Il sedicenne Rocky Dennis è affetto da leontiasi, una mostruosa deformazione del cranio, ma è dotato di intelligenza vivace e di molta saggezza; più di sua madre, che si è rifugiata nella droga e conduce un'esistenza non certo esemplare. Ma il loro rapporto è fecondo, così come quello con la "vivace" banda dei loro amici. La sorte di Rocky, però, è segnata.
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Forse il film che più mi ha fatto piangere. Me lo sono visto decine di volte per apprezzare ogni sfumatura, me lo sono visto anche in inglese in cui la sceneggiatura, i testi, risultano più crudi, slang, e tirati via rispetto alla versione italiana più dolce e curata. Un racconto di vita di una persona (rocky) che ha molto da insegnare. Non c'è un solo difetto a questo a film, tutti i personaggi sono gradevoli e le scene molto sensibili. Voto nove.
Bellissimo questo film.....davvero bello; mai mi era capitato di affezionarmi ad un personaggio come in questo caso; tutte le vicissitudini del caro Rocky le ho vissute come se fosse un mio amico, e soprattutto mi ha colpito molto come esso affrontava le avversità e i disagi che gli si presentavano a causa del suo malus fisico....un vero esempio di vita che mi ha stretto il cuore quando ho ripensato che era ispirato ad una storia vera....poi Erik Stoltz da applauso. Anche Cher mi ha colpito in modo notevole; non che la sua parte fosse difficilissima, ma credo che questa sia forse una delle sue interpretazioni più significative ed importanti.... Ho provato anche una grande tristezza.....come pochi film sono riusciti a darmi....e ho considerato ancora più approfonditamente quanto la vita possa essere ingiusta..... Stupendo e consigliatissimo; non arrivo a dare 9 per via di alcuni cali di ritmo a volte fastidiosi, ma in linea di massima è una pellicola che un giorno mi rivedrei molto volentieri.....
Film di una dolcezza disarmante, dal quale probabilmente un po' tutti abbiamo da imparare e capire. Pur non conoscendo alla perfezione la lingua inglese posso dire che la versione in italiano è ancora più sentita e commovente. Il film che mi ha fatto piangere di più. Stupendo.
Ottimo film, con dei bellissimi personaggi caratterizzati egregiamente, dove la buona recitazione fa la parte del leone (Cher, Sam Elliott, Stoltz, Laura Dern, Dennis Burkley).
(Quasi) perfetto, con momenti memorabili come la scena della premiazione di fine anno. Da vedere.
Film commovente che fortunatamente riesce a non essere troppo sdolcinato . La storia di rocky non è la storia di un ragazzo affetto da una grave deformazione che lo porta alla solitudine anzi il protagonista, in questo caso, è molto ben inserito nel contesto sociale e decisamente amato dalla madre. Interessante è infatti il confronto tra la sensibilità di rocky e le diverse individualità che incontra. Ottima la prova di Cher. Bene anche il resto del cast.
Struggente ritratto di vita come tante, di un ragazzo però fuori dal comune e non certo solo per la malattia di leontiasi che ne fanno un "Elephant boy" della provincia americana. La carta vincente del film sta proprio nella delicatezza leggera di sguardo da parte del regista che non calca mai la mano verso i rischiosi, e assai più prevedibili, sentieri del patetismo e del vittimismo ricattatorio. Al contrario di Elephant man, il protagonista è calato in un contesto assolutamente "ordinario", che ha imparato a conoscere e affrontare secondo virtù e dolcezza, ricambiata da chi lo circonda e conosce. Tuttavia il clima "familiare" non è certo facilmente idilliaco, e per questo comune e universale. Sorprende la super mamma Cher, di esemplare naturalezza espressiva, con problemi di vita sentimentale e droga, capace di far la cosa più giusta per il figlio, con cui affronta la vita insieme con qualche dolore ma anche determinazione e coraggio. Siamo nei seventies americani, e viene in qual modo ancora celebrata la vita "borderline" dei freak e gli outsiders, qui una comunità di motociclisti di grande empatia e solidarietà con il protagonista. la sua famiglia, ma è tutt'altro che la catena di eccessi a venir esaltata, quanto le qualità più eroiche e allo stesso tempo modeste. La semplicità e purezza d'animo, oltre gli artifici e dietro la maschera. Finale ineludibile e sinceramente commovente.
Ispiratosi ad una storia vera, Bogdanovich imbastisce una storia emozionante e di grande impatto. Una sorta di elephant man che coinvolge per la grande umanità e la dignità dei protagonisti, fatti risaltare da splendide interpretazioni di un cast degno di apprezzamento.
bellissimo! fatto benissimo. emozionante, commovente, ci sono molte scene davvero toccanti, quella dello specchio è davvero fantastica. da vedere se siamo predisposti a commuoverci un po'
La storia di Rocky Dennis, seppur sicuramente romanzata, è qualcosa che veramente non può lasciare indiffirenti. Bravo Bogdanovich a renderci partecipi delle difficoltà che Rocky ha incontrato nella sua vita a causa dei suoi problemi, ma anche dei momenti felici e dell'amore di una madre anche lei a suo modo diversa dalle altre (non pensavo Cher potesse essere così brava). Quello che non mi ha convinto del tutto (non so se sia fedele alla realtà) è la compagnia di amici motociclisti, un po' un'americanata. La morte di Rocky poteva essere resa più drammatica, invece nel film sembra quasi una scena come le altre. Ma forse è giusto così.
Triste, drammatico e straziante, il film di Bogdanovich evita patetismi e salti nella retorica o nel mélo; e anche se la storia vera viene parzialmente stravolta a scopi cinematografici, il regista riesce appieno e in ogni caso a toccare il cuore dello spettatore (al quale sarà difficile rimanere impassibile). Straordinarie interpretazioni di Cher ed Eric Stoltz (ma non passa inosservata nemmeno Laura Dern nei panni della ragazza cieca), e numerose le scene emozionanti da ricordare (es. Rocky che vede la sua immagine nello specchio al Luna Park).
Tenero e piuttosto toccante questo piccolo gioiellino sconosciuto di Bogdanovich. Tecnicamente non fa urlare al capolavoro, ma non si può certo dire che le tematiche trattate non lascino riflettere, soprattutto se si pensa che il film è tratto da una storia vera (sebbene, credo per una scelta cinematografica, la trama del film sia un un po' travisata rispetto a quella che fu la reale storia di Rocky Dennis) Nel complesso, la visione risulta molto scorrevole, più sofferta solamente nei (pochi) tratti in cui viene approfondita la realtà della malattia. Ammirevole vedere il modo in cui, nonostante le mille difficoltà e le disgrazie che il destino gli ha riservato, il piccolo protagonista affronta la vita di tutti i giorni senza mai smettere di pensare e sognare come un qualsiasi altro ragazzo della sua età.
Ottima l'interpretazione di Cher, che dimostra una naturalezza d'altri tempi nell'interpretare il ruolo di una madre confusa, disperata e distrutta dai sensi di colpa di una vita troppo instabile ma con un sempre incondizionato amore per il figlio. Bravo anche Sam Elliott nei panni del rude biker dal cuore tenero (ruolo che riprenderà qualche anno dopo, in modo un po' diverso, nell'action "Il duro del Road House") Magnifiche come sempre le musiche patriottiche del Boss.
Rivederlo dopo molti anni mi ha fatto uno strano effetto, attutendo un po' l'emozione che il film mi suscitava nel ricordarlo, ma certamente non deludendo l'aspettativa. Trama abbastanza lineare e prevedibile, con la variabile folcloristica della tribu' di centauri a connotare ulteriormente il concetto di "diversità", che genera paura e quindi repulsione. Brava e in splendida forma Cher.
Vidi questo film tanti anni fa...e ricordo tutt'oggi, la malinconia che mi lasciò dentro. Un film toccante che ti fa pensare a tante cose...e quando questo succede, significa che il film ha raggiunto il suo obiettivo e quindi il primo complimento va al regista Bogdanovich. Bravissimo Stoltz e brava anche Cher, entrambi sviluppano i propri personaggi rendendoli caratteristici: il ragazzo è saggio e relativamente tranquillo riguardo la sua malattia, la madre è irresponsabile e sempre in paura per le sorti del figlio. Il mio responso è più che discreto e quindi ne consiglio fermamente la visione.
Uno dei più bei film di Bogdanovich su un ragazzino intelligente e vitale affetto da leontiasi. Il regista evita tutte le trappole del patetico, affrontando la tematica con straordinaria sensibilità e partecipe supporto umano. Con momenti di delicatezza rara, su tutti quello in cui Rocky insegna alla ragazza cieca a distinguere i colori. Bravissimi sia Stoltz che la grintosa super mamma Cher. Un film che mi colpì profondamente e che, anche a distanza di anni, riesce ancora a piazzare qualche notevole pugno nello stomaco. Davvero da non perdere!
Tecnicamente ben manovrato e diretto, a livello dei contenuti non propone molto. C'è da dire però che Cher all'epoca era un'ottima attrice con qualità, per lo più drammatiche (vedere anche Silkwood), peccato ...
Per colpa di questo film da piccolo feci una serie di incubi infinita. Trasmesso e ritrasmesso almeno 3-4 mattine in un anno, rivederlo fa sempre piacere ma si respira di continuo l'aria di un filmetto televisivo.
Per fortuna che c'è Sam Elliot che è un duro, se no si rischiava lo sbalzo glicemico.
Un pugno nello stomaco la sequenza in cui si vede un normale bambino che gioca con le carte dei giocatori di baseball, per poi scoprire la triste verità della leontiasi. Un film bello e poetico, nonostante il rischio di caduta nella retorica imperante. Un buon lavoro di Bogdanovich.
Un film meraviglioso. Lo fanno pochissimo in tv, purtroppo adesso la televisione privilegia cosa allucinanti rispetto a questi films. Cher bravissima e in generale tutti gli attori sono bravissimi.
Beh, Bogdanovich mica è pirla. Senza scadere nel melenso e in una facile retorica colpisce dritto al petto con un dramma apparentemente felice. La storia del ragazzo è raccontata in modo relativamente sognante senza tematiche come l'esclusione sociale e senza eppisodi cattivi e studiati per far piangere. La vita del forte Dennis è vivace e si snoda tra amori e amicizie. Bellissime le capacità del ragazzo nel aiutare la mamma ad uscire da un brutto vizio e a vivere in modo naturale con tutti i piaceri dell'esistenza. Solo quando poi la sorte è segnata e i sogni poetici di un grande viaggio finiscono scende la prima e sincera lacrimuccia.
"Dietro la maschera" è un importante lavoro cinematografico del 1984 di Peter Bogdanovich, il film pone le fondamenta sull'icona di un ragazzo sfortunato affetto da una particolare malattia che li modifica l'aspetto del viso.
Il film potrebbe sembrare simile a "The elephant Man" di Lynch ma le differenze sono notevoli, magari grosso modo l'immagine dei due protagonisti potrebbe essere analoga visto che si tratta (in entrambi i casi) di persone molto intelligenti e amorose ma cambia in modo irrevocabile il contesto civile, ne "Dietro la maschera" Rocky Dennis vive in libertà, in modo spensierato e soprattutto armonioso con i suoi amici, con i ragazzi della scuola, insomma non ci sono clamorosi problemi per l'integrazione nella società per Dennis, in definitiva il mondo (almeno sotto questi aspetti) è cambiato ed accetta senza asfissianti discriminazioni un individuo apparentemente "non normale"; nella società di Lynch i concetti di razzismo e quindi di ignoranza abbondavano (altri tempi) ed è dunque (ovviamente) difficile se non impossibile tracciare assi di paragone fra le due pellicole.
"Dietro la maschera" presenta una buona serie di pregi, su tutti gli attori (magari non di primissima fascia) nel complesso davvero accattivanti, particolari e simpatici; le ambientazioni molto fluide e abbastanza "vivaci", sceneggiatura semplice ma solida; l'unica minuscola "imperfezione" potrebbe essere la fotografia (un po' troppo comune, ma in linea di massima accettabile).
"Dietro la maschera" dunque è una pellicola molto profonda che delinea in modo straripante le grandi doti di un ragazzo sfortunato che si avvia (inconsciamente) verso la morte, alcuni episodi inoltre risultano essere decisamente commoventi (come l'incontro e il consequenziale innamoramento con la ragazza cieca) e deliziano senza indugi lo spettatore. Inoltre ogni personaggio del film risulta essere "unico", in sostanza ognuno ha una propria robusta mentalità, ad esempio la madre di Rocky Dennis è davvero curata sotto il profilo psicologico, impossibile dimenticare icone del genere.
"Dietro la maschera" non è un film retorico, nel senso più assoluto, in pratica la regia non cerca di edificare arrogantemente quell'alone di "misericordia" e di estrema e "pomposa" commozione, bensì Peter Bogdanovich cerca umilmente di "incorniciare" il tutto (ovvero tematiche triste) in un contesto allegro e spensierato, in pratica la drammaticità si fonde, si combina con il "resto" della vita fatto da baldoria, scuola, donne, viaggi, amici… Il film non risulta mai banale, pellicola ammaliante (a tratti) che dietro uno spiccato dinamismo narrativo nasconde (inevitabilmente) drammi, maledette sfortune che almeno in parte possono essere "addomesticate" e di conseguenza sconfitte; "Dietro la maschera" è un film essenziale, prodotto cinematografico da non perdere, da vedere in esso è possibile sradicare in modo totale il senso della vita, l'enfasi di ogni persona, ovvero l'importanza della vita che va vissuta fino alla fine senza complessi mentali cercando di trarre positività e felicità...
Bellissimo film drammatico,tratto da una storia vera. Molto toccante,Bogdanovich riesce ad estrapolare una pellissima pellicola. Bellissima la poesia del ragazzo nel finale....
Film sensibile e leggero, evita ogni trappola del genere e ne esce da vincitore. Stupendi gli attori, sopratutto Cher, Eric Stoltz e Sam Elliott, bellissima la colonna sonora, momenti magici di grande, grandissimo cinema come la scena in cui Rocky insegna a Diane i colori. Complimenti a Bogdanovich, un vero artista della cinepresa.
Difficilmente quando si affrontano temi di questo genere si evita di esagerare nell’ipocrisia e nella facile retorica. Questa a mio avviso è la qualità maggiore espressa da Bogdanovich. Inaspettata la notevole interpretazione di Cher che ho trovato davvero espressiva. Il personaggio debole in questa storia tratta dalla realtà è lei, Rocky è perfettamente in grado di affrontare con forza ed orgoglio il pregiudizio del mondo che lo circonda ed a volte è addirittura costretto a supportare una madre dalla vita spericolata. Nonostante tutto lei è però una buona mamma che rifiutandosi di esibire il suo dolore per la “mostruosità” del figlio, non vuole che egli si senta diverso. Coloro che rifiutano Rocky e che lo osservano inorriditi, sono le persone che difettano di fantasia. Non sanno vedere oltre ciò che ci impone la realtà, non sanno immaginare nulla che vada oltre…al contrario Rocky, sua madre, i suoi amici viaggiano con la mente superando le bassezze del mondo. Da certi punti di vista il rovescio dell’ “Uomo elefante”, ma come quello, volto a scoprire chi si nasconde “dietro la maschera”.
Film -basato su una storia vera- estremamente toccante, che ha ad oggetto il tema della diversità. Bogdanovich, senza mai scadere nel melenso, ci racconta la vicenda di un ragazzo, Rocky, affetto da una grave malformazione al viso, soffermandosi, più che sulla vita interiore del personaggio principale, sul mondo che gli gravita attorno e su come gli altri, i "normali", si relazionano a lui. Ne viene fuori un mondo fatti di pregiudizi, di ignoranza e di ottusità: solo chi conosce veramente Rocky, chi non si è fermato al suo aspetto esteriore ma è andato più a fondo, è capace di aprezzarne l'animo nobile e sensibile. Emblema di questa realtà è la giovane cieca che, giocoforza, si avvicina a Rocky in quanto attratta dalla sua gentilezza dalla sua bontà. Rocky, tuttavia, non è dipinto come un martire: anzi egli sembra essere il personaggio più forte che sa reagire meglio alle avversità, a dispetto della madre che invece appare come la figura più fragile e suscettibile. Paradossalmente è il ragazzo "malato" che si prende cura della madre "sana", la quale si sentirà persa allorquando verrà meno questo sostegno morale. Film che trasmette un messaggio che, di primo acchito, può sembrare banale, ma che invece arriva dritto dritto al cuore senza fronzoli e senza retorica.
Un film eccellente interpretato da un ottimo cast . Parla di una storia realmente accaduta.quella di Rocky, un teenager con un'orribile deformazione al cranio. Ne consiglio la visione perchè è un film molto toccante e soprattutto fa riflettere su come siano importanti i valori e l'aspetto interiore di una persona. Bravissima Cher nella parte della madre.
Ottimo film,commovente e allo stesso tempo molto umanistico. Cher supera se stessa,in tutti i modi.Il messaggio che vuole trasmettere questo film è un'invito a tutti ad accettarsi così com'è ed a vivere la vita intensamente,anche se per un breve periodo.Il film fa anche intuire come una persona del calibro di Rocky riesca ad entrare nel cuore di tutti,anche di quelli più squilibrati.
Roy detto Rocky è affetto da una malattia deformante, tuttavia cosa c'è dietro questa maschera? Un ragazzo che affronta il suo handicap con coraggio e intelligente ironia.
Non è mai stucchevole, ipocrita, smoderato il film: Roy è orribile fisicamente, è detto fin dall'inizio senza mezze misure. Chi lo vede rimane sgomento, perfino il padre putativo la prima volta che l'ha osservato è impallidito.
La bellezza si trova nel suo modo di scherzare del suo aspetto, ad esempio sdrammatizzando si definisce un alieno del pianeta Vulcano; nella famelica smania di conoscenza umanistica e scientifica; nella ricerca dell'ultima rara figurina da collezione mancante; nella sua voglia di conoscere l'europa a cavallo di una Harley Dadison, alla scoperta delle vere origini. Naturalmente le sofferenze oggettive ci sono, non sparicono, e sono lancinanti.
Quando scivola nell'esperienza dell'amore il film si tramuta quasi in un poema, descritto alla stregua di quel colore che lega con grazie i rimanenti, come il blu freddo che sa di ghiaccio e il fluttuante che è leggero e morbido come l'ovatta.
Le sofferenze inesistenti, i pregiudizi, le paure sgorganti di insicurezza, le orride ossessioni, le stupide gioie effimere, sono la vera maschera che indossiamo noi tutti ogni giorni che ci impedisce di realizzarci veramente. Badta semplicimente abbandonarsi al bello e concetrarsi su cio' che ci piace, per vivere felici e superare in magnificenza la bellezza del dio Adone.
voto: Un film che oltre a strappare lacrime giustificate, fa pensare in maniera diversa, in fondo fa apprezzare l'imponderabile fortuna di essere "banalmente" normali.
Dietro l'ottimismo di facciata del reaganismo imperante, Bogdanovich racconta una storia di straordinaria poesia, imprimendo nella memoria dello spettatore un Rocky Dennis come nuovo e "scomodo" eroe dei nuovi teenagers. E' quasi un "Elephant man" contemporaneo, forse fin troppo accettato da una comunità che persegue il perenne disegno della normalità e della bellezza fisica. A Bogdanovich interessa soprattutto l'aspetto interiore della vicenda, e per questo cio' che puo' apparire paradossale (che Rocky sia benvoluto da tutti dovrebbe essere naturale, ma non è "normale" che avvenga nella realtà) nel film fa in realtà emergere il contrasto tra la sensibilità del protagonista e un mondo circostante che lui non capisce. In questo caso, i ruoli si ribaltano e i "diversi" sono proprio gli altri, compresa l'amata e sbandata madre interpretata splendidamente da Cher. Comunque un film che non si puo' non amare, e che ancora oggi provoca un fortissimo senso di amarezza e smarrimento
Una moderna favola di quelle crudeli, alla Andersen o alla Oscar Wilde, dove alla fine non si accomoda un bel niente. Il giovane Rocky, a causa di una malformazione, ha un aspetto strano (per non dire mostruoso): eppure, le sue eccezionali doti intellettuali e morali lo rendono ben accetto sia nella scuola, dove consegue ottimi risultati, sia nella cerchia degli amici. Interessante e complesso il rapporto con la madre, una bella donna che adora il figlio ma non sempre riesce a comprenderne fino in fondo la purezza morale. La madre, infatti, frequenta cattive compagnie e talvolta, pur volendo bene al figlio, dimostra di non volere il suo bene. Ma anche i dissensi si potrebbero appianare se la malattia di Rocky non fosse, purtroppo, gravissima e irreversibile. Rocky non riuscirà mai a conoscere l'amore di una ragazza, ma la sua vita sarà stata comunque ben spesa. Film diretto con semplicità e rigore, senza mai scadere nel facile melodramma. Cher è affascinante e brava, ma Eric Stoltz (attore indipendente notato e utilizzato anche da Tarantino) domina la scena con una faccia che non è la sua. Indimenticabile la scena degli specchi deformanti, dove finalmente Rocky scopre il suo vero, aggraziato volto.
Tocca il cuore , una storia drammatica di un ragazzo con una malformazione , una mamma splendiata che darebbe tutto per il propio figlio . Ho visto questo film 20 anni fa , non me lo ricordavo cosi' bello ! la voglia di vivere per chi non ha tanto tempo per farlo !!! BELLISSINO !!