Un sassofonista, dopo aver ricevuto da uno strano individuo cassette in cui viene ripreso in casa sua durante la sua vita quotidiana, viene accusato dell'omicidio della propria moglie. Ma, una volta in carcere, si trasforma in un'altra persona, che viene scarcerata e inizia una vita in qualche modo parallela a quella precedente...
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Allora, inutile dire che ci ho capito ben poco all'inizio. Tuttavia mi sono fatto una bella ricerca su internet per trovare le varie spiegazioni e sono giunto ad una conclusione; questo film un senso vero e proprio non ce l'ha. O meglio, come in Mulholland Drive, anche qui vediamo il protagonista affrontare un viaggio tra realtà e sogno, in un universo parallelo a quello reale. Il fatto è che qui è tutto più incomprensibile...MD alla fine ce le ha date tutte le risposte ai nostri perchè, Strade Perdute no. Insomma, un film che può essere interpretato in vari modi, ma solo Lynch conosce lo scopo, o senso, vero del film...ma guarda un pò. Concludendo; non mi ha affascinato come il successivo film del maestro. Merita di essere visto, senza dubbio, ma considero Mulholland Drive una versione perfezionata in tutto di questa pellicola.
Il voto si commenta da solo. Un film diretto magistralmente con un alta tensione e con inquadrature al di fuori del comune. Ma diavolo, stiamo parlando di Lynch!! Film che ruota intorno a sè stesso, stranissimo, impossibile dedurre qualcosa se non nel finale al cardiopalma. Badalamenti come al solito eccellente e un grandissimo Pullman che interpreta alla grande lo "smarrito" Fred danno un qualcosa di unico alla pellicola. Il dialogo durante la festa con lo strano uomo misterioso è da urlo. Un completo viaggio alla ricerca di sè stessi e del proprio inconscio. Da vedere!
Grandissimo film, poco da dire. Lynch si supera forse solo in Mulholland Drive. Mi spiace per quanti, schiavi dei significati, non possono apprezzare pellicole come questa. Bella la recensione di Zero00. Film da vedere più che da commentare. Lynch geniale come pochi.
Trama difficile, ma non impossibile. Occorre una seconda visione per maggiori chiarimenti. Un film impegnativo, da vedere da soli e con un buon sonoro (in cuffia sarebbe perfetto). Bello quanto Mulholland Drive.
Il settimo film di David Lynch è la sua opera cinematografica più nera,anche più di Velluto blu,e anche la più inquietante al pari di Eraserhead.
Questa volta Lynch comincia la sua destrutturazione della trama che come sempre si insinua nella testa dello spettatore che cercherà il suo senso in tutti i modi,ognuno in un modo diverso. Sia questo un puro esercizio stilistico,un noir onirico,una "fuga ansiogena"di Fred dal rimorso,magari un pò tutte queste cose insieme, a me non interessa più di tanto. Come sempre mi sono emozionato nelle maniere più disparate grazie al mio regista preferito. Tecnicamente nessuno può criticarlo.
Lo scambio continuo delle identità che poi rimangono sempre le stesse sono parte della trama di Strade perdute. La gelosia,l'inquietudine,il possesso e il morboso sono un'altra componente del film. Bravi tutti gli attori,splendida Patricia Arquette specie nelle scene erotiche e incredibilmente spaventoso Blake in uno dei ruoli più riusciti e assurdi dati dal regista ad un suo personaggio. Il Mistery Man è un personaggio fantastico.
Le musiche di Badalamenti sono misurate e si amalgamano perfettamente al resto del repertorio abbastanza "pesante" con Rammstein,Marylin Manson e Bowie. Anche Lou Reed.
Di scene da ricordare il film ne è pieno e non riesco a dirne una sola, ma mi limito a quella più divertente della "lezione di guida",tra l'altro episodio abbastanza autobiografico per Lynch.
Da segnalare l'ultima (purtroppo) apparizione dell'attore feticcio Jack Nance in un film del regista. L'indimenticato Henry Spencer di Eraserhead (e Pete Martell di Twin Peaks) morirà poco tempo dopo in maniera assurda.
Dico la verità,preferisco il sottovalutato Fuoco cammina con me più per una questione personale che per pregi effettivi ma la struttura circolare perfetta,le emozioni più disparate,la trama criptica e la solita potenza visiva e musicale fanno di Lost Highway un capolavoro di Lynch,uno dei suoi migliori anche se non il suo film migliore in effetti. Quelli arrivano subito dopo.
La bellezza, la magnificenza di STRADE PERDUTE è indescrivibile. La genialità visionaria di Lynch è poetica e sublime. Applicare Freud e il concetto del nastro di Moebius (confermato dallo stesso regista) al film è stato qualcosa di straordinario. Difficile interpretarlo a prima vista. Difficile interpretarlo alla seconda, alla terza e anche alla quarta. I particolari, però, sono la chiave vincente. Il cinema di Lynch è fatto di immagini e di dettagli particolari. Solo facendo una minuziosa attenzione a queste due componenti e possibile risalire gradualmente all'intera interpretazione di ogni sua opera. Insomma, il nodo della questione era quello di intendere che tutte le vicende del giovane Pete, altro non sono che le fantasie di un Fred Madison seduto su di una sedia elettrica e percorse da scariche elettriche (NOTARE I CONTINUI LAMPI SENZA PIOGGIA CHE CONTORNANO GRAN PARTE DELLE SCENE DOVE è PROTAGONISTA IL GIOVANE PETE, E IL SANGUE CHE SGORGA DAL NASO DEL RAGAZZO). Le fantasie di Fred sono l'ultimo suo disperato tentativo di fuggire da una morte che incombe; il desiderio di controllare tutto ciò che nella realtà è stato incapace di controllare. Immedisimandosi in Pete ci riesce, ma a poco a poco i sensi di colpa della realtà cominciano ad inquinare e ad invadere la sua fantasia e tutto gli sfugge di mano nuovamente. Oltre tutto questo sbalzi spazio-temporali, e la condanna ad un infinito di morte da cui è impossibile sfuggire. Grande Lynch. Questo è vero e puro cinema.
Non do 10 perchè è un film molto difficile da capire (per me lo è stato e non sono nemmeno sicuro di averlo capito del tutto) Comunque da vedere soprattuto per gli appassionati del genere.
Una mia piccola interpretazione delle "video cassette" che etichetto come spoiler per precauzione, sicuramente non sono il primo a descrivere questa situazione, ma non ho letto tutti i commenti, e mi scuso.
Le video cassette rappresentano semplicemente la Verità, infatti ciò che cattura una videocamera è l'unica cosa che la mente umana non può deviare , nel caso specifico la mente di Fred , che utilizza questo escamotage come l'unica Strada per far riaffiorare al protagonista la verità rimossa, si capisce dal fatto che il protagonista odia le videocamere, dal fatto che ce ne vogliono tre per far riaffiorare del tutto la memoria, quindi il ricordo emerge poco a poco, e terzo la celebre frase Chiave di tutto il film: "Preferisco ricordare le cose a modo mio… come le ricordo, non necessariamente come sono avvenute". Non da sottovalutare il fatto che sia la moglie a trovarle per prima, tutte e tre le volte, come per volere dire che è proprio il ricordo (rimorso) della moglie a far sorgere le verità nascoste
basta , basta , basta con lynch , basta , con lui ho chiuso , non ce la posso più fare, non fa per me punto ...non è il mio genere di film , lo devo riconoscere ,...non è drammaticamente penoso ma non riesco a digerire un regista che per me è un non-sense ...folle , ok ma non lascia nulla in me. ....
Da malati questo film....Certo, non paragonabile ai corti di Lync che quelli sono proprio una categoria a parte e uno sà a cosa và incontro. Secondo me la parte più geniale è l'incontro con lo sconosciuto al party di Andy, quella telefonata è sconvolegente.
Parte quasi fosse un film dell’orrore, pervaso da un mistero che terrorizza e seduce: una videocamera che penetra in una casa, di notte, quando le mura si colmano di tenebra (impressionante la trasformazione che il regista riesce ad attuare all’appartamento da diurno a notturno), sino alla camera da letto, filma Fred e Renee mentre dormono; svanisce, non lascia impronte, viene recapitata una cassetta ogni giorno che mostra uno spezzone in più del filmato.
Poi qualcosa succede: il magma lavico d’irrealtà di Lynch si propaga, erutta il mistero in un moltiplicarsi di soluzioni enigmatiche e di personaggi ambigui, le personalità dell’omicida si trasfigurano, divengono molteplici, in una vicende che s’intrica, piuttosto che risolversi, attorno all’ora di un delitto.
Una prospettiva plurima in chiave surrealista che può essere accostata in qualche modo al corto capolavoro (e pressoché sconosciuto) della Deren “Mashes of the afternoon” (1943).
Le strade perdute sono quelle dell’identità e del reale, percorse e ripercorse da due fari nella notte, che fanno da spola ai luoghi dell’inconscio e della visionarietà.
Con questa pellicola Lynch preavverte molti dei temi di “Mulholland drive”, quali lo sdoppiamento delle personalità, l’amalgamarsi dell’una dentro l’altra, il risolversi (?) dell’enigma seguendo gli indizi dell’insolito; o il perdersi tra le invisibili tele analogiche del verbo surrealista.
p.s. La “Song to the Siren”, qui in versione non originale, che si può ascoltare in una delle sequenze più suggestive della pellicola, è di Tim Buckley (padre di Jeff), a mio parere uno dei cantautori più ingiustamente ignorati della storia della musica.
Vorrei trovare le parole per descrivere il profondo stato di inquietudine che mi ha trasmesso questo film...grandi musiche come al solito di Badalamenti,e ottima interpretazione di Robert Blake...
La mia prima esperienza lynchana è stata più che soddisfacente. Non sono un amante sfegatato della roba visionaria, ma quando diventa un'arte gestita con una maestria tale è impossibile anche per me non restarne affascinato.
Meravigliosa opera di Lynch, solo apparentemente criptica e poco comprensibile o, meglio, molto più capibile rispetto ad altri film dell'autore.
In soldoni l'interpretazione giusta, per me, sarebbe che il protagonista Fred (un ottimo Bill Pulmann che, alla stregua di un Jeff Goldblum) purtroppo non ha mai avuto proprio successo) trasforma (realmente o fantasiosamente, volontariamente o per forze esterne non si sà) sè stesso da soggetto frustrato a persona che agisce.
Tutto qui; poi però nel mezzo ci si mettono scene da antologia (tipo la VHS recapitata ad inizio film, con inquietantisisme e misteriose riprese da fuori casa), il surrealismo assolutamente NON basic e fortemente simbolico di Lynch, un'ottima regia, grandissimi attori, un pò di tensione/paura che non manca mai, una sceneggiatura assolutamente non trita, visto com'è ingarbugliata e quante cose dice, e, dulcis in fundo, il solito finale aperto a mille interpretazioni diverse che, lasciatemelo dire, non è affatto poco.
Lynch non ha mai sbagliato un film praticamente; solo certi suoi corti sono un pò discutibili.
Splendida la Arquette (pure lei, purtroppo non ha mai sfondato).
grandissimo film dal punto di vista delle immagini,degli effetti sonori e della colonna sonora;tecnicamente ineccepibile e con un intreccio di storie e sensazioni da togliere il fiato. in alcune parti si rimane immobili nel cercare una soluzione,un indizio che possa portarè a una verità,ma alla fine non a tutte le nostre domande verrà data risposta,come in molti film di Lynch. uno tra i migliori film del regista sicuramente.
Ennesimo capolavoro del genio Lynch pronto come sempre a condurci nei labirinti della psiche. Avvalendosi del suo consueto repertorio fatto di musiche inquietanti e ambientazioni al limite della claustrofobia, il regista ci cala nell’incubo di un uomo (due?) che, tra allucinazioni e stati di semi incoscienza, si ritrova suo malgrado imprigionato per un delitto che non ricorda d’aver commesso, salvo poi, sotto altre spoglie, venir catapultato nuovamente sulla strada, prigioniero di un destino non meno atroce del precedente. C’è poco da scrivere e da commentare, se non che, avvalendosi di uno spunto vagamente kafkiano, Lynch imbastisce l’ennesimo giochi di specchi dove tutto è il contrario di tutto e la realtà è solamente uno dei possibili punti di vista. Davanti a un pensatore di questo calibro, per non apparir ridicoli, si può solo dire una cosa: lunga vita al maestro!
Un altro allucinante, spaventoso e apparentemente delirante capolavoro di Lynch. Non è facile da vedere, almeno per me non lo è stato, ma alla fine del film, con un po' di tempo per ragionarci sopra, ti sentirai completamente soddisfatto. Ognuno di noi ha le sue strade perdute, si può dire.
Certo, MDrive l'ho trovato più semplice da comprendere, diciamo che ho avuto qualche problemino ma risolvibile.
Qui è diverso. Sembra essere la stessa struttura di MD ma lo è solo in parte, credo.
Allucinazioni di una mente disturbata, è la realtà di Lynch e del protagonista Fred. Complicato, assurdo, deviato, allucinato, psichedelico, mostruoso, vertiginoso, disturboso e inquietante...super colonna sonora.
Fred e Pit sono la medesima persona. Fred ha una mente disturbata e crea pit per evadere dalla realtà, solo che con il tempo la mente non distingue più la realtà dal sogno, e complica la situazione.
La baracca in fiamme che si risana è una scena chiave. Li la mente di Fred trova una "strada" percorribile anche se dura poco. Infatti nel finale del film dovrebbe capirsi tutto( o quasi ). Nell'appartamento del tizio coi baffetti, i polizziotti dicono che ci sono le impronte di Pit ovunque...ovvio che sono di Fred. Lui ha ucciso quel tizio, e lo ha fatto da solo, la bionda che era con pit è solo una storia creata dalla mente di fred, e non c'era con lui, ma c'erano le cassette porno che vedevano protagonista nei film hard la moglie Renèe coi capelli neri, quella reale ( per questo Fred odia le telecamere e riceve quelle videocassette all'inizio).
Sarà ineccepibile dal punto di vista realizzativo e delle musiche, ma quando un film non ha senso io alla sufficienza non ci arrivo. Perchè scrivete tutto quello che volete ma questo film, a livello di trama, un senso non ce l'ha: è un viaggio nell'inconscio malato e disturbato del protagonista, niente più. Io nell'arrivare ad una fine mi aspetterei che non tutte ma almeno la maggior parte delle scene abbiano un senso; invece il bello del film, a quanto leggo in recensioni e critiche, sta proprio in questo viaggio nell'interiorità del protagonista. Lynch, a parte "Mullholland drive", non è un regista che apprezzo particolarmente.
E finalmente ho visto "Strade Perdute", bastava ordinarlo ok, ma non ho mai voluto privarmi dell' emozione di trovarmelo fra le mani. Apparentemente nonsense ed inestricabile, in realtà la semantica filmica (se mai dovesse esistere), prendendo in considerazione il più vicino parente "Mulholland Drive", risulta chiara. Proprio come il film che venne successivamente la struttura è quasi la stessa, c'è una prima parte reale, e una seconda parte onirica: il sogno. E come tutti sanno, per lo meno chi è abituato a farci caso, i sogni non sono altro che pensieri, desideri, paure -soprattutto quest' ultime- in cui compaiono oggetti e persone che abbiamo visto, situazioni già vissute e rielaborate intimamente. Lynch, non fa altro che trasporle su pellicola, sia mai da sminuire la capacità più unica che rara nel saperlo fare, rendendo concreta la risibile linea di demarcazione tra sogno e realtà. Fred ripercorre un ultimo sogno nella persona che desiderava essere, in questo caso Pete (insomma avrebbe voluto essere Justine Timberlake). Punto. Il resto è pura suggestione sinestetica, quindi soggettiva, che non ha poi tanto valore spiegare. "The Lost Highway" trovo sia un esercizio di riscaldamento per i capolavori che saranno "Mulholland Drive", e "INLAND EMPIRE" che sto iniziando ad apprezzare sul serio, l' inizio di una trilogia vera e propria, forse. Forse perchè si può notare il manifesto di "Gilda" in uno, e "Lolita" nella sua ultima opera, qui non ho visto nulla del genere, chissà che la trilogia non sia iniziata un film dopo e quindi ce ne sia un altro in arrivo. L' Arquette è la frangetta della mia vita, assolutamente!
David Lynch con “Strade Perdute” si esercita per poi poter creare perle come Mulholland Drive e Inland Empire, i suoi veri punti di forza. Questo è un buon film, nonostante il regista usi ogni tanto tocchi registici di stampo classico (tipo lo spavento all’improvviso, che poi si rivela essere un sogno, o i tipici salti sulla sedia, ecc…) si nota il suo stile inconfondibile. Ogni tanto mi sembrava di rivedere Twin Peaks.
fanatici di lynch non aggreditemi. da perfetto ignorante in materia mi sono calato nella visone di mulholland drive e me ne sono innamorato e ho detto "bene, li volgio vedere tutti i film di lynch" poi ho visto questo e non mi è piaciuto per niente. lento, molto lento, noioso, apparentemente insensato, tiene lo spettatore in un continuo stato d'ansia fastidiosa generata da scene inquietanti che non giungono in nulla.
se volete investrire 2 ore e un quarto nel cinema lynch lasciate perdere strade perdute guardatevi mulholland drive.
Come al solito il buon Lynch sforna un'altra pellicola molto ermetica e che si presta a più interpretazioni. Rimane una pellicola ottima anche se la reputo leggermente (ma di poco) inferiore ad altre sue opere come Mulholland drive ad esempio..comunque merita sicuramente una visione.
il significato di 'strade perdute' può essere interpretato in diversi modi in questo film,Lynch gioca con i sogni e con la realtà mischiandoli insieme a loro volta,anche con oscuri turbamenti della psiche come ad esempio l'uomo misterioso e la videocassetta.. ho trovato molto strane le musiche di sottofondo che sono state scelte in modo molto particolare,come Rammstein e Manson..alcune scene,soprattutto all'inizio,sono particolarmente inquietanti
David Lynch confeziona un film perverso, malato ed estremamente cattivo: "Strade perdute"… Siamo nel lontano 1996, il regista riesce a colpire lo spettatore con una pellicola a dir poco devastante, rocambolesca, onirica… Il protagonista di questa odissea di incubi e deliri è un giovane sassofonista di nome Fred… Il film "vive" in vari generi, la pellicola non trova facilmente "casa", essa "spiazza" tutti e tutto e occupa diversi generi: Thriller, Horror, Drammatico… "Strade Perdute" è un totale delirio, Fred genera il tutto e distrugge tutto… Il lavoro di Lynch potrebbe sembrare senza logica, scene al limite del possibile (e apparentemente senza senso)si intrecciano beffardamente; ma il regista ha un disegno ben chiaro, il tutto combacia perfettamente con il tutto… Qualsiasi scena ha un "sequel", ogni dialogo è profondo e le musiche si affiancano divinamente al concetto del film. La pellicola è simile (come dinamica) a "Mulholland Drive" generata circa cinque anni dopo… Fred dopo il suo "flop" si "incarna" in un altro uomo, è l'inizio dell'apoteosi… La vita è fatta da sogni, incubi , deliri, desideri… Il passato purtroppo è "registrato" ma il nostro protagonista prova a screditare questa irrevocabile, tangibile teoria con una sua Concezione…( tornano utili i dialoghi) Le cassette sono "opera" di Fred del suo complice, ovvero del suo inconscio… "L'uomo Misterioso" è ovviamente una delle figure più macabre, strane, grottesche e suggestive del film, tale uomo è il "riepilogo mentale" di Fred (addirittura anche il giovane musicista ha paura dell'omino, nella sua mente si intersecano crudelmente concetti di rivalsa , paura e follia)… Come detto il lavoro del regista va capito e soprattutto bisogna ricordare le scene e specialmente i confronti fra i personaggi chiave del film. Il dialogo (una delle migliori scene del film) fra Fred e la sua mente (ovvero fra Fred e "l'uomo misterioso) è l'enfasi, il tutto della pellicola, il conscio fa a botte con l'inconscio e viene a "galla" la personalità, i timori, le incertezze di Fred… Il film dunque è un mosaico di metafore che si accoppiano freneticamente con sogni e disperazione… La prima parte (abbastanza lenta) è buona, la lentezza è "coperta" dalla tensione, lo spettatore assisterà a scene agghiaccianti, importante tenere a mente i vari dettagli della casa… Essa praticamente è la metafora, la "struttura" della mente di Fred, corridoi lunghissimi, bui che "sperdono" completamente il nostro protagonista, ovvero Fred è imprigionato negli abissi della propria mente, e non c'è via di scampo… La seconda parte del film è abbastanza entusiasmante, Fred è "rinato" ed è pronto a riscattarsi… Le scene in questa parte sono importantissimi, Fred è Pete, questo ultimo si "impossessa" di una donna di nome Alice (la donna del boss) e si sente Padrone Supremo, nella sogno Pete (ovvero il Fred reale) ha una fidanzata, quindi Pete realizza il sogno di "playboy", il ragazzo è in possesso di due donne… Ma nella realtà Fred in questa sfera (ovvero quella sessuale) è un flop (per ovvi motivi), la sua donna frequenta un altro uomo e cerca riscatto nel sogno con Pete… Il film è una bomba Suprema di indizi, sogni, dettagli, incubi… L'uomo lavora in un officina e appena ascolta musica "vecchia" (ovvero quella del sassofono) cambia frequenza, Fred è completamente cambiato, è una "pedina" "nuova" e odia il sassofono, ama il sesso e ha fortuna in questo ambito… Il film contornato da metafore spinge lo spettatore su "binari" allegorici, scene trash mutano magnificamente in scene metaforiche di abissale importanza…. La donna è la rovina, l'uomo (in questo caso Fred) subisce e non riesce a vincere questo confronto… Ma il suo boss umilia , mortifica la donna e sicuramente risulta essere più Uomo e non coniglio… (questa è una Mia Concezione)… Film molto erotico, la scena della scopa.ta finale è un ritorno al passato con Alice che si allontana e si incarna nell'inconscio di Pete (ormai divenuto Fred), "l'uomo misterioso" riprende il "fallimento" di Fred e lo aiuta ad uccidere il boss… Ovviamente il film deve essere capito in ogni piccolo particolare quindi è logico "penetrare" cautamente in questo sogno-incubo, l'inconscio di Fred (ovvero l'uomo misterioso) è anche complice e aiuta Fred a fare vendetta… (una specie di "Cowboy" della pellicola Mulholland Drive), il regista introduce sulla scena sequenza agghiaccianti, scene di sesso lesbo con i vari uomini (nemici di Fred/Pete) che assistono allo spettacolo ove compaiono strani personaggi che inesorabilmente svolgono funzioni allegoriche nel film… Il finale è la metafora della frustrazione, il nostro Fred ritorna a casa e al citofono si esalta e afferma che il boss è morto, la scena si collega perfettamente con quella iniziale e ricomincia il tutto… Il percorso di Fred in auto è la metafora di "Strade perdute", esse sono vie senza ritorno, esse sono "vere" ma hanno strette funzioni allegoriche, l'ultimissima allegoria del film è il "percorso" dell'auto che lascia capire allo spettatore che essa è percorribile solo in un senso, ovvero nella discesa degli inferi…
La pellicola gode di moltissimi pregi e di nessuna pecca rilevante… Le scene sono Mostruose, il sonoro è pressoché Perfetto e accompagna divinamente tutte le scene (alcune di esse sono davvero suggestive), lo spettatore è in totale delirio! Il cast è buono, musiche ottime e ovviamente lode al regista per la dinamica dell'Opera… Il film è unico, nessuno riuscirà a fare di meglio o di simile, viaggio allucinante nella profonda psiche umana, episodi intrecciati sesso, sangue, tensione, drammaticità, sono i pilastri dell' "edificio" "metaforico" e "visivo" di Lynch… Molte simbologie, pellicola "cattiva" che tratta una miriade di tematiche che sfociano beffardamente nel niente e nel tutto…
Più difficilmente intelligibile di Mulholland Drive, più figurativo, forse pìù visionario, e sicuramente più angosciante. Negazione totale della linearità di trama, apparentemente vincolata da un circolarità quasi escheriana. Ricco di dettagli e simbolismi. Decisivi i dialoghi (soprattutto di Fred) ai fini della corretta interpretazione.
un grande film questo strade perdute, come ogni altro film di lynch onirico e complesso, apparentemente inspiegabile, mai lineare ma sempre studiato in ogni minimo particolare. una rivisitazione dei ricordi del protagonista guardandoli attraverso le rettifiche applicate dal suo sub-conscio, tra alter-ego funzionali ai propri sogni, cancellazioni dovute ai sensi di colpa a cui allo spettatore viene lasciata subito una chiave di lettura nella frase "Preferisco ricordare le cose a modo mio; come le ricordo, non necessariamente come sono avvenute". una frase che si eleva in un film in cui i dialoghi sono ridotti all'essenziale, così anche per le scenografie come ad indicare che col passare del tempo ci si scorda del superfluo.
No dai ragazzi qui non ci siamo proprio...allora in un giorno ci sono 24 ore giusto? 8 si lavora, 8 si dorme e quelle che rimangono son preziose.. se decido di guardarmi un film prima di dormire e alla fine mi viene voglia di spaccare la tv a pedate non esiste! Ho letto commenti e recensione dopo per non farmi influenzare, ma è stato un errore. Non bastano una bella atmosfera e una bella protagonista.. il senso di aver sprecato del tempo al termine della visione è troppo.
Questo film mi ha cambiato, dopo averlo visto il mio modo di intendere il cinema è stato stravolto. Un pò come accadde quando vidi 2001-Odissea nella Spazio oppure un qualsiasi film di Fellini. Un capolavoro di immagini, di suoni, delle musiche avvolgenti di Badalamenti, di sequenze oniriche e sconvolgenti, surreali e indimenticabili. Meravigliosa Patricia Arquette.
La mente sullo schermo.
This Magic Moment.
Il cinema è un''opera d''arte.
"Preferisco ricordare le cose a modo mio; come le ricordo, non necessariamente come sono avvenute."
Lynch percorre le strade perdute della mente dell'uomo; attraverso il personaggio di Fred il regista da vita ad una sorta di dramma universale, in quanto universali sono le tematiche trattate. Chi non ha mai bramato di essere diverso? Chi non ha mai desiderato un'altra vita? Chi non si è mai abbandonato alla fantasia? Ciò che Lynch porta sul grande schermo è la psiche dell'uomo medio, l'uomo insoddisfatto di sè stesso, l'uomo che si adagia sulle candide spiagge dell'immaginazione per sfuggire ad una realtà che vorrebbe non fosse reale. "Strade perdute" è il concretizzarsi del vagheggiare dell'intelletto, un'allucinazione, un viaggio, un ricordo, un sogno, un delirio, un'eterna fuga. Tutto è proiezione della mente di Fred, tutto è Fred...
Il grande Lynch. Soggettivamente mi piace più questo Lynch di quello di "Mulholland Dr."... mi piace l'atmosfera. E soprattutto quel personaggio interessantissimo che è Mistery man :P
Personalmente mi è piaciuto molto: un film in perfetto stile Lynchano, dove tutto sfugge ad una logica lineare, di una complessità tale da spiazzare completamente lo spettatore e da indurlo a profonde rflessioni per i giorni successivi alla visione. Unica pecca: che cavolo ci fa Manson????
uno dei miei film preferiti in assoluto.. non ho mai visto altri lungometraggi dove una storia sulla pena di morte è trattata così cruda,violenta,erotica,onirica e subconscia allo stesso tempo.gli ordini cronologici scomposti e alterati("nastro di mobius"),oppure gli sdoppiamenti alla "doppelganger"(proprio come twin peaks)non hanno importanza,l'essenziale dei film di lynch è l'impatto visivo. il significato lo si va a cercare dopo,se uno non ci arriva subito(come ad esempio me)va a farsi qualche accurata ricerca o si lascia aperta la propria interpretazione delle immagini,suoni,sceneggiatura,ecc.. insomma..un cinema che non è per tutti i palati...ma il mio è pienamente soddisfatto! ;)
scrivo di getto subito dopo aver visto ilfilm e senza aver letto nulla nè sui commenti nè sulla recensione...il mio pensiero dopo aver visto il film è che il grande e da me amato Twin Peaks in confronto a questo sia una storiella per bambini...non voglio esagerare,ma è troppo contorto e pieno di allegorie e simbolismi che risultano esasperatamente inseriti e forzatamente imboccati allo spettatore. Un grande film non ha bisogno di tutte queste cose,ma tutto sommato,vista l'ottima recitazione generale e le atmosfere cupe e misteriose accompagnate da sublimi musiche,il mio voto non sarà catastrofico..anche perchè alla fine penso proprio che un significato profondo ci sia,ma è troppo complesso e troppo celato dietro significati che anche gli amanti di Lynch (pur non ammettendolo) troverebbero troppo interpretativi!
Al di là della sua capacità di regista,sceneggiatore e tutto ciò che è,in questo film Lynch mostra soprattutto quanto sia acculturato,quanto egli sappia,e come le cose che lui sa siano difficili ma che in ogni modo devono essere trasmesse(per amor di conoscenza).Nonostante la sua difficoltà,penso che il modo in cui ha fatto questo film sia stato il modo migliore per trasmettere quel tipo di conoscenze che sono soprattutto riguardanti la psicoanalisi,le teorie sul tempo (soprattutto come esso non sia lineare nella nostra immaginazione,e come si pieghi al nostro volere),sulla vita dopo la morte,su quanto duri l'istante prima di morire,e come la nostra mente possa essere un carcere vero e proprio (mistery man infatti dice un qualcosa proprio su un luogo da cui non si può scappare...la mente) Il film non è comprensibile,ance se questo per me non è assolutamente un problema.Quando io sogno e mi ricordo di ciò che ho sognato,non cerco di capire cosa sia avvenuto nel sogno o cosa significhi etc,mi soffermo soprattutto sull'atmosfera magica e surreale del sogno e la meraviglia che mi provoca la mia mente,penso a quanto essa riesca a tirarmi brutti scherzi.Penso che sia lo stesso modo con cui i film di Lynch dovrebbero essere visti,senza tanto soffermarsi su ciò che significhi,ma apprezzare semplicemente l'esperienza
Voti alti solo perchè è di Lynch quindi tutti a sbavare. Sono fermamente convinto di questo. Mi piacciono anche i film "pazzi" ma in questo non ho trovato nulla se non un senso di inappagatezza dopo averlo visto. Non capisco che ci troviate Ovviamente non è completamente da buttare via ma a me non è piaicuto nella maniea più assoluta.
l'ennesimo capolavoro di Lynch un opera che solo un genio può realizzare.la regia di questo film è di un altro pianeta,la storia è trattata in modo allucinante,ed ogni elemento della trama,deve essere ben memorizzato dallo spettatore per capirne il senso......è sorprendente come un film del genere possa stimolare in maniera così esagerata i collegamenti sinaptici,gli spettatori cercano di vederlo e rivederlo cercando di coglierne il signicato.la storia dovrebbe narrare le vicende di un sassofonista jazz che viene a conoscenza tramite un personaggio misterioso(l'uomo con il volto bianco) di alcune cassette in cui si vede la moglie che lavora come una pornoattrice.....traviato dalla collera il nostro sassofonista ucciderà la moglie,e quando verrà portato in carcere avrà un delirio psicotico prima dell'esecuzione,e immaginerà di essere un altra persona....l'unica cosa che non ho capito è il finale.....magari qualcuno può spiegarmelo.....alcune scene sono veramente angoscianti,e sono accompagnate da musiche altrettanto inquietanti dei RAMMSTAIN e di MARILYN MANSON,consigliatissimo chiunque
Che abbia un senso non lo nego, ma se per scoprirlo devo prendermi una vacanza o una guida, non vedo come sia possibile stimarlo un capolavoro. E' uno di quei film da "libretto d'istruzioni" che lo vedi e gli vuoi mettere 4 dopo leggi la spiegazione scopri che tutto ha un senso, e ti sembra di essere uno stupido a non averlo capito allora per fare bella figura gli dai un bel voto. Ce da dire che almeno questo film, a differenza di molti altri, un senso, se pur nascosto bene, ce lo ha.
forse è il film di lynch che preferisco, perchè nonostante sia assolutamente visionario, all'apparenza complesso, è in realtà un film comprensibile, dove si riesce a ricomporre il puzzle nonostante la sua trama estremamente difficile da capire! questo solo dopo averlo visto almeno 3-4 volte, e il bello del film è che non ci si stanca mai di vederlo, perchè ogni volta si trova qualche particolare che nella visione precedente non si era riuscito a scorgere!! poi ognuno può interpretarlo a suo modo, ma credo che l'unica soluzione plausibile sia quella descritta da un paio di utenti in questo sito!! inoltre i primi quaranta minuti del film sono la perfezione, riescono ad angosciarti, a stimolarti come nessun altro film potrà mai fare! i protagonisti sono tutti bravissimi, soprattutto la arquette, estremamente erotica e sensuale!! poi seguiranno mulholland drive e INLAND EMPIRE, e Lynch sarà consacrato come il più grande regista, e soprattutto artista, vivente!
Non sono un grande fan di lynch ma questo film è davvero uno dei migliori film "visionari" che abbia mai visto,la combinazione tra effetti ottici,colonna sonora,personaggi stravaganti e sequenze imprevedibili provoca un effetto molto particolare
"Preferisco ricordare le cose a modo mio. Come le ricordo, non necessariamente come sono avvenute." Come in Mulholland Drive, il rimorso per un'omicidio scatenerà la catastrofe psichica del protagonista, una inesorabile discesa negli inferi più reconditi dell'animo umano. Dopo Eraserhead, il Lynch più "cattivo".
noir surreale e psicologico. tre uomini e tre donne le cui strade si confondo e si incontrano in realtà parallele. delirio dell'inconscio. a mio parere non è possibile paragonare questo film a mulholland drive, anzi sostengo che questo sia nettamente superiore. credo che strade perdute renda meglio, di MD, attraverso le strepitose immagini e le spettacolari composizioni musicali di Badalamenti, il senso dell'inconscio e della psiche, di un mondo contorto e incredibilmente vasto. complesso e ammaliante. ghezzi recentemente a Palermo ha fatto una lezione sul cinema di Lynch, ha parlato di una struttura che seguono alcuni suoi lavori "il Nastro di Mobius", una superficie non orientabile utilizzata in matematica e topologia che ha ispirato parecchi artisti nella composizione delle proprie opere. vi consiglio di leggere qualcosa su internet, è interessante per capire meglio la struttura dei film di Lynch.
Come in "Inland Empire", anche in questo film bisogna lasciarsi trasportare dalla bellezza e dalla forza delle immagini e dalle emozioni che esse suscitano (la scena dell'amplesso sulle note di "song to the siren" è da brividi). Come nel sopra citato "inland Empire" e nel prodigioso "Mulholland Drive", anche in "Strade perdute" la linea di demarcazione tra conscio e inconscio, tra realtà e immaginazione è estremamente labile. La dimensione interiore del protagonista si mescola con quella esterna generando un forte senso di spaesamento in chi guarda. Come nel successivo "Mulholland Drive", i pezzi del mosaico si ricompongono alla fine del film (anche se qui è obiettivamente più arduo ricollegare tutti gli eventi): la potenza di questa pellicola risiede, tuttavia, non tanto nella dinamica in cui si dipana la storia, quanto nella straordinaria capacità di Lynch di dischiudere e mostrarci i lati più oscuri e i recessi più profondi della psiche dell'uomo: la scissione che si verifica a un certo punto e i dialoghi con un soggetto misterioso non sono altro che proiezioni del cervello materializzate. Lynch, dunque, si sofferma a scandagliare l'interiorità dell'esistenza umana, mettendola sullo stesso piano della dimensione esteriore, perchè la prima, come la seconda, fa parte della realtà: entrambi questi elementi costituiscono 2 aspetti inscindibili dell'essere , e pertanto l'uno non può escludere l'altro. Questa tematica si svilupperà e raggiungerà il suo apice nei 2 successivi film.
Senza ombra di dubbio il film più bello di Lynch (niente a che vedere con Inland Empire)...non sembra di assistere a un film, sembra di sognare...di nuotare nell'immaginazione...questo film è un sogno di una bellezza sconvolgente...il cui apice è forse la scena d'amore con "song to the siren" di sottofondo...struggente...unico...irripetibile.
Capolavoro, non c'è altro da dire. Sia nella(e) storia(e), sia nei protagonisti, sia nella colonna sonora (che ho fatto in modo di procurarmi immediatamente dopo la visione). Lynch, utilizzando una perfetta, anche se non facilmente identificabile, struttura a incastro, racconta una bellissima storia d'amore, violenza e tradimento. La Arquette è bravissima e sexy fino all'inverosimile, mi ha convinto meno invece Bill Pullman. Ciò nonostante questo film merita 10.
..è proprio vero i film di lynch non sono film per tutti.. infatti all'inizio non ci ho veramente capito una mazza!! e il mio voto si aggirava intorno al 6... poi però leggendo lo spoiler di quilty( ***** bravo veramente.. mi sembra abbia colto tutto) l'ho ricostruito.. e in effetti mi ha lasciato sbalordito!anche se non è il mio genere di film però devo riconoscere la genialità allo stato puro di questo regista!!
Ammazza quanto mi piace questo film!!! Comincia con movenze horror: i primi trenta minuti si attestano sul livello "incubo totale". Ma che stile!!! Che qualità!!! Due personaggi, una minaccia terribile che aleggia, si insinua tra le pieghe del loro rapporto e si nasconda tra le mura della loro casa. Poi succede qualcosa di inaccettabile: la narrazione si spezza in due!!! Prende un'altra direzione con un altro protagonista, che è diverso ma insieme è lo stesso. Anche lei è ancora la stessa, ma insieme è un'altra. Negazione del principio di non-contraddizione. La storia fa corto circuito!!! Come si fa a raccontare qualcosa se non si rispettano i principi fondamentali della logica??? Come si comincia??? Con "C'era due volte..."??? Ad un certo punto non sai più dove ti trovi, però è bellissimo!!! Non è detto che perdersi sia un male. Lynch osa l'impossibile e, secondo me, vince. Lo farà ancora con Mullholland Drive. Poi spingerà ancora l'acceleratore con Inland Empire, che è un punto di non ritorno. E' un mistico. Per lui la realtà è plurima, relativa, simile ad un quadro di Escher. Il flusso delle immagini riflette infiniti mondi. Vediamo solo frammenti di un universo indescrivibile. Dobbiamo accettare i limiti del pensiero razionale e possiamo solo sbirciare l'infinito.
Ho visto il film dopo Mulholland Drive e ciò ha comportato 1) che capissi maggiormente SP rispetto alla prima visione di MD 2) che lo apprezzassi comunque meno di MD, ritenendo quest'ultimo un lavoro più completo del regista. Assegno lo stesso voto ai due film per il semplice fatto che ad oggi alzerei di un voto ciò che diedi a MD tempo fa. Tornando a Lost Highways, è veramente un lavoro notevole, un film più cupo, tenebroso e angosciante con una Patricia Arquette grandiosa nel ruolo dell'affascinante, seducente, misteriosa, sporca dark lady. Non male Pullman ma certamente la sua interpretazione non regge il confronto con quella di Naomi Watts in MD. Ottima la regia, con alcune scene veramente di grande impatto, con inquadrature buie, con frasi apparentemente sconnesse che trovano una loro precisa connotazione all'interno dell'intera vicenda. Ho ancora qualche dubbio sul film, penso lo avrò per sempre, per esempio:
1) il significato delle videocassette e se sono effettivamente "reali" o esistono solo nei ricordi di Fred (come per esempio l'uomo misterioso) 2)perchè alla festa Fred chieda ad Andy chi è l'uomo misterioso e Andy risponda "un amico di Laurent!
Se seguiamo il filo logico della vicenda spiegato in modo più che esauriente da Banchelli probabilmente emerge un po' di incoerenza psicologica nel personaggio di Fred
La sua mitezza e il suo improvvisa follia omicida non mi sembrano così facilmente spiegabili
ma il film va visto nell'ottica bunueliana di Un chien andalou (film che secondo me ha ispirato tutte le opere più visionarie e incomprensibili del regista) del desiderio che ci stravolge trasportandoci in altre dimensioni/proiezioni della nostra mente. Il desiderio, poi, accresce maggiormente fino a esplodere irrazionalmente in un'ambiente chiuso e claustrofobico come la propria abitazione.
Simile al successivo Inland Empire, devo dire che ho preferito Inland per le musiche, l'atmosfera, i botti di colore (anche se gli ho messo 6, oggi come oggi gli darei 7 pieno). Non sono di quelli che ritengono Lynch un genio del cinema, ma cmq i suoi film sono da apprezzare, tutti di grande impatto visivo
x il mio pensiero su Lynch rinvio al commento di "Mulholland Dr". qui mi limiterò a dire che l'orrore a cui assistiamo nei film di Lynch è frutto della normalità, ed è proprio x questo motivo che ci fa + "paura". "x la capacità di andare a fondo dal punto di vista psicanalitico" (cit. agentediviaggi, con il quale ho avuto un piacevole scambio) questo film è di "mezzo voto" inferiore al già menzionato "Mulholland Dr.": al termine della visione di "Strade perdute", dopo una seconda visione, ho "afferrato" i punti-chiave del film, contrariamente a quanto era accaduto con l'altro film del regista, dove + cercavo di rimettere insieme i pezzi del puzzle, e + mi accorgevo dello "sforzo" che facevo. il "mezzo voto" in +, così da eguagliare la valutazione data a "Mulholland Dr.", è motivata dalla denuncia di base (il mercato pornografico) e dalla sua "connotazione" (goth, fetish e dark), che ritengo, personalmente, + "interessante" di quella del mercato cinematografico. ma lo ribadisco, x me, "Eraserhead" (la visione del quale mi causa un forte "rigetto") è di mezzo voto superiore ad entrambi i film. il film inizia con un primo piano di Fred Madison che fuma, immerso nei suoi pensieri: l'unica cosa che ricorda con certezza sono le parole "Dick Laurent è morto", ma ignora il perché (il momento in cui Fred risponde al citofono, premendo il tasto "listen", è una metafora della passività con cui "subisce" quelle parole). poco dopo, nella mente, l'immagine di una cassetta viene a sostegno di quelle parole, e darà il via ad una serie di flashback: il pensiero va a quella volta che non riuscì a fare l'amore, accecato dalla gelosia (Fred è convinto di aver visto la moglie Renee con un altro durante il suo concerto al "Luna Lounge", concerto al quale la stessa Renee si era rifiutata di andare) e a quel sogno ricorrente, che sa molto di presagio. poi ancora l'immagine di una cassetta ad interrompere la sequela di flashback, ma stavolta c'è registrato sopra di +. ora Fred ricorda che era andato ad una festa di amici di Renee e di aver incontrato Andy, la persona che gli sembrava aver visto accompagnare la moglie al "Luna Lounge" e che scopre essere un amico di quel Dick Laurent. qui fa anche la comparsa un uomo misterioso con cui Fred avrà una strana conversazione. Fred tornerà a casa, e durante il viaggio in macchina chiederà alla moglie chiarimenti sul suo passato. finiti i flashback, di nuovo l'immagine di una cassetta, che stavolta va fino in fondo, rivelando il drammatico epilogo (le immagini da grigie - oggettive - diventano a colori - soggettive): Fred ora ricorda (nella realtà) di aver ucciso la moglie. viene arrestato e condannato dal giudice a morire sulla sedia elettrica. è da qui che comincia e finisce la seconda parte, in quei pochi secondi necessari perché sia fatta "giustizia". lo capiamo in quel momento perché la luce si spegne (quando viene usata la sedia elettrica ci sono sempre sbalzi di tensione all'interno dell'edificio) e il corpo di Fred viene "investito" da una strana luce azzurrina (probabilmente la corrente elettrica che attraversa il suo corpo). la mutazione non è altro che il corpo di Fred che brucia lentamente sotto l'effetto della scossa, e nel bruciare quello che rimane ancora di lui immagina, in punto di morte, un'altra esistenza (parallela): diventerà così Pete Dayton, del tutto sconosciuto alle autorità, che si rivelerà essere esattamente il suo opposto (giovane e bello, sicuro di sè, soprattutto a letto, capace, che odia il sax etc.). meccanico di fiducia del Sig. Eddy (nella realtà, Dick Laurent), si innamorerà di Alice Wakefield (nella realtà, la moglie Renee), sua "compagna di giochi", e tra i due comincerà una relazione. quando questi li scoprirà, i due cercheranno di scappare, e, x farlo, decideranno di derubare una persona di conoscenza di Alice, Andy. l'introduzione di questa persona da parte di Alice e la visione della camera n. 26 (la stessa del "Lost Highway", il motel dove Dick e Renee erano soliti "incontrarsi"), cominceranno a "compromettere" il sogno; da quel momento le cose che vedremo, saranno nella "sostanza" quelle realmente accadute: si scoprirà che Renee faceva pornografia per conto di Dick Laurent; che Andy li riprendeva (e che, probabilmente, Fred era venuto in possesso di una delle sue cassette); che Fred, in preda alla gelosia, aveva ucciso entrambi etc. le parole pronunciate da Alice in mezzo al deserto - "Tu non mi avrai mai" - trasformeranno anche la" forma" in "sostanza". l'immagine in cui Fred citofona, premendo "talk" (metafora che sta ad indicare il ruolo "attivo" che il protagonista ha avuto nella vicenda, sia in chiave onirica che in quella reale, e la ritrovata consapevolezza), precedente alla folle corsa finale (un "viaggio di sola andata"), rende il processo "irreversibile". e Mr. X?! probabilmente, una rappresentazione delle paure umane, una sorta di "meccanismo di rimozione" e, nel caso specifico, il timore di essere "scoperti" e "svegliati", di vedere con quale "volto" ti si presenterà il" fallimento", e la consapevolezza di non poter fuggire dalla realtà (un pò quello che significa l'uomo con i capelli neri x la Diane di "Mulholland Dr.", quello stesso uomo che lei immagina l'abbia vista al bar parlare con il killer). come in quel film, il regista reinterpreta a suo modo un tema banale come quello della gelosia, in questo caso, tra marito e moglie, e ne esce fuori un vero e proprio capolavoro. Lynch è un direttore d'orchestra che dirige con mano ferma i suoi musicisti. nel girare, sembra comporre musica. sicuramente, il suo film + musicale (grandi le canzoni dei Rammstein). VOTO 9 1/2!! L ps: che ne pensi agentediviaggi?! ps: "la mente non può immaginare quello che l'occhio non ha ancora visto" (traduzione "è la realtà che forgia le menti").
Bhè questo film ha il marchio impresso di David Lynch. Film molto Lynchiano, come per Mulholland Drive, INLAND EMPIRE e Ereserhead gran parte del film è rappresentata da un sogno, da un mondo per così dire parallelo (che è appunto il mondo dei sogni..) dove tutto è perfetto, dove siamo, facciamo tutto ciò che invece non ci accade nella vita reale. Ed ecco quindi il"solito" e affascinante intreccio lynchiano, ci si immerge nel mondo di David Lynch, il mondo dell'inconscio umano. Ed ecco la genialata che alla prima visione può sfuggire, anzi probabilmente sfugge e e deve sfuggire: gran parte del film è praticamente la descizione di una frazione di secondo, e così tutto miracolosamente combacia e riporta come in un grande e magnifico puzzle. A Lynch piace descrivere l'uomo, descrivere il desiderio dell'uomo, descrivere lo stacco che l'uomo ha tra la sua vita e la vita che vorrebbe, e lo fà magistralmente, in modo geniale come solo lui sà fare, come ha dato dimostrazione qui, ma anche in tutta la sua fantastica filmografia. A Lynch affascina il desiderio dell'uomo, l'impeto dell'uomo; a Lynch affascina l'uomo, l'essere uomo, riesce sempre ad andare così a fondo di ciò che è l'uomo e ce lo descrive sempre a suo modo con pellicole fantastiche che oserei di più definire "opere" come è Strade Perdute. E tu non puoi che rimanere affascinato e ringraziare David Lynch.
Avevo già visto questo film qualche anno fa e mi aveva lasciato un senso di angoscia senza però rimanermi impresso, anche perchè allora conoscevo poco e niente di Lynch e non ero stato ancora conquistato dal suo linguaggio sperimentale. Dopo aver visto Eraserhead, Mulholland Dr. e Inland Empire certo rivedendolo ora mi risulta più facilmente decodificabile (facilmente si fa per dire). Ha una struttura simile a Mulholland Dr.; sdoppiamenti, appagamento di desideri insoddisfatti, forte compenente psicanalitica freudiana, perversione sessuale. Mentre in Mulholland dr. tratteggia vagamente una mafia del cinema, in Velluto blu dipingeva un ambiente oscuro di perversione personificato magnificamente da Hopper, qui Lynch si concentra sull'industria del porno. Il comun denominatore dei suoi film è la perversione (soprattutto legata al sesso e allo sfruttamento) e il mondo oscuro e nihilista nel quale finiscono per essere coinvolti personaggi ambigui e quasi consenzienti, non necessariamente solo nel ruolo di vittime. La pazzia e la schizofrenia son rese cosi cosi da Bill Pullman (che conoscevo per film assai più leggeri), ma è soprattutto la Arquette che rende magnificamente nel ruolo di una sensualissima dark lady, ambigua come non mai, perfetto personaggio lynchiano, così come la Watts e la Dern lo saranno nei film successivi. Un grande noir, inquietante, ancora volutamente criptico e psicanalitico, con una regia superlativa e una forza visiva e sonora che solo il miglior Lynch sa dare.
Grande thriller postmoderno, in cui, sorretto da un cifra stilistica personalissima, Lynch reinterpreta e rivisita un genere cinematografico (il "giallo"). Ma è anche un film sul "doppio": Reneé/Alice Fred/Andy Fred/Mystery Man. Da vedere più volte; sono necessarie le istruzioni, anche se può sembrare brutto: ma del resto perché per leggere qualsiasi opera anteriore al XIX secolo abbiamo necessità di un apparato di note e non lo sentiamo necessario per vedere un'opera del XXII secolo?
Non mi era dispiaciuto, ma poi ho letto lo spoiler postate un paio di commenti fa e l'ho apprezzato ancora meglio, cogliendo qualche incastro che mi era sfuggito. E' il secondo di Lynche che vedo dopo Cuore selvaggio che non mi è piaciuto per niente.
Bello fare un film che capisce solo lui... Ma avete mai pensato che 'sto film senso non ce l'abbia proprio e Lynch se la goda a casa sapendo che la gente sta lì a pensare a una possibile soluzione quando invece non esiste?
Ottimo film in perfetto stile "lynciano". La trama potrebbe come al solito sembrare senza senso, invece non lo è per niente. Ottimi gli attori (soprattutto la Arquette) e cavolo! ma che faccia ha blake? Sicuramente non ai livelli di inland empire o mulholland drive ma diamine ragazzi che film
LA TRAMA SPIEGATA: Strade Perdute è stato frettolosamente bollato come un film incomprensibile. In realtà presenta una visione estremamente razionale e lineare:rappresenta,assieme a Mulholland Drive, INLAND EMPIRE e Eraserhead,il genio di questo autore e del suo cinema sperimentale. L' atmosfera suggestiva,la ricchissima simbologia -soprattutto psicanalitica-che si trova in questo film ,la scomposizione del racconto in una trama APPARENTEMENTE senza senso ,ma in realtà costruita sulle immagini rende a mio parere questo film un gioiello per la mente e per gli occhi,un piccolo capolavoro,un'opera d'arte post moderna. Lynch ci guida in un mistero da incubo che con un po' di attenzione può essere risolto.
Fred (Bill Pullman) ha il sospetto che la moglie lo tradisca. Una sera,mentre suona in un locale,telefona a casa ma nessuno risponde,nonostante la moglie Renee gli avesse assicurato che non sarebbe uscita. Fred torna a casa,la coppia cerca di fare l'amore ma egli non riesce perchè ha il tormento. Poi racconta un sogno dove la moglie "sembravi tu ma non eri tu" (anticipo dell'alter ego Alice).
I giorni seguenti Renee trova sulla soglia di casa delle videocassette ,la prima con la veduta esterna del loro palazzo,la seconda in cui vengono ripresi lui e la moglie a letto. Fred va a una festa. Trova un uomo misterioso con il volto completamente bianco che gli dice di essere stato lui a registrare quei video con il permesso di Fred stesso (questo uomo che il protagonista incontra al party di Andy è chiaramente una sua proiezione interiore. Al suo incontro infatti i rumori dell'ambiente circostante svaniscono all'improvviso lasciando il dialogo in un totale isolamento dal contesto in cui si svolge l'azione. Già a partire da qui la scena assume una dimensione tutt'altro che realistica. L'uomo misterioso gli passa il cellulare mostrandogli che è nel frattempo sia davanti ai suoi occhi che a casa sua. "Qual'è il trucco?" chiede il protagonista. Non c'è alcun trucco evidentemente se non un richiamo narrativo /visivo sul fatto che, non potendo possedere il dono dell'ubiquità, la scena è solo una rielaborazione mentale di Fred che proietta le sue colpe – i suoi delitti - su qualcun altro.).
La terza videocassetta Fred la guarda da solo,la moglie è scomparsa. La cassetta riprende il suo omicidio. E' bene soffermarsi su questo punto del film : durante questa visione - quella in cui si vede lui di fianco al corpo squartato della moglie - l'immagine disturbata e in bianco e nero viene alternata a stacchi a colori ,sempre della stessa scena a cui il protagonista sta assistendo. A tutto questo inoltre si aggiungono alcuni controcampi sul volto di Fred stesso. E' evidente che Fred sta rivivendo quindi nella sua mente l'evento accaduto man mano che lo guarda in video, poichè la regia passa,nella descrizione di questo filmino, da una visione oggettiva (l'immagine del video in B/N) a una soggettiva(a colori), senza soluzione di continuità nel riprodurre l'evento. Fred quindi è colui che è ripreso ma anche colui che riprende (mentalmente) questa scena - lo sguardo infatti è sempre quello della videocamera amatoriale. Si può quindi ben capire che Strade Perdute è un film decisamente in soggettiva, dove il protagonista ricorda gli avvenimenti così come gli fa più comodo ( in realtà è lui l'artefice - siamo sempre in un livello di ricostruzione mentale - dei video), per potersi evidentemente discolpare e rifugiarsi in una realtà della sua mente a lui più accettabile.
Così la strada percorsa dal protagonista nella notte, illuminata dai soli fari della sua vettura e spezzettata da una segnaletica tratteggiata è l'immagine ricorrente di una brillante metafora della sua stessa fuga psicogena frammentaria e della sua stessa ricostruzione mnestica dell'intera vicenda.
Fred viene incarcerato per uxoricidio ma non ricorda di aver ucciso la moglie (ecco quindi la rimozione dell'evento traumatico).
Quando Fred si trova nella sua cella di detenzione e sta male, c'è un primo piano del suo volto sofferente, un'inquadratura a seguire della porta della sua cella con l'immagine che si apre a tendina e va a sostituirsi con quella di una baracca in mezzo al deserto. E' fin troppo evidente che da questo momento parte un'ulteriore visione alternativa della sua storia, suggerita da una sapiente costruzione visiva (l'immagine ritorna sul primo piano di Fred, ancora sulla baracca- esce l'uomo misterioso - ancora su Fred che osserva e ancora sull'uomo che rientra nel suo rifugio). E ancora Fred alza gli occhi e l'inquadratura va al soffitto e gli appare la strada sulla quale sta fuggendo, il suo incontro con un ragazzo (la fidanzata che urla : "Pete, non andareeeee ! " )ancora frammenti della visione del suo omicidio e l'immagine che si fionda dentro a un organo umano squartato (così sembra almeno) , e da qui parte la storia di Pete (che altro non è che un'altra possibilità di Fred di riscattare la sua vita e di riappropriarsi del suo destino e di scoprire il passato della moglie ("mi volevi parlare, volevi sapere PERCHE'?") .
La struttura è molto simile a quella di Mulholland Drive quando Rita(la mora) apre il cubo blu e l'immagine si catapulta dentro alla scatola e dal sogno di passa alla realtà.
Pete non è altro che una tabula rasa sulla quale Fred può scrivere la sua storia alternativa e cercare non solo di riconquistare sua moglie ma anche andare a vedere i suoi tradimenti. Pete non ricorda infatti assolutamente nulla di quello che gli è accaduto quella notte in cui venne trovato in carcere al posto di Fred; Pete non è nulla se non il desiderio di Fred di possedere una donna che non avrà mai. "Non mi avrai mai" infatti è la stessa frase che Alice (la donna bionda) sussurra a Pete mentre fanno l'amore per l'ultima volta nel deserto. Chi si rialzerà da terra però, inquadrato di spalle non sarà più Pete ma nuovamente Fred che ritorna a indossare i suoi panni.
La famiglia di Pete chiede spiegazioni su cosa successe quella notte quando fu trovato in carcere al posto di Fred, e l'unico ricordo che questo personaggio ha del suo passato è uno stacco su una sua soggettiva (visione di Pete) che è guardacaso la stessa di Fred (l'inquadratura in soggettiva del cadavere fatto a pezzi della moglie di Fred e la mdp che si fionda dentro a un organo umano squartato).
Così Pete è nella mente di Fred e viceversa.
Pete (Balthazar Getty) esce dal carcere e quindi incontra una bionda che è l'alter ego della moglie di Fred(infatti i ruoli sono entrambi della Arquette). Pete riesce (al contrario di Fred) ad avere rapporti focosi con Alice,la quale è la pupa del boss Laurent ( che nella vita vera come vedremo è l'amante di Renee ,moglie di Fred.)Quindi abbiamo una situazione capovolta dove vi è un appagamento di un desiderio,ciò che Fred nella vita vera vorrebbe(sottrarre lui la moglie al boss) e non ha. Il boss mafioso ben presto scopre la relazione tra questi due personaggi, che decidono di penetrare nella casa dell'amico Andy (quello della prima parte) per rapinarlo – involontariamente Pete lo ucciderà ,dopo aver assistito alla proiezione di un video porno con protagonista la stessa Alice , la quale gli aveva confessato infatti il suo passato, la sua iniziazione come attrice di film porno presso Eddy Laurent.
Durante il racconto di quest'ultimo episodio c'è da notare come dai campi e controcampi sui volti dei due attori la regia passi a descrivere visivamente l'esperienza della protagonista femminile,il suo spogliarello davanti al boss mafioso , la pistola puntata alla tempia,il suo progressivo avvicinarsi a Laurent e il gesto della sua mano in tensione per accarezzarlo. A questo punto l'immagine passa quindi ad un veloce raccordo: la mano di Alice , nel successivo controcampo, andrà a posarsi invece sul volto di Pete, che nel frattempo stava ascoltando il racconto della vicenda. La soluzione visiva qui usata da Lynch (come tutte le altre descritte in precedenza) si carica di una sua pregnante semantica sottolineando che Pete (quindi Fred) è solamente uno dei tanti uomini di Alice (quindi di Renee), la quale meccanicamente ripete lo stesso gesto per questi due personaggi agli antipodi e in conflitto , curandosi di cambiare solamente il colore del suo smalto (da rosso a nero).
La coppia fugge nel deserto , fanno l'amore per l'ultima volta (l'ineluttabilità del destino di Fred di non poter riavere la propria moglie )e in un breve raccordo visivo il corpo del protagonista riprende la sua vera identità. Fred entra nel rifugio dell'uomo misterioso che gli era apparso in carcere - la baracca nel deserto che si riavvolge temporalmente su se stessa tornando integra dal suo stato disintegrato è quindi l'incipit figurativo della ricostruzione del possibile passato della moglie del protagonista, ormai morta e resuscitata come simulacro. L'uomo misterioso impugna una videocamera ma Fred non desidera affatto essere ripreso e fuggirà quando egli lo insegue, proprio perchè la videocamera implica un'oggettivazione degli eventi al contrario della mente di Fred a cui piace ricordare le cose non necessariamente come sono avvenute.
Fred giunge in un motel che da il titolo al film,Lost Highway. Lì vede Renee compiere il suo tradimento con Laurent. E' interessante notare che il corridoio del motel ha le stesse sembianze di quello che Pete percorreva a casa di Andy cercando un bagno, il suo naso sanguinante. La stanza che Pete apriva era la numero 26 (esattamente quella dove Renee e Laurent fanno ora l'amore) e in cui vedeva Alice mentre veniva penetrata da dietro da un uomo ("mi volevi parlare, volevi chiedermi PERCHE'?") Viene rimarcato ulteriormente il parallelismo tra la vita di Fred e la sua alternativa Pete.
Quando Renee esce dalla camera del motel quindi, Fred entra e colpisce Laurent , lo piazza nel baule della sua macchina e lo porta nel deserto. Segue una rissa fra i due, Fred allunga una mano e magicamente l'uomo misterioso appare e gli offre un coltello con cui il protagonista taglierà la gola al suo avversario. Prima di uccidere Dick Laurent nel deserto, l'uomo misterioso gli fa vedere alcune immagini : si tratta di Laurent che si bacia con Renee mentre guardano un porno violento e ancora una volta ,nella visione di chi osserva, al filmino (oggettivo) si sostituisce il ricordo di Laurent di questo evento poichè le immagini tornano a colori (ricordo soggettivo). L'uomo misterioso si riprende la videocamera e poi gli spara. L'immagine successiva è quella in cui bisbiglia qualcosa nell'orecchio di Fred: la macchina da presa stringe su quest'ultimo e quando si allontana nuovamente l'uomo misterioso non c'è più , rimane solo Fred con la pistola impugnata. La mini sequenza suggerisce quindi uno sdoppiamento di personalità in cui c'è una parte dell' Io di Fred che , attraverso tutti questi filmini, riesuma i ricordi del suo passato, togliendolo allo stesso tempo dalla responsabilità dei suoi omicidi ("sei tu che mi hai chiamato", dirà l'uomo del mistero alla festa di Andy) poiché nella sua ricostruzione mnestica l'assassino risulta l'uomo misterioso.
La fase finale del film vede quindi la fuga (psicogena) del protagonista , braccato dalla polizia che lo aveva visto recarsi a casa sua e citofonare a se stesso ("Dick Laurent è morto"). E' ovviamente un'autocomunicazione che sancisce il carattere mnestico dell'intera vicenda, ricostruita nella mente disturbata di un protagonista che cerca di rimuovere il suo dramma e di fuggire dalla sua stessa fallimentare vita immaginandosene una migliore, un' ultima via di fuga mentre il suo destino lo rincorre impietoso : le volanti della polizia sono alle calcagna e il suo cervello sta già cominciando a schizzare, forse a causa degli effetti della sedia elettrica o di una pallottola che lo ha raggiunto alla nuca, così come gli era stato predetto in un'oscura telefonata dalla voce dell'uomo misterioso.
I primi venti minuti sono da 10: inquietanti, onirici, visionari, insomma distillato puro di David Lynch. Per intenderci, ai livelli di “Mulholland Drive” e “INLAND EMPIRE”. Il resto del film è bellissimo, ma comunque non unico. Se lo avessi visto prima di “Mulholland”, gli avrei dato un 10 senza problemi, ma conoscendo il potenziale di questo regista nonché i capolavori che firmerà poi successivamente, non voglio esagerare. “Strade perdute”, oltretutto, è la prosecuzione naturale del processo iniziato con “Eraserhead” e, in particolare, il primo film ad avere distintamente la struttura di una fuga musicale. “Stare dietro” ai fatti è relativamente facile e, con un po' di attenzione, si potrà capire la vicenda già alla prima visione. Con i due capolavori successivi, Lynch, supererà sé stesso realizzando films molto più complicati ed infinitamente più belli. Ma dopotutto, quando si fissa un primato, il superamento dello stesso è naturale ed ovvio. Splendidi anche titoli di testa e di coda, oltreché l'epilogo incredibilmente intenso e decisamente chiarificatore.
Davvero, questo è un gran film e non solo perché L. riesce ancora una volta a stupire facendo cinema nel modo che gli è proprio (e ancor prima di firmare capolavori quali “Mulholland Drive” o “Inland Empire”), riproponendo quindi i suoi temi fondamentali e la sua regia onirica, ma anche perché riesce a trapiantare un genere come il noir in quella dimensione sfocata ed irreale che contraddistingue le sue pellicole e lo fa senza attribuirgli, però, un’importanza primaria; infatti, così come in un collage vengono inseriti elementi tutti importanti ma solo in una prospettiva d’insieme, allo stesso modo L., con una precisione chirurgica, inserisce tasselli noir in misura sufficiente a trasmettere quanto di più torbido quel genere abbia; al tempo stesso, inoltre, fa in modo che quel torbido, a sua volta, si presenti “semplicemente” come un tassello complementare di un più grande mosaico composto da sensazioni, atmosfere ed incubi; tutti elementi concatenati, nonché parti integranti, del fascino sporco di questa pellicola. Ed è così che Phyllis Dietrichson rivive in tutto il suo fascino maledetto, quel fascino da dark lady per antonomasia, attraverso una Alice Wakefield ancora più dark, più sporca ed in generale più in là, interpretata da una Arquette totalmente in parte. Anche lei, come la Stanwyck, pur non essendo una bellezza oggettiva riesce a sprigionare un fascino a tratti surreale. E chi se non Lynch poteva osare così tanto, scomodando LA dark lady, non una qualsiasi, per un film di questo tipo. Menzione particolare merita anche la citazione decisamente evidente al capolavoro “Detour” di Ulmer, da cui Lynch riprende, oltre che l’inquadratura sulla strada come, a mio parere, esplicito tributo, anche temi e aspetti principali quali situazioni limite, percorsi surreali e un destino circolare che non presenta vie di fuga.
Per il resto, Strade Perdute è Lynch. Inesorabile, crudo, in parte ermetico e, ovviamente, onirico; carattere, quest’ultimo, che domina l’intera pellicola e che addirittura ricalca i tratti di un vero e proprio miraggio nella scena in cui Alice e Fred/Peter sono nel deserto..
..“Tu non mi avrai mai” (da brividi).
Non si può, infine, non elogiare una colonna sonora che fa da comprimaria a regia, sceneggiatura e fotografia, in quanto fondamentale a volte per incupire e sporcare ulteriormente i toni (M. Manson - I put a spell on you), altre volte per rendere chimerica una sequenza.
Intricatissimo puzzle fra realtà, ricordi e sogno, sorprendentemente inquietante e pervaso da un fascino visionario indiscutibile. Lynch, maestro del genere, rimescola la sequenzialità degli eventi sovrapponendo passato, presente e immaginario del protagonista con suggestiva abilità, regalando squarci memorabili. La fotografia e la scelta delle angolazioni di ripresa è per tutta la parte iniziale (in casa di Fred e Renée) sublime, mentre dalla fuga di Pete ed Alice in avanti, il racconto assume toni morbosi con venature horror dal raro impatto emotivo. Patricia Arquette è la perfetta icona della perversione e del delirio onirico del regista. La parte centrale, troppo lunga e poco influente è la più debole. Forse non ai livelli del successivo Mulholland Drive ma difficile da dimenticare.
Secondo me al pari di ''Mulholland drive''. Non un film per tutti questo è chiaro,però non sono d'accordo con chi dice che Lynch crea dei film senza senso per creare confusione e disorientamento nella testa dello spettatore. Ogni scena ha di sicuro un significato preciso . Il problema sta ''solo'' nel cercare di capire cosa vuole trasmettere quel pazzo di Lynch,impresa abbastanza ardua...
Ineccepibile "solito" ( a posteriori ) film di Lynch, che ha solo il demerito di non raggiungere le vette espressive di altre opere del regista.
Se qualcuno, come è capitato a me, ha visto per la prima volta questo film con in testa la Patricia Arquette del "Medium" televisivo... beh, che mi prenda un colpo!
se il cinema non avesse Lynch, probabilmente il mondo sarebbe diverso. solo genii come lui per il cinema e Antonio Tabucchi per la letteratura (mi riferisco a Notturno Indiano) riescono a mettere in scena storie in cui la linea temporale non esiste, la trama è complessa e fantastica, il sogno si mescola alla veglia, la visione alla realtà e dove la posizione di ciascun personaggio nel suo ruolo non è definito ed è in continua mutazione. "La memoria è un'incredibile falsaria..." con questa frase (del sopracitato scrittore) è possibile introdurre questo capolavoro visionario e onirico in un contesto psicologico e mentale assai complesso (anche se è impossibile ingabbiare la psiche di Lynch in una definizione...va oltre). questo film tratta il rovescio, la capacità dell'uomo di distorcere la verità, la realtà con la forza della memoria: non a caso Bill Pullman afferma che "le cose preferisce ricordarsele a modo suo" detestando la telecamera, egli rifugge gli strumenti che potrebbero testimoniare la vera dura realtà e proprio da questi viene incastrato. il rovescio è la capacità di dare un senso alla vita, all'esistenza tramite la "realtà capovolta", infatti nulla è mai definito: il giorno e la notte, la verità per la menzogna, il ruolo vero per il ruolo finto (marito-moglie-tradimento), il sogno con la realtà in una sorta di moderna alienazione dei rapporti che si sintetizzano in quello più istintuale e animalesco: il sesso. c'è da chiedersi perchè Lynch abbia inserito così tante scene di sesso fino ad abituarcisi, ebbene per sottolineare il rappresentante dei rapporti umani egli ne mette tante ed è meglio così poichè sennò non avrebbe reso così l'impatto. un film molto interessante e forte girato magistralmente con la perfetta sintonia fra musica e immagini. attori eccelsi soprattutto la Arquette meravigliosa in tutto. Lynch genio.
Nn vedo cosa si potrebbe dire di più dopo un commento del genere.. Film veramente bello perchè necessita in ogni scena di un'interpretazione, e si serve della dimensione onirica come piano parallelo di realtà..
Il film è un saggio psicanalitico-filosofico sulla vita come ciclo continuo e sulla perdita di identità. La storia si snoda, come in altri film di Lynch, sul labile confine tra realtà e sogno, sulla rimozione del passato rifugiandosi nell'immaginazione. Atmosfere claustrofobiche e allucinate accompagnano lo spettatore in questo intricato ma stupendo poema visivo. Ogni azione, ogni dialogo, ogni sguardo vanno seguiti attentamente e successivamente interpretati, è questa la bellezza dei film di Lynch, tutto, ma proprio tutto, è studiato alla perfezione. Un uomo, possessivo e geloso della propria moglie, a seguito dell'accusa di uxoricidio viene condannato alla sedia elettrica, nel momento in cui le scosse di corrente elettrica gli friggono il cervello, si rifugia nei meandri della mente e sogna di essere un altro uomo. Questi è più giovane, bravissimo a fare il proprio mestiere, ha degli amici, una fidanzata ed ha successo con le donne, praticamente tutto quello che Fred (è il nome del tizio di cui parliamo) non è riuscito ad essere nella vita reale. Il ragazzo è circondato, e qui apriamo le porte dell'onirico che si sovvrappone alla realtà, da personaggi che cambiano l'identità ma non l'aspetto, la donna di un boss che lo corteggia ha il volto della moglie di Fred, tocchiamo il tema dell'ubiquità con un uomo misterioso( l'attore Robert Blacke, protagonista negli anni 80 della serie televisiva Tony Baretta, accusato, qualche tempo fa, ironia della sorte, proprio di uxoricidio) ed a un continuo scambio di ruoli. Durante il percorso onirico ci sono dei brevi e frequenti inserimenti della realtà a disturbare la bellezza del sogno, sino all'epilogo, bellissimo, che chiude il film accompagnato dalle musiche di David Bowie.
devo essere sincera???!!!!è bellissimo ma incasinatissimo!! sto ancora pensando a cosa era la realtà (soggettiva??) e a cosa era il sogno (inculbo??)... buona visione ragazzi.....