ferro3 - la casa vuota regia di Kim Ki-duk Corea del Sud 2004
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ferro3 - la casa vuota (2004)

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locandina del film FERRO3 - LA CASA VUOTA

Titolo Originale: BINJIP

RegiaKim Ki-duk

InterpretiSeoung-yeon Lee, Hee Jae

Durata: h 1.35
NazionalitàCorea del Sud 2004
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 2004

•  Altri film di Kim Ki-duk

Trama del film Ferro3 - la casa vuota

Tae-suk è un ragazzo che passa il tempo alla ricerca di case altrui da abitare in assenza dei proprietari. Visitandone una si imbatte nella ricca Sun-hwa, maltrattata dal marito. I due sceglieranno di vivere ai margini, spostandosi di casa in casa, finchè la scoperta di un cadavere negherà loro la promessa di libertà.

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Voto Visitatori:   8,22 / 10 (220 voti)8,22Grafico
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Voti e commenti su Ferro3 - la casa vuota, 220 opinioni inserite

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KANE  @  03/12/2005 13:26:01
   8½ / 10
film bellissimo di una poesia dolce e reffinata come vuole la tradizione orientale.
un film originale e a tratti divertenti, su un mondo lontano e pure vicino, il mondo segreto, regolato da leggi assurde, che è la nostra mente, la nostra anima.
un film per chi ama sognare e a volte , si ritrova a scivolare sulla vita, come il protagonista del film!!
attori bravissimi e regia ad altissimi livelli!!

style  @  01/12/2005 22:18:22
   8 / 10
Film molto bello, anche se mi è piaciuto di più "primavera, estate, ecc...",

il mutismo nel film è abbastanza spiazzante all'inizio, ma dopo un po' non ci si fa più caso.

girato in modo eccellente, pure gli attori sono piuttosto bravi.

da non perdere, soprattutto per chi ama questo genere di film

akkimo  @  30/11/2005 00:51:45
   9 / 10
c'era bisogno di un film così. bravi

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  26/11/2005 19:37:40
   7 / 10
Premetto che non amo particolarmente i film di provenienza orientale. Riconosco a questo film il pregio di essere originale e un pò diverso dal classico film occidentale, che comunque, se fatto bene, io preferisco. Ad ogni modo qualche difetto, sempre considerando che non sono tra gli amanti del genere, lo trovo, uno su tutti è il troppo silenzio, certamente cercato ma in alcuni casi eccessivo, vedi quando il ragazzo è interrogato. Immaginate di essere nei panni del povero figlio che trova in casa due sconosciuti e apprende poco dopo che il padre è morto e, per di più, quando uno dei due viene interrogato, questo tace. Che fareste? Non vi irriterebbe il suo comportamento? Capisco il messaggio che sta sotto però, ad esempio nella scena ricordata, si poteva evitare. Quantomeno, a differenza di "Elephant" e soprattutto "Last days" tanto per citare due film, il silenzio e la lentezza non mi hanno irritato ma solamente annoiato in qualche breve tratto. Film comunque da vedere.

Beefheart  @  09/11/2005 17:05:57
   8 / 10
Immagino la reazione del giovane protagonista alle eventuali critiche negative e distruttive al "suo" film: silenzio, compostezza e due tiri alla pallina da golf con il ferro 3. Mutismo, invisibilità e complicità raccontati con orientale ironia. Soave e poetico il vero "pic-indolor" del cinema. Più unico che raro, dunque imperdibile.

F150  @  27/10/2005 22:45:50
   10 / 10
TIGER FRANK  @  22/09/2005 23:58:16
   8 / 10
Piu' bello di primavera,estate,ecc.
E' il secondo film del regista che vedo e' grave?
E' moooolto,mooooooooooolto orientale (ma quanto sei zen K.K.Duk?)
se non lo avete visto aspettatevi qualcosa di un po'diverso dai vari generi a cui siete/amo abituati,dai tipici film occidentali insomma!E' bello che ci sia anche dell'altro tuttosommato...
E' lento ma c'e' di peggio a riguardo e poi questo non vuol dire che il film sia noioso.Lo paragonerei a un sentimento che cresce piano piano fino ad arrivare al culmine.Almeno a me ha dato questa sensazione.
Insomma,ho finito la visione e mi sono accorto che il cuore martellava come i bassi di around the world dei Daft Punk.Bello no?
C'e'qualcosa che mi ha ricordato Wong Kar Wai(applauso!)sebbene si vede che siano due registi diversi.
Che ve devo di' oggi pomeriggio il mostro di Dusseldorf adesso questo mi devo licenziare piu' spesso!






Jack Torrone  @  22/09/2005 11:20:15
   8 / 10
davvero bello, possiede una leggerezza nel trattare dei temi profondi senza scadere nella banalità.
Sono tentato di procurarmi i suoi precedenti lavori

goophex  @  08/09/2005 14:35:39
   8 / 10
Una stupenda surreale storia d'amore, che propone la vita come strada verso un sogno.. l'amore spassionato e fine a se stesso.
Struggente il parlare dei loro sguardi e commovente l'evolversi dei fatti.
Dolce, delicato e pieno di sofisticate sfumature.

Ottimo film

Giulio R C  @  08/09/2005 13:52:31
   7 / 10
Bellissimo per carità, ma secondo me un tantino sopravvalutato: ogni tanto scade nella noia (soggettivamente parlando).

aiemmdv  @  20/08/2005 17:06:18
   7 / 10
particolare come solo i film di kim ki duk sanno essere ma mi ha trasmesso di meno rispetto a primavera estate..... Comunque certamente da vedere

la mia opinione  @  15/08/2005 18:16:21
   7 / 10
Sicuramente originale e abbastanza godibile. In alcuni momenti pero' diventa un po troppo scontato. Cmq vale la pena vederlo.

2 risposte al commento
Ultima risposta 15/09/2005 21.20.32
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  03/08/2005 12:47:30
   9 / 10
Un sogno, una carezza lievissima, un gesto appena accennato, un alito di vento profumato: sensazioni che treboccano nel cuore immergendosi in questo miracolo di silenzi e immagini. Seguire le piccole avventure di Tae-suk, folletto senza storia che vive nel presente altrui, fa inizialmente quasi sorridere. Un ragazzo che si insinua senza malizia nel vuoto delle case di una città anonima, lasciando come traccia di sè minuscoli e affettuosi particolari, è fuori dal tempo e dagli schemi della nostra razionalità.
Un piccolo aiuto che, dopo l'incontro con Sun-hwa diventa salvazione, felicità reciproca e poi composto dolore, fino a un finale onirico e liberatorio, che regala sensazioni difficili da descrivere.

Ed è straordinario "sentire" come i due innamorati riescano a stabilire, nel più totale silenzio, una comunicazione tanto più profonda di quanto non sia quella tra gli altri personaggi, chiusi e distanti nel vuoto delle loro parole e delle loro case.
Meraviglioso.

11 risposte al commento
Ultima risposta 05/09/2005 11.26.22
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ulisseziu  @  30/07/2005 13:48:27
   8 / 10
E'' indubbio che ha uno stile che lo pone al di sopra del 90% delle produzioni moderne.
Ha uno stile... orienatle.
Fatto di gesti, di sguardi, di discrezione.

Una fotografia magistrale, ed un senso, una morale, racchiuso nelle cose più semplici.

Viene, però, raccontato con uno stile lento ed antivconvenzionale, che non potrà piacere a tutti specialmente oggi, in cui persone come Aronosky ci diomostrano che si può fare un capolavoro anche con un linguaggio moderno e veloce... un film che "varrebbe 10", ma a cui do un po meno, per il ritmo/linguaggio che usa...
direi tra il noioso ed il sublime...

Delfina  @  21/07/2005 17:51:45
   10 / 10
Bellissimo film, animato da una vena narrativa delicata e quasi barocca.
Un bel ragazzo (ispirato forse a qualche spirito della tradizione religiosa),
una donna che grazie a lui scopre l'amore, nel quadro di una società
di individui solitari o violenti (il marito della donna, i poliziotti).
Bellissimi gli attori e bella la musica (il cd che viene inserito dal ragazzo
sembra una dolce melodia araba alla Fairuz, una struggente
canzone d'amore..).

Il tono finale un po' fantastico ricorda quasi le atmosfere,
in tutt'altro contesto, di Miazaki.

viagem  @  15/07/2005 08:55:35
   8 / 10
Che bel film! I 2 protagonisti non parlano mai ma comunicano tantissimo: emozioni da vendere. E poi il finale tutt'altro che scontato, lieve, etereo. La rivincita dell'anima sul corpo.

Dark Funeral  @  26/06/2005 20:43:38
   6 / 10
Non sarebbe male ma mi sembra inconcludente, peccato. Ha cmq una buona fotografia e una discreta trama. Di sicuro si distingue tra le produzioni orientali che sono arrivate qui in europa.

Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  18/06/2005 14:31:36
   3 / 10
Per palati finissimi? Ma per favore il film è davvero brutto, senza senso e assolutamente inguardabile! E poi la storia assolutamente inverosimile.....bhlea!

10 risposte al commento
Ultima risposta 30/11/2005 01.03.23
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Raistlin  @  17/06/2005 13:54:18
   8 / 10
Per palati finissimi, per chi le sensazioni le coglie in un attimo e per chi si sa godere la magia delle emozioni impalpabili, quelle che si trasmettono con la semplicità dei gesti o con l'intensità degli sguardi...

Se io fossi uno così. gli avrei dato 10.

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/06/2005 09.35.38
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  09/06/2005 09:58:55
   9 / 10
Ode al silenzio.

Quando si riesce a comunicare così tanto senza che i protagonisti debbano necessariamente esprimersi a parole, (tranne una singola perfetta eccezione) allora significa che si sta rasentando la perfezione.

Come un gioco all'inizio, un solitario; di casa in casa, ricamare sulla propria solitudine brandelli di vite altrui, mischiandosi al quotidiano di gesti apparentemente insignificanti quali il bucato e la televisione, infine andare via ringraziando con una riparazione e portandosi via uno scatto, una immagine.
Poi arriva lei, e il film trabocca.
Così diverso il suo silenzio, fatto di sottomissione e di timore, un occhio nero a testimoniarlo; in uno sguardo percepisce in lui come questo silenzio potrebbe trasmutare in qualcosa di unico, trascinandola via in un gioco finalmente completo.
E così forse è lei ora a condurre le danze, ad imparare le regole e ad andare oltre; è lei ad affidarsi completamente a lui mettendosi davanti alla sua pallina, è lei a voler occuparsi dell'anziano.
Incuranti del resto, quasi fossero l'unica componente reale del quadro, proseguono questo ballo fatto di tanti piccoli commoventi momenti, una tazza di tè, una mano sopra un'altra, le labbra si avvicinano... dissolvenza.
Poi il dramma della separazione, sofferta quanto lieve e silente, ci porta ad un piano ancora più alto, all'ultimo grado della metamorfosi; al silenzio delle voci si aggiunge quello dei corpi, che trasfigurano, tramite percorsi differenti, fino a ritrovarsi negli stessi luoghi, annunciati solo da un soffio di vento e da un cuscino che si sposta.
Pura poesia gli ultimi 10 minuti, non saprei neanche cosa dire.

Ascolto note
del mio e tuo silenzio
forse è musica

17 risposte al commento
Ultima risposta 26/06/2007 18.12.19
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Blueagle  @  04/06/2005 23:19:49
   7 / 10
La verità è nel silenzio.
Ma il silenzio riesce a far gridare le nostre anime e ad ascoltare i nostri cuori, in fondo è lo specchio del nostro io quotidiano.
Il mondo viene spaccato in due, la bellezza silenziosa e l'urlante violenza, poetico e affascinante ma troppo netto, la vita non è bianco e nero, ma tutti i colori, anche una bella musica può ispirare bellezza e perfino un gesto di violenza può esprimere armonia. In fondo violenza deriva da violare e il protagonista viola ripetutamente case e vite altrui. tutto bello, tutto poetico ma tutto realisticamente falso. Buona la realizzazione tecnica ma è il soggetto che mi sembra volutamente limitato. Nulla più di una originale favoletta in bianco e nero. HO VISTO DI MEGLIO!

Martina Jo  @  04/06/2005 23:10:43
   6 / 10
Non male. Molto bello il finale, tutto il resto è molto noioso.

Moderator  @  04/06/2005 17:54:00
   7 / 10
si da vedere anche se insomma... poteva davvero essere un capolavoro

641660  @  28/05/2005 09:57:44
   8 / 10
Appena finito di guardare Dogville e con gli scompensi psichici che ciò comporta, avevo davvero bisogno di ritrovare pace, armonia ed equilibrio interiore..

Mariospa  @  18/05/2005 22:23:05
   10 / 10
Un film che ti entra dentro, le immagini sono suggestive e dense di simboli.
Un film che è poesia.

max67  @  03/05/2005 13:13:34
   8 / 10
COMMENTARE UN FILM COME FERRO3 E' DIFFICILISSIMO PERCHE QUALSIASI COMPLIMENTO O CRITICA MAI COME IN QUESTO CASO RISULTANO PERSONALI,
IL FILM A MIO AVVISO E' UNA DESCRIZIONE DI UN PERCORSO DI PSICANALISI
COMPLETO ,LE CASE VUOTE COME METAFORA DEL CORPO CHE CONTIENE LA COSCIENZA DELL'UOMO, IL RAGAZZO NEI PANNI DELLO PSICANALISTA ,
LA RAGAZZA NELLA PARTE DELLE FERITE CHE CI PORTIAMO DENTRO ,LE PALLINA DA GOLF SONO LE FRASI DELLO PSICANALISTA,E IL FINALE BELLISSIMO L'EQUILIBRIO L'AMORE LA LEGGEREZZA CHE TUTTI NOI DOVREMMO RAGGIUNGERE
ALLA FINE DI UNA TERAPIA DI PSICANALISI.
FILM BELLISSIMODA VEDERE SOLO SE INTERESSATI ALL'ANIMA E LE SUE EVOLUZIONI .

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Ultima risposta 06/05/2005 18.55.57
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  01/05/2005 09:29:36
   8 / 10
K come Chaplin si rende conto dell’impatto traumatico della voce, come intruso, sulla nostra percezione del cinema.
K ci offre il privilegio di occupare lo stesso posto che sceglie il protagonista di Ferro3: quello di ‘mediatore evanescente’.
L’atteggiamento chapliniano del film ci trasporta in quell’area, narrativa e culturale, di mediazione evanescente. Tale area appare situata tra l’epoca del modernismo meccanicista e l’epoca postmoderna caratterizzata dalla dispersione, cioè nel bel mezzo del passaggio tra la soggettività mono-logica e il gioco delle apparenze non più riferito ad una qualche Verità ultima.
Un film perfetto e sublime fino a quando la storia non prende il sopravvento: il tempo narrativo può essere reso evanescente, ma il tempo produttivo e distributivo rimane ancora un monolite.


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Ultima risposta 05/05/2005 12.32.06
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Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  22/04/2005 14:53:13
   10 / 10
raro esempio di cinema che si riappropria dei propri codici comunicativi, e rinuncia al narrato discorsivo per narrare visivamente. Ho letto varie interpretazioni sociologiche, ma non penso che ferro3 voglia dire questo; credo sia molto più corretto puntare l'accento sulla favola dell'uomo che per amore astrae se'stesso e rinuncia alla propria convenzionale vita per tramutarsi in una presenza che aleggia in casa dell'amata. Gli altri non contano. Le presenze impalpabili sono vive e pulsanti, le presenze materiali sono trasparenti e incorporee.

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Ultima risposta 26/04/2005 12.35.28
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norah  @  22/04/2005 12:15:07
   8 / 10
Una lacrima che si adagia sulla neve d’inverno

E’ il pensiero che affiora nella mia mente dopo aver visto questo gioiellino di Kim Ki-duk ogni singola immagine sprigiona un candore accecante,un film mite,tiepido,che non fa pensare,ma volare…

La casa vuota

la casa qui appare una sorta di metafora della società,un mondo al quale questi due esseri estranei ,che si muovono con una leggiadria inaudita ,sentono di non appartenere ,così come non appartengono agli spazi che violano, giorno dopo giorno.
Un mondo vuoto,una società vuota proprio come le case di Ferro3.
Attraverso la sola forza delle immagini,il cineasta coreano riesce in maniera sublime a raccontarci la storia di due anime che vogliono cambiare pelle.Il fascino degli sguardi dei due attori riesce magistralmente a colmare il vuoto dei silenzi.
Ferro3 è prima di tutto un’esperienza sensoriale,un viaggio onirico.Il regista si diverte a dare una connotazione fantastica al suo intreccio melodrammatico,sviluppando la personalità ambigua di Tae-Suk in maniera sovrannaturale:Chi è questo ragazzo,che si prende così soavemente cura della fanciulla ?Un angelo?Un fantasma?Chi può dirlo, del resto:

“Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia la realtà o un sogno”


3 risposte al commento
Ultima risposta 04/05/2005 02.20.14
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Gruppo COLLABORATORI Mr Black  @  16/04/2005 15:33:08
   9 / 10
Si può fare un grande film dove i protagonisti non spiccicano una parola?
Risposta: SI !!!!

Invia una mail all'autore del commento angel__  @  10/04/2005 00:41:03
   4 / 10
enorme delusione.scadenti i due interpreti,noia allo stato supremo.un film dimenticabile ed evitabile.una storia ridicola con un finale che vorrebbe essere poetico ma a me risulta molto banale e stucchevole.ah senza contare quattro dialoghi messi in croce e scritti pure male.se questo è un bel film!

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Ultima risposta 22/04/2005 12.20.59
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Aragorn  @  29/03/2005 08:41:00
   8 / 10
bello, veramente bello!

Nightcrawler  @  22/03/2005 15:34:23
   9 / 10
Film particolarissimo, d'una sensibilità da tempo dimenticata qua in occidente.

xxxx  @  24/02/2005 21:51:20
   5 / 10
parliamone...
ho immaginato potesse essere un film mediocre dalla prima inquadratura fissa su una moto bmw. poi esce un'auto da un garage ed è una bmw. markette? a parte il dettaglio, il film regge mezz'ora, poi scade nello stucchevole, rasentando il ridicolo. elogio del silenzio? è decisamente più complesso scrivere una sceneggiatura da lasciare senza fiato. gli attori non reggono la prova, ma è tutto il film a non reggere, nato su una storia fiacca e provato a salvare da un escamotage che al massimo suscita all'inizio curiosità. da un gran film si chiede di più.
chiosa finale sui colpi inferti al cattivo grazie ad un sapiente gioco di sponda. neanche lotty ci sarebbe riuscito...

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Ultima risposta 21/04/2005 22.58.14
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missviolet  @  22/02/2005 15:46:13
   10 / 10
Non ci sono parole per commentare un film così... il potere del silenzio... l'importanza del silenzio... utile... indispensabile... e assolutamente esauriente in un mondo dove si sprecano miliardi di parole inutili... Il silenzio è vero e puro più di ogni altra cosa... Andate a vederlo, avrei voluto che continuasse ancora per ore...!!!!

francescot  @  18/02/2005 16:39:36
   9 / 10
uno stile differente, un altro modo di girare.. un film che si apprezza o si odia ,nessuna via di mezzo .. da parte mia ,il film è meritevole di lode, sia per i contenuti she per la realizzazione, unica pecca..la gestione della colonna sonora.. che talvolta non accompagnava in modo efficiente le immagini!!...

Davidx  @  17/02/2005 01:59:29
   3 / 10
Non mi è piaciuto assolutamente...si notano le pecche di un regista che secondo me non vale granchè...attori indecenti...film pesante...e questo sarebbe grande cinema...?

4 risposte al commento
Ultima risposta 10/03/2009 08.14.20
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Noemi  @  13/02/2005 16:05:15
   10 / 10
Come si fa a commentare il silenzio?

13 risposte al commento
Ultima risposta 14/02/2005 11.22.04
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GIOSH  @  11/02/2005 15:22:43
   10 / 10
OTTIMO FILM L HO VISTO STAMATTINA E STUPENDO

1 risposta al commento
Ultima risposta 13/02/2005 22.57.18
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spoonji  @  10/02/2005 10:00:23
   10 / 10
.....ti amo........

Sanachan  @  07/02/2005 13:20:05
   8 / 10
Spinta ancora una volta dalle vostre dritte sono riuscita a vedere questo film che inizialmente credevo avessero tolto troppo presto dalle sale,fortunatamente mi sbagliavo.
Bellissimo elogio della delicatezza e del silenzio.Non si sente affatto la mancanza delle parole.I protagonisti ci dicono già tutto con i loro gesti,i loro occhi e il loro vivere al di sopra del rumoroso mondo che li circonda,lambendolo appena loro malgrado.
Un film sussurrato ma che arriva dritto al cuore.

70 risposte al commento
Ultima risposta 11/02/2005 09.02.52
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looka  @  04/02/2005 09:57:10
   8 / 10

una poesia del vuoto,
un bacio d'aria sulla pelle.

10 risposte al commento
Ultima risposta 08/02/2005 08.53.55
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Pasagarde  @  02/02/2005 02:43:17
   9 / 10
Un film bellissimo che mi ha lasciato senza parole. Di Kim Ki Duk avevo già apprezzato tantissimo il suo precedente "Primavera, Estate, Autunno..." e con questo "Ferro 3..." il regista non ha fatto altro che confermare il suo incredibile talento.
Magico. Un film quasi alieno...Imperdibile.

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Ultima risposta 15/02/2005 00.32.12
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5percentnation  @  28/01/2005 10:19:54
   10 / 10
Sono rimasto in sala a vederlo una seconda volta. Penso che sia uno dei film più belli degli ultimi 20 anni. Messaggi assolutamente rivoluzionari, lanciati attraverso una poesia magica e dolcissima. Mi è venuto in mente snake of june: messaggi opposti ottenuti con tecniche opposte.

29 risposte al commento
Ultima risposta 10/02/2005 09.16.13
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JoJo 3.62  @  27/01/2005 13:19:16
   8 / 10
Questa storia d'un atipico topo d'appartamento che cavalcando la sua rombante BMW gira per la città (una città che potrebbe essere qualunque: l'anonima universalità dei luoghi e delle situazioni è una costante in questo film) in cerca di case vuote da poter abitare per una notte è narrata in maniera più che particolare ed estranea al cinema cui è abistuato lo spettatore occidentale medio. Il protagonista, un'ombra silente che irrompe nelle case e sparisce poi senza lasciar traccia non prima di aver aggiustato qualcosa di rotto in segno di ringraziamento, più che espressivo nel suo TOTALE silenzio (non una parola, non un gemito in tutto il film), trova infine una sua degna compagna altrettanto silenziosa. Tra di loro, come da prammatica, sboccia l'amore; un'amore descritto esattamente come i suoi protagonisti: dolce, etereo, e silenzioso. Così prosegue per vie spesso enigmatiche questo racconto di Ki-duk, enigmatiche ma sempre descritte esclusivamente con le immagini: il dono della favella vien dato solo ai malvagi ed a coloro che non possono comprendere veramente l'amore ed il sentimento, accecati da quel terribile strumento che è la parola.
Una contrapposizione netta dunque tra i due amanti ed il resto del mondo, in questa poesia dell'espressività, che si trasforma agli occhi dello spettatore anche in una storia d'amore assolutamente antihollywoodiana, agli antipodi con quello che dall'altra parte dell'atlantico giunge in Europa. Si parla spesso di povertà di dialoghi nei film che vengono da quelle parti: qua la loro latitanza è totale.
L'amore tra il vagabondo golfista (il Ferro 3 del titolo, voluto così in tutte le lingue da Ki-duk, è riferito proprio al golf) è tutto improntato su gesti e sguardi: i due non si parlano mai, ma si dicono tutto.
E lo dicono anche a noi.

35 risposte al commento
Ultima risposta 05/05/2005 12.24.38
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Invia una mail all'autore del commento francescoardore  @  26/01/2005 10:06:02
   9 / 10
Splendido e ancora meraviglioso ritorno al genere muto, se mi permettete questa estremizzazione: i protagonisti, in totale, recitano due battute.
Questo,è uno di quei film in cui il godimento estetico legato alla perfezione di immagini e narrazione, raggiunge livelli altissimi.
Malgrado il ritmo lento, il tono e le musiche non proprio preponderanti, non si avverte la mancanza di elementi e nulla turba l'equilibrio di questo che non posso che definire un capolavoro.
L'agio con cui questo ragazzo si muove all'iterno delle case che (vive?) (visita?) la tenerezza quando addirittura lava i panni, aggiusta oggetti non funzionanti, fanno pensare ad un personaggio che trascende l'odierno genere umano, dotato di sensibilità oggi smarrita.
Da oscar la scena in cui lei comprende che l'unico modo per amare il ragazzo è accettare igannando il marito; scena in cui abbraccia il marito dietro le cui spalle si nasconde, in modo quasi surreale, il ragazzo e lo bacia.
Superba la fotografia e assolutamente meravigliosa la regia.
Capolavoro

1 risposta al commento
Ultima risposta 26/01/2005 11.11.06
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nabucco  @  24/01/2005 09:42:18
   9 / 10
Un capolavoro del silenzio si commenta con due parole sole, come le sole pronunciate dalla protagonista ("ti amo" all'amato che si cela astutamente dietro il meschino marito): un capolavoro

1 risposta al commento
Ultima risposta 27/01/2005 11.55.29
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serenella  @  23/01/2005 17:36:41
   9 / 10
elogio della leggerezza...

semosole  @  21/01/2005 06:18:40
   8 / 10
Bello, lo trovo originalissimo, di film così intensi mi piacerebbe vederni molti di più. Se avete qualche dritta consigliatemene altri !!

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Ultima risposta 08/02/2005 09.10.12
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patt  @  20/01/2005 10:05:50
   9 / 10
..si, veramente uno splendido film
.. una poesia di significati espressi in modo emozionante..
così bello nel suo "silenzio", che trovare le parole commentarlo diventa difficile e superfluo..

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Ultima risposta 20/01/2005 10.10.26
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  18/01/2005 10:36:35
   10 / 10
Un film splendido.
Kim ki Duk gira un'opera intensa, commovente, ma anche fortemente simbolica e complessa. Un film sulla solitudine del protagonista che vaga di casa in casa alla ricerca di un po' di conforto, senza compiere nessu atto illecito, ma anzi avendo cura degli oggetti che trova e aggiustando tutti gli elettrodomestici. E'la storia della solitudine di una donna che al contrario la casa ce l'ha, ma la vive come una prigione.
I due si incontrano e il loro è un viaggio verso la libertà, in una società che non può ovviamente comprendere il loro rapporto, possibile solo nell'irrealtà.

Un film poetico, migliore del precedente (Primavera autunno estate e ancora primavera) veramente bellissimo e girato superbamente da questo, ancora giovane, regista, alla sua undicesima prova, in grado di fare un film sull'amore (che come nel maestro Wong kar wai, non ha visogno di parole superflue) , sulla solitudine, sulla libertà, fondendo dramma, ma anche accenti da commedia, da horror e thriller (quasi lynchano) nel finale.
Una splendida fotografia per un film girato da un vero artista, aiutato da due attori bravissimi, in grado di trasmettere davvero tante emozioni, senza nemmeno usare la parola, ma con la sola forza delle loro espressioni.

Vedendo questa pellicola mi sono accorto di trovarmi di fronte, dopo Wong kar wai (e Tsai ming Liang, forse più vicino a Ki Duk, ma anche molti altri), ad un altro maestro del cinema odierno, questa pellicola è un piccolo capolavoro. Forse non ci arriverebbe a 10, ma do il massimo dei voti, perchè pellicole con una sensibilità così forte al giorno d'oggi sono molto rare. Il cinema orientale certe volte è veramente molto più avanti di quello occidentale.

Ps: Non capisco certe volte come si fanno ad affermare stupidaggini come quella di essere un'opera studiata a tavolino per l'esportazione. Oltretutto Kim Ki duk utilizza molti simboli e il suo linguaggio è spesso molto complesso, molto di più rispetto a certi altri suoi colleghi orientali, per i quali, comunque molto raramente si può muovere un'accusa simile. Spesso si vogliono fare film universali (adatti a tutti), come nel caso di "In the mood for love", ma ciò non toglie il fatto che il film di Kar Wai sia un'autentico capolavoro. Forse, prima di inserire nuove recensioni, i gestori del sito dovrebbero leggerle.

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Ultima risposta 18/01/2005 13.02.54
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caesar  @  13/01/2005 16:18:12
   9 / 10
Quando il cinema è arte.
Kim-Ki-duk ci fa vedere la realtà attraverso un terzo occhio che la quotidianità ci ha fatto smarrire.

alicia  @  11/01/2005 13:30:57
   7 / 10
Destabilizzante... ermetico, ma senza dubbio vale la pena di vederlo soprattutto per la genialità del regista

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  10/01/2005 16:38:16
   8 / 10
Ciò che mi colpisce maggiormente di questo film, distaccandomi dal coinvolgimento della visione e dalle emozioni che essa ne suscita, è l'estrema differenza d'approccio al cinema che gli autori orientali hanno rispetto a noi europei ed occindentali in genere. Non sono un esperto - e ancor meno un fan - di culture e di filosofie orientali o di esotismi vari, ma ogni volta che guardo un film proveniente dal sud-est asiatico non posso fare a meno di notare l'afflato spirituale e straordinariamente leggero col quale trattano le tematiche espresse e la materia cinematografica tutta.

In tempi di radicalizzazione del concetto di proprietà privata, l'uso delle abitazioni e degli oggetti altrui può sembrare quasi un messaggio politicamente sovversivo. Non a caso la repressione si accanisce contro il protagonista con una violenza e una ferocia assolutamente sproporzionata rispetto al reato (non) commesso. Tanto più inspiegabile appare il suo muoversi leggero negli spazi altrui senza un apparente motivo plausibile (come il furto, ad esempio), tanto più la repressione gli si accanisce contro. E il silenzio accresce il mistero delle azioni del giovane protagonista, ma acuisce anche la rabbia nei suoi confronti: il gesto "sovversivo" richiede un surplus di reazione e repressione. Il ragazzo non ha bisogno di parlare, è la sua presenza, i suoi gesti quotidiani, a costituire l'elemento minimo di comunicazione. Una presenza che si rarefa fino a sembrare immateriale quando inizia a essere percepita come minacciosa. Anche la donna non ha (più) bisogno di parlare per comunicare. Il suo silenzio col marito (e poi con gli sbirri) è l'estremo segnale di rifiuto, mentre col giovane nomade è la forma di sintonia perfetta: tra di loro ci sono solo sguardi e piccoli gesti che caricano di pienezza comunicativa (e sentimentale) il loro rapporto. La parola è inganno e falsità da un lato, dall'altro elemento parzialmente sostitutivo dell'espressività del silenzio quando questa supera barriere invisibili per colmare l'immaterialità apparente della presenza del ragazzo.

liu_mi  @  09/01/2005 12:59:57
   8 / 10
Un’altra bella sorpresa da questo bravo regista coreano. Il film è proprio una favola, in cui le situazioni e gli eventi si susseguono più per spiegare un concetto che per il reale intento di narrare una storia. Racconta di solitudine e difficoltà a trovare l’intimità. Inizialmente il protagonista è solo e ricerca l’intimità appropriandosi di quella degli altri. La sua vita nelle case deserte esprime un senso di vuoto, di desolato. Poi l’incontro con la protagonista e la condivisione di questa solitudine; non parlano mai, rimangono a lungo sempre soli, nonostante siano insieme. Sembra quasi un percorso formativo, lei imita i gesti di lui, se ne prende cura e si appropria del suo modo di vivere. La parte finale è poetica e molto bella. Quello che mi piace di questo film è il suo tentativo di trovare un linguaggio simbolico originale per spiegare emozioni e, secondo me, ci riesce perché permette allo spettatore di riflettere senza essere troppo invadente o didascalico, come invece era successo nel film precedente. Più che un regista è un artista.

marie  @  06/01/2005 01:08:38
   9 / 10
Sono sorpresa da un regista di film di una violenza distruttiva e veramente senza filtri! Qui invece sembra di essere trasportati attraverso immagini caldeiscopiche in un sogno delicato, una storia fatta di gesti, armonie e poetici silenzi.

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Ultima risposta 11/01/2005 00.54.02
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antua  @  04/01/2005 16:50:35
   8 / 10
Una poesia fatta di immagini.
Non può lasciare indifferenti, una regia superba e mai monotona.
I dialoghi ristretti all'osso (anche di meno) amplificano la comunicazione visiva.
Da vedere, peccato sia distribuito in pochissimi cinema.

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Ultima risposta 10/01/2005 16.38.33
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Prof  @  01/01/2005 15:40:34
   8 / 10
Molto originale e particolare, non ne do alcun cenno perché invito tutti a vederlo.
A dire il vero per buona parte del primo tempo ero rinasto piuttosto scettico (addirittura dispiaciuto per la scelta), ma con l'andare del tempo l'ho apprezzato sempre più, fino all'escalation finale.
Gradevole e delicato, risente in più punti, com'è giusto che sia, della mentalità orientale, distante ed inattingibile per noi occidentali.
I due protagonisti restano nella nostra memoria per la loro purezza e personalità.

Henry Madgett  @  14/12/2004 01:46:19
   8 / 10
"Ferro 3" inizia con un'immagine tanto silenziosa quanto eloquente,tanto sommessa quanto brutale:la bellezza percossa a colpi di solitudine.
Una statua classica che fa da bersaglio a un golfista.
Una splendida dichiarazione di intenti,che già racchiude in sè tutti i richiami più o meno simbolici del film:il ferro3,"quello che non usa mai nessuno"come ebbe a dire Kim Ki-duk,e più generalmente il golf come costante richiamo alla solitudine(alla violeza della solitudine),la bellezza(femminile?),il rumore(la parola)e il silenzio.
Come nodo narrativo(e in quanto tale pretestuoso)Kim Ki-duk mette in scena l'incontro dell'eroe con la sua bella i quali,sono eroe e bella in virtù del contesto favolistico in cui la loro assurdità(in senso positivo,sia ben inteso)li pone.Tae-suk(l'eroe)per vivere occupa case altrui momentaneamente disabitate,e in queste case fa tutto ciò che farebbe il più attento e "affettuoso" dei padroni:pulisce,aggiusta,ri-ordina.Qui sta l'assurdità,qui nasce la favola:la grandezza e la bontà di questo personaggio si concreatano in una violazione,in un reato,nell'invasione di una proprietà altrui.Ma si sa una favola ha regole diverse dalla realtà e ciò che in realtà è un'invadere,qui diventa un riempire.Tae-suk dà contenuti a uno spazio "solo",e paradosso nel paradosso lo fa in silenzio.Riempie il vuoto con il silenzio.
E' questo silenzio che fa da canale comunicativo tra l'eroe e la bella,che li rende incomprensibili al mondo,un mondo verboso,che parla e distrugge(il marito,il poliziotto)mentre Tae-suk nel suo silenzio aggiusta(letteralmente).La loro prima "conversazione"avviene attraverso una pallina da golf:uno splendido parlare di solitudine in silenzio.
Quella pallina che nella realtà è lo strumento di violenza,probabile causa del volto tumefatto di Sun-hwa(la bella)diventa,nella dimensione favololistica dei due,il mezzo unico di una rinascita:la propria solitudine diventa il solo modo per sfuggire a quella degli altri.
E' in una casa vuota che Tae-suk incontra Sun-hwa,una persona svuotata.A questo punto l'eroe fa con la bella esattamente ciò che fa con le case:gli da un contenuto.
Questo processo che investirà tutto il film è sintetizzabile in due immagini di un simbolismo lirico accecante:Tae-suk che lava(anche qui letteralmente)le foto di Sun-hwa,iniziando a purificarne il soggetto e Sun-hwa che esterna la sua confusione interna scomponendo e dis-ordinando una foto che la ritrae.Le leggi indipendenti della favola invertono le consuetudini della realtà:l'eroe fa alle persone ciò che si fa alle cose(o alla case)e le tristi leggi della realtà(la solitudine)diventano un gioco(il golf),tanto che il pestaggio subito dal protagonista diventa una sequenza quasi comica.Ma tutto ciò è vero anche al contrario e un bambino che spara alla madre per gioco la ferisce veramente o il finto golf di Tae-suk miete vittime in carne ed ossa (entrambe immagini che richiamano la bellezza percossa).
Il gioco interno alla coppia ha dunque un contesto esterno reale e per questo è condannato a soccombere alle sue leggi.
In prigione Tae-suk spinge la favola e la sua (e)marginazione all'eccesso:il silenzio non è più sufficiente,l'eroe diventa invisibile.
Non visto da nessuno può vedere tutti,si spinge talmente fuori dalla realtà da assumere connotati divini(non è forse Dio colui che nessuno vede ma che tutto può vedere?);cinematograficamente questo si chiama soggettiva, e da qui in poi il film sarà in soggettiva,fino alla scena finale.L'eroe si renderà visibile solo alla bella,nascondendosi dietro ogni movimento,passo o gesto del marito,divenendone quasi la proiezione,la possibilità di guardare oltre(dietro)la patina cupa del reale.
Un sogno?Difficile dirlo.



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Ultima risposta 09/01/2005 22.29.53
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acol  @  10/12/2004 19:25:56
   10 / 10
sensibilità fuori dal normale: forse il maggior regista vivente

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Ultima risposta 08/02/2005 09.31.52
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