antichrist regia di Lars Von Trier Danimarca, Germania, Francia, Italia, Svezia, Polonia 2009
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antichrist (2009)

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locandina del film ANTICHRIST

Titolo Originale: ANTICHRIST

RegiaLars Von Trier

InterpretiWillem Dafoe, Charlotte Gainsbourg, Storm Acheche Sahlstrøm

Durata: h 1.40
NazionalitàDanimarca, Germania, Francia, Italia, Svezia, Polonia 2009
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2009

•  Altri film di Lars Von Trier

Trama del film Antichrist

Un uomo, una donna. Un marito e una moglie che fanno l'amore con grande trasporto. Nel frattempo il loro bambino esce dal box in cui dormiva, si arrampica sulla finestra per guardare affascinato la neve che cade e precipita morendo. La donna a distanza di un mese non riesce a riprendersi e il marito, che è anche uno psicoterapeuta, decide di curarla anche se i protocolli della professione non lo consentirebbero. Inizia così un percorso che condurrà entrambi in una casa nel bosco dove la tragedia è in agguato.

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Voto Visitatori:   6,55 / 10 (251 voti)6,55Grafico
Miglior attrice (Charlotte Gainsbourg)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior attrice (Charlotte Gainsbourg)
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Voti e commenti su Antichrist, 251 opinioni inserite

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carmi_c  @  30/08/2009 19:03:18
   6½ / 10
a tratti suggestivo e penetrante, in altri lento e scadente dal punto di vista tecnico.non tutto quello che si vede vuole essere un'allegoria , o metafora, o avere necessariamente un senso: alcune volte è frutto della follia del regista, che differentemente da quanto affermato precedentemente è alquanto misogeno

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io penso che ricalchi le convizioni cattoliche di sempre:

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carriebess  @  17/07/2009 15:41:59
   10 / 10
da misogina posso solo dire: grande capolavoro!

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Ultima risposta 26/09/2009 19.13.49
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bulldog  @  16/07/2009 01:11:45
   10 / 10
Il migliore del genio Von Trier.SUPERBO!

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faluggi  @  15/07/2009 03:32:44
   2 / 10
Buzzurra idiozia che sembra uscita dalla mente di Michele Cucuzza, e pensare che l'inizio non era niente male. Ciò nonostante, il bravo Dafoe (conosciuto da tutti SOLO ed esclusivamente per il suo ruolo in Spiderman) si desta in una buona prestazione, nel senso che è l'unico attore vero di questo ciarpame di film. Ma poi da un film polacco-francese cosa ci si poteva aspettare??

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valis  @  10/07/2009 18:44:19
   10 / 10
premetto che von trier non è tra i miei registi preferiti, infatti avevo trovato insopportabile le onde del destino e discreto, ma lontano dal capolavoro, il grande capo.
devo dire però che con questo film il danese ha fatto centro.
è sicuramente un'opera estrema, tetra, che pesca nelle pulsioni e nei desideri più intimi dell'autore, nelle sue più profonde fobie.
ma il motivo che mi spinge a dargli dieci è il fatto che è riuscito a dare forma ai demoni che abitano la sua mente.
si può criticare il messaggio del film ma di certo non si può negare che von trier sia riuscito a rendere appieno ciò che voleva dire.
il regista compie un'opera di demonizzazione del sesso, gettando una luce diabolica anche sulla maternità della protagonista fino al radicale autodafè.
notevole infine le citazione inserite nel film come quella delle opere di bosch.

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mikland83  @  05/07/2009 11:05:41
   10 / 10
Il primo capitolo da solo merità il massimo riconoscimento. Allucinante, poetico, struggente e sopratutto umano nella sua disumanità.
Gli altri a seguire sono un susseguirsi di stati d'animo maestosamente rappresentati e recitati.
Non si può consigliare ad un pubblico poco colto, non lo apprezzerebbe.
Devastante

Toros Righez 89  @  29/06/2009 01:45:36
   6½ / 10
È un film abbastanza complesso...ma penso di aver capito i vari significati che nn voglio star qui a spiegare adesso in maniera esauriente!!!...tratta della pazzia umana o meglio delle sue passioni attrazioni carnali fino a tal punto di arrivare alla morte...si insomma quello che è successo!!!....devo dire che quando la volpe ha parlato io amici e altri nella sala ci siamo messi a ridere da matti.......comq ripensando alla frase è molto vera ''Il Caos Regna''....se la faceva dire in un altra maniera era meglio va beh!!!....devo dire che per il suo genere del reggista è fatto molto bene.......comq concludendo che nn mi piace quel genere di film perchè sono arrivato a casa depresso e con l' ansia forte!!!...preferisco non vedere questi film al cinema!!!!....vi consiglio comq di guardarlo è molto profondo!!!....non so che altro dirvi..anche se in realta ci sarebbe molto da scrivere!!!...

StranzCronenber  @  25/06/2009 15:34:03
   9 / 10
Avvertenze: prima di leggere, sappiate che sono molto confuso, per natura (malvagia e demoniaca!).

Partiamo dal presupposto che il film rappresenti la visione ermetica del mondo. Le chiavi di lettura sono molteplici.
Esiste un Dio malvagio ed il mondo in cui viviamo è stato creato al solo fine di imprigionare le nostre anime. La natura implica la corruzione, ed il peccato è un attributo intrinseco all’esistenza terrena.
Da questa forma di pessimismo assoluto, che non lascia scampo, deriva l’idea che la morte sia l’unica via di liberazione possibile.
La demonizzazione del cosmo è totale, soprattutto nel suo divenire: la materia è Satana.
Contrapposta ad una simile concezione, vi è l’idea che Dio “dando un'immagine sensibile a tutte le cose, appare attraverso tutte e in tutte” e che "...la natura, come è stata resa partecipe di tutte le cose, così è stata resa partecipe del bene (si veda, al riguardo: Corpus Hermeticum, V, 2).
Uno dei padri della Chiesa, San Paolo, ha affermato che Dio, di per sé invisibile e inaccessibile nei suoi attributi, si rende visibile mediante le creature e le opere da lui generate e mediante l’attività intellettuale dell'uomo. La mediazione soggettiva diviene pertanto l’iniziazione che consente di leggere la divinità nella realtà sensibile.
Il film potrebbe essere, di conseguenza, un percorso iniziatico. Ed è Lei a compierlo attraversando le fasi del dolore, dell’ansia e della disperazione.
Lui, marito e padre, nonché terapeuta, crede che l’esistenza terrena non sia una maledizione, e che la capacità di razionalizzare anche gli istinti più animaleschi, consenta di superare gli orrori che a volte funestano la vita.
Lei, al contrario, è convinta che la natura abbia un’essenza intrinsecamente demoniaca, dato che tutto perisce, tutto muore e non vi è scampo all’ineluttabile destino riservato all’umanità. Persino le ghiande nascono già morte, e precipitano rumorosamente, quasi a denunciare lo strazio della propria condanna.
L’anticristo inizia con un amplesso durante il quale ascoltiamo le meravigliose parole di Lascia ch’io pianga (…la cruda sorte, e che sospiri la libertà).
La libertà di vivere senza freni inibitori, senza remore, totalmente immersi e sprofondati in un satanico groviglio di spine? Oppure liberarsi dal ruolo di madre, tanto ingombrante da determinare un senso di oppressione che porta ad odiare la propria prole e desiderarne la morte?
O, altrimenti, liberarsi di ciò che rappresenta il frutto di una maledizione ormai eterna: riprodursi per perpetuare la dannazione umana. In altri termini, la procreazione impedisce alla luce di liberarsi dalle tenebre (la materia). Questo giustificherebbe anche la scena in cui la masturbazione porta ad eiaculare sangue: la vita nasce già morta, ancora una volta.
Il percorso iniziatico è destinato, sin dall’inizio a fallire.
Eppure, l’essere umano è al contempo bene e male, e non è possibile una totale accettazione dell’uno o dell’altro, senza aver prima conquistato gli strumenti necessari al superamento di tale contrapposizione. Così, il dolore che immediatamente giunge a torturare la strega, la porta a tentare disperatamente di costruire un muro tra se stessa ed il mondo circostante: non riesce a camminare tra l’erba, poiché rifiuta ormai qualsiasi contatto con la natura.
Paradossalmente, il tentativo di Lui di curarla, facendole accettare la disgraziata perdita, diviene la causa scatenante del totale abbandono della donna, la quale giunge a leggere in ogni singolo aspetto della mondo circostante, segni a conferma della sua visione delle cose.
La spirale di violenza in cui i due precipitano, culmina nello strangolamento della donna (alias femmineo/male) da parte dell’uomo (il bene); l’assassinio pertanto potrebbe rappresentare il superamento del dualismo finalizzato al ricongiungimento dei due elementi contrapposti del creato: l’ordine ed il caos. E’ ciò che avviene nel dualismo manicheo: il mondo è nato dall’invasione da parte delle tenebre del regno della luce, e l’unica salvezza sta nella separazione dei due principi contrapposti, al fine di ricongiungersi a Dio.
Lui, durante la terapia, cede più volte all’aggressione sessuale di lei, che tenta in tutti i modi di ancorarlo alla terra, giungendo persino a piantargli una ruota di cemento nella gamba, allorquando si rende conto che l’erotismo sta perdendo la sua forza seduttiva.
E quando crede che non vi sia altra via d’uscita, Lui la uccide, nonostante si fosse liberato della “palla al piede”, grazie all’aiuto di uno dei tre mendicanti (è il corvo che gli fa trovare la chiave inglese), e potesse quindi limitarsi a fermare la follia della strega, anziché sopprimerla.
Da una simile ricostruzione, sembrerebbe tutto semplice e lineare. Ma così non è, talmente numerosi sono i punti critici e ambigui della narrazione.
Innanzitutto, Lui afferma che i comportamenti di Lei non possono provenire dall’esterno rispetto alla sua personalità, in quanto persino sotto ipnosi, e così quindi anche in preda alle crisi di ansia e depressione, non si fa nulla che il nostro inconscio non ammetterebbe, anche da lucidi e coscienti.
Che significa?
Una risposta può essere data basandosi ad esempio sugli studi della psichiatria sul fenomeno delle possessioni: un soggetto represso, tende a dare sfogo ai propri desideri (ritenuti impuri e vietati) convincendosi di essere in preda ad una possessione.
Il terapeuta cerca, pertanto, di far compiere un passo innanzi alla paziente: accettare la complessità dell’essere umano.
Lei cerca di esteriorizzare le proprie pulsioni, giustificandole con lo stato di disperazione determinato dal lutto. In realtà, la sua natura, era già emersa: allorquando maltrattava il bimbo mettendogli le scarpe al contrario, ad esempio. Ella non è in grado di trovare un punto di equilibrio.
Il quesito fondamentale, tuttavia, riguarda chi è il vero anticristo, e qual è la sua essenza, soprattutto.
Per tutta la durata del film, sembra emergere chiaramente che è Lei la strega/donna/natura/satana.
Io però sono convinto del contrario, nonostante le dichiarazioni dello stesso Von Trier.
Una delle teorie portanti dello gnosticismo, in tutte le sue più disparate correnti, prevede che dall’Uno, essere perfetto, sia derivato il due ed il tre: il maschio (il potere) e la femmina (la verità).
Dunque, Lui si illude di poter superare il dualismo male/bene, accettando il proprio stato di essere fatto di spirito e materia, mediante la razionalizzazione delle pulsioni animalesche. Ma la soppressione della femmina, in realtà, non costituisce un passo per tale superamento: rappresenta la prevaricazione del potere sulla verità. Egli riesce a liberarsi e a sopraffare la donna soltanto grazie all’aiuto di uno dei tre mendicanti: il corvo che gli fa trovare la chiave inglese. In secondo luogo, la fuga dalla verità (e cioè che la natura è malvagia) viene pure simbolicamente rappresentata dal suo ritirarsi nella tana della volpe (apertura vaginale che conduce al grembo materno). Come non leggervi un chiaro riferimento all’abbandonarsi al ventre della terra, con accettazione di tutto ciò che implica una simile scelta? I suoi tentativi di ergersi al di sopra della materia, mediante il raziocinio, sono vani: prima cede alle avance sessuali della compagna; poi accetta l’aiuto dei mendicanti; infine, di fronte al caos imperante, sopprime la causa di ogni male: la femmina.
Ma l’assassinio non era più necessario! Ecco perché il suo gesto, lungi dall’essere un atto liberatorio e purificatorio, costituisce al contrario il battesimo a nuova vita nella fonte di Satana: il razionale è surclassato dall’irrazionale, proprio quando sembrava invece stesse per prevalere.
In secondo luogo, dopo la prima esperienza di Lei, nel bosco dell’Eden (allorquando sente il pianto di una creatura che non riesce ad individuare, ovviamente), è soltanto Lui ad avere diretti contatti con i mendicanti, ed è a lui che si rivolge la volpe (“Il caos regna”), quindi è Lui ad essere il vero interprete della volontà demoniaca della materia.
Volontà che è demoniaca solo perché Lui non ha gli strumenti per interpretarla, tanto è impregnato di razionalismo.
In definitiva, l’infanticida è stata punita: la natura ha riaffermato il proprio dominio.
Le donne che, nella scena finale, si affollano nel bosco, potrebbero quindi rappresentare le vittime del sopruso, come fu nei secoli, e come è ancora oggi. L’umano è schiavo della carne, e di fronte a chi evidenzia questa realtà, non resta che l’arma della soppressione, cedendo per tal via, proprio a ciò che non si vuole accettare: il caos / male / irrazionale. La Natura diventa, finalmente, la chiesa di Satana.
Al contrario, le streghe avevano un rapporto con la natura improntato all’integrazione dell’uomo con essa: ciò che di utile la madre terra può darci, abbiamo il diritto di usarlo; la natura non è la chiesa di Satana, ma il mondo reale in cui siamo destinati a vivere, e pertanto conviene accettarne tutti gli aspetti, quelli più terribili, come quelli più piacevoli.
Lui vede le donne, elle sono ancora lì, e si rende conto che la natura femminea del creato non può essere sradicata, perché ne è parte integrante.

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15 risposte al commento
Ultima risposta 23/05/2010 12.07.18
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polbot  @  23/06/2009 14:13:59
   4½ / 10
Premetto che adoro alcuni film di Lars... Detto questo...


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Tutto questo e poco di più è ANTICHRIST !!!
il kaos regna.....

Da segnalare però una scelta musicale appropriata e di valore..
Speriamo che Lars sia poi davvero guarito dalla depressione.. almeno il film sarà servito a qualcosa!

Tautotes  @  21/06/2009 23:59:13
   7 / 10
Non è facile dare un voto a questo film.
Per come la vedo io, è un percorso di discesa nella follia causata dal crescere di un enorme senso di colpa, rappresentato tra l'altro dalle mutilazioni genitali che si associano alla scena iniziale della morte del bambino (si può dire, è in trama). Un senso di colpa che la razionalità del marito psicologo non riesce a cogliere appieno se non dopo aver indagato l'argomento della tesi di sua moglie.
Non c'è divaricazione tra bene e male, sono facce della stessa medaglia, ed il percorso verso la follia e il peccato finisce per essere compiuto da tutti.
Non è un capolavoro, ma comunque si lascia guardare.
Ottima fotografia.

john_doe  @  12/06/2009 20:26:17
   9½ / 10
Amo Lars Von Trier

6 risposte al commento
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Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  12/06/2009 16:36:43
   7 / 10
Adoro Von Trier e mi risulta arduo commentare questo sua ultima fatica, forse anche perchè una parte di me si rifiuta l'idea che il buon vecchio Lars possa fare una ******.
Oggettivamente il film è girato magnificamente, una fotografia sublime che cita ed omaggia il grande Tarkosky, in particolare le sequenze oniriche, il film riesce a produrre un'atmosfera inquietante e angosciante per quasi tutta la sua durata (eccetto il finale)... è palese che è un film che ha avuto una genesi sofferta ed è il film più personale di Von Trier.
Però troppe cose non funzionano... un'allegorismo esasperato, che in alcuni punti sfocia addirittura nel ridicolo come la volpe modello coyote spirito guida di homer simpson... secondo parte del film, modello shining, abbastanza banale, pippe mentali alle volte insostenibili.
Grandissimo Defoe, brava la Gainsbourg diafana e imperscrutabile come la grandissima Adjani in Repulsion (altro film fortemente citato)

2 risposte al commento
Ultima risposta 12/06/2009 23.44.34
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GodzillaZ  @  10/06/2009 00:30:00
   6 / 10
Difficile dare una interpretazione obiettiva a questo film.
Vengono usate metafore per rappresentare la "naturalezza" della donna e la razionalità dell' uomo ecc ecc (non aggiungerò la mia interpretazione visto che ne è stato ampiamente discusso quì sotto).
Il film è bello e ben fatto ma purtoppo anche mooooolto pretenzioso.
Non ho affatto apprezzato le esagerazioni visive contenute nel film, sembrano messe lì per shockare in modo che poi se ne parli...
Lungo, lentissimo e pesante ma essendo molto psicologico, un pò ci stà.
Sul rapporto uomo/donna preferisco 100 volte Eraserhead (l' argomento non è proprio lo stesso, ma più per la rappresentazione visionaria)

Invia una mail all'autore del commento click  @  09/06/2009 17:02:26
   4 / 10
Il caos

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regna.

17 risposte al commento
Ultima risposta 02/01/2010 14.14.29
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eraserhead  @  09/06/2009 16:08:55
   9 / 10
La gente in sala era in******* come non mai
Non delusa, in******* nera
Film leopardiano se ce n'è uno
Ma pessimismo cosmico
Leggermente nichilista
A me non ha stancato per niente


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In ogni caso, disturbato e disturbante dall'inizio alla fine
Un film sull'uomo, insomma
Quindi probabilmente horror è il genere che più gli si avvicina

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/07/2009 16.10.05
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pioss  @  09/06/2009 13:49:10
   7 / 10
Un film che, cinematograficamente, di Trier ha poco se non nella sceneggiatura, le metafore, la musica classica e la divisione in capitoli (Prologo, disperazione, ansia, paura, Epilogo).
Svanito l'effetto mal di mare da telecamera a mano, regia ricercata, scene totalmente esplicite da ogni punto di vista fisico, il film è una catena concentrica di simboli ed eventi che si rinconrrono come contenitori che nascondono al loro interno la medesima verità, in un ordine piramidale di significati che al suo vertice ha: "Lars Von Trier è un messaggero di Dio". Attraverso il film che è l'oggetto nascosto, l'angoscia che ne scaturisce, la pellicola offre gli strumenti per capire la verità e redimerci dai nostri mali. Il nostro male? Viviamo sotto la menzogna che il mondo sia cattivo. Questa è in realtà una visione della donna, che attraverso il sesso usa l'uomo per renderlo prigioniero nella di lei irrazionalità.
Tutto questo grazie al ricorrente gioco delle parti di "coercizione" (il sesso / la macina / le scarpe rovesciate), "strumento per liberarsi dalla sudditanza" (il terapeuta / la chiave inglese), "l'angoscia rivelatrice" (il corvo / il film stesso), il messia (Charlotte Gainsbourg / Defou (ma ne può esistere solo uno) / Lars Von Trier). Ottime le interpretazioni dei due attori, seconde solo al delirio di onnipotenza della regia.

tregiraffe  @  09/06/2009 06:41:46
   7 / 10
Molto suggestivo, e i due protagonisti sono bravi belli e sexy, tutto quello stare cosi' insieme a contatto giorno e notte e le gambe e i glutei bianchissimi mi hanno..... confusa.
Pero' non ho capito il film. Do' un voto per le emozioni.

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Ultima risposta 09/06/2009 18.41.44
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Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  08/06/2009 16:01:15
   5 / 10
Lars Von Trier rinuncia alle regole del Dogma e scrive/dirige una pellicola che si fa carico dell'ambizione eccessiva del regista danese. Vuole disturbare con una violenza che a conti fatti si rivela essere fine a se stessa, risultando quindi, più che disturbante, semplicemente fastidiosa per la sua inutilità; riempie la pellicola di simbologie e richiami religiosi attraverso dialoghi forzati che confondono e gonfiano un film che sarebbe potuto durare poco più di mezz'ora; il ritmo è lento, ma questa non è una novità, è però una novita il fatto che non sia riuscito a gestirlo, spalancando così la porta ad una noia a tratti insostenibile.
Secondo alcuni il regista ha dato libero sfogo alla sua intimità, secondo me, invece, ha solo riposto un po' troppa fiducia nella sua capacità di sconvolgere, come se nel cinema attuale fosse possibile raggiungere tale obiettivo solo attraverso qualche immagine un po' più forte e non attraverso il modo di affrontare il tema trattato.

Sulle interpretazioni non c'è molto da dire. Ho sempre apprezzato i due attori protagonisti che, infatti, anche in questo caso offrono una prova perfetta. Riguardo al doppiaggio, invece, ci sarebbe da dire qualcosina in più dato che alla Gainsbourg è stata data una voce non semplicemente inespressiva, ma addirittura irritante.

4 risposte al commento
Ultima risposta 19/07/2009 12.11.05
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Invia una mail all'autore del commento Barone  @  07/06/2009 14:19:27
   3½ / 10
Per citare il tragico Fantozzi dopo la visione della "corazzata potemkin" : UNA ****** PAZZESCA !!!

21 risposte al commento
Ultima risposta 30/07/2009 16.13.17
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Vanillas  @  07/06/2009 11:49:39
   1 / 10
Noioso all'inverosimile, lento, i doppiaggi sono imbarazzanti, a dir poco odiosi, finto, falso. Mira a impressionare chi lo guarda con scene crude da splatter di seconda categoria.

Prima di andare al cinema ho letto i vostri commenti. Arte? Ma dove??????? Il regista non è depresso, piuttosto è furbo, sapendo che ci sono degli spostati che possano definire arte una ****** del genere.


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So bene che il mio commento non vi piacerà, ma credo che ognuno abbia i suoi gusti e come io rispetto i vostri potreste rispettare i miei senza risposte al commento. Grazie

79 risposte al commento
Ultima risposta 01/11/2009 22.47.06
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Ciaby  @  07/06/2009 11:01:52
   10 / 10
Vimercate, cinema Le Torri Bianche. 6 giugno 2009, ore 22.40

La mia preoccupazione più grande era che io, ragazzino di diciassette anni appena compiuti, non potesse entrare per un divieto ai 18 per quello che è il film occidentale che più ho atteso.
(il 2009 è un anno bellissimo per il cinema, pensate che tutti i grandi registi stanno tornando: Kim Ki-Duk, Takeshi Kitano, Park Chan-Wook, Michel Haneke, Lars Von Trier...)
E invece...nessuna domanda, prendo il biglietto con una facilità sconcertante ed entro nella claustrofobica, ma spaziosa sala cinematografica.

IL PUBBLICO: Il pubblico migliore che mi sia mai capitato. Quello strnzo del mio amico Vik, che ha osato vedere antichrist prima di me, mi ha detto che il pubblico è intrattabile durante questo film. E invece non lo è stato per me: un pubblico che rimase in silenzio dalla prima all'ultima inquadratura e in silenzio uscì dalla sala, sconcertato e inquietato.
Le uniche paroli arrivavano con il taglio del clitoride, tutti a gridare "OH MIO DIO! ARRRRGH!"... insomma un pubblico meraviglioso, senza neanche i bip dei cellulari, una cosa meravigliosa...

-

Comincia il film e vengo trascinato da sei, splendidi minuti di slow motion in bianco e nero, destinati ad entrare nella storia del cinema: un amplesso così dolce e violento allo stesso momento, sulle note di una "Lascia Ch'Io Pianga" seducente e rassicurante. L'amplesso ravvicinato, quel particolare osceno che smorza la finzione, così delucidata dalla slow motion sull'acqua che cade, i soldatini gettati sul pavimento, l'orsetto...
I fiocchi di neve entrano nella finestra, ti senti sollevato. I due amanti sono felici, il bimbo è affascinato dalla neve. Poi, qualcosa avviene: il bimbo si getta dalla finestra e ha inizio il delirio.

Trasportato come Ofelia dalle acque dell'invenzione, vengo a conoscenza di un cinema oscuro e vitale, agghiacciante, angosciante ma anche nero, nerissimo.
La genialità di quest'uomo è tutta visibile nelle inquadrature: il continuo ravvicinamento di due fiori nel vaso, per mostrare che nella bellezza si instaura anche il pericolo.

Rulli di noise. I rami degli alberi.

Il film scorre, inquieto sulle performances affascinanti di Willem Dafoe (bravissimo) e Charlotte Gainsbourg (Superba).
Il dolore è una malattia che si instaura nella donna alla perdita di ciò che ama


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Il treno.
Le seduzioni di visioni immagnifiche.
Le splendide scene nel bosco, girate come se fossero quadri impressionisti, con quelle nuances verdi sfumate.
E poi la dolcezza angosciante di Charlotte nell'erba che affonda.
"Ora tu sei erba"

Sicuramente uno dei capolavori del 2009, così teso e vitale, ma anche morente. La paura della morte accompagnata dal desiderio di morire, la vita, il sesso come dolore e ricordo maligno, la follia in un film che non fa dormire per giorni.

Perchè è horror, dicono? Perchè horror è in un certo senso.
NOn come lo intendiamo noi, ovvio. L'elemento sovrannaturale è presente, ma nascosto tra la nebbia delle follie, in un sistema di scatole cinesi da ricordare un Bunuel più estremo. L'orrore risiede in un pianto infantile che non ha provenienza, che sembra cadere dal cielo.

Lars Von Trier racconta con orrore il suo male, infondendolo anche a noi. Il cinema deve dare emozioni, positive e negative. La sensazione finale è quella di un mix tra i due, un sentimento non ben definibile che nasce dal dentro ed esplode. Angoscia o gioia? Nessuna delle due. Come Charlotte nel film non sapeva di cosa avesse paura, così io non so che cosa provo, ma so che il film è un capolavoro, stupendo. Un pezzo d'arte Geniale.

Riguardo alla trama, molti commenti qui in basso dicono che non c'è una trama, invece c'è eccome:

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30 risposte al commento
Ultima risposta 04/10/2009 22.33.30
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sasuke999  @  06/06/2009 13:57:53
   10 / 10
Non è facile decifrare un film di questo tipo, è un horror "sui generis" davvero insolito, le atmosfere oniriche mi hanno ricordato certi film di Lynch. Anche se probabilmente chi si aspetta un film horror nel senso classico del termine rimarrà deluso. Un vero e proprio viaggio nella psiche umana, alla ricerca delle origini del male, fino ad arrivare ai confini della follia.

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Ultima risposta 09/06/2009 00.46.25
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macs23  @  06/06/2009 12:23:19
   8 / 10
SCENEGGIATURA: 7
TRAMA: 7
REGIA: 10
INTERPRETAZIONI: 9
COLONNA SONORA: 8
FOTOGRAFIA:7.5

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Ultima risposta 30/07/2009 16.25.13
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lampard8  @  05/06/2009 13:57:03
   8 / 10
Mi rimane difficile commentare un film di tale portata. Posso solo dire che sono uscito dalla sala pienamente soddisfatto. Geniale e disturbante allegoria di Von Trier con momenti di altissimo cinema e delle torture al limite del sopportabile. Visivamente ineccepibile, perde un pò nella parte centrale ma resta un prodotto che sfiora l'eccellenza.
Il problema di Von Trier è secondo me l'autocompiacimento e il narcisismo dei suoi film, ma resta il fatto che è uno tra i migliori registi in circolazione, capace come pochi di far parlare di sè, nel bene o nel male.
Bellissima e struggente la dedica a Tarko e altrettanto significativo il richiamo al cinema di Carl Theodor Dyeyer.
Un film non per tutti, certamente una visione disturbante, ma che non lascia indifferenti.

zakfett  @  05/06/2009 12:59:16
   6½ / 10
Film a mio parere completamente comprensibile solo al regista.
Figurativamente intenso e molto crudo in alcune scene.

VikCrow  @  05/06/2009 06:02:22
   10 / 10
Genio? Folle? Risulta impossibile definire Von Trier. La parola adatta sarebbe Artista, colui che attraverso la propria arte, o ciò che gli si confà meglio, riesce a trasmettere se stesso. Si vociferava di un suo periodo di depressione e, forse, "Antichrist" (che nulla ha a che fare con argomenti religiosi), è stato il mezzo per esorcizzare gli incubi e i dolori che lo affliggono. Dopotutto il film si costituisce di tre termini fondamentali: Dolore, Pena e Disperazione. Un trittico indissolubile, il tempo è scandito da questi tre elementi affini tra loro. Una caduta nelle profondità della psiche umana, nei grovigli connettivi dell'essere, per schiantarsi contro neuroni putrescenti. Il viaggio ultimo dell'individuo, la lotta contro se stesso, contro i suoi umori, contro le proprie emozioni, contro la propria carne. La sublimazione dell'esperienza del dolore che diviene poesia visiva e truculenta passione. Non v'è più un rapporto tra bene e male, tra bello e brutto, tutto si mischia in un vortice di marciscente angoscia, sino a che la follia non prende il sopravvento sull'uomo, il quale non ha la forza di domare la propria Natura (la natura umana è lo stesso male di vivere), ed inevitabilmente soccombe sotto il peso delle proprie ossa fracassate.
La fanciullezza non conosce queste tre parole meschine e putride, le scalcia via, come burattini di piombo. La fanciullezza danza sotto la neve con la morte, ed ha il sorriso dell'ingenuità in faccia... L'amplesso che al suo culmine genera nuova vita e la morte che la sradica (binomio cardine dell'intero dramma). Il vuoto che se ne crea è incolmabile. I due protagonisti lottano differentemente sino all'eliminazione reciproca. Lei lotta da madre alla quale hanno estirpato la vita stessa, lui lotta da freddo uomo calcolatore in cerca di pace. La pulsione sessuale, il desiderio, l'amore si distruggeranno. Un'esistenza in declino, in decadimento. Affogare negli abissi neri della propria anima. Chi è dunque l'anticristo se non il nostro IO? A voi la risposta.

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Ultima risposta 09/06/2009 20.25.02
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  03/06/2009 20:10:03
   5 / 10
Dichiaro subito i miei limiti, forse anche caratteriali, nell’esprimere il mio “non mi è piaciuto per nulla” a riguardo di questo film, così come la parzialità di questo commento, più emotivo che altro.
Ma dal dato di fatto di non essermi piaciuto son partita per andare a ritroso a leggermi tutti i commenti che lo riguardano (e scomodando le persone che in qualche modo lo hanno apprezzato), giungendo alla conclusione che sia molto più interessante il dibattito generato dal film che il film in sé. Mi si dirà che questo è un pregio oggettivo, ma in questo caso ho qualche dubbio anche su questo.
Il limite personale sta nel distacco estremo con cui l’ho accolto: nessuna affascinazione seppur fossi assolutamente disposta a qualsiasi viaggio volesse invitare, perciò a parte l’inevitabile raccapriccio per le scene estreme (ma da me viste come espedienti voluti a traumatizzare e non come significanti, ma se non capisco male questo era il loro proprio fine), o la suggestione prodotta dal prologo in cui l’infelice amplesso di morte (o era il funerale dell’amplesso quello celebrato sulle note di Handel?) anticipa e segna l’epilogo finale, la mancanza di suggestioni profonde penalizza inevitabilmente il mio giudizio .
Quello che ho visto io è invece un'ostentazione esibizionistica di un Male che mano a mano che diventava sempre più folle, metafisico e contornato da simboli oscuri, tanto più implodeva in un ammasso informe, vagamente putrescente: follia, male, natura e satana, si agitavano davanti ai miei occhi senza che mai toccassero qualche corda mia intima (neppur negativamente) e senza mai trascendere verso un oltre.
Semmai questo mio sguardo (colpevolemente) distaccato ha contribuito a spogliarlo della tragicità di cui voleva essere portatore, finendo per percepire i rimandi oscuri e gli eccessi come gratuiti e, come già detto, esibizionistici
Da qui la mia impressione di non riuscito, non grave in sè, ma in questo caso appesantito dalla pretesa di esserlo: capisco chi parla di autocompiacimento.
Il mio voto di cuore (appena finita la visione) è il 4 che si dà ai brutti film, che poi sale al 5 per un minimo di obiettività nei confronti di Defoe e della Gainsbourg, così docilmente assoggettati ai loro ruoli, e di una fotografia che ha certamente contribuito a rendere pregevoli molti momenti.
Naturalmente per quel che valgono i voti in questo caso ed esclusa la didascalia: in questo caso la più opportuna, secondo me, è un "vedetelo se volete partecipare con cognizione di causa alla discussione".

Se è un film "prendere o lasciare", lo lascio tranquillamente a chi lo sa apprezzare.

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Ultima risposta 22/06/2009 17.46.34
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John Carpenter  @  03/06/2009 12:08:53
   7 / 10
ANTI
CHRIST

Note negative:
- la prima parte per nulla interessante.
- molto noioso, non perchè è lento, ma proprio noioso (vedi punto sopra).
- la sceneggiatura: dialoghi imbarazzanti che suscitano ilarità (involontaria).
- montaggio e regia di Lars Von Trier che non rende interessante il film e vuole fare l'autore a tutti i costi, ma non è nè Kubrick, nè tantomento Lynch con cui viene paragonato spesso. Questi 2 registi sanno unire la realtà (trama) con surrealità ed oniricità. Von Trier non lo sa fare. Dirige male e svogliatamente, alcune sequenze semplici come il dialogo tra i 2 fanno ribrezzo e orrore da quanto sono girate male, altre sequenze invece sono da 10 e lode, ma per merito della fotografia e degli effetti speciali.
A tratti ricorda Shining, che ovviamente sta su un altro livello (mi sento profondamente stupido a ribadirlo).
Premettendo che è il suo primo film che vedo, magari posso sbagliarmi e rivalutarlo. Oltretutto anche Lynch ha toppato alla grande con Inland Empire dirigendo 'forse' il suo peggior film.

Note positive:
- l'inizio. Subito si capisce che non è un film normale. Ma è molto bella questa parte.
- la fotografia. Probabilmente nel lato tecnico è la cosa più riuscita. Allucinante.
- il sonoro. (forse l'unica cosa che) Mette i brividi.
- alcune scene visivamente eccezzionali (vedi sopra). Non voglio fare spoiler, quindi vedetelo.
- la parte finale veramente disturbante e malata, che difficilmente dimenticherò. E' sicuramente la parte più riuscita del film, visto che nella prima è molto piatto e monotono (credo non si possa dire il contrario su questo).

Penso basti.
Sinceramente non me la sento di criticare chi mette 1. Non sono snob, ed ognuno ha i suoi gusti, facili o difficili che siano. Antichrist è piaciuto a pochi, e io non avrei alcunissima voglia di rivederlo un'altra volta (anche perchè alcune scene mi hanno sconvolto).
Il voto non si può dare a un'opera del genere. Ci sono film a cui non si può dare un voto. A tratti avrei voluto dare 1. Avrei voluto dare 6. Avrei voluto dare 9. Avrei voluto dare 3. Penso non si possa giudicare così un film così. Voto 7: buon film, vale la pena di vederlo. Vale la pena si.
Quindi, detto questo lo consiglio.

John.

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Ultima risposta 05/07/2009 13.05.17
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morgana2009  @  03/06/2009 10:28:53
   10 / 10
Uno shock visivo di rara intensità. Il miglior horror degli ultimi 10 anni.

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Ultima risposta 09/06/2009 00.52.03
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balrom  @  03/06/2009 10:10:23
   1 / 10
Sono andato a vedere questo film con mio fratello, lui profonddamente cristiano, io laico, siamo rimasti entrambi senza parole.
La cosa più incredibile è stata guardare il resto degli spettatori sgomenti e disorientati, non ce n'era uno che non avesse sul volto una smorfia di sdegno e insoddisfazione.
Molti dicono che i film di LVT sono arte o che sono i classici filme che si amano o si odiano, ok sono d'accordo, sara pure cosi ma è in un museo o in una galleria di amanti del culto che deve essere relegata questa roba, non si può proprinare una simile solfa a tutti.
Se vi aspettate di vedere un horror, non ci andate assolutamente. ve lo sconsiglio.

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Ultima risposta 15/06/2009 17.01.52
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Invia una mail all'autore del commento devilkiss73  @  03/06/2009 02:13:04
   1 / 10
Ma io ho letto i commenti precedenti e resto senza parole...ma perchè si vuole trovare sempre qualcosa di positivo e di psicologico in un film che in realtà non ha senso? Io ancora mi chiedo, ma che razza di trama è? che razza di film inutile è? Scene gratuite che sembrano più dettate a fare un film porno e inutile che un film drammatico/horror....
Non parliamo di quanti soldi abbia potuto spendere il regista, visto che in tuto il film ci sono solo due attori , musica zero e ambiente anonimo...
Ok, sarò io stupdo, ma intanto tutta la sala faceva commenti sul quanto fosse inutile sto film...e ultima cosa, dopo un'ora che gira sto c... di film pensi, ma dovrà succedere qualcosa, non è possibile che continua sempre così....Madre che noia!!!! Peccato che non esiste il voto ZERO...mai come stavolta 7,50 euro buttati!

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Ultima risposta 06/06/2009 01.27.01
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  02/06/2009 16:47:42
   6 / 10
Delusione, c'è da dire che è il primo film che vedo di questo Lars Von Tiere, però devo ammettere che mi aspettavo molto ma molto di più.
Adesso io questo regista non lo conosco, e non posso dire che sia bravo o meno, so che questo film l'ha fatto dopo una tremenda crisi depressiva, però di tutto questo non ne riesco a capirne il senso, adesso se la si conosce bene la depressione e di certo una malattia tremenda, e porta ad uno stato emotivo bruttissimo, ma io non so perchè abbia voluto fare questo film! e soprattutto cosa voglia trasmettere a colui che paga quei 7 o 10 euro per guardarselo.
Allora diciamo pure che in molti tratti si ritorna al cinema puro di Lynch, e su questo si può dire che tutto sommato ci sta bene, certamente i viaggi mentali, le paure inconsce dell'uomo e tutto quanto si mischia anche bene e si lascia pure vedere, ma il resto per me rimane semplicemente un balzo nel vuoto.
La sceneggiatura e bellissima, molto penetrante ed inquietante, anche le musiche sono molto affascinanti, infatti se dò il 6 a questo film e per questi motivi soprattutto, e poi vabbè diciamo che la violenza e pesante, ma non impossibile da mandar giù, il resto guardatelo voi perchè non mi va di giudicarlo.
Insomma, aggiungere altro per me è impossibile, diciamo che questo film e molto personale, il regista esprime una parte di se stesso che era malata, ma che faceva sempre parte di se, però io alla fine di questo film, mi sono sentito solo un vuoto. Un 6 di spinta.

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Ultima risposta 30/07/2009 21.59.44
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lullaby2009  @  02/06/2009 12:16:54
   10 / 10
Una discesa negli inferi della follia, rappresentata con sequenze visive inquietanti, disturbanti, volutamente estreme. Sicuramente non per tutti, un film che si ama o si odia senza mezzi termini.

fosco85  @  02/06/2009 03:31:33
   1 / 10
Allora, premetto che per me questo non è cinema.
Non considerando come arte il lavoro di Von Trier, penso sia assolutamente fuori luogo in questa occasione valutare questa cosa con un voto. Ma essendo obbligato a farlo, ho messo 1 per indicare che il film ha passato il confine dell'esperienza estetica.
Questo film (se così si può chiamarlo) mi ricorda molto, in ambito musicale, le sperimentazioni di compositori di avanguardia del '900.
Belle, brutte? Chi lo sa....
In questo caso l'intento e le dichiarazioni del regista mi sembra puntino chiaramente a creare scandalo, e forse in questo ci è riuscito benissimo. Ma lo scandalizzare non basta per fare arte...
Riguardo ai commenti precedenti, non penso che più un film sia ricco di simbologie astruse, e di cose di non immediata comprensione, più il film sia bello... Ricordiamoci che lo scopo dell'esperienza estetica è l'emozione, non la conoscenza.
Se devo informarmi sulla caccia alle streghe del XVI secolo mi leggo un saggio, non vado certamente al cinema con gli amici...
Spero però che questa opera sia almeno servita ad alleviare le sofferenze mentali di von Trier, che, a giudicare da quello che ho visto, deve stare veramente male...

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Ultima risposta 08/02/2010 22.05.43
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castelvetro  @  01/06/2009 23:58:01
   9 / 10
Sicuramente un film che colpisce il pubblico.
Lo colpisce sin dal titolo, figuriamoci a fine visione...
Io l'ho appena visto al cinema e, a parte le scene FORTI
mi hanno colpito le diverse scelte registiche di von Trier.
Non avrei mai immaginato infatti dal creatore del Dogma
scene in bianco e nero con tanto di colonna sonora
che copre i suoni ambientali: già questo per me
è stato un piccolo shock.

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Comunque, tornando a noi, il film è girato egregiamente: i primi 10
minuti sembrano davvero una poesia irragiungibile e il resto pura ricerca
psicanalitica con risvolti metafisici legati alla misoginia storica.
Un film distante anni luce dal cinema americano, un film che riscatta
(o che vuole riscattare) il cinema d'autore. ANTICHRIST non è a mio
avviso un capolavoro, ma è un film che fa e farà parlare molto di sè
nel futuro.

Un uccellino cade, viene mangiato dalle formiche e un'acquila lo porta
su per farlo scomparire per sempre.

Un bambino cade, muore e sale in paradiso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR williamdollace  @  01/06/2009 15:34:42
   8½ / 10
Non vedo cosa ci sia da ridere o fischiare.
La paura di se stessi e della propria natura genera grasse risate isteriche?
Lars abbandona momentaneamente la delineazione dei gessi sui pavimenti della sua trilogia americana per concentrarsi sulla somatizzazione e l’espulsione dei suoi demoni interiori in seguito ad una forte depressione. E da provocatore quale egli è inscena l’infibulazione, sì, ma della critica: La mutilazione di ogni valutazione.
Al monte si torna, in seguito alla purificazione: Tre, Due, Uno. Al monte si scende con la vera Natura, con la propria vera natura decolorata dal parlatoio psicanalitico: La volontà d’Impotenza.
Il simbolo reiterato e trasformista allora si trasforma, la natura muta e poi rimuta: gli equilibri si ristabiliscono nella perdita della perdita. Lo squilibrio ricalibrato dal taglio genetico è il filtro guasto dell’equilibrio cosmico impossibile da ripristinare.
La somatizzazione simbolista del male è La rimozione del simbolo della causa della perdita. E’ un gioco di sopravvivenza fra il Male e il Bene, fra ciò che è buono e ciò che è cattivo. E Cosa è buono e cosa è cattivo? Per Lars Von Trier questa domanda non ha alcun significato.

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Ultima risposta 02/06/2009 14.12.17
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donzauken  @  01/06/2009 11:37:23
   10 / 10
Più che un film, un'esperienza emotiva devastante e destabilizzante. Al di là di ogni genere cinematografico, fuori da ogni classificazione. Capolavoro.

DiReCtOr  @  31/05/2009 22:12:20
   1 / 10
Non ci sono scuse, non ci sono significati appropriati.
Non trovo il modo di commentare sto film.
E' una mer.da non c'è altro da aggiungere.
E fan.**** sto von trier che si crede il dio in terra.
Di lui mi è piaciuto solo dancer in the dark... ma qui veramente tocchiamo il fondo.
Non c'è una scena che sia guardabile.
Finchè c'è gente come voi che da del capolavoro a sto film, registi come questo vengono esaltati ingiustamente.
CHE SCHIFO!!!!!

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Ultima risposta 07/06/2009 12.00.34
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signofanopeneye  @  31/05/2009 21:15:44
   1 / 10
Bè che dire... chiamarlo CAPOLAVORO è a parer mio una parolona troppo grande. Ok, sarà un film d'autore ma fa veramente pietà. Da guardare proprio perchè non si sa cosa fare, o si capita al cinema e quello è l'unco film rimasto in programmazione quella sera... E' uno di quei film che visto il trailer sembra chi sa che, spettacoalre, carico di tensioni, diverso... invece, si rivela una delusione da capo a fine. La "trama" chiamiamola così, scorre lenta, le scene sono piatte, prive di horror, di tensione e di tutto quello che ci si dovrebbe aspettare da un simile titolo come "ANTICHRIST".
Lento, noioso e insipido. I 140 minuti più monotoni che abbia mai passato in una sala, un film che non scorre in nessun modo. L'inizio partirebbe anche bene, ma poi è una delusione continua e, scusate se è poco, non è assolutamente HORROR/DRAMMATICO. Anzi, direi che come film porno sarebbe sicuramente venuto meglio visto che i protagonisti sono continuamente senza mutande...... Scene che alla fin fine, ok in un film non guastano, ma qua già la pellicola fatica di suo a procedere, così di certo la situazione non migliora. Infatti, le scene di sesso diventano scontate, mutano in una presa in giro da parte dello spettatore nei confronti del regista, da tanto banali che si rivelano. Così come gli animali che parlano (vabbè lasciamo stare che è meglio: il cinema è scoppiato in una risata sdegnosa). Gli effetti speciali sono poi inesistenti, come le riprese che dopo un pò danno il voltastomaco. Ed anche questo non è di certo un punto in favore del film. Piatte sono poi le interpretazioni dei protagonisti che non trasmettono nulla, neppure del tragico evento che hanno subito. Creano angoscia si, ma non perchè recitano bene e riscono a trasportarti in questo insipido film, ma perchè non vedi l'ora che il film finisca e ormai te lo guardi perchè ti sei preso il biglietto... Inoltre la voce doppiata della protagonista crea quel senso di noia e di fastidio, si, perchè non cambia mai. E' una cantilena tutta uguale e piatta che corre nel film. Uguale sempre, nel bene e nel male.
Un film veramente ORRIBILE a mio parere, che mette in mostra soltanto una forma di odio del regista nei confronti delle donne.
Morale della favola: chi si aspetta un film spettacolare visto il trailer rimane deluso, chi cerca di credere che Lars Von Trier abbia fatto un CAPOLAVORO innovativo nel suo mondo, si sbaglia e non vuole ammettere che fa veramente pietà, decente oserei dire se proprio vogliamo esagerare per chi ne è rimasto così affascinato.
Sapevo che era una minchiata di film, ma ci sono voluta sbattere di naso. Mi sta bene.

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Ultima risposta 30/07/2009 16.53.05
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  31/05/2009 20:24:44
   6 / 10
Non posso che unirmi al coro di delusione. Ma veramente. Il film parte bene, l'omaggio a Andrei Tarkovskij è subito chiaro e sinceramente cosa assai gradita, peccato per la ripresa della penetrazione che mi ha fatto storcere il naso. Il film procede lento, tra elucubrazioni criptiche ed una trama che stenta ad entrare nel vivo. Ma personalmente questi due ultimi aspetti non intaccano molto il mio giudizio. Ciò che mi ha infastidito è la sensazione di un film compiaciuto ed un poco presuntuoso che si snoda tra sequenze nonsense e involontariamente ridicole e un tentativo di sconvolgere lo spettatore ad ogni costo. Forse è questo che più mi ha deluso: un tentativo folle di colpire nel profondo lo spettatore mostrando scene che personalmente non le ho trovate di grande gusto. E' possibile distruggere emotivamente uno spettatore, tiragli un pugno nello stomaco, anche senza eiaculazioni di sangue e automutilazioni genitali. Si qualcuno potrebbe rinfacciarmi il grande coraggio di portare a Cannes un film del genere, e probabilmente ha ragione. Ma a tratti mi è sembrato l'unico modo per Von Trier di calamitare l'attenzione sul film.
Devo ammettere che la trama della pellicola sgrezzata dagli orpelli metafisici e filosofici mi è parsa interessante ed intrigante peccato l'esser rimasto indifferente a questa pellicola che merita senza dubbio una sufficienza per la cura del lavoro e l'ottima interpretazione degli attori (peccato il doppiaggio), ma che a mio parere si ferma lì. Mio grande limite non esser stato in grado di apprezzare questa pellicola

TimBart  @  31/05/2009 18:17:19
   5 / 10
Da fan di Von Trier non posso che dire: CHE DELUSIONE. Non metto meno di 5 per rispetto verso un grande regista. Ma ormai la sua tecnica per continuare a far film è chiara... digitale (red cam?), due o tre location, una cinquina di stati in fila per produrgli film ormai, purtroppo, mediocri. Sono rimasto molto perplesso dalla scena iniziale e finale... mi ricordano il film di Burney al festival di Springfield (lo dico a malincuore). Un gore senza coraggio, nascosto dietro la patina di autorialità che qui raggiunge il livello più basso della sua carriera. La scena che fa più scalpore (eiaculazione di sangue) non è per nulla originale e usata con molto più effetto da Buttgereit in "Nekromantik". Una sceneggiautra che mi ha lasciato allibito, andava bene per un b-movie. Si vede che il buon Lars non riesce più ad uscire dalla sua depressione cronica, estremamente banale, mi dispiace ma le risatine a Cannes ci stanno tutte.
Nota positiva la scelta degli attori che si sa, bravi lo erano e rimangono. Pietoso.

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Ultima risposta 03/04/2010 18.50.49
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  31/05/2009 00:37:14
   9 / 10
Questo non è un film, è un’esperienza.
Un’Opera d’Arte come mai ho visto prima, esattamente il genere che farei io se fossi un regista.
Lars ha deciso: non rispetta più le sue regole definitivamente e crea perciò il suo Capolavoro definitivo. Scopriamo pure che ha qualità tecniche invidiabili: crea incubi e simbologie che farebbero impallidire Lynch, con scenografie e fotografia divine.
E’ un’esperienza, una visita ai mondi paralleli, un’OBE da provare.
Tra psicoanalisi, depravazione e l’interno della mente.

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Ultima risposta 30/07/2009 21.55.12
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jiko  @  30/05/2009 15:51:18
   9 / 10
Un film coraggioso, estremo, sfacciatamente provocatorio, che trascende ogni classificazione di ogni genere. Lars Von Trier è riuscito ancora una volta nell'intento di provocare una reazione, qualunque essa sia. Un film poco adatto a chi cerca l'horror nella sua versione più classica, sicuramente il titolo è ingannevole e fuorviante.

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Ultima risposta 30/07/2009 16.57.31
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Fender85  @  30/05/2009 13:51:48
   3 / 10
Come si dice, i gusti son gusti... sono arrivato al cinema con quel desiderio che mi prende quando vado a vedere questo genere di film, quindi attesa di tensione, paura, quel psicologico che poi non ti fa dormire....

Mai aspettative furono più dissolte in meno di un'ora...
Carini i titoli dei vari capitoli... bella la musica del prologo e della fine...

E' la prima volta che al cinema non vedo l'ora che il film finisca, una questione è un film d'autore, questo a mio parere è gratuitamente volgare e violento.. e vorrei sottolineare che a me non scandalizza nulla... ma che senso hanno così? Se volevo vedere un mezzo porno con parentesi sadiche e masochistiche la rete ne è piena....

Se questa è la trasposizione del dolore mi fa ridere...


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Senz'altro l'unica che esce a testa alta è la Gainsburg, davvero nella parte e anche molto bella nonostante la parte, l'unica che recita... Anche Dafoe in effetti non è da meno ma sono messi in un contesto davvero poco credibile...

E' la prima volta che guardo fiim di Von Trier, sono convinto che in passato abbia realizzato cose migliori...

Capitolo finale: una sera buttata via.... Cosa ho imparato? Quentin Tarantino docet... meglio andare sul sicuro...

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Ultima risposta 30/07/2009 17.01.20
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statididiso  @  30/05/2009 13:41:52
   8½ / 10
deve crescerti dentro... non basta una sola visione per fare ordine... le immagini sono troppo forti per poterne carpire l'essenza... ma dovevo dare sfogo alle mie emozioni... l'identificazione natura-donna risale a tempi antichissimi... se “La natura è la Chiesa di Satana”, allora "La Donna è Satana" agli occhi dell'uomo... un legame indissolubile li unisce e li fa "una sola carne"... ma i rispettivi mondi sono agli antipodi perché l'Uomo possa comprendere... Questi si sforza con aride schematizzazioni, stanco di subire continuamente quelle che per lui sono ingiustizie... nient'altro che pregiudizi e proiezioni... e alla fine cede alla violenza per sopraffarla... emblematico in tal senso è l'epilogo... l'Uomo continua a nutrirsi di Essa, prima che una schiera di donne lo circondi... per me il film di Von Trier è questo... L

voto: 8,5

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Ultima risposta 03/06/2009 14.18.28
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gere89  @  29/05/2009 17:40:36
   6½ / 10
Naturalmente come tutti i film d'autore, essi hanno bisogno di molta interpretazione che deve venire innanzitutto dagli spettatori, dato che il regista lascia tutto al caso...
Originale l'idea delle scritte nei titoli e nei vari capitoli. Fotografia molto bella ed apprezzabile maggiormente nel capitolo iniziale e finale, con delle musiche che rendono una straordinaria atmosfera. Montaggio molto studiato (in particolare si nota nelle scene dei dialoghi).
Riguardo alle scene che hanno suscitato molte critiche devo dire che mi aspettavo per lo più di peggio, anche se altri spezzoni potevano essere comodamente censurati, mentre sono stati inseriti (a mio parere) solo per provocare e far discutere molto sul film (un esempio è quando la donna è sola nel bosco). Come affermato precedentemente la maggior parte delle cose ha bisogno di comprensione ed interpretazione, anche se una volta che si esce dalla sala molti dubbi rimangono. Ritmo del film molto lento (così come ci si aspettava).

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HATEBREEDER  @  29/05/2009 14:26:13
   4 / 10
Due coniugi, dopo aver perso il figlio al ralenty, si rifugiano in una casa nel bosco eden, dove però non riescono a rilassarsi come dovrebbero per via del continuo rumore provocato dalle ghiande che sbattono sul tetto. Si assiste poi ad un insieme di sequenze molto inusuali, tra cui spiccano quella di una volpe che dice "il caos regna" e willem dafoe che guarda con espressione smarrita verso lo schermo mentre non si accorge che piove.
Purtroppo, nel frattempo, la coppia si è innervosita non poco a causa delle solite ghiande, e non essendoci nelle immediate vicinanze il costruttore con cui prendersela, si pigliano a schiaffazzi tra di loro. Ma fortunatamente tutto finisce per il meglio, con dafoe che si mangia le more nel mezzo di una corsa campestre.
Ora, io posso pure capire che questo von trier abbia avuto un'infanzia difficile, forse dovuta ad un rapporto conflittuale con la mamma che gli metteva le scarpe al contrario, però pensando e ripensando al film sono giunto comunque alla conclusione che si tratti un pò di una *******, ecco.

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Ultima risposta 05/02/2010 17.27.00
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  29/05/2009 13:50:22
   9½ / 10
Ho letto tantissimi commenti, recensioni, prime impressioni. Ho letto delle urla e degli sghignazzi al festival di Cannes ma anche dei timidi applausi. Ognuno ha un approccio diverso, ognuno cerca di dare una propria spiegazione al dolore espresso dal film. C'è chi lo bistratta dicendo che l'autocompiacimento di Von Trier è senza limiti, vedendo anche cose che oggettivamente non esistono, come fotografia scadente per esempio, o attori spaesati. C'è chi lo va a vedere pensando di passare due orette di cinema spensierato come può essere un "Saw" qualsiasi e poi si ritrova a dire che non ha mai visto film più brutto. C'è chi è un grande estimatore del fondatore del Dogma 95 e arriva in sala pieno di aspettative.

E il giorno dopo ognuno di loro ripensa al film, ne discute con gli amici, oppure lo sconsiglia alle persone che gli vogliono bene, oppure entra in un sito di cinema e lascia un commento dicendo di non farsi fregare da Lars. Oppure il giorno dopo ancora pensa a quello che ha visto la sera prima, cerca di ricongiungere i pezzi. Ne valuta i vari aspetti, reali o meno che siano: quello religioso, quello psicologico, quello terapeutico, quello mitologico, quello prettamente visivo. Chiunque abbia visto il film rimarrà con tantissime domande irrisolte, piccoli particolari non colti, un'azione di Defoe non capita, la violenza della Gainsbourg non spiegata.

E Von Trier è lì, nella vostra testa, e dopo due anni passati all'inferno decide di mostrarvi la sua esperienza: a volte con immagini visivamente bellissime, a volte con semplici sguardi, a volte con una violenza inaudita. E' lì che vuole spiegarvi come il cinema possa andare oltre all'intrattenimento, come possa essere un grandissimo mezzo di comunicazione fra uomini, come possa una storia non tua stravolgerti dentro.

Con tutti i suoi aspetti positivi e negativi "Antichrist" non può lasciarti indifferente, qualsiasi significato tu gli possa dare, anche quando quest'ultimo è futile e sbrigativo, sarà sempre lì, nel tuo cervello.

E io? Bhè, io non farò come Ponzio Pilato, io gli piazzo il votone.

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goodwolf  @  29/05/2009 11:36:21
   7½ / 10
Premetto che sono uscito dalla sala assolutamente turbato, cosa che non mi capitava da moltissimi anni, e questo è assolutamente un merito del film, che in qualche modo, riesce a muovere qualcosa dentro di te.
Dargli un voto è assolutamente difficile: il prologo è una delle scene più belle che abbia mai visto. Un capolavoro totale.
Purtroppo quello che segue per l'ora successiva è davvero poca cosa, non succede quasi nulla, le sequenze sono lunghe e mi hanno abbastanza annoiato.
L'ultima mezz'ora è assolutamene un pugno nello stomaco, con scene così crude da fare impallidire persino i migliori film horror, e che ti tiene incollato alla poltrona.
Purtroppo non sono riuscito a capire il messaggio e tutto quello che sta dietro a questo film: la posizione degli elementi, i segni astrologici legati agli animali e tutto il resto. Risulta un pò tutto criptico.

Difficile dargli un voto, ma il film mi ha scosso come pochi nella mia vita e per questo merita sicuramente un voto alto.
Se la parte centrale fosse durata la meno avrei parlato di capolavoro, ma francamente durante la visione della stessa mi sono annoiato in diversi momenti.

In linea generale penso possa accostarsi a shining, con il quale ho trovato molti elementi in comune.

Un film non per tutti ma che merita di essere guardato da chi non cerca i soliti film omologati.

BrundleFly  @  29/05/2009 09:12:30
   7 / 10
Non parteciperò alla gara di coloro che danno a tutti i costi 1 per screditare questo film o 10 per renderlo un capolavoro, che a mio parere non c'è, ma anzi ne siamo ben lontani. Darò un voto che è una via di mezzo perchè il nuovo film di Von Trier ha alti e bassi. Prima di tutto, tra quelli che ho visto per ora del regista, l'ho trovato il più complesso sia visivamente sia nella sceneggiatura. In questo film si nota molto meno la presenza della camera a mano, più accentuata nei film precedenti, la fotografia è bellissima (bellissimo soprattutto il prologo e le sequenze di sogno) e alcune parti sono davvero angoscianti (

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER). Cosa non mi è piaciuto sono il fatto di lasciare troppi interrogativi aperti e le scene finali che sono davvero fastidiose da vedere.
Ovviamente non bisogna aspettarsi di andare a vedere "La Casa" di Raimi o "L'Esorcista".

paride_86  @  29/05/2009 02:10:09
   6 / 10
Film difficilissimo da giudicare, anche se si tratta di un'opera d'autore.
Il prologo e l'epilogo, girati in un morbidissimo bianco e nero con musica di Handel, sono poesia pura; alcune sequenze affascinano per la spettacolarità macabra e manierista; il problema è il resto. Come leggere gli eventi raccontati?

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Un'attenta visione e un'accurata riflessione non mi sono bastate a sciogliere i dubbi sulle ambiguità della storia, che dopotutto neanche Von Trier ha voluto approfondire.
Il film, comunque, non è privo di difetti: ci sono molti punti morti in cui diventa noioso (nonostante la breve durata) e ben poco inquietante; inoltre la regia è piuttosto discontinua: a volte la camera procede ferma, altre volte traballa e in un paio di scene c'è un uso barbaro dello zoom.
Alcune sequenza, poi, sono davvero difficili da guardare e a mio giudizio, pur essendo intrinsecamente legate allo sviluppo narrativo della storia, sono state gratuitamente calcolate per colpire lo spettatore allo stomaco.
Nel dubbio sul giudizio do una sufficienza politica.

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Crimson  @  28/05/2009 23:34:45
   7 / 10
Von Trier conferma le doti di regista poliedrico e fuori dagli schemi con un film interessante ma al tempo stesso disomogeneo (per non dire "involontariamente confusionario") e coinvolgente solo a tratti. Meno ambiguo del previsto in termini di significato, è una carrellata di citazioni e rimandi a grandi maestri (Oshima - riflessioni e scene de 'l'impero dei sensi' - , Buttgereit - scena del fallo di 'Nekromantik' - , Tarkovskij, Zulawski..).
Sul piano formale è decisamente più ibrido rispetto a quello dei contenuti, ma funziona. Tuttavia un intro e un prologo così slegati dal resto del film non sono sufficienti a riprodurre la poesia del cinema di Tarkovskij, e muovo il primo personale appunto al film, ossia l'incapacità di creare una reale simbiosi con le mie sensazioni.
Trovo che il film si fondi su una riflessione stimolante non supportata a dovere da artifici narrativi e visivi in grado di elevarla ad una dimensione superiore di piena presa emotiva. Anzichè arricchirne il significato, alcuni elementi (soprattutto i dialoghi e il dispiegarsi narrativo) gravano sulla potenza comunicativa del film, che resta così parzialmente inespressa almeno secondo le prerogative di decodifica che cerco di avere rispetto al Cinema.
Il mezzo 'horror' come degenerazione, degradazione e tramutazione ricalca in parte e talvolta goffamente (è giusto il mio vissuto) il Capolavoro 'Possession' di Zulawski (capolavoro visivo innanzitutto, in cui trova per me il massimo esempio lo svisceramento inconscio delle sottotematiche fondamentali pur in una non completa comprensibilità, ma funzionale al quadro d'insieme - come avrebbe ereditato anche Lynch - ): le scene forti sono sì una bella mazzata, ma non seguono un iter del senso di colpa significativamente sconvolgente, anche perchè i dialoghi non sono il massimo della profondità, e questo trovo sia il limite maggiore del cinema di Von Trier che non può certo anelare alla pregnanza dei maestri del passato a cui si ispira.
In quanto all'accusa di misoginia, ritengo che il film solo superficialmente rappresenti una brutale presa di posizione contro il personaggio femminile. Per me l'uomo (Defoe, ma anche il 'generico', trattandosi di un simbolo) si nutre di un'arroganza che in definitiva, pur rappresentando l'esatto opposto della metabolizzazione psichica della moglie, lo conduce altrettanto tortuosamente allo stesso risultato nei confronti della natura del 'tutto è permesso' in cui il mondo è avvolto fin dalla sua nascita.
Va dato atto al regista di aver osato penetrare al di sotto della Superficie, e di aver (benchè per me solo in parte) raggiunto l'obiettivo al di là (e in virtù) delle critiche bigotte che il suo film ha ricevuto.

Kiroshiya1  @  28/05/2009 18:34:00
   9 / 10
Adamo ed Eva secondo Lars von Trier. Il regista si scontra contro le proprie tre fiere.

wallace'89  @  28/05/2009 16:27:11
   7 / 10
Nulla da dire più di quanto sia stato detto, film sicuramente di difficile giudizio che io personalmente non applaudo ne fischio ma che nel bene e nel male mi ha colpito a fondo e non solo per gli eccessi di discutibile gusto contenuti ma non privi di significati.
Il film è molto interessante sul piano tematico ma disomogeneo, talvolta irritante. Personalmente i primi capitoli saltato il prologo(memorabile, spiazzante e ultrapatinato) li ho trovati poco significativi, con dialoghi pretenziosi ma a vuoto, piatti e con una resa poco espressiva.
Ma poco a poco il film si svela entrando nel vivo della sua natura tematica mostrandosi un film tutt'altro che inutile, discutibile e provocatorio ma vitale e sincero, con una carica tale da turbare non poco. Molte scene sono tra le più inquietanti viste al cinema recentemente, rinvigorendo in maniera nuova un filone classico e ultrasfruttato sul sovrannaturale e il male grazie a una rilettura psicologica di non poco conto che rende più interessante ma anche più inquietante il film con certi momenti alti.
Sorvolo su certe scelte di rappresentare certi atti violenti espliciti di cui si è tanto parlato, perchè è chiaro un certo intento di voler mostrare oltre i limiti del consentito fin'ora ma con il rischio del ridicolo, personalmente le ho trovate scene comunque disturbanti e di chiaro significato simbolico nonostante siano proprio dei "colpi bassi".
In ogni caso è un film che non riesco a giudicare sul piano del gusto ma che riesce in gran parte nel suo intento, rimane il dubbio che il regista l'abbia potuto concepire come una grossa presa in giro e che se sghignazza alle nostre spalle in fondo nel film c'è sempre quella scena con la volpe parlante a ricordarcelo con cui ho riso un quarto d'ora e che a fine film a ripensarci quasi smorza tutto.... e quasi non riesco a capire se sia la scena più bassa o quella più alta!

Fedemone  @  28/05/2009 12:13:46
   9 / 10
Un capolavoro dell'orrore in molti sensi.
A dire il vero avevo fatto mia una certa idea all'uscita del film, ma leggere i commenti hanno ampliato la portata e forse vale la pena condividere.
La prima lettura è quella psicoanalitica, dove il quadro psichiatrico della donna è perfetto da un punto di vista medico. E' in depressione e sviluppa un senso di colpa per "aver ucciso" il figlio. Chiede punizione durante i rapporti sessuali, questi diventano un'ossessione non più un modo per distrarsi. Piano piano si convince della natura malavagia delle donne, e della necessità della loro punizione. Si trova d'accordo con l'inquisizione, proprio per sfogare questo senso di colpa.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER Il bosco come elemento primigenio, incontrollabile, la forza irrazionale della natura, ch eil nostro manto di civiltà ha rimosso, così come si crede che nessuno sia veramente malvagio, ma solo spinto a reagire. E ci si dimostra che non è vero.
La vagina della donna, come la grotta delle volpi, è una caverna che genera orrori.
Gli stadi depressivi della donna ricalcano quelli dimostrati nei manuali di psicologia. I sogni sono metafore.

Poi effettivamente esiste un'altra interpretazione che è l'orror sovrannaturale: il figlio è davvero il figlio diavolo (ha i piedi caprini), lei è davvero una strega, una invasata, un'ossessa, la natura è davvero una manifestazione del male, le visione profetico-metaforiche in realtà sono eventi sovrannaturali ma concreti, reali.
Inoltre c'è da riflettere sullo storytelling: ossia il dicibile e l'indicibile. In genere scene di seso od orrore si preferisce ometterle: esempio, un tizio si avvicina con un'arma e poi si sente solo un urlo. Si deduce che è stato ammazzato.
Quindi invece fa vedere esplicitamente sesso e sangue, ma invece omette una spiegazione diretta delle cose sui comportamenti e sulle visioni. Ci sono cose che si possono dire e cose che non si possono dire. Anzi, dire e non dire qui servono solo per aumentare l'impatto. Ovvio che una narrazione diretta è intrisencamente esplicita, quindi fa impatto di per sé, ed alcuni si son fermati a questo. Ma anche il mistero ha la sua forza, e la sua forza sta appunto nel non detto.
Non serve solo stupire, o essere originali, bisogna anche usare trame scontate ma racontarle magistralmente. e qui accade proprio così.
Visionario, tragico, evocativo del terrore in ogni sua manifestazione

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bucci  @  28/05/2009 11:55:42
   10 / 10
Inutile dilungarmi, avete già detto tutto. Signore e signori siamo al cospetto di un CAPOLAVORO TOTALE, il miglior film di Trier, bentornato Lars

Invia una mail all'autore del commento Albertine  @  28/05/2009 10:02:59
   9 / 10
A chi si aspettava un horror ed è rimasto deluso rispondo citando una frase di questo film :"la natura è la chiesa di satana"....trovo che questo dovrebbe bastare a terrorizzare chiunque ne capisca a fondo il significato. La natura sotto forma di istinto sessuale è la prima causa della tragedia che scatena gli eventi di questa storia, la natura è malvagia e l'essere umano è natura, il caos regna ed il male anche, per verificarlo basta uscire da questa apparente "civiltà" che ci siamo costruiti schiacciando la natura e lottando con essa, illudendoci di dominarla e vincerla; basta andare ad Eden per perdere ogni razionalità, ogni amore, ogni pietà, per venirne contaminati e corrotti, per trasformare l'amore ed il dolore in odio e violenza reciproche. Atmosfere a tratti Lynchiane - infatti questo è un pò l'Inland Empire di Von Trier anche se secondo me molto più comprensibile e rispettoso del pubblico - comunicano una profonda angoscia ed inquietudine per qualcosa che non comprendiamo, orrori ancestrali, richiami alla stregoneria ed al bosco come regno delle streghe e dei loro sabba. Di certo è un'opera frutto di una crisi dell'autore, di certo è un suo punto di vista sicuramente estremo, di certo, se ho ben capito, sembra sostenere che la donna sia la portatrice di tutto il male, della spietatezza selvaggia della natura, la sua corrispondente umana, la sua incarnazione, (vedi spoiler), l'aggreditrice da cui difendersi e liberarsi e di certo per molti questo può risultare discutibile. Forse non è un film che rivedrei a breve, di certo non lo consiglierei a tutti in assoluto ma io personalmente l'ho trovato splendido. Fotografia meravigliosa, straordinarie interpretazioni, fortissima e continua tensione, grande spessore drammatico, per tutta la durata si avverte un senso di minaccia continua (un pò come capita nelle migliori opere di Lynch): Von Trier ci costringe a guardare ben da vicino l' "atomo opaco del male" e tutti gli orrori in esso esistenti, e, nel farlo, produce un capolavoro. Solo il finale mi ha lasciato perplessa...se avete interpretazioni da fornire me le spoilerateper un confronto? Grazie!!!

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  28/05/2009 01:01:31
   8 / 10
Un plot da quattro soldi, non più meritevole di attenzione di tanti altri horror di serie b sul satanismo e sul Male...se non fosse che dietro la macchina da presa c'è Von Trier, che sviscera con abile maestria suggestioni e visioni ipnotiche e incredibilmente seducenti, capaci di inchiodarti alla poltrona per quasi due ore, dando così alla pellicola numerose chiavi di lettura. Ad aiutarlo una coppia di attori che ci regalano le interpretazioni più sofferte e convincenti che io ricordi nel cinema di questi ultimi anni. Nel tormento emotivo che regala questo film, due scene forse possono definirsi memorabili: lo struggente e sconvolgente prologo e l'ipnosi controllata della protagonista (quasi un Lord of the rings in versione horror). Non mancano delle cose meno convincenti: a mio parere alcune virate nello splatter, in particolare, che rovinano la poesia di questa favola nera (non era necessario indugiare con la macchina da presa su alcuni particolari). In sostanza un film potente ed emotivamente toccante, e nello stesso tempo un esercizio di stile di un regista che sa come colpire nel segno, mantenendosi tutto sommato fedele al suo stile. Da vedere...al cinema.

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Ultima risposta 28/05/2009 10.56.28
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  28/05/2009 00:55:19
   9½ / 10
Il prologo del film è arte audio-visiva allo stato puro: il “rallenti” in b/n dei corpi dei due coniugi che, sulle note della celestiale aria di Haendel (“Lascia ch’io pianga…”), s’intrecciano in un’intensa copulazione, che procede parallelamente al consumarsi della tragedia attraverso un susseguirsi d’immagini fortissime, probabilmente rappresenta l’esempio cinematografico più alto sul binomio tra Eros e Thanatos.
Terminato l’”incipit”, si passa al corpo centrale dell’opera imperniato sull’elaborazione del lutto da parte della coppia, nella quale il marito assume le vesti del suo ruolo professionale di psicoterapeuta. I due tornano nel luogo ove, poco tempo prima, avevano soggiornato la donna e il suo figlioletto: una casa immersa in un bosco spettrale, in cui ogni movimento assume una connotazione sinistra (in alcuni frangenti esaltati dalla distorsione ottenuti con la computer-grafica). Sin dalle prime sequenze di questa parte della pellicola si percepisce la valenza metaforica, allegorica e simbolica dell’atmosfera surreale in cui sono calati i due protagonisti (poi ognuno veda le citazioni dantesche e bibliche che vuole) e nella quale si assiste allo scontro tra la ragione, impersonata dalla figura maschile (Willem Dafoe), e la Natura fatta carne nel personaggio di Charlotte Gainsbourgh. La razionalità applicata in maniera indefessa e puntigliosa degrada nel puro sadismo e non può che rivelarsi integralmente esiziale nei confronti di chi vi è sottoposto analiticamente, tanto da scatenarne gli impulsi più reconditi, la natura più profonda e maligna che prende il sopravvento spazzando via uno ad uno, con un cinismo che non ha eguali, tutte le presunte conquiste della scienza, e ribaltando così tutti i punti di forza che si credevano inattaccabili: Lei li conosce perfettamente, li studia, li analizza e li annienta senza concedere tregua. E così, ad onta dei tentativi dello psicoterapeuta (e più in generale di 100 anni di psicoanalisi) di trovare un ordine e un equilibrio nel soggetto, ci si trova al cospetto dello straripamento di tutta la ferinità del femmineo, che inghiotte e getta nel caos qualsiasi cosa, così come rappresentato dal bosco che circonda la casa dei due coniugi, quale utero da cui origina l’inarrestabile ciclo di nascita e morte. Potentissima ed emblematicissima, in questo senso, l’immagine dell’uomo tempestato da una pioggia di ghiande: un profluvio di morte che lo travolge con un impeto tale da annichilirlo. E non c’è modo di fermare questo nefasto impeto, né la mortificazione dei genitali né l’assissinio della donna. La Natura si rigenera e a ogni occasione lo fa con una potenza cento volte più grande: se la terra nasconde i innumerevoli corpi femminili straziati e uccisi dalla barbarie umana, è pur vero che su quella stessa terra si vedrà transitare una fiumana di donne che procederà imperterrita, noncurante dell’uomo immoto e atterrito al centro del suo cammino. E anche qui un altro momento altissimo di cinema, che richiama nei colori della fotografia i film di Tarkovskij (come dimostra chiaramente la citazione finale) e nell’ambientazione “Madre e figlio” di Sokurov.
Dunque, in definitiva, non esiste un ordine divino: ovunque, fuori e dentro di noi “regna il caos” (in questo senso il titolo “Antichrist”). Ce l’aveva già dimostrato Werner Herzog col suo splendido “Grizzly man” e ce lo ribadisce oggi con altrettanta forza Lars Von Trier. Si potrà muovere a quest’ultimo l’accusa di aver abusato di immagini crude e violente (io stesso non le ho digerite: per me sono già sufficientemente forti e significative quelle degli animali neonati martoriati dai loro genitori, che richiamano gli impulsi sadici della madre-donna), ma di là da queste considerazioni non si può non riconoscere la grandezza di questo regista nel mettere in scena il conflitto tra Ragione e Natura (simbolicamente immortalati nei dettagli della nuca e del battito cardiaco) con una straordinaria veemenza (audio-)visiva: dalla superlativa fotografia di Anthony Dod Mantle all’impianto sonoro “lynchano”, dalle immagini altamente visionarie e metaforiche alla tecnica registica giocata in massima parte (salvo taluni momenti topici) sui movimenti repentini e “instabili” della mdp in spalla, ogni elemento è teso a generare una tensione emotiva e un’angoscia che permangono fermi per tutta la durata del film.
E poi si tratta di un’opera sincera, perché trasuda sofferenza da ogni suo poro: quella stessa sofferenza che ha attanagliato il regista per due anni e che è sfociata nello sfogo catartico dato dalla realizzazione di questa pellicola. Ma un film siffatto può risultare terapeutico anche per lo spettatore che, in un modo o nell’altro, si sente in sintonia con esso e si ritrova ad empatizzare con i sentimenti che ne sono alla radice: questo perché trattare tematiche estremamente nichilistiche non significa necessariamente uno sprofondamento nell’aprassia, in un pessimismo senza via d’uscita; ma può anche –e soprattutto- avere una valenza liberatoria. Per me è stato così. D’altronde, prendere coscienza del male che ci circonda e che è connaturato in ognuno di noi potrebbe costituire l’unico strumento valido per controllare –nei limiti- il male stesso. E se così fosse, bè allora sarebbe questo l’unico vero progresso.

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Ultima risposta 27/06/2009 13.59.01
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Invia una mail all'autore del commento dsimo84  @  27/05/2009 12:52:14
   9 / 10
Poche persona hanno votato questo film... quel 6,5 di media non è ne carne ne pesce...e mi aveva tratto in inganno...
Su questo sito, fatte le dovute eccezioni, se un film piace raggiunge la media del 8 o 9, se non piace tranquillamente si ferma 2,3,4 ecc...
spesso per scegliere un film mi baso sul voto che leggo, e posso finalmente ammettere che purtroppo nella maggior parte dei casi, questo metodo non funziona...
Niente da dire per i voti prima citati, e successo veramente poche volte che un film con 8 di media non mi sia piaciuto, e altrettanto poche, che mi sia piaciuto uno da 3 o 4... ma per il 5 e il 6 la questione è totalmente diversa...

Di norma 5 e 6 rappresentano la mediocrità e la sufficienza... il classico voto che daresti ad un filmettino che in qualche modo ti ha tenuto occupato per due ore, ma niente di più, come ad esempio "DISTURBIA" i cui voti si aggirano tutti intorno al 4,5,6,7 (a seconda di quanto sia piaciuto)... in moltissimi casi invece succede la tragedia...e cioè che la suff. rappresenti in realtà la media di una sfilza di 9 e 10 da una parte e di 1 e 2 dall'altra...(es. molti film di Shyamalan, Boyle, Van Sant, Aronofsky ecc)

Qualche giorno fa apro la top25... e in fondo alla classifica ti becco questo "Antichrist" (di cui stranamente non avevo mai sentito parlare) leggo il 6 e penso: ecco la solita caz.zata fatta di bionde strafi.che e caz.zoni palestrati, che prendono una macchina e vanno nel bosco e tarati e taratà...tipo "il mai nato" "catacombs" "the fog" "cabin fever" "la casa dei 1000corpi" "wrong turn"(mi fermo per motivi di spazio)...
Vi sembra giusta questa cosa...????
Vi sembra un film da 6 questo??? ieri sono andato al cinema a vederlo...eravamo una quarantina in sala, dopo 15min la metà se ne erano andati...ciò a prova del fatto che QUESTO NON E' ASSOLUTISSIMAMENTE UN FILM ALLA PORTATA DI TUTTI" (vedi inland empire, l'albero della vita, e compagnia bella)

Se devo dare un giudizio personale non posso che ammirare l'abilità di Von Trier nel creare sensazioni e stati d'animo, tra l'altro in maniera più concreta rispetto alle turbe mentali di Linch (in senso ironico)
La presenza di immagini forti, e di atmosfere devastanti rendono praticamente impossibile una seconda visione (a meno che non si soffra di masochismo estremo) ma penso che la prima possa bastare per far intuire che quì si rasenta il capolavoro (ovviamente nel genere).
In definitiva...stessa storia di "Inland empire" questo film o lo si ama o lo si odia, quel 6 di media è un offesa, poichè non soddisfa alcun votante, e semplicemente il frutto di un calcolo matematico, che finisce per portare in sala gente che ne dovrebbe restare alla larga, e allontana invece quei pochi "adepti"a cui il film è rivolto in realtà...

.......................Occhio perchè alcune scene sono pesanti forti da mandare giu..........

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Ultima risposta 28/05/2009 15.28.02
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  27/05/2009 02:32:47
   8½ / 10
PROLOGO
DEDICATO AD ANDREJ TARKOVSKIJ

Sempre iniziare dalla fine. Eh sì quando un film ti ammalia e ti spiazza, irrita e disturba, ogni particolare non è ininfluente. E allora iniziamo da questa dedica apparentemente così astrusa e fuori luogo. Una dedica che ha fatto imbufalire all'unanimità la critica di Cannes, dedica a cui i detrattori si attaccano per demolire LTV, così come gli adulatori tralasciano perchè non la capiscono, dato che non c'è nulla dello stile di Tarkovskj in questo film


CAPITOLO PRIMO
DUE PADRI E UNA SOLA MADRE

C'era una volta una madre folle che partorì due gemelli, Andrej e Lars. I pargoli avevano padri diversi, quindi la madre era folle e pure un po' zoccola. Infatti il padre di Lars la mollò subito e non volle più vedere né lei né Lars, quello di Andrej se ne scappò in guerra dove perse una gamba. Tornato a casa, nonostante la zoppia se ne scappò di casa e bonanotte ai sonatori, e pure ad Andrej. Insomma i pargoli crebbero senza padri ma con una madre folle che per zittirli li portava sempre al Cine


CAPITOLO SECONDO
LUTTO LIBERO (cit.)

La mamma si dissolse in celluloide durante una proiezione. I due gemellini si salutarono senza affetto e andarono diritti a conoscere i loro padri. Lars riuscì a ritrovare suo padre sul letto di morte, giusto in tempo per mandarlo a fanc.ulo e decidere di diventare regista.
Andrej scoprì che il padre era poeta, volle somigliargli, diventò un poeta del cinema. Ebbe anche la balzana idea di somigliargli in tutto, quindi sposò una donna folle, mise al mondo un figlio, Ignat -chissà che fine ha fatto- e dopo poco si separò


CAPITOLO TERZO
ANTICHRIST

Lars non si sposò mai, né ebbe mai l'intenzione di convivere con alcuna. Fosse mai commettesse l'errore di mettere al mondo un disgraziato come Ignat per poi separarsi e vagare solo, zoppo e castrato, in qualche bosco.
Andrej muore a Parigi, tra atroci sofferenze per via del tumore partito dalla prostata, durante il montaggio del suo ultimo film ‘Sacrificio'.
Di cosa parla Sacrificio? C'è scritto tutto nel mio Speciale su AT comunque, in breve, parla di un tizio troppo idealista che, per salvare la sua famiglia e forse il mondo intero, sogna che deve s.coparsi una strega. Lo fa, il mondo si salva (dice lui) ma lui diventa scemo, lo portano via con la camicia di forza mentre il figlio recita passi della Bibbia e crepa in ospedale, solo come un cane.
Col c.azzo, dice Lars, che io faccio una famiglia, metto al mondo un figlio, leggo la Bibbia e crepo con un tumore al cervello (o alla prostata).


CAPITOLO QUARTO
IL CAOS REGNA

LVTriprendedadovehalasciatoATlastregalafafuoriprimacheleifacciafuoriluidella serietrovailsignoreprimacheluitrovitecioèèlafolliadacuisiliberaLVTasuomodoforse èstatointerapiamanondaunfreudianomagariuncognitivistavistoiltipoditerapeuta moltopocoortodossodelfilmadessoqualchecognitivistamirompei********masono ipotesisulmomentodepressivodiLVTvissutounpaiodiannifacheforseunacertaterapia hapeggioratocertamenteilfemminileaòtuttiabbiamounfemminileèpsicoticoper questoledonneleschifaerapsicoticopureilfemminilediATmaluinonharottoglischemi sièfattodivoraredalfemminileedallamalattianonostantesenedifendessecomesi evinceintantisuoifilmalloraladedicadATèperchèLVTriprendedadovel'altrohamollato perchèdivoratodallastregafemminilepsicoticocolc.azzocheiofacciolastessafine etibruciodopochemihaicastratopertroppotroppoamorequestoèilmotivodelladedica nontantolostiledelfilmchenonc'azzeccanacippaconATneconlinchsemmaic'èqualcosa dijodoroskjquestoèilcompitodell'artistasublimareilpropriofemminilepsicotico inun'operad'arteanchelynchècosìpurefelliniepoiluic'avevalamammaromagnolae infattivoleval'haremmaquestaèun'altrastoriaottoemezzo

EPILOGO
Un film invalutabile, causa discontinuità ampiamente approfondite da altri.
Tra momenti di rara bellezza e altri comici (la volpe parlante è immondizia pura) o inutilmente disturbanti, raggiunge comunque lo scopo di entrarti nella pelle, farti riflettere e discutere.
Il raziocinio propenderebbe per un 6, ma la mano sx che ha scritto il commento vuole che si dia un voto appropriato al film tipico della Crisi e, forse, della Svolta

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Ultima risposta 03/06/2009 18.53.50
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  27/05/2009 00:41:52
   8½ / 10
Von Trier non lascia indifferenti, questo è certo, Tuttavia le accuse di misoginia che sono state mosse al film a me sembrano prive di ogni fondamento. Semmai se devo scegliere il personaggio negativo del film direi lui non certo lei. Lui che nella sua arroganza e superbia pretende di far elaborare e superare il dolore della morte del figlio alla moglie, quando egli stesso non lo ha nè elaborato nè certamente superato

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. La follia già latente nella moglie

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER trascinerà lentamente il marito (e la sua razionalità) nel delirio folle della consorte acuitosi in maniera esponenziale dopo l'evento traumatico, In un certo senso Von Trier ci descrive una sfida che viene persa in partenza, dove gli errori stanno a monte della vicenda (e qui forse c'è il riferimento a Tarkowskij).
Personalmente non l'ho trovato noioso, i dialoghi e gli attori sono straordinari, però se vi aspettate un horror sui generis, lasciate perdere e risparmiate i vostri soldi. Ho dato meno peso al lato puramente visivo, visto che mi interessava molto di più le dinamiche tra i due protagonisti: la fotografia è comunque bellissima, l'ambientazione inquietante e i punti di contatto con The Kingdom ci sono. Si può discutere sulla scelta espressiva di alcune scene molto forti, ma questo rientra nella sfera dei gusti personali. Bisogna tenere conto tuttavia che il tema del superamento di un grave lutto non è certo nuovo nel cinema e quindi Von Trier ha scelto forse una strada meno convenzionale del solito.

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Ultima risposta 29/05/2009 11.50.07
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  26/05/2009 21:45:18
   6 / 10
Ci ho pensato molto prima di commentare, visto che, al solito, Von Trier è un regista che va metabolizzato lentamente, soprattutto in questo caso. Secondo me non è un capolavoro, o meglio è soprattutto un capolavoro mancato, con tutte le chiacchiere del caso costruite ad arte (vedi la depressione di Von Trier o lo scandalo annunciato sulla croisette) per il più classico dei giochi promozionali. Antichrist è un film che vive di momenti straordinari (impossibile ignorare la stracitata sequenza iniziale sulle note di Hadel) intervallati da tanta/troppa violenza gratuita molto fine a se stessa...scene di sicuro impatto emotivo, nel bene o nel male è un prodotto sul quale è impossibile rimanere indifferenti, ma nell'ultima mezz'ora quanto è veramente funzionale all'insieme? Von Trier è bravissimo nell'immergere lo spettatore in un clima onirico e drammatico stracolmo di simbologia visionaria, ma il finale? Che senso ha mostrare così tanto se non shockare gratuitamente lo spettatore? Troppo costruito e finto per quanto mi riguarda.
Discorso a parte meritano paragoni e citazioni fatti un pò ovunque, da critica specializzata o non: mi stanno bene tutti, ma il Lynch di Inland Empire no, su questo non ci stò, perchè levata in minima parte l'atmosfera, Inland Empire è un capolavoro delirante privo di regole, mentre il film di Von Trier non è altro che l'ennesimo delirio di coppia, drammatico, potente ed escluso il finale estremamente riuscito, ma portato sullo schermo decine e decine di volte. Certo, le sottotracce di cui la pellicola è contaminata giocano un ruolo determinante, ma oltre le varie citazioni altisonanti io vedo anche il più banale degli chalet alla Raimi con tanto di protagonista impazzita alla Kathy Bates modello Misery. Non so, sicuramente Von Trier è un regista non omologato, ma qui francamente non vedo nulla di nuovo. E quel che vedo è pure forzato. Cmq applauso infinito alla coppia Willem Dafoe-Charlotte Gainsbourg, almeno loro in stato di grazia.

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Ultima risposta 27/05/2009 19.47.59
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pier(pa)  @  26/05/2009 19:57:35
   8 / 10
Giudicare l'opera di von Trier è qualcosa di piuttosto complesso, e forse il tempo è acerbo osservando i pareri completamente opposti (ma a cannes assolutamente uniformi) sia fra critici che fra spettatori.

Quel richiamo alla naturalità, alla radicalità del male nel mondo, all'oltremondo potremmo dire, è qualcosa che coglie più il senso e la forza della pellicola che non le spicciolate critiche e recensioni, dove si parla di diavolo e anticristo.
Von trier ha presente la bibbia, il peccato originale, e una certa ermeneutica del testo, questa è un'ovvietà.
Premetto un personale apprezzamente per una tecnica registica che ho trovato sublime, totalizzante, concepita su un'unità perfettamente raggiunta di fotografia, musica, scenografia, ripresa, montaggio.

Che dire dell'abisso psicologico in cui siamo tirati, in virtù di una sceneggiatura buona, e di una capacità rappresentativa, immaginifica eccellente.
L'uomo razionale, e la donna folle, con il richiamo ad una misoginia filosofica di fondo. Trier mette capo alla donna come a questo venire meno del mondo, forse a questo superarsi, fin dove il male è proprio la coscienza, consapevolezza del suo esserci. Non è un caso che la donna parli de "La natura è la chiesa di Satana" e l'uomo sottolinei (in opposizione, o meglio in un tentativo di comprensione) che "quello che la mente può concepire e credere lo può raggiungere". Tutti e due hanno ragione, ma questa(la ragione) resta importante per l'uomo, sofferente, torturato, ma infine assassino (consapevole), e non per la donna, peccatrice ineluttabile, che del pensiero se ne fot.te. L'odio della Gainsbourg è un odio presente; essa ha incarnato quel male assoluto che è già lo stesso amore che provava per il figlio. E' un odio che passa per la sua necessità, radicalizzandosi, trasformandosi in un odio di sé, per sé. Ma è l'uomo ad uccidere, potremmo dire quasi accecato dalla verità.
La donna che si scaglia contro il suo sesso, e quello del compagno è questa volontà annientatrice, questa consapevolezza della vita come morte, della misera schiavitù che è la natura, perfettamente rappresentata dalla sessualità e dalle fasi erotomani della donna.
Emerge così una follia della comprensione rilevante, in cui tutto viene meno, e costituisce quello è il "regno del caos" (per dirla con la volpe "il caos regna").
L'uomo trema di paura per quello che sta emergendo, ignorando le sue stesse visioni (la volpe che si cannibalizza, il cerbiatto che partorisce il cucciolo morto); la donna è quella paura; è la carne di quella paura. In fondo il film di Von Trier è qui. Nell'uomo come pensiero della vita e nella donna come vivere della vita. Ma se la donna arriva (o torna?) a vivere la vita come quella totalità estranea al bene, al male, all'amore, all'odio allora abbiamo lo squarcio della vita. Squarcio inevitabilmente insopportabile, perchè consapevole, raggiunto. Squarcio al di sotto del quale, in fondo, von Trier ci ha fatto trovare lo zero stesso dell'esistenza.

Ma in un modo che, ci tengo a sottolinearlo, non posso premiare del tutto. Sia per l'accennata questione del tempo, sia per qualche limite che emerge da questa rappresentazione. Forse c'è un limite ulteriore che Von Trier poteva superare...e forse non l'ha fatto, o non l'ha colto.

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Ultima risposta 30/05/2009 13.07.30
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  26/05/2009 18:50:54
   7 / 10
Questo è uno di quei casi in cui vorrei con tutte le forze astenermi dal dare un voto: l'ultimo Von Trier mi ha colto confuso, affascinato e vagamente allergico come quando ascolto per intero un disco dei Sunn O))).
Se la critica ha remato giu' pesante, un motivo ci sarà. Come giudicare un film del genere? Un' accozzaglia di esorcismi pseudo-filosofici o un capolavoro? Se solo potessi evitare di esprimermi, lo farei...
Diciamo che dal punto di vista tecnico è uno dei suoi film piu' sperimentali: l'omaggio a Tarkovskji è evidente fin dalle prime immagini.
Ma anche il Bergman psicanalitico (la coppia nella foresta ricorda "La vergogna"), il Dreyer piu' classico, il solito Lang, persino la pittura nordica del seicento.
Munch e Jodorovsky a pranzo insieme (in due epoche diverse ovvio).
Ma ci è o ci fa? Partendo da una tematica affascinante (il mondo creato e guidato dal diavolo) il film si perde in una sterile artificiosità, in un compiacimento macabro e nichilista che dà ragione proprio ai suoi detrattori piu' convinti... piu' costruito che spontaneo.
Eppure questa prova sbilenca, forse transitoria, possiede un inspiegabile fascino nel suo delirio tra sacro e profano tra ragione/raziocinio e follia ("quello che la mente può concepire e credere la può raggiungere").
Ed è un vero e proprio atto pornografico, quando la carne si lacera e gli amplessi di una coppia alla deriva sembrano un rituale di morte, non di vita (il seme che esce dal pene di Defoe è in realtà il rosso del suo sangue).
Per quanto il film abbia troppe affinità con il recente "Vinyan" il regista è ancora tra i pochi capaci di raccontare l'inferno privato minato dalla devianza di una sessualità inerme disperata e assessuata (il rito della castrazione, quasi).
E' insopportabile questa estetizzazione di ogni minima arte, anche della truculenza, ma - citando un detto ormai poco in uso - "eppur si muove"
Tra 2, 4, 6 e 10 scelgo la via di comodo

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Ultima risposta 17/09/2009 09.50.11
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ziotom77  @  26/05/2009 12:37:56
   9 / 10
Io invece sono stato completamente rapito da questo film... come del resto tutti i film di Lars Von Trier, che è un genio del cinema, che sa come fare cinema e come andare contro a tutte le regole, gli stilemi del cinema americano, nei suoi film c'è sempre una presa in giro molto sottile riguardante il cinema hollywoodiano e per questo tanto odiato...
ritornando al film... la fotografia è qualcosa di eccezionale, di superbo che rende alcune scene oniriche e surreali...
l film arriva sull'onda della depressione che ha colpito due anni fa il regista, e prova a raccontare in modo crudo e disperato la natura umana in un mondo creato da Satana. I primi sei minuti di sesso secondo me chiudono tutto ciò che è stato per lui l'esperienza del Dogma95...
I due protagonisti dopo la morte del figlio vanno in questo chalet chiamato "Eden" dove il marito cerca con i suoi metodi teraupetici di far vincere alla moglie prima il dolore per la scomparsa del figlio e poi della paura... ma in questo chalet la moglie in passato si era recata per srivere una tesi sul genocidio delle donne nel medioevo e da lì si susseguono nei protagonisti un'escaletion di orrore, di erotismo e di distruzione che porta ad un finale liberatorio ma che ovviamente non delucida bene le intenzioni del regista, almeno per me alcune parti sono ancora contorte e meritano una seconda visione per poter capire meglio... di sicuro in questo film il regista vuole negare il bene di Dio a favore del caos e del male, Satana appunto che domina la natura umana... e forse anche la mente di Lars Von Trier

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bussisotto  @  26/05/2009 08:50:30
   3 / 10
No. Stavolta non ci sto.
Lars Von Trier si cimenta in un lungo e noioso apologo del dolore, che segue una trama mai lineare.
Dialoghi insostenibili, una violenza inspiegabile, un finale che lascia interdetti.
Visivamente interessante (ma solo a tratti) e molto ben interpretato (anche se le scelte del doppiaggio io le ho trovate oscene), la pellicola si dipana per strade impervie.
Sono d'accordo con chi sottolinea il coraggio della rappresentazione e l'anticommercialità del progetto, ma sono uscito dalla sala con la (vaga) idea di essere stato un pò preso per il c**o.

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Ultima risposta 03/06/2009 11.18.21
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Invia una mail all'autore del commento logical  @  26/05/2009 01:42:19
   6 / 10
C'era tutto quello che serviva per fare una meraviglia: due ottimi attori, alieni alla vita per essere metafore, simboli, demoni, cavie, un ottimo direttore della fotografia capace di sfuocare e inseguire, inventare un bosco in un vasetto di vetro, un grande direttore del suono per evocare demoni e ghiande a cascata sul tetto, tutti collaudati e adatti all'azione. Perché non 'contenere' la sceneggiatura? a che serve cercare diavoli, far parlare le volpi come nella pubblicità di un chewingum, cercare immaginette in soffitta tagliate dai libri di Goya per riempire una tesina da liceo provinciale?
Dafoe era uno splendido 'terapeuta' sadomasochista che s'immola per amore per liberare un corpo posseduto dalla paura, dall'ansia e dal dolore; non bastava? L'inizio è splendido, dolce e violento, muto come tutto quello che è imprevedibile e necessario e che succede davvero.
Ci si aspetta che questa magia continui, che la natura 'impero del demonio' sia da spalla a questa magia, faccia scomparire anche noi nel verde di un prato abissale.
Niente da fare.
La coscienza protestante - probabilmente - lo chiama a far bucare polpacci che trascinano mole, genera infibulazioni impellenti, macigni per erezioni al sangue, corvi che cantano troppo nascosti dentro tane di volpe e, dopo un sano liberatorio soffocamento, un finale alla 'loro, ma dico loro, chi sono?'.
Tarkovski, a cui dedica il film, avrebbe saputo fermarsi in tempo.

Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  25/05/2009 20:50:37
   9 / 10
Lars Von Trier è un regista che ama sconvolgere, provocare e scuotere lo spettatore e con questo film ci riesce e non importa come: con un silenzio, una riflessione, un pensiero, una critica o un dissenso; il suo intento è quello di scatenare una reazione.
Troviamo tutti i suoi tormenti e le sue ossessioni: la religione, la donna ed il sesso miscelati e confusi, frutto anche della depressione sofferta dal regista.

Anthicrist è un film che va metabolizzato lentamente e va comunque visto poiché fa riflettere e fa discutere …. e non è da poco al giorno d’oggi.

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Ultima risposta 25/05/2009 22.23.48
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Luca Pepas  @  25/05/2009 17:55:49
   10 / 10
Un'autentica Opera d'Arte. Ricca di significati, ma se anche solo l'intento fosse quello di sconvolgere (e così non è) bisogna dire che Von Trier ci è riuscito benissimo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  25/05/2009 15:12:28
   9 / 10
Difficile esprimere un parere a caldo su questo film appena usciti dalla sala.
Di sicuro non si rimane indifferenti, per non dire che -almeno per quanto mi riguarda- lascia un certo senso di sconvolgimento.
E dopo averci pensato e ripensato, letto pareri più o meno autorevoli e rivissuto nella testa alcune sequenze, sono quasi certo di aver visto una grande opera, di quelle che all'uscita ci rifletti sopra e ti confronti con i tuoi amici di ventura.

A livello emotivo, era dai tempi di Inland Empire che non ero catapultato in una dimensione onirica e surreale dove le immagini e le suggestioni parlano più della storia.
Anche qui, le interpretazioni su quello che è accaduto durante la visione sono molteplici. Forse l'errore è proprio quello di dover spiegare tutto quanto senza cogliere la potenza delle singole scene (ad ogni modo, una idea di quello che avviene me la sono fatta).

E questo per me è grande cinema, emozionante e coinvolgente: se poi a qualcuno non piace, mi dispiace per lui.

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Ultima risposta 25/05/2009 18.34.20
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Bestiolina  @  25/05/2009 13:04:35
   4 / 10
Concordo con chi ha detto che questo film o lo si ama o lo si odia: tanto per dare l'idea, ho visto persone dare 10 e persone abbandonare la sala dopo neanche mezzora dall'inizio della proiezione.
Personalmente non impazzisco per i film che occorre rivedere quattro o cinque volte per apprezzarne la profondità e il significato ultimo.
Non credo che l'essere criptico a tutti i costi significhi essere un grande regista.
Ciò premesso, il film è oggettivamente un horror diverso, si potrebbe dire quasi un horror "d'essay", da piccolo cinema con i sedili in legno, dove proiettano soltano film di raffinati autori iraniani, in lingua originale con sottotitoli in svedese.
Insomma, non un film per tutti.
A dispetto del titolo satanesco, il film non ha molto a che vedere con illustri predecessori come l'Esorcista, Omen o Rosemary's baby.
La narrazione è di una lentezza esasperante, nel senso che non succede praticamente nulla per almeno un'ora.
Negli ultimi quaranta minuti si assiste ad una serie di episodi di sapore onirico che "evoca" il male in arrivo (ma il loro significato non verrà purtroppo esplicitato adeguatamente) e ad immagini di atroce crudezza che, oltre ad essere un po' disturbanti, paiono decisamente forzate.
Elevata l'intepretazione offerta dagli attori.
Pessimo purtroppo il doppiaggio della protagonista femminile.
Il finale è pienamente il linea con il resto del film: un gigantesco punto interrogativo che costringerà i più a discutere e litigare per giorni e giorni su cosa significhi e su cosa non significhi.

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Ultima risposta 26/05/2009 15.55.11
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RickDeckard83  @  25/05/2009 12:19:10
   1 / 10
Ma veramente c'è ancora gente che si fa fregare da Von Trier con le sue masturbazioni mentali??? Non l'avete capito che questo ci sta prendendo per il c.u.l.o. e basta??? Questo non è cinema, è una cosa indefinita che proiettano nelle sale. Se Von Trier dice di fare i film (ci vuole coraggio a chiamarli film) per sè e non per il pubblico, perchè non se li guarda da solo a casa invece di infestare i cinema con questa roba?

24 risposte al commento
Ultima risposta 30/07/2009 17.08.21
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lucasssss  @  25/05/2009 10:53:07
   9 / 10
film particolare, molto particolare, lento ma con scene forti
un film decisamente fuori le righe,
o si ama o si odia........
Luca

LEMING  @  25/05/2009 08:09:28
   10 / 10
Questo è un horror di Lars Von Trier, e per chi conosce bene questo regista, il mio commento potrebbe terminare qui. Ovviamente aggiungo che il film è una lenta ma inesorabile discesa agli inferi della malefica follia, con i due interpreti che vivono la loro parte completamente ed in maniera altamente disturbante.
Non aspettatevi L'esorcista 2, ma un film cattivissimo con il male che si insinua lentamente negli interpreti e in noi spettatori. Lars è tornato per colpirci con un macigno pesantissimo, onirico,visionario, crudele e sublime. IL prologo e l'epilogo sono quanto di meglio io abbia mai visto al cinema.
Capolavoro assoluto.
Lemming

P.s. Se non siete masochisti, e amate Fast and Furious oppure San Valentino di sangue 3D, vi consiglio di astenervi dalla visione di questa pellicola.

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Ultima risposta 29/07/2009 11.20.03
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  25/05/2009 00:26:48
   10 / 10
La Natura batte sempre la Cultura. Anche prima dell'età dell'Oro, anche prima di Saturno. La Natura è maligna. La Natura è progenitrice. La Natura è, perciò, donna.
Se tutto ciò sia stato calcolato o no da LVT, non è dato a sapere (certamente il regista danese ha qualche conto in sospeso con il mondo femminile), ma raramente si è vista una tale coerenza, magari inconsapevole, al cinema.

Coerenza che arriva fino in fondo, con una doppia castrazione (di Urano/Defoe e di Gaia/Guinsburg) a- e anti-religiosa (ma è un film religioso questo? O serve a confondere?): o più probabilmente solamente antinaturalistica (ma anche contro la civiltà che in millenari cammini non ha portato a nulla se non a distruggere). Prima dell'Era dell'Oro, prima della nscita dell'umanità. Solo così si può risalire alle origini e, forse, trovare un velo di speranzoso ottimismo tra uomo e donna, visto che Sesso e Morte, Amore e Tanathos, falliscono già dall'inizio.

Ripeto, c'entra l'Anticrist0: secondo me poco, anzi per nulla. I pochi riferimenti (i libri, gli appunti, i disegni, i quadri fotografici del dop Anthony Dod Mantle a richiamare più Goya che Dante) servono più a depistare, che a spiegare. Per Von Trier Satana ha creato la Natura, il mondo: questo è chiaro. E Di0, il Bene, ci ha messo la culttura: che dovrà però seguire un altro cammino, ritornando quindi al primitivo, ai boschi. per potere creare davvero il Bene. Di fronte allo stilismo del film, i pareri ovvio che siano contrastanti: ci si può irritare davanti ad uno squarcio di tela di Fontana, o al fuoco di Burri: o rimanerne estasiati.

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Ultima risposta 25/05/2009 18.10.16
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Rand  @  24/05/2009 21:28:30
   9 / 10
Innanzitutto questo film è anticommerciale al massimo: musica distorta, peni finti che spruzzano sangue, riprese mosse e il doppiaggio della Gainsbourg troppo lieve come voce, sono solo alcuni dei motivi che non ne faranno certo un successo commerciale.
Detto questo il film mi ha terrorizzato specialmente nella parte finale, imprevedibile, Von Trier sa creare suspance, inoltre si avvale di un copione originale, usa 2 attori che giocano al massacro, effetti visivi, musiche opprimenti, la doppia natura delle cose, devo dire che ci vedo un messaggio nel film del danese, perciò sta a noi interpretarlo, attori strepitosi, fotografia eccellente, musica orribile nel senso che è perfetta, luci ed effetti ma li avete visti?Se vogliamo trovargli una pecca è nella durata, che nel finale comincia a farsi sentire, finale aperto (alle mie spalle un Ma V.affan.**** ha accolto il termine della proiezione, ed eravamo in 10 in sala! Certo un film non adatto a tutti, Trier potrebbe dirigere un horror come aveva già fatto con The Kingdom

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ughetto  @  24/05/2009 20:34:24
   1½ / 10
Se la natura è la Chiesa di Satana, il clitoride ne è l'altare. Questa sembra la tesi alla quale giungono i due protagonsiti dell'ultima fatica di Von Trier. Per arrivarci percorrono una strada che comincia a causa dell'elabroazione di un lutto e si snoda tortuosamente fra psicoterapia, panismo ed escatologie assortite; e alla fine si scopre che il percorso era comincaito addirittura prima: con una tesi di scienze politche.
Senza entrare nel dettaglio, non mi sembra ne valga la pena, trovo che la struttura argomentativa sia approssimativa, grossolana e che soprattutto inciampi in imperdonabili generalizzazioni, per non dire veri e prorpi errori concettuali (ovviamente nelle premesse, poichè è bene che le conclusioni siano insindacate).
Tutto questo retto da una regia mai così banale che alterna un format da pubblicità del Martini ad uno alla Blair Witch Project.
Cosa aggiungere? sceneggiatura piatta, dialoghi ridicoli, fotografia noiosissima, performance attoriali invalutabili.
Mi ha inoltre fatto davvero innervosire l'aver assistito ad alcune scene particolarmente crude: credo che il mostrare la violenza, soprattutto di un certo tipo, comunque tolga qualcosa a chi la vede (e anche a chi la mette in scena). In altri termini: nessuno, che si appoggi ad una struttra concettuale così inconsitente, dovrebbe permettersi di realizzare crerte inquadrature.
Sono disgustato. e intristito dal tramonto di un grande autore.

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Ultima risposta 01/06/2009 00.06.56
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Invia una mail all'autore del commento Atmosferico  @  24/05/2009 20:16:17
   10 / 10
Informatevi prima di andare a vedere un film per favore!

Onirico!Capolavoro!

kerkyra  @  24/05/2009 18:15:08
   7 / 10
secondo me Von Trier è sempre un autore da cui riuscire ad attingere qualcosa di interessante, dopo aver visto qualunque delle sue opere si esce sempre dalla sala un pò cambiati....
qui è molto interessante il rapporto dolore, natura, senso di colpa.
Secondo me vale sempre la pena farsi delle domande e questo autore riesce sempre a farle porre, ovviamente a chi è sufficientemente pronto ed elastico per farlo......

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