il posto delle fragole regia di Ingmar Bergman Svezia 1957
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il posto delle fragole (1957)

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locandina del film IL POSTO DELLE FRAGOLE

Titolo Originale: SMULTRONSTÄLLET

RegiaIngmar Bergman

InterpretiVictor Sjöström, Bibi Andersson, Ingrid Thulin, Gunnar Björnstrand, Jullan Kindahl, Folke Sundquist, Björn Bjelfvenstam, Max Von Sydow

Durata: h 1.31
NazionalitàSvezia 1957
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1957

•  Altri film di Ingmar Bergman

Trama del film Il posto delle fragole

Un anziano e rispettabile professore di medicina, mentre si reca all'università di Lund per ricevere un'onoreficienza si trova a fare il bilancio di un'esistenza giunta al suo crepuscolo e vissuta con troppa freddezza nei rapporti con gli altri esseri umani.

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Voto Visitatori:   8,88 / 10 (200 voti)8,88Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
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Voti e commenti su Il posto delle fragole, 200 opinioni inserite

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Filman  @  28/10/2020 20:09:54
   10 / 10
L'incursione e la manipolazione delle linee temporali, così come la narrazione onirica, sono solo degli stratagemmi che Ingmar Bergman conosceva e sapeva usare già prima di dirigere SMULTRONSTÄLLET (Il Posto delle Fragole). Questi stratagemmi post-moderni, antecedenti all'avvento della modernità stessa, vengono usati per esaminare e di conseguenza rappresentare tutte le sfaccettature di un soggetto specifico, il protagonista e la sua vita, fatta non di epici accadimenti ma di piccole cose che diventano epiche in quanto fondamentali per la costruzione di un'identità, di un carattere e di un uomo, che dovrà fare i conti con sé stesso e con questi piccoli indizi che compongono un quadro complessivo, forse alla ricerca di redenzione, di pace interiore o della felicità.
Mezzo secolo dopo questo tipo di racconti vivrà ancora, voglioso di parlare ancora e ancora della solitudine dei numeri primi e della depressione, come già fece al tempo questo capolavoro.

Goldust  @  26/05/2020 15:37:28
   9 / 10
Il bilancio di un'intera esistenza attraverso il sogno, la memoria e, perchè no, anche un road movie affollato e molto particolare. Sembra un testamento registico da lasciare ai posteri di un cineasta maturo ed ormai in pieno possesso delle migliori meccaniche drammaturgiche delle propria arte; è invece il lavoro, anzi un capolavoro, di un regista neanche quarantenne che si interroga a livelli altissimi e con grande varietà di soluzioni sull'insofferenza emotiva, sulla famiglia ed in generale sull'incomunicabilità della società. Splendidi nella loro discrezione trattenuta sia Sjöström che la Thulin, quest'ultima qui al debutto con Bergman; notevoli le sequenze dei sogni, specialmente l'incubo iniziale

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marycoff  @  15/05/2020 21:37:43
   10 / 10
Arte, Poesia, Cinema.

dagon  @  24/11/2018 15:03:31
   9 / 10
Siamo di fronte a un film che acquista significato (ahimè) più si va avanti con l'età, quando lo sguardo al passato si immerge nella nostalgia, nei rimpianti e nei rimorsi e quando l'orizzonte davanti a noi, improvvisamente, si assottiglia in maniera rapida e inquietante. Come "il settimo sigillo", è una pellicola dalle tematiche universali che parla ad una parte interiore di sé che spesso si preferisce non ascoltare o tenere il più sepolta possibile. Momenti estremamente dolenti si alternano ad altri di assoluta poesia.

topsecret  @  26/08/2018 14:10:49
   8 / 10
Ho colmato finalmente un'altra mia lacuna cinematografica, quella di non aver mai visto un film diretto da Ingmar Bergman.
IL POSTO DELLE FRAGOLE è l'esplorazione dell'animo umano, la voglia di mettere le cose a posto facendo i conti con il proprio passato e con il presente, un viaggio nel tempo che fa rivivere i ricordi fatti di nostalgia, rimpianti e malinconia, in un contrasto tra il vecchio e il nuovo, la gioventù e l'anzianità. Il tutto molto ben raccontato, diretto senza sbavature e interpretato al meglio, capace di risultare garbato ma allo stesso tempo intenso e razionale, senza tempi morti e con una passione emozionale evidente.
Un bel film, davvero.

Thorondir  @  22/12/2015 23:23:41
   10 / 10
Rodman86  @  03/05/2015 17:53:36
   7½ / 10
Mi aspettavo di più da questo film del maestro Bergman, non so, resta comunque un bel film introspettivo da vedere sicuramente

massapucci  @  12/04/2015 20:10:14
   9 / 10
Film incredibile. Cioè, nel senso letterale, non ci si crede. Con questo film ho capito la ragione per cui Bergman può essere definito a tutti gli effetti un artista.
La scena finale è qualcosa di indescrivibilmente bello.
Il tema della morte nullificatrice e dell'insensatezza della vita trattato, tra gli altri lavori, in particolare ne "il settimo sigillo" resta dal punto di vista, diciamo così, speculativo-razionale irrisolto, a favore della morte stessa. Eppure la soluzione artistica di Bergman fa sì che nel finale la sensazione sia quella della riconciliazione, della riappacificazione, del "lieto fine".

mrmassori  @  04/02/2015 11:11:24
   10 / 10
Non solamente un Film, ma un'opera d'arte a 360°. E' un Capolavoro Immortale ed una pietra miliare della storia del Cinema. Senza alcun dubbio è tra i miei 15 film preferiti in assoluto.

_Hollow_  @  04/11/2014 08:38:51
   9½ / 10
Semplicemente dei migliori film di Bergman. Il primo sogno è storia del cinema, così come tutto il resto d'altronde. Bellissimo l'intreccio continuo tra sogno, ricordo e presente.
Per fargli un gran complimento, potrebbe essere un po' come la versione cinematografica di "Alla ricerca del tempo perduto", con un pelo di Dickens (il primo sogno della bara e delle lancette mancanti, così come i ricordi di Sara, sanno molto di fantasma del Natale futuro e passato, rispettivamente, con la nuora nella parte di quello presente).
Visione obbligata, se piace il Cinema.

Matteoxr6  @  15/10/2014 22:25:21
   4 / 10
Lo so, verrò linciato e me ne dispiaccio. Ero molto fiducioso, data la fama e la media pure qui sul forum, ma devo essere sincero: questa pellicola dai contenuti spiccatamente allegorici non mi ha per niente intellettualmente entusiasmato, per capirci, anzi.

GianniArshavin  @  01/08/2014 13:30:02
   7½ / 10
Un uomo anziano deve intraprendere un viaggio per ritirare un premio dedicato alla sua lunga carriera professionale , e dopo un brutto sogno deciderà di percorrerlo non in aereo ma in macchina. Quest'occasione sarà il momento propizio per l'uomo di trarre un bilancio della propria vita , che fra sogno,incontri e realtà gli apparirà diversa da quello che si aspettava.
Bergman con "Il posto delle fragole" scriverà una pagina indelebile di storia del cinema , ancora oggi insuperato per quanto riguarda l'argomento trattato. Il regista fra metafore , visioni e confronti ci dipingerà la storia di quest'uomo e dei suoi tentativi finali di salvare il salvabile. Pazzesca la metafora del titolo e tutta la sequenza ambientata nel "posto delle fragole" , davvero suggestiva e malinconica.
Tutto il viaggio verso la premiazione sarà per il professore un continuo confrontarsi con il suo passato , con le sue paure e con la consapevolezza di non poter modificare quanto è stato già fatto. Ogni incrocio sulla via per Lund , giovani , coppia in crisi , più le fasi oniriche , saranno un banco di prova probante per il protagonista ed una continua emozione per lo spettatore.
Sinceramente non credo di poter dire altro su questo film e come per altri lavori del regista svedese urge una visione ulteriore per apprezzarne al meglio tutte le sfumature.

Horrorfan1  @  07/02/2014 15:11:29
   8 / 10
E' da tempo che non lo rivedo (pur avendo questo e parecchi altri film di Bergman su Dvd): fra i tanti del regista è uno di quelli che mi era piaciuto di più!

A spanne, basandomi sul ricordo, mi sento di dare un 8, ma rivedendolo oggi il voto potrebbe anche essere di poco superiore o inferiore.

Ovvio, ci vuole pazienza e sensibilità per questo tipo di film, ma con Bergman io ho un feeling migliore rispetto a quello che ho per altri registi "di calibro" che hanno girato film lenti e impegnati... :-)

JOKER1926  @  28/01/2014 02:08:00
   7 / 10
"Il posto delle fragole" è ricordato come una delle massime operazioni cinematografiche di un regista che talaltro non ha mai avuto bisogno di complimenti per esser presentato. Ingmar Bergman è sintetizzato e associato proprio nelle concettualità di questo film, anche se la regia in questione ha adottato, spesso e volentieri, altri stili.

Solo alla fine, o al massimo durante, lo spettatore potrà cullare e penetrare nell'essenza e nella metafora del titolo, che arrivati ad un certo punto diventa pure visibile. Il posto delle fragole insomma è quel luogo ove scatta il raccordo fra ciò che è e tutto ciò che è stato, l'infanzia e i sentimenti affettivi ormai appannati. Basta questa premessa per far capire che "Il posto delle fragole" si avvale della facoltà di andare nel profondo dell'intimità dell'uomo estraendo da esso ricordi e serenità, ma non solo. In una carrellata di immagini, reali e sognate sorge anche qualche vecchia vicenda oscura fatta di tradimenti, le donne importanti del dottore sono venute meno, hanno tradito, l'hanno accusato di freddezza, spossatezza.

"Il posto delle fragole" è un percorso metafisico che insieme ad una chiara narrazione e ad un ottimo montaggio che coniuga sequenze di diversa temporalità, regala non solo una lettura poetica ed astrusa della vita ma cerca, per tutto il tempo, di essere quanto mai pratico. Si vive nella psiche e nella realtà di un uomo, simbolo di ogni persona, che nelle rievocazioni dell'esistenza cerca di risalire, carpendo il senso della vita. Film psicologico, ma non pretenzioso si lascia amare e si auto decreta fonte di totale spunto per altri prodotti successivi.

outsider  @  15/07/2013 12:44:10
   10 / 10
Un film fantastico sul vero senso della parola. Il maestro di bergman che recita in un film dello allievo. Comprato ho il dvd molto educativo in quanto condito da interviste allo psichiatra e terapeuta cancrini al filosofo severino et alla direttrice di ciak. La protagonists svedese est bellissims. Tutto al top. Lo consiglio ai pargoli. Film da vedere nelle scuole di alto grado agli ultimi anni. Da far vedere ad alunni di liceo. I bravi come il BaFFo giovane apprezzar sapranno. Outsider slzera' il pollice x premiare questo film.

Ciaby  @  25/05/2013 12:58:31
   9½ / 10
Un Bergman magnetico, sognante, magico. Alterna momenti da commedia ad altri riflessivi ad altri ancora surreali, inquietanti, sconvolgenti.
Personaggi indimenticabili.
Uno di quei film in grado di farti stare in pace con il mondo.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  12/01/2013 18:35:33
   10 / 10
Il ripensamento della propria esistenza non è mai stata così lieve - seppur onirica, così ricca di speranza - seppur costellata da incubi.
Uno dei più belli film di Bergman è un capolavoro di maestria narrativa e interpretativa. Sjostrom scalda ogni immagine di malinconico rigore, la Thulin è come sempre unica e il trio di ragazzi sono un frizzante e dolcemente ingenuo passaggio del testimone tra generazioni.

Sorprende come un maestro del rigore come Bergman, in questo film risolvi l'esistenza o meno di Dio in un battibecco semi-comico.

Capolavoro senza tempo. Qualsiasi opera sui ricordi e il tempo perduto devono fare i conti con Il posto delle fragole.

(E la cosa "gravissima" è che non è il miglior film di Bergman!)

prof.donhoffman  @  28/11/2012 12:47:00
   9 / 10
Non essendo io di sonno facile apprezzo Bergman e questo è tra i suoi massimi risultati.

Invia una mail all'autore del commento AcidZack  @  09/11/2012 14:45:33
   6 / 10
Non avrò una grande sensibilità, e non sono così abile e sottile nell'empatizzare determinate storie e sceneggiature. Delicato

secondanatura  @  07/10/2012 21:17:21
   4 / 10
Io davvero questo film non l'ho capito. Sebbene qualche parte mi piacesse e fosse quasi divertente per il resto vedere un vecchio sofferente di Alzheimer che ci spara la confusione mentale dei suoi sogni dei suoi ricordi e del suo presente a una velocità radente lo zero assoluto non mi ha dato niente. Ad essere buoni si può dire che è particolare.

2 risposte al commento
Ultima risposta 08/10/2012 21.50.45
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deadkennedys  @  01/09/2012 19:51:31
   9 / 10
Capolavoro crepuscolare, continuamente in bilico sul filo dei ricordi fra presente e passato.

7219415  @  06/06/2012 14:25:08
   9 / 10
Invia una mail all'autore del commento luca986  @  16/05/2012 22:19:28
   9 / 10
Avrei voluto non finisse mai...Che film grandioso!

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  25/03/2012 18:33:15
   8½ / 10
Triste, nostalgico, profondo... Amatissimo dalla critica, è considerato una delle vette di Bergman.
Una grande riflessione sulla vita e la morte, un viaggio in macchina per ripensare al viaggio di una vita.

cort  @  01/01/2012 22:05:39
   8 / 10
trovo molto difficile dare un voto tecnico a questo film. fino alla meta non mi ha colpito tantissimo poi è diventato molto interessante. film con cosi tanti contenuti bisogna visionarli con un certo stato d'animo perche impegnano molto ed in questo non ho trovato l'intaresse che ho avuto per esempio nel settimo sigillo.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  16/11/2011 13:33:45
   9 / 10
Uno dei capolavori di Bergman.Ottimo il protagonista(un regista che è stato il maestro proprio di Bergman)

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  25/05/2011 05:21:40
   8½ / 10
Generazioni che si incontrano e che si scontrano, una dopo l'altra, allo stesso modo, chiudendosi dietro maschere di gelo, di indifferenza, di egoismo. La senilità e l'attesa della morte che può però divenire occasione di riscatto e di rivalutazione interiore. Il posto delle fragole come luogo del dolce slancio emotivo del ricordo ma anche come simbolo delle occasioni perdute, della castità rubata, dell'amore mai avuto. L'eterna lotta fra raziocinio e fede, fra scienza e teologia, per la ricerca della giusta interpretazione dell'esistenza. Il viaggio di un anziano medico giunto ad un traguardo di vita e di carriera che si trasforma in analisi di sé e successiva catarsi attraverso, paradossalmente, proprio il caos onirico e surreale dei sogni. Per poi approdare, sul letto di (chi può dirlo?) morte, finalmente alla serenità e alla pace con sè stessi.
Sono solo impressioni, piccoli frammenti di una pellicola che è cosa ardua ricomporre prima di un lungo processo di eviscerazione di singole immagini, dialoghi, riflessioni. Trovo difficile, per quel poco che ho visto, approcciarmi criticamente all'opera di Bergman sia per i suoi densi simbolismi sia per il timore di "svilirne" lo spirito; ma non si può non rimanere colpiti da una sceneggiatura così malinconica e dolce allo stesso tempo (che è in grado di dire tutto - come mi capitò di pensare per "Persona" - in neanche 90 minuti di film) e da una capacità registica che è delizia per gli occhi.
Un gran bel film con grandi interpretazioni - bravissimo Sjostrom - che forse necessità più visioni per essere capito appieno

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  05/05/2011 02:07:29
   9½ / 10
Se e quando raggiungerò un'età tale da considerare la morte una realtà imminente quanto la colazione di domani mattina , saprò dire se è davvero così che ci si sente. Soprattutto saprò qual è stato il mio vero posto delle fragole. Per ora posso solo ammirare la suggestione, la poesia e un'immensa interpretazione.

Laisa  @  28/04/2011 01:58:05
   9½ / 10
tra sogno e realtà...

Oskarsson88  @  21/04/2011 11:57:40
   8 / 10
Un viaggio introspettivo nel passato del protagonista (il grande Sjostrom) e al contempo il raffrontarsi con i giovani del (almeno allora) giorno d'oggi, il tutto intramezzato da sogni e ricordi e una lenta presa di coscienza che forse non si è vissuto come si sarebbe voluto, ma non è mai troppo tardi per cambiare... primo film di Bergman che mi trovo a dover valutare; il voto positivo è d'obbligo, anche se non mi ha personalmente toccato così tanto da piazzare un voto da capolavoro assoluto.

Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  01/04/2011 16:33:22
   9½ / 10
Un affresco sulla vecchiaia, un saggio sulla rivisitazione di un uomo che mette in discussione tutta la sua vita attraverso ricordi in flashbeck.... con una leggerezza sublime....

Elwing77  @  30/03/2011 20:34:39
   9 / 10
Un piccolo gioiello di narrazione per flashback, in cui il passato torna a rivisitare il presente nei ricordi che affluiscono nella vecchiaia del professor Isac, che fa così un bilancio di ciò che ha fatto e vissuto. Pellicola indimenticabile nella sua essenzialità e nei suoi splendidi quadri dell'anima.

axel90  @  11/02/2011 21:29:23
   9½ / 10
Tempo e malinconia, dubbi e rammarico, redenzione e incubo... un lavoro perfetto per una pellicola sublime. Sjostrom fantastico.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  19/12/2010 20:08:32
   9 / 10
Strafamoso,idolatrato all'epoca e ancora oggi dalla critica,vincitore di premi a non finire. Con questo film certamente Bergman raggiunge il massimo vertice artistico del primo periodo.

Il posto delle fragole: ovvero il posto della memoria,dei rimorsi,dell'ipotetico,in una parola: il posto dell'anima. Bergman scava a fondo dell'animo umano e della sua psicologia dandoci un ritratto sensibile ma anche sereno e tutto sommato leggero della morte e della vita (se comparato al Settimo sigillo ce ne rendiamo conto ancora di più). Ma che sia un capolavoro per introspezione psicologica lo si capisce subito dalle scene oniriche,da quelle del passato in cui si affaccia frequente una sensazione angosciosa di morte sempre presente,di un destino che sarebbe potuto essere qualcos'altro solo se...

Il professor Borg (magnifico Sjostrom) intraprende un viaggio al contempo crepuscolare e di cambiamento,di fine e di inizio col filo della memoria(presente solo attraverso i suoi sogni,quasi mai felici) lungo il suo percorso. Ad accompagnarlo c'è la nuora,ci sono incontri con la Fede e l'Ateismo traformati per l'occasione in due ragazzi che quasi sempre litigano con zuffe infantili,c'è l'incontro con una giocosa ragazza di nome Sara, perfetta rappresentante della gioventù nonché specchio di un suo vecchio grande amore ma legata anche ad una delle più grandi delusioni della sua vita. E si potrebbe continuare con l'incontro con la madre simbolo autorevole e probabile causa della paura del professore per la solitudine,però stare qui a dire tutte le componenti vorrebbe dire analizzare il lavoro dello svedese in ogni sua minima parte e non renderebbe giustizia né mi sentirei adatto a farlo dopo una sola visione.
Perché il grande merito di Bergman in questo film è di non essere mai scontato,di attraversare un viaggio nella memoria come pochi altri hanno saputo fare pur imitando Il posto delle fragole; Otto e mezzo è uno di quei concorrenti illustri ma sinceramente sono talmente diversi che il paragone si ferma al rapporto vita/arte.

La struttura del film è superba e il regista ha la capacità di sapersi distinguere per originalità oltre che per la consueta profondità e intelligenza di dialoghi e situazioni: l'esempio più calzante è come Bergman sia riuscito a scoprire lentamente l'animo del protagonista,attraverso ricordi in cui lui è presente sempre da vecchio e mai da giovane. Naturale che sia così: il rimorso per scelte mai fatte aumenta ancora di più,e il ricordo non si banalizza con una storia semplice ma diventa complessa,stratificata: in pratica il ricordo è davvero tale e attraverso il sogno prende forma concreta. Lui non è mai giovane perché non può cambiare il passato ma può cambiarsi,questo sì.

Si è parlato di leggerezza ma Bergman non lo è mai e non si smentisce neanche qui; alcune sequenze sono devastanti (Sara che gli mostra lo specchio compatendolo per la sua vecchiaia è un esempio,l'esame) ma se si parla di pellicola pervasa anche di serenità,ebbene è azzeccato dire così. Non fu sereno per Bergman girarlo visto l'esaurimento nervoso che si beccò e a causa del quale si fece curare in clinica,ma è difficile non rimanere in una serena e dolce contemplazione col protagonista,alla fine,del Posto delle fragole come di un quadro,un'opera d'arte perfetta che è la Vita.

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  16/11/2010 18:40:00
   7½ / 10
"Il posto delle fragole" forse è il film più sentito da Bergman. Benedetto dalla radiosa ma corraggiosamente scontrosa interpretazione di Sjostrom (egli stesso un grande regista svedese), questo bellissimo e imitatissimo film possiede un'onestà emotiva totalmente in sintonia con il viaggio a cui è sottoposto il protagonista.

Mothbat  @  15/11/2010 23:30:33
   9 / 10
Una delle migliori opere di Bergman.
Affascinante, teatrale, introspettivo.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  15/11/2010 21:01:38
   10 / 10
Immenso capolavoro di Bergman, uno dei momenti più alti dell'intimismo cinematografico di tutti i tempi.
Tra incubi e visioni sognanti, il bilancio esistenziale di un uomo di valore attraverso le sue 'stagioni del cuore'.
Un film letteralmente straordinario in ogni sua componente (toccante Sjostrom come solo i più grandi sanno essere) che continua ad incantare con la forza della sua poetica. Ed io, umilmente e con inadeguatezza, ringrazio per la compagnia concessami.

Invia una mail all'autore del commento s0usuke  @  08/04/2010 13:14:16
   10 / 10
Il capolavoro di Bergman si avvale del "viaggio" soltanto come motore portante... mentre attraverso i sogni, gli incubi e le riminiscenze del professore Borg s'interroga sul significato della vita e della morte. Regia lenta ed appassionata di Bergman. Bianco e nero elegante. Grandissima interpretazione di Sjostrom.

uzzyubis  @  21/03/2010 10:14:51
   10 / 10
Viaggio sia fiscico sia psicanalitico nell'infanzia, nelle turbative.
Un dei migliori film della storia del cinema, incisivo e delicato come solo Bergman e pochi altri possono permettersi.

brasy22  @  21/03/2010 01:06:34
   9 / 10
Straordinario.Una seduta psicanalitica su pellicola che ci fa riflettere senza falsi moralismi su quali siano i veri valori della vita:evidente il dualismo tra i veri affetti (il figlio e la nuora)e la caducità dei beni materiali(la tanto sudata onoreficenza).Godibilissimo ma allo stesso tempo pregno di significato:straconsigliato!

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR alexava  @  19/01/2010 23:59:36
   10 / 10
"E io voglio bene a te, papà Isak."
"Addio papà isak. Sei il grande amore della mia vita. oggi, domani, per tutta l'eternità."
Un viaggio passionale ed emozionante, dentro la psicologia le ansie e le paure di un uomo saggio e maturo, che porta lo spettatore ad emozionarsi e crescere insieme al protagonista.
un capolavoro.

dewolf  @  17/12/2009 19:01:10
   8 / 10
Un magnifico Sjostrom nella sua apertura alla vita, dal rivangare ciò che era stata la sua adolescenza al capire la necessità di avere dei rapporti umani, sia con sconosciuti che con i suoi stessi familiari!! Come in tutti i film di Bergamn non manca il conflitto teologo-scientifico! Da vedere

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  15/12/2009 19:25:19
   9 / 10
Fare il bilancio della propria vita, rigenerando il grigiore della vecchiaia con l'impulso dei ricordi e delle confidenze delle persone vicine. Bergman traccia un ritratto misto fra lil reale e l'onirico dove la paura della morte imminente fa emergere i propri errori dettati da quel fondo di egoismo che hanno trasformato il dottor Borg in una persona sola. Una sceneggiatura perfetta, una fotografia in bianco e nero adatta al testo e un Victor Sjostrom magnifico nella sua intepretazione.

Dr.Orgasmatron  @  06/12/2009 22:06:42
   9½ / 10
Considerato giustamente uno dei film più rappresentativi dell'intero secolo, "Il posto delle fragole" è senza dubbio tra i più "alti" del regista. Gran parte del merito però è da attribuire anche ad uno straordinario Victor Sjöström, che sorprese anche Bergman per la sua capacità recitativa della parte. Una sorta di favola intrisa di ricordi e spaccati onirici, di riflessione e di profondi bilanci esistenziali. Con la vecchiaia, Ingmar Bergman fa tornare il suo protagonista al tanto amato "posto delle fragole". Capolavoro senza tempo né età

DarkRareMirko  @  20/11/2009 00:08:46
   10 / 10
Riuscitissimo film di viaggio del grande Bergman, che firma qui un altro dei suoi indiscussi capolavori.

Tra un'inossidabile lentezza (o sarebbe meglio dire pienezza) mai noiosa, seppur il film duri solo 90 minuti, si alternano storiche sequenze di sogni e di incubi, a loro volta semicitati anche in altri successivi capolavori cinematografici (per sempio, nel 1983 Coppola omaggierà questo SMULTRONSTÄLLET presentando ed inquadrando in certe sequenze un orologio senza lancette, proprio come si può vedere all'incirca nell'incubo dal protagonista ad inizio lungometraggio).

Attori allo stato dell'arte (e pure qui è presente l'attore feticcio di Bergman, ossia Max Von Sydow), finale poetico e riuscitissimo (col protaognista che torna rincuorato, sereno e felice a dormire), grandisisma regia, è uno dei più alti risultati cinematografici della storia.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  03/10/2009 22:24:24
   9½ / 10
Non avevo mai voluto finora commentare "Il posto delle fragole", una sorta di pudore/umiltà verso un capolavoro che mette soggezione per la sua proverbiale bellezza... più volte definito L'Umberto D svedese (ma le differenze proverbiali tra il personaggio di De Sica e il professore di Bergman sono abissali) è un film che confonde con un'universo di poesia che talvolta può sembrare persino forzata (la gioiosa esuberanza dei giovani del film rasenta un'ottimismo quasi complice, ma forse del tutto personale) ma poi tiene caldi gli spettatori come un cuore alienante e alienato (quello del protagonista) colmato da una struggente nostalgia, summa della vita.
Non oso dire altro: so soltanto che solo Fellini con Otto e mezzo è riuscito a creare una summa tanto magnifica tra sogno e realtà

dobel  @  23/08/2009 18:21:31
   10 / 10
Il posto delle fragole èil luogo dell'anima che forse non è mai esistito; un luogo dove siamo stati felici o forse crediamo di esserlo stati. Bergman firma un capolavoro immortale. E' il viaggio dentro la nostra anima che ci sta narrando... un posto tutt'altro che tranquillo. Ovviamente i simboli si sprecano, ma tutti sono comprensibili (caratteristica rara) e funzionali al racconto. Non vi trovo autocompiacimento o tentativo di psicanalisi. Semplicemente l'autore crede che in fondo un minimo di indulgenza verso gli altri, ma anche verso se stessi non sia fuori luogo. Il vecchio professore (egoista, acido...) non è che un uomo; accettare questo significa per lui trovare la pace. Ma significa la stessa cosa per la nuora accettare se stessa e soprattutto chi le sta attorno. La gioventù passa, i rimpianti sono tanti... ma se le cose che abbiamo lasciato fuggire ci fanno stringere il cuore in una smorfia di rimorso, è anche vero che tante le abbiamo afferrate e di questo dobbiamo essere grati. Il vecchio dottore non troverà mai più la sua innamorata dei vent'anni, cercherà invano anche in sogno di raggiungere i genitori e tutto quello che gli era caro e che ora manca alla sua vita, ma in fondo ha ritrovato un figlio con sua moglie. Può sperare alla fine di essere accettato per come è con i suoi difetti e i suoi pregi. E' il messaggio che tornerà alla fine di quell'altra opera gigantesca che è 'Fanny e Alexander': tutti abitiamo questo piccolo pianeta, quindi (parafrasando) se vogliamo alla fine riuscire a vivere dobbiamo accettarci, tenendo presente che per accettare gli altri prima di tutto dobbiamo accettare noi stessi. Il succo del discorso di Bergman nel 'posto delle fragole' può essere questo, appunto: che ci troviamo di fronte ad una umanità varia e sterminata che come uno specchio riflette le nostre debolezze, le nostre difficoltà, e tutti quei difetti che troviamo così volentieri negli altri senza accorgerci che sono parte costitutiva del nostro essere. Di fronte a questa umanità non possiamo ritirarci ed escludere noi stessi dal rapporto col prossimo, ma dobbiamo confrontarci con essa/o affinché accettando le nostre debolezze siamo in grado di accettare quelle degli altri. Il cuore del confronto on the road del vecchio prof. Bork e della giovane nuora è proprio questo. I personaggi che si intromettono occasionalmente nel loro microcosmo sono un'apertura su un mondo che entrambi (ciascuno a suo modo) avevano escluso. Soprattutto il gruppo di giovani (la ragazza viene interpretata significativamente dalla stessa attrice che interpreta in un flaschback il primo amore del vecchio Bork) mette a confronto i due viaggiatori con una faccia della realtà ancora sana e incontaminata, ancora contagiata dagli ideali tipici della verde età. Così la giovane nuora del prof. si rende sempre maggiormente conto (entrando a contatto con le reazioni del vecchio di fronte ai giovani, di fronte alla coppia di coniugi amari, cinici e disillusi; entrando quindi a contatto con le persone che appartengono al passato del prof. - la terrificante madre - e la grata coppia di benzinai) che la vita dell'anziano signore che la accompagna non è stata una vita sprecata né, tanto meno, una vita all'insegna dell'egoismo e dell'acidità. La progressiva consapevolezza di lei si accompagna alla progressiva consapevolezza (questa volta in negativo) di lui, sempre più ossessionato da incubi nei quali prova l'inutilità ultima dell'esistenza. La definitiva accettazione che entrambi raggiungono dell'altro e di se stessi (non senza ombre, intendiamoci, e non così linearmente) segna la pacificazione delle proprie vite. Non che di problemi non ce ne saranno più, ma sicuramente saranno affrontati con maggiore consapevolezza. Per concludere: non vorrei che si traesse dal mio insufficiente commento (queste riflessioni vengono sempre stese con un po' di fretta e non si riesce mai a dire veramente quello che forse si vorrebbe di un film ed un argomento ben altrimenti complesso e sfaccettato) un'impressione buonista della poetica di Bergman; l'autore ci mette di fronte i nostri fantasmi e non ci lascia scampo! Tuttavia credo semplicemente che ci dica anche che forse una via di scampo c'è, ci sta a portata di mano, la vediamo appena al di là della riva dove su una piccola barca ci chiama con la voce dei morti che ci hanno preceduto... la voce dei genitori, degli amici... noi la vediamo e la inseguiamo, cerchiamo di allungare il passo per raggiungerla ma lei se ne va inesorabilmente. Il vecchio Dott. Bork è questo che sogna alla fine del film... chissà se nel suo sonno...

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Ultima risposta 15/08/2011 14.11.39
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Zanibo  @  05/08/2009 12:30:42
   10 / 10
Indubbiamente un bel film sulla vita e sul suo senso. Oltre che bello e` anche utile! :-)

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  17/07/2009 20:23:32
   9 / 10
Lungo le strade della memoria s’intrecciano le vie dei ricordi abbandonati, e scorrono come immagini che più non ci appartengono e, talvolta, vi si ritrovano i soli momenti felici, dapprima ignorati, ora perduti. Quello di Isaak è un viaggio a ritroso, lungo questi itinerari smarriti del tempo, di un cuore che sembra ormai troppo vecchio per poter sperare, e che diviene spunto per ripercorrere una vita fatta di solitudine, egoismo, rimpianti, e perciò impreparata al giudizio di Dio. Il suo cammino ha inizio nel meraviglioso incubo iniziale, dove compare, atteso, l’inesorabile spettro della morte; si popola poi di personaggi sconosciuti, prosegue lungo scenari illusori, culmina infine verso un epilogo insperato.
Sul letto di morte le poche parole di Marianne sembrano donargli ciò che durante il lungo viaggio della vita egli ha voluto ignorare, e l’incubo diviene sogno, ritorna in quel luogo lontano, il “posto delle fragole”, mai stato così dolce; ed una nuova luce sembra sciogliersi sul viso, come una lacrima di nostalgia.. Isaak è finalmente pronto a consegnarsi a Dio.

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Ultima risposta 02/03/2012 17.06.46
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dave89  @  12/06/2009 10:38:12
   9½ / 10
grande bergman cm sempre

Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  06/05/2009 21:54:07
   7½ / 10
Introspettivo, triste ma veramente un ottimo film. Eliminerei solo la scena dell'incidente, fuori luogo a mio modesto giudizio. Per il resto nulla da eccepire......

pinhead88  @  06/03/2009 01:24:07
   8 / 10
una vera opera della drammaturgia di Bergman.teatrale,onirico,espressivo,fascinoso.fino ad ora uno dei migliori da me visionati del regista svedese.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  29/12/2008 21:50:12
   8 / 10
Mmm vediamo come commentare questo "Il posto delle fragole"...ma si magari avrei potuto farne un beverone di parole sconnesse e dargli un voto ignobile tanto per far felice quell'Hal Dullea li, ma preferisco scriverne in altro modo. Nessuna attenuante filosofica ne, tantomeno nessuna riflessione interiore particolare ma solo una fervida fantasia. Spiritualmente parlando e dalla lettura di testi antichi viene fuori che quando un individuo giunge al termine dei suoi giorni "passa" ad un'altra dimensione, un pò come si comportono gli elettroni tra gli atomi. Si dice che dinnanzi ad un grande schermo rivedremo la nostra vita, e che migliaia di anime sagge e conosciute ci applaudiranno per aver giocato bene il nostro ruolo sulla terra. In merito a questo il film in questione ci sta dentro in tutto con queste credenze...il regista la sa lunga e trasmette quello che sa con questo gioiellino di lungometraggio attraverso modi di girare del tutto surreali. Da rivedere più volte secondo me.

elmoro87  @  29/11/2008 19:27:01
   7½ / 10
viaggio all'interno della propria mente e dei propri ricordi per questo professore realizzato in tutto e per tutto esteriormente, ma interiormente afflitto da rimorsi e dal fatto di non essere stato nel corso della vita quello che sarebbe voluto essere... molto profondo e molto filosofico, non lo considero un capolavoro, ma sicuramente un gran bel film!

Drugo.91  @  31/10/2008 15:56:53
   10 / 10
sono questi i film che ti fanno veramente apprezzare il cinema...

Gruppo COLLABORATORI Hal Dullea  @  28/09/2008 07:18:11
   1 / 10
Ciao, pol, come va? Bevuto anche stavolta il cervello come un ovetto a colazione?
Sì, seduta psicoanalitica, che oggidì in modo reboante, con Natoli e l'intero neopaganesimo del "carpe diem", pardon: del "Life is now", mira alla cosiddetta "etica della finitudine", ulteriore etichetta di nuovo conio per indicare un contenuto vecchio quanto l'umanità: chi s'accontenta gode, e guai anche solo a protestare. Niente più "uomini in rivolta", niente più "filosofia del rifiuto" ma accettazione e adeguamento allo "status quo". Compito dell'esistenza? Grazie a gente come Cancrini, che commenta il dvd negli extra, s'ammette senza pudor che è l'"amor fati/crucis" nietzscheano, la riconciliazione con ogni attimo della "propria" vita, "propria" in quanto di fatto ricevuta da un paio di copulanti che, come nella scena finale, dovremmo giungere a riverire per la (dis-)grazia ricevuta.
Invece "Il settimo sigillo" è meno peggio di quanto m'aspettassi: Giordano Biagio ha evidenziato la cesura del film fra da un lato il vecchiume dello ieratico e della sacralità, nella fotografia e nei temi, con al centro "il Cavaliere" (forse "della fede", quello di kierkegaardiana memoria), che spacca i maroni con angosce già bolse nel '57, e dall'altro lato gran parte del resto, soprattutto l'ateismo scettico e (post-)modernissimo dello Scudiero. La vera "danse macabre" non è quella conclusiva, bensì quella che è costretta a ballare il saltimbanco, precursore del Bagini impersonato dal tuo attuale avatar in "Io la conoscevo bene" (Pietrangeli, '65). Al termine del film, comunque avviene il trionfo del primo e peggior lato: il saltimbanco con la sua ennesima "Sacra Famiglia" scampa alla morte nel senso che è un veggente, proprio come quello di Patmos, e in mezzo all'Apocalisse vede la "Salvezza", anzitutto la M.adonna col Figlio (= Ap 12?) e poi i defunti che continuano a vivere. Sforzandosi di sorvolare su ‘ste cojonate, la descrizione anche figurativamente realistica della nostra condizione da eterno medioevo oscurantissimo è ancor valida più che mai.

Mauro Lanari

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goldtw  @  10/09/2008 09:23:34
   10 / 10
cacchio,questo mi è piaciuto veramente tanto!il posto delle fragole è un viaggio interiore troppo intenso da raccontare con parole razionali..davvero un film delicato,costruito perfettamente sia nel montaggio che nella sceneggiatura,con una trama magica,in cui possiamo immedesimarci quasi subito nel vecchio professore(la scena dell'incubo iniziale è diretta in una maniera magistrale!).è interessante come bergman riesca a cullarci nelle vicende,dove il presente e il passato "fanno a *****tti" cercando di prendere una posizione radicale nella storia(a tratti "dantesca").un cast ottimo,sopratutto il protagonista(nonchè maestro del regista in questione,mica c.azzi!).

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Ultima risposta 10/09/2008 09.25.18
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edo88  @  05/07/2008 19:40:28
   9½ / 10
Magnifico.
Mi è sembrato un'opera letteraria, per i dialoghi così acuti e diretti allo stesso tempo (basti pensare all'iniziale scambio di battute tra il professore e la sua governante) e per le tematiche trattate (il sogno, i ricordi, lo smarrimento, la trasformazione, il dolore e la morte).
Da vedere assolutamente.
Mi procurerò al più presto altre opere di Bergman.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  11/03/2008 18:54:32
   8 / 10
Film decisamente strano, ci si trova davanti ad un'opera d'arte che dice qualcosa di diverso in ogni scena! Bergman sembra che abbia anticipato i tempi nel cinema, un viaggio nel tempo alla stregua della trilogia di Zemeckis e un esplorazione nella mente umana da far invidia al maestro Lynch (come del resto fece anche ne 'L'ora del lupo')! Gli attori sono tutti bravissimi, ma svetta su tutti il vecchietto protagonista, che riesce anche nella rappresentazione dei sui sogni ad incutere un senso di mistero sulla sua figura di uomo rude e cattivo (?!) incarnato in un fisico esile e un viso bonaccione!

Peppo81  @  03/03/2008 14:11:30
   9 / 10
16simo film preferito

grande film del grande BERGMAN
attori perfetti......

Bomber&Bionda  @  28/02/2008 13:23:03
   5 / 10
Indubbiamente si tratta di una grande opera, ma non mi ha impressionato più di tanto. La verità è che la storia di questo professore mi ha annoiato molto, e ho faticato a arrivare alla fine. Come ho già detto si tratta di grande cinema, ma non è assolutamente il mio genere: forse un giorno lo apprezzerò di più!

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Ultima risposta 03/03/2008 22.59.58
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  23/02/2008 16:52:08
   10 / 10
Sospeso fra sogno e realtà, fra passato e presente, fra rimpianti e gioie, "Il posto delle fragole" è il difficile viaggio di un uomo alla riscoperta della vita attraverso la propria interiorità. Capolavoro di Bergman da vedere e rivedere, per cogliere le molteplici sfumature e comprendere il messaggio del regista.
Semplicemente magnifico e profondo come pochi.

Max78  @  29/01/2008 21:17:58
   9½ / 10
Vecchio scarpone,
quanto tempo è passato!
Quante illusioni fai rivivere tu!
Quante canzoni
sul tuo passo ho cantato,
che non scordo più.
Sopra le dune
del deserto infinito,
lungo le sponde accarezzate dal mar,
per giorni e notti insieme a te ho camminato
senza riposar! .......

Vecchio scarpone,
come un tempo lontano,
in mezzo al fango, con la pioggia o col sol,
forse sapresti, se volesse il destino,
camminare ancor.

Vecchio scarpone, fai rivivere tu
la mia gioventù.

That's life.

gambero  @  23/01/2008 10:00:29
   6½ / 10
partendo dal presupposto che i film di bergman non sono tra i miei preferiti,ho guardato questo film in quanto aveva una media così tanto elevata che mi ha incuriosito..la pellicola l'ho trovata per certi momenti un pò troppo lenta,anche se la regia è ottima,ed effettivamente,come qualcuno ha già detto,abbastanza pessimistica!forse andrò controcorrente ma il mio giudizio è questo.

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Ultima risposta 03/06/2008 15.13.46
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Invia una mail all'autore del commento Rana c'è!  @  19/01/2008 20:34:09
   9½ / 10
Qui c'è da togliersi il cappello e fare un inchino.
Quando mi sono avvicinato a Bergman la prima volta lo temevo, non mi ritengo persona da film del genere. Ma questo film ha cambiato tutto, non ci sono parole per le emozioni che fa provare, vicinissimo alla perfezione.
Da vedere e da far vedere a tutte le vostre generazioni future.

momo  @  17/01/2008 22:13:09
   9½ / 10
"quando la vita era più facile...
e si potevano mangiare anche le fragole....
perché la vita è un brivido che vola via
è tutt'un equilibrio sopra la follia...."

lampard8  @  04/12/2007 12:30:17
   10 / 10
E qui ci scappa il votone signori.
Più che un film la definirei un'opera d'arte contemporanea.
Una pellicola sublime,che tratta in maniera eccellente il tema della vecchiaia e ingloba notevoli spunti filosofici e delle correnti culturali presenti nella prima metà del 1900.
Ritroviamo difatti Freud(il sogno iniziale), Proust(la memoria del tempo lieto e scanzonato rappresentata dai luoghi dove il professor Borg trascorreva la sua infanzia) e Kafka.
Come al solito Bergman inserisce inoltre spunti teologici, in particolare approfondisce il tema dell'esistenza di D.i.o con i due ragazzi che si accapigliano pensando entrambi di avere ragione al riguardo.
Nei suoi film si respira un'atmosfera magica, mistica e notevole è la cura prestata ad ogni singolo particolare o oggetto insignificante che sia.
Un film da tramandare ai posteri e da proiettare in tutte le scuole.

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Ultima risposta 04/12/2007 12.43.57
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vitocortesi  @  25/11/2007 00:26:37
   10 / 10
Questo non è un film ma un' opera d'arte.Una delle piu' grandi storie sulla vecchiaia nel momento del resoconto finale.Tante le sequenze memorabili ma su tutte le riunioni di famiglia in gioventu' nella villa in campagna durante uno dei suoi deja vu.Questo è il primo film che ho visto di Bergman che ho conosciuto attraverso alcuni siti di cinema e credo proprio che ne seguiranno molti altri.

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Ultima risposta 28/11/2007 16.29.08
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Sestri Potente  @  19/11/2007 17:55:51
   8 / 10
Il professore d'inglese che ci fece vedere questo film assomigliava in maniera incredibile al protagonista... Sono passati quasi 6 anni da quando lo vidi, ma è come se lo ricordassi benissimo.

Aletheprince  @  11/11/2007 21:43:55
   9 / 10
Il sobrio, morigerato e solitario Dottor Isak Borg ripercorre la propria vita durante un viaggio che, da mero tragitto in automobile verso la città di Lund, dove l'attende un'importante onorificenza professionale, si trasforma sin dall'inizio in un profondo e tormentato iter esistenziale, irto di rimorsi e di pentimenti etici.
L'urgente conflitto con le ribellioni della propria coscienza è foriero di ricordi e di dolorose evocazioni oniriche, che travolgono la facciata onorevole dello stimato ed apprezzato medico, catapultandolo in un drammatico esame dei propri affetti, sempre rinnegati e freddamente posposti rispetto agli aridi studi di scienze ed all'affermazione professionale.
La fredda e disagevole vecchiaia incombente impone però una revisione della propria condotta, degli atteggiamenti tenuti nei confronti degli altri, dei sentimenti provati verso il prossimo.
Consapevole che le proprie lacune morali ed i propri fallimenti sul piano umano lo hanno oramai condannato ad una misera quanto meschina morte, da attendere in solitudine e fra mille rimorsi, la psiche del professore si interroga affannosamente per comprendere tutti gli errori compiuti durante la vita, al fine di trovare un rimedio, seppur parziale e tardivo.
Sarà la reminiscenza del "posto delle fragole", della vita beata e spensierata della gioventù, dei candidi e solari luoghi della fanciullezza, della rassicurante figura dei genitori, a regalare un ristoro nell'anima del tormentato Isak, imponendogli di riconsiderare l'ultimo periodo che gli resta da vivere, al fine di ritrovare negli affetti e nei rapporti umani un motivo per il quale poter serenamente concludere la propria esistenza.
Questa mirabile opera di Bergman è certamente meno d'impatto e psciologicamente meno "violenta" rispetto a Il settimo sigillo.
Là, dove la sorte segnata del cavaliere Block impone una decisa quanto drammatica considerazione sull'imminente e tragico abbandono della vita terrena, che lo attende al termine della disperata partita a scacchi, ne Il posto delle fragole la pacata riflessività della vecchiaia impone un'analisi introspettiva più meditata ed elaborata, considerando gli errori, gli episodi infelici, le aspettative morali inappagate, i tormenti della psiche cui poter far fronte, in un ultimo, sconsolato, tentativo di risollevare le sorti di un'esistenza carente di affettività e di calore umano, trovando nei sorrisi, nell'amore e nelle scelte impulsive della gioventù (simboleggiata dai tre ragazzi accompagnati durante il viaggio e dalle dolci aspettative di vita della bella nuora) un motivo per cui cercare di dare un senso agli ultimi momenti della propria vita.

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  05/11/2007 14:28:00
   9 / 10
Mai come in questo bellissimo film, Bergman aveva analizzato cosi' profondamente l'animo umano quando questo viene oppresso dalla consapevolezza del proprio peccato, dalla solitudine, dall'introspezione della propria coscienza. Il viaggio da Stoccolma a Lund del vecchio professore di medicina Isak Borg per andare a ritirare un riconoscimento accademico è l'occasione per abbattere il muro dell'egoismo e della solitudine e dare un senso alla propria vita quando ormai gliene rimane cosi' poca da vivere. Probabilmente Bergman alla soglia dei 40 anni, ha voluto vedere in Isak borg il proprio io invecchiato, una sorta di trasposizione temporale del proprio corpo in quello dell'anziano professore ottantenne, trasmettendogli anche, e soprattutto, il proprio animo, i propri sentimenti, tracciando un itinerario prettamente autobiografico.
Il percorso che porta Isak verso la ricerca della comunicazione mediante il viaggio con la nuora Marianne è racchiuso tra l'incubo che ha all'inizio (il terrore della morte), ed il sogno finale (riflessione sulla vita, serenità d'animo). I continui richiami all'esistenzialismo sottolineano costantemente il pensiero di alcuni grandi filosofi: La forza umana da sola è in grado di cambiare la propria condizione? è in grado, la semplice volontà, di mutare un sentimento di solitudine quando questi è radicato nel profondo dell'animo, o l'uomo ha bisogno dell'intervento di ***?
L'angoscia paralizzante della scelta di fronte alle infinite potenziali alternative accrescono in lui il senso di solitudine ed allontanano la possibilità di approfondire il rapporto con gli altri. Saranno le parole di Marianne a causare il disgelo nell'animo di Isak, un disgelo necessario se non vuole concludere il lungo cammino della sua vita con quella pochezza di sentimenti tipica di chi è vissuto sempre all'interno del proprio involucro, a chi non ha mai avuto l'umiltà di riconoscere i propri sbagli magari accettando, a causa di questi, il giudizio degli altri. La natura vorrebbe che con l'arrivo della selinità sopraggiunga la saggezza ad accompagnare l'ultimo atto dell'esistenza, e non l'egoismo e la cattiveria, questo raggio di sole illumina il volto di Isak proprio quando anch'egli pensava di non poterlo più ricevere.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  02/11/2007 12:29:08
   8 / 10
Ecco la sintesi perfetta delle tecniche di Bergman, scene di grande impatto visivo e lunghissimi silenzi.
Un film profondo che parla dell'infelicità di vivere, della vecchiaia e di come nella vecchiaia ci si rifugia nei ricordi, ma parla anche della freschezza giovanile e il confronto tra le due età si vede quando Isak fa salire in macchina i tre giovani pieni di vita.
Ma la storia a me nn sembra molto originale... il protagonista sembra Scrooge di Canto di natale o sbaglio ?

Paolo70  @  26/10/2007 17:31:41
   5 / 10
Bravi gli attori nell'interpretazione ma il film non mi è piaciuto, angosciante e spesso noioso. Vado controcorrente ma per me il giudizio su questo film non può essere che questo.

3 risposte al commento
Ultima risposta 28/10/2007 18.12.32
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sonhador  @  20/10/2007 20:32:05
   10 / 10
non oso pensare quanto piangerò quando, da vecchietto, rivedrò quest'opera meravigliosa...

claudio54  @  16/10/2007 19:49:50
   10 / 10
capolavoro assoluto

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  11/10/2007 10:19:49
   10 / 10
E' sempre una grandiosa esperienza ri-vedere questo capolavoro di Brgman.
Un road-movie onirico dagli equilibri narrativi pressoché perfetti.
Un film che racconta la vita e l'abbandono da essa in modo poetico.
Ricco di rimandi letterari da "La ricerca del tempo perduto" alla letteratura nordica più vicina alle origini del regista.
Un film dolce e melanconico ed eccezionalmente interpretato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Silly  @  30/09/2007 17:10:07
   9½ / 10
Sono molto affezionata a questo film.... Quello che lo rende delicato e intenso al mio cuore è proprio il vecchio dottore che, suon malgrado, deve affrontare i suoi "conti da pagare".
Penso sempre che nella vita, noi tutti, siamo tenuti a prendere delle decisioni frivole e fondamentali x la nostra esistenza. Sempre, costantemente........ I nostri comportamenti, le strade che percorriamo, i nostri ideali razionali o irrazionali...... Noi siamo ciò che scegliamo. Ad un certo punto, xò, capita qualcosa che ci impone di fare un resoconto. Cosa siamo diventati? Cos'abbiamo seminato? Amore, odio, indifferenza, pietà, solidarietà? A pensarci bene, può capitare di non essere tanto fieri dei risultati ottenuti, Capita di perdersi nel lungo cammino, capita di non accorgersi di ciò che perdiamo, xchè in quel momento lo riteniamo superfluo.... Tutti noi, spero, aspiriamo ad essere dei vecchi dignitosi, lasciando un dolce ricordo non solo nelle menti altrui...... Ma anche nei loro cuori.
Bellissimo film, girato ottimamente.
Forse Il settimo sigillo mi ha "turbato" maggiormente, ma questo resta cmq una sublime opera del grandissimo Bergman. Pace all'anima sua.

goophex  @  30/09/2007 16:38:46
   8½ / 10
Essendo l'unico film che ho visto di Ingmar Bergman probabilmente non riesco ad assaporarne a pieno l'importanza. Forse non sono cosi' preparato per poter apprezzare a fondo una pellicola del genere che oltretutto fa parte di un'epoca diversa dalla nostra e dai nostri valori ma comunque non posso non dare un voto piu' che positivo per lo stile, la regia e sopratutto per il modo soave in cui viene raccontato il viaggio introspettivo di un Professore di medicina che, assalito forse da troppi rimpianti, riesce solo nel periodo finale della sua vita a coglierne l'essenza e le cose veramente imprescindibili legati ad essa.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  28/09/2007 15:08:18
   9 / 10
ALTRO MIRACOLO DI BERGMAN. IL TEMPO DELLA VITA CHE STA PER SCADERE, IL CONFRONTO CON I GIOVANI (DA CUI SI PUO' IMPARARE MOLTO), IL PASSATO CHE RITORNA ATTRAVERSO IL "CONTATTO PROUSTIANO" CON COSE E LUOGHI, E IL PRESENTE FATTO DI BILANCI. IN QUESTO FILM, COME NEL SETTIMO SIGILLO, IL REGISTA CI INSEGNA CHE NON E' MAI TROPPO TARDI PER RAVVEDERSI E RIPARARE ALLE PROPRIE COLPE. ANCHE AL CREPUSCOLO DELLA VITA, SI PUO' DARE UN SENSO AD ESSA. LA SEQUENZA DEL SOGNO E' QUANTO DI PIU' COMPLESSO E AFFASCINANTE SIA MAI STATO GIRATO, E ANDREBBE ANALIZZATA E INTERPRETATA CON VERE E PROPRIE COGNIZIONI PSICOANALITICHE. PIETRA MILIARE DELLA CINEMATOGRAFIA.

Gogol  @  27/09/2007 17:09:11
   10 / 10
Capolavoro,semplicemente uno dei più bei film che abbia mai visto,arte allo stato puro,il film mi è rimasto impresso per giorni nonostante l'avessi visto anche un pò assonnato vista la tarda ora a cui ho iniziato a vederlo non sono più riuscito a smettere di vederlo,ottima la trama,stupendi i dialoghi e le riprese,il finale poi è da pace dei sensi,questo film meriterebbe i primi posti della classifica,è un capolavoro del cinema mondiale e un capolavoro del grande regista Bergman.

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A cura di The Gaunt

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ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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