Le storie di due delinquenti, un pugile e una coppia di rapinatori di tavole calde si intrecciano in quattro storie di umorismo e violenza nel tempo stesso.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
tarantino è un vero e proprio genio. 2 ore e 30 senza mai annoiarsi con dialoghi surrealie e belissimi e con una trama notevole,non a caso ha vinto l'oscar!!!! bellissimo
Uno dei film più belli che abbia mai visto in tutta la mia vita , ogni dialogo, ogni scena mi ha stupito . un film semplicemente unico nel suo genere . le 2 ore e mezza non si sentono minimamente, ma la cosa migliore sono state le interpretazioni di Samuel L. Jackson nel ruolo DI Jules anche se il migliore e senza ombra di dubbio John Travolta nel ruolo di Vincent Vega uno dei miei personaggi preferiti in assoluto. bravi anche Bruce willis nel ruolo del pugile Butch e Uma Thurman( Mia). belli i camei di Harvey Keitel, Christopher Walken e di Quentin Tarantino. io consiglio la visione di questo meraviglioso film perchè e un mix di ironia, violenza, erotismo , divertimento , azione ed e pieno zeppo di situazioni drammatiche davvero straoridinarie. ottima anche l'idea di utilizzare la tecnica del "MacGuffin" . senza ombra di dubbio questo PULP FICTION entra di diritto nelle mia personale top 10. il CAPOLAVORO che ha reso Quentin Tarantino un regista da 10 e lode. STRACONSIGLIATO.
Tre pomodori camminano per la strada. Papà pomodoro, mamma pomodoro e il pomodorino. Il pomodorino cammina con aria svagata e papà pomodoro allora si arrabbia e va da lui, lo schiaccia e dice: 'Fai il concentratò
Immenso. Bello l'incastro di tutte le storie, l'unica parte che mi sembrava un pò forzata era quella dell'orologio, non ci trovavo un senso, perchè fosse nel film, poi per fortuna ho capito tutto... Perfetto tutto, la colonna sonora, gli attori, la regia, la/le storia/e... stupendo.
CULT! Non gli do 10 perchè lo metterei sul piano dei due Kill Bill,che sono i miei film di Tarantino preferiti! Anzi,ora che ci penso....gli do 10 anche a questo perchè non riesco a trovargli difetti! :D
Tarantino ti entra nel sangue e ti scuote completamente, ti prepara un finale che nessuna mente sana sulla Terra saprebbe concepire, e ti lascia come potrebbe sentirsi un condannato a morte su di un dirupo che viene svegliato un attimo prima di staccarsi da terra.
Semplicemente il non plus ultra. Un Tarantino incontenibile ci offre il meglio di sé, dialoghi pazzeschi, colonna sonora sublime, attori in stato di grazia.
Quando un film diventa mitologia in tempi brevissimi non può che meritare lo status della genialità. E' forse a tutt'oggi il capolavoro indiscutibile di Tarantino, regista dotato e visionario, che ha saputo fondere una miriade di generi per creare qualcosa a sè, in una prospettiva di cinema a trecentosessanta gradi: se non mancano gli appigli ed i richiami ai grandi classici, c'è tanto di moderno e postmoderno. E soprattutto uno sguardo cinico e divertito su quello che è il mondo odierno, nonchè sul cinema stesso; gli attori sono tutti al 101% delle proprie possibilità e l'impiego di Bruce Willis in un ruolo che trasuda machismo e comicità, come quello di John Travolta (semidimenticato dopo La febbre del sabato sera e Grease) che qui diviene celebre (anche) per una scena di ballo, sono scelte semplicemente perfette. Le scene da antologia, come si diceva, si sprecano. Inoltre, una colonna sonora azzeccatissima e di gran gusto.
Capolavoro di Quentin Tarantino, dalla regia impeccabile sotto ogni punto di vista, e dalla sceneggiatura brillante e dinamica, ricca di perle cinematografiche, come la figura del personaggio del sig. Wolf con la sua frase tipica: "...risolvo problemi", per arrivare agli interpreti dei due protagonisti, John Travolta e Samuel L. Jackson. Colonna sonora indimenticabile; azione ed ironia, mixata a violenza pura e person aggi indimenticabili.
Il capolavoro di Tarantino, un film incredibile sotto ogni punto di vista, dalla trama alla recitazione, dalla regia ai dialoghi, dal montaggio alla colonna sonora...geniale anche il cameo di Quentin.. Un'opera che è già storia..Pulp Fiction è Pulp Fiction! Chi ama il cinema non può non inchinarsi innanzi a cotanto genio
Una delle icone degli anni novanta... film folle sotto tutti i punti di vista!forse l'unico film in cui l'assenza di trama non è affatto un demerito ma anzi, è semplicemente un modo diverso e insolito di concepire una pellicola cinematografica; la maestria di Tarantino sta proprio nel riuscire, come nessun altro sa fare, a tenere incollato lo spettatore allo schermo anche se il film di per se non ha ne' una trama ne' un vero e proprio filo logico, si certo le diverse storie alla fine si ricongiungono tutte in modo magistrale ma a fine visione si ha la sensazione di aver visto che cosa?? come si può spiegare ad altri di preciso di cosa parla questo film?? non si può perchè l'unico modo per capire cos'è pulp fiction è guardalo... il film non è altro che la presentazione (tramite una particolarissima costruzione del montaggio) di quattro storie strambe vissute da personaggi ancora più strambi che dicono continuamente cose prive di senso o totalmente futili; lo spettatore si ritrova ad interessarsi seriamente a discorsi lunghissimi e che non portano da nessuna parte, è un film interamente costruito su una sceneggiatura che definire originale sarebbe un eufemismo. Il risultato di questo nuovo modo di fare cinema fu stupefacente e il lavoro di Tarantino ha mantenuto intatto il suo appeal fino ad oggi come meglio non poteva fare. Persino l'aver svuotato completamente il film di contenuti e moralità (ogni situazione, anche la più violenta o riprovevole che teoricamente dovrebbe scuotere le coscienze di una società civile, viene quasi ridicolizzata ed inserita in una atmosfera da commedia) non pesa assolutamente sulla valutazione del film, ma anzi diventa l'obiettivo stesso perseguito dal regista ovvero quello di ribaltare e destabilizzare il giudizio che ognuno di noi si fa della realtà che ci circonda; un film del genere in mano ad un altro regista si sarebbe certamente trasformato in uno squallido film di serie D, ma Tarantino riesce nel difficile compito di renderlo un capolavoro indiscusso. ultima nota di merito per il cast davvero stellare e una colonna sonora azzeccatissima. Da vedere assolutamente.
“La faccenda non è la bambina in pericolo. La faccenda è una rapina in banca fatta con un ***** di telefono!”.
Mentre la funzione del cinema classico era quella di utilizzare le “contraffazioni” narrative per generare interesse nello spettatore, “Pulp Fiction” fa vedere come le illusioni e i McGuffin prestino servizio a un disordine nei ruoli, a uno scombussolamento d’animo solo per il gusto di togliere gli equilibri e le certezze in chi vede. Non si sa più per chi parteggiare (ammesso che ciò sia indispensabile). Non si sa cosa c’è dentro la celeberrima valigetta, però siamo contenti di osservare i personaggi mentre la rincorrono, la possiedono, guardano cosa c’è dentro, divisi tra stati d’animo opposti. La valigetta non è nient’altro che quell’elemento-icona un po’ misconosciuto che ritroviamo sui nostri desktop, e che non siamo in grado di sapere bene a cosa serve finché non ci clicchiamo. Ammesso che il sistema operativo permetta questa funzione.
E’ un’incertezza che non tocca minimamente l’idea registica che Tarantino ha avuto per svolgere questo film. Pochi movimenti, macchina da presa quasi fissa, qualche stacco, nessuna iperbole visiva e la rinuncia a un montaggio rapido. La preferenza è ancora una volta verso i tempi lunghi, ingranditi così tanto da risultare quasi insostenibili. Tra quelli che restano maggiormente indelebili c’è il pigro piano sequenza in steadicam che riprende Vincent e Jules prima dell’incursione nell’appartamentino degli spacciatori e, con le stesse caratteristiche ma leggermente più corto, il trepidante rientro a casa di Bruce Willis nel tentativo di recuperare “The gold watch”.
Delizioso è il pedinamento che, fatto alle spalle di John Travolta, ci introduce all’esplorazione del “Jack Rabbit Slim’s”, locale dalle morfologiche sembianze risalenti a un’altra epoca. Le panoramiche ondeggianti in semisoggettiva, ci permettono di distinguere i camerieri-controfigura di Zorro, Marylin Monroe, James Dean, Mamie Van Doren. A questa sequenza segue la gara di twist, diretta con un’invidiabile attenzione verso il tempo reale, con tanto di ricognizione sulla levata di scarpe di Travolta e Thurman a dare un senso naturale di consequenzialità. Una delle scene più belle è in aggiunta il “buco” di Vincent Vega: montaggio in parallelo tra la preparazione della dose nella casa dello spacciatore, con inquadrature tutte provenienti dal basso, e il viaggio in auto, i capelli al vento e, all’orizzonte, un fondale smaccatamente “dipinto” da immagini girate in precedenza, un po’ come si faceva nei vecchi film d’epoca. Quasi tutti gli spostamenti in auto sono così: è l’esaltazione della simulazione e lo svelamento di personaggi sempre più somiglianti a eroi dei disegni animati (lo “sconfinamento” di “Kill Bill” sarà, al riguardo, illuminante e accolto da chi scrive con enorme liberazione).
Non tutto il lavoro prodotto ha i suoi buoni risultati. A volte il ritmo ne risente: la pellicola si carica di staticità per via di una sceneggiatura che si dipana lentamente. La parola è sovrana, domina l’intera scena e ci coinvolge nella sua arte affabulatoria, offrendoci una mistura vigorosa di elementi di genere acquietati da un cerimoniale lessicale nel quale i dialoghi alternano mediocrità a intelligenza, non spingono mai verso un’azione certa (e il non sapere il futuro mette ansia in chi guarda/ascolta), avvicendando stili beffardi ad altri stolti e fingendo di rappresentare una filosofia che non c’è.
“Ha problemi di peso”.
“Cosa deve fare, poveraccio, è samoano!”.
Per fortuna arriva in soccorso l’ironia. Tarantino e Avary, autori dello script, hanno inserito alcune mirabili perle di sarcasmo, turpi e sconvenienti. Come quando veniamo informati di un tizio che ha tenuto nascosto un orologio nel sedere per 5 anni, per poi morire di dissenteria. Oppure quando Bruce Willis si trova costretto a scegliere tra una mazza da baseball, una motosega e una bella katana… Ci sarebbe da soffermarsi anche sulla “fine” tragicomica che si svolge nel RETRO del negozio di elettronica per sollevare un dubbio sulla presunta omofobia dell’autore, ma non ci sono elementi sufficienti per formulare un eventuale “rimprovero”. Il dialogo sul massaggio ai piedi all’interno del ristorante invece, è frivolo e drammatico allo stesso tempo: da una parte sappiamo trattarsi di un atto che non dovrebbe giustificare moti di gelosia, dall’altra conosciamo il destino del “predecessore” di Vincent Vega, il quale ha fatto davvero una brutta fine. Ridere della morte, forse per scacciarla, è una risorsa che lo spettatore conserva per poi rituffarsi nell’intrigo feticista, dato che Tarantino, di lì a poco, sarà ancora una volta alle prese con i piedi…
A sostenere l’ossatura di “Pulp Fiction” provvedono anche i luoghi frequentati dai personaggi. Non poteva mancare il fast food che, oltre ad aprire e chiudere il film, quasi a volerlo contenere e proteggere da un’identità prettamente “americana”, esalta la popolarità della pellicola, indirizzandola verso quella collettività trasversale che si riconosce in un territorio così comune e accessibile. Così come abbordabile risulta l’automobile, oggetto prezioso tanto da essere accudito e pulito; luogo deputato alle confessioni (su “cosa fare ad Amsterdam quando sei vivo”, sui cibi più prelibati per palati americani ordinari), ai nascondigli di droga, armi e cadaveri, e finanche utilizzato come tavolo nel locale alla moda frequentato da Mia e Vincent. Il rettangolo con linea tratteggiata è invece l’isola che non c’è: non dimentichiamoci che siamo in un fumetto, e a volte le parole non servono. Basta un mezzo grugnito e tutto si spiega da se’.
La sensazione è che, col passare del tempo e dopo ripetute visioni, “Pulp Fiction” non mantenga tutta quella forza che lascia dopo il primo impatto. Probabilmente i tempi dilatati appesantiscono alcune scene rendendole prevedibili. Tarantino rimane un esponente di un nuovo modo di parlare allo spettatore; il rischio è quello di annoiarlo o di prenderlo per sfinimento, tante sono le elucubrazioni a volte così personali e soggettive che minano alla base il suo intento. Forse il metodo non è così indispensabile al cinema, però ben si adatta al nostro presente così “fluido”, pronto ad assorbire velocemente qualsiasi sottotesto, trangugiandolo senza pretendere che ci si fermi a pensare al gusto. Tutto sommato, alla fine, sentiamo che la pellicola non ci ha trasmesso un messaggio particolare e non ha assunto un punto di vista sociologico ben preciso. Nella sua intenzionale esteriorità si possono cogliere quelle affamate scie post-moderne che tanto si sono vantate di esistere grazie all’accumulo di informazioni, senza che si siano dannate troppo a decifrarle criticamente. Bastava servirsi del piacere dato dal libro/testo e rompere con il piacere dato dalla sostanza. Probabilmente le vere innovazioni si sono come esaurite. Sono rimaste le mute apatie.
L’opera di Tarantino resta un fenomeno di costume e un cult ormai indiscusso. Ostenta legioni di fedelissimi, pronti a citare a memoria alcune battute del film e a esaltarne la cultura pop. Lo stesso regista, come per giustificarsi e dare un tono autorevole a ciò che sta per esporre, all’inizio del suo film ci informa che l’American Heritage Dictionary definisce “pulp” una massa di materia informe e molle (viscere, carne martoriata e cervelli sbriciolati?), oppure un libro che tratta di argomenti sinistri, normalmente stampato su carta di qualità inferiore. Per l’appunto.
classico film che va visto più volte per capire il vero valore. un film con una trama che non è il massimo ma che, nonostante tutto, ti tiene incollato allo schermo fino all'ultimo. bello anche il montaggio, oltre che all'indiscussa regia.
Film ridicolo..salvo solo Jackson ..per il resto una trama che non va a parare da nessuna parte e un willis completamente fuori parte...Scandaloso sntir dire che Tarantino è il miglior regista vivente
Personalmente ritengo i film di Tarantino dei bellissimi giocattoloni "usa e getta". I suoi personaggi sono folli o privi di anima, come dei burattini ad uso e consumo della storia. Solo che il burattinaio è maledettamente bravo e sa toccare ogni filo al momento giusto, catturando mirabilmente l'attenzione con l'utilizzo magistrale del ritmo narrativo, giocando molto bene con intrecci e flashback e utilizzando un'unica potente chiave: l'esplicita rappresentazione di ciò che, nella vita di tutti i giorni, la maggior parte di noi inconsciamente reprime (ad es. vendetta, violenza) e che sulla pellicola viene sparata senza freni inibitori, pur con una certa originalità. Il successo di Pulp Fiction è tutto qui. Semplicemente perverso e imbevuto di cinismo fine a se stesso, ma confezionato a regola d'arte.
Più che il film in sè...direi che Pulp Fiction ha incarnato una generazione ed un'era, quella degli anni '90. Lo stile è quello di Tarantino, strambo ma cmq sempre piacevole perchè quando si guarda uno dei suoi film si pensa: "...dove vorrà arrivare stavolta?"; c'è sempre curiosità per i suoi film perchè si sa che, spesso, lasciano un segno non indifferente nella storia del cinema.
Magnifico. Tarantino non sbaglia un personaggio, dai protagonisti alle comparse. Ogni scena è un piccolo capolavoro, la sceneggiatura è unica, tagliente, anticonformista. Molti degli attori, Uma Thurman su tutti, devono ringraziare Quentin, non solo per le loro carriere, ma anche perchè hanno dato volto a ruoli cinematografici indimenticabili.
perchè è difficile essere dei maestri nella propria arte? Perchè si è sempre sul filo del rasoio, il passo falso è sempre il successivo. Dopo un grande successo la strada da percorrere è tutta in salita, se continui a ripetere una formula alla fine rischi di logorarla, se cambi del tutto impostazione rischi di scontentare gli affezionati che restano spiazzati dalla novità repentina. A vent'anni dall'uscita di questo film direi che Tarantino rientra ormai nella prima categoria. Rivedere Pulp Fiction a distanza di anni, arricchiti ogni volta di un nuovo (?) film di Tarantino, fa sempre un effetto diverso. Quando uscì nelle sale ne rimasi folgorato, come la maggior parte dei miei coetanei ventenni, per la novità della sceneggiatura, per l'esposizione cruda, ironica, iperbolica della violenza, per lo stravolgimento del continuum narrativo. Poi passano gli anni e l'effetto sorpresa svanisce nonostante lo sforzo di contestualizzazione cronologica, le trovate dialogiche non sconvolgono ma soprattutto non riescono più a coprire tempi eccessivamente dilatati (vedi scene tra Bruce Willis e la compagna come esempio), e l'esposizione della violenza, passati i 30-35 anni, non ha più quel sapore trasgressivo dei bei tempi ma inizia a rivelare il volto più malizioso e, ahimè, meno nobile della trovata commerciale. Pulp fiction è un colpo di genio mancato poichè invecchia male, ma non tanto per cause intrinseche al film, quanto per colpa dell'autore che ne ha usurato l'estetica fino al midollo, l'ha sfruttata, rimasticata, digerita e riproposta in ogni occasione possibile, lasciando alla fine venire in superficie quegli aspetti meno esaltanti che altrimenti sarebbero passati in secondo piano. Più che per meriti reali, è "l'effetto" Pulp Fiction a far rientrare questo film tra i capolavori e ad aver generato uno stereotipo ben preciso, quello del fan tarantiniano (mirabilmente delineato da Scola in un'intervista di qualche tempo fa) che, come ogni fan che si rispetti, non ammette repliche sulla genialità del regista, pertanto non oserei mai affermare in sua presenza che per me al giorno d'oggi Tarantino è comunque un eccellente..."intrattenitore"!!
Qual'è l'aspetto che più ho amato di questo film? Il plot che rovescia, ribalta e confonde storia e spettatore prima di tirare le fila nello stratosferico finale? I dialoghi sconclusionati e perfetti in puro stile tarantiniano? Le superbe interpretazioni di ogni singolo membro del cast (con menzione speciale per un ritrovato John Travolta che duetta in maniera irresistibile con Samuel L. Jackson e Uma Thurman) ? Il fatto che la mano del regista in questo film si veda come non mai? Probabilmente l'unione perfetta di tutte queste imprescindibili componenti, che rivelano alla perfezione un mosaico cinematografico senza eguali, ma con fin troppi tentativi sbilenchi di emulazione. Capolavoro assoluto de l'art pour l'art, Wilde ne sarebbe orgoglioso.
dialoghi superlativi, personaggi con uno stile pazzesco però il film nel complesso ha deluso le mie altissime aspettative.. non riesco proprio ad apprezzare pienamente Tarantino
Non avevo ancora commentato questo film, ma è il momento di farlo. Poco o troppo da dire... tra le due opzioni scelgo la prima e dico una sola parola: CAPOLAVORO. ne potrei aggiungere un'altra: ASSOLUTO. ecco ora va meglio. Un film semplicemente magnifico, perfetto nel suo stile innovativo e unico, lanciato da quel regista che tanto ama il suo lavoro da non sbagliare praticamente nulla che è Tarantino, Pulp Fiction è una pietra miliare nella storia del cinema, un cult indimenticabile che vede protagonisti John Travolta, S.L. Jackson, Bruce Willis, Tim Roth e la assoluta protagonista Uma Thurman, meravigliosa, di una bravura eccezionale calata in un ruolo indimenticabile e affascinante quale quello di Mia Wallace, la celeberrima Moglie di Marsellus Wallace, ballerina drogata e annoiata, bellissima e sarcastica. Nel panorama di ciema gangster è unico, nel suo geniale mix di violenza, commedia, noir, dramma, thriller.. La scena dell'overdose è memorabile, così come l'interpretazione di Harvey Keitel, l'incipit che è anche il finale, lo straordinario discorso del gran capo sulle *******te dell'orgoglio e il suo dilogo con Butch e lo stupratore evirato. Struttura specialissima e magnifica, cast superbo, colonna sonora sopraffina, citazioni ma anche innovazioni, e lucky strike a volontà! IMPERDIBILE ... 10 ...
Notevole divertissement di un Tarantino che, consapevole di avere definitivamente delineato il proprio stile, si diverte a intrecciare storie e generi cinematografici. La regia va al di fuori dei canoni hollywodiani ed è supportata da un pugno di attori all'altezza dei nomi che portano. Sceneggiatura curatissima: la tanta ironia è bilanciata all'innocente violenza, ma al regista l'azione interessa poco e punta tutto sui personaggi, volutamente verbosi e sgangherati. Colonna sonora che è subito cult (assieme a tutto il resto). Infinita la schiera di registi che, con risultati inferiori, tenteranno di emularne lo stile.
si avverte sicuramente un senso di vuotezza di significato; può essere che ciò non rappresenti un difetto, ma sicuramente non si tratta di un pregio. solo per questo motivo "pulp fiction" non raggiunge l'eccellenza.
Conosco questo film quasi a memoria, sin dai tempi del liceo in cui uscì e senza troppa coscienza critica era per me un cult assoluto. Per questa ragione, probabilmente, sono portato forse a sopravvalutarlo forse un tantino.
Rispetto alla post-modernità stratificata, complessa e affascinante di un Lynch, Tarantino appare obiettivamente un artefice di giocattoloni. ...Eppure sono convinto che il valore di "Pulp fiction" vada al di là del piacere con cui ogni volta ammalia e rapisce.
Per me ha rappresentato, e rappresenta, un terremoto per il cinema di genere. La destrutturazione del linguaggio, godardiana (la casa di produzione di Tarantino "Band à part" è un omaggio a Godard), non era mai stata così libera a Hollywood. Anzi, probabilmente non c'era mai stata, a un livello mainstream. Il racconto è scomposto, dilatato, si concentra sul dettaglio inaspettato e ne fa il centro motore del racconto; poi si riavvolge su se stesso e incastra i flashback in modo inusitato. E con tutto ciò, anziché risultare un divertimento astruso per pochi cinefili, riesce a piacere e elettrizzare. Perché sa fare un uso preciso e consapevole dei meccanismi tradizionali del racconto cinematografico, sa calibrare i tempi e la suspence.
"Pulp fiction" è la dimostrazione che al cinema si può osare il nuovo e piacere a tutti più e meglio di un blockbuster che stancamente ripete stilemi sicuri per far rientrare gli incassi.
Se state leggendo i commenti per trovare un motivo che vi porti alla visione di questo film, smettete di leggere ed andate a vederlo. Capirete da soli. GENIO Tarantino.
buon film...alcune scene sono molto belle....ottima sceneggiatura....ma la trama un po confusionaria,non mi ha fatto apprezzare il film nella sua interezza e totalita....non è di certo il mio genere di film....pero è da dire che alcune scene sono entrate nella storia del cinema
Senza dubbio è il miglior film che Tarantino ha sfornato. Con un cast che vanta grandi attori come John Travolta, Bruce Willis, Uma Thurman e Samuel L. Jackson, il film non poteva che essere un capolavoro!
Il gangster-movie per eccellenza, ma non solo. Oltre ad essere farcito di citazioni, cinematografiche e no, si mantiene costantemente sul filo del surreale e del grottesco con uno stile che verrà poi ripreso dai "Kill Bill", fotografie e musiche perfette. Il voto non è stratosferico perché l'ho trovato sostanzialmente vuoto.
È pantagruelico. È difficile che io trovi una definizione diversa. Non saprei come definirlo in altri modi se non "molto grande". Pulp Fiction inizia in modo furbo, finisce in modo altrettanto furbo. Inizia da "saccente", con il dizionario che ci spiega il significato del termine "pulp" e che diventerà non solo un'icona per il film, ma della lingua italiana stessa per definire qualcosa di truculento, cruento. Finisce bé, finisce. Ma non certo dopo una serie lineare e ben precisa di scene. In un universo anti-hegelliano ci vengono presentate diverse storie, distrutte e poi rimescolati i cocci. Quel che ne esce fuori è una storia gangster, sicuramente, ma una storia fuori dal comune. Una storia che inizia con l'inizio di una sottostoria che non è nemmeno così importante e che va avanti immersa a capofitto nel caos, con scambi di battute paradossali, con situazioni incredibili, con musiche eccezionali e naturalmente con personaggi eccezionali. Ognuno ben caratterizzato, ben "malato". Cos'è quindi Pulp Fiction? Un 'icona? Un film divertente? Un mostro sacro del cinema tarantiniano e di quello universale? Un esempio di meta-cinema con quel perfetto giochino della valigia? Che cos'è, dunque? Forse non possiamo parlare di opera d'arte. Forse è stato eccessivamente sopravvalutato da più fans in questi anni. Ma ha qualcosa di terribilmente buono che si eleva ad un voto che si potrebbe dare. Trascende e sembra che a nessuno possa non piacere questo film. Perché? Perché tutto è calcolato, tutto è magistrale, tutto è organizzato, sparato, nascosto, nulla è fuori posto. Neppure il caos lo è. Qualcosa di così ben organizzato in un mondo tarantiniano che è tutto fuorché ordinato...è sensazionale. Ecco il genio. Il genio dei paradossi, dei discorsi banali e retorici, degli ossimori e delle storie che iniziano l'una dall'altra. Sì, è genio. Non è capolavoro, pero'. Alla fine del film, non ottieni qualcosa. Non hai particolari sentimenti. Insomma, non muta qualcosa in te. Non lascia nessuna impronta. Tutte le impronte che deve lasciare, le lascia durante il film. E quelle sì, cavolo, se ci sono. Siuramente un buon film, atipico e degno di nota, che è pronto a stupire ancora tante successive generazioni.
Un film particolare, sicuramente l'apice della produzione di Tarantino, che si contraddistingue per una serie di caratteristiche peculiari. Innanzitutto il particolare citazionismo, caratteristica che lo individua nel postmoderno, infatti Tarantino ha voluto fare diversi omaggi a scene tipo dei film dell'epoca
vedesi la scena in cui c'è Butch sul taxi e dietro ai finestrini scorre uno scenario in bianco e nero
finendo anche più volte nell'autocitazionismo dei personaggi, che raggiunge lo zenit con un virtuosismo della Thurman, che si autocita addirittura in un suo film futuro, ovvero Kill Bill. Poi si può parlare dell'accidentalità, infatti, in Pulp Fiction, tutto viene comandato da un'irreale e improbabilistica accidentalità. Tutto ciò che avviene, và contro la logica degli eventi, e, guardando il film ci si accorge che tutto ciò che accade è un concatenarsi di incredibili coincidenze. Una delle caratteristiche più interessanti però è il surrealismo dei dialoghi, che non giungono mai a una conclusione. I personaggi portano avanti i dialoghi continuando a dire sostanzialmente le stesse cose, continuando a girare sulle stesse argomentazioni, senza mai raggiungere una vera conclusione, senza mai raggiungere davvero la sostanza del discorso, che viene ogni volta lasciato cadere. Infine una parola sul montaggio, anche questo certamente inusuale, che stravolge l'ordine di causa ed effetto, e facendo cadere dal cosmo al caos gli eventi narratici. Un film che ogni genuino amante del cinema dovrebbe vedere, per la sua particolarità e la sua indiscutibile bellezza; certo forse non un capolavoro in ogni aspetto, ma decisamente molto bello.
Un capolavoro di Tarantino, che risulta innovativo sotto molti aspetti. Innanzitutto il montaggio che impedisce, almeno inizialmente, di capire il perché di ciò che accade. Ottima recitazione, con dialoghi assurdi, surreali e in un certo senso vuoti di significato (non è un elemento a sfavore). Da vedere, anche se non è detto che il film verrà apprezzato: infatti da molti è stato accusato di vuotezza in quanto a morale. Secondo me di questo film bisogna godersi la recitazione e le situazione assurde che vengono a crearsi grazie ad una serie di coincidenze che uniscono le varie storie.
film cult anni 90. credo sia il film migliore di tarantino. bella l'idea del montaggio e spettacolari gli attori. purtroppo il film per avere un voto altissimo non deve avere sbavature e qui qualcosa che non va c'è. la trama è praticamente priva di significato. un 7 penso sia il voto piu' giusto.
cultone anni 90 . il film che ha consacrato Tarantino tra i milgiori registi del cinema mondiale . cast assortito di stelle , e utilizzato come meglio non si puo . gia il fatto di creare un film a episodi che si intrecciano fa capire che si tratta di un film differente da quelli comuni . non si puo trovare un solo difetto a una pellicola del genere .l unico problema è capire se si tratta di una commedia , un dramma o un film d azione .
il miglior film di Tarantino , con una vagonata di Star , imperdibile , condito con una colonna sonora azzeccatissima , Samuel L. Jackson all' ennesima potenza e grandioso anche Harvey Keitel.
film molto sopravvalutato. diretto da tarantino con un cast eccellente!!!!!! carino , divertente e si vede abbastanza bene! ottimo anche il montaggio! perde molto sulla trama. pressocchè inesistente e privo di significato!
Escalation de "Le Iene", stesso presupposto corale più ridanciano ed energizzato (e un pò prolisso/ripetitivo in alcune parti). Ce ne fossero (molti) di + di film così in giro.
Capolavoro del cinema, un vero must per tutti i cinefili... dialoghi eccellenti, lunghi e molto "RANDOM", caratterizzati dallo humor nero, ineccepibili anche le interpretazioni degli attori, così come la sceneggiatura.. scene indimenticabili che hanno fatto la storia del cinema contemporaneo, per non parlare delle musiche che sono la ciliegina sulla torta. Il fato (o le coincidenze) è il vero protagonista del film, si prende gioco dei personaggi e ne cambia radicalmente la vita. Degno di nota è l utilizzo di marche fittizie, prodotti creati esclusivamente per il film come il pacchetto di sigarette "Red Apple" (presente anche in altri film di Quentin Tarantino: Kill Bill, dal tramonto all'alba, Grind House: Death proof e Four rooms) ed il portafoglio di Samuel L Jackson. In conclusione, Pulp fiction è un gioiello del cinema che è in grado di suscitare nello spettatore una moltitudine di sensazioni ed emozioni, ma non tutti lo ameranno allo stesso modo perchè è apparentemente amorale e quindi non è adatto a chi ha una "mentalità puritana".
Il mio film preferito in assoluto. Rasenta la perfezione in tutto, inutile aggiungere quando già detto. Uno dei pochissimi film che non perdono lo smalto ogni qual volta che si rivedono.
Pulp Fiction è il più famoso , acclamato , coccolato e chiacchierato film di Quentin Tarantino . La pellicola ha un ritmo frenetico ed esplosivo ed è molto coinvolgente , i dialoghi sono divertenti , ironici e geniali . Il montaggio è fatto benissimo , così come la regia , e la sceneggiatura , unico oscar del film , è una delle migliori che ho mai visto . La colonna sonora è geniale , e contribuisce a farci amare ancora di più questo magnifico film . Grande recitazione da parte di tutto il cast : molto bravi Travolta e Jackson , così come i vari Willis , la Thurman (veramente straordinaria , in un certo senso la vera protagonista del film ) , Keitel , Roth , Walken e lo stesso Tarantino , che recita un divertente cameo . Non do il massimo dei voti perchè perde molto dopo la prima visione .
rivisto oggi per l'ennesima volta. è un film unico nel suo genere e più che concentrarsi su quello che prende a prestito qua e là dal passato (che io poi chiamerei semplicemente riscoperte e riadattamenti geniali), inizierei a contare quanti film iniziano ad esserci dopo quindici anni e passa, che devono la loro vita solo al fatto che Tarantino un bel giorno ha deciso di fare Pulp Fiction. per quello che mi riguarda, questo film è cinema allo stato puro.
é talmente assurdo che è un capolavoro!!! personaggi dialoghi e storie!! Film oltre il geniale e uno dei migliori di sempre! L'ho apprezzato di più la seconda volta che l'ho visto, dato che alla prima sono rimasto letteralmente spiazzato!