilmente uno degli elementi che sta alle fondamenta dell'incredibile riuscita di questo film, in quanto grazie al suo lato più marxista Pasolini riesce a darci una figura di Cristo più verace, un'idea della potenza del suo messaggio molto più efficace (ed in effetti, finora insuperata) di quanto avrebbe potuto fare un qualunque regista cattolico. Lo spiritualismo, sempre presente in questo film, infatti, sembra quasi comparire di riflesso, senza mai disturbare: l'arcangelo Gabriele viene presentato nella sua fanciullesca assessuatezza vestito di umili cenci, senza ali, luci o gingilli vari. La stessa resurrezione, il trionfo dello spiritualismo, viene discretamente indicata senza sensazionalismi di sorta, ma semplicemente con Gesù che ritorna a parlare ai suoi apostoli. Tutto ciò è possibile anche perché non è nel vero interesse di Pasolini (o almeno non è il suo interesse principale) in questo film il giustificare o il mettere in dubbio la corrispondenza narrazione-realtà nel messaggio evangelico, bensì il confronto con il perché del mondo, studiato attraverso l'analisi della morte: complementare alla vita per una piena comprensione delle ragioni dell'esistenza. Si spiega dunque così la forma utilizzata dal regista per descrivere il Vangelo di Matteo: visionaria e onirica, o se si preferisce semplicemente iperpurista, è la scelta della rappresentazione pasoliniana, che decide di non toccare minimamente la "sceneggiatura originale" - temendo d'intaccarne la poesia che il regista stesso vi sentiva, osservando il più umano degli uomini (com'egli riteneva Cristo, portatore di un'umanità ideale e dunque in tal senso divina) - ma semplicemente di trasporla crudamente esattamente così com'è, senza alcuna immagine o alcuna parola di raccordo di sorta, e dunque proponendo la vita di Gesù a salti, proprio come le visioni durante un sogno. Altre particolarità esaltano ancor di più la grandezza di questo film, come la scelta degli attori, tutti rigorosamente non professionisti, e la scelta delle musiche, tra le quali spiccano la "Passione di Matteo" - come poteva mancare? - di Bach, la "Marcia funebre massonica" di Mozart - che, si ricorda, parlava della morte fisica in termini abbastanza amichevoli - e, nel finale, il geniale "Gloria" estratto da una messa cantata (in latino) congolese: un epilogo degno delle miglior world music moderna a sottolineare l'universalità del messaggio evangelico (e pasoliniano). E' comunque la grandezza di Pasolini, col suo coraggio di far parlare il silenzio - la musica compare solo per accompagnare e sottolineare i momenti più significativi del film -, di rispettare (questo sì) nella maniera più ortodossa il testo originale, a fare con questo capolavoro (che è tale anche grazie a ciò) uno dei più grandi favori immaginabili alla Chiesa cattolica, dandoci questa visione di Cristo come la sintesi più pura dell'umanità presente in ogni uomo, analizzando la questione della morte e del senso dell'esistenza senza pretendere di dare risposte (fortissima traspare difatti l'importanza dell'"atto di fede"), a differenza delle due grandi Chiese dominanti ai tempi di Pasolini che davano le risposte senza nemmeno il bisogno di porre le domande.

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Ultima risposta 25/09/2004 15.33.03
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Il corvo  @  20/09/2004 21:22:02
   4 / 10
Ma che ci trovate di bello in questo film?mah!!!!!!!! mistero.

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Ultima risposta 22/09/2004 10.19.22
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perez  @  31/08/2004 16:40:56
   10 / 10
PPP, ovvero Pier Paolo Pasolini, il più grande regista che abbiamo mai avuto in Italia, da laico firma il miglior film sulla figura di Cristo.

lino  @  31/08/2004 00:30:50
   6 / 10
Un film che merita solamente la sufficienza,non è un capolavoro.

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Ultima risposta 03/09/2007 17.05.24
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Forza Sicilia  @  16/08/2004 20:59:37
   7 / 10
Anche se l'ho visto più di una volta,questo film non mi colpisce particolarmente.
Gli avrei dato un 7,5 ma siccome non c'è gli do un 7,che non è da buttare via.

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Ultima risposta 03/09/2007 17.05.13
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