Tutti i post di peucezia
Pubblicato il 30/11/2012 08:37:43 da
peuceziaIn questa nostra ultima stagione cinematografica due scrittrici, la prima di successo, munita di marito altrettanto di successo, la seconda meno nota ai più anzi quasi ignota, hanno deciso di passare dalla parola all'immagine. In meno di un mese sui nostri schermi sono arrivati quindi
Venuto al mondo, film tutto in famiglia (Mazzantini scrive,
Castellitto senior dirige e appare, Castellitto junior recita) e
L'amore è imperfetto, opera prima in tutto: primo romanzo di Francesca Muci, primo suo film da regista.
Già dalle primissime pagine di Non ti muovere, libro peraltro bellissimo, chiunque ha pensato (bene) a Castellitto come protagonista e anche alla
Cruz nel ruolo della dolente Italia. Libro riuscito, film riuscito, ma il primo genitore, il secondo figlio. La Muci, pur esordiente, ha compreso bene la lezione che vuole come migliore promozione per un libro in uscita un film in uscita e viceversa.
Ci si chiede ora
cui prodest tutto ciò... se è vero che cinema ed editoria sono in crisi per overproduzione, vale la pena scrivere già pensando al possibile film che potrebbe venirne fuori? Se la Mazzantini è sostenuta dai suoi e la Muci ha goduto dei sostegni superiori ottenuti chissà come, perché un onesto e valido scrittore deve continuare a riguardarsi il suo manoscritto o la sua sceneggiatura senza speranze né aspettative?
Pubblicato il 19/11/2012 08:48:31 da
peuceziaUomini e donne di tutte le tendenze concorderanno: questo giovane uomo (ormai quarantenne) è stato scelto dagli dei.
Alto quanto basta, occhio ceruleo, sorriso incantatore da bravo ragazzo, fisico asciutto e scolpito dal nuoto praticato in giovanile età. Il cinema lo scelse con il buon Vanzina, gran scopritore di "talenti" ed egli debuttò interpretando se stesso ovvero un ragazzo bellissimo ma ahimé assai povero nell'ars recitandi.
Egli però coraggioso e prode volle rimanere in quel dorato mondo interpretando ruoli di ogni tipo.
La Piovra della televisione lo ghermì con i suoi tentacoli facendolo diventare poliziotto e mafioso, carabiniere indomito e santo e infine lo fece tornare alle sue origini facendolo tuffare nelle azzurre acque.
Anche Avati lo volle prode cavaliero ed egli non esitò di farsi brutto come le migliori stars americane. Anche Hollywood lo chiamò ma dopo averlo saggiato lo rispedì agli italici suoli come del resto fece con tutti i nostri più talentuosi quindi la cosa non è di onta per ello.
Alle soglie degli anta Moccia lo volle innamorato di una giovin fanciulla e alfin di lei lo sposo... involontariamente il nostro buon Federico scoprì in Raoul una dote per la commedia e da allora egli molte ne ha interpretate sempre nel ruolo di se stesso, ma malgrado ogni cosa stuoli di donzelle d'ogn'etade furon sempre pronte a strapparsi le vesti a ogni sua comparsa e a decretarne la fama sbavando di invidia verso ogni sua partner filmica più che verso la di lui legittima consorte.
Oggetto del desiderio di donne in carriera, immaturo a Roma o in viaggio, spasimante della escort per debiti Cortellesi e figliolo onesto del politico folle Placido il suo nome è garanzia di successo.
Perché καλός καιρός, ciò che è bello è sempre buono.
Pubblicato il 06/11/2012 16:00:41 da
peucezia
Allampanato, dall'espressione a metà tra il preoccupato e il malinconico,
Valerio Mastandrea, attore romano della generazione dei quarantenni (e quaranta sono i suoi anni giusto nel 2012), si contraddistingue sin dalla sua apparizione sul grande schermo nell'ormai lontano 1994 per interpretazioni di giovane sfigato, magari simpatico ma sempre poco fortunato.
Gli tocca in sorte filmica una famiglia sui generis e lui, che pure non è il massimo della stabilità, si deve fare in quattro per tenere in piedi la baracca e, poiché la fortuna arride agli audaci, ci riesce quasi sempre!
Se la fidanzata di turno lo ha mollato per un giovane belloccio magari di colore, perché comunque è una progressista, alla fine lui, grazie alla sua espressione mogia, si ritrova nuovamente insieme alla sua bella, quasi a sottolineare quello stellone italico che aiuta chi risica.
Gli anni passano in fretta e da giovane precario o studente o fidanzato incerto Mastandrea, dopo una parentesi in costume alle prese con Napoleone in esilio, è un uomo in crisi, magari docente che non ci crede più, con madre terminale o, ancora, separato con moglie crudelissima che non esita a buttarlo sul lastrico, o serio lavoratore che fatica a tirar su due figli in sostituzione di moglie persa nelle sue cogitazioni. E sempre tocca a lui rimediare ai guai che hanno combinato gli altri pure se lui non se la passa mai troppo bene. E non a caso in teatro è stato un perfetto Rugantino, giovane sbruffone, nullafacente che però si autoaccusa di un delitto mai commesso solo per amore... che romanticone!
Povero Valerio, eroe dei nostri giorni, simbolo di chi arranca ma pure va avanti e riesce a stento a ingranare. Se un giorno lo ritroveremo in un ruolo di uomo ricco, felice e perfetto forse sarà finita anche la sempiterna crisi che attanaglia il povero Stivale italico?
Pubblicato il 30/10/2012 08:43:24 da
peucezia
Non se ne può più di questi film demenziali americani parolai dove trionfa l'amicizia finto cameratesca, il sesso a gògò, la droga all'erba e il rock and roll!
L'anno scorso esce un film australiano
TRE UOMINI E UNA PECORA, insulso titolo italiano dell'originale "A few best men" laddove per best man si intende in inglese chi fa da testimone alle nozze (generamente migliore amico o fratello dello sposo)... well, in questo film di stampo più anglosassone la perfettibilità di un matrimonio pseudotradizionale veniva "disturbata" dai poco convenzionali amici del nubendo. Tra gli interpreti, nel ruolo della sorella della sposa, Rebel Wilson, attrice sovrappeso che nella storia faceva di tutto per farsi notare e non al suo meglio...
2012: gli USA che al cinema, come i cinesi per le scarpe, copiano di tutto, per cercare di essere originali ci fanno una versione al femminile: "Bachelorette" che oltre al significato di donna che avrebbe superato la canonica età "da marito" sta più o meno per addio al nubilato "tradotto" da noi
THE WEDDING PARTY: assurdo parto di quasi un'ora e mezza (meno male!) fatto di parole in libertà e tutto quanto di più sconvolgentemente triviale abbia prodotto il cinema americano dai tempi di
PORKY'S e del più "nobile"
ANIMAL HOUSE.
Torna Rebel Wilson in versione meno trasgressiva e Kirsten Dunst, donna in carriera magra, bella e dolorosamente single perde clamorosamente cinquanta punti nel suo borsino personale.
Auspichiamo uno sciopero di massa da parte degli spettatori del globo terracqueo davanti a questo pseudo proposte del cinema stelle e strisce.
E quasi quasi vale più la pena prendere un biglietto per uno dei nostri film italici depressi e depressivi...
Pubblicato il 18/10/2012 08:39:36 da
peuceziaSembra che ultimamente il cinema italiano stia puntando molto sui ggiovani: scritto così perché, malgrado le film commission sparse per tutto il territorio nazionale, le pellicole uscite in queste prime settimane della nuova stagione cinematografica sono spesso ambientate a Roma.
Pensiamo a "
Il Rosso e il Blu".
È vero, è tratto da un romanzo quindi deve adeguarsi ed esserne fedele, però sarebbe stato carino un film sul mondo della scuola ambientato a Foggia, giusto per fare un nome di una località poco lanciata sul grande schermo.
Tornando alla riflessione iniziale: a settembre è uscito il film sulla scuola con
Scamarcio e la
Buy: sguardo ai ragazzi, alle loro paure, alla loro vita... poi esce "
Un giorno speciale"
e l'obiettivo si sposta su quelli che hanno terminato gli studi e sono in cerca, stanno imparando a vivere e a loro spese scoprono che il mestiere di vivere si trasforma in un male di vivere. E poi esce il nuovo film di Virzì, "
Tutti i santi giorni",
e l'attenzione si sposta sui precari intorno ai trent'anni, precari nel lavoro e nella vita, e il quadro si completa. Peccato che, come facevano gli scrittori nell'età vittoriana, il cinema si limita a mostrare, ma soluzioni nisba... del resto non le vuole dare nessuno queste soluzioni...