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Guardare questo film quasi 50 anni dopo non è un'esperienza così immediata, soprattutto perché alcune contestualizzazioni risultano più complesse per chi non ha vissuto l'epoca in cui è stato realizzato. Calarsi in quel contesto non è affatto banale. Eppure Taxi Driver resta ineccepibile: ti immerge nella New York dell'epoca, facendoti percepire il declino di una società caotica e frammentata, che forse oggi versa in condizioni persino peggiori. Con un protagonista profondamente solo, il film trasmette un senso di alienazione ancora potente e purtroppo attuale. Ma chissà... esiste un 'Taxi Driver' per i giorni nostri? Sicuramente sì.
Con taxi driver Scorsese ci regala una pellicola capace di mettere in luce tutto il marcio di una società di *****,anche grazie alle immagini degradanti mostrate per tutta la durata del film,l'atmosfera di desolazione e di sporco che permane la pellicola e l'intera caratterizzazione del personaggio interpretato da un grandissimo de Niro. Crudo,sporco e sicuramente non leggero,taxi driver è un film maestoso che in quasi due ore riuscirà l'opera di logoramento nella psiche dello spettatore che si immedisemerà sempre di più nella mente di Travis,cogliendo tutto il suo disagio psicologico respirando a pieni polmoni le atmosfere sporche di questo capolavoro
Capisco chi possa non averlo apprezzato così tanto. Per me però taxi driver rimane uno dei pochissimi film geniali e poetici, che si addentrano nei turbamenti della vita in maniera reale e non cartonata come quasi tutti i film fanno. La suspance e l'atmosfera viaggiano di pari passo col protagonista, e con tutti gli altri personaggi, senza prevaricazioni, in maniera che il film navighi dolcemente senza andar sopra le righe. Questione di scelte, di fatti il film rimane un ibrido, con un finale ambiguo. La teoria del sogno mi pare piuttosto lecita, d'altronde Scorsese interpreta un bellissimo pazzoide non a caso, un regista che sa il fatto suo
I film sull'America, ci aiutano comprendere un paese così diverso dal nostro e che non ha lo spessore ne culturale ne etico per sedersi non richiesto, sullo scranno di chi guida il mondo.
a me personalmente e a mio personale gusto il film in questione nella sua interezza non mi ha entusiasmato ho si trovato alcune scene o vicissitudini ben realizzate e interpretate ma per me sono troppo poco per sorreggere il film e a renderlo il capolavoro tanto osannato
a fare tuttora la scena di -sparare cosi- a una persona di colore ti crocifiggono come a Cristo
trovo questo film veramente sopravvalutato a me non è molto piaciuto
uscendo con la ragazza tanto desiderata si deve andare al cinema senza parlare di che film - a luci rosse
bisogna fissarsi che l attuale politicante in corsa elettorale è a prescindere lui il male di tutto
la scena della sparatoria è poco efficace dopo giorni al tirassegno con centri perfetti spara loro anche per primo ma se li trascina dietro ancora mezzi feriti avendo comunque la possibilità di finirli
finale da favola lui eroe e lei inverosimile che ritorna ma è lui che la rifiuta e se ne và
Uno dei miei film preferiti. L'ho visto così tante volte che ho perso il conto. Un ritratto della decadenza americana degli anni '70. Quest'atmosfera che permea "Taxi driver" è palpabile ed è l'indiscussa protagonista della pellicola. Travis, interpretato da un Robert De Niro in stato di grazia, osserva con i suoi occhi e vive questo inquietante contesto. Un must assoluto.
Un pugno allo stomaco dover assistere ad una rappresentazione così cruda, così neorealista dei bassifondi metropolitani, membra esistenti e palpitanti della società, società che ha apparentemente abbandonato al loro habitat masse di persone insoddisfatte ed arrese, involontariamente incapaci di smuoversi dal loro status quo e di capire il senso e le sfaccettature della realtà che le circonda. Uno scenario sporco, nauseante che gli americani non erano abituati a vedere sul grande schermo, una versione inedita di New York e dell'America, sponsorizzata nella parte di secolo precedente in maniera candida, promettente, ideale. TAXI DRIVER è stendardo di una vera e propria rivoluzione artistica condotta da una presa di coscienza di una popolazione in cerca di attenzione e in attesa di risposte per i suoi problemi. Martin Scorsese ci rinchiude tutti in un purgatorio senza via di fuga e da soffrire passivamente, inquadrato in maniera dolce ma malinconica con un'atmosfera a tutti gli effetti noir ma il cui fascino per il notturno e il misterioso diventa un po' perverso, attirato da una quotidianità che deve fare i conti con la parte più strana e solitaria del mondo contemporaneo. Capolavoro, eccellenza del neonoir, uno dei migliori film della storia del cinema.
Tra i miei film preferiti in senso assoluto, me lo rivedo anche per capire quanto abbia ispirato "Joker" di Todd Philipps. Tantissimo, come pensavo prima di rivederlo. Non che sia un difetto (gran bel film "Joker"), ma qua stiamo qualche spanna sopra. In quante pellicole c'è il senso di solitudine, inquietudine, inadeguatezza del protagonista Travis come in "Taxi Driver"? Un personaggio ai margini della società, che osserva il mondo dal suo taxi. Il percorso di Travis è quasi paradossale, con il finale che evidenzia il potere dei mass-media. Poi una New York così ben caratterizzata probabilmente non si è mai vista. Diverse scene cult. Immensi De Niro e Scorsese. Capolavoro.
Cosa dire... Il film è oggettivamente un capolavoro. Non è tra i miei preferiti ma non si può non dare 10 a questo film. Tutto è perfetto. La regia di Scorsese, l'interpretazione magnifica di De Niro, che non è uno dei miei attori preferiti ma qui è monumentale. Il lento (ma non noioso) progredire del film ti avvolge e avverti tutta la potenza dell'esplosione delle paranoie del protagonista.
Taxi Driver è uno dei migliori film di Scorsese. Il regista delinea la sofferenza e la solitudine di Travis Bickle, interpretato da Robert De Niro, che si sente turbato dall'insonnia e dal fatto di non avere relazioni sociali. Il suo lavoro da tassista nelle notti di una new york degli anni '70 gli permette di affrontare un mondo in cui non si sente parte, percependo dunque il bisogno di reagire. Tecnicamente di alto livello (regia, sceneggiatura, recitazione), il film potrebbe non piacere per la colonna sonora che diventa ripetitiva.
Forse il film migliore di scorsese. Un affresco della new york anni '70 che ti fa immergere totalmente nell'ambiente metropolitano. Ex marine, disadattato e psicotico, Travis, trova lavoro come tassista, trascorrendo i pomeriggi a guardare film porno e la notte in taxi per la città. Magistralmente interpretato da De Niro, Travis finirà per salvare una prostituta, tentare di uccidere un candidato presidente, narrando in prima persona il ventre marcio della città, la corruzione, la violenza in maniera mirabile, lucida. Brava anche la giovanissima (poco più di 12 anni) jodie foster esordiente e una serie di personaggi secondari che descrivono altrettanto bene gli abitanti di new york. il film non vuole essere solo una critica sociale ma un analisi psicologica di un uomo che non ha nulla da perdere perché ha già perduto tutto e il suo lento scivolare verso la pazzia. Il finale del film è altrettanto significativo e toccante. Nulla da eccepire, ovviamente, sulla regia che sfiora la perfezione con primi piani su strade, case, corridoi e androni di bordelli, cinema dozzinali in cui il nostro personaggio si reca a guardare film porno. Dialoghi mai fuori luogo il tutto accompagnato da un'ottima colonna sonora. Film coinvolgente, della durata di 2 ore, ma che scorrono velocemente. Veramente ottimo.
Taxi Driver è uno dei film più famosi del regista Scorsese. È il mondo visto da Travis Bickle, interpretato da un superbo Robert De Niro, un uomo reduce dal Vietnam visibilmente frustrato e solo. Egli si sente quasi un estraneo nella New York degli anni '70 e vive guidando il taxi la notte in una città dove la criminalità si aggira per le strade. Tanto è stato già detto di questo film e i suoi pregi: la fotografia, la recitazione convincente degli attori con una giovanissima Jodie Foster, la sceneggiatura che traccia un profilo interessante sulla psiche controversa del protagonosta, la regia movimentata e la colonna sonora jazz. Insomma un grande film che potrebbe non essere gradito a tutti perchè è incentrata su un unico personaggio.
La solitudine, l'alienazione della grande città dove si riesce a esser soli in mezzo a tanta gente e poi la violenza e il degrado urbano, Temi importanti trattati con una coniugazione e un tono per l'epoca originalissimo. il tassista notturno che si aggira nelle strade di new York alla ricerca di se stesso e soprattutto alla ricerca del senso della vita, è un "cult" targato Martin Scorsese. La storia è suggestiva sia per la grande interpretazione di De Niro, che per le musiche che sottolineano i momenti topici del film. Jodi Foster alla prima apparizione da attrice-bambina fu una bella scoperta
O da dire molto poco su Taxi Driver, oltre ad essere ancora uno dei film che preferisco in assoluto, è un capolavoro sporco e affascinante. Tutto è perfetto, dalla colonna sonora di Herrmann alla regia di Scorsese. Poesia e luci notturne, dove la solitudine nasce e sopravvive. Lo adoro.
Devo ammettere, soprattutto la prima parte un pochetto ha annoiato. Ma il personaggio di Travis Bickle mi è piaciuto davvero tantissimo, è particolare, ben caratterizzato, è bello vedere come si evolve. Ovviamente interpretato da un grandioso De Niro.
Martin Scorsese ha diretto un film stupendo, Robert De Niro nella parte di Travis è straordinario e il percorso del personaggio è ben sviluppato. La fotografia è magistrale, così come la regia. In questo film appaiono una giovanissima Jodie Foster, un camaleontico Harvey Ketitel e una sensuale Cybill Shepherd. Palma d'oro a Cannes come miglior film. Un cult assoluto.
Nell'olimpo di Scorsese insieme a Goodfellas. Lo avevo visto per la prima volta qualche anno fa, non me lo ricordavo così bello. De Niro in una delle sue migliori interpretazioni. Capolavoro. Per film del genere faccio davvero fatica a trovare le parole.. scusate..:)
"In ogni strada di questo paese c'è un nessuno che sogna di diventare qualcuno. È un uomo dimenticato e solitario che deve disperatamente provare di essere vivo."
Capolavoro del '76 targato Scorsese. Siamo fin da subito immersi nel putrido fetore dei bassifondi di New York, il degrado deludente e desolante di una routine personale e infernale che Travis Bickle porta dentro di sè.
"Ma dici a me?", Travis Bickle risponde alla propria domanda cambiando la propria vita per provare le sensazioni vivide di essere vivo. "Ne vuole droga, coca, erba?". Travis non vuole nulla, per essere vivo devi essere teso all'azione. Riprogramma la propria vita nella scena che simboleggia la propria volontà fisica e mentale di cambiare, la scena dell'allenamento dove con forza stringe il pugno verso il fuoco ardente del fornello. "Tutti i muscoli dovranno essere tesi".
Interviene l'amore nella vita di Travis, una passeggera transizione del nero della disperazione. Travis ama Betsy ma il tutto si risolve in un enorme fallimento e la donna si allontana per sempre da lui.
Interviene allora un senso di dovere indotto nella psiche di Travis, aiutare Iris e sottrarla dalla prostituzione. Il nemico disperazione è però sempre sulla porta e sempre più solo Travis inizia a soffrire di gravi disturbi psichici e decide di uccidere il senatore Palantine rappresentante secondo la propria visione sociale dell'ipocrisia becera statunitense.
La città si accorge finalmente di Travis, quando riesce ad uccidere e a salvare il "protettore" della ragazza e i suoi complici considerandolo a tutti gli effetti un eroe cittadino. La città non sa che però nei piani del presunto eroe compariva l'uccisione del senatore che, se portata al suo adempimento, avrebbe reso Travis un assassino agli occhi dei mass media.
Emblematico l'ultimo sguardo nevrotico del tassista Travis riflesso nello specchietto retrovisore che insinua nello spettatore un dubbio fatale, sarà davvero guarito il nostro presunto eroe o sarà soggetto ad azioni violente? Dubbio emblematico, per fare un collegamento pregnante, presente nell'ultima scena di Arancia Meccanica. Lì Alex esclama "Ero guarito, eccome!", qui invece Scorsese affida al silenzio la chiave interpretativa del finale del film.
Alienazione,solitudine,incomprensione,esaltazione,violenza,pazzia,eroismo.Alcuni aggettivi di questo magnifico film che non si può commentare senza fare un attento esame sulla società in cui viviamo.Superbo R.De Niro, eccellente la sceneggiatura di Shrader.Regia del talentuoso Scorsese..Un cult.
Film cult anni 70 con Robert De Niro che 2 anni prima aveva preso parte al film di Coppola il padrino parte 2o dove interpreta Don Vito Corleone da Giovane , un reduce del vietman che trova lavoro come tassista perche' non riesce a dormire la notte e che va a vedere i film porno , considerato il capolavoro di SCORSESE che in questo film fa anche un Cameo del marito geloso di sua moglie , De Niro interpreta magistralmente questo Taxista che stanco di questa societa' gli prende una sorta di pazzia scena cult da ricordare quando si guarda allo specchio e dice: MA DICI A ME? MA DICI A ME? , e nel cast anche una giovanissima Jodie Foster e Harvey Keitel .
Film manifesto sulla violenza urbana degli anni settanta e sugli effetti devastanti della schizofrenia abbinata alla solitudine. L'angelo vendicatore di De Niro è una figura complessa che non si dimentica sia per merito della sua incredibile interpretazione sia per il beffardo suggello finale che Scorsese sceglie per la sua parabola. Ultima e purtroppo orrenda partitura musicale del grande Bernard Herrmann.
Uno dei film piu' significativi del cinema americano degli anni '70 (epoca d'oro, per me). Interpretazione storica di De Niro, ricca di momenti iconici (il monologo davanti allo specchio, l'apparizione con la cresta mohicana).... Quando vedo l'immondizia in cui Bob ha lavorato negli ultimi 15 anni, e ripenso a cosa era in questi tempi, non so se piangere o spaccare tutto... Raffinatissima regia di Scorsese, meravigliosa sceneggiatura di Schrader e colonna sonora di grande atmosfera del leggendario Herrmann.
Bellissimo! Per quanto mi riguarda è il miglior film di Scorsese,trama bellissima,regia assolutamente perfetta e recitazione mostruosa in particolare quella di un giovane ma già bravissimo De Niro. Un cult unico,stupendo, da vedere e rivedere.
Questo film di Martin Scorsese è un capolavoro assoluto. Il protagonista, Travis Bickle, interpretato magistralmente da Robert De Niro, è un reduce del Vietnam che, data la sua insonnia cronica, decide di fare il tassista notturno in una New York sporca e violenta. Il film affronta il tema della solitudine e alienazione dell'uomo nella società moderna. Travis è un uomo solitario che tenta in tutti i modi di sentirsi vivo e importante. Il film è narrato completamente dal punto di vista del protagonista che, mentre è alla guida del proprio taxi, osserva la città trasmettendo allo spettatore un forte senso di alienazione e solitudine. La regia, la fotografia e la sceneggiatura, di Paul Schrader, portano lo spettatore a immedesimarsi nel protagonista, grazie anche ai bellissimi monologhi di quest'ultimo. La musica jazz del compositore Bernard Hermann, inoltre, riescono a creare una atmosfera perfetta.
Travis ha problemi a relazionarsi con il resto del mondo, ma vede in Betsy, interpretata da Cybill Shepherd, un'impiegata dello staff elettorale del senatore di New York Charles Palantine, candidato alle elezioni presidenziali, un modo per uscire dal suo stato di solitudine e alienazione sociale. Fallendo nel tentativo di conquistarla, inizia un turbine di follia che porta il tassista a diventare un giustiziere notturno, acquistando armi da fuoco e combattendo prostituzione e criminalità. La follia culmina nel tentativo di uccidere il senatore Palantine, in cui egli vede la causa di tutti i mali suoi e della città, ma fallirà anche questo. Non riuscendo nemmeno in questo, decide di salvare dal giro della prostituzione una ragazzina, Iris, interpretata da una giovane Jodie Foster, mettendo a rischio la propria vita e diventando, quindi, un eroe.
Il film si basa totalmente sul tema della solitudine e alienazione e la professione del protagonista ne è una metafora perfetta. Il lavoro di tassista notturno porta il protagonista ad osservare il degrado della New York notturna e a sentirsi estraneo a essa. Il desiderio di sentirsi vivo e parte della società lo porta a gesti disperati. E' ironico osservare come Travis passa dal poter diventare un criminale, uccidendo il senatore, al diventare invece un eroe, salvando la ragazzina dalla prostituzione.
Ho visto questo film una decina di volte ed è, in assoluto, il mio film preferito. Non è un film adatto a tutti e spesso considerato, erroneamente, lento e noioso (da chi, a mio parere, non riesce a immedesimarsi nel personaggio principale). In definitiva, è un film da non perdere e che resta tra i capolavori di sempre.
Mi sembra quasi una bestemmia dare questo voto ad un cult così popolare e riconosciuto però voglio essere sincero ed onesto, mi aspettavo molto di più e ammetto di esserne rimasto deluso. Il film è lentissimo e noioso nella prima parte, retto solo dall'immenso De Niro che però non può reggere tutto da solo. Si capisce l'inquietudine e la paranoia di Travis, il senso di giustizia e quanto vorrebbe fare qualcosa, però il film non decolla mai. Nella seconda parte ci si aspetta il cambio fi marcia, quel qualcosa che dia modo al film di esplodere e invece non succede quasi nulla, un paio di scene fantastiche ma che non hanno seguito. Tutto questo ci porta agli ultimi 5 minuti di follia che sono troppo pochi, a mio avviso, per salvare il film in corner. Preferisco altri lavori di Scorsese, De Niro invece è sempre strepitoso, questa volta non aiutato dalla storia.
In assoluto il capolavoro di Martin Scorsese, profondo e significativo. Il regista riprende, in parte, il tema della guerra in Vietnam (già affrontato nel cortometraggio "The Big Shave"), raccontandoci la storia di un giovane veterano sofferente di solitudine e paranoia (oltre che rabbia repressa). Un uomo che non ha molto da dire agli altri, un uomo che cerca di distaccarsi quanto più può dalla realtà che lo circonda, ovvero una New York inguardabile, lontano dal fascino "alleniano", ma mostrata nel suo più totale squallore. Prostitute, ladri, assassini e papponi governano le fondamenta di questa metropoli, e Travis li osserva all'interno del suo taxi ogni notte con amarezza (sente di aver servito il paese per niente, un pò la stessa filosofia espressa in "Rambo" qualche anno dopo), sperando addirittura in un ennesimo diluvio universale che ripulisca nuovamente la società dalla sua spazzatura. Non c'è da sorprendersi se a prima vista si innamori di una bellezza così angelica come quella della Shepard, dipinta come l'unica ancora di salvezza e fuoriuscita da una sporca prigione, quella della grettezza e nullità. Però quella bellezza lo rifiuta, in quanto lo considera proprio il prodotto di quella decadenza, per quanto Travis abbia voluto dimostrare di non esserlo. Entra ancor più in paranoia, considera quella sua ancora di salvezza l'ennesimo impostore e accresce ancor di più la sua rabbia, rivolgendola verso coloro che sono stati colpevoli della sua infelicità. Un candidato alla presidenza entra nel suo mirino, un altro impostore che non cambierà le cose, l'ennesimo truffatore che sforna false speranze alla povera gente. Travis si mette in testa di ucciderlo, di fare la parte del "giustiziere", non riuscendovi. Riesce comunque a mantenere il suo ruolo quando libera una ragazzina incitata alla prostituzione dal suo pappone. Viene considerato un eroe, uno che nel suo piccolo si è fatto giustizia da solo è ha debellato un pezzettino di male. Ma lo sarebbe stato lo stesso dopo aver ucciso un candidato? Immensa l'interpretazione di Robert De Niro, grazie a questo film entra di diritto nella rosa dei migliori attori del cinema americano, improvvisando una scena divenuta in seguito un cult.
Il mio Scorsese preferito rimane quello visto in Fuori Orario, ma questo qui indubbiamente è il migliore. De Niro confeziona a mio avviso la migliore performance della carriera e pure il resto del cast non scherza la giovanissima Foster convince e Keitel nella parte del magnaccio è fantastico. La colonna sonora è tra le più belle e azzeccate che si siano mai sentite in un film oppressiva e sconfortante che calza a pennello col personaggio interpretato da De Niro. Tenendo conto anche di elementi quali fotografia,regia e critica alla società di allora decisamente perfetti penso sia difficile trovare un qualsivoglia difetto in questo lavoro di Scorse.
Uno dei cult anni '70, il miglior decennio del cinema Hollywoodiano. Un film di non facile assimilazione, in alcuni punti soprattutto all'inizio molto lento; ma il livello è eccelso, la regia di Scorsese è un capolavoro con scene che si possono annoverare tra le migliori del cinema: la mia preferita è quando Travis è al telefono e la telecamera lo abbandona per inquadrare il corridoio vuoto mentre si continua a sentire in sottofondo la telefonata, e una volta finita con la telecamera sempre fissa ecco rispuntare Travis...
De Niro fornisce una prestazione disumana, molto probabilmente la sua migliore insieme a "Il cacciatore"; c'è anche da dire che ha per le mani un personaggio non da poco, tra i più inquietanti e psicologicamente instabili che abbia mai visto.
Una sceneggiatura con i fiocchi, dialoghi brillanti e intelligenti che funzionano come giusto contrappeso ad un ritmo complessivamente abbastanza lento. Il finale ai limiti dello splatter è abbastanza controverso, non ho mai apprezzato pienamente questo cambio di registro forse un tantino esagerato e pompato rispetto allo stile del resto del film, anche se comunque può starci.
presenti spoiler New York: Travis Bickle è un ventiseienne alienato, isolato, depresso, ex marine reduce del Vietnam congedato nel 1973; egli soffre di una insonnia cronica che lo porta a lavorare come tassista notturno. Di giorno spende il suo tempo libero in solitudine, scrivendo un diario e guardando la televisione, e, quando esce, il suo unico svago è la visione di film pornografici in squallidi cinema a luci rosse, mentre di notte guida il suo taxi per tutti i quartieri di New York e le sue uniche frequentazioni sono alcuni colleghi che incontra in un bar durante la pausa. Travis è vive totalmente al di fuori della realtà che lo circonda, non capisce chi lo circonda e chi lo circonda non capisce lui (non riesce nemmeno a confessare i suoi problemi a un suo "amico" tassista). esempio di questo straniamento è quando decide di portare una ragazza con cui ha appuntamento a vedere un film pornografico, lei va via immediatamente, lui non capisce cosa abbia sbagliato. secondo me poteva essere più approfondito il passato di questo personaggio. cos'è che la spinto a recarsi a New York e cosa lo abbia reso così estraneo al resto del mondo. alla fine comunque gli capita una possibilità di redenzione, di salvare una bambina da un cupo, oscuro mondo che non le si addice. riuscirà nel suo intento?
Scorsese-De Niro in un'accoppiata vincente film riuscitissimo, dalla regia all'interpretazione di De Niro, sconvolgente davanti allo specchio e nella sparatoria il personaggio di Travis è alla fine un bambino, un uomo che dice quello che vede e pensa, che mente ai genitori, che pensa di poter fare giustizia da solo, che vive di sogni...impressionante davvero
Il film è ben fatto e nonostante siano passati quasi 40 anni dalla sua uscita ancor oggi si lascia guardare tranquillamente. Ottima l'interpretazione di De Niro e la sceneggiatura, nonostante mi abbia annoiato leggermente in alcuni punti, tutto sommato è semplice e può essere seguita facilmente. Per molti è un capolavoro, io personalmente non ho avuto questa impressione, forse perchè considero questo film distante dal vero capolavoro di quel periodo: "Il Padrino".
Ad oggi il miglior film americano che ho visto. Trama semplice senza lasciar nulla alle spettacolarizzazioni, Deniro prestazione da oscar nell parte del disturbato, finale poetico anche se nonostante abbia ammazzato non si doveva far un po di carcere? Forse ecco perchè alcuni credono che l incontro con Betsy nel finale non è accaduto realmente ma è solo un immaginazione di deniro ormai moribondo.
Bella la scena finale con Deniro superlativo, però essendo Scorsese un maestro di regia non mi è parsa una scena eccezionale sul piano registico, azzarderei dire che la "trilogia del milieu" di Fernando Di Leo realizzata 4 anni prima forse contiene scene di violenza più complesse ben fatte e forse più credibili:
ad esempio quello salendo le scale fa una carneficina ed esce un delinquente con la pistola che invece di sparargli in testa gli va sulla spalla o sul fianco non ricordo. Lo stesso deniro prende una pallottola sul collo ma va avanti come se niente fosse.....,
È uno di quei film che si amano o si odiano. Per una volta mi trovo nella via di mezzo. Il film in sé per sé è pure bruttino, ma è proprio qui la chiave: la capacità di coinvolgimento è molto più alta.
Insomma, per me non è niente di eccezionale, ma comprendo chi ha messo voti abbastanza alti.
Nella mia top 10 questo capolavoro con un de Niro mai così bravo , una sceneggiatura fantastica e situazioni entrate direttamente nella storia della settima arte. Chapeau
Un film molto particolare. C'è chi lo definisce noioso e c'è chi lo definisce un capolavoro. Io sono dalla parte del capolavoro. Questo film non parla del personaggio, ma della situazione che lo circonda. Il film parla della solitudine, lo sfruttamento, il razzismo. Questi sono i protagonisti del film. Finchè un giorno non perde la testa e fa una strage, uccidendo tutte quelle persone che fanno parte di quel sistema sbagliato. La regia è particolare, ci sono scelte registiche molto strane (per esempio Robert De Niro va da una parte e la macchina da presa da un'altra). La colonna sonora alterna momenti romantici a momenti di tensione. Molto bravi gli attori, sopratutto la bambina Jodie Foster. Bello il cameo di Martin Scorsese.
Film molto bello con un De Niro in forma strepitosa. Il film è una riflessione sulla solitudine e a quello che può provocare. Mitica la scena della sparatoria con sangue a fiumi, inoltre da segnalare la presenza di Jodie Foster appena 14enne. Forse un po' troppo cervellotico e a volte anche lento in certe parti infatti il mio 8 non è pieno ma è un 8=, comunque scorsese sforna una pellicola storica e molto sociale. La miglior interpretazione di De Niro.
Quello che mi ha trasmesso "Taxi driver" è che le cose non sono mai come sembrano,la nostra società è composta da tanti ideali differenti,da tanti modi di vivere diversi,da tanti moralismi o modi di pensare opposti;le azioni compiute da ogni singolo individuo sono sempre dettate,in un modo o nell'altro,da un motivo..c'è sempre un motivo alla base di una scelta. Il mondo di "Taxi driver" è un mondo pieno di sofferenza,malavita,falsi ideali,ipocrisia,prostituzione e mancanza di dignità..viene sottolineata la difficoltà di relazionarsi con gli altri,di vivere..e non viene sottolineata solo con il taxista ed ex Marine Travis ma anche con qualsiasi altro individuo si veda nel film..una giungla dove ogni persona deve arrancare per poter continuare a vivere nella sua metropoli,nel suo mondo;anche le persone apparentemente "normali" nascondono un pizzico di ipocrisia..la scena finalissima del film lo sottolinea palesemente....Travis è un tramite..è quella variante che ogni tanto può cambiare le cose,quell'uomo che non ha nessuna identità,che vede semplicemente la sporcizia che ha intorno,che cerca di giudicare le cose nel SUO modo più giusto....si tratta di quella variabile imprevedibile,come una cellula impazzita..una variabile che può far di Travis un autentico criminale o un popolarissimo eroe.. Grande fetta di vita di una america anni 70,condita dalla regia di uno Scorsese che si sente chiaramente fuso con quella fetta di realtà che viveva all'epoca.
Premessa: il mio pippozzo su Taxi Driver è per chi HA GIA' VISTO il film ed è la recensione che ho scritto sul giornale per cui lavoro ;)
Anche a New York ci si sente soli. La Grande Mela non accoglie né conforta: la realtà di Scorsese è l'America criminale e violenta del post Vietnam popolata da personaggi sbandati e disturbati. Spazzatura. E' la New York filtrata attraverso il finestrino di un taxi, riflessa nello specchietto retrovisore, tratteggiata dalle luci di un cinema porno e dal suono dei tacchi – delle prostitute – sui marciapiedi. O meglio: è il ritratto di una società decadente e degradata vista dagli occhi di un marine in congedo con, nell'ordine, un'ossessione per la pornografia (ma solo per passare il tempo); problemi di alcol e insonnia; manie psicotiche autodistruttive. Travis Bickle (Robert De Niro) è l'antieroe in una città di falsi miti. Metafora vivente della solitudine, guida un taxi e osserva silenzioso la vita che scorre. Da buon alienato, non riesce a relazionarsi con il mondo e non rispetta le convenzioni sociali: non ascolta alcun tipo di musica, risponde a monosillabi se interpellato, il primo appuntamento porta l'adorabile Betsy (Cybill Shepherd) in un cinema a luci rosse (stupendosi della reazione turbata di lei). Una giostra di personaggi altrettanto soli e altrettanto alienati affolla il sedile posteriore del suo taxi. Sono semplici meteore nella sua vita da emarginato, ma scandiscono un peregrinare sottolineato dalle riflessioni in voice over (che consentono una completa immedesimazione spettatore-attore), e accompagnato dalle calde note jazz del genio Bernard Hermann (nominato agli Oscar per la miglior colonna sonora). Taxi Driver si compone di immagini e di suoni, più che di dialoghi. Travis non parla se non a se stesso. La sua solitudine però, il suo isolamento forzato e allo stesso tempo volontario, raggiunge un punto di non ritorno che lo fa precipitare verticalmente nella follia: è troppo debole il filo che lo tiene ancorato alla realtà. Travis s'improvvisa giustiziere della notte senza paura ma non senza macchia, e con folle disciplina "pulisce" New York dalla "spazzatura" che la deturpa: ladri, pusher, magnaccia, assassini. Scorsese tratteggia con maestria l'evoluzione-involuzione del personaggio ricorrendo ad espedienti tecnici originali e inediti: il discorso di Travis di fronte allo specchio (Are you talking to me?), il sovrapporsi del montaggio, la perdita di linearità della voice over. A livello narrativo è l'entrata in scena della prostituta Iris (una giovanissima Jodie Foster) ad accelerare e giustificare il suo processo autodistruttivo. L'interazione Iris-Travis ricalca quella, distorta, di un padre preoccupato con la figlia adolescente, e nel folle ruolo in cui si è calato, il giustiziere della notte non può che immolarsi per salvarla. Lo scarto psicologico di Travis dà una scossa alla vicenda, e la sua avventura galoppa a briglia sciolta verso l'epilogo. Un epilogo sì narrativamente annunciato (e preparato con serrata metodicità dal protagonista), ma stilisticamente sorprendente. Con annessa denuncia morale: nell'America degli anni '70, priva di valori etici e culturali, si viene celebrati perché si uccide; così Travis Bickle, pazzo assassino, occupa le prime pagine di tutti i giorni e diventa famoso – positivamente – per i crimini commessi. I meriti di Taxi Driver, Scorsese a parte, vanno senza dubbio alla sceneggiatura firmata Schrader non verbosa ma incisiva, e ai suoi interpreti al meglio della forma: Jodie Foster e Harvey Keitel debuttano con lode, Cybill Shepherd sembra nata per la parte e De Niro, insuperabile, regala una delle sue migliori performance.
Come suggerisce il voto, un autentico capolavoro, dalla A alla Z. Dalle riprese, agli attori, per non parlare della colonna sonora, ipnotizzante. A mio parere l'interpretazione migliore dell'intera carriera di De Niro; se la solitudine avesse spoglie umane, sarebbe Travis Bickle. Finale a sorpresa e del tutto inatteso, il film ti tiene incollato allo schermo per tutta la sua durata. I colori grigi, le atmosfere cupe e lo scandire del tempo rendono perfettamente l'idea di solitudine, noia deprimente e incompletezza d'animo. Niente male la giovanissima Foster. Consigliatissimo a tutti gli amanti del Cinema con la maiuscola.
Ho l'impressione che IN GENERALE i giudizi della gente siano influenzati da quello che pensano o dicano gli altri. Ho sentito molta gente giustificare il suo commento su un film dicendo che piace a tutti. Guardo la media su IMDb, guardo quella su questo sito, leggo i commenti; tutti gridano al capolavoro. Bè, io, nonostante questo, non riesco a dare un voto alto a questo film. Certo, una grande e innovativa regia di Scorsese, un film controcorrente, una sublime interpretazione sia di De Niro che della piccola ma matura Jodie Foster ( che per coglierla a pieno va vista in lingua originale, come dovrebbero essere visti tutti i film ), ma basta questo a considerare magnifico un film che però alla sua fine non ti lascia quella sensazione più che positiva che ti porta a dire : "Sì, questo film mi è davvero piaciuto ", ed esserne convinto? La mia risposta è no, ma credo l'avevate già intuita, e in questo film io non ho avuto questa sensazione. Detto questo sufficienza meritata.
Uno dei capolavori di Scorsese, nonostante fosse solo il suo terzo film il giovane regista neworchese è riuscito a creare una storia nerissima e realistica con un cast eccellente. La sceneggiatura del grande Paul Sharader dà spessore al personaggio di Travis, impersonato dal solito grande De Niro, che dopo il padrino e Novecento, si fà ricordare per un altra interpretazione da Oscar. "Sono un uomo solo." l'affermazione di Travis è una quasi richiesta di aiuto, così come cerca di attaccar bottone con la bigliettaia del cinema porno, senza riuscirci, il suo ego ferito allora lo sospinge ai margini, dove fare il tassista di notte è l'unico rimedio oltre che all'insonnia alla solitudine. Perchè vive sempre da solo, senza contatti, mentre si guarda intorno, e il suo razzismo strisciante lo porta a guardar male neri, ispanici. Fino a renderlo interessato a salvare una ragazzina che fà la prostituta. Jodie Foster, una vera sorpresa di 12 anni, che rende il personaggio dolorosamente vero e crudo. Nella vicenda l'alienazione, la solitudine e l'instabilità emotiva porteranno Travis a passare pericolosamente il confine, a cui l'uso delle armi lo spingerà. La critica è prima di tutto al sistema, anche se come dice il vecchio tassista contaballe, "nessuno può farci niente." Eppure le elezioni sono alle porte, anche se la gente povera e che vive ai margini non è certo interessata, mentre il candidato destrorso pre-reganiano sorride come un vampiro con la scritta noi siamo il popolo che dovrebbe scaldare la retorica elettorale e conquistare nuovi elettori. In un finale dove la parola passa alle armi e in cui un giovane disadattato sfuggira al suo destino di morte, diventando un (anti)eroe, ma l'ulltimo sguardo nello specchietto retrovisore non deve illuderci che sia cambiato, perchè gli occhi come all'inizio cercano ancora una minaccia, un problema, qualcosa che lo importuna, perchè nella sua follia, la violenza è la degenerazione vitale che gli ottunde il cervello e lo porterà certamente verso altri tragici eventi.
vado contro corrente!! purtroppo non l'ho visto a quei tempi e quindi il mio giudizio e' molto piu' severo forse del dovuto!!! mi ha annoiato !!! questa la definizione, tranne alcune scende davvero di livello!!! grandissimo oltre de niro, harvey kitel e jody foster!!! do piu' della sufficenza perche' e' un film del 76 che ancora oggi si lascia vedere!! ma gridare al capolavoro purtroppo nn riesco propio!! considerando i film usciti in quegli anni ( vedi il padrino, la febbre del sabato sera ecc ecc)
Taxi Driver:ovvero Fotografia sudica,che accantua i lati piu'oscuri di una New York che cerca sempre di nascondere le falle di un sistema per loro perfetto,di una societa'per loro sana e rinnovata coi tempi. Un Bob DeNiro che entra di prepotenza all'interno del mondo intriso di sporcizia che ci vuole rappresentare il mitico Scorsese:un tassista che non dorme mai,un individuo insicuro di sapere cosa vuole dalla vita,come vuole migliorarla e se migliorarla.Lui,Travis,un personaggio unico...un inimitabile Driver che si pavoneggia con le pistole e crede di essere un giustiziere tutto d'un pezzo e dare un senso alla sua esistenza spazzando via il marcio nelle strade di periferia.Un inguaribile morto di solitudine,un'anima che fluttua con il suo bolide in cerca di una compagnia soddisfacente che non arriva mai.Un essere cosi'fragile che vuole scontrarsi con un tipo di criminalita'cosi'perfettamente organizzata. Lui diventa un esempio per tutti noi ma ad un certo punto del film allo stesso tempo ci mette in guardia:non riusciamo noi da soli a sconfiggere una citta'in declino.Dobbiamo percio'convivere con essa,e Scorsese ci prende per mano e ci porta alle ultime note malinconiche e non tanto consolatori di una colonna sonora incessante insistente e maledettamente orecchiabile,ma che da un valore aggiunto al film...in un finale alla"francamente me ne infischio"versione DeNiro indiavolato.
Il mio preferito tra i film di Scorsese! Tantissime scene cult, tutti ricordano giustamente il monologo allo specchio ma a me è piaciuta ancor di più la lettera scritta ai genitori, per non parlare della stupenda parte finale. Ma ci sono moltissime sequenze superlative, praticamente tutte quelle in cui Travis è nel suo appartamento. Perfettamente riuscita la rappresentazione che Scorsese dà della "sua" New York: una metropoli sporca e malata, attributi accentuati da una fotografia particolarissima. Ovviamente straordinaria l'interpretazione di Bob De Niro.
Appena finito di vederlo. Davvero gran bel film. Famosissimo il monologo di De Niro davanti allo specchio. Mi aspettavo un capolavoro ma non lo giudico tale.
Non l' ho ancora commentato????????? In effetti cosa potrei scrivere su di un' opera d' arte che i numerosi esimi colleghi di FS non abbiano già detto????? Uno di quei film che ti fanno amare il CINEMA, che ti fanno capire cosa sia il CINEMA. Travis con il suo taxi compie egregiamente le mansioni per le quali viene pagato, attraversando le strade poco raccomandabili della NY notturna, accompagnato da una delle musiche più belle e romantiche d' ogni tempo. Tante, anzi troppe le "cose" che non vanno..........
E' un festival di soliloqui e dialoghi CULT, ma forse le poche parole scritte da Travis ai suoi genitori ( spoiler), sintetizzano al meglio l' essenza del vero Capolavoro di Scorsese.
Anche se mi spiace usare questa parola, vista l' attualità, io m' INCHINO.
Un film veramente bello. Brillante l'interpretazione di De Niro. Da antologia la scena finale. Il film mi sarebbe piaciuto se la fotografia fosse stata con colori più concentrati.
Capolavoro assoluto, un ritratto bellissimo d'un epoca e di un'uomo fuori dal mondo seppur completamente immerso fra la gente. Bellissimo, uno di quei film che si DEVE vedere.
Un bel film, il secondo di Scorsese, dopo "Casinò", che vedo. Penso che "Casinò" fosse migliore, ma anche "Taxi Driver" non è molto più in basso. Grande interpretazione da parte di Robert De Niro (come sempre). Poco altro da dire, un film apprezzabile sotto pressochè tutti i punti di vista. L'"azione" è concentrata maggiormente nel finale.
Assolutamente anonimo per quanto mi riguarda. Pesante, pedante e molto piatto. Ci voleva un motore più prestante per farlo decollare. Peccato perchè la trama in linea di massima è molto valida, ma non mi è piacuto il modo con cui è stata stesa.
Fà sempre piacere ascoltare il doppiaggio di Amendola.
Il film vale la pena vederlo.Questo film ci pone di fronte ad un interessante protagonista,con la trama che si sviluppa intorno alla sua figura inizialmente oppressa e che col tempo reagisce e cambia fino all'ottimo finale;se poi aggiungiamo che questo protagonista è recitato da un ottimo De Niro tutto ciò è ancora meglio.La scena dello specchio poi è incredibile da un punto di vista sia registico che recitato
Ma purtroppo tutto ciò non basta di fare di questo film un capolavoro,dato che è minato da difetti evidenti.Sono davvero troppe le scene ,dove più che vedere un film sembra quasi di vedere scene normali che potrebbe vivere chiunque,senza contare la lentezza della prima ora che suscita ben poco interesse
Un film crudo e spietato. La regia e le musiche, da autentici fuoriclasse, compensano largamente qualche ingenuità e la pesantezza di alcuni passaggi della trama anche se non raggiunge, secondo me, la perfezione assoluta. Il cast è tutto di livello eccelso, spiccano per bravura "il trio": De Niro-Foster (quasi una bambina)-Shepherd. Alcuni dialoghi e...
...fino ad arrivare al limite della follia omicida. Il finale lascia un filino di speranza, lascia intendere che, forse, qualcosa si salva. Personalmente ho trovato eccessivamente retorica la lettera dei genitori di Iris, aiuta, però ad ogni modo, a stemperare ed alleggerire l'atmosfera oppressiva di tutto il film
Un film stupefacente. Una storia di solitudine, alienazione, ribellione e angoscia che non può che colpire. La regia magistrale di Scorsese e la bravura di De Niro ci accompagnano nel baratro di una città corrotta e malata attraverso la storia di questo taxista insonne. Un escalation di emozioni, accompagnate da musiche azzeccatissime, che ci conducono fino al bellissimo finale. Merita di essere menzionata l'ottima prova di una giovanissima Jodie Foster nella parte di un personaggio che destò molto scalpore
Film sopravvalutato. Pare la versione USA de "Il tassinaro" di Alberto Sordi con meno risate. L'ambientazione è volutamente squallida, a causa dei personaggi che popolano il film e il protagonista interpreatato da De Niro bambino pare troppo in balia degli eventi al punto che quello che compie appare inconcludente.
Il capolavoro di Scorsese. Un classico che a distanza di anni rimane intramontabile. Attori di grande livello e storia che non finisce di stupire. Da cineteca.
film secondo me eccellente ma con una trama forse un po' troppo lunga e con un po' troppi particolari che a mio avviso si potevano anche evitare...non male tutto sommato il film in se e come sempre eccezionale l' interpretazione di de niro nel personaggio.
Un fantastico De Niro accompagnato da una colonna sonora claustrofobica rende perfetto questo film. Le diverse angolazioni con cui guardare al personaggio principale, il sociopatico,l' assassino e/o l'eroe (fatto dai media) rendono la pellicola ancora più interessante ed in grado di aver diversi piani di lettura. Il finale poi, è tutto da gustare......
"La solitudine mi ha perseguitato per tutta la vita, dappertutto. Nei bar, in macchina, per la strada, nei negozi, ovunque. Non c'è scampo: sono nato per essere solo". questa frase riassume il pensiero e la vita del nostro personaggio: Travis Bickle, solitario tassista newyorchese, infelice quanto solo, infelice perchè solo. L'angoscia per il senso di vuoto che non lo abbandona un solo istante della giornata, i conseguenti tentativi di affrancarsi dalla routine notturna, dalla decadenza della città invisibile, dalla sua anima nera eppure incerta, danno origine alle coraggiose, temerarie quanto inutili, scelte del Nostro. Eppure la decisione di uccidere, prima il senatore che le ha "strappato" la ragazza-fidanzata, quindi gli sfruttatori della baby prostituta Iris, non condurranno ad alcuna "rinascita" del protagonista, lontana la "purificazione" che un'anima in perenne lotta con se stessa non potrà comunque raggiungere.
Un ritratto piuttosto impietoso e crudo delle periferie di New York negli anni 70. Atmosfera perfetta, marcia ma anche suggestiva, per noi che oggi siamo abituati a vedere immagini di questa città molto pulite e patinate anche quando ne mostrano i lati peggiori. La disperata ricerca di essere importante per qualcuno (o essere ricordato per qualcosa) che fa De Niro è davvero convincente e delirante, soprattutto grazie ad una prova d'attore superba. Anche il resto del cast è notevole. La musica, sempre la stessa musica, che viene riproposta di continuo, è perfetta... sa di "marcio" pure lei. L'unico "neo" è la lentezza che si percepisce nell'avanzare della storia in certi punti. Quando vorresti saperne di più e subito... tac, il ritmo rallenta (e molto). Nonostante ciò, non ho staccato le chiappe dalla sedia, mi ha davvero coinvolto. Soprattutto visivamente, ma non saprei dire perché. Altamente consigliato.
memorabile!! uno dei migliori di Scorsese, con un De Niro da oscar, una Jodie Foster giovanissima ma già grande promessa, una sceneggiatura impeccabile, fotografia suggestiva e fredda al tempo stesso... la solitudine estrema di un uomo ai margini della società, una società marcia fino alle radici senza possibilità di appello. tetro e pessimistico come nello stile di quegli anni, con tematiche sempre attuali. indimenticabili il personaggio di Travis e il suo monologo davanti allo specchio, finale sulla scia di arancia meccanica. Film eccellente.
Credo sia un film che si commenta da solo. Capolavoro targato Scorsese con un De Niro ai suoi massimi ed una sceneggiatura formidabile del grande Paul Schrader. Indimenticabile il personaggio di Travis Bickle, il tassista ex-marine vittima della solitudine e dell'alienazione in una città sporca, puzzolente, malata e corrotta, che si trasforma in giustiziere metropolitano per ripulire le strade da quell'immondizia che neanche la pioggia è riuscita a lavare via. E ad accompagnare il tutto ci sono le suadenti musiche jazz di Bernard Herrmann, che riescono a rendere elegante un lercio taxi che vaga insonne fra i cinque distretti di New York vedendone e sentendone di tutti i colori. Solo la presenza di una tredicenne Jodie Foster nei panni di una prostituta della stessa età, uno dei ruoli più discussi della storia del cinema, rende Taxi Driver un film leggendario e senz'altro uno dei migliori film realizzati nell'era della nuova Hollywood. Meraviglioso il finale, che apre la mente a varie possibili interpretazioni.