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Noir italia molto cupo,oscuro, introspettivo e anche un pò malato . Sicuramente non rende come il libro dove la storia è trattata più come una favola nera . Qui la sceneggiatura è un pò balbettante e se non fosse per la prova di Timi e Germano sarebbe sicuramente insufficente . Invece per questo almeno una visione la merita
Grande film di Salvatores, ambientato praticamente solo in esterni e di notte è una pellicola particolarmente diversa da tutte le altre del regista, che comunque si è sempre dimostrato capace di passare dal dramma alla commedia, fino a questo, un noir italiano interessante. Bene Timi e Germano e il ragazzino, un pò troppo calcato il personaggio di De Luigi.
Buona trasposizione del libro, anche se non sono molto d'accordo sulla scomparsa del terzo personaggio (Danilo), e delle vicende dell'assistente sociale. Avevano un loro senso nella trama e secondo me andavano lasciate anche nel film. Le prove interpretative di tutti gli attori convincono molto.
La trama non era male ma poteva essere sfruttata meglio (rapprto tra un padre alcolizzato e il figlio adolescente con qualche problema psicologico). Ci sono delle scene surreali. Si può vedere ma non aspettatevi nulla di particolare.
Sorpendente, dal mio punto di vista, la scelta di Salvatores, di rappresentare una storia di disagio sociale affidando il compito ad un irregolare a lui diametralmente opposto, quanto a opinioni e idea del mondo. Sorprendente la sua capacità di comprensione e immedesimazione nell' altro da lui, il rispetto e lo sguardo non pregiudiziale verso valori che non gli appartengono. Senza scadere nel facile giudizio, nella caricatura o forzature di facile presa nei confronti di un pubblico presumibilmente progressista. E' un noir vero, scuro come la pece e umido e scivoloso come la pioggia, malato come un porno amatoriale, onesto e sincero. Un quadro di un'Italia che non è Mucciniana, non è Vanziniana ma nemmeno Morettiana o Virzìana, purtroppo non meno sconfortante, anche se, a modo suo, ricolma di valori. Interpretazioni misurate e atmosfere agro-industriali rese con maestria e credibilità, colonna sonora protagonista non invadente, non pretestuosa, sincera e non ruffiana.
Storiella che vorrebbe essere sconcertante quando manca del giusto mordente. Non ho letto il romanzo e quindi non farò paragoni, tuttavia mi è sembrato che il punto cruciale dell'operazione, il rapporto padre-figlio, sia stato trattato piuttosto evasivamente all'interno del film. Tranquillamente evitabile, per quanto mi riguarda.
Indubbiamente un bel film... ottima l'interpretazione dei personaggi e la messa in evidenza del frastornato e controverso rapporto dei protagonisti ma... del libro ha poco. mancano personaggi, mancano punti chiave, mancano scene che avrebbero potuto rendere il film qualcosa di eccezionale... Peccato! consiglio a tutti di leggere prima il libro di Ammaniti che è un libro stupendo!!
Ecco, qui Salvatores mi ha stupito... Grandissimo film secondo me, una favola cupa e malata al cospetto di un rapporto padre-figlio che sfiora il morboso, un rapporto speciale perchè l'uno ha l'altro e niente di più... Un film dalle dinamiche strane e spesso, soprattutto nella seconda parte, cade ancora di più nella tragedia umana, facendo stringere il cuore dello spettatore... Un bellissimo film che sto consigliando a tutti...
E' il classico film da giovedì sera per passare il tempo e nel complesso puo' andare. Il libroed il film a tratti sembrano due cose completamente diverse.
classico film che non rende omaggio al romanzo, per niente. Non che il romanzo di Ammaniti sia granchè (forse il peggiore tra tutti...ma perchè non fanno una trasposizione di "Ti prendo e ti porto via"?!) ma il film è ancora peggio. La recitazione di Caleca è imbarazzante, De Luigi lo è ancor di più (caro Fabio, tornatene a love bugs, per favore) e per tutto il resto rimane una ciofeca. Fotografia orrenda e inquadrature pessime. Ad ogni modo guardabile, se proprio non si ha niente da fare..
E' un film oscuro, nero, fortemente drammatico, caratterizzato dall'ottima interpretazione di Filippo Timi: quando quest'ultimo "esce di scena", infatti, la pellicola perde mordente e assume una veste più tediosa. Il giovane Caleca, d'altronde, pur munito di una buona dose di espressività, non è parso capace di reggere il film laddove il suo personaggio assume una veste potente e fortemente drammatica. Anche Germano, nel ruolo di 'quattroformaggi', è troppo caricaturale e macchiettistico, tanto che è solo il dato estetico che prevale sul resto, ben più preponderante, dei disturbi interiori. Nel complesso, 'Come Dio comanda' è un film interessante ma poco sviluppato; l'attenzione verso l'estetica ha messo in secondo piano la trama e la sceneggiatura che, a conti fatti, risultano non amalgamarsi a dovere con la cupezza e la forza drammatica che, senza dubbio, erano nelle prevalenti intenzioni del regista.
Non è certo un film che manca di imperfezioni, con scelte assai discutibili, a cominciare dall'evolversi della struttura narrativa piuttosto discontinua, certi buchi nella sceneggiatura, la colonna sonora non sempre felice, l'interpretazione di Germano vagamente macchiettistica. Ma il pathos è fortissimo, esasperato ed estremo. Zena, padre-padrone violento ma anche amorevole e a suo modo protettivo, emarginato e razzista, portato ad inculcare nel figlio il culto della forza e la rabbia xenofoba, è un Filippo Timi carismatico e ambiguo, a cui fa da contraltare il muto disagio esistenziale del ragazzo. La messa in scena poggia quasi interamente sulle dinamiche del legame tra i due, esclusivo e intenso, con un suo codice di comportamento e di valori, legame in parte esteso alla presenza determinante, per la piega che prende la vicenda, dell'apparentemente innocuo "Quattroformaggi". La sequenza dell'aggressione notturna, pur così lunga e cupa, che rispecchia la beffarda simbologia di cappuccetto rosso perduta in un bosco ostile e costellato di insidiosi tranelli, sotto una pioggia battente che non dà tregua, non appesantisce il ritmo ma lo estremizza fino alle inevitabili drammatiche conseguenze. Resta l'incompiutezza di fondo che però non toglie valore ma esalta il non detto, evitando di esprimere giudizi di sorta ed evidenziando la rabbia e il vigore nervoso.
Carino, non ho letto il libro e quindi probabilmente lo valuterò meglio di chi lo ha letto..la storia è ben fatta e le interpretazioni sono veramente buone...la storia intrigante ed interessante.da vedere
pesante, noioso e mal recitato. dal libro alla pellicola la storia perde decisamente charme, la capacità di emozionare di Ammaniti svanisce in questo film. Bocciato a questo giro il duo Ammaniti-Salvatores (che premio invece per altri riusciti esperimenti come, Io non ho paura); delude anche la performance di Filippo Timi, uno dei migliori attori italiani.
Un film davvero forte! Un pugno nello stomaco diretto da Salvatores in maniera superba! La fotografia in questo film è davvero ottima come la regia e la recitazione... Nella recitazione eccelle soprattutto Elio Germano che con gran coraggio ha intrapreso il ruolo di QuattroFormaggi!
Da vedere... Il colpo di magone nel finale è stato inevitabile!
Buon film di Salvatores che sceglie di dare un taglio netto al libro di Ammaniti e si concentra quasi esclusivamente sul tema dell’amore morboso (tra Rino e Cristiano, tra Quattro e Dio, tra Rino/Cristiano e Quattro, tra Quattro e Ramona/Fabiana). Efficace la fotografia, buona la colonna Sonora (anche se un po’ inverosimile questo Robbie Williams che si ripropone in un iPod che dovrebbe essersi rotto da un pezzo). E’ un film sulla rabbia e sulla morbosità, sull’emarginazione, e sulla capacità che ha l’anima di mantenersi feconda di una luce, là in fondo, nonostante tutto il male che la circonda.
Da metà in poi il film è un macigno nello stomaco. Mi è piaciuto tutto, tranne le interpretazioni che, effettivamente, lasciano un po' a desiderare ( escluso Elio Germano che caratterizza bene Quattroformaggi)
Non ho letto il libro, il film mi ha lasciato un pò interdetto... alterna sequenza molto belle ad altre lunghe ed alquanto tediose... molto cupo ed oscuro nel complesso, penso abbastanza ben recitato, ma non si capisce il messaggio che il regista voglia dare ed il perchè di alcune situazioni in cui si sviluppa la storia.
Avendo letto il romanzo, non ho ben chiaro cosa questa trasposizione possa dare a chi non l'ha fatto. Non credo molto. Viceversa, guardando il film non si riesce a non ripensare alle impressioni molto meglio suscitate dal, un po' scolastico, romanzo. Insomma, non c'è via d'uscita. Presi pari pari dei frammenti, eliminati alcuni personaggi, sfumato l'ambiente e ridotti ad accenni inutili alcuni accadimenti, non pare che questo lavoro di taglia e cuci giovi molto nel ricreare il senso complessivo della storia originale, di cui resta ben poco oltre al tumultuoso rapporto padre e figlio. Alla fine, insomma, rimane un film un po' inutile, anche se non credo si possa dire che annoi o peggio.
Guardabile ma niente di speciale. Da Salvatores ci si aspetta di più che un semplice film drammatico. Poteva essere migliore. Il rapporto tra padre e figlio andava approfondito.
film che mi ha appassionato nonostante l apparente lentezza. Filippo Timi nel ruolo del padre sbandato mi è piaciuto e critico in maniera molto negativa chi dice che De Luigi abbia interpretato male il ruolo dell assistente sociale che secondo me ha rappresentato alla perfezione. Non è che perchè uno fa i vari" natali a " o "love bugs" sia solo un buffone. Bellissima la fotografia con un grigiore generale che avvolge tutta la vicenda e una colonna sonora che convolge in questo trip verso il degrado sociale!
Nuova "collaborazione" tra Salvatores e Ammaniti dopo il fortunato "io non ho paura"! Non avendo letto il libro provo a dare un giodizio sul film! Il rapporto tra un Padre Razzista e il suo unico figlio poco piu' giovane di lui è stato gia affrontato in modo migliore dal film "American History x" e con risultati migliori! Ma il "razzismo" è quasi un pretesto,un avvenimento che verra' reso "secondario" dalle vicende successive! Il film si trasforma in un noir-sentimentale che porta il padre del protagonista da personaggio negativo a positivo tralasciando il messaggio finale e lasciando molti punti oscuri sul significato dell'intera vicenda! Alla fine è un film che affascina solo in alcune sequenze,come quelle nei boschi sotto la pioggia,e delude in altre! Nel cast si segnala l'ottima prova del giovane protagonista mentre il "matto" risulta antipatico fin da subito per il modo in cui esaspera il suo ruolo! Poteva essere migliore...
Pessima la scelta del padre-padrone, interpretato da un attore non all'altezza, per non parlare del ruolo dell'assistente sociale dato ad un buffo DeLuigi, non ancora pronto a mio avviso per ruoli drammatici. Per quanto riguarda il film, l'inizio lascia presagire una storia tipo "American history X", ed invece ad un certo punto cambia totalmente binario focalizzando il tutto su un episodio. Deludente nel complesso, forse uno dei peggiori di Salvatores, che in questo caso non è certo supportato da un buon cast.
Oltre alla storia di una tragica fatalità consumatasi in omicidio... è la tenera ma virile storia di un padre e un figlio e il loro legame. Da un romanzo di Ammaniti, Salvatores strizza l'occhio al Lynch twinpeaksiano e dirige bene un Filippo Timi ispiratissimo, la macchetta Germano e l'esordiente Alvaro Caleca avvalendosi di una fotografia tanto grigia quanto affascinante
Salvatores aveva eccelso nella trasposizione cinematograsfica di "Io non ho paura" anche perchè la sceneggiatura si appoggiava alla storia accattivante del bel romanzo omonimo. Questa volta ripesca una storia pensata e scritta sempre da Ammaniti, ma non con la stessa profondità stilistica del precedente, eccedendo con una sceneggiatura forzata per una storia francamente improbabile. Gli interpreti, pur bravi, risultano macchiette superficiali di una società malata, gli sviluppi psicologici appena accennati non aiutano la comunicazione tra regista e spettatore. Peccato, perchè Salvatores ha sempre dato prova di regista capace, speriamo nel prossimo lavoro
Italiano? Questo film è italiano? E' da non credere. Per una volta ci possiamo vantare con l'America di aver prodotto un film splendido, recitato da attori capaci di far venire i brividi. Storia molto reale e quotidiana, nella quale ognuno di noi potrà sicuramente rispecchiare il proprio pensiero, capace davvero di farti riflette.
Quel mezzo voto per arrivare al 10 non l'ho dato perchè...
nel momento in cui Quattroformaggi uccide la ragazza, la storia sembra incentrarsi solo e solamente su quella scena lì.
Alla domanda "di cosa parla il film?" a me sarebbe piaciuto rispondere con un "I problemi quotidiani di un padre ed il proprio figlio", quando invece sono più propenso a rispondere
Non ho letto il libro (ma lo komprerò...forse) e quindi non posso fa' paragoni, ma kmq......gran bel film...eh sì...... mooooooooooolto tokkante la storia, grande regia e ottimi attori, a kominciare da uno straordinario Elio Germano......ce ne fossero di film italiani kosì......marò.......
questo mio 10 è perchè il film mi ha davvero rapita e commossa , fa riflettere , gli attori hanno fatto un lavoro davvero ottimo a rappresentare i loro personaggi , magari invece che i cinepanettoni ci fossero più film italiani così
Sarà pure una "favola nera" ben confezionata tecnicamente ma non c'è paragone con IO NON HO PAURA..che delusione,questo film non ti prende per niente e non ti emoziona
Il film senza dubbio è fatto molto bene e trasmette senz'altro un certo malessere anche nelle inquadrature e nella fotografia. Il libro a quanto mi è stato detto è molto più complesso e psicologico ed è forse questo che manca alla pellicola...una lettura psicologica più attenta dei personaggi. Anche cosi Salvatores rende il film piacevole alla visione, ma forse la differenza tra un film si crudo e attuale ma pur sempre da "cassetta", ed un film che sconvolge lo spettatore nel profondo, è il colpire attraverso la caratterizazione dei personaggi alcune corde degli spettatori. Forse un'occasione persa..
E devo ammettere che neanche il film è tanto male, attori e scenografia molto buona.
Però trovo molto ridicolo che duri solo poco più di 90 minuti quando si potevano mettere molte più scene che potevano spiegare meglio la storia, o magari anche le storie di Danilo e dell'assistente sociale che non sono state messe.
Molto confusionario per chi non ha letto il libro, sospetto quindi fortemente che il film sia stato tagliato, e parecchio. E con tutte le cose che succedono che nel film vengono sparate come un mitra è ovvio che diventa confusionario.
Comunque consiglio lo stesso la visione del film, anche se sarebbe meglio una visione del film senza tegli. Ma anche tagliata a me è piaciuto tanto da leggermi il libro.
Non ho letto il libro, a dir la verità perchè la trama non mi aveva colpito affatto, comunque il film di salvatores è ben fatto e ho apprezzato in particolare la ricerca all'ottimizzazione dei momenti delicati, come gli sguardi i silenzi
Salvatores ha proposto di meglio, ma Come Dio comanda funziona bene, gli attori ottimi, le musiche (come in ogni film di Salvatores) bellissime. Un bel film purtroppo poco visto dal pubblico dei multisala. Non mi ha entusiasmato ma lo consiglio a chi ama il cinema...dal nostro Gabriele ci s'impara sempre....altro che Tornatore.
Bravissimi gli attori (elio germano in primis) e bellissimo film nella prima metà. Nella seconda perde un pò di incisività e cambia di botto registro, nonostante delle belle sequenze angoscianti e cupe. Non mi ha esaltato la piega che ha preso, però rimane un film assolutamente valido.
Il mio voto sarebbe 8,ma metto 9 per alzare la media per un bel film Italiano.Crudo,forte,recitato bene e commovente nel finale.Non capisco sinceramente i 2 o i 3?!?!?Ma capite qualcosa di cinema?????
Film orrendo!! Sceneggiatura sviluppata superficialmente e in malo modo. Attori incapaci e poco credibili nelle parti a loro assegnate. Noioso e poco credibile in molte parti. Regia pessima. Vuole in tutti i modi far provare emozioni ma non ci riesce minimamente. Uno dei peggiori film dell'anno sicuramente!
Sicuramente uno dei migliori prodotti della stagione cinematografica 2008 - 2009. Ben fatto! Tiene col fiato sospeso per buona parte della durata del film per le sorti del bimbo e dei personaggi ai margini della società che lo circondano. Da vedere.
Orribile. Noioso. Superficiale. Scuro. Superfluo. Il peggior Salvatores di sempre. E pensare che Mediterraneo è il mio film preferito in assoluto. Stesso regista. Prove differenti.
Bravo Salvatores...un film duro ma ben fatto, coinvolgente e angosciante per molti aspetti. Non è il mio genere ma fa riflettere...parla di un padre che vive nella violenza e di un figlio che impara ad affrontare le colpe del padre, che non sa come vivere se non nella violenza...manca un pò sul finale ma nel complesso u buon film.
non sono in genere un amante di film italiani ma devo ammettere che in questo caso giù il cappello a salvatores e i suoi attori..dramma grigio come il cielo che c'è per tutto il film,un padre che insegna la vita a suo modo al figlio e che gli vuole tanto bene..
Partendo dal presupposto che non ho letto il libro di Ammaniti e quindi non posso confrontarlo con la trasposizione filmica, ho trovato questa ultima fatica di Salvatores un buon film. La storia di solitudine, rancore, violenza, docezza e diversità di un padre e un figlio ambientata in una cornice grigia e deprimente è davvero toccante. Il film è pieno di emozioni che arrivano dirette allo spettatore, grazie anche alla bravura degli attori; straordinario infatti Timi e sempre impeccabile Germano.
Bel film ma si poteva fare di meglio, il libro è molto più coinvolgente, nel film è stato tagliato un personaggio, rispetto al libro! In confronto molto meglio Io non ho paura! Bravo, come sempre, il regista!
Partivo dal vantaggio di non aver letto il libro (forse l'unico di Ammaniti che mi manca) eppure il film proprio non mi ha "preso". Non ho trovato particolarmente incisivi i personaggi, la storia praticamente non esiste ma questo lo capisco già maggiormente, dal momento che immagino si volesse descrivere uno spaccato di vita. Incompiuto...
Film che non mi ha appassionato, mi è sembrato troppo freddo e soprattutto inutilmente cattivo, non per la crudezza che ha la storia ma per il tentativo di fare della violenza (in senso lato) quasi una scelta di stile. Troppa rabbia senza un reale motivo; eccessiva ricerca di simbolismi; un finale ad effetto poco credibile e che stona con il tenore di tutto il film.
Risulta inevitabile durante la visione di questa pellicola, andare con la mente al libro da cui è tratto, e purtroppo questo (ma non solo) penalizza fortemente il giudizio su questa trasposizione firmata Salvatores. Li dove Niccolò Ammaniti sforna un racconto meraviglioso fatto di una caratterizzazione di stituazioni e personaggi unica, ricca di dettagli e particolari, Salvatores non solo sacrifica un elemento importante del libro, il personaggi di Danilo Aprea, ma offre una panoramica su personaggi e situazioni che banalizza e riduce al quasi nulla, le personalità complesse che andavano invece approfondite enormemente. Si assiste cosi' ad un susseguirsi di vicende forzate e talvolta inspiegabili proprio perchè manca quel background di informazioni che il libro offriva meravogliosamente. Il film in se è girato bene, soporattutto per la fotografia davvero bella, e si avvale anche di alcune buone interpretazioni, dove sicuramente la più riuscita è quella di Quattro Formaggi di Elio Germano, ma è davvero troppo poco per un racconto che poteva e doveva meritare una più generosa trasposizione cinematografica. Inoltre manca uno snodo fondamentale del film (oltre al già citato personaggio omesso), "il piano", che unito all'incessante temporale che sconvolge tutto, da un senso e un'atmosfera al finale del libro che il film perde completamente, risultando davvero noioso e a tratti forzato.
Un film mediocre se non si ha letto il libro, pessimo se si parte dalla splendida opera leteraria di Ammaniti davvero stuprata e banalizzata in toto.
Dal genio di Gabriele Salvatores nasce l'ennesimo film riuscitissimo,un film "vero" come le storie e le vite di molte persone che vivono nelle nostre città,storie fatte di piccoli e grandi drammi quotidiani. Un film che fa incazzare come fanno incazzare le storie che quotidianamente sentiamo nei notiziari o che leggiamo sui giornali di cronaca... In tutto questo oltre a Salvatores bisogna dare merito alle grandi interpretazioni di Germano e Timi che non recitano affatto la storia,ma entrano totalmente nei personaggi sbandati e distruttivi che interpretano! Una pellicola che mi sento di consigliare a chi dalla vita prende solo le cose positive!
Un cielo perennemente plumbeo che promette ciò che minacciosamente mantiene,ovvero frequenti e gelide piogge che sferzano un panorama grigio,anonimo,fatto di cave,sassi,fango ed acqua,personaggi che sembrano usciti da una delle più malsane province italiche. Questa è la deprimente cornice in cui si muovono un padre rancoroso e xenofobo,suo figlio quattordicenne,cresciuto nel culto della violenza e nell’insofferenza nei confronti del diverso,e un povero folle,ossessionato dalla protagonista di un film porno e residente in un tugurio addobbato come un presepe profano.Tre esistenze ai margini legate saldamente da rapporti per nulla convenzionali,finalizzati a superare la paura che la vita provoca quando lavoro,amici ed affetti mancano,quando i punti di riferimento sono ideali campati in aria,dettati da rabbia repressa ed ignoranza da sbandierasi tra le mura domestiche ma di cui vergognarsi una volta fuori da queste. L’angoscia di perdere quel poco che si ha,ovvero un affetto,o la bramosia di possedere qualcosa che possa illuminare una vita fatta di emarginazione,determinano il corso degli eventi in questa pellicola non perfetta,ma dal respiro potente che si imprime nell’animo con violenza. Salvatores trova gli ambienti giusti e pur non riuscendo a dare convincente continuità alla sua opera,la seconda tratta da un romanzo di Ammaniti dopo l’eccellente “Io non ho paura”,riesce a tratteggiare bene un microcosmo alienato e credibile,pur inciampando in qualche dialogo banale,delle performance altalenanti da parte degli attori ed eccessive concessioni alla (bella) colonna sonora.
Un'ottima idea, però realizzata solo per metà... secondo me il carattere dei personaggi doveva essere descritto maggiormente e di conseguenza serviva un film di due ore almeno... la parte centrale è un po confusionaria, ma tutto sommato è un film che si lascia guardare tranquillamente. Certo, guardando il regista e pensando ai suoi lavori passati mi sarei aspettato qualcosina in più...
Concordo pienamente con il commento precedente al mio. Gradisco aggiungere alcune note positive, perchè, in fondo, Salvatores è sempre Salvatores, la mia ammirazione per questo regista prevale.
- Filippo Timi mi convince, spero di rivederlo presto al cinema. - Elio Germano e la sua incredibile versatilità, convince in tutti i ruoli, pur se ben differenti tra loro. - una nota speciale per la fotografia, favolosa.
Come dice il voto, non male potrebbe essere migliore. Gli dò una sufficienza molto molto tirata per le orecchie. A mio parere è un film incompiuto, ha buoni presupposti per essere un bel film ma non si sviluppa, si perde a raccontare la cronaca del fatto e si dimentica (quasi forzatamente spero) di un'analisi dei personaggi, dei problemi della società spesso accennati e mai approfonditi. Superficiale.
Buon film, credibile, vero, di grande impatto sociale e psicologico su realtà che non accennano a cambiare nonostante il desiderio di crescere in ciascuno...
Film nel complesso deludente. Eccetto i 2 protagonisti, con i quali per altro si fa molta fatica ad entrare in empatia, gli altri personaggi sono appena abbozzati; la recitazione è sempre forzata e oltre e e le righe e più in generale il film segue uno stile "gridato" affidando i tentativi di rendere partecipe lo spettatore quasi esclusivamente ad una colonna sonora invadente e ripetitiva. Discutibile anche nel messaggio che in nome dell'amore tra padre e figlio tende a giustificare qualunque cosa.
Anche se il ragazzo non ha recitato bene un buon film sulla storia dell' amore tra un padre e un figlio che nonostante il mondo sia contro di loro riescono a stare sempre uniti. La droga, nazismo, lussuria, omicidio e odio sono il pane quotidiano per loro. Stravagante la recitazione dell' assistente sociale e ottima quella dello schizzofrenico.
Non mi è sempre facile comprendere la passione dei registi per i romanzi di Ammaniti anche se questo, con Almost blue, è forse la migliore trasposizione su pellicola. Come Dio Comanda mi è sembrato nettamente superiore a Io non ho paura, almeno per il coinvolgimento emotivo che tiene lo spettatore scomodo sulla poltrona per ampi tratti. Buona anche la confezione tecnica. Non mancano dei difetti, come la scena improbabile di uno che cammina per un ospedale brandendo una pistola senza che nessuno se ne accorga. Mi ha deluso molto Germano, che si specchia molto nella sua tecnica attoriale dando forma a un personaggio poco credibile, completamente ritardato nella prima, eppure freddo e lucido nella seconda. Fabio De Luigi completamente fuori contesto. In conclusione, il film non è eccezionale ma prende alla pancia, soprattutto sotto l'aspetto del rapporto tra padre e figlio che mette decisamente in secondo piano il giallo.
tocca argomenti forti e racconta in modo gradevole una storia sicuramente capace di lasciare qualcosa. un po' diverso dal libro, un po' migliore di quanto me lo aspettassi e di quanto dice la critica. vale la pena vederlo, sicuramente è tra i migliori film italiani di quest'ultimo periodo
Sono un po' combattuto su questo film. La mia ragazza mi aveva riempito di aspettative, visto il libro. Di Ammaniti ho letto "io non ho paura" (molto bello) e mi è piaciuto il film, e "ti prendo e ti porto via" (discutibile...). Il film è un'ottima fotografia calata in un grande contesto recitato in maniera buona e diretto bene ma con poca profondità. Ecco, tutto in una frase.
Salvatores cita (uhm...in alcuni punti direi proprio che copia, piu' che altro) il Van Sant di Paranoid Park e la trama lo aiuta vista l'angoscia con cui deve convivere il ragazzo. Ragazzo che in alcuni passaggi è poco credibile (e recita in maniera non certo perfetta). Ottimo Elio Giordano/quattroformaggi, bravo Fabio De Luigi ad uscire dai suoi schemi (ma ormai solo guardarlo mi fa ridere, non è colpa sua, ripeto lode all'impegno) e buono nella sua interpretazione (come assistente sociale è un po' troppo cattivo...ma forse allineato con quello che c'e' in circolazione, con la realta').
In sostanza è un discreto film, ma che poteva essere fatto meglio. L'emozione c'è stata in diversi punti, ma un po' a singhiozzi.
Finalmente un film italiano che riesce a uscire dai soliti schemi...un vero e proprio pugno nello stomaco, un film viscerale, crudo e senza mezzi termini. Bravi anche gli attori, soprattutto Filippo Timi, un pò meno Elio Germano, ho trovato la sua interpretazione un pò troppo forzata. Da vedere
Film dalle ottime potenzialità che scorre bene fino al primo tempo; nulla da dire. I personaggi sono molto ben delineati; un figlio e un padre legati da un amore animalesco, un emarginato che ha nel rapporto con i due l'unico contatto con la normalità, un assistente sociale un po' diessino e un po' buonista. La storia purtroppo si incarta su sè stessa e la scena centrale dura più di mezz'ora; Salvatores rinuncia all'azione per approfondire lo spessore dei personaggi,che comunque interpretano molto bene il ruolo.Salvatores forse fa un po' troppo e sbaglia, ma alla fine il film merita la visione. Complimenti all'attore Alvaro Caleca, molto esplicito nel mostrare la solitudine di un' adolescenza tumultuosa.
Ho visto questo film senza sapere,prima di sedermi sulla poltrona del cinema, di cosa trattasse. Gli attori sono bravi ma... perchè il film non il ha continuato a trattare l'attualissimo ed ignorato argomento del razzismo fra precari italiani ed extracomunitari? Troppo impegnativo? Parte bene e sprofonda in qualcosa di visto e stravisto Peccato, le potenzialità erano enormi.
La prima parte è buona. I personaggi sono ben interpetati e i contenuti psicologici e sociali sono interessanti anche se il personaggio di Quattroformaggi risponde un pò troppo a stereotipi già visti. Poi, il film prende una piega diversa, con troppe lungaggini e ricerche di virtuosisimi d'autore. Così, l'insieme rimane poco approfondito. Si ha la sensazione di un'occasione mancata.
Anche se differisce molto dal libro (che sicuramente è molto superiore al film) il film riesce a trasmettere alla perfezione la condizione di disagio e di malessere che coinvolge la famiglia Zena e l'amico 4formaggi. Molto scene riescono bene grazie alla base musicale su cui credo Salvatores abbia giocato molto. Da vedere.