sicko regia di Michael Moore USA 2007
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sicko (2007)

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locandina del film SICKO

Titolo Originale: SICKO

RegiaMichael Moore

InterpretiMichael Moore

Durata: h 2.00
NazionalitàUSA 2007
Generedocumentario
Al cinema nell'Agosto 2007

•  Altri film di Michael Moore

Trama del film Sicko

Dopo Bowling a Columbine e Fahrenheit 9/11, Michael Moore riprova a scuotere l'opinione pubblica con un nuovo documentario-denuncia. L'obbiettivo di Moore stavolta è il sistema sanitario Americano e non solo.

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Voto Visitatori:   7,58 / 10 (114 voti)7,58Grafico
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Voti e commenti su Sicko, 114 opinioni inserite

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Mauro@Lanari  @  23/03/2020 17:24:57
   7½ / 10
https://www.youtube.com/watch?v=JsfvuBStZJY
Al netto dei noti difetti del documentarista Moore, in questo caso c'è la sorpresa sia d'un maggior equilibrio politico (l'attacco frontale alla falsa liberal Hillary Clinton), sia d'un'incredibile scarsa lungimiranza: 14 anni dopo (il film è del 2006), non è che gli yankees abbiano ripensato il modello socioeconomico della famigerata Scuola di Chicago, bensì è il resto dell'Occidente (soltanto?) che n'è stato contagiato. Il risultato è adesso sotto gl'occhi del mondo intero: il Covid-19 ha infettat'oltre 350mila persone e ne ha uccise quasi 16mila (https://www.worldometers.info/coronavirus/), ma fra i decèssi non si registra alcun vip, il quale fruisce di forme d'assistenza sanitaria (pure preventiva) inaccessibili a qualunque cittadino ordinario (Gregotti aveva 92 anni, Lucia Bosè 89, ecc.). Il danno e la beffa: i veri furbetti che rivolgono tale accusa agl'altri. Proprio oggi un quotidiano rinomatamente sinistrorso come MF ("Milano Finanza") ha pubblicato l'analisi di Gordon Lichfield, direttore dell'"MIT Technology Review": "Come al solito, il vero costo [della pandemia] sarà sostenuto dai più poveri e dai più deboli... come per tutti i cambiamenti, ci saranno alcuni che ci perderanno più degli altri, e saranno quelli che hanno già perso troppo. Il meglio che possiamo sperare è che la profondità di questa crisi costringa finalmente i Paesi e gli Stati Uniti in particolare, a porre rimedio alle palesi ingiustizie sociali che rendono così intensamente vulnerabili ampie fasce della loro popolazione" (https://www.milanofinanza.it/news/non-torneremo-piu-alla-normalita-ecco-come-sara-la-vita-dopo-la-pandemia-202003181729195935). Uah uah uah. Su YT era stata uppata un'intervista con toni ancor più aspri (e documentati). Ecco la fine che le hanno fatto fare: https://www.youtube.com/watch?v=G-Rlc8kTl6Q. Conclusione: quant'era illuso Totò con la sua "A' livella" (https://www.youtube.com/watch?v=kh-DtTmQb5E). Non c'è uguaglianza manco davanti alla morte.

Mauro Lanari

5 risposte al commento
Ultima risposta 07/07/2020 15.22.22
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Thorondir  @  24/05/2017 14:00:46
   8 / 10
Un documentario che svela quello che si sapeva già, il grande imbroglio perpetrato dai soliti potenti a danno della povera gente. Evidentemente troppo schierato dalla parte opposta a quelle delle corporations, ma è un documentario investigativo di quelli che fanno aprire gli occhi e svelano le contraddizioni di una nazione che troppo spesso quì da noi ci viene raccontata come il paradiso in terra.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  18/11/2015 21:05:05
   7½ / 10
Moore torna ad attaccare le contraddizioni della sua America, nel caso particolare il suo sistema sanitario. Tutte le problematiche che lo circondano toccano in maniera solo marginale chi statunitense non è e sono perciò poco sentite da noi, ma costituiscono per gli abitanti del "paese più libero del mondo" un vero e proprio inghippo. Moore è come sempre bravo a trattare (mettendoci anche una buona dose di ironia) l'argomento nonostante pecchi un po' troppo di retorica e ruffianata; il problema è esposto in modo palese grazie anche e soprattutto al confronto diretto con il sistema sanitario di altri stati tra cui Cuba, paese spesso considerato dagli americani barbaro perchè abitato dai cattivi comunisti mangia-bambini. È proprio la chiarezza con cui Moore palesa i suoi (legittimi) dubbi che rendono credibile e forte questa riuscita inchiesta.
Qualche lungaggine nella seconda parte rende il documentario vagamente ridondante ma non tanto da apparire noioso o superfluo.

alex94  @  03/09/2014 12:07:31
   6½ / 10
Tra i documentari che per ora ho visto di Moore questo è quello che mi ha colpito meno,per circa un ora si segue con piacere ed interesse (anche se gran parte dei fatti che racconta più o meno già si conoscono)ma poi comincia a divenire alquanto ripetitivo e noioso.
Naturalmente dal punto di vista tecnico è ottimo.
Merita, comunque, almeno una visione.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  24/08/2014 21:39:05
   7 / 10
Bel documentario di Moore che non perde il vizio di provocare in maniera eclatante.
Il punto è che sebbene il film risenta di alcuni evidenti forzature, come il viaggio a Cuba, è pur vero che la tesi di fondo è incontestabile: il sistema sanitario americano è vergognoso.
La sanità privata è introdurre un concetto di profitto alla cura medica che è assolutamente inconcepibile.

Con il senno di poi la discussione è ancora attiva in America e le difficoltà che sta avendo Obama nel cercare di arginare le macrodistorsioni del sistema fanno capire come il problema sia lontano dal trovare una soluzione.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  07/03/2013 20:51:35
   7½ / 10
Tralasciando le ruffianerie e forzature di Moore, come sempre presenti (fino ad ora solo Bowling for Columbine mi è sembrato privo di tali componenti), è un altro documentario girato ottimamente e con un montaggio grandioso sulla sanità americana e le lobby onnipresenti nel paese che continua a ritenersi il più democratico e libero del mondo.
Certo, un gesto come quello nel finale di Moore che regala i soldi per le cure della moglie ad uno sei suoi antagonisti più accaniti in forma "anonima", ma smentendosi di fatto di fronte alla telecamera, può essere criticato finché si vuole. Ma ci vuole una bella dose di coraggio e sfrontatezza nello sbeffeggiare cosi tanto l'America nel finale: non bastano Francia, Gran Bretagna e Canada i cui sistemi sanitari sono contrapposti a quello statunitense in modo tale che ciò che in fondo è normale per diritto (l'assistenza sanitaria gratuita) sembri un trattamento da principi per gli europei o canadesi rispetto ai cittadini USA. Ci voleva la provocazione più grande, andare a Cuba e farsi curare lì.
è una critica ficcante all'America ancora una volta da parte del signor Moore, riuscita anche se con qualche riserva. Dura troppo però e le già citate forzature (nel voler ricattare lo spettatore emozionalmente, ad esempio) spesso sono fin troppo evidenti.

Macs  @  10/05/2012 21:24:49
   8½ / 10
Bellissimo, sarcastico, commovente. E pensare che presto andrò a viverci. Incrociate le dita ragazzi :)

Redlife88  @  20/08/2011 20:58:35
   8 / 10
Questa è la realtà, da vedere.

DarkRareMirko  @  04/07/2011 03:29:58
   9 / 10
Altro filmissimo da parte di Moore che questa volta critica l'assurdo sistema sanitario degli Stati Uniti d'America, tutta di proprietà delle assicurazioni e tutta a pagamento. Almeno in questo caso viene da dire W l'Italia quindi.

Assurdo come molte persone, tra cui bambini, non abbiano la possibilità di poter essere curate a dovere ed incredibile, come più volte viene mostrato, il dare dei costi a certe parti del corpo.

Qui Moore mette da parte l'ironia, interviene in video maggiormente rispetto al passato e, con un impegno ed una poetica ineguagliabili, allarma, denuncia efa pensare.

Il mondo sarebbe un posto migliore con più Michael Moore, di sicuro.

Ben montato (in origine le ore di girato erano inoltre 500), ben diretto e, cosa essenziale, molto utile.

La salute, quindi, almeno lei, non dovrebbe c'entrare con i soldi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  23/05/2011 17:16:59
   8 / 10
I documentari di Moore mi piacciono sempre molto. Possono essere a tratti un po' ruffiani ma a mio avviso hanno due pregi molto positivi: sono ironici e parlano dell'uomo, della persona. Anche nel caso di Sicko, Moore riesce ad arrivare al cuore, denunciando, però, in modo fermo e deciso. Certo non fornisce opinioni o osservazioni per risolvere il problema ma il suo scopo, a mio avviso, è la denuncia e ci riesce perfettamente.

TheLegend  @  16/02/2011 02:52:04
   7½ / 10
Uno dei migliori lavori di Moore.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  01/10/2010 23:14:22
   8 / 10
Moore non mi sta affatto simpatico. Ovviamente è una sensazione a pelle o forse il tutto è dovuto al fatto che il grande successo in un tipo di format (documentario denuncia-inchiesta) lo abbia portato a riproporlo più volte in diverse salse, mettendomi il dubbio sulla genuinità del tutto.
Il fatto però è l'indubbia forza e capacità di Moore di raccontare il peggio del suo paese, gli Stati Uniti, in una maniera allo stesso tempo seria ed ironica, commovente e grottesca. Sicko poi ci racconta di un fatto meno di dominio pubblico rispetto al tema trattato ad esempio in Bowling a Columbine (il possesso e uso delle armi, comune in America), quello dell'incredibile modo in cui è organizzato il sistema sanitario statunitense, in mano totalmente alle compagnie di assicurazione. Semplice il concetto: se non paghi non verrai curato. Il sistema è allucinante. Qui non si parla soltanto dell'aberrante rifiuto al ricovero o alle cure per chi non è in grado di pagare ma anche di:
- Medici che hanno gratificazioni e carriere semplificate se rifiutano a più persone possibili le cure (perchè ovviamente una cura, anche qualora il paziente sia assicurato, costa bei soldini alle assicurazioni e se si può evitare...)
- Nel caso di accettazione di operazioni o cure di assicurati, ci sono ( o c'erano) persone addette a trovare malattie, anche banali, preesistenti per poter così rompere il contratto.
- Malati anche assicurati ai quali sono state rifiutate le cure in un dato ospedale perchè non di proprietà della compagnia del contratto.
- Pazienti letteralmente buttati per strada perchè inabili a pagare.

Moore usa la stessa identica struttura di Columbine: elencazioni dei mali - confronto con gli altri paesi del mondo - trovata finale.

Qui il confronto non si limita solo al Canada come per le armi ma si estende anche al Regno Unito e alla Francia dove ovviamente, come da noi del resto, chiunque ha il diritto ad esser curato o, alla rovescia, ogni medico ha il dovere di curare senza pensare a chi ha davanti o a quanti soldi può far perdere alla compagnia di assicurazione.

Moore rimane addirittura allibito quando scopre che ci sono addirittura medici ,complementari alle nostre guardie mediche, che non si limitano a curarti gratis all'ospedale, ma ti vengono addirittura a casa.
Il capolavoro di Sicko però è la trovata finale, accomunabile nel precedente documentario alla visita nella megacatena di market dove venivano venduti armi e proiettili. Il documentarista prende un gruppo di volontari dell' 11 Settembre che si sono ammalati a Ground Zero. Per prima cosa li porta a Guantanamo dove i criminali godono (giustamente a parer mio) di un eccellente servizio medico gratuito. Geniale la contrapposizione tra loro e gli americani di buona famiglia che non possono esser curati (se non pagando fior di quattrini).
Poi, vista l'impossibilità di essere accolti nel supercarcere, porta tutti i malati in un normale ospedale cubano. Qui si raggiungono i momenti emotivamente più alti, dovuti più che ad un'umana pietas, alla rabbia e al fortissimo senso di ingiustizia che si respira. Gli americani vengono tutti accolti e curati con sistemi di altissimo livello, il tutto, ovviamente, gratis. E Moore riesce qui nel suo colpo di teatro e nella massima umiliazione che poteva regalare al suo paese. A Cuba, patria del nemico diavolo comunista, un americano può ancora essere considerato un uomo e ricevere quello che dovrebbe essere alla base di un paese civilizzato, un aiuto, una cura, un abbraccio. Gesti semplici, dovuti, che non possono essere regolamentati da una banconota.

Ciaby  @  19/07/2010 11:35:30
   9½ / 10
Interessantissimo ed inquietante. Forse il mio preferito di Moore, che alterna momenti strazianti (i racconti degli eroi dell'undici settembre) a trovate ironiche (l'uso di Je T'Aime Moi Non Plus, il finale). Un altra freccia in quegli Stati Uniti che continuano a stupire negativamente. Eccellente.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  24/11/2009 14:57:45
   7½ / 10
Ottimo documentario.
Mostra molto bene l'allucinante situazione della sanità negli Stati Uniti, il paese che si considera il più democratico al mondo.
Gli USA non ne escono certo bene, la loro sanità risulta persino peggiore di quella della Cuba castrista.
Una dura accusa fatta per smuovere le coscienze. In questi giorni Obama potrebbe usare questo documentario come spot per la sua riforma sanitaria.
Altro buon lavoro di Michael Moore.

Blue Velvet  @  24/11/2009 14:03:39
   8 / 10
Allucinante questo documentario....lasciare i malati per strada se non hanno un'assicurazione....e non siamo in un paese del terzo mondo!!!

RACCAPRICCIANTE.....bravo Moore

Invia una mail all'autore del commento Daniel91  @  04/11/2009 23:03:36
   10 / 10
Documentario scottante che va a fondo nella situazione drammatica americana del servizio sanitario.

camifilm  @  11/08/2009 18:28:57
   6 / 10
Il voto è dato per il lato artistico tecnico del documentario e per il fatto di essere andato direttamente a contatto con le persone ed il loro problema.
E' nota la posizione politica di Moore, quindi il tutto è da prendere con le pinze.
Penso che un grande uomo non si misuri dalle proteste che fa, ma dalle soluzioni che trova per risolvere i disguidi.

Premetto di non appartenere alla classe lavorativa dei medici/infermieri e così via. E consiglio a chi vede/visto il documentario di non indicare il male in queste professioni, il male a parer mio parte da più su, poi come tutte le classi lavorative sono gli esecutori che lavorano con quello che passa il convento (dall'alto) e ci mettono la faccia.
Il colpevole... ricordatevelo... non ci mette mai la faccia, almeno sino a quando non viene scoperto.
Purtroppo le pecore nere esistono in ogni dove.

Auguri a chi lavora (in questo caso ritengo una missione più che lavoro) per il bene degli altri.

Mr.619  @  21/06/2009 12:17:09
   7½ / 10
Il regista Michael Moore, con una semplicità disarmante ed alle volte stupefacente per la sua cruda raffigurazione e delineazione della realtà cui sottopone attentamente lo sguardo del pubblico, utilizzando una visuale analitica non tanto periferica, quanto, specialmente, irriverentemente " giornalistica" ed umanamente "americana", riesce, attraverso un graduale procedimento fatto di parallelsmi, ironia, satira e, poeticamente parlando, anastrofe e discorsi diretti( in cui si può cogliere l'intero caleidoscopio delle "res" contingenti), a definire in maniera perentoria e del tutto veritiera le intrinseche contraddizoni della più grande potenza mondiale (l'America) la cui, se così si può dire, "megalocrazia" è il sintomo non curabile (neanche con assicurazioni alla mano) del suo deturpamento infrastrutturale e soprattutto ideologico.Come direbbe Tarantino, "realer than real", quantunque qui non vi sia traccia d'arte,ma, inversamente al pensiero di Jean Cocteau, "lo scempio del vero".

ronaldinho80  @  23/04/2009 14:58:13
   10 / 10
Ragazzi è veramente vergognoso che nel 3° millennio, in un paese come gli stati uniti, la sanità sia a questi livelli. la cosa che mi ha fatto più "rabbrividire" è il vedere assicurazioni che lasciano morire le persone, dando spiegazioni assurde, prima di spendere soldi e il bello è che lo fanno tranquillamente e così apertamente. si vede proprio che i ricchi hanno le spalle coperte mentre le persone più disagiate non valgono niente. bella l'america he..ma x quanto riguarda la sanità è al pari di un paese del terzo mondo. parliamo tanto della sanità in italia, guardate questo film e vedrete che non siamo messi poi così male.

marfsime  @  29/03/2009 19:33:01
   8 / 10
Ottimo documentario di Moore che pone sotto i riflettori l'assurdo sistema sanitario nazionale statunitense. Certo alcune situazioni sono certamente un po' forzate e vengono trattati solo i temi negativi della questione..ma sicuramente Moore riesce a spiegarli benissimo e a far riflettere lo spettatore sul problema della mancanza di un'assistenza pubblica negli Stati Uniti.

BlackNight90  @  23/12/2008 01:04:56
   8 / 10
Fortunatamente Sicko è più simile a Bowling a Columbine che a Fahrenheit.
Che la sanità americana fosse una me.rda lo si sapeva, l'interessante era vedere l'ironia con la quale Moore descriveva le macerie di un sistema sanitario depredato dalle compagnie assicurative, anzi no, un sistema creato apposta per loro.
Il documentario di Moore è un attacco efficace, mai noioso ma esagerato in alcuni momenti dove si cerca la lacrima facile, forse giustificata ma a volte fastidiosa, o quando parlando del sistema sanitario francese, prende come campione una coppia di ingegneri francesi, o il ricco medico inglese, o la parte di Guantanamo...
A parte questo, è un bene che esistano persone come Moore che ricordano al mondo come la vera forza di uno Stato dovrebbe misurarsi in base al trattamento dei suoi cittadini. E penso che tra i molti motivi che spingano Moore, ci sia anche un sincero desiderio di vedere il proprio paese risollevarsi dal baratro nel quale si è gettato da solo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  24/11/2008 18:35:31
   9 / 10
Michael Moore mi colpisce ancora una volta dritto al cuore.

magnifico

anthony  @  14/10/2008 22:29:48
   8 / 10
La causa delle compagnie di assicurazione sanitaria? (o meglio, la causa di una delle vergogne più disarmanti della civiltà occidentale?)
Quel bietolone Repubblicano di Richard Nixon!
Sì,sì! Proprio lui! Quell'imbroglione destroide che fu la causa di una delle altre grandi vergogne della storia contemporanea pseudo-democratica: lo scandalo Watergate!
La classifica degli scandali più clamorosi dell'intera pseudo-democrazia occidentale?
1) La situazione Politica, economica, giuridica,sociale e della giustizia della nostra Italia;
2) Le compagnie di assicurazione sanitaria statunitensi;
3) La crisi dei Mutui germogliata negli USA, grazie alla pessima politica economica di Bush;
4)La guerra in Iraq.
CHE DEMOCRAZIA!....parola oramai Vuota e Svuotata!
NONSENSE.


Un sentito e rinnovato Grazie a Michael Moore!

ghiro  @  14/09/2008 13:14:51
   7 / 10
allora...quì sarebbe da denunciare gli USA x diritti umani.
Altro che cina quì siamo al paradosso non è possibile che una persona debba addirittura chiedere di prendere delle medicine x il cancro.
Quì l'ONU deve intervenire...subito!

Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  31/07/2008 10:55:12
   8 / 10
Un paese che parla di emancipazione e divide in settori e senza il minimo pudore la libertà individuale e universale: la vita.
La fraternità, la solidarietà, la dignità e la compassione sono state sconfitte dalla ricchezza e dalla stupidità; sono soltanto parole che hanno perso il loro significato perché le persone pensano soltanto: io, io, io, io.
Interessante i commenti sulla "libertà" sotto i diversi punti di vista: quello comunista, quello socialista e quello democratico.

teothebest  @  30/07/2008 15:27:11
   9 / 10
Lord_Trashone  @  17/06/2008 12:10:57
   8 / 10
Una denuncia contro il vergognoso sistema sanitario USA che praticamente cura soltanto se hai i soldi per permettertelo e sopratutto ha praticamente dato in mano a compagnie private (con scopo di lucro) la salute dei suoi cittadini: cosi sono le compagnie private che decidono quali cure puoi o non puoi fare, se una cura per te è "indispensabile o no con l'unica direttiva che meno cure fai e più le compagnie guadagnano, e fa pagare prezzi esorbitanti le medicine, anche le più semplici.
Mi sono emozionato cedendo persone distrutte dalla malattia piangere per la loro situazione e trovare amici in paesi da sempre illustrati loro come "nemici" come Cuba, dove hanno potuto ricevere assistenza sanitaria gratuita e hanno pagato le medicine a prezzi ridicoli in confronto all'america.
Mi ha commosso vedere quelle stesse persone abbracciarsi e baciarsi in segno d'amicizia.
Bel documentario.

Davy.Jones  @  13/04/2008 13:38:17
   9 / 10
Michael Moore 4ever... La sanità americana fa rabbrividire ed era ora ke qualcuno denunciasse tt wuesto schifo...

popoviasproni  @  14/03/2008 11:46:57
   6 / 10
Militante, frettoloso e spavaldo atto di denuncia contro il sistema sanitario nazionale statunitense.
Attinente, ma perde l'ironia e il garbo che avevano accompagnato i precedenti lavori del regista.

tarax  @  18/02/2008 02:25:28
   8 / 10
Documentario interessantissimo che ti fa aprire gli occhi sulla situazione sanitaria degli USA ma anche, e soprattutto, degli altri paesi quali Francia, Canada e UK dove tutti i servizi sanitari sono gratuitied efficienti, mentre in america devi decidere se farti riattaccare un dito o un altro a seconda del loro prezzo e dalla tua disponibilità economica... poi non parliamo dell'inalatore che negli usa costa 120 dollari e a CUBA 5 centesimi!!! Grande michael moore continua cosi a smascherare le magagne della società corrotta e cinica!.

mikland83  @  15/02/2008 22:56:05
   9½ / 10
Secondo me il miglior film di Moore.Se devo essere sincero a tratti avevo gli occhi umidi.
Vi sono descritte delle situazioni assolutamente assurde nella loro veridicità.
Certe cose non dovrebbero accadere e invece accadono e sotto gli occhi di tutti, senza che nessuno faccia nulla.
Beh Moore ci prova e per questo un grazie a lui da parte mia.
Indispensabile

Paolo70  @  12/01/2008 15:17:06
   6½ / 10
Film documentario che parla della sanità americana legata al pagamento di polizze assicurative e che non è quindi riservata a tutti e per tutto. Vengono esaltati i servizi sanitari inglese e francese. Inoltre dei pazienti amerciani si recano a Cuba con lo stesso regista per ottenere le cure del caso che negli Stati Uniti non riescono ad ottenere....

freddy71  @  29/12/2007 12:02:33
   10 / 10
grande michel......meditate gente,meditate......

ozrecsehc  @  09/12/2007 18:17:57
   10 / 10
di documentari così dovrebbero essercene di più.. anche in italia

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  05/12/2007 11:19:08
   8 / 10
Lasciata da parte l'inutile faziosita’ di Farheneit 9/11 che aveva impedito ad un lavoro interessantissimo di assumere lo stesso valore dell’ottimo “Bowling a Columbine”,Michael Moore ci riprova analizzando i problemi della sanita’ americana e comparandoli con quelli di altre nazioni.
Il regista questa volta colpisce nel segno,il suo documentario è sempre molto lucido ed efficace e pur idealizzando eccessivamente i sistemi sanitari presi ad esempio, riesce a raggiungere l’obiettivo prefissatosi senza scadere in situazioni troppo enfatiche o dalla visione ostinatamente unilaterale.
Moore non vuole parlarci dei disgraziati che trovandosi senza assicurazione non hanno diritto a cure mediche,situazione ahimè arcinota,ma bensi’ di coloro i quali un’assicurazione l’hanno sottoscritta ma si trovano ugualmente rifiutate le cure che gli spetterebbero di diritto a causa della politica scandalosamente lucrativa di queste multinazionali assicurative,il cui unico scopo è quello di arraffare soldi spendendo per il “cliente” il minimo necessario .
L’obiettivo del regista è quello di far aprire gli occhi agli americani,di metterli al corrente di una situazione che credono di conoscere e che invece li utilizza come fonte di guadagno illimitato.La cosa inquietante è che in America ammalarsi è diventato estremamente pericoloso,la lista di malattie non coperte dalle assicurazioni è impressionante ed il monopolio delle multinazionali è ormai entrato stabilmente da anni nelle stanze dei bottoni corrompendo i soliti politici piu’ attenti al proprio tornaconto che a quello della gente che dovrebbero proteggere e rappresentare.
Il tentativo di cambiamento da parte di alcuni politici, finalizzato a permettere una diffusione di una copertura sanitaria gratuita ed alla portata di tutti ,vedasi a tal proposito l’impegno di Hillary Rodham Clinton,è stato osteggiato a tal punto che anche l’ex first lady ha pensato bene di rivedere totalmente il suo pensiero,tanto per capire di quanto potere dispongano queste assicurazioni.
Il documentario coinvolge,spiazza,commuove,lascia interdetti noi europei a cui un sistema sanitario simile appare come una situazione assolutamente indegna di un paese come gli U.S.A.,per l’ennesima volta in balia di contraddizioni enormi e sinceramente aberranti.
Lasciare morire una bambina perché non convenzionata con l’ospedale in cui è stata portata d’urgenza,abbandonare anziani per strada,far scegliere ad un uomo quale dito preferisce che gli sia riattaccato tra i due che ha perduto,non operare una ragazza solo perchè a vent’anni non dovrebbe presentare il cancro che invece l'ha colpita,situazioni insomma al limite della fantascienza e accuratamente scelte da Moore attraverso un lavoro minuzioso.
Senza poi contare il trattamento riservato agli eroi dell’11 Settembre,gente con gravissimi problemi respiratori,idolatrati prima e abbandonati da tutti in seguito,in una situazione che mi ha ricordato molto “Flags of our fathers” di Eastwood, in cui gli eroi dopo essere stati abbondantemente sfruttati dal governo vengono lasciati al loro destino.
L’unico difetto di “Sicko” è di spingere in alcuni punti troppo nel raffronto con il modo di vivere e di essere curati in paesi come Canada,Francia ed Inghilterra,nazioni che come sappiamo bene hanno anch’esse le loro belle gatte da pelare e che vengono invece rappresentate come paradisi terrestri.
Certo,se questo servira’ a svegliare gli americani non è da biasimarsi eccessivamente.

Invia una mail all'autore del commento piernelweb  @  02/12/2007 16:50:15
   7 / 10
Michael Moore torna a raccontarci i mali dell'america dell'era Bush puntando questa volta l'attenzione sull'assurdo sistema sanitario statunitense e sull'ipocrisia delle compagnie di assicurazione disposte a mercificare e capitalizzare sulla pelle dei pazienti. Ironizzando sulle incredibili esperienze di alcuni sventurati cittadini (eloquente è la vicenda dell'operaio costretto a scegliere fra 60.000 dollari e il suo dito medio) il corpulento regista ci conduce nei meandri sanitari avvalendosi delle testimonianze di alcuni "pentiti" operatori delle agenzie assicurative. Lo status assolutamente sconcertante è descritto con perizia e la narrazione si sofferma giustamente sui nodi cruciali che hanno determinato e che regolano la gestione dell'affare sanità. La seconda parte segnata dal raffronto con i sistemi sociali stranieri (Canada, Inghilterra e Francia) è meno convincente: Moore tende a divenire ripetitivo e a sottolineare con eccessiva ingenuità quello che è noto più o meno a tutti. In ogni caso ancora un film dal quale non è possibile prescindere e dal quale il popolo americano dovrebbe trarre le opportune considerazioni.

Invia una mail all'autore del commento Adriano Lotito  @  23/11/2007 18:54:15
   7 / 10
Il film più bello e interessante di questa povera stagione cinematografica. Michael Moore pur non arrivando ai livelli dello stupefacente “Bowling of Columbine” riesce a denunciare con grande emotività ma anche con ironia pungente il vergognoso sistema sanitario statunitense in cui le compagnie d’assicurazione cercano in ogni modo di non sborsare soldi per i clienti a costo di farli morire (ed è successo). Incredibile storia con le testimonianze dei veri protagonisti. Particolarmente commovente la storia dei volontari dell’11 settembre che intossicati dalle polveri non sono stati curati per mancanza di denaro e anche l’andata a Cuba grazie a cui sono stati curati.
Da non perdere.

mrwoolf  @  13/11/2007 03:20:16
   9 / 10
profonda denuncia del sistema sanitario statunitense. Accusa al degeneramento del capitalismo, che calpesta persino i diritti fondamentali dell'uomo e lo riduce a semplice merce da scambiare, da sfruttare, da buttare fuori dagli ospedali.
epica la scena girata a Cuba.
grazie michael.

rep01  @  12/11/2007 16:23:08
   2½ / 10
Il Policlinico degli Orrori

Quaggiù in pediatria una pausa sigaretta vale più di un bambino. Bisogna camminare fino in fondo al reparto per trovarne la prova. Si arriva davanti a una porta scorrevole con un citofono. Il cartello 'Terapia intensiva' rivela le sofferenze che il vetro smerigliato nasconde. Si sente il pianto dei piccoli pazienti. A volte piangono anche i genitori seduti su una panca di fronte. Ma il corridoio prosegue. Nove passi. Soltanto nove passi dalla porta scorrevole. E si finisce su un pavimento di mozziconi, cicche lasciate a metà, filtri consumati fino all'ultimo tiro di tabacco. Un corridoio è un corridoio. Non ha sbocchi all'aperto. Non ha finestre. Il fumo ristagna. Volteggia. Si affida alla corrente d'aria e lentamente torna indietro attirato dalla temperatura più calda nel reparto. L'odore di nicotina lo senti tra le stanze con i lettini a sbarre e i poster di Topolino, Biancaneve e la Carica dei 101. Lo annusi all'ingresso della grande camera sterile. Forse scivola fin là dentro ogni volta che la porta scorrevole si apre. Fumare in un ospedale con bimbi in pericolo di vita non solo è vietato: è da criminali. Ma in un mese, nessun trasgressore è mai stato rimproverato. Il perché lo si scopre fermandosi qualche ora ad osservare. Chi fuma sono quelli che dovrebbero far rispettare il divieto. Uomini o donne con il camice bianco. Oppure personale sanitario con il completo e la cuffia azzurri, o strumentisti con la mascherina e l'uniforme verde delle sale operatorie. Sanno che non si può e non si deve. Ma chissenefrega. Qualcuno l'ha dichiarato con un pennarello nero sul muro bianco: 'Stiamo in pausa... e si fuma'. E ha pure aggiunto quattro punti esclamativi.

È sorprendente lavorare un mese in ospedale. Questo poi non è un ospedale qualunque. È il Policlinico Umberto I di Roma, il più grande d'Italia, uno dei più grandi al mondo. L'ospedale modello dell'Università La Sapienza che con i suoi professori, assistenti, ricercatori, medici, infermieri, allievi è, o dovrebbe essere, l'eccellenza dello Stato. Invece è l'esempio di come la sanità pubblica si stia suicidando. Non solo per la sporcizia e la carenza di manutenzione grazie ad appalti che nessuno controlla. Ma anche per l'abitudine al degrado che sta inesorabilmente contagiando le persone. A cominciare dagli studenti, il futuro della medicina, costretti a formarsi in una realtà nella quale o ci si rassegna o si scappa.

Con la carenza cronica di personale, non occorre essere assunti per lavorare al Policlinico. Basta indossare una tuta blu e presentarsi vestito come un addetto alle manutenzioni. Oppure come un uomo delle pulizie. In tasca: un metro da falegname, una macchina fotografica digitale e una piccola telecamera nascosta per documentare l'inchiesta.Tutti i giorni, per un mese intero. Con turni dalle 8 alle 15 o dalle 14 alle 21. Nessuno si accorge di nulla, nessuno domanda nulla. Nel 2006 la giunta del governatore Piero Marrazzo chiede informazioni sull'organico a tutti gli ospedali del Lazio per il buco da 10 miliardi lasciato da Francesco Storace. E tra contratti a termine, precari usati oltre ogni limite, cooperative e imprese esterne, l'amministrazione dell'Umberto I deve confessare alla Regione di non conoscere il numero esatto dei dipendenti.

Provette aperte a tutti

L'elenco delle negligenze fotografate e filmate è impressionante. Dal 4 al 29 dicembre il laboratorio di Fisica sanitaria resta più volte incustodito con i frigo e gli armadi aperti nonostante la presenza di sostanze radioattive. Il deposito di colture batteriche e virali del Dipartimento di malattie infettive e tropicali non ha serratura: senza sorveglianza, il congelatore con le provette a rischio contagio è sempre accessibile a chiunque. Per tre giorni nessuno pulisce gli escrementi che la notte di Santo Stefano un cane randagio ha lasciato nel corridoio sfruttato per trasferire i pazienti da un reparto all'altro. Infermieri e portantini spesso fumano anche quando spingono gli infermi su lettighe e carrozzelle. Ogni volta che salgono o scendono dalla rianimazione o dal pronto soccorso o dalle sale operatorie, i ricoverati, anche quelli più gravi, nudi sotto le lenzuola, intubati o con l'ossigeno, seguono lo stesso percorso dell'immondizia. Finiscono così in mezzo ai sacchi neri e agli scatoloni gialli ammassati nel sotterraneo, o in coda ai carrelli della rimozione. E quando gli addetti lavano con getti d'acqua i depositi dei rifiuti, le ruote dei lettini si inzuppano di liquami e trascinano tutto lo sporco in reparto. Verrebbe da sorridere se si pensa che, per legge, perfino le mozzarelle di una pizzeria vanno tenute sempre lontane dalla spazzatura. Basterebbe forse cambiare orario. Almeno rimuovere i rifiuti la sera e non la mattina, quando l'ospedale è in piena attività. Ma questi corridoi sono terra di nessuno. E nessuno decide. La competenza di professori e direttori si ferma al proprio reparto. La maggior parte di loro non ha nemmeno il tempo di guardar fuori. Impegnati come sono a dividere le giornate tra Policlinico e cliniche private. Perché mai dovrebbero battersi per il datore di lavoro che dà loro sì prestigio, ma con il quale guadagnano meno? Dopo tutto, proprio queste condizioni favoriscono l'esodo dei pazienti verso la sanità privata, o no?

Così nessun nome che conta si accorge del disastro. Anche perché i nomi che contano a Roma di solito non si fanno curare al Policlinico. Silvio Berlusconi in persona l'ha dimostrato poche settimane fa volando negli Stati Uniti per un'aritmia cardiaca. Al Policlinico ci va la gente comune. Ed è quella che rischia di più. Ogni anno in Italia la mancanza di igiene in corsia provoca un'ecatombe: tra i 4.500 e i 7 mila morti per infezioni prese durante il ricovero. Per altri 21 mila decessi le infezioni ospedaliere sono una concausa. I pazienti italiani che si ammalano in ospedale oscillano tra i 450 mila e i 700 mila all'anno. E nel 30 per cento dei casi si tratta di contagi sicuramente evitabili. Sono stime molto variabili di anno in anno, raccolte dall'Istituto superiore di sanità. Le infezioni ospedaliere in Italia nel 2005 riguardavano il 6,7 per cento dei ricoveri. Percentuale in linea con la Francia, superiore alla Germania e inferiore a Svizzera e Regno Unito. In Lombardia nel 2000 erano state il 4,9 per cento. Ma, secondo una ricerca dell'Università La Sapienza e dell'azienda ospedaliera San Camillo di Roma, nel 1999 il Policlinico Umberto I aveva raggiunto il record: 15,2 per cento di infezioni sul totale dei ricoveri. Due volte e mezzo in più della media tra tutti gli ospedali romani. E nessuno ha osato calcolare quante morti abbia provocato tutto questo.

La porta incustodita

Il primo giorno di lavoro non si passa dall'ingresso principale. Da lì entrano pazienti e familiari. Un appalto da qualche milione di euro prevede la sorveglianza di guardie private, una sbarra per fermare le auto, un segnale rotondo rosso, bianco e nero con l'avvertimento 'alt-controllo'. Sembra un posto di frontiera talmente gli agenti sono meticolosi nel loro compito. Meglio fare il giro dell'isolato. Camminare fino all'incrocio tra viale Policlinico e viale Regina Elena. C'è una vecchia porta al numero 330 sotto la scritta in rilievo 'Ambulatorio'. Sembra chiusa. Invece da mattina a sera è soltanto accostata. Si apre scricchiolando su una scalinata. In cima, un corridoio buio. Poi un corridoio illuminato. A pochi passa dalla strada, senza nessun controllo, ci si ritrova tra i laboratori del Servizio di fisica sanitaria. Sulle porte blindate il simbolo internazionale giallo e nero del pericolo radioattivo con l'indicazione: 'Dipartimento malattie infettive - laboratorio ricerca - zona sorvegliata'. Per buona parte del pomeriggio però le porte sono aperte e nessuno sorveglia. Più volte è possibile entrare, girare nei laboratori, guardare nei frigoriferi, richiudere e uscire in strada. Senza mai essere visti. Come il 21 dicembre nel laboratorio di Batteriologia. E il 27 dicembre nel laboratorio di Radioimmunologia e in quello accanto. La porta blindata e il cancello di protezione sono spalancati. Le riprese con la telecamera richiedono una buona mezz'ora. Non passa nessuno. A saper rovistare, un ladro potrebbe andarsene con flaconi di sostanze usate per le ricerche. Come gli isotopi di iodio, la cui radioattività dura tra gli otto e i 60 giorni. Il lungo corridoio dei laboratori di Fisica sanitaria arriva a una porta tagliafuoco. Al di là il passaggio prosegue verso il centro del Policlinico. Sopra ci sono le camere del Dipartimento malattie infettive. È intitolato a Paolo Tesio, medico assistente morto a 29 anni il 20 gennaio 1911 per 'difterite contratta in reparto', spiega la lapide. Un po' quello che le norme di igiene oggi dovrebbero evitare. Ma qui sotto, anche se è il corridoio centrale dell'ospedale, due dipendenti hanno pensato di usare lo spazio come garage. I loro grossi scooter restano parcheggiati tutto il tempo del turno di lavoro. E quando ripartono, i due accendono il motore e affumicano il locale fino alla rampa che porta in cortile. Sarà per questo che un avviso della direzione del Policlinico vieta a medici e infermieri di passare di qui con i pazienti. Ma questa è anche la via più breve. Così, la mattina e buona parte del pomeriggio, il viavai di carrozzelle e lettighe è continuo. Da questo incrocio di corridoi si scopre presto la propensione di molti a fottersene delle norme di igiene. Anche se riguardano la salute delle persone che accudiscono. L'elenco delle infrazioni è lungo. Un caso tra i tanti ripreso dalla telecamera, la mattina del 29 dicembre: due infermieri portano un'anziana a uno degli ambulatori di Chirurgia e le fumano addosso per alcune centinaia di metri passando davanti ad almeno una decina di cartelli di divieto.

Nella stanza dei virus

Lo chiamano tunnel anche se non tutto questo corridoio è sotterraneo. I muri sono scrostati dall'umidità. In mezzo scritte e graffiti, qualcuno poco incline al giuramento di Ippocrate invita a 'gasare gli handicappati'. È qui che la mattina del 27 dicembre il pavimento è ricoperto da due grossi escrementi, sembra di cane. Il pomeriggio del 29, ultimo giorno dell'inchiesta, sono ancora lì nonostante il passaggio quotidiano di decine di persone tra medici, infermieri e pazienti. Nessuno segnala o tanto meno protesta con l'impresa di pulizie. I frigoriferi con le colture di virus e batteri sono più o meno a metà del corridoio successivo, oltre l'indicazione 'malattie tropicali'. Sulla porta del deposito l'insegna internazionale avverte chi entra del 'rischio biologico - pericolo di infezione'. Ma la serratura della porta è scassinata. Dentro, tra i congelatori, quello a 80 gradi sotto zero non è mai chiuso a chiave. Gli altri a volte sì, a volte no. Una sigla identifica ogni provetta. Ce ne sono migliaia. Potrebbero contenere colture di Stafilococco aureo o di Pseudomonas aeruginosa, i ceppi batterici resistenti agli antibiotici e responsabili di metà delle infezioni ospedaliere. Oppure campioni di germi di malattie infettive e tropicali studiate dal Dipartimento. Anche qui, soprattutto di pomeriggio, qualunque malintenzionato potrebbe venire a rubare provette senza essere fermato. La visita a questi congelatori è un appuntamento quotidiano per tutto il mese di lavoro al Policlinico. Un giorno una foto. Un altro giorno una ripresa con la telecamera. Mai un controllo. Tra i pochi infermieri di passaggio, mai nessuno ha avuto l'idea di chiedere chi fossi.

Fuori dal locale frigoriferi, a destra, davanti agli ambulatori del Dipartimento di malattie tropicali, un esempio di come non andrebbero fatte le pulizie in un ospedale. L'addetto, terminato il turno, ha abbandonato il carrello con il sacco mezzo pieno di sporcizia. La scopa non tocca l'acqua da almeno qualche settimana. È ricoperta da uno strato di lanugine, peli, capelli e incrostazioni di polvere. Gli stracci sono stati lasciati a bagno in un liquame nero. E sul pavimento, in un angolo poco visibile, è rimasta una sventagliata di mozziconi di sigaretta. Non è l'episodio di una volta. È così tutti i giorni. Eppure, secondo banalissime ricerche nel Regno Unito, proprio la mancata pulizia dei pavimenti e degli attrezzi per le pulizie è la concausa principale della diffusione di infezioni ospedaliere.

Barelle tra i rifiuti

Sotto i reparti centrali del grande ospedale universitario l'igiene peggiora. Dal soffitto gocciola un vecchio tubo caldo e corroso. I tecnici della manutenzione l'hanno ovviamente riparato. Ma non hanno sostituito la sezione rotta. Il sistema scelto è molto più creativo. Una canalina lunga una ventina di metri raccoglie l'acqua tiepida e attraverso un'apertura nel muro la porta in cortile sopra un tombino. A valutare dalla quantità di muschio e di cicche di sigarette, il ruscello termale è lì da mesi. Certo, la direzione tecnica del Policlinico non poteva pretendere di più. In fondo questa è l'università di medicina, non di ingegneria idraulica. Per verificare la sensibilità del personale sanitario al rischio di infezioni ospedaliere, basta seguire un infermiere o un portantino mentre spinge una lettiga con qualche malato grave. Tra i più recenti, un caso del 20 dicembre, alle sette di sera. Un dipendente in divisa bianca deve riportare una donna in uno dei padiglioni di Chirurgia. Lei è coperta da un lenzuolo e da una spalla appare un catetere infilato nella vena succlavia. L'uomo, invece di accompagnarla direttamente in reparto, le fa fare un lungo giro fino a uno dei depositi dell'immondizia con sbalzi di temperatura che, secondo un approssimativo termometro tascabile, passano dai 23 ai 15 gradi in poche decine di metri. Lui va lì perché deve buttare un sacco pieno di flaconi da flebo vuoti. Non si preoccupa che, in questo modo, non solo la paziente respira aria infetta, ma sia le ruote della lettiga sia i suoi zoccoli si impregnano del liquame che ricopre il pavimento. I pericoli di contagio per la sporcizia sotto le suole non sono per niente considerati. Il pomeriggio del 27 dicembre quattro tra infermieri e strumentisti della rianimazione portano in Radiologia un paziente con barella, cateteri e bombola d'ossigeno. Nel lungo percorso sotterraneo passano davanti a due depositi di rifiuti e a un filare di sacchi neri addossati a un muro. Il pavimento è lurido. Mezz'ora dopo riaccompagnano il malato nel reparto di Terapia intensiva. E due di loro si appartano per fumare una sigaretta. Attenti ai divieti, non lo fanno in corridoio. Si nascondo in un locale abbandonato trasformato in discarica abusiva, dietro un deposito di rifiuti ospedalieri. La discarica è tra il laboratorio di Medicina iperbarica e il 'nuovo complesso operatorio della seconda clinica chirurgica', di fronte al corridoio che dovrebbe rimanere sempre pulito perché porta all'ascensore della rianimazione. Lì dentro ci sono scatoloni di rifiuti ospedalieri rotti, macerie, rottami, immondizia che qualcuno avrebbe dovuto portare altrove. La possibilità di incendio per le cicche di sigaretta è soltanto il più remoto dei mali. Per entrare e uscire dal nascondiglio, i due strumentisti mettono gli zoccoli da reparto dentro il liquido viscido che ricopre il pavimento e sta macerando la pila di scatoloni gialli con la scritta 'Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo'. Spenta la sigaretta, tornano in rianimazione passando accanto ai bancali di legno abbandonati di fronte all'ascensore. E all'ingresso del reparto asettico, non c'è nemmeno il tappeto di carta adesiva per trattenere lo sporco più grossolano.

L'incrocio delle infezioni

Proprio qui la mattina i percorsi di immondizia e pazienti gravi si intrecciano pericolosamente. A momenti, il corridoio è una lunga coda di lettighe, carrozzine, muletti elettrici, lampeggianti gialli, sacchi neri e dottori che prendono la rincorsa per non sporcarsi i mocassini dentro i rivoli di acqua sporca. A pranzo e a cena al traffico si aggiungono i carrelli con i vassoi di plastica e i pasti preriscaldati che troppo spesso arrivano nelle stanze freddi. Scene così fanno dimenticare i successi nella ricerca conquistati dall'università e le fatiche quotidiane di tutto il personale, sanitario e non.

A pochi metri dalla targa che indica il 'nuovo complesso operatorio della seconda clinica chirurgica', un altro cartello sulla parete è perentorio e lapalissiano davanti all'ingresso di un blocco operatorio. 'È assolutamente vietato', dice, 'lasciare abbandonati rifiuti urbani o assimilabili (vedi sacchi neri e cartoni) in questo spazio'. Provate a indovinare com'è andata durante tutto il mese: nei giorni migliori i sacchi abbandonati proprio sotto il cartello sono uno o due. In altri, anche quattro. Per non contare assi e pezzi di legno. Stesse scene davanti agli ambulatori di Geriatria, dove una porta tagliafuoco nasconde un'altra discarica abusiva con macerie, immondizia e una carrozzella arrugginita.

Alle 17,49 del 21dicembre due infermiere fumano nella rampa di scale sotto l'astanteria del Pronto soccorso. Tentiamo di far osservare il divieto in ospedale, filmandole con la telecamera nascosta: "Non si potrebbe fumare qua sotto". Loro rispondono candide: "Eh lo sappiamo, ma son le sei". E continuano ad ammorbare l'aria fino all'ultimo millimetro di tabacco.

Cartelle cliniche nei corridoi

La sera tardi capita di parlare con qualche clochard al riparo dal freddo nelle sale d'attesa deserte. Tre quelli incontrati in un mese. Uno dorme nella palazzina dell'amministrazione. Il secondo cambia spesso luogo per non essere sorpreso. Il terzo si ripara in uno sgabuzzino sotto uno dei padiglioni di Medicina. Le luci restano sempre accese e i locali accessibili anche nei settori non più utilizzati. Come davanti all'ambulatorio di Plasmaferesi terapeutica. Il trasloco, appaltato alla solita ditta esterna, l'hanno fatto talmente in fretta che si sono dimenticati in corridoio qualche migliaio di cartelle cliniche. Arrivano fino al 2002. Ci sono radiografie, ecografie, esami del sangue. Basta andare lì e spulciare. Nomi, cognomi, indirizzi, diagnosi, anamnesi. Si può sapere tutto sulla salute e le abitudini di vita di migliaia di cittadini. L'archivio delle cartelle è incustodito anche negli ambulatori di Clinica oculistica. Non ci sono armadi chiusi a chiave. Le buste con gli esami arrivano fino al 2006 e sono infilate in scatoloni riciclati dalle forniture per l'ospedale. Per consultarle o rubarle, basta aspettare che i medici e gli infermieri finiscano il turno di visite.

Secondo i contratti a disposizione delle organizzazioni sindacali, l'appalto con la società esterna Pultra sas prevede che i quattro piani di Oculistica siano puliti da due persone. Dal 6 novembre, però, uno dei due addetti è in malattia. E nelle stesse ore la collega deve garantire il doppio del lavoro. Tutto a mano. Niente aspirapolvere. Niente macchine. Perché per guadagnare di più le imprese assumono al livello più basso di stipendio e per usare una lucidatrice industriale uno dev'essere promosso almeno operaio specializzato. Il risultato, in questo e in altri reparti, sono scope e stracci che fanno chilometri ogni giorno. Senza mai essere cambiati o lavati tra una stanza e l'altra o tra un ambulatorio e l'altro. In un mese di lavoro non c'è mai stato tempo per spolverare scrivanie, strumenti, scaffali, porte, termosifoni, piastrelle, davanzali. E spesso nemmeno per lavare il pavimento. La sera del 21 dicembre l'addetta alle pulizie ignara di avere di fronte un finto collega trasmette le indicazioni di un caposquadra. La domanda è: "Ce la facciamo a lavare tutto il pavimento prima di finire?". Lei risponde: "No, soltanto per spazzare. Io faccio in bagno". E qui non laviamo? "No, no". Una passata con una scopa piuttosto sporca che ha già fatto il giro di tutti i piani. Soltanto questo per tre sale d'attesa, tre ambulatori e la segreteria aperti tutto il giorno a centinaia di pazienti. Un tocco al battiscopa fa cadere un pezzo di intonaco fradicio di umidità. L'addetta alle pulizie ripete le indicazioni del caposquadra: "Se non è tanto sporco, non si lava sempre". Poi si accorge dell'intonaco caduto: "Mo' lì c'è da lavare perché hai levato la polvere". "Facciamo tutti i pavimenti?". "No, no, va be', tutti no. Ma lì quelle macchiette è meglio che le levi. Poi dev'essere tutto in ordine", dice segnalando le sedie nell'ambulatorio, "per far vedere..., hai capito?". Da sola da due mesi non può fare di più. Anche se il Policlinico ha pagato il servizio di pulizie per avere qui due addetti. Un appalto che nel 2005 è costato 8 milioni 687 mila 681 euro.

La montagna dei mozziconi

Eppure il reparto di Oculistica meriterebbe più attenzione. Perché gli occhi sono tra gli organi più esposti alle infezioni ospedaliere. Nel 1998 alcuni pazienti del Policlinico perdono la vista dopo una semplice operazione di cataratta. L'estate del '99 un contagio forse da pseudomonas in una sala parto, in una sala travaglio e nell'unità neonatale provoca 15 casi di enterite necrotizzante tra i neonati. La perizia, ordinata dalla Procura, denuncerà le condizioni che "non garantivano una adeguata igiene": come l'esistenza di "polvere massiva e non rimossa da tempo, pareti imbrattate, pedane sporche, presenza di ruggine e polvere nelle bocchette di areazione". È il 29 dicembre, ultimo giorno di lavoro al Policlinico. Qualcuno finalmente ha scopato le decine di mozziconi fumati e gettati a ridosso della terapia intensiva di Pediatria. Ma non li ha portati via: li ha semplicemente spinti verso l'angolo del muro insieme con un pacchetto vuoto di Marlboro, cartacce, polvere, un pezzo di legno. Stasera la sala d'attesa del Pronto soccorso è piena di gente, come sempre. Sono costretti ad aspettare i ritmi della sanità pubblica. E ad avere fiducia. Non si chiamano Silvio Berlusconi e nessuno di loro può permettersi un ricovero negli Stati Uniti.

Fabrizio Gatti
(05 gennaio 2007)

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Policlinico-degli-orrori/1468187&ref=hpstr1

Provaci ancora, tovarisch Moore.

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2 risposte al commento
Ultima risposta 16/06/2008 09.42.38
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APone  @  10/11/2007 00:58:35
   6½ / 10
si interessante e attuale non c'è che dire ma decisamente meno tagliente e diretto come altre sue produzioni.
voci che vadano contro corrente servono, ne servirebbero di + e finchè questa parla non è male ascoltare.

ISTRUTTIVO (ci dicono sempre quanto l'america è migliore in tutto, viva la sanità pubblica!)

Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  24/10/2007 19:31:35
   8 / 10
Sarà pure eccessivo o di parte o poco cinematografico ma merita comunque 8 per la finestra che apre su una realtà solo parzialmente conosciuta a noi europei. ER ci ha sempre mentito e avremmo dovuto immaginarlo.
E' vero che dipinge un quadro forse troppo roseo della sanità pubblica ma credo che l'intento fosse quello di sottolineare (esagerando) il concetto che TUTTI hanno diritto ad essere curati senza finire in disgrazia o dover scegliere fra riattaccare un dito da 12000 dollari o uno da 60000. Quindi l'Inghilterra, il Canada, la Francia, si trasformano in paesi delle fiabe, quello che invece sosotiene di essere la "democratica America" che taglieggia i suoi "assistiti".

Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  @  18/10/2007 02:31:46
   6½ / 10
Trovo questa operazione molto coraggiosa. Moore senza pietà e senza sentimentalismi detronizza il re statunitense e lo rende ridicolo infame ed ingiusto. Fa anche di più e presenta nella scena altri re,quelli europei molto più degni ed efficaci . Nonostante sia d'accordo con le sue posizioni ideologiche non mi sento però di dare un voto alto a questo film perchè l'impostazione documentaristica frena molto l'attenzione,e siamo qui per parlare di grande schermo. Le interviste sono interessanti , e tutto sommato convincenti,ma sono tante,troppe e le trovo molto più adatte per un dossier televisivo o un talk show giornalistico piuttosto che per una serata da cinema.
Piccolo OT. La sera stessa,qualche minuto prima,mi sono messo con la mia attuale e bellissima ragazza,che studia medicina e che voleva vedere Malato ko.

debaser  @  15/10/2007 11:18:22
   6 / 10
il solito film fazioso di Moore, facendo un confronto se volessimo far risultare che il sistema sanitario italiano fa schifo prendessimo in esame solo i casi di malasanità con decessi provocati da errori dei medici, un sistema ingiusto di presentare le cose. Detto questo il film mantiene un discreto ritmo e si lascia guardare. Toccanti le testimonianze delle vittime, poco credibili altre interviste.

the saint  @  13/10/2007 15:25:59
   5½ / 10
sono d'accordo con il commento di frangipani79!! anche se poi alla fine um minimo di verità c'è sempre... mi sono piaciuti di più altri suoi documentari.

mr orange  @  10/10/2007 13:38:02
   8½ / 10
per essere un documentario è un piacere guardare questa pellicola di critica verso la sanità americana tutto poi con una ironica visione anche quando si parla di decidere quale dito salvare per risparmiare un po' di soldi.

come ogni documentario di moore c'è ovviamente uno schieramento contro le decisioni americane. il film è incentrato sulle critiche alle assicurazioni che di certo non sono molto accondiscendenti ad emanare quattrini, indirettamente le critiche passano all'ordinamento americano che non solo lo consentono ma che ovviamente lo pretendono impedendo l'instaurazione di uno stato che si fa carico delle spese sanitarie perchè ovviamente così facendo i ricchi delle assicurazioni e degli ospedali dopo sarebbero un po' meno ricchi, dicendo però agli elettori ingenui che lo fanno solo perchè i sistemi di sanità sociale non funzionano.

la presa in considerazione di due stati come l'inghilterra e la francia quindi è servita per sfatare un mito certo sarebbe stato più corretto far vedere però che in effetti una certa differenza di trattamento delle malattie e della loro ricerca in america grazie ai soldi è possibile.

Invia una mail all'autore del commento angel__  @  10/10/2007 12:41:14
   7 / 10
l'america fa schifo,il resto del mondo è fico. questo sembra sentenziare il documentario di moore..ovviamente le cose non stanno così,la denuncia di moore è giusta,le storie toccanti, ma siccome ogni paese del mondo ha le proprie magagne, non mi sembra di dover paragonare il come si vive in alcuni paesi rispetto agli altri in questo modo. forse occorrerebbe mettere in luce tutte le differenze non solo alcune,e poi trarne le conclusioni... poi l'italia non viene neanche citata,ma solo francia e inghilterra come se l'Europa fossero solo questi due stati.. l'eccessivo accanimento contro bush e le lobby sembra distrarre un pò moore da una visione globale del pianeta,a volte.

pinnazza  @  09/10/2007 22:52:39
   7½ / 10
Lascia il segno. Probabilemente un filino troppo schierato ma credo che dia comunque un'immagine abbastanza veritierà del sistema americano, soprattutto di quello guidato dalle compagnie assicuratrici e dalle multinazionali farmaceutiche.
Da vedere e consigliare

mrkmaiden  @  07/10/2007 20:05:22
   10 / 10
Grande Michael!
Fagli il cxxo come sempre!

1 risposta al commento
Ultima risposta 08/10/2007 19.41.38
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vivi79  @  07/10/2007 14:31:55
   8½ / 10
tutti i documentari di Moore sono bellissimi, come questo e evidenziano sempre di + che l'America fa schifo!

ilmoro88  @  01/10/2007 23:20:47
   9 / 10
Mi viene spontaneo chiedere come sia possibile che ai giorni nostri esistano ancora paesi che non forniscono l'assistenza sanitaria gratuita a tutti i suoi cittadini???Invece, purtroppo, la nazione più avanzata del mondo questo diritto non lo riconosce ai propri cittadini, solo perchè una stretta cerchia di loschi individui, proprietari di agenzie assicurative o case farmaceutiche, intende guaragnarci cifre folli. Tutto questo sotto lo stretto controllo della politica statunitense ed in particolar modo del Presidente Bush.
Film che fa riflettere.

goophex  @  28/09/2007 22:02:03
   8 / 10
Dopo fahrenheit 11/9 ero rimasto un po' deluso dal simpatico ma sopratutto intelligente provocatore Michael Moore. Questo documentario infatti risulta per nulla fazioso rispetto al precedente e sopratutto denuncia un meccanismo infimo e vergognoso (da sempre risaputo ) del sistema sanitario americano. Nonostante M.M. possa essere spudoratamente schierato ( in una posizione che peraltro non condivido) e faccia comunque anche i suoi interessi ( ha fatto un pacco di soldi ) non si puo' negare l'ottima fattura di questo film, che tratta gli argomenti in modo abbastanza dettagliato e sono raccontati magistralmente. I paragoni col resto del mondo ( o quasi) sono comunque amaramente divertenti e seppur come qualcuno ha detto in Europa o in Canada non è tutto oro quello che luccica, sicuramente gli Stati Uniti e i suoi cittadini se la passano molto peggio di noi e i canadesi.
Una pellicola insomma da vedere per rendersi conto di come siano stolti gli americani...si perchè se il loro governo ha il potere di fare questo è solo ed esclusivamente per il fatto che si trovano a governare un popolo di poveri sciocchi ed ignoranti capaci solo di farsi sovrastare da miriadi di fobie e paure che per il buon 90 % delle volte sono infondate. Detto questo non li biasimo ma mi fanno veramente pena.

uecanaia  @  24/09/2007 20:45:50
   8 / 10
I fatti narrati sono davvero spaventosi, e la cosa peggiore è che il sistema in USA è realmente così.
Ovvio comunque che se la sanità passa attraverso le assicurazioni, prima della salute viene il profitto.

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shock1  @  24/09/2007 08:57:57
   7½ / 10
Più che un documentario un film dell'orrore... i pazienti indigenti abbandonati così sui marciapiedi sembravano gli Zombie. Avevo percepito in Farheneit molta faziosità ma questo documento è risultato molto + convincente e non faccio fatica a credere che la lobby che si è creata sulle compagnie assicurative non permetta un evolversi della situazione (insieme alla corruzione della classe politica, ma questo non è un problema solo americano....)

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Aztek  @  23/09/2007 16:09:45
   7½ / 10
Altro bellissimo lavoro di Moore che stavolta mette in evidenza il pessimo servizio sanitario statunitense. E' incredibile che una nazione come gli USA abbiano un servizio del genere....e poi ci lamentiamo dell'Italia.

frangipani79  @  23/09/2007 04:28:25
   1 / 10
E' stupefacente come nessuno sia riuscito a cpaire in tutti questi anni che dietro i documentari, ben costruiti, così ben costruiti da sembrare veri, ci sia una faziosità spudorata, l'equivalente del Papa che gira un film su Gesù. Moore odia George W. Bush e (apparentemente per non farsi troppo riconoscere) tutta l'America, cosa tutt'altro che vera, perchè non avremmo avuto nessuno dei suoi film, nemmeno questo, senza l'elezione di Bush nel 2000.

E' già stato detto tutto prima di me tra i commenti. Moore non racconta fatti, li aggiusta per farli sembrare realistici, purchè collimino con i suoi (pseudo)ideali, che a sua volta sono viziati dall'odio nutrito per la politica di Bush.

Vergognoso il suo ridurre a GB e Francia l'intera Europa. Solo da questo si può capire che visione globale abbia Moore del mondo al di fuori di Stati Uniti e Canada.

12 risposte al commento
Ultima risposta 17/10/2007 00.10.45
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Devoras  @  21/09/2007 18:15:05
   7½ / 10
Un buon documento, mi vien di chiamarlo così, che mostra un sistema tanto osannato quanto pieno di falle. Le scene di disperazione sono inevitabili, visto ciò che realmente sussiste, e paiono la ripetizione, per melodramma, di quelle viste negli altri due noti film di Moore, ma, del resto, l'alternanza con la sua cinica ironia lo rende un film godibilissimo, divertente addirittura in alcuni passaggi e, per i profani del settore, illuminante.
Inghilterra e Francia, soprattutto quest'ultima, vengono descritte come una sorta di Eden ricche di opportunità e gioia.. questo mi è parso un po' esagerato ma, dopotutto, comprensibile per far leva sulla denuncia del sistema americano.

Da guardare sicuramente, ci si fa un'idea e soprattutto si apprezza meglio il nostro paese a fronte del luogo comune che vede l'erba del vicino sempre più verde.

Schultz  @  21/09/2007 10:19:28
   7 / 10
Un buon documentario, niente a che vedere con quella boiata di farenheit.
Moore questa volta attacca la sanità statunitense in modo diretto e paragonandola con la sanità europea.
il buon Micheal presenta scene un po' "furbe" architettate ad hoc per far commuovere, o cmq far avallare la propria tesi. E' ovvio che in Francia e GB la sanità è gratuita, ma è anche ovvio che qualche difetto ce l'avrà... Ecco, da quello che mostra Moore, sembra che la Francia sia il paradiso terrestre, cosa che ovviamente non è vero.

A parte questo il film scorre bene e fa pensare molto.

Crimson  @  21/09/2007 01:46:32
   7½ / 10
Dipende da come lo si guarda. Che Moore sia fazioso e retorico non ve n'è dubbio alcuno, ma è altrettanto vero che questo documentario è in gran parte basato su testimonianze agghiaccianti, difronte alle quali ci poniamo degli interrogativi che sembrano scontati ma che a quanto pare non lo sono, e in questo caso la retorica di Moore per me può anche benissimo passare in secondo piano. Sinceramente mi sono commosso in più di una scena.
Interessante soprattutto per chi lavora in Sanità.

InSaNITy  @  17/09/2007 01:29:35
   6½ / 10
Trovo che Moore stia perdendo colpi.
E' sicuramente un buon documentario, con alcuni passaggi che sono veramente terribili (le donne scaricate in mezzo alla strada) e geniali (gli americani che si fanno curare dai cubani, il massimo :D) però...accidenti: quanta retorica! Quanta stucchevolezza gratuita..e poi noi europei avremo pure il servizio di sanità pubblico, ma lasciar intendere che solo per questo a Parigi si viva da dio, mi sembra veramente pretestuoso.
Perde mezzo punto per finale: la solita, eccessiva, sviolinata sull'11 settembre. Ma basta.

Misia71  @  16/09/2007 19:44:45
   9 / 10
Film ben costruito dall'inizio alla fine. Colpo da maestro la visita a Cuba: amara ironia su una situazione che ha dell'assurdo. Chissà se questa volta gli americani cominceranno a rendersi davvero conto del sistema in cui stanno vivendo, ormai basato esclusivamente sui profitti.
Film da vedere per allontanare ogni velleità italiana di imitare le "brillanti idee" d'oltreoceano.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  15/09/2007 23:55:58
   8 / 10
Il sogno americano disintegrato da una pellicola come Sicko in cui Moore risulta forse più efficace degli altri documentari e torna ai fasti di "Bowling a Columbine";davvero interessante e per nulla pesante,merita la visione!

641660  @  15/09/2007 18:45:29
   7 / 10
Il solito Moore con la solita inchiesta. Perchè nei cinema dico io? Queste cose sono da mandare in televisione...

don carlos  @  14/09/2007 18:53:08
   9 / 10
Michael Moore ci mostra uno degli aspetti più assurdi degli Stati Uniti: la sanità in mano alle aziende farmaceutiche e alle assicurazioni che tiene in scacco i cittadini, rendendogli impossibile economicamente l'assistenza sanitaria, mentre in qualsiasi altra nazione è gratuita... I pompieri eroi di Ground Zero, comuni cittadini, che soffrono di malattie respiratorie e stanno peggio dei terroristi tenuti nella base di Guantanamo (con tutte le attrezzature mediche)... Davvero incredibile. Andate a vederlo, non importa se in giro ci sono film più divertenti.

YamaJim  @  14/09/2007 18:33:31
   7 / 10
sì interessante anche se ripetitivo
ma BOWLING A COLUMBINE rimane la sua opera migliore.

Zoso87  @  13/09/2007 22:47:55
   7½ / 10
Il vecchio Moore è tornato a far parlare di sè e della sua America, stavolta attacca la sanità, ma non vi riesce bene come Farheneit Bowling a Columbine. A differenza di quest'ultimi manca di mordente e si ripete troppo a lungo, senza riuscire ad arrivare al "dunque" in tempi ragionevoli. Ottimi invece gli ultimi 20 minuti, in cui l'ironia non ha limiti. Sicuramente un passo indietro rispetto ai precedenti ma... Adoro quest'uomo complessato.

Rand  @  12/09/2007 16:00:43
   9 / 10
Il film è eccezzionale,Moore si prende in giro da solo,smonta il modello americano e dopo la visione mi sono sentito molto fortunato ad essere nato in Europa. Gli Stati Uniti appaiono nella loro luce peggiore, un paese sottosviluppato dove la gente si indebita per farsi curare ma non ci riesce,veramente scandaloso. Devo fare una considerazione sui personaggi,decisamente insopportabili i piagnistei di alcune vittime,piangevano come fontane perchè il sistema li aveva abbandonati,là mi sono incaaato di brutto.Non hanno mica però detto ei questo governo fa schifo,bisogna ribellarsi,no,si lamentavano.Mi facevano venire i nervi per un motivo,erano degli egoisti,pensavano solo a loro stessi,questo è l'aspetto peggiore della società americana,manca di solidarietà,infatti Moore si chiede Che cosa siamo diventati? Ma gli americani non rispondono.

Trustno1  @  12/09/2007 11:26:01
   8 / 10
dedicato a tutti quelli che dicono di voler fuggire dall'italia perchè fa tutto schifo..

shiatsuka  @  12/09/2007 10:59:05
   8 / 10
Ottimo film stile Moore. Lo spaccato che si da del "paese dei sogni" fa riflettere tanto. Vivere e morire diventa solo una questione di ricchezza, purtroppo. Peccato manchi il riferimento all'Italia.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Antonio Cocco  @  11/09/2007 09:55:50
   8 / 10
Ottimo documentario sulla sanità (inesistente ) degli States! Le vicende narrate sono agghiaccianti ma l'ironia surreale di Moore ci permette di continuare la visione con curiosità e di essere portati piu' alla riflessione che al disgusto!Come dice la locandina del film "Per molti americani ridere non è la miglior medicina...è l'UNICA medicina". Da vedere

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  11/09/2007 01:12:29
   7½ / 10
Ok, Moore finalmente mi ha convinto quasi completamente, anche se devo dire che mi era comunque piaciuto "Bowling for Columbine", nemico giurato dell'"Elephant" di Van Sant.
Il "quasi" è d'obbligo: mi sembra pretestuoso quando si raccomanda di non incontrare del vero (e diciamolo pure liberatorio) antiamericanismo, perchè ci tiene a far sapere che adora la coca-cola e il baseball, oppure quando strabuzza gli occhi come se davvero non sapesse che esiste una sanità pubblica gratis in Canada o nei paesi europei: insomma, chi vuoi prendere in giro?
Ma se pure nessuno manda finalmente a.f.f.a.n.c.u.l.o. gli States, come facevano i Clash dei bei tempi, e il ciccione non spegnerà così il suo monitor, adirato e offeso, "Sicko" è un buon film.
A dire il vero la crociata dei malati verso l'Eldorado Cubano sembra la gita turistica di un gruppo di stagionati boy-scout, ma l'invettiva è davvero forte ed efficace.
Per quanto i documentari di Moore siano tecnicamente irrilevanti, la presa di coscienza fornisce un'adeguato compenso al sonno letargico delle nostre menti.
Bisogna ammettere che il suo "cinema" è assai maturato: notevoli proprio le immagini di repertorio, dall'happy family del Sogno Americano ai frammenti di un'America ossessionata dal terrore "comunista", tutte metafore che si sovrappongono allo stile polemico ma bonario di Moore e della sua confusione ideologica.
Sorprende e annichilisce quando guarda la statua di Karl Marx: l'Icona gli suggerisce una sorta di rimozione, mentre i cittadini cubani quasi una bramata via di fuga.

Il film regge comunque bene le due ore di accuse, quasi una requisitoria verso una Nazione che ha dimenticato l'imperante dovere di assistere e curare le persone che ne hanno bisogno (con la terribile consapevolezza dei Medici responsabili della morte dei loro pazienti).

Un'americano che si chiede come mai siamo arrivati a questo, e sancire così la delusione per una Forza Democratica venuta meno, è già qualcosa.

Stavolta poi, si permette qualcosa di più eloquente il discorso sui Mali della Democrazia (per bocca di un'inglese, mi sembra) che sembra a tutti gli effetti uscito dal Capitale di Marx-Engels.
Quella per cui "è vantaggioso per il sistema che il Popolo venga demoralizzato" che in un linguaggio algebrico significa collocare debito=lavoratore accanito=assicurazione per gli infortuni=farmaci anti-stress=malattia.

Anche se devono tutti spiegargli cos'hanno contro gli americani (e difficilmente lo fanno) la denuncia delle Compagnie di Assicurazione e l'oasi sorprendente dell'Assistenza all'Havana toccano profondamente lo spettatore comune.

E se poi Moore si trasforma in benefattore e Pasionario dei diritti umani, poco male: l'agghiacciante storia di degenti ignobilmente scaricati dalle ambulanze per mancanza di lucro giustifica abbondantemente la visione di questo film

Invia una mail all'autore del commento Sgabroz  @  10/09/2007 16:35:50
   7½ / 10
Ritengo sia l'ennesimo buon lavoro di Moore. Curato, preciso, documentato. Non riesco ad accettare le etichette senza una motivazione. perchè è fazioso? Perchè è enfatico? Ritengo molto più fanatici, faziosi ed enfatizzanti i tg italiani. Che il sistema sanitario USA sia terribile non è poi cosi noto ai più, visto l'elevato numero di film, telefilm americani su medici e ospedali dove tutto sembra funzionare alla perfezione che contribuiscono a creare una opinione comune non proprio vicina alla realtà. Ci sono immagini in questo film che definire agghiaccianti è poco, come la signora abbandonata per strada che vaga barcollando sul marciapiede. il resto del mondo o perlomeno nei paesi che godono di un sistema sanitario pubblico certe cose non avvengono. a NESSUNO viene negata una assistenza di base. E' vero tutto e il contrario di tutto ormai, l'america non è l'inferno e il resto del mondo non è il paradiso però ci vorrebbe un pò più di umiltà e obbiettività per giudicare le cose senza pregiudizi o preconcetti.

Exodus  @  09/09/2007 20:41:48
   5 / 10
Per quanto possa essere valido a livello visivo e tecnico, non me la sento di promuovere un documentario fazioso ed inutilmente enfatico; che la sanità americana sia organizzata secondo un sistema quasi criminale è risaputo, ma non credo che il modo giusto per denunciarlo sia presentare l'America come l'inferno e resto-del-mondo come il paradiso.

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Ultima risposta 11/10/2007 19.45.29
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Invia una mail all'autore del commento Fra_MI  @  08/09/2007 22:53:31
   9 / 10
Preciso Abile e Astuto...e bravo il nostro Mike.

f_finocchi  @  08/09/2007 19:06:28
   8 / 10
Per essere un documentario è davvero piacevole. Purtroppo a volte è sconvolgente ma deve far riflettere ed in questo ci riesce sicuramente. Da vedere assolutamente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  08/09/2007 11:08:46
   8 / 10
Non al livello di Bowling for Columbine, il miglior documentario-denuncia visto finora, ma sicuramente superiore a Farenheit (secondo me una delle cause del trionfo di Bush) Sicko affronta uno dei nodi scoperti dell'Impero americano: la sanità. E lo fa con intelligenza e con veri colpi bassi soprattutto quando confronta la sanità americana con quella cubana, un paese povero e sottoposto ad un embargo decennale. Ci sono le solite smielature, tipo i quadretti franco-inglesi troppo esagerati e anche delle forzature quando confronta le cure che avrebbero i terroristi rispetto a quelle che non hanno i pompieri (a me di Guantanamo raccontano ben altro), ma l'uso dell'ironia è come negli altri 2 precedenti film straordinario, il vero marchio di fabbrica di questo artista, perchè presentare situazioni disperate in modo quasi divertente aiuta lo spettatore ad avere quel distacco necessario che lo aiuta a pensare meglio e a seguire con piu attenzione (...).
Il finale è commovente, ma forse un pò furbo, altra caratteristica sempre presente del cinema di Moore (che necessità c'era di dire che ha aiutato un suo avversario a tirare avanti col suo sito internet se lo ha fatto senza secondi fini? ).

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Gruppo COLLABORATORI paul  @  07/09/2007 12:21:00
   8½ / 10
Film dichiaratamente di parte, ma realizzato da un americano che ama il proprio paese e che forse fa molta leva su uno stile one-side per far risaltaree il concetto di uno stato che deve cambiare. La pellicola ha un inizio un pò stentato ed una parte centrale troppo parziale, ma si riscatta in un gran finale di fratellanza a mio parere per nulla ipocrita. Funziona, in questa parte, il vero Moore, più portato ad unire che accusare. E, forse, potrà anche aver smosso qualcosa nell'opinione che certi statunitensi hanno di Cuba.

Simmetria84  @  07/09/2007 04:22:49
   6 / 10
non male potrebbe essere migliore...
parlare di una tematica cosi complessa con una certa semplicità non è affatto facile, soprattutto se da dietro c è l'intenzione di affossare personalità politiche ( e lo fa anche arrangiando cifre un pò dubbie)
Avrei preferito un faccia a faccia tra le diverse realtà meno unidirezionale

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Ultima risposta 07/09/2007 11.01.51
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  07/09/2007 00:13:39
   8 / 10
Semplice, diretto ed efficace, con annessi anche i rischi che implica usare questo tipo di linguaggio. Infatti manca un po' di obiettività nel descrivere i vantaggi nell'avere un sistema sanitario nazionale pubblico senza evidenziare gli svantaggi, ma a Moore interessa mettere in luce il principio (pienamente condivisibile) della sanità alla portata di tutti, dove ognuno può essere curato senza che un livello di reddito poco adeguato, o peggio ancora senza nemmeno un reddito, possa diventare una condanna a morte certa e dove la logica del profitto prevale sulla vita delle singole persone. Molto buona la trovata finale di Cuba.

edo88  @  06/09/2007 16:11:44
   7½ / 10
Convincente e ben fatto.
Bravo Michael, i documentari sono proprio il tuo forte.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  05/09/2007 22:56:05
   7½ / 10
ci si alza dalla sedia con una faccia sconcertata...altro che "farenait..." mi verrebbe da dire!
qui Moore tocca un argomento che conoscono tutti ma che sorprende sempre quando se ne parla!
un bellissimo documentario che non annoia mai grazie ad un montaggio dinamico...
le uniche cose che non ho apprezzato sono state:la sceneggiata della famiglia in crisi all'inizio del film...e mettere troppo in risalto la differenza tra paesi diversi...non è che in Europa sia tutto rose e fiori!
da vedere

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