Un cavaliere torna dal campo di battaglia solo e trova ad attenderlo una terra devastata dalla peste, e la Morte che lo reclama. Riuscirā a prolungare la propria esistenza impegnando la Mietitrice in una lunga partita a scacchi che sa di non poter vincere.
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Intervengo immediatamente visto l'insensato voto precedente. Il settimo sigillo innanzitutto è un capolavoro, forse il migliore di Bergman insieme a Il Posto delle fragole, e non è un film adatto a tutti. Chi ha come film preferiti quelli di Vin Diesel per esempio farebbe bene a lasciar perdere la visione e riprovare in un altro momento, quando si sarà più formati cinematograficamente. Film sulla vita e la morte, e sul rapporto fra uomo e Dio. La messa in scena è quasi teatrale, con i personaggi di contorno che alternano momenti drammatici ad altri più sul genere della commedia. Straordinaria la figura della Morte, e grandissima interpretazione di Max Von Sydow, che riesce tramite la sua mimica facciale a farci entrare nella testa del protagonista, al centro del conflitto interiore che sta vivendo. Alcune scene poi innalzano il film a vette difficilmente eguagliabili: e parlo ad esempio delle raffigurazioni di Cristo sempre sofferente e soprattutto dell'ultima favolosa scena
Dal film si ricava un'immagine della Morte a tratti inquietante, a tratti inaspettatamente umoristica: nel momento in cui dichiara che la Morte non può essere ingannata, è proprio ingannata. Ma la cosa che colpisce di più di questa Morte è che, come dice proprio lei stessa, non ha misteri. Infatti è solo un passaggio, nulla di più, una linea divisoria, il mistero vero è l'esistenza di Dio e di Cristo, forse veri protagonisti dell'intero film. Bergman non si preoccupa di fare un affresco storico realistico della sua Svezia, ma di porre il parallelismo, grazie anche a un bianco e nero fuorviante e fuori dal tempo, con ciò che stava accadendo nel mondo in quel momento: la Guerra Fredda, un periodo in cui la paura della morte si poteva toccare con mano. Bergman ci dice che di tempo ne abbiamo per riflettere e capire ed è inutile negarlo.
Forse sono ancora un po' sfasato, ma credo che "Il settimo sigillo" non sia, come da molti detto e scritto, un film sulla Morte, bensì un film su Dio. La Morte è la protagonista del film, ma non il soggetto. In effetti il sinistro mietitore è il mezzo con cui Bergman ci vuol far arrivare al "fine". Ingmar, infatti, tramite "Il settimo sigillo" riflette sull'esistenza di Dio, fornendo tanti "pareri", ma ben poche risposte. E' così che diventano fondamentali i co-protagonisti del film: Antonius Blok, il cavaliere che non sa più cosa credere; Jons il suo scudiero senza fede; Jof il comico veggente... Ognuno di questi personaggi ci espone una propria visione sull'esistenza umana e su quella divina, senza mai rispondere realmente alla domanda cruciale: chi è Dio? Fino ad arrivare al finale assai ermetico, che lascia aperte le considerazioni allo spettatore stesso. Forse, però, cercando di soffermarsi un po' su alcuni rimandi simbolici, si potrà notare che Bergman sembra voler fornirci una sua interpretazione personale: Dio esiste eccome anche se è triste, quasi disperato. Il regista ci raffigura sempre il crocifisso in una posa assolutamente distrutta e, sopratutto, urlante: il Cristo sembra quasi che voglia "discostarsi" da ciò che ha voluto salvare. Egli non sta soltanto gridando per il dolore che prova sulla Croce: egli prova dolore per LA Croce. L'ambientazione medioevale, infatti, non poteva che essere più azzeccata di così, per quanto concerne le conclusioni che Ingmar vuol trarre: i villaggi sono desolati, la popolazione è ignorante e la gente è quasi meschina (molto significante il passaggio in cui Jof è costretto a umiliarsi sul tavolo). Sembra una terra senza Dio, ma in realtà Dio c’è ed è disperato. Questa, se vogliamo, è una realtà ancor più tragica rispetto all’ipotesi di un’assenza divina. Spendendo poi due parole sulla regia di Bergman si possono trarre due considerazioni fondamentali: 1. La "mise en scene" è decisamente teatrale: Ingmar sembra quasi che voglia rappresentarci il suo film come una tragedia, raccontandoci la vicenda in toni decisamente drammatici (quando non tragici), ma infarcendo il tutto con qualche uscita umoristica (straordinaria la scena in cui la Morte inizia a segare l'albero); 2. Lo stile di Bergman è decisamente sobrio: moltissimi stacchi, camera mai in movimento e una grandissima quantità di primi piani. Non mi stancherò mai di ripetere che di tecnica non ci capisco gran che, ma non credo di dire cavolate quando ammetto che lo stile di Bergman è agli antipodi rispetto a quelle di Welles. Nella sua incredibile semplicità "Il settimo sigillo" rimane forse uno dei film più complessi e inquietanti mai diretti, che influenzerà poi moltissimi registi. Certo è che comunque "Det sjiunde inseglet" non può considerarsi un film per tutti: se avete l'intenzione di guardarvi un'opera d'arte non vi si presenteranno problemi, ma se al contrario credete di guardare un film in cui la Morte va in giro a far scoppiar per aria le persone, noleggiatevi pure "Terminator"...
Il tema della fede, affrontato in maniera complessa, onirica e assolutamente personale: l'uomo alla ricerca di Dio ha nella morte, l'unica certezza. Tragedia e comicità convivono insieme come in uno spettacolo medioevale.
Un imponente film onirico del maestro svedese Ingmar Bergman. Il gioco a scacchi con la morte, un ‘idea decisamente affascinante ed illuminante, che si mescola ad una ambientazione del periodo più “cupo della storia”, il medioevo, dove credenze, rituali, profezie e rigori religiosi (le flagellazioni, i roghi) rappresentano il palcoscenico ideale dove affrontare tematiche esistenziali ..il cavaliere alla disperata ricerca di Dio, che si interroga sul senso della propria esistenza, mentre duetta con la morte (che assume diverse forme ed espressioni) ..ma anche il fido scudiero (alterego del protagonista), rassegnato al nulla, chiuso in un proprio freddo e pratico idealismo, con un proprio codice di valori. I paesaggi, il particolare momento storico, la cecità del clero, il leggero mondo del teatro, tutto viene sapientemente convogliato per narrare l’eterna domanda dell’uomo circa il significato della propria esistenza ..così le espressioni dei volti segnati dalla paura della morte (la giovane donna destinata al rogo) sono il segno di un riconoscimento dell’ineluttabilità del destino ..ma anche un simbolismo che vede ogni personaggio tracciare un percorso rappresentativo del proprio tormento interiore, portando con se dolore e speranza. Maestria assoluta nel tracciare gli sguardi con sapienti tagli di luce, coinvolgente ed al contempo inquietante la colonna sonora (tesa a sottolineare le scene più significative), grande accuratezza nel montaggio e nel ritmo imposto al racconto ..ottime le interpretazioni di tutti gli attori, con elevate capacità espressive, tali da infondere un tangibile senso di angoscia ed apprensione. Uno dei più classici capolavori del cinema d’autore, per tematiche trattate e capacità espressive ..l’opera più “nobile” del teatro portato sul grande schermo dal maestro del cinema europeo Ingmar Bergman.
Film bellissimo... Molto lontano nel tempo, però attuale... Le scene sono molto studiate e sempre indispensabili, i personaggi ben caratterizzati con ognuno un destino preciso... La regia è mirabile come il bianco e nero...
molto bello, ma tratta un tema estremamente complicato e teologico da commentare. cast perfetto e buona e certe volte divertente la sceneggiatura. un grandissimo Bergman che oltre a parlarci della paura della morte ricostruisce impeccabilmente la sua nazione negli anni delle crociate.
E io gli dò 10, avaracci!:-) Quando un film è perfetto, perché lesinare? Non c'è una sola scena che si possa considerare superflua: ogni inquadratura, ogni gesto sono densi di suggestione e significati. Chi vuole può soffermarsi sul percorso umano del nobile cavaliere, coinvolto in un gioco crudele con la Morte, ma il personaggio dello scudiero non è meno interessante ("potrei violentarti, ma è una forma di amore che non mi interessa"; "potrei uccidere le guardie, ma a che servirebbe? è già agonizzante"). Accanto al padrone, che, in quanto aristocratico, si trova impegnato nel duro e implacabile meccanismo del "Sollen" (="dovere"), il servo, non essendo nobile, deve fronteggiare un gioco ancora più duro, quello del "Duerfen" (="potere", dunque scegliere, decidere). Ma il libero arbitrio sembra in realtà negato, di fronte a un destino che appare già deciso. Imprevedibilmente, sarà proprio il cavaliere a scegliere, distraendo la Morte. Memorabile la scena del rogo della strega, bellissima, innocente e rassegnata al proprio destino.
Cupo e inquietante. Uno dei capolavori del Maestro. La partita a scacchi con la morte è uno dei passi più geniali di tutta la storia dell'arte. Un'esempio di sceneggiatura e messa in scena perfetta.
Capolavoro assoluto. Inquietante il fascino ed il rispetto che la morte riesce a trasmettere su Antonius e sullo spettatore di riflesso, in un waltzer di mosse e contromosse, paure e desideri, fino alla liberazione finale. Imperdibile.
sicuramente un capolavoro. partita a scacchi come metafora della vita e rappresentazione della morte (angosciante). dialoghi mostruosi talmente sono riflessivi, talvolta troppo. regia all'altezza di bergman. musiche intelligenti e adeguate. lunghezza del film + ke giusta. tra i grandi film "di nicchia" forse il + "di nicchia" in assoluto. impeccabile l'idea di fede ke scaturisce da questa pellicola. nn vorrei dare 10 xkè è sicuramente inferiore ad altri 10 ke ho dato, ma lo do lo stesso x coerenza visto ke ho dato 10 anke a film meno "dignitosi". masterpiece x intenditori, solamente apprezzabile x profani del cinema, ed è giusto ke sia così e ke continui ad esserlo.
...un vero capolavoro, di una profondità che pochi film che ho visto hanno avuto... Recitazione e dialogni veramente ottimi, soprattutto quest'ultimi mi hanno profondamente colpito... Un finale bellissimo x un film che ha fatto, con merito, la storia del cinama...
Sostanzialmente un qualcosa del quale non sentivo una grande mancanza. L'avevo sempre assunto in piccole quantitā temendo l'overdose di bianco e nero, ma la notte scorsa tra le 3 e le 5 la svolta. Come temevo sono dovuto tornare indietro spesso perchč mi perdevo a pensare ad altro. Quindi non si puō proprio definire travolgente. Discorsi profondi, ma visionari e sconclusionati che non ero in nottata per ascoltare... MH, il fatto di aver appena pensato alla parola "visionari" per una pellicola del '57 trasforma il mio voto istantaneamente da 8 a 9. Buono. Nel vederlo si ha sensazione che abbia fatto la storia del cinema, perō secondo me, resta un gran mattone...
Ho scoperto da poco questo regista,l'altro ieri hovisto per la prima volta questo film,che dire un film stupendo,ottime sia le ambientazioni che i dialoghi e bravissimi gli attori,capolavoro,geniale l'idea di una partita a scacchi con la morte ben impersonificata dall'attore,un film da vedere,ma non per tutti.
film x palati fini e nn per tutti quindi x chi nn se la sentisse nn lo guardasse. A me nn è dispiaciuto.. forse mi aspettavo qualcosa in + però scorre velocemente senza problemi...
Penso che per quanto uno si possa impegnare, sia impossibile negare la grandezza di quest'opera, dal tema trattato al modo in cui viene trattato, dagli ambienti alla caratterizzazione dei personaggi, dai dialoghi all'idea geniale della partita a scacchi. Vi sono, tuttavia, dei tratti troppo lenti che addormentano un pò il film, e lo allontanano, anche se per poco, dal capolavolo, o perlomeno da quello che io intendo per capolavoro. Lugubre e meravigliosa la danza finale.
Una domanda : ma la scena in cui la mietitrice taglia l'albero, che a me è parsa ironica, ha un particolare significato che non ho colto? o semplicemente quell'impressione è stata solo mia?
Forse sbaglio a vedere tutti i film della top ten per curiosità, ma probabilmente no, questo come "blade runner" e "quarto potere" , mi hanno un po deluso, specie questo e "blade runner". L'ho trovato assolutamente lento, e badate che non sono di quelli che non tollera questa caratteristica, anzi, adoro "Il padrino 1 e 2" e li ritengo i migliori film di tutti i tempi assieme a "pulp fiction". Eccellenti anche a mio modo di vedere, "il buono il brutto e il cattivo" di Leone e "C'era una volta in america". Questo film ha dei buoni dialoghi e la morte vive di autorevolezza propria, ma ho preferito il grande Al Pacino in "L'avvocato del diavolo", che interpretava un diavolo strepitoso. Quelli sono dialoghi!!
un 'ottima opera stile teatro che purtroppo ai giorni nostri perde un po del suo fascino...i dialoghi sono belli ma superati e quindi non penso sia da dieci perche non è riuscito a mantenersi nel tempo... alcune scene sono molto ben girate e la figura della morte è semplicemente "spettacolare" "io non ho segreti,a me non serve sapere..."
Attualissima opera di Bergman che personalmente mi ha dato molto da pensare… Dialoghi superlativi (tutti, ma in particolare quando Von Sydow “si confessa” con la morte), geniale (non solo per la partita a scacchi) e profondo come poco altro, filosofico ma anche ironico, si interroga (come nessuno è riuscito a fare successivamente) su quale sia il senso della vita, su Dio e su cosa ci sia dopo la morte…
direi spettacolo! Anche se all'inizio può sembrare pesante(perchè è in bianco e nero e parla della morte) è davvero spettacolare.... bella la scena in cui mangiano le fragole e bevono il latte(che poi sono dei temi ricorrenti nei film di bergman!) e quella dove i tizi si frustano pentirsi...
Non conoscevo questo film, ma me ne sono incuriosito vedento la media voti altissima. Originale, e riflessivo, ma troppo lento. Troppo teatrale. Onestamente me lo aspettavo migliore, e credo (a mio modesto parere) che la media voti sia esagerata.
CAPOLAVORO ASSOLUTO!! il tema trattato è di quelli che sono sempre attuali...la morte e ti fa veramente riflettere su di essa con dialoghi incredibili e profondi recitati in quel gergo meraviglioso che era quello di qualche decennio fa e che penso sarebbe bello parlare anche oggi ogni tanto. Film assolutamente indimenticabile. Lo rivedrò di sicuro con piacere per gustarne appieno tutte le sue pieghe semplici eppure così geniali!! IMPERDIBILE!!
un film molto suggestivo per le ambientazioni,le musiche ma sopratutto per il tema trattato tutt ora attuale.nel suo estremo realismo epocale emergono tematiche quali il timore delle scadenze millenaristiche,l imminenza della morte,la superstizione che degenera in veri omicidi....ma qui il problema religioso assume un significato esistenzialistico ed èp da questa affermazione che trova riscontro la mia tesi secondo la quale questo tema è piu che mai attuale.ieri come oggi l uomo si interroga riguardo il senso della propria esistenza,circa la divinità e anche sul peso della morte che grava immancabilmente sulle nostre vite sin dalla nascita.MOLTO BELLO DA VEDERE.
C'è un solo, miserello commento su questo film, classico da cineforum (amatissimo dai preti: il mio DVD lo ho acquistato dalle Paoline), e quindi su cui può aleggiare Paolo Villaggio ed il suo commento alla corazzata Potemkin. In realtà è uno di quelle opere ultraclassiche, che affronta temi importanti, girata perfettamente, con attori straordinari (Max von Sidow !!!!), inquadrature che ti rimangono impresse nella mente, insomma è il classico capolavoro. Non è consigliabile a tutti e comunque da vedere solo in certe condizioni, e cioé dopo essersi documentati su Bergman, in silenzio assoluto, preferibilmente di notte, da soli o in piccolissima compagnia, non certo per svagarsi. Senza film come il settimo sigillo il cinema non sarebbe Cinema, ma se ci fossero solo film come questo i cinema avrebebro chiuso da un pezzo i battenti.
La figura della morte ō ambigua, assume a volte tratti demonistici e a volte confessionali. Grande film per la poesia e i pensieri filosofici che evoca e incarna con un gioco di immagini in bianco e nero superbo. E' ancora l'Apocalisse di Giovanni a sostenere la struttura del film, come dire che tutto si gioca sempre sul senso di colpa che anima il Nuovo Testamento, ciō conferma le origini cristiane dell'occidente (oltre che greche) che pensa la morte e la sofferenza oltre che viverla, le nostre origini greche sembrano emergere pių nella vita cosciente e normale del quotidiano. Ma quando si tratta di pensare nel pianto, nella sofferenza, nell'imminenza della morte la nostra componente cristiana, indipendentemente dal credere o meno nel soprannaturale cristiano, si fa sentire e come. Bravo Bergman che fa sempre film ignorando i pruriti del botteghino.
nel dialogo fra antonius e la morte,quando si confessa a lei credendola un monaco,è descritto in poche battute il significato della fede, non solo religiosa,come la testarda ricerca di un qualcosa di cui non si può aver certezza. tanto il cavaliere quanto lo scudiero cercano risposte alle loro paure,ciascuno in qualcosa di diverso,ma ognuno con la curiosità e lo spirito critico che è parte di ogni uomo. uno dei film più pregni di contenuti che abbia visto.
Sceneggiatura superata, oggi appare lento e noioso anche se il soggetto è ancora originalissimo; sarebbe così blasfemo pensare ad un remake che lo svecchi un pò?
Buon film, bellissima la recitazione tipo teatro, ma IMHO non si deve dare un voto alto solo perchè è un cult, ma bisogna avere uno spirito critico contemporaneo!
non ci resisto proprio e poi che onore....volevo continuare a commentare i film di Bergman secondo una mia personalissima sequenza e no, ripeto che onore....da poco iscritta a filmscoop e tocca a me spedire il settimo sigillo in alto. Comunque film di grande fascino, non tanto sperimentale come i successivi, ma ti fa riflettere sui temi così cari al maestro svedese. Bellissimo il confronto, anche artistico, tra i due attori protagonisti.
evviva grazie a me questo film entrerà nella top 25.lo merita pienamente.il film tratta soprattutto il tema dell'esistenza divina.vi sono i due protagonisti(cavaliere e scudiero) che rappresentano animo e ragione.spesso,come in ognuno di noi,ci sono lotte tra le due parti.lo scudiero cinico orgoglioso di non farsi abbindolare,eil cavaliere continuamente in lotte con se stesso per l'atroce dubbio sull'esistenza di Dio.è memorabile la scena della partita a scacchi tra il cavaliere e la morte.bellissimo
si ...concordo pienamente..questo capolavoro deve entrare nella top 25...dove è indubbiamente superiore a molti film che stazionano in quella classifica. Magistrale, superlativo , drammatico, sublime, filosofico.....e che altro dire........ottimi attori.....ottima storia, ottimi paesaggi,ottima ambientazione ......è un grande FILM....tutti dovrebbero vederlo!
Il mio primo Bergman è anche quello che mi è rimasto più impresso (al pari di Sussurri e grida), un capolavoro d'altri tempi, figurativamente favoloso con una fotografia, in bianco nero che gioca tutto sul chiaroscuro, eccezionale. Questo film dovrebbe essere preso come modello, archetipo del cinema quando diventa arte, ha la stessa suggestione di un quadro medievale e i contenuti di un saggio di filosofia di KIERKEGAARD senza arrivare a verità assolute, in pieno stile Bergman. Alcune sequenze sono veramente indimenticabili e l'interpretazione degli attori è superlativa. Certo secondo me Bergman si sa proprio esprimere al meglio in ambito medioevale (cfr anche La fontana della vergine) dando materialià ai tormenti e ai dubbi dell'uomo in maniera impeccabile. Pietra miliare. P.S: Battiamoci affinchè questo film entri nella top 25, mancano pochi voti e lo merita davvero molto più di altri "filmetti" che campeggiano immeritatamente sostenuti dalla superficialità e dalla retorica...
Forse leggermente sopravvalutato ma sicuramente agghiacciante. Difficile solo pensare di far girare un film intorno ad un tema tabu' come la morte. I film di oggi nonostante siano lerci fino al midollo di sangue non riescono a far intuire neanche minimamente il senso della morte. Bergman ci riesce e solo per questo merita la Top25. Quello che non mi ha convinto sono alcune interpretazioni, incongruenti forse con la profontità dei temi affrontati.
Un capolavoro assouluto. Bergman sintetizza con estrema semplicità, quasi in modo infantile, uno dei temi più inesplicabilii della mera esistenza dell'uomo: la morte. Il contenuto teologico spazia dalle preghiere contro la peste a citazioni tratte dall'Apocalisse evangelica. Da una storica partita a scacchi con la Morte ad una personificazione maestosa di questa, vera ed unica certezza al di fuori della fede del bene e del male.
"Io non ho segreti, a me non serve sapere..." Agghiacciante
Ecco il piu' grande capolavoro di Bergman, addirittura nel dvd originale ci sono dei commenti di esponenti religiosi, critici vari, molto interessante nel dvd anche tutta la parte dei contenuti extra, il film.. e come si commenta, va visto siamo di fronte ad una grande opera d'arte, consigliato agli amanti del cinema vero.
geniale,ironico,in ogni dialogo e situazione.un film allo stesso tempo triste nella sua veridicità e speranzoso nell'importanza dei valori.da senso alla vita.unico.questo regista era un mostro,ho visto di recente persona.altro caplavoro consigliatissimo.
Il Grande Capolavoro di Bergman insieme a Il posto delle fragole. Forse diametralmente opposto a questo (ma siamo sicuri?), ma non del tutto negativo nella sua ricerca di D.io. Imperdibile.
Sfidare la Morte a scacchi.. ecco la genialità di Bergman! Non vi sono parole per descrivere la poesia di questo capolavoro, la sua filosofia! A casa ho un quadro, che ritrae la medesima scena del film.. un cavaliere che gioca a scacchi con la Morte, la follia dell'uomo resa viva per nobili fini.
"L'età più pericolosa è il periodo tra la nascita e la morte" - Un inno alla vita
forse anni fa qst film sarebbe stato ritenuto 1 sfera magica. ora è sorpassato, noioso, x nulla innovativo. nn è 1 ciofeca, sia ben kiaro. è 1 film ke sa il fatto suo, ma nn appassiona. bocciato
Un Bergman acerbo e visionario in film imperfetto ma di forte impatto... Sicuramente è il punto d'ingresso per tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questo meraviglioso regista... Memorabile la partita a scacchi con la morte
L'unico film di Bergman che ho visto, mi ha deluso moltissimo. Per come la vedo io è una commedia con spunti drammatici inseriti male. Le apparizioni della morte sono ridicole anziché inquietanti. Non dico sia un brutto film, è un film come tanti altri e non capisco proprio come sia riuscito a ritagliarsi uno spazio così importante nell storia del cinema. Peccato, perché le premesse per un capolavoro c'erano tutte, l'idea era originale e interessante, ma è stata sviluppata male.
bergman risulta tra i registi che preferisco ma il VII sigillo proprio non lo considero tra i film che preferisco di bergman. Una cosa che proprio non mi va giù è quella di confrontarmi con persone che di bergman hanno visto solo questo film e che si ostinano a giudicarlo come il migliore di tutta la sua produzione.un bel film, niente di più.
Questo per me è cinema....quando non c'erano tutti questi effetti speciali e i film si basavano sulla recitazione e sui contenuti. Un film sulla ricerca di DIO,sulla ricerca di un senso a questa vita fatta troppo spesso di vuote parole e pochi fatti. La storia di un uomo che vorrebbe poter avere un rapporto diretto e tangibile con l'onnipotente senza doversi per forza rapportare unicamente con la fede. Impareggiabile!
Un capolavoro cinematografico ed un inno al bisogno che l'uomo ha di Dio . Svantaggi? E' un film complesso. Se visto con superficialità può facilmente portare ad una visione anticlericale e antistorica che non gli appartiene. ===> "GLI UOMINI, NON AVENDO POTUTO GUARIRE LA MORTE, LA MISERIA, L'IGNORANZA, HANNO CREDUTO MEGLIO, PER ESSERE FELICI, DI NON PENSARCI". ===> "IL SUPREMO PASSO DELLA RAGIONE STA NEL RICONOSCERE CHE C'È UN'INFINITÀ DI COSE CHE LA SORPASSANO". Questi due passi di Blase Pascal tratti dai suoi Pensieri mi paiono la miglior sintesi come presentazione ed aiuto alla meditazione su questo film. Ma per un maggiore approfondimento, se il tempo non ti sfugge, ti prego di seguirmi alla recensione pubblicata a questo indirizzo: http://www.ciao.it/Il_settimo_sigillo__Opinione_605394 .
la follia della fede e del cristianesimo e di un periodo storico, il medioevo, sempre in agguato anche nei nostri giorni, il fanatismo non ha età, e l'apocalisse incombe
film di uno spessore infinito! anche lascia qualche perplessità alla fine è decisamente un pilastro del cinema. se l'avessi visto prima l'avrei senza dubbio citato nella mia tesina sul simbolismo
E' un bel film gotico, ma la Fonte della Vergine e soprattutto il posto delle Fragole sono altra cosa, tra quelli che ho visto di Bergman. Rimane cult la scena della partita a scacchi tra la morte e Von idow, ma mi pare un tantinello sopravvalutato.
ma come si fa a dare più di 6 a questo film, assolutamente noioso.......sarebbe un 5 e mezzo ma voglio dare 6 perchè il regista è sicuramente uno dei migliori della storia, per la grande profondità della trama e anche per il fatto che il film è stato girato in solo 1 mese e mezzo(spero di non dire una boiata ma a me è stato detto così) e con mezzi e risorse molto scarse, visto anche l'anno di l'anno di uscita(1957)......complessivemnte però credo che la sufficienza sia meritata!